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È NATURALE PER L'ESSERE UMANO MANGIARE CARNE?
di lucillafiaccola1796
20 febbraio 2011 20:16
 
È NATURALE PER L'ESSERE UMANO MANGIARE CARNE? NO: nell'uomo l'apparato digerente, la dentatura, la struttura della mascella, gli istinti naturali e le funzioni del corpo sono completamente diverse rispetto a un animale carnivoro. I carnivori mostrano caratteristiche particolari che li rendono un gruppo a parte rispetto a tutti gli altri appartenenti del regno animale: un intestino molto corto (3 volte la misura del corpo) per la rapida espulsione dei batteri putrescenti derivati dai tessuti in decomposizione della carne; stomaco con una quantità 10 volte maggiore d'acido cloridrico rispetto ai non carnivori, per digerire le fibre tissulari e le ossa; movimento solo verticale della mascella; denti canini acuminati ed allungati; mancanza dei denti molari. L'uomo è chiaramente un non carnivoro di natura: la sua anatomia e il suo sistema digestivo mostrano che deve aver sviluppato per milioni d'anni una dieta basata su frutta, semi, grano e vegetali. Come nel caso dei non carnivori, l'intestino umano è lungo 12 volte il corpo dell'individuo ed è adatto per la lenta digestione dei vegetali e della frutta. La seguente tabella mostra le principali differenze dell'apparato digerente dell'essere umano rispetto agli animali.
CARNIVORI/ERIBVORI FRUTTIVORI ESSERI UMANI
Presenza Artigli/Assenza Artigli
Assenza di pori sulla pelle; traspirazione attraverso la lingua/Traspirazione attraverso i pori della pelle
Canini allungati e acuminati per lacerare la carne/Scarso sviluppo dei canini rispetto ai denti molari
Ghiandole salivari poco sviluppate/Sistema ghiandolare salivare ben sviluppato
Saliva acido senza ptialina/Saliva basica con forte componente di ptialina
Grossa quantità d'acido cloridrico nello stomaco/
Acidità di stomaco 20 volte minore rispetto ai
carnivori
Intestino lungo circa tre volte la lunghezza del
corpo/Intestino lungo circa 10 volte la lunghezza del corpo
Numerosi studi hanno dimostrato che prima e durante l'agonia di un animale da macello, la biochimica dell'individuo va incontro a profondi cambiamenti come estremo tentativo di sopravvivenza. Sono prodotte in gran quantità sostanze tossiche ed adrenalina che sono immesse nel torrente circolatorio. Il risultato è che l'intera carcassa è saturata di queste sostanze con la conseguenza di ritrovarle nel nostro alimento. L'esperienza della mucca pazza ci ha mostrato in parte come gli animali da macello sono nutriti. Tutte queste sostanze sono destinate a far parte del tuo corpo. C'è qualche connessione fra le nostre abitudini dietetiche e il fatto che quest’anno 10 milioni di persone rischieranno di morire di fame? SI: se dovessimo dimezzare il consumo di carne, potremmo risparmiare cibo per l'intero sviluppo mondiale. Alcuni studi fatti sull'argomento stimano che soltanto ridurre la produzione di carne del 10% permetterebbe la produzione di una quantità di grano sufficiente per sfamare 60 milioni di persone. Perché la produzione di carne contribuisce alla fame nel mondo? Solo il 10% delle proteine e delle calorie che noi diamo al bestiame lo ritroviamo nella carne che mangiamo. Per 20 milioni di tonnellate di sostanze nutrienti (tra cui proteine) che sono destinate al bestiame negli Stati Uniti, solo circa due milioni di tonnellate di proteine animali se ne possono ricavare. Lo spreco proteico potrebbe risolvere i problemi alimentari di gran parte del pianeta. Max Milner, direttore della commissione sulla nutrizione degli Stati Uniti dice: "Il grano della gente povera è usato per nutrire le mucche della gente ricca" La produzione di grano deve crescere molto più rapidamente adesso, le nazioni ricche ne hanno bisogno per dare da mangiare agli animali da allevamento. Se la domanda di carne aumenta, il prezzo di questa sale e il grano è usato per nutrire gli animali. I prezzi alti spingono gli agricoltori a piantare più grano da foraggio e meno riso, patate e legumi. Il rialzo dei prezzi pesa maggiormente sui poveri.
