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Una casa - Dedicato a Sergio2 ed IVAN
di Lucio Musto
7 dicembre 2009 7:53
 
Una casa

Il paesetto austriaco è veramente splendido, in questo primo meriggio autunnale.

Le grandi macchie boschive frammezzate di pascoli e campi coltivati che tappezzano le basse colline, diresti messe a cornice del celeberrimo leggiadro castello imperiale dipingono lo sfondo d’ogni tonalità di verde, di bruno, di giallo, di rame, senza che un solo contrasto disturbi lo sguardo, senza nessuna disarmonia con le casette dai bizzarri tetti sparse come a caso, a picchiettare di bianco e di nero il gradevole paesaggio, sotto la volta azzurra intensa del cielo purissimo…

Sai bene che non sarà sempre così, che qui piove, nevica e c’è la tanta nebbia che si leva dal vicino Danubio, ma questa vista vera, che sembra una cartolina dipinta da un poeta innamorato ti incanta.

Il paesetto austriaco è veramente splendido, in questo primo meriggio autunnale.
Ed un poco… ora anche tuo.

Per quelle strane combinazioni della vita ti ritrovi ad essere proprietario di un frammento di quella terra pacifica e democratica, e di una bicocca costruitavi su da chissà quanti anni, ed ora cadente.
Pensi sarebbe bello sostituirla con un casetta per le vacanze, uno chalet, un piccolo “posto” dove rintanarti per disintossicarti dalla città e dalla tecnologia esorbitante del tuo mondo abituale.

Ti hanno detto, ma forse solo per consolarti, che in Austria le cose si fanno più semplicemente che in Italia, ma sei quasi terrorizzato dall’estrema vicinanza con quel grande maniero storico, artisticamente rilevante, inserito in un ambiente che sembra finto, tanto è perfetto!...
Decidi che ci proverai, a costruirti un angolino tuo… ma senza troppe speranze.

Al municipio, qui lo chiamano Rathaus, Il Burgmaster (l’equivalente del sindaco, più o meno), ti accoglie con un grande, gioviale sorriso rubizzo, e ti ringrazia (si, ringrazia!) di essere venuto qui al paesello, e subito ti offre una birra, anche se sono solo le nove del mattino.
Accetti volentieri perché è scortesia rifiutare e perché qui le birre scendono giù che è un piacere… e cominciate a chiacchierare del più e del meno, quasi che lui non fosse in servizio e tu non avessi ansia per il progetto che ti sta a cuore.
Ma pian piano si entra in argomento, e lui ti rassicura subito: si certamente che si può ricostruire quella casetta, non ci sono problemi, il paese è contento… basta naturalmente seguire le regole…

E’ qui che ti fai attento, e cerchi di indagare. Le pastoie burocratiche è proprio l’ostacolo che temi maggiormente; ma lui la fa facile. Basta farsi fare un progetto esecutivo ragionevole e decoroso per il paese, e presentarlo al tecnico del comune.
Lui ci studierà su qualche giorno, e poi ti dice se puoi realizzarlo o no… o cosa modificare; dov’è la difficoltà?... se non hai un ingegnere o un architetto tuo (e non ti servono per una modesta costruzione), può presentarti lui alcuni onesti ed economici geometri della zona, se ti fanno simpatia… Per le spese… basta chiedere alla segreteria… tanto sono cifre fisse, e basta qualche semplice calcolo… Un’altra birra?

Esci dal Rathaus un po’ stordito, e quasi deluso. Non hai osato chiedere, e il Burgmaster non ne ha fatto cenno. E la sovrintendenza ai beni culturali?... ed i vincoli paesaggistici?... il piano regolatore, i limiti di cubatura?... i diritti pregressi?...
Un po’ ti compiaci della serenità del Burgmaster, ma parecchio ti insospettisci pure. Non è che facciano i furbi per fregarti?... prima di cominciare a spendere soldi cerchi di informarti in giro.
Dal barbiere, al bar del villaggio vicino, chiacchierando col commesso dell’emporio.
E scopri che come no!, anche loro ce l’hanno la sovrintendenza ai monumenti, il tutore dei beni artistici, i verdi (e sono fortissimi!...) ed un sacco di altri legacci… ma non sono fatti tuoi.
Tu devi presentare il progetto… per avere il timbro del comune e la firma. La protezione dell’ambiente in cui vai a costruire (ambiente in senso lato, dal panorama, alla salute pubblica, agli interessi dei terzi) è un fatto pubblico, e ci penserà il tecnico a procurare che tutto sia in regola.
Il timbretto sul tuo progetto (quando l’avranno messo) ti scagiona di tutto, e nessuno ti chiederà di rispondere di alcun che se ti atterrai alla licenza chiesta ed approvata!...

