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Roberto de Falco
15 luglio 2007 0:00
E invece, cara Antonella, è precipuo interesse del notariato che i posti vacanti siano coperti, dal momento che la tabella notarile (ovvero la pianta organica) è congegnata in modo tale da assicurare che il servizio notarile venga reso in modo efficiente sull'intero territorio nazionale; la mancata copertura della pianta organica rischia di indebolire l'efficienza del servizio e la credibilità del sistema, con danni ben più gravi per i notai che la riduzione del lavoro indotta dall'arrivo di nuovi colleghi. Ed infatti solo poche settimane fa il Consiglio Nazionale del Notariato ha uffcialmente chiesto al Ministro di attivarsi per la pronta copertura dei posti vacanti (ma, come lei ha già capito, di più non avrebbe potuto fare, essendo la competenza in materia di procedure di concorso estranea agli organi della categoria).
D'altronde ho già scritto (e come me lo ha scritto max) che il numero dei notai non è per la categoria un tabù, e che nulla osterebbe ad un ragionato aumento dello stesso ove ritenuto necessario (ovviamente ragionato significa basato su attenta analisi dei numeri, e non su numeri a casaccio come quello di 15.000 notai di cui si è scritto su questo forum), aumento peraltro già in corso di approvazione a livello ministeriale (ove si sta appunto studiando la nuova tabella in applicazione della legge dello scorso anno che prevede un aumento del numero dei notai, rispetto al quale nessuna opposizione o lamentela è venuta dal notariato).

Diverso è invece il discorso in merito all'estensione delle funzioni notarili, perchè se non è un tabù il numero dei notai, lo è invece la difesa della funzione; e ciò a prescindere dalla circostanza se l'estensione ad altri soggetti abbia (come nel caso dell'emendamento Lulli, che avrebbe comportato la distruzione economica del notariato) o non abbia (come nel caso dell'estensione, avvenuta nel 2005, delle deleghe ad avvocati e commercialisti delle esecuzioni immobiliari) rilevanti effetti sul portafoglio.

E ciò in forza di quanto ho già scritto nei giorni scorsi e vorrei ora solo chiarire.
Funzione precipua del notaio è quella pubblica funzione che in senso tecnico viene definita funzione di adeguamento, cioè di imparziale recepimento della volontà della parti, controllo della sua legalità, traduzione della stessa in termini giuridicamente rilevanti, nella forma dell'atto pubblico (di norma, come ho già scritto) o della scrittura privata autenticata (eccezionalmente); si tratta di una funzione pubblica, che lo stato - con una forma di outsourcing ante litteram - ha ritenuto di delegare ad una particolare categoria di pubblici ufficiali, i notai, reclutati per concorso, ma che operano in regime libero-professionale.
Ora, se si ritiene che un particolare settore vada "liberalizzato", cioè sottratto alla pubblica funzione di adeguamento (e quindi al controllo preventivo di legalità, con il suo scopo antiprocessuale), nulla quaestio; ma questo significa eliminazione di ogni controllo preventivo di legalità (con conseguente spostamento del controllo alla eventuale fase del contenzioso, cioè in sede giurisdizionale), non affidamento dello stesso a soggetti che: a) non sono pubblici ufficiali, e quindi non operano in condizioni di terzietà ed imparzialità, ma come consulenti di parte; b) non hanno superato un concorso ad hoc, ma un esame di stato; c) non sono sottoposti agli obblighi (tenuta del repertorio, conservazione degli atti) ed ai controlli (ispezione biennale su TUTTI gli atti stipulati) dei notai.

Se invece il controllo preventivo di legalità e la pubblica funzione di adeguamento sono ritenuti necessari, non vedo perchè debbano essere sottratti al soggetto istituzionalmente investito di detta funzione (pubblico ufficiale, perchè pubblica è la funzione), e cioè il notaio.

Tenga peraltro conto che proprio in gran parte dei settori da lei citati (quelli che affiderebbe ad un bravo commercialista; ma come farà a distinguere quello bravo da quello non bravo, che ha l'incoscienza di mandare in giro una bozza di atto costitutivo di società in accomandita semplice con la previsione del collegio sindacale?), ovvero delle cessioni e degli affitti di azienda, nonchè delle cessioni di quota di s.r.l., la necessità dell'intervento del notaio originariamente non sussisteva, ed è stata introdotta in epoca (relativamente) recente con la cd. legge Mancino (n. 310 del 1993), proprio per ovviare alle storture che si verificavano nei relativi atti (soci di s.r.l. che miracolosamente avevano ceduto la loro quota il giorno prima di morire, trasferimenti di azienda che avvenivano all'isaputa del titolare, ecc.).

Mi faccia sapere se sono riuscito ad indebolire quel "quasi".

Cordialmente
Anonimo Non Notaio...
15 luglio 2007 0:00
Se i commercialisti sapessero almeno lontanamente cosa sia il diritto societario potrei anche concordare con lei Antonella, purtroppo 9 su 10 non è così e chi sta nell'ambiente lo sa bene...
Antonella
15 luglio 2007 0:00
Le sue opinioni, Notaio De Falco, sono sempre pacate, ragionevoli e, quasi, condivisibili. Le dirò di più: se io dovessi comprare una casa preferirei farmi assistere da un notaio, anche se la legge dovesse consentirmi di fare diversamente. Ciò non toglie che il sistema così com'e' presenta delle storture evidenti, iniquita' sociali, privilegi che ai più danno fastidio. Non si tratta di invidia. Dal mio punto di vista, il reddito medio dichiarato dai notai serve solo a dimostrare che ci sono margini di miglioramento in termini di mercato e di concorrenza, che l'estensione di alcune funzioni ora attribuite solo ai notai ad altri professionisti non manderebbe sul lastrico i membri della Sua categoria. La presenza del notaio, secondo me, è imprescindibile nelle costituzioni e successive variazioni statutarie di società di capitali, nelle operazioni societarie straordinarie, nelle donazioni, nei trasferimenti immobiliari particolarmente complessi, anche se mi rendo conto che non sarebbe semplice stabilire aprioristicamente la complessita' di un atto. Pero' esistono tante altre attivita' che potrebbero essere tranquillamente svolte da altri professionisti senza nessun tipo di rischio per il sistema economico e sociale del nostro paese. Mi riferisco, per esempio, al traferimento di quote sociali, agli atti relative alle societa' di persone, agli affitti ed alle cessioni di azienda. Un bravo commercialista non avrebbe nessuna difficolta' a portare a buon fine tali operazioni. Anche la copertura dei 5.320 posti da notaio previsti dal ministero contro i 4.650 effettivamente assegnati (all'appello ne mancano 670! dico 670!)costituirebbe un segnale importante e distensivo. Lo so questo che non dipende da Lei, ma dal Ministero, però non mi pare che dal mondo notarile arrivino segnali di stizza per l'aumento di lavoro dovuto ai posti vacanti.
Pollivendolo
14 luglio 2007 0:00
Gougou:::gougou:::gourry:::mi è di nuovo scappato il polletto, l'avete visto? fa sempre il suo verso... gougou:::gougou:::gourry:::gougougogu...
Roberto de Falco
14 luglio 2007 0:00
Cara Antonella, forse sono stato infelice nelle mie espressioni e me ne scuso, ma in effetti non mi pare di aver scritto che avvocati e segretari comunali non sarebbero capaci di autenticare scritture di compravendita immobiliari, ma che non potrebbero svolgere (sia pure per motivi diversi: non accomunerei nel discorso due figure assolutamente diverse, con bagaglio culturale, esperienze professionali e funzione diversa, avendo in pratica in comune la sola formazione universitaria) la complessiva attività che svolge il notaio quando riceve un atto pubblico o autentica una scrittura privata.
Ed infatti anche in questo secondo caso l'attività del notaio è identica, non solo sotto il profilo del divieto di ricevere atti nulli (il che implica l'effettuazione del controllo di legalità, in funzione di pubblico ufficiale terzo ed imparziale e non di professionista di parte), ma anche sotto i profili di tutte le altre attività che le ho elencato, attività che sono per il notaio in ogni caso obbligatorie (non è esatto perciò ciò che lei scrive circa la mancanza di un obbligo di effettuare le visure ipotecarie).

