PRETI INCULATORI DI BAMBINI: SI DIMETTE IL SEGRETARIO DI TRE PAPI
di pedofilia
9 marzo 2009 0:00
Si è dimesso il vescovo irlandese John Magee, ex segretario
personale di tre papi (Montini, Luciani, Wojtyla), finito
nella bufera per i preti pedofili denunciati nella sua
diocesi
Pedofilia:si dimette il segretario di tre papi
L'accusa è di aver coperto sacerdoti colpevoli di abusi su
minori: mai lo scandalo pedofilia era arrivato fino
all'appartamento pontificio.
GIACOMO GALEAZZI
L'accusa è di aver coperto sacerdoti colpevoli di abusi su
minori: mai lo scandalo pedofilia era arrivato fino
all'appartamento pontificio. Si è dimesso ieri il vescovo
irlandese John Magee, ex segretario personale di tre papi
(Montini, Luciani, Wojtyla), finito nella bufera per i preti
pedofili denunciati nella sua diocesi. Il presule di Cloyne,
nel sud dell'Irlanda, ha chiesto a Benedetto XVI di nominare
un amministratore apostolico cui spetterà di gestire la
diocesi fino a quando non sarà ordinato un nuovo vescovo.
Negli ultimi anni la Chiesa cattolica irlandese è stata
sconvolta da numerose vicende di pedofilia e di abusi
sessuali ed accusata di aver coperto alcuni casi. John
Magee, 72 anni è stato segretario privato di ben tre papi
Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II e nel 1992 è
stato nominato da Karol Wojtyla Maestro delle cerimonie
pontificie. Da mesi è stato investito da un'inchiesta su
presunti casi di pedofilia e a dicembre dell'anno fu
duramente criticato dal «Comitato nazionale per la
salvaguardia dei bambini» in seguito al caso di due preti
della diocesi di Cloyne accusati di violenze sessuali e
molestie su bambini. Conosciutissimo in Curia, monsignor
Magee è testimone diretto di uno degli eventi storici più
discussi e misteriosi del XX secolo: l'improvvisa morte di
Giovanni Paolo I. Fu lui a documentare che il pomeriggio
precedente la sua morte papa Luciani ebbe almeno altri due
malori. A cena poi il Papa ebbe una premonizione e al
segretario disse: «Il ritiro che adesso vorrei fare è
quello per una buona morte». Le dimissioni monsignor Magee
arrivano come una bufera preannunciata da segnali
inquietanti. «Si sapeva delle difficoltà in cui era
incorso a seguito di alcune denunce ed era noto in Vaticano
che ormai non aveva più il controllo effettivo della
propria diocesi- racconta il teologo Gianni Gennari,
editorialista di "Avvenire", quotidiano della Cei-.Per la
storia della Chiesa Magee è il primo ecclesiastico entrato
nella stanza di papa Luciani il 29 settembre del 1978. Fu
lui a dare l'allarme e a chiamare il Segretario di Stato,
Jean Villot». Karol Wojtyla, eletto Pontefice, lo confermò
nell'incarico di segretario personale, ma poi, precisa
Gennari, «quando iniziarono le voci e le illazioni sulla
ricostruzione della morte del suo predecessore rimosse e
Magee destinò ad altro incarico». Il caso è scoppiato in
Irlanda. Oltre 270 pagine di racconti, dati e testimonianza
circostanziate: il «libro nero» della chiesa cattolica
irlandese, stilato da un'apposita commissione governativa
che ha lavorato per tre anni, snocciola cifre che fanno
rabbrividire. Oltre 100 i sacerdoti coinvolti, 350 vittime,
in 40 anni di omertà, con vescovi compiacenti che coprivano
o al massimo trasferivano i preti colti in flagrante.
L'inchiesta, denominata «The Ferns Report», è partita nel
2002 dopo le dimissioni di una delle figure più in vista
della chiesa cattolica irlandese, il vescovo di Ferns,
Brendan Comiskey, costretto a lasciare quando emerse che non
aveva difeso le vittime, pur essendo venuto a conoscenza
degli abusi perpetrati da preti della sua diocesi. E un
campanello di allarme era stato, tre anni prima, il suicidio
del parroco Sean Fortune, che si tolse la vita dopo essere
stato accusato di multipli abusi sessuali. Nel 2002 la
chiesa, travolta dalle accuse, fu costretta a pagare 128
milioni di euro per risarcire per le vittime, ma
evidentemente era solo l'inizio. L'inchiesta del governo ha
ulteriormente approfondito lo scandalo, mentre alcune
associazioni delle vittime contestano la mancanza di pene
detentive e chiedono maggiore severità nel punire i
colpevoli. Il ministro irlandese per l'infanzia Brian
Lenihan ha dichiarato: «Il rapporto prova che nessuna
azione fu intrapresa per proteggere bambini vulnerabili, per
molti anni. Da parte di tutto il governo irlandese condanno
nel modo più forte possibile il ripetuto fallimento e la
grossolana trascuratezza di chi aveva incarichi di
responsabilità nella diocesi». Ma nessuno pensava che
nella rete finisse persino il segretario di tre papi.
7/3/2009