Commenti
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lucillafiaccola1796
4 novembre 2010 19:31
moh jè preso con gli "allegri" ma LUI le beaugarzon dal pendulo volatile, si contorna di scortatrici per camuffare gli amati trans atlantici!
IVAN.
1 novembre 2010 0:23
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ROCCO HORROR RADIO SHOW
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(Buttiglione a Radio2:)
«Essere gay è oggettivamente sbagliato, come non pagare le tasse, non fare beneficienza o commettere adulterio».
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Ecco, mancava solo che aggiungesse "è come non tifare per la Roma", e avrebbe completato l'elenco delle cose "oggettivamente sbagliate".

Inutile commentare una "oggettiva" stronzata del genere; propongo solo un minuto di silenzio per commemorare la morte dell'ultimo neurone del povero Rocco. RIP.



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lucillafiaccola1796
28 settembre 2010 19:45
dopo una trasmissione radiotre scienza sui "trans"gender" come si|li chiamano, ho forse capito la loro volontà assurda di non accettare quello che la sorte-natura ha deciso per caso o non, assegnado un genere maschile o femminile. Agli uomini piacciono gli uomini, ma per non sentirsi omosessuali [magari per ridicoli motivi re.li.giosi] cambiano sesso. Altrettanto si può dire per le femmine. Altra spiegazione NON c'è. Perché un corpo senza "indecisioni" dovrebbe sottoporsi a ormoni, psicologo, tribunale per cambiare di sua volontà quello che gli è toccato?
delirio di onnipotenza? con raccapriccio ho ascoltato in quella trasmissione di una ex femmina che chirugicamente si è fatta asportare le mammelle e l'uter. tante povere donne debbono fare la stessa cosa causa il maledettissimo cancro. succede a molte, troppe...!
IVAN.
6 agosto 2010 9:17
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Ragazzi, occhio ad addentrarvi troppo nelle sotto-sotto-sotto-cartelle, che poi si perde di vista il "file" di partenza (se uno non ha seguito la discussione, lo sfido a capire cosa c'entrano queste ultime digressioni col tema "Omosessualità & devianza").
Per evitare che la tastiera ci prenda un po' la mano, ogni tanto è bene tornare al nocciolo del tema.

Per esempio, per me la questione si riassume nell'affermare che chi condanna l'omosessualità altrui ha semplicemente il terrore di affrontare la propria.
Chiaro e sintetico.


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harakiri
6 agosto 2010 1:02
Grazie Lucilla, troppo buona ma per favore ti prego e ti scongiuro se vuoi mi metto in ginocchio anzi guarda mi vedi sono già in ginocchio implorante e tirato allo spasimo per vedere i tasti che pigio (se noti errori non temere è solo la posizione) trovami qualche difetto, una inesattezza, qualcosa di poco chiaro, fammi una domanda per mettere alla prova il mio bignami... fa' qualcosa perchè rischio di gasarmi.

Sì, sono vegetariano, moderato, mangio formaggio e anche uova. Dimmi che è un difetto, cazzo.
In verità mangio qualche volta anche pesce, poche volte però lo giuro sul tuo dio perchè il mio non c'è più.
Adesso che ci penso anche il tuo è andato via, mi pare che dicesti una volta.
Allora lo giuro sulla befana che mi portava sempre il carbone! Ecco!
lucillafiaccola1796
5 agosto 2010 20:27
harakiri... ti scrivo nel libro degli INTELLIGENTI e PRECISI...
Sei vegetariano per davvero?
harakiri
5 agosto 2010 15:09
______________________
1) Savpg:
Inoltre ribadisco ancora una volta che "collettività" non comporta significato di assoluto cioè non significa Popolo intero, ma si avvicina di più al significato di"comunità". Perciò: ....reprimere e punire perchè nocivi alla collettività.... quale collettività? E perchè non anche assolvere o incentivare?
_______________________


Erano domande non asserzioni.
Col cazzo.
Sono asserzioni sbagliate dalle quali deduci domande.
Il significato di assoluto lo inventi tu in vocaboli che non hanno questo significato.
Quando si parla di "collettività nazionale" cosa s'intende secondo te?
Quando si usa l'espressione "il genere umano", "l'uomo" cosa s'intende secondo te?
Art 3 della costituzione: "Tutti i cittadini..." che significa "tutti tranne qualcuno"?
Quando si dice una cazzata, è preferible lasciar perdere, se non si ha l'umiltà di riconoscerlo, ma insistere è proprio da masochisti.


_________________
2)
Savpg:
Collettività intesa erroneamente per "maggioranza" o per "assoluta totalità"?
_______________________


Il punto interrogativo pone una scelta tra due opzioni farlocche; non è un interrogativo nel senso di riflessione aperta a ogni sviluppo ma nel senso limitato di scelta tra "carne" o "pesce". Cazzo sono vegetariano!!!
In ogni caso "collettività" non è "maggioranza" e non è "assoluta totalità", che non significa nulla!


________________________
3)
Savpg:
Quando si sentenzia invece che collettività senza aggettivi s'intende TUTTI, proprio non ci siamo;
"bene comune" "interesse collettivo" non può esistere perchè tali caratteristiche non possono avere in ogni caso valenza assoluta. "TUTTI" è assoluto. Su questo significato non ci piove.
______________________


Non trovi nessuna sentenza nelle tue parole?
Ma la valenza assoluta te la sei inventata tu; nessuno ha utilizzato il termine "collettività" nel senso di assoluto.
Sei tu che emetti sentenze violentando la lingua italiana e la logica.
"Tutti è un assoluto su questo significato non ci piove"; "l'interesse collettivo non può esistere".
Ma per favore!!!
Grammatica. Sintassi. Logica.


_________________________
4)
Savpg:
Oppure collettività intesa per insieme di gruppi formanti pensiero collettivo a se stante, con le relative caratteristiche favorevoli o contrarie?
________________________



Ancora una scelta tra "vino o acqua", "bianco o nero". Dove cazzo stanno gli interrogativi?
Nel limitato e angusto scegliere tra due opzioni prestabilite e arbitrarie?
Questo è il massimo della tua capacità d'interrogarti?
Un po' soffocante come pensiero e capacità di elaborazione.
Tutto il tuo interrogare si traduce in una arbitraria proposta d'intedere il termine "collettività" come insieme di "gruppi autonomi".
Questa visione della società ha un nome: si chiama "corporativismo".
Nella società corporativa, una nazione, collettività, popolo non è più un insieme di individui aventi pari dignità ma un insieme di "corporazioni" (composte ciascuna da individui uniti dal fare lo stesso mestiere, dall'avere la stessa religione, la stessa lingua, lo stesso sesso o quel che vuoi) in competizione tra loro.
OK, è un modello ma che cazzo c'entra con la collettività fondata sul "tutti i cittadini"?
Questa è la solita pessima ipocrisia: mettere la cippolina sulla merda così non puzza l'alito!
Perfetto, ma sempre merda è.
Io non sono razzista, sono loro che sono neri!
Quanta ipocrisia!
Chiama le cose con il loro nome, invece di svuotare le parole dal loro significato.
Altro che accademia della crusca! Qui bisogna ricominciare dalle elementari.


Smettila Savpg di lanciare i sassi e nascondere la mano.
Rileggi quel che hai scritto e procurati un dizionario.
E vacci piano perchè come vedi ho quasi sempre utilizzato le tue parole per criticare il tuo comportamento.

Inqualificabile, sì ben detto: il tuo comportamento e il tuo modo di rapportarti con gli altri.
Sembri un baronetto abituato a stordire qualche analfabeta mettendo insieme un po' di parole ad effetto ma senza significato.
Ma cosa credi che tutti sono dei boccaloni felici di poter dire:

"Madonna come parla bene! Non ho capito quasi nulla però parla proprio bene questo qui!"
???