Certo chiunque (non solo un avvocato o un segretario comunale, ma anche un impiegato della Conservatoria dei Registri Immobiliari o del Catasto, o un cancelliere del Tribunale, o un Comandante di un corpo militare) potrebbe autenticare la sottoscrizione apposta ad un atto. Ma chi ha verificato che il venditore fosse effettivamente il proprietario dell'immobile che vende? Che l'immobile non fosse gravato da ipoteche o pignoramenti? che non ci fossero vincoli derivanti dal regime di comunione legale? Che il legale rappresentante del minore sia stato debitamente autorizzato all'atto? E successivamente, le parti, cosa fanno di questa scrittura autenticata? Chi la registra e la trascrive? Sulla base di quale titolo, non essendo previsto il rilascio di copie autentiche? Chi e come assolve le imposte dovute? Chi la conserva per rilasciarne copie a qualunque interessato ed in qualunque momento?

La realtà è che l'ordinamento ha previsto l'istituzione del notariato a questo scopo, delegando ai notai, soggetti che agiscono in regime libero-professionale, una funzione pubblica (è proprio il notariato, in realtà, il primo esempio di liberalizzazione di una funzione pubblica!) e selezionandoli con concorso finalizzato all'accertamento delle competenze necessarie allo svolgimento di quella pubblica funzione (che, mi perdoni, è un pò fuorviante frammentare nei vari segmenti di cui si compone, per sostenere che ciascuno di essi non è poi di covì vitale importanza o difficoltà: comunque i miei impiegati sono in grado di calcolare le imposte su una compravendita senza particolare difficoltà, ma non se c'è un credito di imposta, se l'atto è soggetto ad IVA o registro, se spettano agevolazioni particolari, ecc., ed in ogni caso il controllo e la responsabilità finale spettano sempre a me).

I segretari comunali sono anch'essi pubblici ufficiali selezionali con concorso, ma finalizzato all'accertamento di competenze diverse, necessarie alla loro funzione di controllo di legalità all'interno di una amministrazione pubblica, e sono i primi ad essere consapevoli della diversità delle loro competenze, tanto che, pur essendo già oggi abilitati a ricevere (con funzioni analoghe a quelle notarili) atti in cui è parte l'amministrazione presso cui svolgono la loro funzione, molto spesso preferiscono non farlo e rivolgersi a notai anche per gli atti della loro amministrazione (pensi agli atti di cessione volontaria in pendenza di procedura di espropriazione per pubblica utilità). Gli avvocati sono liberi professionisti (non pubblici ufficiali), selezionati con esame di idoneità (non un concorso) per svolgere una funzione di tutela di parte (non caratterizzata quindi da terzietà), essenzialmente di carattere contenzioso (il loro esame di stato prevede la redazione di due atti giudiziari e di un parere, sempre atti di parte, mica la redazione di un contratto!); ed il fatto che anche loro abbiano studiato diritto civile e commerciale non è significativo, perchè anch'io ho studiato procedura civile e penale, ma non per questo pretendo di esercitare la difesa in giudizio (anche se posso immodestamente pensare che ne sarei capace).

Ciò non significa, come ho già scritto, che l'ordinamento non possa revocare al notariato quella delega di pubblica funzione di cui ho detto, avocandola a sè o abolendo del tutto la pubblica funzione (come nei sistenti di common law). Ma allora dovrebbe abolire il notariato, e non estendere le sue competenze a centinania di migliaia di professionisti, lasciando però in piedi il sistema notarile (ma che senso avrebbe selezionare 5.000 notai per svolgere una attività che all'80-85% potrebbe essere svolta anche da altre 200.000 persone?).

Un'ultima notazione: certamente il notaio può essere dispensato (con l'accordo di tutte le parti, e non dal solo acquirente) dall'obbligo di effettuare le visure ipotecarie (ma questa possibilità riguarda il notaio che riceva un atto pubblico come quello che autentichi una scrittura privata, senza distinzioni), ma tale dispensa deve innanzitutto provenire davvero dalle parti (e non essere imposta dal notaio), e poi essere eccezionale nella vita professionale del notaio e motivata da esigenze tipiche del caso concreto (soggetto in partenza del pl'estero, e quindi particolare urgenza; particolare complessità delle stesse a fronte di un valore dell'immobile molto basso, tanto che rimarrebbe assorbito dal relativo costo; ecc.); e pertanto è cosiderato dal codice deontologico illecito disciplinare il comportamento del notaio che si avvalga sistematicamente della clausola di esonero.

Buona domenica


Gourry
13 luglio 2007 0:00
X bersanotto: ma secondo te una come sibilla che spreca il suo tempo a copiare le materie delle ed.Simone, probabilmente in preda al ciclo, saprebbe affrontare con dignità (non dico nemmeno vincere) il concorso notarile? Credo che avrebbe più possibilità un rinoceronte.
Sibilla
13 luglio 2007 0:00
Il mio nervosismo dipende esclusivamente dal fatto che in Italia circolino palloni gonfiati che con la loro saccenza credono di elargire a tutti il loro immenso sapere! E non accettano di essere ripresi da chicchessia!
Professorino ignorante (nel senso latino di ignorare chiaramente) queste sono le materie trattate dalla Simone

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Ma guarda c'è anche medicina.
Credo che per te il sole sia stato troppo forte ed hai preso un colpo! Metti la testa, e non solo, sotto l'acqua fredda e stai fermo almeno due giorni così eviti di dire corbellerie!




bersanotto
13 luglio 2007 0:00
Per andreamoroni

Per le cose che ha riportato, lei non ha nulla da temere: l'atto di cui parla (che forse è stato fatto con dispensa da visure ipotecarie) è completamente inefficace nei confronti di suo suocero (e dunque ai suoi eredi), e ritengo che i venditori dell'atto fantasma sono passibili di imputazione per truffa.

Per antonella

Ma scusi, se gli avvocati vogliono fare il mestiere dei notai, perchè non partecipano al concorso notarile e dimostrano di essere così bravi ? Devono però smettere di esercitare la professione forense per incompatibilità. Ad ognuno il suo mestiere, parimente rispettabile: giurista di parte l'avvocato - giurista super partes e pubblico ufficiale il notaio.
SONO DUE MESTIERI DIVERSI, come il medico generico e lo specialista. A lei piacerebbe essere operata al cuore da un medico generico ?
andrea moroni
13 luglio 2007 0:00
INCREDIBILE! LEGGETE QUI ...SOLO IN ITALIA..E SE POTETE CONSIGLIATEMI!!
ho affrontato le pratiche successorie per la morte di mio suocero. tra i lasciti alcuni terreni che lui aveva riunito acquistando l'interezza delle parti nel 1991 con regolare atto notarile.
dalle visure per la pratica successoria mancavano 2 appezzamenti di terreno che in seguito a visure abbiamo scoperto che un notaio di Piacenza ha trapassato senza effuttuare alcuna visura inserndoli in un atto di passaggio di proprieta' tra padre i figli e dichiarando che tutti i beni erano liberi da vincoli e provenivano da usocapione per possesso pacifico ultraventennale. atto redatto nel 2001.

contattato il notaio mi dice che lui non ha alcuna responsabilita' e che in quella zona si usa cosi'. affido dunque la pratica ad un legale che lo sollecita a ripristinare la proprieta' dei beni od eventualmente a recuperarne il valore dagli attuali "proprietari".

il notaio alla presenza di suo figlio che si dichiara avvocato propone un incontro per far incontrare le parti ed asserisce la sua totale estraneita' ed invita le parti ad un accordo.

