Discutendo in altra sede con due medici favorevoli ai
farmaci generici, ma con forti dubbi che non si facciano
tutti i controlli necessari, ho espresso la mia opinione,
come segue. Dopo che nel 2006 hanno tolto il dentista dal
LEA (che importa avere i denti o no ...), da qualche anno se
c'e' un farmaco generico corrispondente a uno commerciale,
il SSN passa solo quello generico. Il prezzo minore dei
farmaciu generici sarebbe dovuto al fatto che ormai il
brevetto e' scaduto (e quindi, tra l'altro, non sono mai gli
ultimi farmaci scoperti, e si spera i migliori, ma roba
vecchia di decenni) e non occorre piu' ammortizzare le spese
di ricerca con un prezzo elevato. Insospettito da certi
dettagli ho voluto informarmi se i farmaci generici sono
uguali a quelli commerciali, e la risposta e' no: infatti le
aziende e le USL dicono che l'effetto sarebbe lo stesso
perche' i due tipi di farmaci contengono lo stesso principio
attivo, ma nessuno afferma che sono uguali (salvo lo URP
della AUSL di Parma: "l'unica differenza e' il prezzo"), con
la stessa composizione chimica, tanto e' vero che le
aziende prima di vendere i generici devono farne accertare
l'equivalenza (se fossero identici ai farmaci commerciali
non ce ne sarebbe bisogno); l'imbroglio, stando a dei
rappresentanti di medicinali che conosco, starebbe nel fatto
che i generici contengono si' lo stesso principio attivo dei
farmaci commerciali, ma spesso in quantita' inferiori
(immaginatevi un bicchiere di vino puro ed uno di vino
annacquato ...), quasi dei placebo, e quindi non curano, o
talvolta, stranamente, in eccesso, con pericolosi aumenti
di effetti secondari, e possono esserci differenze anche
negli eccipienti, ed e' difficile capire come possa essere
dimostrato che farmaci con diversa composizione chimica
abbiano il medesimo effetto, insomma a quanto pare lo Stato
per risparmiare ci propina farmaci di serie C. Contattate
pure le aziende in questione e chiedete se i farmaci
equivalenti hanno la stessa formula chimica dei commerciali
o no, e non fatevi menare per il naso da delle chiacchiere
piu' o meno astute.
Paolo