COMUNICATO STAMPA
CS111-2008
L'IRAN ANNUNCIA LA SOSPENSIONE DELLE LAPIDAZIONI: 'DECISIONE
IMPORTANTE,
SE VERRA' ATTUATA', COMMENTA AMNESTY INTERNATIONAL
Amnesty International ha accolto positivamente l'annuncio,
da parte di un
portavoce del potere giudiziario, che la pena della
lapidazione e' stata
sospesa e, conseguentemente, diverse donne hanno ottenuto la
commutazione
della condanna a morte.
'La lapidazione e' una pratica orribile, volta ad accrescere
la sofferenza
di chi viene messo a morte, e che non puo' avere alcuno
spazio nel mondo
moderno. Auspichiamo che le autorita' iraniane garantiscano
che questa
pena terrificante non verra' mai piu' usata' - ha dichiarato
Amnesty
International.
L'organizzazione per i diritti umani chiede alle autorita'
di Teheran di
assicurare che non si tratti di una 'promessa bugiarda'. Nel
dicembre
2002, infatti, il capo del potere giudiziario, l'ayatollah
Shahroudi,
aveva annunciato una moratoria sulle lapidazioni, smentita
nei fatti da
almeno una lapidazione portata a termine nel 2007 nella
provincia di
Qavzin.
'Se questo annuncio sara' vero, saremo di fronte a una
vittoria per i
difensori dei diritti umani iraniani e per la loro campagna
'Stop alla
lapidazione per sempre!' e a un grande passo avanti per i
diritti umani' -
ha proseguito Amnesty International. 'Ora ci aspettiamo
ulteriori
decisioni da parte delle autorita' iraniane, per porre fine
ad altre pene
crudeli e inumane come le frustate e l'amputazione degli
arti, cosi' come
per ridurre l'applicazione della pena di morte'.
Ulteriori informazioni
Il codice penale iraniano prevede l'esecuzione tramite
lapidazione.
Secondo l'articolo 102, gli uomini devono essere sotterrati
fino alla
vita, le donne fino al petto. Con riferimento al reato di
adulterio,
l'articolo 104 afferma che le pietre da usare dovrebbero
essere 'non cosi'
grandi da uccidere la persona con uno o due colpi, e nemmeno
cosi' piccole
da non poter essere definite pietre'.
Il sistema giudiziario iraniano presenta gravi lacune che
spesso sfociano
in processi iniqui, anche nei casi di pena capitale.
Nonostante la
moratoria del 2002 e le smentite ufficiali sulle esecuzioni
tramite questa
pratica crudele, Amnesty International e' venuta a
conoscenza di alcuni
casi di lapidazione. Ja'far Kiani e' stato lapidato il 5
luglio 2007 ad
Aghche-kand, nella provincia di Qazvin.
Si e' trattato della prima lapidazione confermata in via
ufficiale dopo la
moratoria, sebbene esistano notizie sulla morte per
lapidazione di un uomo
e una donna a Mashhad, nel maggio del 2006.
Sono le donne a essere piu' di frequente condannate a morire
per
lapidazione, spesso a causa del diverso trattamento che
subiscono davanti
alla legge e nei tribunali, in aperta violazione degli
standard
internazionali sul giusto processo. Sono in particolar modo
vittime di
processi iniqui perche' meno istruite rispetto agli uomini e
per questo
motivo indotte piu' facilmente a firmare confessioni di
crimini mai
commessi. Inoltre, la discriminazione cui vanno incontro in
altri aspetti
della loro vita fa si' che siano piu' soggette a condanne a
morte per
adulterio.
Di fronte a questa cupa realta' e nonostante la dura
repressione cui vanno
incontro, nell'ottobre 2006 i coraggiosi e ostinati
difensori dei diritti
umani in Iran hanno lanciato la campagna 'Stop alla
lapidazione per
sempre!'. Fino all'annuncio della sospensione delle
lapidazioni, la
campagna aveva ottenuto che fossero commutate sei condanne a
morte.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 7 agosto 2008
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