I "nuovi proprietari" asseriscono di aver acquostato il terreno molti anni fa ma non producono alcun contratto (dichiarano quindi di non averlo usocapito) ed il notaio non ha tracce dell'avvenuta usocapione.
I termini temporali dell'usocapione ventennale non ci sono, ne' mai questa e' stata pubblicata o comunicata, il notaio non ha praticato nessuna visura e nonostante cio' si ritiene nel "giusto"!


conclusione: i terreni sono intestati ad altre persone, il notaio si dichiara estraneo ad ogni responsabilita' e ho da pagare a fine mese una parcella avvocatizia di 1000 euro!!

credo che in un paese che ritengo civile rimanere vittima di soprusi di questo genere e dover affrontare esigue spese solo per veder tutelati i propri beni sia veramente assurdo.

accetto ogni consiglio su come poter procedere.

fortemente demotivato ringrazio.
Gourry
13 luglio 2007 0:00
Errata corrige: nel mio precedente messaggio, quando ho parlato di un concorso, per fare un esempio, mi riferivo ovviamente a quello in magistratura.
Enrico
13 luglio 2007 0:00
Cara Sibilla, un medico sa che le edizioni simone pubblicano libri molto stringati su materie giuridiche?
Spero che il suo nervosismo sia dovuto solo a circostanze contingenti perché comportarsi così come sta facendo lei non è indice di equilibrio mentale. Spero che il suo brutto periodo passi e torni anche per lei a splendere il sole.
Antonella
13 luglio 2007 0:00
Caro Notaio De Falco,
è vero che c'e' stata equiparazione fra atto pubblico e scrittura privata autenticata, questo sostanzialmente vuol dire che il notaio non puo' autenticare scritture che contengano accordi espressamente proibiti dalla legge, o manifestamente contrari al buon costume o all’ordine pubblico. In quanto al resto non cambia nulla, in particolare il notaio non ha nemmeno l'obbligo di effettuare visure ipotecarie, anzi, da quest'ultimo adempimento puo' essere dispensato se vi e' l'accordo delle parti. Sono certo che non e' il suo caso, ma il notaio della mia città in TUTTI i suoi atti inserisce la clausola di esonero.
Io sono d'accordo con lei quando dice che la via maestra dovrebbe essere sempre l'atto pubblico, ma dato che la legge lo consente, non vedo per quale motivo l'autentica di un contratto non possa essere affidata ad altri professionisti del diritto. Lei dice che gli avvocati non sarebbero capaci: giudizio piuttosto gratuito, dato che anche loro hanno studiato diritto privato, civile, commerciale e fallimentare, inoltre, da quel che mi risulta anche loro talvolta si trovano ad affrontare il problema della trascrizione nei registri immobiliari di sentenze (di usucapione in particolare). In merito alle mposte la sua argomentazione è puttosto debole: se mi dice che il notaio serve perche' sa come si calcola l'imposta di registro non fa che svilire la professione, ci sono i ragionieri per quello. Ma questo lei lo sa, sono certo che nel suo studio le imposte sugli atti le calcola la sua segretaria.
Max
13 luglio 2007 0:00
Una esortazione per tutti…
Un conto è l’amore per la dialettica ed il giusto contrapporsi di idee diverse che è la base della democrazia (in questo mi diverto con stancodellecaste e credo faccia altrettanto lui) ed un conto, invece, sono le offese. Vi pregherei, quindi, di moderare i toni e mi riferisco agli ultimi messaggi intercorsi tra Sibilla & Co.
Qui ciascuno nella società civile ha la sua funzione: gli avvocati sono necessari quanto i notai. Ciascuno ha le sue specificità. Anche le dita della mano sono diverse tra loro, ma servono tutte.
Sibilla
13 luglio 2007 0:00
Per Enrico (che tende la mano per dimostrare di non avere il braccino corto)
Rendo noto che per Enrico tutti "i profani della materia" sono così ignoranti da non saper che cosa è un Simone!! Apprezzate, popolino, il suo sforzo di abbassarsi al vostro livello!
E caro Enrico, senza offesa, se tu sei un rappresentante degli "esseri senzienti" ben felice di non farne parte!! Ti dovresti imbarazzare di quello che dici pallone gonfiato!

Per Giacomo

Scusa ho forse detto qualcosa circa la difficoltà del concorso notarile che non rammento? L'ho forse paragonato all'esame di stato? Quando? Certo sarò anche poco femminile ma credo che qualcuno mi sogni la notte!!!
Riguardo al terzo punto parli per te o per tutta la categoria? No perchè altrimenti oltre ad essere onnisciente hai anche la palla di vetro.
Rgazzi (si fa per dire)per cortesia giù dal piedistallo!

Roberto de Falco
13 luglio 2007 0:00
Cara Antonella, quello che ha letto è giusto, ma un pò datato: l'art. 12 della l. 28 novembre 2005, n. 246, ha modificato l'art. 28 della legge notarile, equiparando del tutto le responsabilità notarili per l'atto pubblico o per la scrittura privata autenticata.

Le ricopio quanto scrissi su questo forum lo scorso primo luglio: "il notaio (non perchè sia particolarmente bravo, zelante o impiccione, ma per dovere impostogli dalla legge professionale (art. 28 legge notarile, come modificato solo alcuni mesi fa, con equiparazione in proposito della scrittura privata autenticata all'atto pubblico sotto il profilo degli obblighi del notaio, equiparazione peraltro già sostenuta da decenni dalla dottrina notarile), non si limita ad una mera certificazione dell'apposizione della firma in sua presenza (o addirittura della sola autenticità della stessa, e neanche dell'apposizione in presenza dell'autenticante, come per l'autentica al mandato da parte dell'avvocato), ma deve, tra l'altro:
- accertarsi, attraverso l'indagine della volontà delle parti, che il contenuto della scrittura corrisponda alla volontà negoziale delle parti e sia idoneo a perseguire l'interesse dalle stesse perseguito;
- verificare che lo stesso sia conforme a legge, nel complesso e nelle singole pattuizioni;
- accertarsi della capacità di agire dei sottoscrittori;
- verificare, trattandosi di beni immobili, la legittimazione del dante causa (sotto il profilo dei titoli di provenienza, del regime patrimoniale della famiglia, ecc.), l'esattezza dei dati catastali degli immobili e l'assenza di formalità ipotecarie pregiudizievoli;
- verificare, sia pure sotto un profilo meramente formale, la regolarità urbanistica del cespite;
- effettuare l'identificazione antiriciclaggio dei sottoscrittori;
- prestare alle parti consulenza sui profili fiscali dell'atto, in particolare per quanto concerrne la possibilità di usufruire di eventuali agevolazioni;
- liquidare le imposte indirette (e dal 2006, in alcuni casi, anche dirette) applicabili all'atto, rispondendone in proprio sia verso le parti che verso l'amministrazione finanziaria (verso quest'ultima senza nessun aggio, con l'obbligo del non riscosso per riscosso);
- procedere telematicamente alle formalità di registrazione (nella maggior parte dei casi con corresponsione dell'inposta il giorno stesso o quello successivo all'atto, e pertanto prima di aver avuto la disponibilità delle somme all'uopo ricevute, in assegni, come prescritto dalla legge, dalle parti), trascrizione e voltura catastale;
- conservare nella propria raccolta (in modo da poterne rilasciare copia a chiunque la richieda) l'originale dell'atto, fin quando continua ad esercitare le funzioni nello stesso distretto;
- ecc., ecc., ecc."


Non credo che questo potrebbero farlo avvocati o segretari comunali.

