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L'IRAN ANNUNCIA LA SOSPENSIONE DELLA LAPIDAZIONE
di l'informatore
7 agosto 2008 0:00
 
COMUNICATO STAMPA
CS111-2008

L'IRAN ANNUNCIA LA SOSPENSIONE DELLE LAPIDAZIONI: 'DECISIONE IMPORTANTE,
SE VERRA' ATTUATA', COMMENTA AMNESTY INTERNATIONAL

Amnesty International ha accolto positivamente l'annuncio, da parte di un
portavoce del potere giudiziario, che la pena della lapidazione e' stata
sospesa e, conseguentemente, diverse donne hanno ottenuto la commutazione
della condanna a morte.

'La lapidazione e' una pratica orribile, volta ad accrescere la sofferenza
di chi viene messo a morte, e che non puo' avere alcuno spazio nel mondo
moderno. Auspichiamo che le autorita' iraniane garantiscano che questa
pena terrificante non verra' mai piu' usata' - ha dichiarato Amnesty
International.

L'organizzazione per i diritti umani chiede alle autorita' di Teheran di
assicurare che non si tratti di una 'promessa bugiarda'. Nel dicembre
2002, infatti, il capo del potere giudiziario, l'ayatollah Shahroudi,
aveva annunciato una moratoria sulle lapidazioni, smentita nei fatti da
almeno una lapidazione portata a termine nel 2007 nella provincia di
Qavzin.

'Se questo annuncio sara' vero, saremo di fronte a una vittoria per i
difensori dei diritti umani iraniani e per la loro campagna 'Stop alla
lapidazione per sempre!' e a un grande passo avanti per i diritti umani' -
ha proseguito Amnesty International. 'Ora ci aspettiamo ulteriori
decisioni da parte delle autorita' iraniane, per porre fine ad altre pene
crudeli e inumane come le frustate e l'amputazione degli arti, cosi' come
per ridurre l'applicazione della pena di morte'.

Ulteriori informazioni

Il codice penale iraniano prevede l'esecuzione tramite lapidazione.
Secondo l'articolo 102, gli uomini devono essere sotterrati fino alla
vita, le donne fino al petto. Con riferimento al reato di adulterio,
l'articolo 104 afferma che le pietre da usare dovrebbero essere 'non cosi'
grandi da uccidere la persona con uno o due colpi, e nemmeno cosi' piccole
da non poter essere definite pietre'.

Il sistema giudiziario iraniano presenta gravi lacune che spesso sfociano
in processi iniqui, anche nei casi di pena capitale. Nonostante la
moratoria del 2002 e le smentite ufficiali sulle esecuzioni tramite questa
pratica crudele, Amnesty International e' venuta a conoscenza di alcuni
casi di lapidazione. Ja'far Kiani e' stato lapidato il 5 luglio 2007 ad
Aghche-kand, nella provincia di Qazvin.

Si e' trattato della prima lapidazione confermata in via ufficiale dopo la
moratoria, sebbene esistano notizie sulla morte per lapidazione di un uomo
e una donna a Mashhad, nel maggio del 2006.

Sono le donne a essere piu' di frequente condannate a morire per
lapidazione, spesso a causa del diverso trattamento che subiscono davanti
alla legge e nei tribunali, in aperta violazione degli standard
internazionali sul giusto processo. Sono in particolar modo vittime di
processi iniqui perche' meno istruite rispetto agli uomini e per questo
motivo indotte piu' facilmente a firmare confessioni di crimini mai
commessi. Inoltre, la discriminazione cui vanno incontro in altri aspetti
della loro vita fa si' che siano piu' soggette a condanne a morte per
adulterio.

Di fronte a questa cupa realta' e nonostante la dura repressione cui vanno
incontro, nell'ottobre 2006 i coraggiosi e ostinati difensori dei diritti
umani in Iran hanno lanciato la campagna 'Stop alla lapidazione per
sempre!'. Fino all'annuncio della sospensione delle lapidazioni, la
campagna aveva ottenuto che fossero commutate sei condanne a morte.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 7 agosto 2008

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: [email protected]
 
 
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