Ti stupisci, e vai avanti. trovi la tua impresa, concordi il progetto, analizzi il preventivo di spese…
e saresti pronto a partire, se ti danno il mutuo.
Vai in Banca, mostri il tuo progetto, e nel giro di una settimana ti richiamano, per farti la loro offerta; la trovi ragionevole e chiedi le modalità di erogazione del mutuo.

Il meccanismo, che noi potremmo chiamare “erogazione a stato di avanzamento dei lavori”, è addirittura banale. Ad intervalli di tempo concordati, o prima, se hai più fretta, viene un tecnico fiduciario della Banca e valuta la tua proprietà, terreno ed edificio in costruzione.
Secondo il suo giudizio («attenzione, - onestamente ti prevengono, - la valutazione sarà inferiore al valore oggettivo della proprietà») tu avrai nuova disponibilità sul conto, proporzionale al peso dei lavori eseguiti. Ed i tuoi fornitori, le ditte che eseguiranno i lavori presenteranno direttamente alla banca le loro fatture, da te avallate, perché vengano soddisfatte.

E le altre rogne tipiche di ogni nuova costruzione?... In Austria sono come le nostre, ma si risolvono in modo diverso che da noi, loro, hanno mentalità democratica.
Hai appena messo in opera le fondazioni che arriva la vedovella del villino dietro al tuo, che si è informata al municipio, per lagnare: «col tuo progetto, mi rovini il panorama!...»
Tu ormai integrato nella mentalità del luogo, fai entrare la gentile vecchietta da un metro e ottanta per un quintale e mezzo di peso, e le offri una birra… prontamente accettata.
Poi cominciate a parlare del più e del meno finché insensibilmente arrivate al nocciolo della questione, e tu amabilmente condividi il suo disappunto, ma le fai notare di essere nel tuo diritto che anzi “proprio per caso” hai lì il progetto approvato ed lo mostri ostentando il bollino della licenza.

Immediatamente si schernisce; non avrebbe certo mai pensato che tu potessi fare cose irregolari!... ma voleva solo farti notare che quel tetto così dritto ed appuntito le taglia dalla vista proprio la vetta innevata dell’Otscher sciupandole il panorama… non si potrebbe fare quella smussatura sul colmo, detta “alla Tirolese” che tra l’altro rende la copertura più carina?...
Ci avevi pensato anche tu, e ti sarebbe piaciuto averlo quel tettuccio ripiegato così caratteristico… e le dici che si, si potrebbe, ma costa di più!... se la signora fosse disponibile a pagarla lei, la differenza… si accordasse pure con la ditta costruttrice, che per le variazioni in Comune, chiedi tu.
La vedovella trova ragionevole il discorso… e ci vuole un’altra birra per siglare l’accordo con una stretta di mano.

Conclusione della storia. Il tecnico del Comune dichiara che la colpa è sua a non aver pensato al possibile danno panoramico, e chiederà alla mia ditta (sono amici comprensivi) di cercare di ridurre all’osso le differenze di costo, e di tasca sua offre birra a tutti gli implicati della storia… io compreso, quale testimone dell’avvenuta amichevole soluzione della questione…
Fra poco, il paesetto austriaco sarà ancora più splendido col tuo cottage col musetto camuso!

Così funzionano le cose in un paese in cui tutti hanno spirito democratico. Per capire la differenza immaginate di traslare la vicenda in Italia… e cominciate a contare gli avvocati e le carte bollate; io nel frattempo vado a prendere una birra, che a raccontare m’è venuta sete!...

Lucio Musto 7 dicembre 2009
 
 
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7 dicembre 2009 7:53
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