Del resto il codice deontologico notarile ribadisce che la forma tipica dell'atto notarile è l'atto pubblico e che il notaio deve ricorrere alla scrittura privata autenticata solo se espressamente richiesto in tal senso dalle parti o se lo impongano le circostanze del caso (es. parti che si trovano in luoghi diversi per cui le firme devono essere apposte in momenti e circostanze diverse, caso per cui non è ipotizzabile altro che la scriuttura privata autenticata).

Saluti
Roberto de Falco
13 luglio 2007 0:00
Scusate, dimenticavo! Avete dato un'occhiata alla discussione aperta oggi dal titolo "Passaggio auto senza notaio e senza risparmio!"?
Tanto per capire il senso delle lenzuolate che ci stanno propinando!
Roberto de Falco
13 luglio 2007 0:00
Caro stancodellecaste, stavolta (messaggio del 12 luglio a me rivolto) ho proprio l'impressione che lei stia scherzando.
Lei parla di triplicare il numero dei notai, così creando concorrenza e portando ad un abbassamento delle tariffe e ad una diminuzione del loro reddito individuale, fermo restando che questo rimarrebbe comunque ragguardevole; ma le sue sono veramente cifre in libertà (ma sbaglio o aveva detto di fare un lavoro di tipo manageriale?).

Ribadito che - fermo il principio del numero predeterminato - nessuno (almeno non chi scrive e mi pare neanche il collega che sta partecipando alla discussione come max) ha preclusioni circa una eventualmente diversa determinazione del numero dei notai, se così a ragion veduta ritenuto necessario (ed una revisione di tale numero è in corso proprio in questi mesi), i numeri da lei ipotizzati non reggono ad una sia pur grossolana analisi.

Partiamo dal presupposto che i notai sono oggi in Italia poco meno di 5.000 (non 5.800, voglio scandalizzarla sempre di più) ed hanno un reddito medio di poco superiore ai 400.000 €; hanno quindi un reddito complessivo di ca. € 2 miliardi (non 2,5); il costo complessivo per l'utenza del servizio notarile non è però questo, perchè non corrisponde all'utile (reddito netto) dell'azienda notariato, ma al fatturato (che credo sia più o meno il doppio).
Dunque il notariato fattura (e costa alla sua utenza) nel complesso circa 4 miliardi, che, a fronte di 2 miliardi di costi, dà un reddito netto di 2 miliardi circa.

Se ipotizzassimo di triplicare il numero dei notai, portandoli a 15.000 (e come mi ha chiesto mi astengo da ogni considerazione sulla esistenza di altre 10.000 persone in grado di svolgere questa attività, considerazioni già fatte da altri ed anche da me in precedenza), come lei scrive, il fatturato (i 4 miliardi) rimarrebbe invariato, in caso di stabilità degli onorari, o diminuirebbe ove, come lei auspica, si producesse un effetto concorrenziale. I costi, però, aumenterebbero, producendosi un effetto economico contrario (non saprei come definirlo tecnicamente) a quello delle economie di scala (è vero che il singolo notaio avrebbe meno clienti e quindi forse utilizzerebbe meno carta per fotocopie; ma avrebbe identica necessità di aggiornarsi, identica necessità di dotazione software, identiche spese di affitto studio, ecc.; e sicuramente maggiori oneri previdenziali, dovendo la Cassa Nazionale del Notariato far fronte alle esigenze di una platea triplicata con le stesse risorse di prima, dal momento che il fatturato rimarrebbe, nella migliore delle ipotesi, invariato); probabilmente i costi non triplicherebbero seguendo il numero dei notai, ma non mi pare azzardato ipotizzare che raddoppierebbero, aumentando a 4 milardi, ovvero raggiungendo il fatturato, eliminando ogni reddito dei notai (ferma la tariffa attuale) e causando o la sparizione del notariato o (paradossalmente) la necessità di un consistente aumento delle tariffe, e quindi del fatturato.

Ed anche se si volesse ipotizzare un aumento dei costi complessivi del solo 60% (ipotesi estremamente minimale a fronte della triplicazione del numero degli studi), questi salirebbero a 3,2 miliardi riducendo il reddito complessivo ad € 800.000, che suddiviso per 15.000 notai darebbe una media di € 53.300 lordi, ovvero poco più di € 2.000 mensili netti, cioè meno di un operaio (poco) specializzato (e senza nessuna diminuzione di costi per l'utente, dal momento che si tratta di conteggio basato sull'invarianza degli onorari) .

Le pare ragionevole? Ritiene che in questa situazione una persona minimamente preparata e valida dedicherebbe dieci anni della sua vita a cercare di superare il concorso notarile?

Lei conclude scrivendo: "Mi spieghi Lei, piuttosto, che cosa c'è di così difficile nella prestazione fornita dal notaio in una compravendita immobiliare da 200.000 €, e cerchi di fare capire ad una povera ottusa mente come la mia che cosa c'è di così trascendentale e complicato in questa attività. Ah. dimenticavo, già che c'è mi spieghi pure quanto tempo ci impiega, a guadagnare quei 2000 € (ammesso che lei ne chieda 2000 €). Sa, a fronte di argomentazioni solide potrei pure ricredermi".

In realtà credevo di aver risposto già ampiamente a queste sue domande, ma o lei non ha letto quanto ho scritto o sono stato io poco chiaro, e pertanto mi ripeterò, sfidando le ire di Marco, che peraltro ha pienamente ragione.

Quanto ci impiego a stipulare una compravendita? Ieri le ho spiegato che dedico al mio lavoro non meno (anzi, credo, molte di più) di 200 ore mensili, per cui, tenuto conto che stipulo, in media, circa 40 atti al mese (dei quali molti assai più semplici di una compravendita, come procure generali, convenzioni matrimoniali, scioglimenti di società), il tempo medio dedicato ad una compravendita (tra colloqui preliminari con i clienti, esame della documentazione,
effettuazione delle visure ipotecarie e catastali o controllo di quelle effettuate dai dipendenti, redazione dell'atto o controllo dello stesso, lettura in sede di stipula, adempimenti successivi) è non inferiore a 5 ore (per quello che riguarda il mio tempo personale, oltre quello che a ciascun atto dedicano i miei collaboratori).

Cosa c'è di difficile (di trascendentale niente, glielo anticipo subito) nella stipula di una compravendita immobiliare? Anche questo credevo di averlo spiegato, sia pur per sommi capi (siamo in un blog o in una scuola di notariato?), nel mio messaggio del primo luglio: il notaio deve indagare la volontà delle parti; individuare la fattispecie contrattuale più aderente allo scopo perseguito dalle parti; prestare alle stesse consulenza sugli aspetti fiscali del contratto da stipulare; verificare la libertà dell'immobile da trascrizioni e iscrizioni pregiudizievoli (come ho scritto qualche giorno fa, non significa fare un'interrogazione al computer e attendere la risposta, ma sapere cosa chiedere e sapere interpretare la risposta); affrontare e risolvere problemi di carattere urbanistico (di fronte ad ua concessione edilizia che preveda la realizazzione di un fabbricato "a destinazione mista", è legittimo urbanisticamente l'appartamento che il mio cliente vuole comprare?), successorio (è consigliabile acquistare un immobile da chi, figlio unico, lo ha ricevuto per donazione dal padre dceduto 20 anni fa? e dal fratello ancora vivente?), fiscale (la vendita di un locale garage da una impresa non costruttrice ad un privato è soggetta ad IVA o ad imposta di registro? e quale è l'aliquota dell'imposta ipotecaria?), antiriciclaggio (è legittimo il pagamento dei 200.000 € della sua compravendita con 20 assegni liberi da 10.000 ciascuno?); verificare la legittimità dell'intento negoziale perseguito dalle parti e dello strumento adottato, nonchè delle sue singole clausole; ecc. ecc..

