Commenti
|
|
|
Roberto de Falco 15 luglio 2007 0:00
E invece, cara Antonella, è precipuo interesse del
notariato che i posti vacanti siano coperti, dal momento che
la tabella notarile (ovvero la pianta organica) è
congegnata in modo tale da assicurare che il servizio
notarile venga reso in modo efficiente sull'intero
territorio nazionale; la mancata copertura della pianta
organica rischia di indebolire l'efficienza del servizio
e la credibilità del sistema, con danni ben più gravi per
i notai che la riduzione del lavoro indotta dall'arrivo
di nuovi colleghi. Ed infatti solo poche settimane fa il
Consiglio Nazionale del Notariato ha uffcialmente chiesto al
Ministro di attivarsi per la pronta copertura dei posti
vacanti (ma, come lei ha già capito, di più non avrebbe
potuto fare, essendo la competenza in materia di procedure
di concorso estranea agli organi della categoria).
D'altronde ho già scritto (e come me lo ha scritto max)
che il numero dei notai non è per la categoria un tabù, e
che nulla osterebbe ad un ragionato aumento dello stesso ove
ritenuto necessario (ovviamente ragionato significa basato
su attenta analisi dei numeri, e non su numeri a casaccio
come quello di 15.000 notai di cui si è scritto su questo
forum), aumento peraltro già in corso di approvazione a
livello ministeriale (ove si sta appunto studiando la nuova
tabella in applicazione della legge dello scorso anno che
prevede un aumento del numero dei notai, rispetto al quale
nessuna opposizione o lamentela è venuta dal
notariato). Diverso è invece il discorso in
merito all'estensione delle funzioni notarili, perchè
se non è un tabù il numero dei notai, lo è invece la
difesa della funzione; e ciò a prescindere dalla
circostanza se l'estensione ad altri soggetti abbia
(come nel caso dell'emendamento Lulli, che avrebbe
comportato la distruzione economica del notariato) o non
abbia (come nel caso dell'estensione, avvenuta nel 2005,
delle deleghe ad avvocati e commercialisti delle esecuzioni
immobiliari) rilevanti effetti sul portafoglio. E
ciò in forza di quanto ho già scritto nei giorni scorsi e
vorrei ora solo chiarire. Funzione precipua del notaio
è quella pubblica funzione che in senso tecnico viene
definita funzione di adeguamento, cioè di imparziale
recepimento della volontà della parti, controllo della sua
legalità, traduzione della stessa in termini giuridicamente
rilevanti, nella forma dell'atto pubblico (di norma,
come ho già scritto) o della scrittura privata autenticata
(eccezionalmente); si tratta di una funzione pubblica, che
lo stato - con una forma di outsourcing ante litteram - ha
ritenuto di delegare ad una particolare categoria di
pubblici ufficiali, i notai, reclutati per concorso, ma che
operano in regime libero-professionale. Ora, se si
ritiene che un particolare settore vada
"liberalizzato", cioè sottratto alla pubblica
funzione di adeguamento (e quindi al controllo preventivo di
legalità, con il suo scopo antiprocessuale), nulla
quaestio; ma questo significa eliminazione di ogni controllo
preventivo di legalità (con conseguente spostamento del
controllo alla eventuale fase del contenzioso, cioè in sede
giurisdizionale), non affidamento dello stesso a soggetti
che: a) non sono pubblici ufficiali, e quindi non operano in
condizioni di terzietà ed imparzialità, ma come consulenti
di parte; b) non hanno superato un concorso ad hoc, ma un
esame di stato; c) non sono sottoposti agli obblighi (tenuta
del repertorio, conservazione degli atti) ed ai controlli
(ispezione biennale su TUTTI gli atti stipulati) dei
notai. Se invece il controllo preventivo di
legalità e la pubblica funzione di adeguamento sono
ritenuti necessari, non vedo perchè debbano essere
sottratti al soggetto istituzionalmente investito di detta
funzione (pubblico ufficiale, perchè pubblica è la
funzione), e cioè il notaio. Tenga peraltro
conto che proprio in gran parte dei settori da lei citati
(quelli che affiderebbe ad un bravo commercialista; ma come
farà a distinguere quello bravo da quello non bravo, che ha
l'incoscienza di mandare in giro una bozza di atto
costitutivo di società in accomandita semplice con la
previsione del collegio sindacale?), ovvero delle cessioni e
degli affitti di azienda, nonchè delle cessioni di quota di
s.r.l., la necessità dell'intervento del notaio
originariamente non sussisteva, ed è stata introdotta in
epoca (relativamente) recente con la cd. legge Mancino (n.
310 del 1993), proprio per ovviare alle storture che si
verificavano nei relativi atti (soci di s.r.l. che
miracolosamente avevano ceduto la loro quota il giorno prima
di morire, trasferimenti di azienda che avvenivano
all'isaputa del titolare, ecc.). Mi faccia
sapere se sono riuscito ad indebolire quel
"quasi". Cordialmente
|
Anonimo Non Notaio... 15 luglio 2007 0:00
Se i commercialisti sapessero almeno lontanamente cosa sia
il diritto societario potrei anche concordare con lei
Antonella, purtroppo 9 su 10 non è così e chi sta
nell'ambiente lo sa bene...
|
Antonella 15 luglio 2007 0:00
Le sue opinioni, Notaio De Falco, sono sempre pacate,
ragionevoli e, quasi, condivisibili. Le dirò di più: se io
dovessi comprare una casa preferirei farmi assistere da un
notaio, anche se la legge dovesse consentirmi di fare
diversamente. Ciò non toglie che il sistema così
com'e' presenta delle storture evidenti,
iniquita' sociali, privilegi che ai più danno fastidio.
Non si tratta di invidia. Dal mio punto di vista, il reddito
medio dichiarato dai notai serve solo a dimostrare che ci
sono margini di miglioramento in termini di mercato e di
concorrenza, che l'estensione di alcune funzioni ora
attribuite solo ai notai ad altri professionisti non
manderebbe sul lastrico i membri della Sua categoria. La
presenza del notaio, secondo me, è imprescindibile nelle
costituzioni e successive variazioni statutarie di società
di capitali, nelle operazioni societarie straordinarie,
nelle donazioni, nei trasferimenti immobiliari
particolarmente complessi, anche se mi rendo conto che non
sarebbe semplice stabilire aprioristicamente la
complessita' di un atto. Pero' esistono tante altre
attivita' che potrebbero essere tranquillamente svolte
da altri professionisti senza nessun tipo di rischio per il
sistema economico e sociale del nostro paese. Mi riferisco,
per esempio, al traferimento di quote sociali, agli atti
relative alle societa' di persone, agli affitti ed alle
cessioni di azienda. Un bravo commercialista non avrebbe
nessuna difficolta' a portare a buon fine tali
operazioni. Anche la copertura dei 5.320 posti da notaio
previsti dal ministero contro i 4.650 effettivamente
assegnati (all'appello ne mancano 670! dico
670!)costituirebbe un segnale importante e distensivo. Lo so
questo che non dipende da Lei, ma dal Ministero, però non
mi pare che dal mondo notarile arrivino segnali di stizza
per l'aumento di lavoro dovuto ai posti vacanti.
|
Pollivendolo 14 luglio 2007 0:00
Gougou:::gougou:::gourry:::mi è di nuovo scappato il
polletto, l'avete visto? fa sempre il suo verso...
gougou:::gougou:::gourry:::gougougogu...
|
Roberto de Falco 14 luglio 2007 0:00
Cara Antonella, forse sono stato infelice nelle mie
espressioni e me ne scuso, ma in effetti non mi pare di aver
scritto che avvocati e segretari comunali non sarebbero
capaci di autenticare scritture di compravendita
immobiliari, ma che non potrebbero svolgere (sia pure per
motivi diversi: non accomunerei nel discorso due figure
assolutamente diverse, con bagaglio culturale, esperienze
professionali e funzione diversa, avendo in pratica in
comune la sola formazione universitaria) la complessiva
attività che svolge il notaio quando riceve un atto
pubblico o autentica una scrittura privata. Ed infatti
anche in questo secondo caso l'attività del notaio è
identica, non solo sotto il profilo del divieto di ricevere
atti nulli (il che implica l'effettuazione del controllo
di legalità, in funzione di pubblico ufficiale terzo ed
imparziale e non di professionista di parte), ma anche sotto
i profili di tutte le altre attività che le ho elencato,
attività che sono per il notaio in ogni caso obbligatorie
(non è esatto perciò ciò che lei scrive circa la mancanza
di un obbligo di effettuare le visure ipotecarie).