Suvvia, un po' di rispetto per la propria persona se proprio non riesci ad averlo per gli altri.

Prosegui pure con i tuoi mostri linguisitici, ti lascio campo libero perchè credo che non avrò ancora voglia di replicare ai tuoi interventi, dato che sai solo polemizzare sul nulla e mai una volta che affronti la sostanza di un tema proposto.

Stammi bene.
savpg8801
5 agosto 2010 13:50
Io ci andrei più piano.
I punti interrogativi nel trasmettere i commenti non escono o c'è chi non li vuol vedere?

Inoltre ribadisco ancora una volta che "collettività" non comporta significato di assoluto cioè non significa Popolo intero, ma si avvicina di più al significato di"comunità". Perciò: ....reprimere e punire perchè nocivi alla collettività.... quale collettività? E perchè non anche assolvere o incentivare?
Collettività intesa erroneamente per "maggioranza" o per "assoluta totalità"?
Oppure collettività intesa per insieme di gruppi formanti pensiero collettivo a se stante, con le relative caratteristiche favorevoli o contrarie?
Erano domande, non asserzioni.
Con tutti i dispregiativi al mio riguardo, mi riconvinco non proprio delle mie ragioni, ma degli inqualificabili modi di esprimersi di certi "baronetti".
harakiri
5 agosto 2010 11:48
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L’ITALIANO QUESTO SCONOSCIUTO
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Traduzione dell’intervento precedente a uso esclusivo ma non assoluto e nemmeno totalitario del nostro raffinato linguista Savpg
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Ogni anno, Babbo Natale porta regali a tutti i bambini buoni.

Non tutti i bambini sono però soddisfatti dei regali ricevuti.

D’altra parte nessun bambino sa con certezza se la sua letterina è giunta a destinazione; alcuni non hanno nemmeno certezza del fatto che sia stata spedita.

Inoltre, siamo sicuri che Babbo Natale faccia gli interessi di tutti i bambini buoni?
Siamo sicuri del suo metodo di giudizio o ascolta troppo i genitori?

Si sa, anche i genitori sbagliano o fanno preferenze tra i figli.

Ma, babbo Natale esiste veramente?
harakiri
5 agosto 2010 11:45
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CI SEI O CI FAI?

ovvero

L’ARTE DI PRODURRE CAZZATE CON L’INFALLIBILE METODO SAVPG
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Savpg con l’intervento del 4 agosto ore 17:07, di cui va fiero, ha straripato, trascinando via ogni regola della logica e della comunicazione.

Usa il microscopio, si perde in diatribe assurde e inconcludenti, si attacca come una sanguisuga a una parola travisandone il significato, ignorando il contesto in cui è utilizzata e ha la presunzione di sentenziare, dare lezioni e criticare il comportamento altrui?!

Savpg, che cazzo vuoi che facciamo se l'unico spunto che ci offri è quello di ridare un significato compiuto alle parole che utilizzi?

Ho chiesto perché scrivi “assoluta totalità” per comprendere il senso di quello che sembrava essere un tuo ragionamento; ovvero: d’accordo collettività non significherà maggioranza ma nemmeno assoluta totalità, all’incirca questo il tuo ragionamento.
Ho quindi posto una domanda, poiché non capivo perché a "totalità" affiancavi l'aggettivo "assoluta".

Dopo il tuo farneticante sproloquio, espresso in un italiano instabile, sono stupefatto per il livello d’illogicità e arroganza che riesci a raggiungere.

“Tutti” non è per niente "assoluto".
Lo stesso vale per “totalità”.
Non so dove riesci a trovare minchiate simili.

Con il termine “tutto”, “tutti”, “totalità” si indica che non si esclude alcuno; è una unità logica che prende in considerazione l’interezza che compone qualcosa senza esclusione aprioristica.

Se rappresentasse un assoluto ci sarebbe una contraddizione in termini.

Infatti, il “tutto” per definizione è mutevole, nella composizione, nel tempo, nello spazio e nel numero (tutte le auto circolanti, tutti i bambini, tutti i lavoratori).

Il concetto di “assoluto” rinvia a qualcosa di immutabile, sciolto, separato, non dipendente da altro (non a caso tu lo riferisci al “Supremo”).

Il vocabolo “assoluto” se affiancato a un sostantivo, ne rafforza il significato nel senso di urgenza, necessità o altro (assoluto bisogno).

Che significato dare allora all’espressione “assoluta totalità”?
Intenderla come “totalità relativa” ovvero sub-totale, parte di un insieme?
Certamente non quello da te attribuito, che rappresenta un’assurdità logica, concettuale e linguistica.

Se fosse come sostieni tu, la tua “assoluta totalità” ci farebbe precipitare nel più profondo baratro di “lapalissismo”!

Riconfermo: sei libero di dare alle parole il significato che vuoi, ma se pretendi di scrivere il vocabolario allora attrezzati meglio.

Non fare il galletto, se sei un cappone.

Non ricordo di chi sia questo "invito", ma è appropriato.
Tradotto, evita di essere sempre lì pronto con l‘indice alzato e attaccato con sciocca pignoleria sulle parole, e mai sui concetti espressi dagli altri, preferendo al confronto la polemica improduttiva, condotta in modo arrogante, simulando competenze che non hai.

Hai contestato il senso di “collettività” assimilando il termine a “maggioranza” e argomentando che se un comportamento non è gradito alla maggioranza allora di ciò le norme e le regole devono tener conto.
Infatti scrivi che collettività “non significa popolo intero”.

Travolgi il significato di “collettività” per prospettare che si può escludere un “gruppo” a priori dal far parte della collettività.

“Collettività” e “interesse collettivo” indicano, invece, il non escludere a priori qualcuno o un gruppo in base a colore della pelle, religione, sesso ecc. ecc. o solo perché questo gruppo è minoritario o altro ancora.

Questo è il senso del dire che “collettività” include TUTTI, termine utilizzato in un contesto in cui tu riducevi “collettività” a “maggioranza”.
Il che non significa che soddisfo tutti, ovvero ogni individuo, ma che non opero a priori con l’intento di escludere una parte o qualcuno.

Qui mi fermo, anche se proprio da questo concetto bisognerebbe partire per analizzare il tema in discussione.
savpg8801
5 agosto 2010 9:12
Dopo tanta tronfietà, aggiungo alla pagina:
http://www.drzap.it/Ragitort.htm
"I palloncini prima o poi scoppiano".
Da una detta di anonimo.
IVAN.
5 agosto 2010 2:19
.


(da Harakiri:)
«Il tuo punto 4 merita approfondimenti. Da sempre sostengo che una società democratica cresce se sa anche confrontarsi con idee antidemocratiche: educare alla democrazia e non trasformare in reato il pensiero antidemocratico. Ancora oggi in tante parti del mondo gli omosessuali sono puniti dalle leggi in modo severissimo, anche con la pena di morte.»
____________________________


Curioso che accenni alla pena di morte in tema di "educare alla democrazia e non trasformare in reato il pensiero antidemocratico";
ricordo infatti che proprio nel vecchio thread sulla pena di morte era stata sottolineata la differenza tra "Stato legale" e "Stato morale", facendone l'analogia di un padre che deve educare il figlio:

• Lo "Stato legale" è il padre che insegna al figlio cosa non deve fare mostrandogli la punizione;

• Lo "Stato morale" è il padre che spiega al figlio per quale motivo non deve fare quelle cose.

Delle due opzioni considero migliore la seconda, dato che è sempre preferibile COMPRENDERE un limite piuttosto che rispettarlo soltanto per PAURA delle conseguenze.