Non so se ciò per lei sia sufficientemente difficile; per me abbastanza, ma non troppo, perchè è il mio lavoro; per altri, probabilmente, molto.

Sinceramente non so se per lei queste argomentazioni siano tanto solide da indurla a ricredersi, ma - benchè come ha rilevato max lei abbia ragione proprio quanto parla del problema di comunicazione dei notai, che non riescono a spiegare l'essenza della propria funzione - in ogni caso non credo di poter protrarre oltre il mio sforzo comunicativo, anche perchè in fondo mi trovo ad esprimere sempre (come ha scritto oggi Marco) gli stessi concetti.

La lascio perciò a max (a proposito, fammi sapere chi sei), che si è appena lanciato nell'agone.

Cordialmente

Gourry
12 luglio 2007 0:00
Caro stanco delle caste ops...privato sottufficiale...il Notaio, catapultato subito dopo il concorso in luoghi spesso molto lontani da casa, tende poi ad avvicinarsi dove ha sempre vissuto, come qualunque lavoratore (magistrato compreso) al quale il destino ha riservato ad inizio carriera una sede lontana. Non vedo cosa vi sia da criticare in questo. Ho due cari amici del sud che dopo aver vinto il concorso, finito l'uditorato, sono andati a sbattere al nord ed ora ovviamente stanno cercando di tornare al sud cioè dove sempre hanno vissuto, come farebbe chiunque.
Smettila di ostinarti a continuare una battaglia persa, sei diventato lo zimbello del forum. Levati dalle palle ciccio ;)
Antonella
12 luglio 2007 0:00
Sul sito del sole 24 ho trovato un interessante guida all'acquisto di un immobile.
Guardate cosa dice a proposito di responsabilita' del notaio.

"Atto pubblico o scrittura privata?
Il fatto che il rogito non venga spesso stipulato sotto forma di atto pubblico ha, essenzialmente, due motivi di fondo:
- fare una scrittura privata costa un po' di meno (anche se non molto). Perciò compratore e venditore preferiscono questa soluzione.
- il notaio non vuole rischiare di assumersi troppe responsabilità in situazioni poco chiare (compromesso che non condivide, controlli difficili o impossibili da fare).
Perfino la Cassazione (sentenza 475/94) ha riconosciuto la diminuita responsabilità del notaio, quando il rogito sia predisposto dalle parti o da altri professionisti, dicendo addirittura che egli non è obbligato nemmeno a effettuare un controllo ipotecario.
Quindi il consiglio ai cittadini resta: pretendete senz'altro l'atto pubblico."

(http://www.casa24.ilsole24ore.com/fc?cmd=sez&sezId=10411&ch Id=47&pageNr=8&artId=649884&back=0)


Appare evidente che in caso di scrittura privata autenticata il ruolo di funzionario pubblico del notaio si presenta assai sminuito. A questo punto perche' non consentire ad avvocati e segretari comunali la possibilita' di autenticare tali scritture e lasciare l'atto pubblico di competenza esclusiva dl notaio?
Giacomo
12 luglio 2007 0:00

SIBILLA


per iniziare un paluso alla sua delicata femminilita',

in secondo luogo direi che mettere in discussione la difficoltà del concorso Notarile sia del tutto fuori luogo,
come fuori luogo sarebbe ipotizzare pari grado di difficoltà fra esame di stato e Concorso.


Terzo

Mi PREME RICORDARLE CHE I NOTAI NON HANNO ALCUN INTERESSE A SPACCIARSI PER AVVOCATI,

SONO BENSI' GLI AVVOCATI CHE AVREBBERO VOLUTO, E TUTT'ORA VORREBBERO, FARE - A MEZZO SCORCIATOIA LEGISLATIVA - I NOTAI.

Non lo dimentichi.


Privato sottufficiale
12 luglio 2007 0:00
Per Bruno.

Il notaio è caduto sul congiuntivo.
In compenso ha detto che i notai scelgono le grandi città "per ovvie ragioni".
Noi lo sapevamo.
Anche i magistrati cambiano sede a domanda, ma si portano dietro lo stipendio in godimento.
Mi domando se i notai tendono a trasferirsi nelle grandi città per tutelare meglio l'ordinamento e le "fasce deboli".
Max
12 luglio 2007 0:00
x stancodellecaste


Max, ti ho già risposto in precedenza comunque ritorno su quanto già esposto, visto che si fa finta di non capire.
Il reddito non è una colpa, ma è direttamente proporzionale al costo scaricato sulle spalle dei cittadini. A meno che tu non mi dimostri che tale reddito ha altre provenienze.

TI COMUNICO, CON TUA SORPRESA, CHE PER QUALSIASI SERVIZIO O MERCE CHE VENDI C’E’ UN SOGGETTO CHE ACQUISTA E CHE QUINDI PAGA. NON ESISTE UN REDDITO CHE PIOVA DAL CIELO. A FRONTE DI CIO’ CHE PAGA IL CITTADINO C’E’ UN PUBBLICO UFFICIALE CHE GLI RENDE UN SERVIZIO.

Il reddito del notaio non deriva, come in altri settori, da rapporti commerciali con l'estero. Grava tutto integralmente sulle spalle dei cittadini, esattamente come tutti gli altri servizi pubblici.
TI COMUNICO, ALTRESI’, CHE I SETTORI A CUI TU FAI RIFERIMENTO SONO QUELLI DI COMMERCIO. PER FORTUNA IL MONDO NON E’ FATTO SOLO DI COMMERCIO MA ESISTONO ANCHE LE PROFESSIONI INTELLETTUALI (AVVOCATI, MEDICI, INGEGNERI, ARCHITETTI, ECC..) CHE NON ESPORTANO UN PIFFERO MA CHE SERVONO COMUNQUE ALLA SOCIETA’ CIVILE.


Ha il cittadino il diritto di valutare se tale costo è equo o tenuto artificalmente alto a vantaggio di una categoria?. Direi di sì, a meno che non mi dimostri il contrario, Costituzione alla mano. A proposito, se sto infrangendo qualche legge nello scrivere ciò che scrivo, avvertimi. Sono un cittadino probo, io, pago le tasse e pure i notai, nonostante quello che costano.
CERTO CHE NE HA IL DIRITTO, SACROSANTO, ED INFATTI HO CHIESTO A TE CHE SEI UN CITTADINO PROBO CHE PAGA LE TASSE E PURE I NOTAI, QUANTO SAREBBE GIUSTO PAGARE UN NOTAIO PER QUEL POPO’ DI LAVORO CHE C’E’ DIETRO UN ATTO? TI AVEVO FATTO L’ESEMPIO DI UNA VENDITA DA 200.000 EURO, MA NON MI HAI ANCORA RISPOSTO SU QUESTO…


Proseguiamo.
Nel quadro dei redditi delle professioni libere e non in Italia quello medio dei notai è anomalo in quanto nessuna altra categoria ha un reddito MEDIO così mostruosamente alto. E, spiacente, il fatto di dichiarare tutto (solo parzialmente vero, stando a qualche testimonianza di questo forum) non spiega la anomalia.

FALSO! PER FARE UN RAFFRONTO, PRENDI IL REDDITO MEDIO DEI PRIMI 5.000 CONTRIBUENTI TRA GLI AVVOCATI ITALIANI E TI RENDERAI CONTO.
MI RACCOMANDO, PARLIAMO DI REDDITO PERSONALE FISICO E NON DELLE SCATOLE CINESI DEGLI STUDI ASSOCIATI ALL’AMERICANA.
IL NOTARIATO ITALIANO RAPPRESENTA IL GRADINO PIU’ ALTO NELLA PREPARAZIONE ALLE DISCIPLINE LEGALI, QUINDI DEVI PRENDERE IN RAFFRONTO I PRIMI DELLA CLASSE DELLA PROFESSIONE FORENSE. CHE LAVORO PENSI CHE STIA FACENDO QUEL 95% DI CANDIDATI CHE VENGONO BOCCIATI AL CONCORSO NOTARILE?