SIAMO CARNIVORI? Appunti di anatomia comparata Dal sito: Una vita senza carne Nonostante l'uomo si sforzi di nascondere a se stesso la verità, la realtà è una sola (e la dimostreremo successivamente): noi non siamo carnivori. Analizzando con scrupolosità il corpo umano e i suoi processi digestivi, non si può che giungere a questa conclusione. Per dare un'idea dell'ipocrisia dell'uomo e della commedia che mette in atto per celare la verità, basta ragionare - anche per un solo attimo - sul modo in cui mangia la carne. L'uomo è costretto a camuffare questo cibo - non compatibile con il suo organismo - con una infinita quantità di salse e salsette, non prima di averlo fritto o bollito o invecchiato, e trasformato in mille modi. Non si rende conto di essere ridicolo? Se davvero l'uomo è un carnivoro (come molti, anzi moltissimi, credono), perché non mangia la carne come tutti gli altri veri carnivori, e cioè cruda? Sarebbe opportuno porsi di tanto in tanto questo genere di domande, senza dare tutto per scontato e senza dare credito alle altrui opinioni a scatola chiusa. Molti biologi e fisiologi sono d'accordo nell'affermare che l'uomo, in realtà, non è fisiologicamente "costruito" per mangiare carne, e offrono prove estremamente convincenti. Vediamo quali: la classe dei carnivori ha una struttura fisica predatoria (artigli, canini sviluppati), intestino breve (solo 3 volte la lunghezza del tronco) e fortemente acido (10 volte di più di un normale erbivoro); l'intestino breve, lungo 3 volte il tronco, serve ad evitare una sosta troppo prolungata della carne ingerita, in quanto essa è facilmente putrescibile. L'intestino breve, inoltre, è fortemente acido perché deve neutralizzare le sostanze tossiche carnee. Vediamo come avviene la digestione della carne: una volta giunta nello stomaco la carne ha bisogno, per essere digerita, della secrezione di succhi gastrici ricchissimi di acido idrocloridico. I carnivori, infatti, secernono grandi quantità di acido idrocloridrico, atto a sciogliere le ossa. Il tratto intestinale dove avviene l'ultima parte della digestione, che serve a far passare gli elementi nutrivi nel sangue, deve per forza di cose essere meno lungo possibile: si deve considerare, infatti, che il pezzo di carne altro non è che un cadavere in putrefazione che crea velenosi rifiuti all'interno del corpo. Il carnivoro, quindi, deve liberarsene il più presto possibile. Il problema, per i non carnivori, è la lunghezza del tratto intestinale, che a volte è lungo addirittura 20 volte il tronco. Se i non carnivori mangiassero carne, questa rimarrebbe nel loro corpo un tempo troppo lungo, avvelenandoli. Passiamo alla classe degli erbivori: struttura fisica forte ma non aggressiva, dentatura priva di veri incisivi superiori per addentare frutti, e canini per dilaniare; intestino lungo sino a 20 volte il tronco, enzima digestivo capace di trasformare e assimilare la cellulosa delle piante. Gli erbivori secernono una quantità minima di acido idrocloridrico, non sufficiente a digerire del tutto la carne. Poi c'è la classe degli onnivori, parenti stretti dei carnivori, che conservano una certa aggressività e sono simili in molte caratteristiche fisiche ai carnivori; molti, ad esempio, non collocano il cane tra i carnivori, poiché se nutrito di sola carne esso muore. Adesso osserviamo l'uomo: struttura fisica non aggressiva, tubo digerente lungo 12 volte la lunghezza del tronco, mandibole deboli e non pronunciate, secrezione salivare idonea (grazie alla ptialina) agli amidi dei cereali, dentatura sviluppata soprattutto negli incisivi per mordere e addentare frutti e nei molari piatti e robusti per macinare semi, stomaco debole e poco acido, che non possiede gli enzimi adatti a neutralizzare le sostanze tossiche prodotte dalla decomposizione della carne; inoltre il suo intestino ha bisogno di stimoli che favoriscano il movimento peristaltico: frutti, cereali ed ortaggi hanno queste capacità, la carne no. L'intestino crasso, inoltre, per ottimizzare la sua funzione deve avere un contenuto acido: i semi, le radici e i frutti lasciano nel crasso residui acidi, mentre le carni lasciano residui alcalini: ammoniaca e basi diverse. Fisiologicamente l'uomo è più simile ai mangiatori di piante e agli animali da pascolo e da foraggio (come le scimmie, gli elefanti e le mucche), che non ai carnivori come tigri e leopardi. I carnivori, ad esempio, non traspirano dalla pelle: la temperatura corporea viene regolata con il respiro accelerato e l'estrusione della lingua. Gli animali vegetariani, invece, sono dotati di pori sudoriferi per eliminare le impurità e regolare la temperatura. Tutte coincidenze? I carnivori devono lambire i liquidi (esempio: i gatti), mentre gli animali vegetariani succhiano i liquidi attraverso i denti, come gli uomini. Pare proprio che l'uomo non rientri né nella classe dei carnivori, né in quella degli onnivori, anzi per alcune caratteristiche fisiche potrebbe essere accostato ai frugivori (come le scimmie) ed in modo minore ai granivori (scoiattoli e topi). Vediamo perché: l'uomo ha una mano pensile come le scimmie e i roditori, atta ad afferrare e cogliere frutti ed oggetti tondeggianti. Se consideriamo la placenta, quella umana è discoidale, come quella delle scimmie antropoidi. Sembra dunque che l'uomo abbia come cibo elettivo i semi, la frutta, la verdura e gli ortaggi. Quale conclusione dovremmo dunque trarre da questa breve analisi scientifica? Esistono prove evidenti del fatto che gli essere umani non sono adatti a mangiare carne, e chi decide volontariamente di ignorare tali prove, se ne assume tutte le responsabilità.
 
 
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