ECCO PERCHE’, NEL PAESE DELLE “MEZZE VERITA’”, CHI
LE DICE “PER INTERO” RISCHIA D’ESSERE
“EVERSIVO”…
ANTIMAFIA: NON SOLO “REPRESSIONE” MA ANCHE PRESA DI
COSCIENZA E “INFORMAZIONE”…
Lo slogan ribadito, in ogni occasione utile, dal “ministro
di ferro” Roberto Maroni è sempre lo stesso: “Il
Governo ha ottenuto successi inimmaginabili nella lotta alle
Mafie!”.
“Sconfiggeremo il cancro mafioso entro fine
legislatura!”: questo, in buona sostanza, l’ambizioso -e
conclamato- obiettivo del ministro dell’Interno (anche se
ben poca cosa rispetto al più temerario impegno assunto dal
Premier Berlusconi in persona, nel corso delle ultime
elezioni regionali, di sconfiggere il “Cancro” vero -in
senso clinico- entro lo stesso termine…).
Che Forze dell’Ordine e Magistratura (più che il Governo,
in realtà, cui va il “merito”, semmai, dei discutibili
tagli indiscriminati al reparto Sicurezza e del clima di
aperto conflitto generatosi con la Magistratura…) abbiano
inferto “durissimi colpi” (sul piano della repressione)
a Cosa nostra e alla Camorra in particolare è un “dato di
fatto”, come tale inconfutabile.
Che questo dato sia sufficiente a parlare di “sconfitta
delle mafie”, invece, è un giudizio tutt’altro che
assodato… per non dire del tutto avventato!
Le mafie non sono soltanto un “fenomeno criminale” (se
così fosse, del resto, non sarebbero facilmente
distinguibili dalla semplice criminalità comune…).
Cosa nostra, la Camorra e la N’drangheta, piuttosto,
rappresentano anche un fenomeno di diffuso “malcostume
sociale”:
I- si annidano tra i “silenzi omertosi” della gente (il
pentitismo o il collaborazionismo, ad esempio, sono fenomeni
quasi del tutto sconosciuti in Calabria!);
II- trovano “protezioni eccellenti” nel mondo
politico-istituzionale (l’arresto, lo scorso febbraio, di
Nicola Di Girolamo, senatore del Pdl eletto nella
circoscrizione estero Europa coi voti della Camorra, è
emblematico…);
III- e sanno ritagliarsi con facilità (ed evidenti
complicità degli amministratori locali) sempre nuovi spazi
nel mercato per il riciclaggio del denaro sporco frutto di
attività illecite, di fatto “drogando” l’economia
(molti hanno denunciato, ad esempio, forti pericoli
d’infiltrazione mafiosa negli appalti relativi al Ponte
sullo Stretto, all’Expo di Milano e alla Tac della Val di
Susa).
Ciò spiega perché la repressione è un’arma
“indispensabile” ma “insufficiente” per puntare al
“grande malloppo”: l’obiettivo ambizioso di
sconfiggere una volta per tutte le potenti organizzazioni
criminali che controllano il territorio, corrompono la
politica e condizionano la nostra economia!
“La lotta alla mafia (…) non deve essere soltanto una
distaccata opera di repressione ma un movimento culturale e
morale che coinvolga tutti e che spinga, specialmente le
giovani generazioni, a sentire subito la bellezza del fresco
profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del
compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità,
e quindi della complicità…”.
Così -ricorda Roberto Saviano- si esprimeva Paolo
Borsellino, convinto (da magistrato) che il solo lavoro dei
magistrati, pur necessario, non sarebbe stato sufficiente
per combattere le mafie fino in fondo.
Per questo occorre affiancare a esso un diffuso impegno
“civico, educativo e culturale” volto a smuovere fino in
fondo le coscienze di tutti… proprio quelle che il
“silenzio” non potrà mai aiutare a risvegliare!
BERLUSCONI - SAVIANO: LO “SCONTRO”
Da mesi il nostro Primo Ministro, Silvio Berlusconi, ha
avviato una polemica “senza fine” contro tutti coloro
(scrittori, registi, intellettuali, giornalisti…) che,
denunciando pubblicamente le mafie (e le sue collusioni con
la politica), offuscano i risultati -a suo dire-
“straordinari” raggiunti dal Governo nella lotta alle
mafie.
Nel mirino del Premier, così, è finito in particolare uno
dei simboli oggi più ammirati dai giovani: lo scrittore di
“Gomorra”, Roberto Saviano.
Le dichiarazioni del Cavaliere, allora, risultano più
eloquenti di ogni altro giudizio.