Nessuna altra categoria ha un reddito reale medio (ripeto: MEDIO) così elevato. Questo è il reddito ...ma è anche il costo che grava sui cittadini. E' allineato con i redditi (= costi) REALI delle altre categorie professionali? No. IL reddito REALE MEDIO di un avvocato, di un commercialista, di un chirurgo è di 420.000 Euro? No, a meno che non proviate il contrario.
PER LE RAGIONI CHE TI HO GIA’ ESPOSTO, PER FARE UN RAFFRONTO DEVI PRENDERE A BASE IL REDDITO MEDIO DEI PRIMI 5.000 AVVOCATI, COMMERCIALISTI O CHIRURGHI.


Perchè la chiamo anomalia? Perchè,ripeto, quello che i notai vedono come reddito i cittadini lo vedono come costo. Nel caso dei notai a redditi alti corrispondono costi alti. Il sospetto che il costo delle prestazioni sia tenuto artificialmente alto è lecito, e merita un approfondimnto. Approfondiamo: quale è la caratteristica del notaio?
1) Offre un servizio obbligatorio per legge (cioè la legge impone al cittadino di andare dal notaio). Nel caso del notaio il cittadino non può scegliere, mentre può scegliere nel caso del chirurgo (può persino farsi operare all'estero), dell'ingegnere (idem), dell'avvocato (patrocinio gratuito) e del mediatore immobiliare (io la casa me la posso vendere per conto mio)
LA LEGGE IMPONE DI ANDARE DAL NOTAIO PER FARE GLI ATTI COME IMPONE DI ANDARE DA UN CHIRURGO PER FARSI OPERARE, DA UN AVVOCATO PER FARSI DIFENDERE O DA UN INGEGNERE PER IL PROGETTO. PUOI ANDARE ALL’ESTERO PER FARTI OPERARE MA NON PUOI ANDARE ALL’ESTERO PER FARTI DIFENDERE DA UN AVVOCATO IN UNA CAUSA ITALIANA. TI COMUNICO CHE PUOI ANDARE ANCHE ALL’ESTERO PER IL NOTAIO. TI SUGGERISCO L’AUSTRIA PERCHE’ PARE CHE LI’ ABBIANO ADDIRITTURA INIZIATO IL 3X2!


2) Opera in un regime di numero chiuso e con un controllo territoriale strettissimo (circoscrizioni) che impediscono la concorrenza. Questo vale per il chirurgo, per l'ingegnere o per l'avvocato? No. Per loro non c'è numero chiuso e non c'è ostacolo ad andare ad operare dove meglio credono.
SUL NUMERO CHIUSO ORMAI SAI COME LA PENSO: SI PUO’ ALLARGARE MA DEVE RESTARE UNA FUNZIONE REGOLATA CON CONCORSO PUBBLICO RIGIDO COME LO E’ OGGI.
SAI PERCHE’ I NOTAI NON POSSONO ANDARE DOVE GLI PARE? PERCHE’ SE LA LOGICA FOSSE QUELLA DEL GUADAGNO PURO, ANDREBBERO TUTTI NELLE ZONE PIU’ RICCHE DEL NORD! ED INVECE LA TUTELA DELL’INTERESSE COLLETTIVO STA PROPRIO IN QUESTO, NELLA NECESSITA’ CHE CIASCUNA ZONA, ANCHE LA PIU’ SPERDUTA E DEPRESSA D’ITALIA, ABBIA UN NOTAIO CHE LA ASSISTE.


Come si spiegano queste specificità? SI spiegano col fatto che il notaio è un pubblico ufficiale. Ma, guarda un po', è pure un libero professionista. Come si dice? La botte piena e la moglie ubriaca...

NEL BENE E NEL MALE! PERCHE’ AI VANTAGGI AI QUALI FAI RIFERIMENTO SI CONTRAPPONGONO GLI SVANTAGGI: LA STRUTTURA, GLI IMPIEGATI, E I COSTI SE LI PAGA IL NOTAIO E NON SONO FORNITI DALLO STATO (COME INVECE ACCADE PER GLI ALTRI PUBBLICI UFFICIALI) ED ALLO STESSO TEMPO HAI CONTROLLI COSTANTI DELLO STATO SUL TUO LAVORO E NON PUOI DECIDERE DI PRENDERTI UN MESE DI FERIE E SALUTARE TUTTI PERCHE’ DEVI ASSISTERE LA SEDE,


Questa specificità crea le condizioni per far sì che i prezzi delle prestazioni notarili siano tenuti artificialmente alti? Direi di sì. AL di là del tariffario, bastano i redditi dei notai (= costi) a dimostrare che queste tariffe potrebbero essere più basse se ci fossero più operatori del settore.
Come ho già scritto a De Falco,ad oggi la funzione notarile costa alla collettività circa 2.5 miliardi di Euro all'anno (parlo del puro costo dei notai, poi ci sono ovviamente i costi delle loro strutture)
Se triplicassimo il numero dei notai ed introducessimo un po' di concorrenza tra loro potremmo risparmiare un bel po' di soldini, diciamo un miliardino tondo tondo all'anno. Chi risparmierebbe questi soldini? I cittadini. Chi ci guadagnerebbe: oltre ai cittadini, i notai in più che avrebbero un lavoro. Chi ci perderebbe? Chi oggi controlla a proprio vantaggio questo monopolio, che sarebbe costetto a competere sui prezzi, senza per questo morire di fame. Non sparo a zero su nessuna categoria, faccio banalmente una valutazione costi/benefici ed una analisi dei meccanismi che portano alla determinazione dei costi notarili.

SCUSA, MA ALLARGANDO IL NUMERO SI ABBASSA SOLO IL REDDITO MEDIO MA CHE C’ENTRA CON QUELLO CHE CHIAMI IL COSTO DELLA PRESTAZIONE PER IL SINGOLO CITTADINO? LA TARIFFA PER IL PUBBLICO SERVIZIO E’ STABILITA DALLA LEGGE, QUINDI IL COSTO E’ IDENTICO ANCHE SE CI SONO PIU’ NOTAI.


Non c'è nulla di criminale in ciò che scrivo, anche se a giudicare dalle vostre scomposte reazioni parrebbe che vi trovate di fronte ad un infanticida. Calmi, calmi, è solo una civile discussione su un forum...ma se reagite in modo così scomposto, un motivo ci sarà...

SPERIO NON TI RIFERISCA A ME… SONO CALMISSIMO E TI RISPONDO SOLO PER AMORE DI DIALETTICA.



P.S. IN RIFERIMENTO ALL’ULTIMO MSG POSTATO:
“E delle due l'una: o in queste critiche circa l'esagerazione degli onorari (e consegnetemente dei redditi) c'è un fondo di verità oppure i notai hanno un problema di comunicazione e non sanno spiegare bene la coerenza tra i loro redditi e l'importanza della loro funzione.”

