È NATURALE PER L'ESSERE UMANO MANGIARE CARNE? NO: nell'uomo
l'apparato digerente, la dentatura, la struttura della
mascella, gli istinti naturali e le funzioni del corpo sono
completamente diverse rispetto a un animale carnivoro. I
carnivori mostrano caratteristiche particolari che li
rendono un gruppo a parte rispetto a tutti gli altri
appartenenti del regno animale: un intestino molto corto (3
volte la misura del corpo) per la rapida espulsione dei
batteri putrescenti derivati dai tessuti in decomposizione
della carne; stomaco con una quantità 10 volte maggiore
d'acido cloridrico rispetto ai non carnivori, per digerire
le fibre tissulari e le ossa; movimento solo verticale della
mascella; denti canini acuminati ed allungati; mancanza dei
denti molari. L'uomo è chiaramente un non carnivoro di
natura: la sua anatomia e il suo sistema digestivo mostrano
che deve aver sviluppato per milioni d'anni una dieta basata
su frutta, semi, grano e vegetali. Come nel caso dei non
carnivori, l'intestino umano è lungo 12 volte il corpo
dell'individuo ed è adatto per la lenta digestione dei
vegetali e della frutta. La seguente tabella mostra le
principali differenze dell'apparato digerente dell'essere
umano rispetto agli animali.
CARNIVORI/ERIBVORI FRUTTIVORI ESSERI UMANI
Presenza Artigli/Assenza Artigli
Assenza di pori sulla pelle; traspirazione attraverso la
lingua/Traspirazione attraverso i pori della pelle
Canini allungati e acuminati per lacerare la carne/Scarso
sviluppo dei canini rispetto ai denti molari
Ghiandole salivari poco sviluppate/Sistema ghiandolare
salivare ben sviluppato
Saliva acido senza ptialina/Saliva basica con forte
componente di ptialina
Grossa quantità d'acido cloridrico nello stomaco/
Acidità di stomaco 20 volte minore rispetto ai
carnivori
Intestino lungo circa tre volte la lunghezza del
corpo/Intestino lungo circa 10 volte la lunghezza del
corpo
Numerosi studi hanno dimostrato che prima e durante l'agonia
di un animale da macello, la biochimica dell'individuo va
incontro a profondi cambiamenti come estremo tentativo di
sopravvivenza. Sono prodotte in gran quantità sostanze
tossiche ed adrenalina che sono immesse nel torrente
circolatorio. Il risultato è che l'intera carcassa è
saturata di queste sostanze con la conseguenza di ritrovarle
nel nostro alimento. L'esperienza della mucca pazza ci ha
mostrato in parte come gli animali da macello sono nutriti.
Tutte queste sostanze sono destinate a far parte del tuo
corpo. C'è qualche connessione fra le nostre abitudini
dietetiche e il fatto che quest’anno 10 milioni di persone
rischieranno di morire di fame? SI: se dovessimo dimezzare
il consumo di carne, potremmo risparmiare cibo per l'intero
sviluppo mondiale. Alcuni studi fatti sull'argomento stimano
che soltanto ridurre la produzione di carne del 10%
permetterebbe la produzione di una quantità di grano
sufficiente per sfamare 60 milioni di persone. Perché la
produzione di carne contribuisce alla fame nel mondo? Solo
il 10% delle proteine e delle calorie che noi diamo al
bestiame lo ritroviamo nella carne che mangiamo. Per 20
milioni di tonnellate di sostanze nutrienti (tra cui
proteine) che sono destinate al bestiame negli Stati Uniti,
solo circa due milioni di tonnellate di proteine animali se
ne possono ricavare. Lo spreco proteico potrebbe risolvere i
problemi alimentari di gran parte del pianeta. Max Milner,
direttore della commissione sulla nutrizione degli Stati
Uniti dice: "Il grano della gente povera è usato per
nutrire le mucche della gente ricca" La produzione di grano
deve crescere molto più rapidamente adesso, le nazioni
ricche ne hanno bisogno per dare da mangiare agli animali da
allevamento. Se la domanda di carne aumenta, il prezzo di
questa sale e il grano è usato per nutrire gli animali. I
prezzi alti spingono gli agricoltori a piantare più grano
da foraggio e meno riso, patate e legumi. Il rialzo dei
prezzi pesa maggiormente sui poveri.
SIAMO CARNIVORI? Appunti di anatomia comparata Dal sito:
Una vita senza carne Nonostante l'uomo si sforzi di
nascondere a se stesso la verità, la realtà è una sola (e
la dimostreremo successivamente): noi non siamo carnivori.
Analizzando con scrupolosità il corpo umano e i suoi
processi digestivi, non si può che giungere a questa
conclusione. Per dare un'idea dell'ipocrisia dell'uomo e
della commedia che mette in atto per celare la verità,
basta ragionare - anche per un solo attimo - sul modo in cui
mangia la carne. L'uomo è costretto a camuffare questo cibo
- non compatibile con il suo organismo - con una infinita
quantità di salse e salsette, non prima di averlo fritto o
bollito o invecchiato, e trasformato in mille modi. Non si
rende conto di essere ridicolo? Se davvero l'uomo è un
carnivoro (come molti, anzi moltissimi, credono), perché
non mangia la carne come tutti gli altri veri carnivori, e
cioè cruda? Sarebbe opportuno porsi di tanto in tanto
questo genere di domande, senza dare tutto per scontato e
senza dare credito alle altrui opinioni a scatola chiusa.