Eccone alcune:
- 28 novembre 2009: “Dobbiamo finire di parlare di mafia
(…). Io se trovo chi ha girato nove serie de la Piovra e
scritto libri sulla mafia facendoci fare brutta figura nel
mondo, giuro che lo strozzo!”;
- 16 aprile 2010: “La mafia italiana risulterebbe essere
la sesta al mondo ma è quella più conosciuta anche per i
film e le fiction che ne hanno parlato, come le serie della
Piovra e, in generale, la letteratura, Gomorra e tutto il
resto!”.
Premessa:
Qual è lo scopo di tale “strategia comunicativa” (visto
che uno scopo non può non esserci, specie per un esperto di
comunicazione quale Silvio Berlusconi)?
Qual è, in poche parole, il messaggio (tutt’altro che
occulto…) che si tenta di veicolare alla pubblica
opinione?
Semplice:
I- La mafia? Più famosa che potente…;
II- Parlare di mafia? Tipico atteggiamento
“anti-italiano”! Perché, piuttosto, non pubblicizzare
le terme di Caracalla o elogiare l’invidiabile bellezza
delle nostre veraci donne?(!)
Conclusione:
Quale immagine del proprio Paese può farsi, di conseguenza,
un ragazzo che (magari nemmeno nato ai tempi delle stragi
del ’92) sente ripetere da una delle più alte cariche
dello Stato che:
- Saviano rappresenta una sorta di “approfittatore”,
alla ricerca di facile pubblicità a danno dell’immagine
dell’Italia (poco importa, poi, se su Gomorra ha lucrato
abbondantemente anche la Mondadori che lo distribuisce, di
proprietà dello stesso Berlusconi…);
- mentre uno pseudo-stalliere, quale Vittorio Mangano
(criminale pluriomicida al soldo di Cosa nostra, come
appurato da sentenze passate in giudicato), rappresenta un
“eroe”?(!)
FEDE - SAVIANO: L’“AFFRONTO”
A “stringere la corda” attorno all’immagine di
Saviano, scendendo in campo in difesa del Premier, ci ha
pensato il fido “giullare di corte”, il direttore del
Tg4 Emilio Fede, che ha offerto il meglio delle sue
“rappresentazioni pseudo-giornalistiche” nel corso
dell’edizione dello scorso 9 maggio del Tg4 (in pratica,
la nostra “Tele Kabul”!).
Parlando del “gran rifiuto” del ministro Bondi a
presenziare al Festival di Cannes (cui, tra l’altro, si è
scoperto non essere nemmeno stato invitato…) a causa della
presenza del film “Draquila” di Sabina Guzzanti, il fido
Fede ha colto l’occasione per attaccare nuovamente Roberto
Saviano (?), facendo sfoggio dinanzi ai telespettatori, con
un tono tra l’infastidito e lo sprezzante, di
“nobilissime” considerazioni personali, tra le quali
citiamo:
- “Ci sono state delle polemiche riguardanti Roberto
Saviano (…) ma non è lui che ha scoperto la lotta alla
Camorra, ma non è lui il solo che l’ha denunciata
(…)”;
- “Ci sono stati magistrati che sono morti. Lui è
superprotetto -giustamente (…)- però, come dire, non se
ne può più! (…)”;
- “Qualcuno, addirittura, gli ha offerto la cittadinanza
onoraria. Di che cosa, poi, non si capisce… (…)”;
- “Lui ha scritto dei libri contro la camorra? L’ha
fatto anche tanta altra gente (…) senza rompere, senza
disturbare la riflessione della gente! (…)”;
- “In un Paese come il nostro (…) non c’è bisogno che
ci sia Roberto Saviano!”.
Disturbare la riflessione della gente???
Quest’ennesimo “show mediatico” di Fede (andato in
onda -non casualmente- in una delle rete televisive di
proprietà di Silvio Berlusconi) non può che definirsi una
boutade “fuoriluogo, sconclusionata e superficiale”, che
ha ottenuto comunque un risultato dinanzi agli occhi dei
telespettatori: quello di delegittimare sommariamente
l’“antimafia civile”, di cui Saviano è solo una delle
tante espressioni e di cui il nostro Paese -contrariamente a
quanto affermato da Fede- ha un estremo bisogno!
DEL PERCHE’ SAVIANO E’ UN PERSONAGGIO “SCOMODO”
(…SE NON “EVERSIVO”!)
LEGGI IL PROSEGUO DELL’ARTICOLO ALLA PAGINA:
http://gaspareserra.blogspot.com/2010/05/il-bersaglio.html
Gaspare Serra
Blog “Panta Rei”
Gruppi facebook “Insieme contro la Mafia… (fuori Cosa
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