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savpg8801 24 aprile 2014 10:08
Il governo sta facendo una campagna con spot per far capire
finalmente che non ci si deve lavare le mani da parte delle
istituzioni e dei produttori per incolpare solo il
consumatore che ha problemi con ciò che consuma se non
guarda le etichette o esse non siano enciclopediche come da
parti interessate si vorrebbe imporre.
Morale: si facciano pure altre enciclopedie di consumare e
crepare consapevoli buone solo per gli stampatori, ma si
cerca finalmente di spingere verso la direzione di implicare
e responsabilizzare obbligando i controlli da parte delle
produzioni e non da parte del consumo (che non può nè
controllare, nè stabilire in nessun modo se ciò che
consuma, ancorchè corredato da enciclopediche piastrine
esplicative, sia buono, adatto, tossico, congruo o
veritiero).
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savpg8801 5 aprile 2014 16:30
Va bene, Paolo, io non sono uno di quei permalosetti che, se
contestati da certi figuri qui in aduc, se la mettono a
cuore.
E' vero, data la vastità della materia,ho ecceduto sulla
generalizzazione di una breve esposizione.
Ma se provi rileggerti altri interventi in passato
sull'argomento, ho riportato casistiche molto eloquenti di
etichettature fuorvianti, lunghissime (vedasi il mio report
di un prodotto per la pelle umana con almeno una trentina di
componenti scritti in pseudo
latinorum-chimico-esperantico-ovvero incomprensibili)
vattelapesca sfido chiunque a farsene almeno un'idea.
Molte altre pur dicendo molto non significano nulla. Altre
semplici, come l'esempio da te riportato, vanno pure bene,
ma se il tuo zucchero fosse tracciato come si vorrebbe fare
adesso, e ammesso che si dica la verità, dovresti partire
da informazioni riconducenti alla società (p.e.Monsan..)
che produce le sementi magari ibride o igm, poi alla
commercializzazione, poi alla semina (e in quale
terreno-inquinato o no?) poi all'irrigazione con acque
magari pestifere tipo terra dei fuochi o ai trattamenti con
pesticidi o altro, poi alla produzione (rammento un tipo che
lavorava in uno zuccherificio a me vicino ed ora chiuso per
volere EU che riportava come gli operai pisciassero nella
massa grezza) che nessuno è in grado di sapere come venga
attuata, o con quale carta venga confezionata (i dicono arta
alimentrare (ma allora vorresti anche la tracciatura di
questo componente?), o sulla conservazione, magari in zona
umida...
Vedi caro amico come diverrebbe complessa la questione?
Tutto per favorire, lucrosamente parlando, una
incomprensibilità ed una insicurezza che non solo i bimbi
delle elementari faticherebbero a comprendere, ma anche di
superlaureati di settore.
Se poi uno si accontenta che le etichette, vere o fasulle,
ci siano per il gusto di dire: mi hanno informato..come sono
felice...ma come?, amen. Io se sono uno che capisco le
etichette di ottantamila prodotti, potrei cingermi di
alloro.
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paolo7426 5 aprile 2014 14:27
Egregio Sav, non condividoil tuo punto di vista. Se
sull'etichetta c'e' scritto zucchero e dentro c'e' cocaina
la responsabilita' e' del produttore o venditore, non del
cliente. E non e' vero che le etichette siano illeggibili,
cosa sino i grassi e cosa le proteine lo sanno anche i
bambini delle elementari.
A me comunque sarebbe bastato avere dati sufficienti a
calcolare quanti glucidi protidi e lipidi avrei messo in
corpo mangiando tot grammi di questo o di quello.
Ho trovato un regolamento UE 1169/2011 che mette certe
scadenze al 13/12/2014, ma c'e' il solito difetti di lasciar
fuori molti prodotti.
La UE, nel migliore dei casi, fa le cose a meta'.
Paolo
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savpg8801 4 aprile 2014 10:52
Mi riferisco (recente Articolo di Cristiana Olivieri in
questo stesso sito ADUC, da leggere) alla sentenza del
febbraio 2014 l'ultima sentenza rilevante della Corte di
Cassazione penale in merito alla corretta conservazione di
alimenti, che scaccia ogni dubbio anche sulla
responsabilità penale dei commercianti.
Con la sentenza n. 6108 del 10 febbraio scorso, la Corte
conferma in maniera ancora più netta le rigide prescrizioni
in materia di conservazione dei cibi, in un'ottica ingenua
di salvaguardia della salute e del benessere dei
consumatori.
Aggiungo per i sostenitori dell'etichettatura dei prodotti
quale panacea del "sostegno" al consumo, quanto scritto a
commento di detto articolo:
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....La direzione giurisprudenziale è giusta, a mio avviso.
Se si cominciasse per davvero a non attribuire all'inerme
consumatore ogni responsabilità al solo scopo di toglierla
all'autorità o a chi veramente ce l'ha sarebbe una vera
risoluzione. Alla faccia di chi sostiene che la salute del
consumatore sia affidata alle etichette sempre più
sofisticate come da reiterate ed opprimenti richieste di chi
ci vede in primis un business, ed ancora la traslazione
delle responsabilità solo al cittadino fruitore che
chiamano: consumatore consapevole. Il cittadino, infatti,
non è in grado, anche se informato con foglietti
bugiardini, di valutare quanto vi si indicato.
Alla stessa stregua del sanitario "bugiardino" non si può
attribuire all'uso corretto di un prodotto farmaceutico la
responsabilità che, invece, va attribuita al venditore nel
caso di scorretta manutenzione o conservazione o al
produttore nei casi di vizio di prioduzione o tossicità.
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savpg8801 2 aprile 2014 9:20
Le enciclopedie sui prodotti non servono a nulla se non a
ingarbugliare e sono solo un grosso affare per gli
etichettari.
Tutta questa informazione, comprensibile solo a dottori
nutrizionisti o chimici provetti( ammesso che riescano a
leggerle, talvolta) induce all'evasione dalla lettura e alle
frodi indicando o magnificando componenti inutili e
insignificanti o sminuendo le componenti dannose.
Ho altre volte fatto notare, sul tema, delle etichette
lunghissime, con componenti incomprensibili e indecifrabili
(ammesso che chi li legge sia un esperto autoritario in
materia).
Stiamo cercando di arginare il problema delle frodi (che
sempre ci saranno se non eliminate alla fonte e con seri e
migliori controlli) con una falsa cura.
Già adesso la gente, e sfido chiunque a provare il
contrario con osservazioni sul posto, non legge nulla:
perchè non ci capisce, perchè non ha tempo, perchè non ci
vede allorchè le scritte siano piccole o
illeggibili(apposta!).
Quindi, allargare ancora tutta questa (vera o falsa)
informazione non può far altro che vanificare lo scopo.
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