NON IMMAGINI QUANTO TU ABBIA RAGIONE SUL PUNTO…. I NOTAI HANNO AVUTO UN PROBLEMA DI COMUNICAZIONE ENORME, BASANDOSI (ERRONEAMENTE) SUL PRESUPPOSTO CHE LA IMPORTANZA FONDAMENTALE DELLA LORO FUNZIONE FOSSE RECEPITA DAI CITTADINI COME TE, ED INVECE…
Marco
12 luglio 2007 0:00
Scusate se mi intrometto, sono un insegnante di scuola e ho letto qualche messaggi odi questa discussione. Non vi sembra che dovreste calmarvi un po' tutti quanti? Dite sempre le stesse cose, da ambedue le parti.
Enrico
12 luglio 2007 0:00
Cara Sibilla, per bignamini intendevo ovviamente i libri delle edizioni simone che tutti coloro che hanno affrontato l'esame di avvocato conoscono bene, in quanto caratterizzati per riassumere le materie da studiare. A me come a tanti altri sono serviti allo scopo e se ho parlato semplicemente di "bignamini" l'ho fatto per rendere chiaro il concetto anche ai profani della materia. Le chiedo perdono per questa mia preoccupazione, evidentemente dale sue parti certe considerazioni sono poco opportune (mah!). Comunque la conversazione con lei è diventata imbarazzante, poiché la vedo troppo piena di livore nei miei confronti, tanto da cercare inutili ed inconferenti cavilli per scoprire chissà quale segreto celato dietro la mia persona. Io le tendo una mano nel segno della reciproca fiducia, sta a lei ora dimostrare di meritare un posto tra gli esseri senzienti.
Cordiali Saluti,
Enrico.
stancodellecaste
12 luglio 2007 0:00
Bruno, insiste a far finta di non capire. Quello che Lei scrive lo so, ma il problema non sta lì. So che il contenzioso là dove è presente la figura notarile è minore rispetto a dove non è presente (paesi con sistema common law). So anche, per la verità, che la prima potenza economica mondiale (USA) i notai manco sa che cosa sono, per cui devo dedurre che i notai poi così necessari non sono per assicurare la efficienza di un sistema. Devo ammettere però, per onestà intellettuale, che non si può pensare di eliminare la figura notarile in Italia senza ipotizzare una revisione radicale del sistema giuridico che allo stato attuale è pura utopia. Quindi, bene o male la funzione notarile ce la dobbiamo tenere. So anche che il concorso notarile è difficile ed estremamente selettivo. A rigore devo pensare che sia molto ma molto più selettivo adesso rispetto al passato, dato che il numero dei laureati è aumentato a dismisura mentre il numero dei posti da notaio è lo stesso da decenni. Fin qui siamo d'accordo, inutile ripetersi all'infinito. Ma il problema non è qui. Il problema, ancora una volta, sta nei costi, e nel meccanismo che determina tali costi.
Alcune domande semplici semplici:
1) E' vero o non è vero che il reddito MEDIO dei 5800 notai italiani è di 420.000 €?
2) E' vero o non è vero che tale reddito deriva totalmente dagli onorari versati dai cittadini?
3) Alla luce della domanda 2) è corretto o non è corretto dire che quello che è reddito dal punto di vista del notaio è costo dal punto di vista dei cittadini e della collettività?
4) E' vero o non è vero che un reddito MEDIO di 420.000 € per 5800 professionisti (non pochi) rappresenta, dati alla mano, un caso unico in Italia?
5) Con riferimento alla domanda 4), mi sa citare una qualunque altra categoria professionale di almeno 5800 professionisti che abbia un reddito MEDIO di 420.000 €? (non mi tiri fuori per favore la storia che gli altri evadono le tasse...qui stiamo parlando di redditi MEDI, e francamente nè un commercialista nè un avvocato ha un reddito MEDIO di tale portata, anche se è vero che ha più possibilità di "fare del nero")
6) Lei come me la spiega questa anomalia unica nel suo genere sui redditi/costi di tale classe professionale?
7) Non ritiene che aumentando significativamente il numero dei operatori del settore notarile (a parità, lo ripeto ancora, di preparazione) ci sia un effetto competizione che porterà ad un abbassamento dei prezzi con beneficio della collettività (che pagherà globalmente meno) e dei nuovi notai (che avranno un posto di lavoro ben retribuito) senza per questo fare morire di fame i notai già presenti sul mercato e le loro famiglie più o meno allargate?
Queste sono le domande che pongo. Non metto in discussione ciò che lei ha scritto, ma il tema è un altro.
Apprezzerei risposte puntuali alle mie domande
Saluti
bruno
12 luglio 2007 0:00
per stanco delle caste
dietro a cifre e numeri continua a far finta di nulla. si legga quanto da me inviato ieri 11 luglio. Quelli sono dati veri, si parla di P.I.L., di quanto le cause sulle transazione immobiliari incidano sull'economina degli U.S.A. (oltre il 2% del P.I.L. contro lo 0 assoluto o quasi dell'Italia - a quanto ammontano questi costi? e chi li paga? non li paga la collettività ma qualcun'altro?) ma da questo orecchio lei sembra non sentire.
Parla di concorrenza. Ma la concorrenza, in un settore, si fa tra addetti allo stesso settore; un avvocato può far concorrenza ad un avvocato, non ad un architetto. Poi, si deve aumentare il numero dei notai per garantire un miglior servizio alla popolazione: benissimo. Ma non si può consentire l'accesso senza un rigoroso concorso quale quello attuale.
Se avesse il buon gusto di informarsi meglio, scoprirebbe che ogni anno partecipano migliaia di aspiranti notai ai concorsi, che vengono ridotti a 1500/1800 soltanto dopo la preselezione, vale a dire un meccanismo ove il canditato in 40 minuti deve rispondere esattamente a 40 domande - basta un errore per star fuori - Nonostante i candidati gli scritti vengono superati da un numero di candidati che generalmente neanche riesce a coprire i posti messi a concorso. Se ancora cercherebbe di informarsi scoprirebbe che l'accesso al notariato non è gestito dai notai, ma direttamente dal Ministero di Grazia e Giustizia, ove esiste l'Ufficio del Notariato che non è gestito da notai, ma da dirigenti pubblici che con l'organizzazione notarile non hanno nulla a che vedere e che i componenti della commissione giudicante il concorso sono un magistrato di cassazione - con funzione di presidente - un magistrato, un professore universitario di diritto e due notai.
La suddivisione dei notai nel territorio è stabilita dal ministero di Grazia e Giustizia e non dipendono quindi dalla nostra volontà: ma provi a immaginare: posto che visto nel nostro ordinamento - a torto od a ragione che sia - la figura notarile è considerata un servizio cui debbono accedere tutti i cittadini, se non ci fossero i distretti quale notaio nominato andrebbe ad esercitare la professione in paesini da 3000/5000 abitanti, anziché andarsene subito nelle grandi metropoli per ovvie ragioni?
stancodellecaste
12 luglio 2007 0:00
Bersanotto, riprovo a spiegarmi. Il reddito del notaio è, fino a prova contraria, l'equivalente del costo gravante sulle spalle dei cittadini. A meno che Lei mi dimostri che il notaio prende i soldi da qualche altra parte. Ora, le faccio un esempio semplice semplice: se un notaio operante in regime di monopolio guadagna (=costa alla collettività) 420.000 €, cosa accadrebbe se a quel notaio ne fosse affiancato un secondo ugualmente preparato che gli fa concorrenza? Il secondo notaio, per rubargli i clienti, comincerebbe ad applicare onorari più bassi (sempre a parità di qualità della prestazione). Anche il primo, allora, comincerebbe a competere sui prezzi, che scenderebbero fino ad un punto di equilibrio senza per questo far morire di fame il primo notaio, poverino. Ipotizziamo che il punto di arrivo sia un reddito per entrambi i notai di 100.000 €. Vediamo un po' chi ci guadagna e chi ci perde. Ci guadagna:
- la collettività che invece di 420.000 € spende complessivamente 200.000 €
- ancora la collettività, che si ritroverebbe ad essere servita non più da un solo notaio sovraccarico ma da due notai meno sovraccarichi, che potrebbero quindi fare ancora meglio il loro lavoro
- il secondo notaio che dopo aver vinto il suo bravo concorso si trova un reddito, comunque non disprezzabile, di 100.000 €
Chi ci perde: il primo notaio, che perde il monopolio, ma che comunque non morirebbe di fame.
Capito il meccanismo? Ed adesso vuole ancora insistere a dire che è un problema di invidia sociale?
stancodellecaste
12 luglio 2007 0:00
Max, convengo su un punto: che non si possa eliminare in Italia la figura del notaio senza rivedere tutto il sistema giuridico (rendendolo molto più simile ai sistemi common law). E convengo anche che questo cambiamento è obiettivamente troppo radicale per un paese inerte come l'Italia da non apparire utopistico. Su questo sì, convengo. Non convengo però sulla indispensabilità della figura notarile per garantire il buon funzionamento di un sistema economico e giuridico, altrimenti non si spiega come mai gli USA e la Gran Bretagna siano rispettivamente la prima e la quarta potenza economica mondiale nonostante non abbiano neanche mai sentito parlare dei notai. E' vero, ci sarà pure una percentuale del contenzioso più alta, ma il sistema nel suo complesso tiene ed addirittura ha una maggiore efficienza del nostro, anche senza i notai.
L'Italia, invece, ha i migliori notai nel mondo, iperselezionati, ma continua a perdere posizioni (ora siamo ottavi da quinti che eravamo) e purtroppo continuerà a perderne. Ma, ripeto, posso essere d'accordo con te nel ritenere che il problema non è tanto nella presenza o meno dei notai ma è più in generale nella impostazione di base del sistema , e che non potendo modificare così radicalmente il sistema italiano sia realisticamente impensabile ipotizzare la eliminazione "tout court" della funzione notarile (come debba poi essere esercitata la funzione notarile è un altro discorso).
Però il tema centrale, ripeto, è quello dei costi, come sto cercando da giorni di spiegare. I costi attuali del sistema notarile sono congrui o sono determinati anche (non solo, ma anche) da una situazione di monopolio? La mia posizione è chiara. Questo, ripeto, è il tema principale. Perchè se i costi dei notai non fossero ritenuti eccessivi da molti cittadini e se l'intera classe notarile non fosse vista come una categoria riccamente "protetta" che rifugge ogni confronto con il mercato e la sana competizione non starebbe nascendo un movimento di opinione (che è in crescita costante) che propone la riforma della figura notarile. E delle due l'una: o in queste critiche circa l'esagerazione degli onorari (e consegnetemente dei redditi) c'è un fondo di verità oppure i notai hanno un problema di comunicazione e non sanno spiegare bene la coerenza tra i loro redditi e l'importanza della loro funzione. Ma la difesa non può essere "tu povero cittadino che non sei notaio non sei in grado di capire"...perchè questa frase era esattamente la stessa della nobiltà francese prima della rivoluzione del 1789...
Bersanotto
12 luglio 2007 0:00
Anche a seguito degli ultimi interventi, ripeto la mia idea: la campagna denigratoria contro i notai è mossa SOLO dall'invidia, tipo "anche i ricchi piangano". Se questo è il problema, ripeto, i notai farebbero bene ad evadere le tasse, così li lasciano un po' in pace. Per il resto, già ci pensa Visco con le sue aliquote che gridano vendetta.