Certo chiunque (non solo un avvocato o un segretario
comunale, ma anche un impiegato della Conservatoria dei
Registri Immobiliari o del Catasto, o un cancelliere del
Tribunale, o un Comandante di un corpo militare) potrebbe
autenticare la sottoscrizione apposta ad un atto. Ma chi ha
verificato che il venditore fosse effettivamente il
proprietario dell'immobile che vende? Che l'immobile
non fosse gravato da ipoteche o pignoramenti? che non ci
fossero vincoli derivanti dal regime di comunione legale?
Che il legale rappresentante del minore sia stato
debitamente autorizzato all'atto? E successivamente, le
parti, cosa fanno di questa scrittura autenticata? Chi la
registra e la trascrive? Sulla base di quale titolo, non
essendo previsto il rilascio di copie autentiche? Chi e come
assolve le imposte dovute? Chi la conserva per rilasciarne
copie a qualunque interessato ed in qualunque momento?
La realtà è che l'ordinamento ha previsto
l'istituzione del notariato a questo scopo, delegando ai
notai, soggetti che agiscono in regime libero-professionale,
una funzione pubblica (è proprio il notariato, in realtà,
il primo esempio di liberalizzazione di una funzione
pubblica!) e selezionandoli con concorso finalizzato
all'accertamento delle competenze necessarie allo
svolgimento di quella pubblica funzione (che, mi perdoni, è
un pò fuorviante frammentare nei vari segmenti di cui si
compone, per sostenere che ciascuno di essi non è poi di
covì vitale importanza o difficoltà: comunque i miei
impiegati sono in grado di calcolare le imposte su una
compravendita senza particolare difficoltà, ma non se
c'è un credito di imposta, se l'atto è soggetto ad
IVA o registro, se spettano agevolazioni particolari, ecc.,
ed in ogni caso il controllo e la responsabilità finale
spettano sempre a me). I segretari comunali sono
anch'essi pubblici ufficiali selezionali con concorso,
ma finalizzato all'accertamento di competenze diverse,
necessarie alla loro funzione di controllo di legalità
all'interno di una amministrazione pubblica, e sono i
primi ad essere consapevoli della diversità delle loro
competenze, tanto che, pur essendo già oggi abilitati a
ricevere (con funzioni analoghe a quelle notarili) atti in
cui è parte l'amministrazione presso cui svolgono la
loro funzione, molto spesso preferiscono non farlo e
rivolgersi a notai anche per gli atti della loro
amministrazione (pensi agli atti di cessione volontaria in
pendenza di procedura di espropriazione per pubblica
utilità). Gli avvocati sono liberi professionisti (non
pubblici ufficiali), selezionati con esame di idoneità (non
un concorso) per svolgere una funzione di tutela di parte
(non caratterizzata quindi da terzietà), essenzialmente di
carattere contenzioso (il loro esame di stato prevede la
redazione di due atti giudiziari e di un parere, sempre atti
di parte, mica la redazione di un contratto!); ed il fatto
che anche loro abbiano studiato diritto civile e commerciale
non è significativo, perchè anch'io ho studiato
procedura civile e penale, ma non per questo pretendo di
esercitare la difesa in giudizio (anche se posso
immodestamente pensare che ne sarei capace). Ciò
non significa, come ho già scritto, che l'ordinamento
non possa revocare al notariato quella delega di pubblica
funzione di cui ho detto, avocandola a sè o abolendo del
tutto la pubblica funzione (come nei sistenti di common
law). Ma allora dovrebbe abolire il notariato, e non
estendere le sue competenze a centinania di migliaia di
professionisti, lasciando però in piedi il sistema notarile
(ma che senso avrebbe selezionare 5.000 notai per svolgere
una attività che all'80-85% potrebbe essere svolta
anche da altre 200.000 persone?). Un'ultima
notazione: certamente il notaio può essere dispensato (con
l'accordo di tutte le parti, e non dal solo acquirente)
dall'obbligo di effettuare le visure ipotecarie (ma
questa possibilità riguarda il notaio che riceva un atto
pubblico come quello che autentichi una scrittura privata,
senza distinzioni), ma tale dispensa deve innanzitutto
provenire davvero dalle parti (e non essere imposta dal
notaio), e poi essere eccezionale nella vita professionale
del notaio e motivata da esigenze tipiche del caso concreto
(soggetto in partenza del pl'estero, e quindi
particolare urgenza; particolare complessità delle stesse a
fronte di un valore dell'immobile molto basso, tanto che
rimarrebbe assorbito dal relativo costo; ecc.); e pertanto
è cosiderato dal codice deontologico illecito disciplinare
il comportamento del notaio che si avvalga sistematicamente
della clausola di esonero. Buona domenica
|
Gourry 13 luglio 2007 0:00
X bersanotto: ma secondo te una come sibilla che spreca il
suo tempo a copiare le materie delle ed.Simone,
probabilmente in preda al ciclo, saprebbe affrontare con
dignità (non dico nemmeno vincere) il concorso notarile?
Credo che avrebbe più possibilità un rinoceronte.
|
Sibilla 13 luglio 2007 0:00
Il mio nervosismo dipende esclusivamente dal fatto che in
Italia circolino palloni gonfiati che con la loro saccenza
credono di elargire a tutti il loro immenso sapere! E non
accettano di essere ripresi da chicchessia!
Professorino ignorante (nel senso latino di ignorare
chiaramente) queste sono le materie trattate dalla
Simone Elenco delle Materie Agraria
Architettura Archivistica
Biblioteconomia e bibliografia Biologia
Chimica Farmaceutica Chimica,
Fisica e Matematica Condominio e locazioni
Contabilità di Stato e degli Enti Locali
Criminologia Cultura generale
Demografia Diritti dell'Uomo
Diritto agrario Diritto amministrativo
Diritto bancario Diritto canonico ed
ecclesiastico Diritto civile
Diritto commerciale Diritto costituzionale
Diritto d'Autore Diritto degli enti
locali e regionale Diritto del lavoro e
sindacale Diritto dell'ambiente
Diritto dell'Immigrazione Diritto
dell'Informazione Diritto dell'Unione
Europea Diritto della navigazione e dei
trasporti Diritto della Sicurezza
Diritto delle assicurazioni private Diritto di
Famiglia Diritto di Polizia
Diritto e legislazione sanitaria Diritto
fallimentare Diritto Finanziario
Diritto industriale Diritto internazionale e
comparato Diritto minorile Diritto
Parlamentare Diritto penale
Diritto penitenziario Diritto privato
Diritto processuale civile Diritto
processuale penale Diritto Processuale
Tributario Diritto pubblico
Diritto romano Diritto scolastico e
Legislazione universitaria Diritto societario
Diritto tributario Diritto
urbanistico, appalti, edilizia, beni culturali
Discipline giuridico-economiche Disegno e
storia dell'arte Dottrine politiche
Economia Economia Aziendale
Economia politica Educazione e psicologia
Esame di Avvocato Estimo
Filosofia e Diritto italiano Geografia
Greco Informatica
Informatica giuridica Iscrizione Albo degli
Agenti di Calciatori Iscrizione Albo Direttore
Tecnico Agenzia di Viaggi Latino
Legislazione e previdenza sociale Legislazione
notarile Legislazione stradale
Legislazione turistica Letteratura Italiana
Lingua italiana Lingue straniere
Linguistica Marketing
Matematica Maturità Medicina
Medicina Veterinaria Ordinamento
forense Ordinamento giudiziario e servizi di
cancelleria Politica Economica
Psicologia Pubblico impiego
Ragioneria ed economia aziendale Scienza delle
finanze Scienze naturali
Sociologia Sociologia dell'Organizzazione
Statistica Storia
Storia dell'Arte Test e temi di cultura
generale Ma guarda c'è anche medicina.
