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rumeno 4 gennaio 2008 0:00
Scometiamo che l'anno prossimo (a Gennaio 2009)arrivera
180 euro/barile ?
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Scocciato 4 gennaio 2008 0:00
I nostri governanti contano sulle liberalizzazioni, si pochi
cent risparmiati recandosi ad una pompa distante sei km, o
al fantomatico supermercato a dieci km, o leggendo i prezzi
(ma quando?) su cartelli autostradali. L'ingenuità
impera nella nostra classe politica. Promettono congelamenti
dell'IVA, positive ripercussioni della stessa sulle
accise, e controlli, tavoli di lavoro con i petrolieri,
ecc. Ma noi consumatori, che facciamo di concreto?
Accettiamo passivamente tutto, tanto che ci vuoi fare?
Lasciamo che i produttori di petrolio, mercè Speculatori &
Co. si arricchiscano ulteriormente perchè, più costa il
barile, più danaro va loro in tasca. Dobbiamo sentire
e tollerare gli staff manageriali degli enti energetici e i
ministri interessati che sentenziano che bisogna fare
ulteriori tubi per approvvigionarsi di gas, quando il gas è
ormai merce troppo ambìta e quindi soggetta a future e
attualissime tensioni internazionali peggio del petrolio,
rischiando di riempire questi tubi solo d'aria?
Credono che pagando in euro si vinca al lotto? Non mi
intendo di soluzioni illuminate in questo marasma
energetico, ma credo che, se è vero che la politica è
necessaria, insostituibile, e unica fonte di dialogo e di
decisioni, sia essa che ci deve portar fuori da queste
secche. Forse non serve cambiare uno con l'altro
politico, ma indurlo in qualche modo più stringente a fare
il proprio lavoro e poche chiacchiere, sia la strada da
seguire.
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MASSIMILIANO MINON 4 gennaio 2008 0:00
I CONSUMATORI SONO STANCHI DI ESSERE DERUBATI DAI LADRI
SPECULATORI!!! IL PREZZO DEL PETROLIO DEVE ESSERE
RESPONSABILMENTE CONCORDATO DAI GOVERNI DI TUTTO IL MONDO E
NON IN BALIA DEL MERCATO SELVAGGIO DOMINATO DA QUEI LADRI,
PORCHI, DELINQUENTI E FARABUTTI DEGLI SPECULATORI CHE
AFFOLLANO LE SALE BORSE DEL PETROLIO DI NEW YORK E
LONDRA!!!! I GOVERNI DEL MONDO DEVONO ABOLIRE I FUTURES SUL
PETROLIO E TOGLIERE DAGLI ARTIGLI DEI LADRI SPECULATORI IL
POTERE DI DECIDERE SULLA QUOTAZIONE DEL PETROLIO!!!!!!!!! LA
CHIESA CATTOLICA DOVREBBE SCOMUNICARE I LADRI SPECULATORI
DEL PETROLIO!!! 3 gennaio 2008 Nuovi
record per il petrolio: il Wti per la prima volta ha rotto
sopra la soglia dei 100 $ toccando 100,12, il Brent lo ha
spostato a 98,50 (entrambi con future febbraio). Il vistoso
calo degli stock Usa (tutte balle!!!) ha infiammato il
mercato, già in tensione per il deterioramento del quadro
politico mondiale (altre enormi balle!!!), il rigore della
stagione invernale (e da che é mondo quando non é stato
mai freddo in inverno?) e l'indifferenza dell'Opec
di fronte alle richieste dei Paesi occidentali. La
portavoce del commissario Ue agli Affari economici Joaquin
Almunia ha dichiarato che l'attuale livello del prezzo
del greggio potrà avere delle conseguenze serie per
l'economia europea, qualora non dovesse scendere nei
prossimi giorni. «Se i prezzi del greggio restassero agli
attuali livelli record ci sarà un impatto
sull'economia», ha detto Amelia Torres al briefing
della Commissione Ue. Il prezzo del petrolio potrebbe
addirittura salire fino a 150 dollari al barile.
Benzina sempre più cara. Ortofrutta sotto tensione
Tutto rincara, cara signora. La giustificazione
del fruttivendolo alla cliente per i prezzi –
scarabocchiati con il pennarello su un lacerto di carta –
è ormai solita: «È colpa del petrolio, cara signora». I
prezzi di ortaggi e frutta al dettaglio esposti dai
fruttivendoli italiani sono il termometro più sensibile
all'andamento del greggio quotato a Wall Street.
Con il greggio a 100 dollari ci saranno conseguenze
sui costi per trasportare le merci e per gli imballaggi che
le proteggono; la quotazione del petrolio entra in mille e
mille prodotti chimici, come l'insetticida, la vernice
della cancellata e il collante che fa aderire le piastrelle
all'intonaco. Ovvio che salgono i costi del
riscaldamento e la spesa in carburante dei pendolari
imbottigliati sulla tangenziale. Gli effetti arrivano a
settori energetici che in teoria dovrebbero essere del tutto
autonomi: quando rincara il greggio, poche settimane dopo
tocca al carbone e perfino all'uranio. L'inflazione
potrebbe salire al 3 per cento. L'aspetto più
trasparente è sui carburanti. In cinque anni il prezzo del
gasolio è aumentato del 50% e oggi ci vogliono 21,5 euro in
più per un pieno diesel e 16,35 euro in più per un pieno
di benzina. Con l'attuale livello di prezzi proiettato
sull'anno, oggi un automobilista si troverebbe a
spendere 750 euro in più annui per la benzina e 1000 in
più per il gasolio rispetto allo stesso periodo 2002.
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