Ciò che mi dispiace è constatare, una volta di più, che l'opinione pubblica si fa influenzare facilmente dagli slogan e dai "sentito dire", e che ragionare con calma su aspetti importanti e difficili come questo (ma come tanti alri ancora, forse ben più importanti per la vita quotidiana del cittadino) è impossibile.
Ancora nessuno dei denigratori mi ha risposto: ma quale sarà mai il "problema-notariato", se non che guadagnano troppo ?
stancodellecaste
12 luglio 2007 0:00
Max, ti ho già risposto in precedenza comunque ritorno su quanto già esposto, visto che si fa finta di non capire.
Il reddito non è una colpa, ma è direttamente proporzionale al costo scaricato sulle spalle dei cittadini. A meno che tu non mi dimostri che tale reddito ha altre provenienze. Il reddito del notaio non deriva, come in altri settori, da rapporti commerciali con l'estero. Grava tutto integralmente sulle spalle dei cittadini, esattamente come tutti gli altri servizi pubblici.
Ha il cittadino il diritto di valutare se tale costo è equo o tenuto artificalmente alto a vantaggio di una categoria?. Direi di sì, a meno che non mi dimostri il contrario, Costituzione alla mano. A proposito, se sto infrangendo qualche legge nello scrivere ciò che scrivo, avvertimi. Sono un cittadino probo, io, pago le tasse e pure i notai, nonostante quello che costano.
Proseguiamo.
Nel quadro dei redditi delle professioni libere e non in Italia quello medio dei notai è anomalo in quanto nessuna altra categoria ha un reddito MEDIO così mostruosamente alto. E, spiacente, il fatto di dichiarare tutto (solo parzialmente vero, stando a qualche testimonianza di questo forum) non spiega la anomalia. Nessuna altra categoria ha un reddito reale medio (ripeto: MEDIO) così elevato. Questo è il reddito ...ma è anche il costo che grava sui cittadini. E' allineato con i redditi (= costi) REALI delle altre categorie professionali? No. IL reddito REALE MEDIO di un avvocato, di un commercialista, di un chirurgo è di 420.000 Euro? No, a meno che non proviate il contrario.
Perchè la chiamo anomalia? Perchè,ripeto, quello che i notai vedono come reddito i cittadini lo vedono come costo. Nel caso dei notai a redditi alti corrispondono costi alti. Il sospetto che il costo delle prestazioni sia tenuto artificialmente alto è lecito, e merita un approfondimnto. Approfondiamo: quale è la caratteristica del notaio?
1) Offre un servizio obbligatorio per legge (cioè la legge impone al cittadino di andare dal notaio). Nel caso del notaio il cittadino non può scegliere, mentre può scegliere nel caso del chirurgo (può persino farsi operare all'estero), dell'ingegnere (idem), dell'avvocato (patrocinio gratuito) e del mediatore immobiliare (io la casa me la posso vendere per conto mio)
2) Opera in un regime di numero chiuso e con un controllo territoriale strettissimo (circoscrizioni) che impediscono la concorrenza. Questo vale per il chirurgo, per l'ingegnere o per l'avvocato? No. Per loro non c'è numero chiuso e non c'è ostacolo ad andare ad operare dove meglio credono.
Come si spiegano queste specificità? SI spiegano col fatto che il notaio è un pubblico ufficiale. Ma, guarda un po', è pure un libero professionista. Come si dice? La botte piena e la moglie ubriaca...
Questa specificità crea le condizioni per far sì che i prezzi delle prestazioni notarili siano tenuti artificialmente alti? Direi di sì. AL di là del tariffario, bastano i redditi dei notai (= costi) a dimostrare che queste tariffe potrebbero essere più basse se ci fossero più operatori del settore.
Come ho già scritto a De Falco,ad oggi la funzione notarile costa alla collettività circa 2.5 miliardi di Euro all'anno (parlo del puro costo dei notai, poi ci sono ovviamente i costi delle loro strutture)
Se triplicassimo il numero dei notai ed introducessimo un po' di concorrenza tra loro potremmo risparmiare un bel po' di soldini, diciamo un miliardino tondo tondo all'anno. Chi risparmierebbe questi soldini? I cittadini. Chi ci guadagnerebbe: oltre ai cittadini, i notai in più che avrebbero un lavoro. Chi ci perderebbe? Chi oggi controlla a proprio vantaggio questo monopolio, che sarebbe costetto a competere sui prezzi, senza per questo morire di fame. Non sparo a zero su nessuna categoria, faccio banalmente una valutazione costi/benefici ed una analisi dei meccanismi che portano alla determinazione dei costi notarili.
Non c'è nulla di criminale in ciò che scrivo, anche se a giudicare dalle vostre scomposte reazioni parrebbe che vi trovate di fronte ad un infanticida. Calmi, calmi, è solo una civile discussione su un forum...ma se reagite in modo così scomposto, un motivo ci sarà...
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