Credo che per te il sole sia stato troppo forte ed hai preso
un colpo! Metti la testa, e non solo, sotto l'acqua
fredda e stai fermo almeno due giorni così eviti di dire
corbellerie!
|
bersanotto 13 luglio 2007 0:00
Per andreamoroni Per le cose che ha riportato,
lei non ha nulla da temere: l'atto di cui parla (che
forse è stato fatto con dispensa da visure ipotecarie) è
completamente inefficace nei confronti di suo suocero (e
dunque ai suoi eredi), e ritengo che i venditori
dell'atto fantasma sono passibili di imputazione per
truffa. Per antonella Ma scusi, se gli
avvocati vogliono fare il mestiere dei notai, perchè non
partecipano al concorso notarile e dimostrano di essere
così bravi ? Devono però smettere di esercitare la
professione forense per incompatibilità. Ad ognuno il suo
mestiere, parimente rispettabile: giurista di parte
l'avvocato - giurista super partes e pubblico ufficiale
il notaio. SONO DUE MESTIERI DIVERSI, come il medico
generico e lo specialista. A lei piacerebbe essere operata
al cuore da un medico generico ?
|
andrea moroni 13 luglio 2007 0:00
INCREDIBILE! LEGGETE QUI ...SOLO IN ITALIA..E SE POTETE
CONSIGLIATEMI!! ho affrontato le pratiche successorie
per la morte di mio suocero. tra i lasciti alcuni terreni
che lui aveva riunito acquistando l'interezza delle
parti nel 1991 con regolare atto notarile. dalle visure
per la pratica successoria mancavano 2 appezzamenti di
terreno che in seguito a visure abbiamo scoperto che un
notaio di Piacenza ha trapassato senza effuttuare alcuna
visura inserndoli in un atto di passaggio di proprieta'
tra padre i figli e dichiarando che tutti i beni erano
liberi da vincoli e provenivano da usocapione per possesso
pacifico ultraventennale. atto redatto nel 2001.
contattato il notaio mi dice che lui non ha alcuna
responsabilita' e che in quella zona si usa cosi'.
affido dunque la pratica ad un legale che lo sollecita a
ripristinare la proprieta' dei beni od eventualmente a
recuperarne il valore dagli attuali
"proprietari". il notaio alla presenza
di suo figlio che si dichiara avvocato propone un incontro
per far incontrare le parti ed asserisce la sua totale
estraneita' ed invita le parti ad un accordo.
I "nuovi proprietari" asseriscono di aver
acquostato il terreno molti anni fa ma non producono alcun
contratto (dichiarano quindi di non averlo usocapito) ed il
notaio non ha tracce dell'avvenuta usocapione. I
termini temporali dell'usocapione ventennale non ci
sono, ne' mai questa e' stata pubblicata o
comunicata, il notaio non ha praticato nessuna visura e
nonostante cio' si ritiene nel "giusto"!
conclusione: i terreni sono intestati ad altre
persone, il notaio si dichiara estraneo ad ogni
responsabilita' e ho da pagare a fine mese una parcella
avvocatizia di 1000 euro!! credo che in un paese
che ritengo civile rimanere vittima di soprusi di questo
genere e dover affrontare esigue spese solo per veder
tutelati i propri beni sia veramente assurdo.
accetto ogni consiglio su come poter procedere.
fortemente demotivato ringrazio.
|
Gourry 13 luglio 2007 0:00
Errata corrige: nel mio precedente messaggio, quando ho
parlato di un concorso, per fare un esempio, mi riferivo
ovviamente a quello in magistratura.
|
Enrico 13 luglio 2007 0:00
Cara Sibilla, un medico sa che le edizioni simone pubblicano
libri molto stringati su materie giuridiche? Spero che
il suo nervosismo sia dovuto solo a circostanze contingenti
perché comportarsi così come sta facendo lei non è indice
di equilibrio mentale. Spero che il suo brutto periodo passi
e torni anche per lei a splendere il sole.
|
Antonella 13 luglio 2007 0:00
Caro Notaio De Falco, è vero che c'e' stata
equiparazione fra atto pubblico e scrittura privata
autenticata, questo sostanzialmente vuol dire che il notaio
non puo' autenticare scritture che contengano accordi
espressamente proibiti dalla legge, o manifestamente
contrari al buon costume o all’ordine pubblico. In quanto
al resto non cambia nulla, in particolare il notaio non ha
nemmeno l'obbligo di effettuare visure ipotecarie, anzi,
da quest'ultimo adempimento puo' essere dispensato
se vi e' l'accordo delle parti. Sono certo che non
e' il suo caso, ma il notaio della mia città in TUTTI i
suoi atti inserisce la clausola di esonero. Io sono
d'accordo con lei quando dice che la via maestra
dovrebbe essere sempre l'atto pubblico, ma dato che la
legge lo consente, non vedo per quale motivo l'autentica
di un contratto non possa essere affidata ad altri
professionisti del diritto. Lei dice che gli avvocati non
sarebbero capaci: giudizio piuttosto gratuito, dato che
anche loro hanno studiato diritto privato, civile,
commerciale e fallimentare, inoltre, da quel che mi risulta
anche loro talvolta si trovano ad affrontare il problema
della trascrizione nei registri immobiliari di sentenze (di
usucapione in particolare). In merito alle mposte la sua
argomentazione è puttosto debole: se mi dice che il notaio
serve perche' sa come si calcola l'imposta di
registro non fa che svilire la professione, ci sono i
ragionieri per quello. Ma questo lei lo sa, sono certo che
nel suo studio le imposte sugli atti le calcola la sua
segretaria.
|
Max 13 luglio 2007 0:00
Una esortazione per tutti… Un conto è l’amore per
la dialettica ed il giusto contrapporsi di idee diverse che
è la base della democrazia (in questo mi diverto con
stancodellecaste e credo faccia altrettanto lui) ed un
conto, invece, sono le offese. Vi pregherei, quindi, di
moderare i toni e mi riferisco agli ultimi messaggi
intercorsi tra Sibilla & Co. Qui ciascuno nella
società civile ha la sua funzione: gli avvocati sono
necessari quanto i notai. Ciascuno ha le sue specificità.
Anche le dita della mano sono diverse tra loro, ma servono
tutte.
|
Sibilla 13 luglio 2007 0:00
Per Enrico (che tende la mano per dimostrare di non avere il
braccino corto) Rendo noto che per Enrico tutti "i
profani della materia" sono così ignoranti da non
saper che cosa è un Simone!! Apprezzate, popolino, il suo
sforzo di abbassarsi al vostro livello! E caro Enrico,
senza offesa, se tu sei un rappresentante degli "esseri
senzienti" ben felice di non farne parte!! Ti dovresti
imbarazzare di quello che dici pallone gonfiato!
Per Giacomo Scusa ho forse detto qualcosa circa
la difficoltà del concorso notarile che non rammento?
L'ho forse paragonato all'esame di stato? Quando?
Certo sarò anche poco femminile ma credo che qualcuno mi
sogni la notte!!! Riguardo al terzo punto parli per te
o per tutta la categoria? No perchè altrimenti oltre ad
essere onnisciente hai anche la palla di vetro. Rgazzi
(si fa per dire)per cortesia giù dal piedistallo!
|
Roberto de Falco 13 luglio 2007 0:00
Cara Antonella, quello che ha letto è giusto, ma un pò
datato: l'art. 12 della l. 28 novembre 2005, n. 246, ha
modificato l'art. 28 della legge notarile, equiparando
del tutto le responsabilità notarili per l'atto
pubblico o per la scrittura privata autenticata.
