per frequentare le palestre il certificato medico è davvero obbligatorio ?
di alcianpas
26 ottobre 2010 23:15
In alta Italia ho frequentato in successione due palestre.
In particolare una delle due era ed è una palestra molto
"in", frequentata anche da gente anche snob.: in ambo i casi
si sono accontentati di autocertificazione (per la salute) ,
come pure sarebbe stato per un'altra che avevo
contattato,alla quale però non mi iscrissi : non chiedevano
il certificato medico.
Dove vivo adesso ne ho contattate tre ed entrambe lo
impongono come conditio sine qua non , sostenendo che una
legge italiana e una regionale, leggi che non mi citeranno
mai, perchè quand'anche esistessero non le conoscono, li
obbligano pretenderlo. E soggiungendo anche che se così non
facessero basterebbe un controllo dei NAS a far chiudere
loro la palestra. Viste le diverse usanze ho supposto
l'esistenza di una legge regionale, quella sì, in merito,
ma in rete ho trovato questo link, che pure non ha la
pretesa di rappresentare la voce della verità:
http://www.nonsolofitness.it/approfondimenti/sport/certifica
to-medico-palestra.html
Per me cambia poco, perchè al di la del fatto che avrei chi
me lo redigerebbe, doverosamente gratis , per princìpio
preferisco piuttosto non frequentare le palestre, se
complicano la vita a chi vorrebbe iscriversi (chissà
perchè lo stesso dilemma non si pone, per ora, per le
piscine) Però non ritengo giusto che anche per tenersi in
forma un pò il corpo necessiti di avere requisiti imposti
dallo stato ( stato=parlamento o governo), che anche per
queste cose ci siano cittadini "meno uguali di altri" : cosa
importa allo stato se facciamo qualcosa rischiando di farci
male? Con la stessa filosofia dovrebbero mandare le forze
dell'ordine a controllare chi va a fare footing, o a nuotare
in mari e laghi, che sia dotato di certificato medico. Ma i
paralogismi non finirebbero qui : se la ratio è prevenire
le malattie non per amore dell'uomo, ,ma per ridurre la
spesa pubblica, con la stessa ratio il salumiere dovrebbe
chiederci un certificato che attesti che non siamo soggetti
a ipercolesterolemia o, se si vuole il rispetto della
privacy che attesti "che non ci sono controindicazioni al
consumoda parte del cliente di insaccati e formaggi". E poi
vanno a predicare l'attività fisica : se non si aboliscono
i deterrenti gli indecisi finiranno spessissimo per
rinunciare. La regola aurea per allargare l'utenza di un
servizio è far in modo che la gente si senta libera,
esattamente come si fece abolendo le spese di attivazione e
quelle fisse per la telefonia mobile: guarda caso da allora
il telefonino, prima privilegio di pochi, se lo sono
comprati in pochi anni tutti.
Se i gestori di palestre avessero questo puntiglio
dovrebbero avere loro, a mio parere, un medico (magari
reclutato tra i giovani precari alle prime armi, per non
pagare il luminare di grido) che faccia le visite in
determinati giorni e ore. Non per i 30 o 50 € , figuratevi
de mi fanno paura, ma per princìpio.
Espresse queste opinioni personali la mia domanda è quella
del topic:
1) c'è davvero una legge italiana che imponga ai gestori
delle palestre quanto dicono? O è una complicità tra una
regione (o provincia) ed i medici di base?
2) In cosa può incorrere il gestore che si accontenta
dell'autocertificazione ?
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