Commenti
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Enrico 13 luglio 2007 0:00
Cara Sibilla, un medico sa che le edizioni simone pubblicano
libri molto stringati su materie giuridiche? Spero che
il suo nervosismo sia dovuto solo a circostanze contingenti
perché comportarsi così come sta facendo lei non è indice
di equilibrio mentale. Spero che il suo brutto periodo passi
e torni anche per lei a splendere il sole.
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Antonella 13 luglio 2007 0:00
Caro Notaio De Falco, è vero che c'e' stata
equiparazione fra atto pubblico e scrittura privata
autenticata, questo sostanzialmente vuol dire che il notaio
non puo' autenticare scritture che contengano accordi
espressamente proibiti dalla legge, o manifestamente
contrari al buon costume o all’ordine pubblico. In quanto
al resto non cambia nulla, in particolare il notaio non ha
nemmeno l'obbligo di effettuare visure ipotecarie, anzi,
da quest'ultimo adempimento puo' essere dispensato
se vi e' l'accordo delle parti. Sono certo che non
e' il suo caso, ma il notaio della mia città in TUTTI i
suoi atti inserisce la clausola di esonero. Io sono
d'accordo con lei quando dice che la via maestra
dovrebbe essere sempre l'atto pubblico, ma dato che la
legge lo consente, non vedo per quale motivo l'autentica
di un contratto non possa essere affidata ad altri
professionisti del diritto. Lei dice che gli avvocati non
sarebbero capaci: giudizio piuttosto gratuito, dato che
anche loro hanno studiato diritto privato, civile,
commerciale e fallimentare, inoltre, da quel che mi risulta
anche loro talvolta si trovano ad affrontare il problema
della trascrizione nei registri immobiliari di sentenze (di
usucapione in particolare). In merito alle mposte la sua
argomentazione è puttosto debole: se mi dice che il notaio
serve perche' sa come si calcola l'imposta di
registro non fa che svilire la professione, ci sono i
ragionieri per quello. Ma questo lei lo sa, sono certo che
nel suo studio le imposte sugli atti le calcola la sua
segretaria.
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Max 13 luglio 2007 0:00
Una esortazione per tutti… Un conto è l’amore per
la dialettica ed il giusto contrapporsi di idee diverse che
è la base della democrazia (in questo mi diverto con
stancodellecaste e credo faccia altrettanto lui) ed un
conto, invece, sono le offese. Vi pregherei, quindi, di
moderare i toni e mi riferisco agli ultimi messaggi
intercorsi tra Sibilla & Co. Qui ciascuno nella
società civile ha la sua funzione: gli avvocati sono
necessari quanto i notai. Ciascuno ha le sue specificità.
Anche le dita della mano sono diverse tra loro, ma servono
tutte.
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Sibilla 13 luglio 2007 0:00
Per Enrico (che tende la mano per dimostrare di non avere il
braccino corto) Rendo noto che per Enrico tutti "i
profani della materia" sono così ignoranti da non
saper che cosa è un Simone!! Apprezzate, popolino, il suo
sforzo di abbassarsi al vostro livello! E caro Enrico,
senza offesa, se tu sei un rappresentante degli "esseri
senzienti" ben felice di non farne parte!! Ti dovresti
imbarazzare di quello che dici pallone gonfiato!
Per Giacomo Scusa ho forse detto qualcosa circa
la difficoltà del concorso notarile che non rammento?
L'ho forse paragonato all'esame di stato? Quando?
Certo sarò anche poco femminile ma credo che qualcuno mi
sogni la notte!!! Riguardo al terzo punto parli per te
o per tutta la categoria? No perchè altrimenti oltre ad
essere onnisciente hai anche la palla di vetro. Rgazzi
(si fa per dire)per cortesia giù dal piedistallo!
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Roberto de Falco 13 luglio 2007 0:00
Cara Antonella, quello che ha letto è giusto, ma un pò
datato: l'art. 12 della l. 28 novembre 2005, n. 246, ha
modificato l'art. 28 della legge notarile, equiparando
del tutto le responsabilità notarili per l'atto
pubblico o per la scrittura privata autenticata.