Le ricopio quanto scrissi su questo forum lo scorso primo
luglio: "il notaio (non perchè sia particolarmente
bravo, zelante o impiccione, ma per dovere impostogli dalla
legge professionale (art. 28 legge notarile, come modificato
solo alcuni mesi fa, con equiparazione in proposito della
scrittura privata autenticata all'atto pubblico sotto il
profilo degli obblighi del notaio, equiparazione peraltro
già sostenuta da decenni dalla dottrina notarile), non si
limita ad una mera certificazione dell'apposizione della
firma in sua presenza (o addirittura della sola autenticità
della stessa, e neanche dell'apposizione in presenza
dell'autenticante, come per l'autentica al mandato
da parte dell'avvocato), ma deve, tra l'altro:
- accertarsi, attraverso l'indagine della volontà delle
parti, che il contenuto della scrittura corrisponda alla
volontà negoziale delle parti e sia idoneo a perseguire
l'interesse dalle stesse perseguito; - verificare
che lo stesso sia conforme a legge, nel complesso e nelle
singole pattuizioni; - accertarsi della capacità di
agire dei sottoscrittori; - verificare, trattandosi di
beni immobili, la legittimazione del dante causa (sotto il
profilo dei titoli di provenienza, del regime patrimoniale
della famiglia, ecc.), l'esattezza dei dati catastali
degli immobili e l'assenza di formalità ipotecarie
pregiudizievoli; - verificare, sia pure sotto un
profilo meramente formale, la regolarità urbanistica del
cespite; - effettuare l'identificazione
antiriciclaggio dei sottoscrittori; - prestare alle
parti consulenza sui profili fiscali dell'atto, in
particolare per quanto concerrne la possibilità di
usufruire di eventuali agevolazioni; - liquidare le
imposte indirette (e dal 2006, in alcuni casi, anche
dirette) applicabili all'atto, rispondendone in proprio
sia verso le parti che verso l'amministrazione
finanziaria (verso quest'ultima senza nessun aggio, con
l'obbligo del non riscosso per riscosso); -
procedere telematicamente alle formalità di registrazione
(nella maggior parte dei casi con corresponsione
dell'inposta il giorno stesso o quello successivo
all'atto, e pertanto prima di aver avuto la
disponibilità delle somme all'uopo ricevute, in
assegni, come prescritto dalla legge, dalle parti),
trascrizione e voltura catastale; - conservare nella
propria raccolta (in modo da poterne rilasciare copia a
chiunque la richieda) l'originale dell'atto, fin
quando continua ad esercitare le funzioni nello stesso
distretto; - ecc., ecc., ecc."
Non credo che questo potrebbero farlo avvocati o segretari
comunali. Del resto il codice deontologico
notarile ribadisce che la forma tipica dell'atto
notarile è l'atto pubblico e che il notaio deve
ricorrere alla scrittura privata autenticata solo se
espressamente richiesto in tal senso dalle parti o se lo
impongano le circostanze del caso (es. parti che si trovano
in luoghi diversi per cui le firme devono essere apposte in
momenti e circostanze diverse, caso per cui non è
ipotizzabile altro che la scriuttura privata
autenticata). Saluti
|
Roberto de Falco 13 luglio 2007 0:00
Scusate, dimenticavo! Avete dato un'occhiata alla
discussione aperta oggi dal titolo "Passaggio auto
senza notaio e senza risparmio!"? Tanto per capire
il senso delle lenzuolate che ci stanno propinando!
|
Roberto de Falco 13 luglio 2007 0:00
Caro stancodellecaste, stavolta (messaggio del 12 luglio a
me rivolto) ho proprio l'impressione che lei stia
scherzando. Lei parla di triplicare il numero dei
notai, così creando concorrenza e portando ad un
abbassamento delle tariffe e ad una diminuzione del loro
reddito individuale, fermo restando che questo rimarrebbe
comunque ragguardevole; ma le sue sono veramente cifre in
libertà (ma sbaglio o aveva detto di fare un lavoro di tipo
manageriale?). Ribadito che - fermo il principio
del numero predeterminato - nessuno (almeno non chi scrive e
mi pare neanche il collega che sta partecipando alla
discussione come max) ha preclusioni circa una eventualmente
diversa determinazione del numero dei notai, se così a
ragion veduta ritenuto necessario (ed una revisione di tale
numero è in corso proprio in questi mesi), i numeri da lei
ipotizzati non reggono ad una sia pur grossolana
analisi. Partiamo dal presupposto che i notai
sono oggi in Italia poco meno di 5.000 (non 5.800, voglio
scandalizzarla sempre di più) ed hanno un reddito medio di
poco superiore ai 400.000 €; hanno quindi un reddito
complessivo di ca. € 2 miliardi (non 2,5); il costo
complessivo per l'utenza del servizio notarile non è
però questo, perchè non corrisponde all'utile (reddito
netto) dell'azienda notariato, ma al fatturato (che
credo sia più o meno il doppio). Dunque il notariato
fattura (e costa alla sua utenza) nel complesso circa 4
miliardi, che, a fronte di 2 miliardi di costi, dà un
reddito netto di 2 miliardi circa. Se
ipotizzassimo di triplicare il numero dei notai, portandoli
a 15.000 (e come mi ha chiesto mi astengo da ogni
considerazione sulla esistenza di altre 10.000 persone in
grado di svolgere questa attività, considerazioni già
fatte da altri ed anche da me in precedenza), come lei
scrive, il fatturato (i 4 miliardi) rimarrebbe invariato, in
caso di stabilità degli onorari, o diminuirebbe ove, come
lei auspica, si producesse un effetto concorrenziale. I
costi, però, aumenterebbero, producendosi un effetto
economico contrario (non saprei come definirlo tecnicamente)
a quello delle economie di scala (è vero che il singolo
notaio avrebbe meno clienti e quindi forse utilizzerebbe
meno carta per fotocopie; ma avrebbe identica necessità di
aggiornarsi, identica necessità di dotazione software,
identiche spese di affitto studio, ecc.; e sicuramente
maggiori oneri previdenziali, dovendo la Cassa Nazionale del
Notariato far fronte alle esigenze di una platea triplicata
con le stesse risorse di prima, dal momento che il fatturato
rimarrebbe, nella migliore delle ipotesi, invariato);
probabilmente i costi non triplicherebbero seguendo il
numero dei notai, ma non mi pare azzardato ipotizzare che
raddoppierebbero, aumentando a 4 milardi, ovvero
raggiungendo il fatturato, eliminando ogni reddito dei notai
(ferma la tariffa attuale) e causando o la sparizione del
notariato o (paradossalmente) la necessità di un
consistente aumento delle tariffe, e quindi del
fatturato. Ed anche se si volesse ipotizzare un
aumento dei costi complessivi del solo 60% (ipotesi
estremamente minimale a fronte della triplicazione del
numero degli studi), questi salirebbero a 3,2 miliardi
riducendo il reddito complessivo ad € 800.000, che
suddiviso per 15.000 notai darebbe una media di € 53.300
lordi, ovvero poco più di € 2.000 mensili netti, cioè
meno di un operaio (poco) specializzato (e senza nessuna
diminuzione di costi per l'utente, dal momento che si
tratta di conteggio basato sull'invarianza degli
onorari) . Le pare ragionevole? Ritiene che in
questa situazione una persona minimamente preparata e valida
dedicherebbe dieci anni della sua vita a cercare di superare
il concorso notarile? Lei conclude scrivendo:
"Mi spieghi Lei, piuttosto, che cosa c'è di così
difficile nella prestazione fornita dal notaio in una
compravendita immobiliare da 200.000 €, e cerchi di fare
capire ad una povera ottusa mente come la mia che cosa
c'è di così trascendentale e complicato in questa
attività. Ah. dimenticavo, già che c'è mi spieghi
pure quanto tempo ci impiega, a guadagnare quei 2000 €
(ammesso che lei ne chieda 2000 €). Sa, a fronte di
argomentazioni solide potrei pure ricredermi".
In realtà credevo di aver risposto già ampiamente a
queste sue domande, ma o lei non ha letto quanto ho scritto
o sono stato io poco chiaro, e pertanto mi ripeterò,
sfidando le ire di Marco, che peraltro ha pienamente
ragione. Quanto ci impiego a stipulare una
compravendita? Ieri le ho spiegato che dedico al mio lavoro
non meno (anzi, credo, molte di più) di 200 ore mensili,
per cui, tenuto conto che stipulo, in media, circa 40 atti
al mese (dei quali molti assai più semplici di una
compravendita, come procure generali, convenzioni
matrimoniali, scioglimenti di società), il tempo medio
dedicato ad una compravendita (tra colloqui preliminari con
i clienti, esame della documentazione, effettuazione
delle visure ipotecarie e catastali o controllo di quelle
effettuate dai dipendenti, redazione dell'atto o
controllo dello stesso, lettura in sede di stipula,
adempimenti successivi) è non inferiore a 5 ore (per quello
che riguarda il mio tempo personale, oltre quello che a
ciascun atto dedicano i miei collaboratori). Cosa
c'è di difficile (di trascendentale niente, glielo
anticipo subito) nella stipula di una compravendita
immobiliare? Anche questo credevo di averlo spiegato, sia
pur per sommi capi (siamo in un blog o in una scuola di
notariato?), nel mio messaggio del primo luglio: il notaio
deve indagare la volontà delle parti; individuare la
fattispecie contrattuale più aderente allo scopo perseguito
dalle parti; prestare alle stesse consulenza sugli aspetti
fiscali del contratto da stipulare; verificare la libertà
dell'immobile da trascrizioni e iscrizioni
pregiudizievoli (come ho scritto qualche giorno fa, non
significa fare un'interrogazione al computer e attendere
la risposta, ma sapere cosa chiedere e sapere interpretare
la risposta); affrontare e risolvere problemi di carattere
urbanistico (di fronte ad ua concessione edilizia che
preveda la realizazzione di un fabbricato "a
destinazione mista", è legittimo urbanisticamente
l'appartamento che il mio cliente vuole comprare?),
successorio (è consigliabile acquistare un immobile da chi,
figlio unico, lo ha ricevuto per donazione dal padre dceduto
20 anni fa? e dal fratello ancora vivente?), fiscale (la
vendita di un locale garage da una impresa non costruttrice
ad un privato è soggetta ad IVA o ad imposta di registro? e
quale è l'aliquota dell'imposta ipotecaria?),
antiriciclaggio (è legittimo il pagamento dei 200.000 €
della sua compravendita con 20 assegni liberi da 10.000
ciascuno?); verificare la legittimità dell'intento
negoziale perseguito dalle parti e dello strumento adottato,
nonchè delle sue singole clausole; ecc. ecc..