(Magari la lettura fra le righe di quest'analogia offre anche un ragionevole break al muro-contro-muro in corso fra SAV e il resto del bradipame...)



.
sergio2
5 agosto 2010 1:07
...

Savpg, ma cosa vai blaterando?

Non c'è nulla da dimostrare quando affermo che

"non riconosco ad alcuno l’autorità di decidere quali comportamenti ammettere, quando non è minacciato alcun interesse collettivo"

si tratta di una valutazione che deriva dal constatare che per me (infatti dico "io non riconosco" e non che "non c'è") l'omosessuale non lede alcun interesse collettivo.

Se per te questo interesse è invece leso, spiegami quali sono le lesioni.

Riguardo ai tuoi paletti ridicoli dell'incomprensibile intervento del 4 agosto ore 17:07 non c'è nulla da dire perché dovrei cominciare a darti lezioni di logica, di italiano e di umiltà e non ne ho proprio voglia, considerato il livello delle tue capacità di comprensione del testo e della tua conoscenza della lingua italiana.

Raramente mi è capitato di leggere così tanti interventi in cui un bambino che afferma di essere vecchio riesce a scrivere così tante castronate.

Se vuoi capire il significato delle parole che scrivi, consulta un dizionario.

La mia pazienza e disponibilità si è esaurita.

Addio e cerca di maturare.
savpg8801
4 agosto 2010 20:34
Perfetto, sergio, quando reciti: ...L’omosessualità non ha bisogno di essere accettata (scusata, perdonata) perché non riconosco ad alcuno l’autorità di decidere quali comportamenti ammettere, quando non è minacciato alcun interesse collettivo.....ed ancora...L’omosessualità in sé non lede alcun interesse collettivo....
Tutto da dimostrare a parte gli spettacoli indegni.
Dopo questa dura requisitoria, meno male che ti riferisci a questa solita storia dell'interesse collettivo(sempre con i paletti cui doverosamente riferirsi-mie righe del 4 agosto 2010 17:07) , come tu caparbiamente lo definisci e consideri, lasciando finalmente spazio alle minaccie perpetrate all'interesse personale dell'individuo, e che non mi sembrava che tu prendessi effettivamente in considerazione.
sergio2
4 agosto 2010 17:21
...

Mi spiace che Savpg si mostri risentito, eppure continuo a pensare che non ne abbia motivo.

Talvolta sembra che tutto si riduca a un confronto tra teorie e quella che ha più sostenitori è per questo più giusta delle altre e deve valere per tutti. Siamo così profondamente precipitati nel mondo del “quanto”?

Savpg scrive di teorie che giustificano l’omosessualità e rivendica il diritto di non giustificare l’omosessualità.

Chi gli ha negato il diritto di esprimere la sua condanna dell’omosessualità?

Nessuno.

Piuttosto, gli è stato chiesto di motivare questa condanna e i suoi giudizi (malati, deviati…).

Savpg, se non vuoi farlo, pazienza, ma senza vittimismi da “femminucce” come direbbe un sostenitore del machismo.

Sinora le uniche ragioni che Savpg ha abbozzato sono:

- è improduttiva
- non è naturale
- è socialmente inutile.

Savpg ha espresso delle opinioni che hanno prodotto alcuni commenti, sostanzialmente intorno al tema che

- la sessualità non trova nella procreazione l’unica funzione che la “legittima”, sia dal punto di vista biologico sia da quello culturale e antropologico in genere; non può essere quindi un criterio per esprimere condanna per una condotta o dovrebbe lo stesso criterio essere esteso a tutte le altre condotte sessuali improduttive;

- il rifarsi alla natura è sbagliato perché in natura l’omosessualità (e anche la bisessualità) è presente e perché l’uomo ha una sua specificità che lo rende non assimilabile a qualsiasi altra specie animale; quanti altri comportamenti "naturali" dovremmo allora ammettere;

- l’utilità sociale può essere un criterio soggettivo di valutazione di un comportamento, ma ciò non autorizza nessuno a bandire i comportamenti umani ritenuti socialmente inutili (da chi? con quale criterio?) e a condannare i loro autori; condanniamo anche chi si masturba e i monosessuali?

In definitiva, non può essere la natura a indicare le regole di comportamento alle quali tutti devono conformarsi e nessuno può definire in modo onnicomprensivo cosa sia la “natura umana”.

Non ti convincono queste argomentazioni?

Non c’è alcun problema, ma non hai offerto argomentazioni né a sostegno della tua né a dimostrazione dell’inconsistenza di quelle altrui.

Di cosa ti lagni allora?

Scusa se c’è qualcuno che presta attenzione a quanto gli altri affermano.

Scusa se c’è qualcuno che cerca di riportare le parole al loro significato.
E non è necessario scomodare l’accademia della crusca.
Basterebbe consultare un dizionario, anche modesto.

Evidentemente, Savpg parte da teorie di “non accettazione” e proietta sugli altri il suo schema mentale.
Poiché lui condanna, allora gli altri sostengono.

No, non è così.

Non sostengo, non considero “giusta” l’omosessualità (mancano i requisiti minimi per esprimere una valutazione intorno alla “giustezza”).

Mi astengo dal giudizio poiché la condotta sessuale di ciascuno riguarda solo lui e il suo o i suoi partner.

Non apprezzo alcuna teoria morale, religiosa, filosofica, politica che ha la pretesa di definire cosa sia giusto e cosa sbagliato nel comportamento sessuale di un individuo.

Pongo solo alcune condizioni: il rispetto della volontà altrui e dell’interesse collettivo.

L’omosessualità in sé non lede alcun interesse collettivo. Per il significato del termine “collettivo” basta un semplice dizionario. Non c’è alcun dubbio che se si usa l’espressione “collettività nazionale” (o comunità nazionale) s’includano tutti i cittadini che di quella nazione fanno parte. Detto ciò, ciascuno è libero di identificare l’interesse collettivo con quello di Silvio Berlusconi o di Savpg o di chi cazzo vuole, ma per cortesia accompagni ogni parola che utilizza con la definizione che ha deciso di attribuirle.

Quindi, non giustifico proprio nulla, sia nel caso si utilizzi il termine “giustificare” nel senso di legittimare, sia nel caso si utilizzi con il significato di scusare, perdonare, accettare.

L’omosessualità non ha bisogno di essere legittimata perché si legittima da sé, come qualsiasi altro comportamento umano che appartiene all’indole o arbitrio individuale e che non sia in contrasto con la libertà e i diritti altrui.

L’omosessualità non ha bisogno di essere accettata (scusata, perdonata) perché non riconosco ad alcuno l’autorità di decidere quali comportamenti ammettere, quando non è minacciato alcun interesse collettivo. Se si tornasse all’idea che qualcuno è dotato di questa autorità, allora saremmo inesorabilmente proiettati verso l’integralismo talebano, teocratico o il totalitarismo più becero.

Da ciò deriva che il problema è quindi l’opposto: si è verificato e si verifica quanto non si sarebbe dovuto verificare ovvero, la condanna giuridica e la persecuzione giuridica e sociale dell’omosessualità, soprattutto maschile (e questo dato dovrebbe far riflettere).