Molti biologi e fisiologi sono d'accordo nell'affermare che
l'uomo, in realtà, non è fisiologicamente "costruito" per
mangiare carne, e offrono prove estremamente convincenti.
Vediamo quali: la classe dei carnivori ha una struttura
fisica predatoria (artigli, canini sviluppati), intestino
breve (solo 3 volte la lunghezza del tronco) e fortemente
acido (10 volte di più di un normale erbivoro); l'intestino
breve, lungo 3 volte il tronco, serve ad evitare una sosta
troppo prolungata della carne ingerita, in quanto essa è
facilmente putrescibile. L'intestino breve, inoltre, è
fortemente acido perché deve neutralizzare le sostanze
tossiche carnee. Vediamo come avviene la digestione della
carne: una volta giunta nello stomaco la carne ha bisogno,
per essere digerita, della secrezione di succhi gastrici
ricchissimi di acido idrocloridico. I carnivori, infatti,
secernono grandi quantità di acido idrocloridrico, atto a
sciogliere le ossa. Il tratto intestinale dove avviene
l'ultima parte della digestione, che serve a far passare gli
elementi nutrivi nel sangue, deve per forza di cose essere
meno lungo possibile: si deve considerare, infatti, che il
pezzo di carne altro non è che un cadavere in putrefazione
che crea velenosi rifiuti all'interno del corpo. Il
carnivoro, quindi, deve liberarsene il più presto
possibile. Il problema, per i non carnivori, è la lunghezza
del tratto intestinale, che a volte è lungo addirittura 20
volte il tronco. Se i non carnivori mangiassero carne,
questa rimarrebbe nel loro corpo un tempo troppo lungo,
avvelenandoli. Passiamo alla classe degli erbivori:
struttura fisica forte ma non aggressiva, dentatura priva di
veri incisivi superiori per addentare frutti, e canini per
dilaniare; intestino lungo sino a 20 volte il tronco, enzima
digestivo capace di trasformare e assimilare la cellulosa
delle piante. Gli erbivori secernono una quantità minima di
acido idrocloridrico, non sufficiente a digerire del tutto
la carne. Poi c'è la classe degli onnivori, parenti
stretti dei carnivori, che conservano una certa
aggressività e sono simili in molte caratteristiche fisiche
ai carnivori; molti, ad esempio, non collocano il cane tra i
carnivori, poiché se nutrito di sola carne esso muore.
Adesso osserviamo l'uomo: struttura fisica non aggressiva,
tubo digerente lungo 12 volte la lunghezza del tronco,
mandibole deboli e non pronunciate, secrezione salivare
idonea (grazie alla ptialina) agli amidi dei cereali,
dentatura sviluppata soprattutto negli incisivi per mordere
e addentare frutti e nei molari piatti e robusti per
macinare semi, stomaco debole e poco acido, che non possiede
gli enzimi adatti a neutralizzare le sostanze tossiche
prodotte dalla decomposizione della carne; inoltre il suo
intestino ha bisogno di stimoli che favoriscano il movimento
peristaltico: frutti, cereali ed ortaggi hanno queste
capacità, la carne no. L'intestino crasso, inoltre, per
ottimizzare la sua funzione deve avere un contenuto acido: i
semi, le radici e i frutti lasciano nel crasso residui
acidi, mentre le carni lasciano residui alcalini: ammoniaca
e basi diverse. Fisiologicamente l'uomo è più simile ai
mangiatori di piante e agli animali da pascolo e da foraggio
(come le scimmie, gli elefanti e le mucche), che non ai
carnivori come tigri e leopardi. I carnivori, ad esempio,
non traspirano dalla pelle: la temperatura corporea viene
regolata con il respiro accelerato e l'estrusione della
lingua. Gli animali vegetariani, invece, sono dotati di pori
sudoriferi per eliminare le impurità e regolare la
temperatura. Tutte coincidenze? I carnivori devono lambire
i liquidi (esempio: i gatti), mentre gli animali vegetariani
succhiano i liquidi attraverso i denti, come gli uomini.
Pare proprio che l'uomo non rientri né nella classe dei
carnivori, né in quella degli onnivori, anzi per alcune
caratteristiche fisiche potrebbe essere accostato ai
frugivori (come le scimmie) ed in modo minore ai granivori
(scoiattoli e topi). Vediamo perché: l'uomo ha una mano
pensile come le scimmie e i roditori, atta ad afferrare e
cogliere frutti ed oggetti tondeggianti. Se consideriamo la
placenta, quella umana è discoidale, come quella delle
scimmie antropoidi. Sembra dunque che l'uomo abbia come cibo
elettivo i semi, la frutta, la verdura e gli ortaggi. Quale
conclusione dovremmo dunque trarre da questa breve analisi
scientifica? Esistono prove evidenti del fatto che gli
essere umani non sono adatti a mangiare carne, e chi decide
volontariamente di ignorare tali prove, se ne assume tutte
le responsabilità.
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