Non so se ciò per lei sia sufficientemente difficile; per
me abbastanza, ma non troppo, perchè è il mio lavoro; per
altri, probabilmente, molto. Sinceramente non so
se per lei queste argomentazioni siano tanto solide da
indurla a ricredersi, ma - benchè come ha rilevato max lei
abbia ragione proprio quanto parla del problema di
comunicazione dei notai, che non riescono a spiegare
l'essenza della propria funzione - in ogni caso non
credo di poter protrarre oltre il mio sforzo comunicativo,
anche perchè in fondo mi trovo ad esprimere sempre (come ha
scritto oggi Marco) gli stessi concetti. La
lascio perciò a max (a proposito, fammi sapere chi sei),
che si è appena lanciato nell'agone.
Cordialmente
|
Gourry 12 luglio 2007 0:00
Caro stanco delle caste ops...privato sottufficiale...il
Notaio, catapultato subito dopo il concorso in luoghi spesso
molto lontani da casa, tende poi ad avvicinarsi dove ha
sempre vissuto, come qualunque lavoratore (magistrato
compreso) al quale il destino ha riservato ad inizio
carriera una sede lontana. Non vedo cosa vi sia da criticare
in questo. Ho due cari amici del sud che dopo aver vinto il
concorso, finito l'uditorato, sono andati a sbattere al
nord ed ora ovviamente stanno cercando di tornare al sud
cioè dove sempre hanno vissuto, come farebbe chiunque.
Smettila di ostinarti a continuare una battaglia persa, sei
diventato lo zimbello del forum. Levati dalle palle ciccio
;)
|
Antonella 12 luglio 2007 0:00
Sul sito del sole 24 ho trovato un interessante guida
all'acquisto di un immobile. Guardate cosa dice a
proposito di responsabilita' del notaio.
"Atto pubblico o scrittura privata? Il fatto che
il rogito non venga spesso stipulato sotto forma di atto
pubblico ha, essenzialmente, due motivi di fondo: -
fare una scrittura privata costa un po' di meno (anche
se non molto). Perciò compratore e venditore preferiscono
questa soluzione. - il notaio non vuole rischiare di
assumersi troppe responsabilità in situazioni poco chiare
(compromesso che non condivide, controlli difficili o
impossibili da fare). Perfino la Cassazione (sentenza
475/94) ha riconosciuto la diminuita responsabilità del
notaio, quando il rogito sia predisposto dalle parti o da
altri professionisti, dicendo addirittura che egli non è
obbligato nemmeno a effettuare un controllo ipotecario.
Quindi il consiglio ai cittadini resta: pretendete
senz'altro l'atto pubblico."
(http://www.casa24.ilsole24ore.com/fc?cmd=sez&sezId=10411&ch
Id=47&pageNr=8&artId=649884&back=0) Appare
evidente che in caso di scrittura privata autenticata il
ruolo di funzionario pubblico del notaio si presenta assai
sminuito. A questo punto perche' non consentire ad
avvocati e segretari comunali la possibilita' di
autenticare tali scritture e lasciare l'atto pubblico di
competenza esclusiva dl notaio?
|
Giacomo 12 luglio 2007 0:00
SIBILLA per iniziare un paluso alla
sua delicata femminilita', in secondo luogo
direi che mettere in discussione la difficoltà del concorso
Notarile sia del tutto fuori luogo, come fuori luogo
sarebbe ipotizzare pari grado di difficoltà fra esame di
stato e Concorso. Terzo Mi PREME
RICORDARLE CHE I NOTAI NON HANNO ALCUN INTERESSE A
SPACCIARSI PER AVVOCATI, SONO BENSI' GLI
AVVOCATI CHE AVREBBERO VOLUTO, E TUTT'ORA VORREBBERO,
FARE - A MEZZO SCORCIATOIA LEGISLATIVA - I NOTAI.
Non lo dimentichi.
|
Privato sottufficiale 12 luglio 2007 0:00
Per Bruno. Il notaio è caduto sul
congiuntivo. In compenso ha detto che i notai scelgono
le grandi città "per ovvie ragioni". Noi lo
sapevamo. Anche i magistrati cambiano sede a domanda,
ma si portano dietro lo stipendio in godimento. Mi
domando se i notai tendono a trasferirsi nelle grandi città
per tutelare meglio l'ordinamento e le "fasce
deboli".
|
Max 12 luglio 2007 0:00
x stancodellecaste Max, ti ho già risposto
in precedenza comunque ritorno su quanto già esposto, visto
che si fa finta di non capire. Il reddito non è una
colpa, ma è direttamente proporzionale al costo scaricato
sulle spalle dei cittadini. A meno che tu non mi dimostri
che tale reddito ha altre provenienze. TI
COMUNICO, CON TUA SORPRESA, CHE PER QUALSIASI SERVIZIO O
MERCE CHE VENDI C’E’ UN SOGGETTO CHE ACQUISTA E CHE
QUINDI PAGA. NON ESISTE UN REDDITO CHE PIOVA DAL CIELO. A
FRONTE DI CIO’ CHE PAGA IL CITTADINO C’E’ UN PUBBLICO
UFFICIALE CHE GLI RENDE UN SERVIZIO. Il reddito
del notaio non deriva, come in altri settori, da rapporti
commerciali con l'estero. Grava tutto integralmente
sulle spalle dei cittadini, esattamente come tutti gli altri
servizi pubblici. TI COMUNICO, ALTRESI’, CHE I
SETTORI A CUI TU FAI RIFERIMENTO SONO QUELLI DI COMMERCIO.
PER FORTUNA IL MONDO NON E’ FATTO SOLO DI COMMERCIO MA
ESISTONO ANCHE LE PROFESSIONI INTELLETTUALI (AVVOCATI,
MEDICI, INGEGNERI, ARCHITETTI, ECC..) CHE NON ESPORTANO UN
PIFFERO MA CHE SERVONO COMUNQUE ALLA SOCIETA’ CIVILE.
Ha il cittadino il diritto di valutare se tale
costo è equo o tenuto artificalmente alto a vantaggio di
una categoria?. Direi di sì, a meno che non mi dimostri il
contrario, Costituzione alla mano. A proposito, se sto
infrangendo qualche legge nello scrivere ciò che scrivo,
avvertimi. Sono un cittadino probo, io, pago le tasse e pure
i notai, nonostante quello che costano. CERTO CHE NE HA
IL DIRITTO, SACROSANTO, ED INFATTI HO CHIESTO A TE CHE SEI
UN CITTADINO PROBO CHE PAGA LE TASSE E PURE I NOTAI, QUANTO
SAREBBE GIUSTO PAGARE UN NOTAIO PER QUEL POPO’ DI LAVORO
CHE C’E’ DIETRO UN ATTO? TI AVEVO FATTO L’ESEMPIO DI
UNA VENDITA DA 200.000 EURO, MA NON MI HAI ANCORA RISPOSTO
SU QUESTO… Proseguiamo. Nel quadro
dei redditi delle professioni libere e non in Italia quello
medio dei notai è anomalo in quanto nessuna altra categoria
ha un reddito MEDIO così mostruosamente alto. E, spiacente,
il fatto di dichiarare tutto (solo parzialmente vero, stando
a qualche testimonianza di questo forum) non spiega la
anomalia. FALSO! PER FARE UN RAFFRONTO, PRENDI
IL REDDITO MEDIO DEI PRIMI 5.000 CONTRIBUENTI TRA GLI
AVVOCATI ITALIANI E TI RENDERAI CONTO. MI RACCOMANDO,
PARLIAMO DI REDDITO PERSONALE FISICO E NON DELLE SCATOLE
CINESI DEGLI STUDI ASSOCIATI ALL’AMERICANA. IL
NOTARIATO ITALIANO RAPPRESENTA IL GRADINO PIU’ ALTO NELLA
PREPARAZIONE ALLE DISCIPLINE LEGALI, QUINDI DEVI PRENDERE IN
RAFFRONTO I PRIMI DELLA CLASSE DELLA PROFESSIONE FORENSE.