Quanto si è verificato, e si verifica, oggi è ritenuto violazione dei diritti fondamentali dell’uomo.
Tanto, per me, è sufficiente per “digerire” qualche eccesso un paio di giorni all’anno in occasione di manifestazioni per la rivendicazione dei propri diritti umani e la lotta a ogni tipo di discriminazione.
savpg8801
4 agosto 2010 17:07
dice harakiri:...OK ma non di maggioranza e non comprendo perchè scrivi "assoluta totalità".
se la collettività non indica una "totalità" allora il termine collettività è accompagnato da un aggettivo: la collettività cattolica, metalmeccanica, eterosessuale.
ma quando si usa l'espressione "bene comune", "interesse collettivo", "collettività" senza aggiunte di altre specifiche s'intende TUTTI e non la maggioranza. scusami ma questo non è cercare il pelo nell'uovo ma rispettare le regole della comunicazione......

Ribadisco per l'ultima volta: per avere un valore sarebbe necessario un attributo alla parola collettività e mi trovo d'accordo circa lo sviluppo microscopico di questa diatriba pressochè inutile; è lapalissiano.
Quando si sentenzia invece che collettività senza aggettivi s'intende TUTTI, proprio non ci siamo;
"bene comune" "interesse collettivo" non può esistere perchè tali caratteristiche non possono avere in ogni caso valenza assoluta. "TUTTI" è assoluto. Su questo significato non ci piove.
Se si assume come tu sostieni che esiste l' interesse collettivo, non si tiene conto che esistono immancabilmente delle sfaccettature, spesso di ordine opposto nell'identificazione e nella risoluzione dei problemi.
Per tale motivo non esiste che un beneficio(o anche uno scopo malnato) possa arrecare bene o interesse a tutti (in senso assoluto intendesi al 100% e non al 95% o 99%) perciò, anche se parametrassimo decisioni o giudizi alla parola "collettività -ancorchè aggettivata" dovremmo-comunque-tenere conto dell'assenza dell'assoluto.
Praticamente nulla esiste di assoluto, specie nella disciplina della o delle politiche (da "polis"), salvo che per il riferimento Supremo per chi ha la fede.
harakiri
4 agosto 2010 13:01
è nata prima la pratica o la teoria?

comportamento anomalo rispetto a che?
a una maggioranza?

nessuna contestazione, in tal caso nel riconoscere che gli omosessuali sono una minoranza.
e allora?
ciò autorizza a ricamarci sopra, a considerarli malati, delinquenti?

a savpg da fastidio l'ostentazione: pride, scrive.
OK, ma non credi che si tratta di una reazione a una lunga epoca, ancora non finita, di discriminazioni, persecuzioni e altro?

collettività sinonimo di comunità?
OK ma non di maggioranza e non comprendo perchè scrivi "assoluta totalità".
se la collettività non indica una "totalità" allora il termine collettività è accompagnato da un aggettivo: la collettività cattolica, metalmeccanica, eterosessuale.
ma quando si usa l'espressione "bene comune", "interesse collettivo", "collettività" senza aggiunte di altre specifiche s'intende TUTTI e non la maggioranza. scusami ma questo non è cercare il pelo nell'uovo ma rispettare le regole della comunicazione.

se ciascuno da alle parole il sigificato che crede non c'è più possibilità di comunicazione.

l'idea che "l'interesse collettivo" coincida con la maggioranza è un pensiero illiberale, se poi facciamo coincidere "l'interesse collettivo" con un sistema di regole sociali decise da qualcuno, dall'essere illiberali passiamo all'essere totalitari.

il controllo sulla sessualità è sempre stato la prima forma di controllo sociale ferreo; quello basato sul dominio del maschio sulla femmina. lo trovi ancora oggi chiaramente presente in tante civiltà arcaiche, tribali ma anche abbastanza evolute e non lontane da noi.
devo fare qualche esempio?
non credo.

guai allora a pensare che possa esistere una autorità che stabilisca per tutti come sia giusto fare sesso e in base agli orientamenti sessuali decidere chi debba essere premiato e chi punito.

nulla da dire se qualcuno per proprie convinzioni etiche ritiene che sia immorale o peccato mortale compiere certi atti sessuali: ciò attiene alla libertà di giudizio individuale.

non va assolutamente bene trasformare l'individuale giudizio morale in legge valida per tutti quando il comportamento che si vuole punire e reprimere non arreca alcun danno a nessuno.

è contrario a una cultura pluralista pretendere che qualcuno si debba nascondere o vergognare solo perchè ha "gusti" sessuali diversi da quelli della maggioranza.

la democrazia non è la dittatura della maggioranza.
attenzione a queste pericolose scorciatoie.
savpg8801
4 agosto 2010 9:19
harakiri..harakiri....ed ancora chiedi spiegazioni...
dici:..."continui a parlare di "teorie che giustificano l'omosessualità" ma non spieghi perchè dovremmo giustificare un comportamento che appartiene da sempre a ogni cultura, epoca e civiltà umana.""
--dico, anzi ho detto: Non avrò quindi ragione io nell'osteggiare e nel non essere d'accordo sulle teorie che giustificano l'omosessualità, ma non l'hanno nemmeno quelli che la sostengono quale essa è adducendo argomentazioni a volte condivisibili, ma a volte banali.
Tento di spiegare, ma l'ho fatto capire, forse fra le righe, in altre argomentazioni; già detto che l'omosessualità è praticata, occulta o palese che sia, ci si sposta sull'attribuzione di un significato alla frase "teorie che giustificano l'omosessualità". Che voglio dire? Appurato che le pratiche esistono, e che sono da più parti accettate, anzi ammesse quale status quo, ma d'altro canto anche da più parti NON accettate, io mi riferisco all'esame di queste pratiche che in primis è teorico; credo che ad ogni pratica umana debba anteporsi o sovrapporsi una teoria, cioè uno studio virtuale ed astratto del fenomeno con le logiche conseguenze di critica, accettabilità, convenienza, fattibilità od esclusione.
Ovviamente in questo caso, comne in altri, non si è cominciato a lavorare prima sulle teorie per poi concretizzarne le risoluzioni. La prima infornata magari è stata attuata per mancanza di merce oppure casualmente, come sono le regole delle mutazioni darwiniane in natura. A questo punto, però, il quesito è: con l'andare dei tempi qualcuno avrà cominciato a chiedersi il perchè di un comportamento anomalo da parte di qualcuno? La gente comunemente bombava e basta. Ed ecco cominciano i dubbi, i ragionamenti e così saltano fuori i pro, i contro, i dubbiosi, i favoreggiatori, i copiatori, i giustificatori, gli inquisitori, i trasgressori occulti e palesi. Tutte queste argomentazioni sfociano in teorie di accettazione o di non accettazione- giustificate o meno - da branchie caratteristiche e spesso di pensiero opposto, della società che deve fare i conti con il fenomeno.
Io ho, quindi, asserito di NON essere d'accordo sulla parte delle teorie che GIUSTIFICANO , rispondendo evidentemente a provocazioni che mi negano tale diritto, con la risposta :
..Non avrò quindi ragione io nell'osteggiare....ma non l'hanno nemmeno quelli che la sostengono...(omissis).
---
riporto ancora il tuo: ...i comportamenti non vanno giustificati ma osservati e analizzati nell'insieme delle relazioni sociali e decidendo quali reprimere e punire perchè nocivi alla collettività, come molto opportunamente ha osservato sergio. ...
Non è la stessa cosa! Osservare e analizzare comporta addivenire a reprimere e punire ed aggiungerei a prevenire(ma da chi?), ma anche a giustificare fino ad arrivare all'eventuale esaltazione (pride) da parte di gruppi favorevoli ed interessati.
Inoltre ribadisco ancora una volta che "collettività" non comporta significato di assoluto cioè non significa Popolo intero, ma si avvicina di più al significato di"comunità". Perciò: ....reprimere e punire perchè nocivi alla collettività.... quale collettività? E perchè non anche assolvere o incentivare?
Collettività intesa erroneamente per "maggioranza" o per "assoluta totalità"?
Oppure collettività intesa per insieme di gruppi formanti pensiero collettivo a se stante, con le relative caratteristiche favorevoli o contrarie?