Le ricopio quanto scrissi su questo forum lo scorso primo
luglio: "il notaio (non perchè sia particolarmente
bravo, zelante o impiccione, ma per dovere impostogli dalla
legge professionale (art. 28 legge notarile, come modificato
solo alcuni mesi fa, con equiparazione in proposito della
scrittura privata autenticata all'atto pubblico sotto il
profilo degli obblighi del notaio, equiparazione peraltro
già sostenuta da decenni dalla dottrina notarile), non si
limita ad una mera certificazione dell'apposizione della
firma in sua presenza (o addirittura della sola autenticità
della stessa, e neanche dell'apposizione in presenza
dell'autenticante, come per l'autentica al mandato
da parte dell'avvocato), ma deve, tra l'altro:
- accertarsi, attraverso l'indagine della volontà delle
parti, che il contenuto della scrittura corrisponda alla
volontà negoziale delle parti e sia idoneo a perseguire
l'interesse dalle stesse perseguito; - verificare
che lo stesso sia conforme a legge, nel complesso e nelle
singole pattuizioni; - accertarsi della capacità di
agire dei sottoscrittori; - verificare, trattandosi di
beni immobili, la legittimazione del dante causa (sotto il
profilo dei titoli di provenienza, del regime patrimoniale
della famiglia, ecc.), l'esattezza dei dati catastali
degli immobili e l'assenza di formalità ipotecarie
pregiudizievoli; - verificare, sia pure sotto un
profilo meramente formale, la regolarità urbanistica del
cespite; - effettuare l'identificazione
antiriciclaggio dei sottoscrittori; - prestare alle
parti consulenza sui profili fiscali dell'atto, in
particolare per quanto concerrne la possibilità di
usufruire di eventuali agevolazioni; - liquidare le
imposte indirette (e dal 2006, in alcuni casi, anche
dirette) applicabili all'atto, rispondendone in proprio
sia verso le parti che verso l'amministrazione
finanziaria (verso quest'ultima senza nessun aggio, con
l'obbligo del non riscosso per riscosso); -
procedere telematicamente alle formalità di registrazione
(nella maggior parte dei casi con corresponsione
dell'inposta il giorno stesso o quello successivo
all'atto, e pertanto prima di aver avuto la
disponibilità delle somme all'uopo ricevute, in
assegni, come prescritto dalla legge, dalle parti),
trascrizione e voltura catastale; - conservare nella
propria raccolta (in modo da poterne rilasciare copia a
chiunque la richieda) l'originale dell'atto, fin
quando continua ad esercitare le funzioni nello stesso
distretto; - ecc., ecc., ecc."
Non credo che questo potrebbero farlo avvocati o segretari
comunali. Del resto il codice deontologico
notarile ribadisce che la forma tipica dell'atto
notarile è l'atto pubblico e che il notaio deve
ricorrere alla scrittura privata autenticata solo se
espressamente richiesto in tal senso dalle parti o se lo
impongano le circostanze del caso (es. parti che si trovano
in luoghi diversi per cui le firme devono essere apposte in
momenti e circostanze diverse, caso per cui non è
ipotizzabile altro che la scriuttura privata
autenticata). Saluti
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Roberto de Falco 13 luglio 2007 0:00
Scusate, dimenticavo! Avete dato un'occhiata alla
discussione aperta oggi dal titolo "Passaggio auto
senza notaio e senza risparmio!"? Tanto per capire
il senso delle lenzuolate che ci stanno propinando!