CHE LAVORO PENSI CHE STIA FACENDO QUEL 95% DI CANDIDATI CHE
VENGONO BOCCIATI AL CONCORSO NOTARILE? Nessuna
altra categoria ha un reddito reale medio (ripeto: MEDIO)
così elevato. Questo è il reddito ...ma è anche il costo
che grava sui cittadini. E' allineato con i redditi (=
costi) REALI delle altre categorie professionali? No. IL
reddito REALE MEDIO di un avvocato, di un commercialista, di
un chirurgo è di 420.000 Euro? No, a meno che non proviate
il contrario. PER LE RAGIONI CHE TI HO GIA’ ESPOSTO,
PER FARE UN RAFFRONTO DEVI PRENDERE A BASE IL REDDITO MEDIO
DEI PRIMI 5.000 AVVOCATI, COMMERCIALISTI O CHIRURGHI.
Perchè la chiamo anomalia? Perchè,ripeto,
quello che i notai vedono come reddito i cittadini lo vedono
come costo. Nel caso dei notai a redditi alti corrispondono
costi alti. Il sospetto che il costo delle prestazioni sia
tenuto artificialmente alto è lecito, e merita un
approfondimnto. Approfondiamo: quale è la caratteristica
del notaio? 1) Offre un servizio obbligatorio per legge
(cioè la legge impone al cittadino di andare dal notaio).
Nel caso del notaio il cittadino non può scegliere, mentre
può scegliere nel caso del chirurgo (può persino farsi
operare all'estero), dell'ingegnere (idem),
dell'avvocato (patrocinio gratuito) e del mediatore
immobiliare (io la casa me la posso vendere per conto
mio) LA LEGGE IMPONE DI ANDARE DAL NOTAIO PER FARE GLI
ATTI COME IMPONE DI ANDARE DA UN CHIRURGO PER FARSI OPERARE,
DA UN AVVOCATO PER FARSI DIFENDERE O DA UN INGEGNERE PER IL
PROGETTO. PUOI ANDARE ALL’ESTERO PER FARTI OPERARE MA NON
PUOI ANDARE ALL’ESTERO PER FARTI DIFENDERE DA UN AVVOCATO
IN UNA CAUSA ITALIANA. TI COMUNICO CHE PUOI ANDARE ANCHE
ALL’ESTERO PER IL NOTAIO. TI SUGGERISCO L’AUSTRIA
PERCHE’ PARE CHE LI’ ABBIANO ADDIRITTURA INIZIATO IL
3X2! 2) Opera in un regime di numero chiuso
e con un controllo territoriale strettissimo
(circoscrizioni) che impediscono la concorrenza. Questo vale
per il chirurgo, per l'ingegnere o per l'avvocato?
No. Per loro non c'è numero chiuso e non c'è
ostacolo ad andare ad operare dove meglio credono. SUL
NUMERO CHIUSO ORMAI SAI COME LA PENSO: SI PUO’ ALLARGARE
MA DEVE RESTARE UNA FUNZIONE REGOLATA CON CONCORSO PUBBLICO
RIGIDO COME LO E’ OGGI. SAI PERCHE’ I NOTAI NON
POSSONO ANDARE DOVE GLI PARE? PERCHE’ SE LA LOGICA FOSSE
QUELLA DEL GUADAGNO PURO, ANDREBBERO TUTTI NELLE ZONE PIU’
RICCHE DEL NORD! ED INVECE LA TUTELA DELL’INTERESSE
COLLETTIVO STA PROPRIO IN QUESTO, NELLA NECESSITA’ CHE
CIASCUNA ZONA, ANCHE LA PIU’ SPERDUTA E DEPRESSA
D’ITALIA, ABBIA UN NOTAIO CHE LA ASSISTE.
Come si spiegano queste specificità? SI spiegano col fatto
che il notaio è un pubblico ufficiale. Ma, guarda un
po', è pure un libero professionista. Come si dice? La
botte piena e la moglie ubriaca... NEL BENE E NEL
MALE! PERCHE’ AI VANTAGGI AI QUALI FAI RIFERIMENTO SI
CONTRAPPONGONO GLI SVANTAGGI: LA STRUTTURA, GLI IMPIEGATI, E
I COSTI SE LI PAGA IL NOTAIO E NON SONO FORNITI DALLO STATO
(COME INVECE ACCADE PER GLI ALTRI PUBBLICI UFFICIALI) ED
ALLO STESSO TEMPO HAI CONTROLLI COSTANTI DELLO STATO SUL TUO
LAVORO E NON PUOI DECIDERE DI PRENDERTI UN MESE DI FERIE E
SALUTARE TUTTI PERCHE’ DEVI ASSISTERE LA SEDE,
Questa specificità crea le condizioni per far sì che
i prezzi delle prestazioni notarili siano tenuti
artificialmente alti? Direi di sì. AL di là del
tariffario, bastano i redditi dei notai (= costi) a
dimostrare che queste tariffe potrebbero essere più basse
se ci fossero più operatori del settore. Come ho già
scritto a De Falco,ad oggi la funzione notarile costa alla
collettività circa 2.5 miliardi di Euro all'anno (parlo
del puro costo dei notai, poi ci sono ovviamente i costi
delle loro strutture) Se triplicassimo il numero dei
notai ed introducessimo un po' di concorrenza tra loro
potremmo risparmiare un bel po' di soldini, diciamo un
miliardino tondo tondo all'anno. Chi risparmierebbe
questi soldini? I cittadini. Chi ci guadagnerebbe: oltre ai
cittadini, i notai in più che avrebbero un lavoro. Chi ci
perderebbe? Chi oggi controlla a proprio vantaggio questo
monopolio, che sarebbe costetto a competere sui prezzi,
senza per questo morire di fame. Non sparo a zero su nessuna
categoria, faccio banalmente una valutazione costi/benefici
ed una analisi dei meccanismi che portano alla
determinazione dei costi notarili. SCUSA, MA
ALLARGANDO IL NUMERO SI ABBASSA SOLO IL REDDITO MEDIO MA CHE
C’ENTRA CON QUELLO CHE CHIAMI IL COSTO DELLA PRESTAZIONE
PER IL SINGOLO CITTADINO? LA TARIFFA PER IL PUBBLICO
SERVIZIO E’ STABILITA DALLA LEGGE, QUINDI IL COSTO E’
IDENTICO ANCHE SE CI SONO PIU’ NOTAI. Non
c'è nulla di criminale in ciò che scrivo, anche se a
giudicare dalle vostre scomposte reazioni parrebbe che vi
trovate di fronte ad un infanticida. Calmi, calmi, è solo
una civile discussione su un forum...ma se reagite in modo
così scomposto, un motivo ci sarà... SPERIO NON
TI RIFERISCA A ME… SONO CALMISSIMO E TI RISPONDO SOLO PER
AMORE DI DIALETTICA. P.S. IN
RIFERIMENTO ALL’ULTIMO MSG POSTATO: “E delle due
l'una: o in queste critiche circa l'esagerazione
degli onorari (e consegnetemente dei redditi) c'è un
fondo di verità oppure i notai hanno un problema di
comunicazione e non sanno spiegare bene la coerenza tra i
loro redditi e l'importanza della loro funzione.”