Non vogliamo sostituirci, però, io per primo e non ne sarei affatto degno, all'Accademia della Crusca, altrimenti non si raggiungerà mai, in questa specie di guerriglia e di Camera di Consiglio infinita, un minimo di risultato. Quì si sta giocando alla ricerca del pelo nell'uovo.
harakiri
4 agosto 2010 2:04
ivan non fare il bradipo permaloso che finisci per sembrare puffo brontolone.

era solo una battuta il mio dire che attacchi savpg

sulle mie gaffes proverbiali stanno scrivendo un paio di tesi di laurea. vedremo cosa ne verrà fuori.

il tuo punto 4 merita approfondimenti. da sempre sostengo che una società democratica cresce se sa anche confrontarsi con idee antidemocratiche.

educare alla democrazia e non trasformare in reato il pensiero antidemocratico.

ancora oggi in tante parti del mondo gli omosessuali sono puniti dalle leggi anche in modo severissimo. si giunge anche alla pena di morte.

le streghe non sono mai scomparse per alcuni.
harakiri
4 agosto 2010 1:38
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I punti cosiddetti fermi potrebbero essere definiti tali allorchè si osservi il fenomeno da punti diversi di interesse: etici, morali, politici, religiosi, naturali(anche se su questo concetto non c'è accordo), ostentativi, legali, fiscali, familiari, di convenienza, di sopportazione, di collettività(pluralità di persone considerate come un tutto unico, non necessariamente in senso assoluto, per esempio "una collettività di religiosi" ), genetici, procreativi, elettorali, economici, permissivisti o repressivisti, ecc.ecc.
____________________________________________


OK savpg e quanto indichi era proprio il senso di questa discussione.

senso che tu non hai rispettato limitandoti ad esprimere certezze senza accompagnarle con argomentazioni.

continui a parlare di "teorie che giustificano l'omosessualità" ma non spieghi perchè dovremmo giustificare un comportamento che appartiene da sempre a ogni cultura, epoca e civiltà umana.

dovremmo forse giustificare il sesso orale? la pornografia? la prostituzione?

i comportamenti non vanno giustificati ma osservati e analizzati nell'insieme delle relazioni sociali e decidendo quali reprimere e punire perchè nocivi alla collettività, come molto opportunamente ha osservato sergio.

la collettività dei religiosi decide di vivere secondo le proprie regole che possono non essere coerenti con quelle della società in cui vivono.

pensa ai monaci buddisti. ai cristiani in vietnam o in laos.

pensa ai preti cattolici e al loro celibato; seguendo il tuo pensiero sarebbe un modo inutile per la società di vivere la sessualità.

e il tema della natura lo hai tirato in ballo tu e anch'io mi ero inalberato per le tue affermazioni.
lucillafiaccola1796
3 agosto 2010 18:47
Vorrei ricordare che un grande artista e raffinatissimo letterato come Oscar Wilde fu condannato a 2 anni di carcere per il reato di "sodomia"

Oh ai ns "conducenti" che je dovrebbero fa? Ci sodomizzano da mane a sera ah ah ah ah ah ah ah
aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh!

E mo' vi aiuto ad uscire dal nodo gordiano....:

Autoerotismo, autogoverno....!

Quando lo dico i miei amici maski svengono!
IVAN.
3 agosto 2010 18:37
.


(da/per Harakiri:)


- 1) «Ivan, fratello bradipo, anche tu hai preso un bel granchiolone...»


Haki, devo ricordarti che la TUA lista di gaffes apparse in questo forum fa apparire il Silvio come un maestro di Coerenza verbale.


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- 2) «...e smettila di attaccare savpg che poi reagisce in malo modo.»


(CVD, ecco che riparti subito con le tue proverbiali gaffes...)
Dimmi quando mai ho "attaccato" qualcuno (tranne la figurina di Boninsegna sull'album Panini)
Macché "attaccare"; semplicemente, quando fiuto che qualcuno la sta mettendo sul "personale" a causa di banali fraintendimenti, gli offro delle chances per chiarirli. Nothing else.


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- 3) «Sino a oggi non è documentata alcuna specie animale che si sia estinta perché l'omosessualità è divenuta totalitaria.»


Uhm...E che mi dici allora dei "virilissimi" tirannosauri?...
(Battuta, ma neanche poi tanto...C'è una teoria, abbastanza verosimile, secondo cui i dinosauri si sarebbero estinti per una piccola variazione ambientale che però ha compromesso la fecondità delle razze.
Niente cataclismi o altri misteri, insomma; alla base della loro scomparsa ci sarebbe semplicemente un mancato ricambio generazionale. (Il Bradipo, invece, è sopravvissuto. Chi va piano...)
Quindi, essendo ormai diventati del tutto inutili i rapporti promiscui...beh, secondo me qualche rettilone lo sfizio se l'è tolto...)


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- 4) «Vorrei che una persona potesse definirsi liberamente fascista, razzista, nazista, antisemita ecc, senza che ciò rappresenti reato.»


Questa è proprio l'ipocrisia fatta regola: per dissuadere le ideologie intolleranti, si adottano i loro stessi metodi discriminatori (della serie: «Io i razzisti non li sopporto»...)

Digressione in tema: (cazzo, comincio anch'io con le contraddizioni in termini...)
Vorrei ricordare che un grande artista e raffinatissimo letterato come Oscar Wilde fu condannato a 2 anni di carcere per il reato di "sodomia".
Irrilevante che il suo amico Bosie fosse "maggiorenne" e "consenziente"; il Giudizio era già stato sancito prima dell'inizio del processo (proprio quel che si dice un "Pre-Giudizio"...)
Quella condanna ebbe grande risonanza per la celebrità sociale della persona di Wilde, ma sotto di essa ci furono una miriade di poveri cristi anonimi che finirono stritolati dal meccanismo dell'Intolleranza-di-Stato.
L'accusa di "omosessualità" corrispondeva né più né meno all'accusa di "stregoneria" di inquisitoria memoria: un pretesto come un altro per poter perseguitare i personaggi scomodi ai poteri temporali.
Solo che, col tempo, il reato di "stregoneria" è decaduto sia per le Autorità statali e religiose, sia per la cultura popolare;
l'omosessualità invece è ancora tema di dibattito per le Autorità statali e religiose, ed oggetto di disgusto e paura per la cultura popolare.
A quanto pare una "strega" da immolare ci vuole sempre.


.
savpg8801
3 agosto 2010 18:32
Già harakiri, la reciprocità... dicevano: le bevute vanno pari; adesso devono essere eque, sostenibili, e magari pure ecocompatibili.
A parte gli scherzi, chiunque, di qualunque schieramento politico, osserva che la sinistra e altri partiti fanno continuamente attacco sarcastico e derisorio, come notasi da ogni organo d'informazione, giornalmente.
Certo anche il Governo(e il suo leader) fa la sua parte, chi più e chi meno e non ho voluto far paragoni bensì rilevare metodi di espressione, ma questa è "la politica" sporca o pulita(sic)che sia. Cicero pro domo sua.
C'è modo e modo.
...cercando qualche punto debole nelle argomentazioni altrui...
A me sembra che da parte altrui (vista dalla mia torretta) esista una grassa reciprocità.
...armi molto spuntate...
la ragione, se di ragione si vuol proprio parlare, non sta nelle armi spuntate o nell'esercito più agguerrito o numeroso, ma, legalmente parlando, sempre in un maledetto compromesso.
Non avrò quindi ragione io nell'osteggiare e nel non essere d'accordo sulle teorie che giustificano l'omosessualità, ma non l'hanno nemmeno quelli che la sostengono quale essa è adducendo argomentazioni a volte condivisibili, ma a volte banali.
Milioni di studiosi ne hanno fatto materia del contendere, ma effettivamente un punto fermo non è stato mai trovato (vedansi i pareri plurimi tempo per tempo enunciati e spesso contrastanti). Per la ragione che non c'è.
I punti cosiddetti fermi potrebbero essere definiti tali allorchè si osservi il fenomeno da punti diversi di interesse: etici, morali, politici, religiosi, naturali(anche se su questo concetto non c'è accordo), ostentativi, legali, fiscali, familiari, di convenienza, di sopportazione, di collettività(pluralità di persone considerate come un tutto unico, non necessariamente in senso assoluto, per esempio "una collettività di religiosi" ), genetici, procreativi, elettorali, economici, permissivisti o repressivisti, ecc.ecc.
Per le mie opinioni sgradite, ho già chiesto venia.
IVAN.
3 agosto 2010 18:28
.