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Roberto de Falco 13 luglio 2007 0:00
Caro stancodellecaste, stavolta (messaggio del 12 luglio a
me rivolto) ho proprio l'impressione che lei stia
scherzando. Lei parla di triplicare il numero dei
notai, così creando concorrenza e portando ad un
abbassamento delle tariffe e ad una diminuzione del loro
reddito individuale, fermo restando che questo rimarrebbe
comunque ragguardevole; ma le sue sono veramente cifre in
libertà (ma sbaglio o aveva detto di fare un lavoro di tipo
manageriale?). Ribadito che - fermo il principio
del numero predeterminato - nessuno (almeno non chi scrive e
mi pare neanche il collega che sta partecipando alla
discussione come max) ha preclusioni circa una eventualmente
diversa determinazione del numero dei notai, se così a
ragion veduta ritenuto necessario (ed una revisione di tale
numero è in corso proprio in questi mesi), i numeri da lei
ipotizzati non reggono ad una sia pur grossolana
analisi. Partiamo dal presupposto che i notai
sono oggi in Italia poco meno di 5.000 (non 5.800, voglio
scandalizzarla sempre di più) ed hanno un reddito medio di
poco superiore ai 400.000 €; hanno quindi un reddito
complessivo di ca. € 2 miliardi (non 2,5); il costo
complessivo per l'utenza del servizio notarile non è
però questo, perchè non corrisponde all'utile (reddito
netto) dell'azienda notariato, ma al fatturato (che
credo sia più o meno il doppio). Dunque il notariato
fattura (e costa alla sua utenza) nel complesso circa 4
miliardi, che, a fronte di 2 miliardi di costi, dà un
reddito netto di 2 miliardi circa. Se
ipotizzassimo di triplicare il numero dei notai, portandoli
a 15.000 (e come mi ha chiesto mi astengo da ogni
considerazione sulla esistenza di altre 10.000 persone in
grado di svolgere questa attività, considerazioni già
fatte da altri ed anche da me in precedenza), come lei
scrive, il fatturato (i 4 miliardi) rimarrebbe invariato, in
caso di stabilità degli onorari, o diminuirebbe ove, come
lei auspica, si producesse un effetto concorrenziale. I
costi, però, aumenterebbero, producendosi un effetto
economico contrario (non saprei come definirlo tecnicamente)
a quello delle economie di scala (è vero che il singolo
notaio avrebbe meno clienti e quindi forse utilizzerebbe
meno carta per fotocopie; ma avrebbe identica necessità di
aggiornarsi, identica necessità di dotazione software,
identiche spese di affitto studio, ecc.; e sicuramente
maggiori oneri previdenziali, dovendo la Cassa Nazionale del
Notariato far fronte alle esigenze di una platea triplicata
con le stesse risorse di prima, dal momento che il fatturato
rimarrebbe, nella migliore delle ipotesi, invariato);
probabilmente i costi non triplicherebbero seguendo il
numero dei notai, ma non mi pare azzardato ipotizzare che
raddoppierebbero, aumentando a 4 milardi, ovvero
raggiungendo il fatturato, eliminando ogni reddito dei notai
(ferma la tariffa attuale) e causando o la sparizione del
notariato o (paradossalmente) la necessità di un
consistente aumento delle tariffe, e quindi del
fatturato. Ed anche se si volesse ipotizzare un
aumento dei costi complessivi del solo 60% (ipotesi
estremamente minimale a fronte della triplicazione del
numero degli studi), questi salirebbero a 3,2 miliardi
riducendo il reddito complessivo ad € 800.000, che
suddiviso per 15.000 notai darebbe una media di € 53.300
lordi, ovvero poco più di € 2.000 mensili netti, cioè
meno di un operaio (poco) specializzato (e senza nessuna
diminuzione di costi per l'utente, dal momento che si
tratta di conteggio basato sull'invarianza degli
onorari) . Le pare ragionevole? Ritiene che in
questa situazione una persona minimamente preparata e valida
dedicherebbe dieci anni della sua vita a cercare di superare
il concorso notarile? Lei conclude scrivendo:
"Mi spieghi Lei, piuttosto, che cosa c'è di così
difficile nella prestazione fornita dal notaio in una
compravendita immobiliare da 200.000 €, e cerchi di fare
capire ad una povera ottusa mente come la mia che cosa
c'è di così trascendentale e complicato in questa
attività. Ah. dimenticavo, già che c'è mi spieghi
pure quanto tempo ci impiega, a guadagnare quei 2000 €
(ammesso che lei ne chieda 2000 €). Sa, a fronte di
argomentazioni solide potrei pure ricredermi".