NON IMMAGINI QUANTO TU ABBIA RAGIONE SUL PUNTO…. I
NOTAI HANNO AVUTO UN PROBLEMA DI COMUNICAZIONE ENORME,
BASANDOSI (ERRONEAMENTE) SUL PRESUPPOSTO CHE LA IMPORTANZA
FONDAMENTALE DELLA LORO FUNZIONE FOSSE RECEPITA DAI
CITTADINI COME TE, ED INVECE…
|
Marco 12 luglio 2007 0:00
Scusate se mi intrometto, sono un insegnante di scuola e ho
letto qualche messaggi odi questa discussione. Non vi sembra
che dovreste calmarvi un po' tutti quanti? Dite sempre
le stesse cose, da ambedue le parti.
|
Enrico 12 luglio 2007 0:00
Cara Sibilla, per bignamini intendevo ovviamente i libri
delle edizioni simone che tutti coloro che hanno affrontato
l'esame di avvocato conoscono bene, in quanto
caratterizzati per riassumere le materie da studiare. A me
come a tanti altri sono serviti allo scopo e se ho parlato
semplicemente di "bignamini" l'ho fatto per
rendere chiaro il concetto anche ai profani della materia.
Le chiedo perdono per questa mia preoccupazione,
evidentemente dale sue parti certe considerazioni sono poco
opportune (mah!). Comunque la conversazione con lei è
diventata imbarazzante, poiché la vedo troppo piena di
livore nei miei confronti, tanto da cercare inutili ed
inconferenti cavilli per scoprire chissà quale segreto
celato dietro la mia persona. Io le tendo una mano nel segno
della reciproca fiducia, sta a lei ora dimostrare di
meritare un posto tra gli esseri senzienti. Cordiali
Saluti, Enrico.
|
stancodellecaste 12 luglio 2007 0:00
Bruno, insiste a far finta di non capire. Quello che Lei
scrive lo so, ma il problema non sta lì. So che il
contenzioso là dove è presente la figura notarile è
minore rispetto a dove non è presente (paesi con sistema
common law). So anche, per la verità, che la prima potenza
economica mondiale (USA) i notai manco sa che cosa sono,
per cui devo dedurre che i notai poi così necessari non
sono per assicurare la efficienza di un sistema. Devo
ammettere però, per onestà intellettuale, che non si può
pensare di eliminare la figura notarile in Italia senza
ipotizzare una revisione radicale del sistema giuridico che
allo stato attuale è pura utopia. Quindi, bene o male la
funzione notarile ce la dobbiamo tenere. So anche che il
concorso notarile è difficile ed estremamente selettivo. A
rigore devo pensare che sia molto ma molto più selettivo
adesso rispetto al passato, dato che il numero dei laureati
è aumentato a dismisura mentre il numero dei posti da
notaio è lo stesso da decenni. Fin qui siamo d'accordo,
inutile ripetersi all'infinito. Ma il problema non è
qui. Il problema, ancora una volta, sta nei costi, e nel
meccanismo che determina tali costi. Alcune domande
semplici semplici: 1) E' vero o non è vero che il
reddito MEDIO dei 5800 notai italiani è di 420.000 €?
2) E' vero o non è vero che tale reddito deriva
totalmente dagli onorari versati dai cittadini? 3) Alla
luce della domanda 2) è corretto o non è corretto dire che
quello che è reddito dal punto di vista del notaio è costo
dal punto di vista dei cittadini e della collettività?
4) E' vero o non è vero che un reddito MEDIO di 420.000
€ per 5800 professionisti (non pochi) rappresenta, dati
alla mano, un caso unico in Italia? 5) Con riferimento
alla domanda 4), mi sa citare una qualunque altra categoria
professionale di almeno 5800 professionisti che abbia un
reddito MEDIO di 420.000 €? (non mi tiri fuori per favore
la storia che gli altri evadono le tasse...qui stiamo
parlando di redditi MEDI, e francamente nè un
commercialista nè un avvocato ha un reddito MEDIO di tale
portata, anche se è vero che ha più possibilità di
"fare del nero") 6) Lei come me la spiega
questa anomalia unica nel suo genere sui redditi/costi di
tale classe professionale? 7) Non ritiene che
aumentando significativamente il numero dei operatori del
settore notarile (a parità, lo ripeto ancora, di
preparazione) ci sia un effetto competizione che porterà ad
un abbassamento dei prezzi con beneficio della collettività
(che pagherà globalmente meno) e dei nuovi notai (che
avranno un posto di lavoro ben retribuito) senza per questo
fare morire di fame i notai già presenti sul mercato e le
loro famiglie più o meno allargate? Queste sono le
domande che pongo. Non metto in discussione ciò che lei ha
scritto, ma il tema è un altro. Apprezzerei risposte
puntuali alle mie domande Saluti
|
bruno 12 luglio 2007 0:00
per stanco delle caste dietro a cifre e numeri continua
a far finta di nulla. si legga quanto da me inviato ieri 11
luglio. Quelli sono dati veri, si parla di P.I.L., di quanto
le cause sulle transazione immobiliari incidano
sull'economina degli U.S.A. (oltre il 2% del P.I.L.
contro lo 0 assoluto o quasi dell'Italia - a quanto
ammontano questi costi? e chi li paga? non li paga la
collettività ma qualcun'altro?) ma da questo orecchio
lei sembra non sentire. Parla di concorrenza. Ma la
concorrenza, in un settore, si fa tra addetti allo stesso
settore; un avvocato può far concorrenza ad un avvocato,
non ad un architetto. Poi, si deve aumentare il numero dei
notai per garantire un miglior servizio alla popolazione:
benissimo. Ma non si può consentire l'accesso senza un
rigoroso concorso quale quello attuale. Se avesse il
buon gusto di informarsi meglio, scoprirebbe che ogni anno
partecipano migliaia di aspiranti notai ai concorsi, che
vengono ridotti a 1500/1800 soltanto dopo la preselezione,
vale a dire un meccanismo ove il canditato in 40 minuti deve
rispondere esattamente a 40 domande - basta un errore per
star fuori - Nonostante i candidati gli scritti vengono
superati da un numero di candidati che generalmente neanche
riesce a coprire i posti messi a concorso. Se ancora
cercherebbe di informarsi scoprirebbe che l'accesso al
notariato non è gestito dai notai, ma direttamente dal
Ministero di Grazia e Giustizia, ove esiste l'Ufficio
del Notariato che non è gestito da notai, ma da dirigenti
pubblici che con l'organizzazione notarile non hanno
nulla a che vedere e che i componenti della commissione
giudicante il concorso sono un magistrato di cassazione -
con funzione di presidente - un magistrato, un professore
universitario di diritto e due notai. La suddivisione
dei notai nel territorio è stabilita dal ministero di
Grazia e Giustizia e non dipendono quindi dalla nostra
volontà: ma provi a immaginare: posto che visto nel nostro
ordinamento - a torto od a ragione che sia - la figura
notarile è considerata un servizio cui debbono accedere
tutti i cittadini, se non ci fossero i distretti quale
notaio nominato andrebbe ad esercitare la professione in
paesini da 3000/5000 abitanti, anziché andarsene subito
nelle grandi metropoli per ovvie ragioni?
|
stancodellecaste 12 luglio 2007 0:00
Bersanotto, riprovo a spiegarmi. Il reddito del notaio è,
fino a prova contraria, l'equivalente del costo gravante
sulle spalle dei cittadini. A meno che Lei mi dimostri che
il notaio prende i soldi da qualche altra parte. Ora, le
faccio un esempio semplice semplice: se un notaio operante
in regime di monopolio guadagna (=costa alla collettività)
420.000 €, cosa accadrebbe se a quel notaio ne fosse
affiancato un secondo ugualmente preparato che gli fa
concorrenza? Il secondo notaio, per rubargli i clienti,
comincerebbe ad applicare onorari più bassi (sempre a
parità di qualità della prestazione). Anche il primo,
allora, comincerebbe a competere sui prezzi, che
scenderebbero fino ad un punto di equilibrio senza per
questo far morire di fame il primo notaio, poverino.
Ipotizziamo che il punto di arrivo sia un reddito per
entrambi i notai di 100.000 €. Vediamo un po' chi ci
guadagna e chi ci perde. Ci guadagna: - la
collettività che invece di 420.000 € spende
complessivamente 200.000 € - ancora la collettività,
che si ritroverebbe ad essere servita non più da un solo
notaio sovraccarico ma da due notai meno sovraccarichi, che
potrebbero quindi fare ancora meglio il loro lavoro -
il secondo notaio che dopo aver vinto il suo bravo concorso
si trova un reddito, comunque non disprezzabile, di 100.000
€ Chi ci perde: il primo notaio, che perde il
monopolio, ma che comunque non morirebbe di fame.