(da Sergio:)
«Anche Ivan equivoca su quanto da me scritto e parte in quarta con “deduzioni”(...), io ho scritto di omosessualità presente in natura per confutare la tesi che l’omosessualità sia contraria alle regole della natura.»
_____________________


Cacchio, rileggendo meglio, devo darti ragione...Stavolta ho fatto un errore di approccio metodologico.
Non avevo letto l'osservazione nel suo contesto: la storia della presunta "innaturalità" dei rapporti omosessuali l'avevano tirata fuori gli omofobi, quindi non c'entrava un tubo il giustificare nell'Uomo altri comportamenti animali.
Fai come non detto; da parte mia mi punirò guardando "IL VIZIETTO" in ginocchio sui ceci.


.
harakiri
3 agosto 2010 17:15
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cercando di far passare gli altri dalla parte del torto con dialettiche miratamente sarcastiche od offensive, come le opposizioni politiche al presente governo notoriamente fanno utilizzando tattiche spregiative
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scusa savpg ma questa che ho riportato è troppo gustosa.

potrei anche condivedere il giudizio, ma almeno riconosci la reciprocità.

il presente governo sugli oppositori (ma ci sono?), sui magistrati, sui giornalisti e persino sui calciatori non si è mai tirato indietro dall'utilizzare tattiche spregiative, come le chiami tu.

comunque amico mio se si esprimono delle opinioni c'è il rischio di attirare commenti ai quali si può rispondere o meno ma se si risponde ripetendo quanto già affermato è ovvio che si provoca un gioco all'infinito.

in questa discussione non puoi negare che hai espresso opinioni offensive, forti e categoriche, limitandoti a cercare qualche punto debole nelle argomentazioni altrui, utilizzando armi molto spuntate.

direi che ti sei fatto prendere dallo spirito polemico sacrificando il confronto.

in ogni caso se ripeti insistentemente lo stesso ritornello saltando a piedi uniti le argomentazioni altrui perchè ti lamenti che gli altri vogliono avere ragione a tutti i costi?
tu cosa hai fatto?
savpg8801
3 agosto 2010 16:47
Si, forse è meglio non superare le poche righe negli interventi.
Porterò un solo esempio, caso personale alla maturità (ma secondo Sergio l'avrò forse fallita stando al risultato che su diecimila parole non ci ho pigliato quasi nemmeno in una):
In breve, in commissione un membro mi fece l'occhiolino, durante una pausa mi avvicinò e si offrì di aiutarmi (non credevo di averne bisogno) nelle prossime prove.
Un giorno mi raggiunse all'uscita e mi fece delle proposte palesi addirittura con eventuali ritorsioni nel caso non le avessi accettate. Turbato (non che non avessi mai visto un omosessuale), ma da tanta sfrontatezza relativa ai tempi, lo assecondai congedandolo tutto, "esso", felice e scodazzante.
Tergiversai ai suoi appuntamenti (dati ovviamente prima della conclusione degli esami) e lo vidi contrariato, ma con promesse, temporeggiai. Per farla breve sono riuscito a metterglielo in culo virtualmente io, piuttosto che subirlo io realmente. Mi minacciò ritorsioni, vendette, ricorsi, ecc.
Trattasi di un esempio non filosofico, ma reale; e non è questo che può aver prodotto in me l'immagine immonda del culattone, ma altre realtà hanno consolidato in me questa immagine.
Si potrebbe allargare la discussione all'infinito come dice harakiri discutendo ogni volta sui significati delle parole usate in questi post, prima di farne uso comunque a "palla ferma". Ma di sostenere attacchi da parte di alcuni che non si fermano mai, cioè che vogliono sempre aver ragione, tentando di farmi apparire (non credo sempre a ragione) l'illetterato sciocco e inconsapevole delle cretinate che dice, confutandomi ad ogni capoverso, specie in questo tema, proprio non mi va.
Sembra di partecipare a riunioni di condominio, o peggio, politiche o da bar sport dove tutti hanno ragione, e nessuno ammette mai nulla contrariando e cercando di far passare gli altri dalla parte del torto con dialettiche miratamente sarcastiche od offensive, come le opposizioni politiche al presente governo notoriamente fanno utilizzando tattiche spregiative. Questo gioco, anche se ne sono stato coinvolto, non mi piace.
Ho espresso le mie opinioni, non ho cercato dei giudici o dei maestrini correttori di bozze, continuamente alla rincorsa, non di discussioni pacate, ma di attacchi provocatori.
Ripeto, sono caduto nel coinvolgimento, sbagliando pure io, ma, con sommo gaudio di alcuni, se il confronto dovesse peggiorare, visto che la cara questione proprio è l'ultima dei miei problemi, passerò il mio poco tempo in altri threads.
Grazie per l'attenzione, e per gli eventuali errori ora commessi o pregressi, pur avendo superate le 10 righe, chiedo venia; ma solitamente non rileggo ciò che ho scritto.
harakiri
3 agosto 2010 14:23
ma siete ancora a questo punto?!

che noia!
cerchiamo di andare avanti.

chi considera l'omosessualità una malattia o una devianza ci spieghi per cortesia il perchè.

spieghi anche cos'è la sessualità normale.


invertiamo la discussione.
partiamo dalle definizioni di:

uomo

animale

natura

sessualità

normalità

malattia

devianza

perchè a me sembra che se manca un vocabolario comune e ognuno usa le parole come crede diventa impossibile intendersi.

ivan, fratello bradipo, anche tu hai preso un bel granchiolone e smettila di attaccare savpg che poi reagisce in malo modo.

lucilla aiutaci a uscire dallo stallo.

sergio il prossimo intervento non oltre le 10 righe per favore.

se altri sono in ascolto, intervengano diversamente questo diventa un "bialogo".
sergio2
3 agosto 2010 13:41
...

Scrive Savpg:

“Lunga esposizione la tua Sergio, che richiede molta attenzione e porta a non rispondere esaurientemente per motivi di spazio e di tempo (omissis)..., poni altre sottili domande e quesiti, pur mascherati dalle tue solite certezze.”


Di spazio ne hai quanto ne vuoi.
Puoi rispondere anche per punti, uno alla volta, se hai problemi di tempo, possibilmente cercando di motivare qualcuna delle tue tante affermazioni sinora declamate ma non argomentate.

Serve attenzione?
Ben detto, magari tu ne avessi.

Le mie solite certezze?
Mi sembra di aver espresso poche certezze, molti dubbi e tante opzioni possibili, mentre tu hai affermato solo certezze:
- l’omosessualità è una malattia, una cosa sporca, ineducativa e inutile;
- gli omosessuali sono malati o deviati o capricicosi;
- la sessualità serve solo a procreare;
- l’omosessualità è contro natura perché improduttiva.

