Vuole dare un sacco di soldi agli imprenditori, con la
speranza che questo aumenti l'occupazione. Con la cosidetta
riduzione del cuneo fiscale (imposte e contributi che
costituiscono la differenza tra stipendio lordo e netto, per
cui la famosa IRAP, tanto per la cronaca, non fa parte del
cuneo fiscale), solo una parte andra' ai lavoratori e potra'
forse aumentare la domanda di beni e servizi. Secondo Taddei
economista del PD quei pochi che sono sui 30.000 euro lordi
annui prenderanno un 50 euro in piu' al mese ... ma che
senso ha, visto che i soldi per coprire la spesa verranno da
aumenti di imposte sulla casa e sui risparmi delle famiglie
(le cosidette rendite finanziarie)? Fatte le somme, e le
differenze, non e' detto che i lavoratori ci guadagnino. Si
prende con una mano e si toglie con l'altra. E poiche' si
trattera' di aumenti di detrazioni, non ne verra' alcun
beneficio a quel 50% di lavoratori e pensionati che sono
nella no tax area sotto gli 8000 euro, o che ci arrivano
tenuto conto delle detrazioni esistenti, e che pero' intanto
pagheranno di piu' come imposte su casa e risparmi, e
persino le bollette costeranno di piu' perche' oltre agli
oneri impropri esistenti ci saranno i 600 milioni per
ridurre le spese energetiche delle aziende, e queste le
pagheranno anche disoccupati e poveracci, per favorire quei
miserabili pezzenti degli imprenditori.
Riduzioni del cuneo fiscale sono fallite gia' sotto Prodi,
ed e' ovvio: anche se il costo del lavoro diminuisce, si
assumera' solo se ce n'e' bisogno, e con la gente sempre
piu' in miseria e' difficile pensare che il mercato tirera'
di piu'.
Anche se la gente fosse disposta a lavorare gratis, se le
aziende non ne hanno bisogno non li assumono, sarebbero solo
di intralcio.
La UE sbraita in continuazione contro gli aiuti di Stato.
Beh, il dare decine di miliardi di euro alle aziende
italiane non e' un aiuto di Stato? E il far calare
artificialmente (sempre che ci riescano) il cosidetto costo
del lavoro non e' dumping?
Lo stesso Squinzi di Confindustria ammette che la crisi
delle aziende italiane dipende principalmente della
debolezza della domanda interna (i consumatori italiani non
hanno soldi) e gli impianti sono sottoutilizzati del 25%
(quindi non c'e' bisogno di soldi per investimenti e per
potenziare l'offerta): il Governo dovrebbe quindi sostenere
la domanda di beni e servizi, dando soldi ai cittadini,
specie quelli senza reddito o con il reddito piu' basso, che
li spenderebbero e non li metterebbero in BOT.
Inoltre tenendo conto che essendo il costo del lavoro il
5-20% dei costi complessivi delle aziende, costerebbe molto
meno mantenere i disoccupati che tenere aperte aziende
inutili sull'orlo del fallimento solo per poter pagare gli
stipendi.
Paolo