Capito il meccanismo? Ed adesso vuole ancora insistere a
dire che è un problema di invidia sociale?
|
stancodellecaste 12 luglio 2007 0:00
Max, convengo su un punto: che non si possa eliminare in
Italia la figura del notaio senza rivedere tutto il sistema
giuridico (rendendolo molto più simile ai sistemi common
law). E convengo anche che questo cambiamento è
obiettivamente troppo radicale per un paese inerte come
l'Italia da non apparire utopistico. Su questo sì,
convengo. Non convengo però sulla indispensabilità della
figura notarile per garantire il buon funzionamento di un
sistema economico e giuridico, altrimenti non si spiega come
mai gli USA e la Gran Bretagna siano rispettivamente la
prima e la quarta potenza economica mondiale nonostante non
abbiano neanche mai sentito parlare dei notai. E' vero,
ci sarà pure una percentuale del contenzioso più alta, ma
il sistema nel suo complesso tiene ed addirittura ha una
maggiore efficienza del nostro, anche senza i notai.
L'Italia, invece, ha i migliori notai nel mondo,
iperselezionati, ma continua a perdere posizioni (ora siamo
ottavi da quinti che eravamo) e purtroppo continuerà a
perderne. Ma, ripeto, posso essere d'accordo con te nel
ritenere che il problema non è tanto nella presenza o meno
dei notai ma è più in generale nella impostazione di base
del sistema , e che non potendo modificare così
radicalmente il sistema italiano sia realisticamente
impensabile ipotizzare la eliminazione "tout
court" della funzione notarile (come debba poi essere
esercitata la funzione notarile è un altro discorso).
Però il tema centrale, ripeto, è quello dei costi, come
sto cercando da giorni di spiegare. I costi attuali del
sistema notarile sono congrui o sono determinati anche (non
solo, ma anche) da una situazione di monopolio? La mia
posizione è chiara. Questo, ripeto, è il tema principale.
Perchè se i costi dei notai non fossero ritenuti eccessivi
da molti cittadini e se l'intera classe notarile non
fosse vista come una categoria riccamente
"protetta" che rifugge ogni confronto con il
mercato e la sana competizione non starebbe nascendo un
movimento di opinione (che è in crescita costante) che
propone la riforma della figura notarile. E delle due
l'una: o in queste critiche circa l'esagerazione
degli onorari (e consegnetemente dei redditi) c'è un
fondo di verità oppure i notai hanno un problema di
comunicazione e non sanno spiegare bene la coerenza tra i
loro redditi e l'importanza della loro funzione. Ma la
difesa non può essere "tu povero cittadino che non sei
notaio non sei in grado di capire"...perchè questa
frase era esattamente la stessa della nobiltà francese
prima della rivoluzione del 1789...
|
Bersanotto 12 luglio 2007 0:00
Anche a seguito degli ultimi interventi, ripeto la mia idea:
la campagna denigratoria contro i notai è mossa SOLO
dall'invidia, tipo "anche i ricchi piangano".
Se questo è il problema, ripeto, i notai farebbero bene ad
evadere le tasse, così li lasciano un po' in pace. Per
il resto, già ci pensa Visco con le sue aliquote che
gridano vendetta. Ciò che mi dispiace è
constatare, una volta di più, che l'opinione pubblica
si fa influenzare facilmente dagli slogan e dai
"sentito dire", e che ragionare con calma su
aspetti importanti e difficili come questo (ma come tanti
alri ancora, forse ben più importanti per la vita
quotidiana del cittadino) è impossibile. Ancora
nessuno dei denigratori mi ha risposto: ma quale sarà mai
il "problema-notariato", se non che guadagnano
troppo ?
|
stancodellecaste 12 luglio 2007 0:00
Max, ti ho già risposto in precedenza comunque ritorno su
quanto già esposto, visto che si fa finta di non
capire. Il reddito non è una colpa, ma è direttamente
proporzionale al costo scaricato sulle spalle dei cittadini.
A meno che tu non mi dimostri che tale reddito ha altre
provenienze. Il reddito del notaio non deriva, come in altri
settori, da rapporti commerciali con l'estero. Grava
tutto integralmente sulle spalle dei cittadini, esattamente
come tutti gli altri servizi pubblici. Ha il cittadino
il diritto di valutare se tale costo è equo o tenuto
artificalmente alto a vantaggio di una categoria?. Direi di
sì, a meno che non mi dimostri il contrario, Costituzione
alla mano. A proposito, se sto infrangendo qualche legge
nello scrivere ciò che scrivo, avvertimi. Sono un cittadino
probo, io, pago le tasse e pure i notai, nonostante quello
che costano. Proseguiamo. Nel quadro dei redditi
delle professioni libere e non in Italia quello medio dei
notai è anomalo in quanto nessuna altra categoria ha un
reddito MEDIO così mostruosamente alto. E, spiacente, il
fatto di dichiarare tutto (solo parzialmente vero, stando a
qualche testimonianza di questo forum) non spiega la
anomalia. Nessuna altra categoria ha un reddito reale medio
(ripeto: MEDIO) così elevato. Questo è il reddito ...ma è
anche il costo che grava sui cittadini. E' allineato con
i redditi (= costi) REALI delle altre categorie
professionali? No. IL reddito REALE MEDIO di un avvocato, di
un commercialista, di un chirurgo è di 420.000 Euro? No, a
meno che non proviate il contrario. Perchè la chiamo
anomalia? Perchè,ripeto, quello che i notai vedono come
reddito i cittadini lo vedono come costo. Nel caso dei notai
a redditi alti corrispondono costi alti. Il sospetto che il
costo delle prestazioni sia tenuto artificialmente alto è
lecito, e merita un approfondimnto. Approfondiamo: quale è
la caratteristica del notaio? 1) Offre un servizio
obbligatorio per legge (cioè la legge impone al cittadino
di andare dal notaio). Nel caso del notaio il cittadino non
può scegliere, mentre può scegliere nel caso del chirurgo
(può persino farsi operare all'estero),
dell'ingegnere (idem), dell'avvocato (patrocinio
gratuito) e del mediatore immobiliare (io la casa me la
posso vendere per conto mio) 2) Opera in un regime di
numero chiuso e con un controllo territoriale strettissimo
(circoscrizioni) che impediscono la concorrenza. Questo vale
per il chirurgo, per l'ingegnere o per l'avvocato?
No. Per loro non c'è numero chiuso e non c'è
ostacolo ad andare ad operare dove meglio credono. Come
si spiegano queste specificità? SI spiegano col fatto che
il notaio è un pubblico ufficiale. Ma, guarda un po',
è pure un libero professionista. Come si dice? La botte
piena e la moglie ubriaca... Questa specificità crea
le condizioni per far sì che i prezzi delle prestazioni
notarili siano tenuti artificialmente alti? Direi di sì. AL
di là del tariffario, bastano i redditi dei notai (= costi)
a dimostrare che queste tariffe potrebbero essere più basse
se ci fossero più operatori del settore. Come ho già
scritto a De Falco,ad oggi la funzione notarile costa alla
collettività circa 2.5 miliardi di Euro all'anno (parlo
del puro costo dei notai, poi ci sono ovviamente i costi
delle loro strutture) Se triplicassimo il numero dei
notai ed introducessimo un po' di concorrenza tra loro
potremmo risparmiare un bel po' di soldini, diciamo un
miliardino tondo tondo all'anno. Chi risparmierebbe
questi soldini? I cittadini. Chi ci guadagnerebbe: oltre ai
cittadini, i notai in più che avrebbero un lavoro. Chi ci
perderebbe? Chi oggi controlla a proprio vantaggio questo
monopolio, che sarebbe costetto a competere sui prezzi,
senza per questo morire di fame. Non sparo a zero su nessuna
categoria, faccio banalmente una valutazione costi/benefici
ed una analisi dei meccanismi che portano alla
determinazione dei costi notarili. Non c'è nulla
di criminale in ciò che scrivo, anche se a giudicare dalle
vostre scomposte reazioni parrebbe che vi trovate di fronte
ad un infanticida. Calmi, calmi, è solo una civile
discussione su un forum...ma se reagite in modo così
scomposto, un motivo ci sarà...
|
Commenti
|
|
|
|