Curioso il tuo sitema di proiezione.


Scrive Savpg

“un conto è esprimere giudizi sulla persona(come spesso è tua caratteristica) e un altro esprimerli sui fenomeni e sui comportamenti.”

Affermare che gli omosessuali sono malati non è un giudizio su un comportamento ma sulla persona.
Come dire che tutti coloro che portano il cappello sono ladri.
Assumi un comportamento (l’omosessualità è un oientamento sessuale) come elemento sufficiente per esprimere una valutazione sulle persone.
Se per te affermare che gli omosessuali sono malati è come dire che chi rutta in pubblico è maleducato… allora forse dovresti rivedere i tuoi sistemi di analisi e giudizio.

Se poi mi fai qualche esempio della mia caratteristica di esprimere giudizi sulla persona, te ne sarò grato.

Pienamente d’accordo sul tuo esempio sull’imbecille.
Ma ti ho forse dato dell’imbecille?
Non mi pare. Allora l’esempio, pur condiviso, è fuori luogo.


Riprendendo una mia frase
"nel rispetto delle regole comuni, che devono servire alla tutela dell’interesse collettivo."
Savpg scrive

“Certo..quì ti smentisci; infatti il bacchettone che ho dato l'impressione di sembrare, sostiene che l'interesse collettivo va sempre tutelato, ma nel senso che è l'interesse della collettività (si potrebbe eccepire a questo termine in quanto "collettivo"non è mai definibile in senso assoluto, ma della maggior parte, o norma- da cui=normale) che deve generare le regole comuni, quindi le norme e le leggi, non il contrario.”

Quale sarebbe l'interesse della collettività che si tutelerebbe "condannando" l'omosessualità?
Poiché non lo spieghi, sembrerebbe che il senso della tua frase (e di tante altre già espresse) sia da ricercarsi nella precisazione che fai riguardo al termine "collettivo".

In tal caso, è totalmente sbagliato quanto scrivi.
Usi il termine “collettività” come sinonimo di “maggioranza”; libero di farlo ma commetti un grosso errore.
Collettività può essere sinonimo di comunità ma non di maggioranza.
Il termine “collettività” indica la totalità delle persone che compongono un insieme, una struttura sociale organizzata; collettività nazionale, per esempio.
Quindi, decadono tutte la tue “deduzioni” ricavate dalla errata comprensione del termine “collettività” (che riprendi in chiusura del tuo intervendo, rafforzando la sensazione che tu stia utilizzando il termine "collettività" come sinonimo di "maggioranza").


Riprendendo la mia frase
"Le ragioni per cui tra gli animali è presente l’omosessualità possono essere le più svariate; non sempre a noi chiare e non sempre adeguatamente indagate."
Savpg scrive:

“La definizione di "ragione" è prettamente "umana". “

In questo caso il termine “ragioni” è utilizzato come sinonimo di “cause”, “motivi”… e questa accezione del termine non ha nulla a che vedere con il termine “ragione” come tu lo intendi.

Ti divertono gli insignificanti rintuzzamenti o hai difficoltà nella comprensione del testo?


Scrive Savpg:

“Tu continui a sostenere il tuo assioma(se per te è giusto, nessuno ti accusa personalmente) ma consenti ad altri di ridefinire il concetto che”

Quale assioma?
Quando avrei utilizzato il termine “giusto” per definire l’omosessualità?
Prima i pleonasmi. Adesso gli assiomi… evita cortesemente di utilizzare parole di cui ignori il significato.

Ho scritto più volte che ciascuno è libero di esprimere la valutazione morale che crede su qualsiasi comportamento.

Non è questo in discussione.

Ma se la tua opinione è che gli omosessuali sono malati, allora ne deriva, per la proprietà transitiva, che chi la pensa come te è malato, come già ti è stato fatto osservare.
O ci spieghi il tuo giudizio o non puoi lagnarti se lo considero un pregiudizio immotivato.

Ma se a sostegno della tua tesi tiri in ballo la "natura", come ho scritto più volte, allora contesto la tesi che considera l’omosessualità una cosa innaturale per il semplice motivo che in “natura” è presente.
Ciò che è presente in natura non può, per definizione, essere considerato “innaturale”.
Se insisti nel considerare l’omosessualità contraria alla natura, allora definisci cosa intendi per “natura” e cosa debba essere considerato “naturale”.

Tu esprimi una condanna morale e cerchi capziosamente di renderla robusta e credibile tirando in ballo la natura.
Altro non trovo nelle tue parole.

Per l’ennesima volta ti ripeto che la valutazione di cosa sia “giusto” non ha nulla a che vedere con la qualifica di “natura”.

Non si può affermare che l’omosessualità vada condannata perché innaturale poiché ciò non è vero essendo l'omosessualità presente in natura e perché l’uomo è un “unicum” che non può essere appiattito sulla dimensione biologica.

Non si può ricavare dall’osservazione della natura le regole della civile convivenza; diversamente finiremmo per legittimare l’omicidio, lo schiavismo, il razzismo, la violenza sessuale…

Riguardo all’ostentazione, possiamo anche essere d’accordo, come già scritto, ma ciò deve valere per tutti senza distinzione tra orientamenti sessuali.

Riguardo alla tua annotazione sulle gambe, credo non ci siano dubbi che consentire l’ostentazione delle gambe solo se belle sia un atto di violenta discriminazione.


Riprendendo la mia frase
"Non è dalla natura che possiamo ricavare le regole del comportamento umano perché l’uomo è un unicum in natura....."
Savpg scrive

“Scusa, ma quello che dici sopra contrasta brutalmente con le tue asserzioni sul tema-o sbaglio ancora! Il mio ragionamento è propio questo! Cioè che non si può giustificare l'omosessualità con il dictat della Natura, cioè che il comportamento omo umano è tale ed unico anche se assomiglia a casi della Natura (erroneamente detti naturali da più discipline solo per la loro provenienza osservata) e che per questo debba considerarsi giusto, lecito, e soggetto a granda tutela da leggi e dal pensiero del consorzio umano.”

Sul concetto che non possiamo ricavare dalla natura le regole del comportamento umano ho già scritto in modo molto semplice ed elementare; non so essere più elementare di così, mi spiace.

Non c’è alcuna contraddizione in quel che scrivo.
Certo che sbagli e non sai nemmeno quale sia il tuo ragionamento.
Provo a ricordartelo, Savpg intervento del 21 luglio:
“Tutto il resto sono capricci o malattie o devianze.
Crescete e moltiplicatevi. E' una regola naturale anche se la si fa ricondurre ai sacri testi.
Questa è l'unica via.
Se poi per questioni pratiche o di liberalismi si vogliono confondere le idee per fare delle sanatorie a fini politici, fiscali, umanitarie, pietistiche, di convenienza, economiche, di piacere libero ed ostentativo, diamo libero accesso all'uso e all'utilizzo degli orifizi corporali omoclassificati come dice l'autore.
Finchè il neo rimane tale non c'è da temere, ma se metastatizza.....”

L’omosessualità paragonata a un neo che potrebbe andare in metastasi.
La procreazione come regola naturale, UNICA via; il resto, solo capricci, devianze o malattie.

Evidentemente dimentichi che sei tu che affermi che l’omosessualità è contraria alla natura; io mi limito a spiegare perché la tua affermazione è falsa.
E aggiungo che, in ogni caso, non è la natura che ci indica come dobbiamo comportarci tra “umani”.
Se assumessimo la “natura” come riferimento della condotta umana, ogni comportamento animale diventerebbe lecito, compreso il fare sesso per strada.

Appartiene a te la conclusione che qualcosa sia giusto o sbagliato perché naturale o innaturale; non ho mai detto che l’omosessualità sia giusta e tantomeno che sia giusta perché presente in natura.
Anzi, ho ripetutamente affermato che non va confuso il piano etico con quello naturale.

Semplificando, affermo che non c’è alcun motivo di giudicare un comportamento umano quando non è in contrasto con l’interesse collettivo.

Personalmente non approvo, e m’infastidisce pure, il piercing ma non trovo sia un comportamento che leda il bene comune e quindi, regoliamone la pratica per motivi igienico-sanitari e non c’è bisogno d’altro.

Se poi vogliamo disquisire sul tema che ciò che si osserva in natura potrebbe non essere naturale, allora apriremmo uno scenario molto intrigante.
Potrebbe significare che un certo comportamento animale è il risultato di una volontà trasgressiva.
Forse al famoso albero hanno attinto anche altri animali e non i soli due incolpevoli umani progenitori.


Infine, “è meglio comprendere maggiormente ciò che gli altri dicono e non tentare di capire ciò che gli altri sono”; perfettamente d’accordo Savpg.
Prova a mettere in pratica la tua massima.
savpg8801
2 agosto 2010 18:55
A proposito di minestrone:
Lunga esposizione la tua Sergio, che richiede molta attenzione e porta a non rispondere esaurientemente per motivi di spazio e di tempo in quanto, a varie asserzioni, peraltro già in parte da te affermate, poni altre sottili domande e quesiti, pur mascherati dalle tue solite certezze.

"Savpg, non mi sembra che qualcuno abbia espresso giudizi pesanti sulla tua persona, mentre tu hai espresso giudizi sugli omosessuali e sull’omosessualità, considerando i primi malati o deviati e la seconda sporca, inutile...
-.-.- un conto è esprimere giudizi sulla persona(come spesso è tua caratteristica) e un altro esprimerli sui fenomeni e sui comportamenti. Vedi per esempio: dire imbecille a uno che asserisce che la politica è sporca (con o senza argomentazioni egli la pensa così), è un attacco personale su di un fenomeno pubblico; dire invece che non sei d'accordo sul suddetto parere , ma sostenere a spada tratta , per esempio,la "pulizia" della politica è altra cosa e ben più corretta, cioè, su di un forum "botta e risposta" è il comportamento da tenere il più possibile senza mettere in opera contraddittori rivolti duramente in prima persona a chi non la pensa allo stesso modo, cioè contraria le convinzioni (o le sicurezze) dell'altra parte.

"nel rispetto delle regole comuni, che devono servire alla tutela dell’interesse collettivo."
-.-.-. Certo..quì ti smentisci; infatti il bacchettone che ho dato l'impressione di sembrare, sostiene che l'interesse collettivo va sempre tutelato, ma nel senso che è l'interesse della collettività (si potrebbe eccepire a questo termine in quanto "collettivo"non è mai definibile in senso assoluto, ma della maggior parte, o norma- da cui=normale) che deve generare le regole comuni, quindi le norme e le leggi, non il contrario. Perciò il comune senso del pudore, sancito peraltro da regole, da leggi, da usi e costumi e da comuni tradizioni, relativo alle pratiche e alle ostentazioni pubbliche degli omosessuali, vanno al contrario; del resto, anche gli"atti osceni in luogo pubblico" sono perseguibili se vogliamo vedere le cose solo dal punto di vista giuridico; resta poi da vedere con quale metro definire gli atti osceni-.-.-

"come non può essere l’avere belle gambe il discrimine legale per essere autorizzate a portare la minigonna."
-.-.-Chi era quel siciliano (preside o sindaco?) che le gambe e qualcosina in più potevano essere fatte vedere se la proprietaria era piacente o laida? Queste decisioni sono "legali" e costituzionali, o ledono la parità dei cittadini?-.-.-


"Le ragioni per cui tra gli animali è presente l’omosessualità possono essere le più svariate; non sempre a noi chiare e non sempre adeguatamente indagate."
-.-.-La definizione di "ragione" è prettamente "umana". Tu continui a sostenere il tuo assioma(se per te è giusto, nessuno ti accusa personalmente) ma consenti ad altri di ridefinire il concetto che: 1) da comportamenti non chiari(ma non giustificati oppure ammessi da torme di studiosi) non si possono derivare conclusioni collettive, ma solo personali. Del resto credo si sia ben capito che io non sono perfettamente in grado di specificare e spiegare scientificamente (salvo alcune, forse, apparentemente banali conclusioni) la mia avversione all'ostentazione omosessuale, alla di cui propaganda tipo orgoglio e sostegno, alla di cui pretesa di accettazione in ogni contesto educativo, culturale, religioso, infantile, sociale, umano, che non siano esclusivamente situazioni a se stanti.
2) Ho già più volte espresso il mio parere negativo secondo cui i milioni di specie animali dalle quali trarre conforto comportamentale e insegnamento o alibi sessuale (non ho ancora detto:omosessuale) siano da prendere come similari all'uomo. Ogni specie ha diversi modi di comportarsi(come specie) e come individui all'interno di essa. Chi è in grado di poterne controllare in "toto". E chi se la sente di fondarne le proprie convinzioni su atti "non ragionati" ma derivati e protrattisi quali conseguenze apprenditive di imprinting maturatesi dalla notte dei tempi e forse nate da situazioni forzose iniziali?

"Non è dalla natura che possiamo ricavare le regole del comportamento umano perché l’uomo è un unicum in natura....."
-.-.- Scusa, ma quello che dici sopra contrasta brutalmente con le tue asserzioni sul tema-o sbaglio ancora! Il mio ragionamento è propio questo! Cioè che non si può giustificare l'omosessualità con il dictat della Natura, cioè che il comportamento omo umano è tale ed unico anche se assomiglia a casi della Natura (erroneamente detti naturali da più discipline solo per la loro provenienza osservata) e che per questo debba considerarsi giusto, lecito, e soggetto a granda tutela da leggi e dal pensiero del consorzio umano.

"Dobbiamo operare delle scelte che contemplino il rispetto dell’individuo e il diritto individuale di vivere secondo la propria cultura e sensibilità, coniugando i diritti individuali con l’interesse collettivo."
-.-.- In senso lato va pure bene l'esposto, ma attenzione a non prendersi il braccio al posto del dito. Ho già detto del concetto collettivo. Se si comprende questo, si è compreso molto.

"In altre parole, perché gli eterosessuali “producono” omosessuali?
-.-.-. E gli omosessuali genererebbero solo omosessuali o anche o solo eterosessuali??

Per finire in quanto impossibile puntualizzare su tutto, rimango solo a dire che è meglio comprendere maggiormente ciò che gli altri dicono e non tentare di capire ciò che gli altri sono.
lucillafiaccola1796
2 agosto 2010 18:50
sergio2
il Tuo intervento del 2 agosto è un TRATTATO tutto da godere e meditare... Ho riportato quello che mi è piaciuto di più...!

Il compito della legge non è stabilire cosa sia giusto sul piano etico ma cosa sia lecito perché non in contrasto con l’interesse della collettività, dovendosi sempre operare un bilanciamento tra interesse individuale e interesse collettivo. Laddove l’interesse collettivo prevarica quello individuale, senza che vi sia un bene comune da tutelare, abbiamo oppressione sociale. In questi casi, spesso succede che quanto presentato come “interesse collettivo” è invece funzionale a un gruppo di potere. Perché gli eterosessuali “producono” omosessuali?

Con tutte queste "Libertà" di farsi i zzi loro... non ne posso più......! La legge? Fatta da u-mani... coi "piedi"...
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