In realtà credevo di aver risposto già ampiamente a
queste sue domande, ma o lei non ha letto quanto ho scritto
o sono stato io poco chiaro, e pertanto mi ripeterò,
sfidando le ire di Marco, che peraltro ha pienamente
ragione. Quanto ci impiego a stipulare una
compravendita? Ieri le ho spiegato che dedico al mio lavoro
non meno (anzi, credo, molte di più) di 200 ore mensili,
per cui, tenuto conto che stipulo, in media, circa 40 atti
al mese (dei quali molti assai più semplici di una
compravendita, come procure generali, convenzioni
matrimoniali, scioglimenti di società), il tempo medio
dedicato ad una compravendita (tra colloqui preliminari con
i clienti, esame della documentazione, effettuazione
delle visure ipotecarie e catastali o controllo di quelle
effettuate dai dipendenti, redazione dell'atto o
controllo dello stesso, lettura in sede di stipula,
adempimenti successivi) è non inferiore a 5 ore (per quello
che riguarda il mio tempo personale, oltre quello che a
ciascun atto dedicano i miei collaboratori). Cosa
c'è di difficile (di trascendentale niente, glielo
anticipo subito) nella stipula di una compravendita
immobiliare? Anche questo credevo di averlo spiegato, sia
pur per sommi capi (siamo in un blog o in una scuola di
notariato?), nel mio messaggio del primo luglio: il notaio
deve indagare la volontà delle parti; individuare la
fattispecie contrattuale più aderente allo scopo perseguito
dalle parti; prestare alle stesse consulenza sugli aspetti
fiscali del contratto da stipulare; verificare la libertà
dell'immobile da trascrizioni e iscrizioni
pregiudizievoli (come ho scritto qualche giorno fa, non
significa fare un'interrogazione al computer e attendere
la risposta, ma sapere cosa chiedere e sapere interpretare
la risposta); affrontare e risolvere problemi di carattere
urbanistico (di fronte ad ua concessione edilizia che
preveda la realizazzione di un fabbricato "a
destinazione mista", è legittimo urbanisticamente
l'appartamento che il mio cliente vuole comprare?),
successorio (è consigliabile acquistare un immobile da chi,
figlio unico, lo ha ricevuto per donazione dal padre dceduto
20 anni fa? e dal fratello ancora vivente?), fiscale (la
vendita di un locale garage da una impresa non costruttrice
ad un privato è soggetta ad IVA o ad imposta di registro? e
quale è l'aliquota dell'imposta ipotecaria?),
antiriciclaggio (è legittimo il pagamento dei 200.000 €
della sua compravendita con 20 assegni liberi da 10.000
ciascuno?); verificare la legittimità dell'intento
negoziale perseguito dalle parti e dello strumento adottato,
nonchè delle sue singole clausole; ecc. ecc..
Non so se ciò per lei sia sufficientemente difficile; per
me abbastanza, ma non troppo, perchè è il mio lavoro; per
altri, probabilmente, molto. Sinceramente non so
se per lei queste argomentazioni siano tanto solide da
indurla a ricredersi, ma - benchè come ha rilevato max lei
abbia ragione proprio quanto parla del problema di
comunicazione dei notai, che non riescono a spiegare
l'essenza della propria funzione - in ogni caso non
credo di poter protrarre oltre il mio sforzo comunicativo,
anche perchè in fondo mi trovo ad esprimere sempre (come ha
scritto oggi Marco) gli stessi concetti. La
lascio perciò a max (a proposito, fammi sapere chi sei),
che si è appena lanciato nell'agone.
Cordialmente
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Gourry 12 luglio 2007 0:00
Caro stanco delle caste ops...privato sottufficiale...il
Notaio, catapultato subito dopo il concorso in luoghi spesso
molto lontani da casa, tende poi ad avvicinarsi dove ha
sempre vissuto, come qualunque lavoratore (magistrato
compreso) al quale il destino ha riservato ad inizio
carriera una sede lontana. Non vedo cosa vi sia da criticare
in questo. Ho due cari amici del sud che dopo aver vinto il
concorso, finito l'uditorato, sono andati a sbattere al
nord ed ora ovviamente stanno cercando di tornare al sud
cioè dove sempre hanno vissuto, come farebbe chiunque.
Smettila di ostinarti a continuare una battaglia persa, sei
diventato lo zimbello del forum. Levati dalle palle ciccio
;)
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Antonella 12 luglio 2007 0:00
Sul sito del sole 24 ho trovato un interessante guida
all'acquisto di un immobile. Guardate cosa dice a
proposito di responsabilita' del notaio.
"Atto pubblico o scrittura privata? Il fatto che
il rogito non venga spesso stipulato sotto forma di atto
pubblico ha, essenzialmente, due motivi di fondo: -
fare una scrittura privata costa un po' di meno (anche
se non molto). Perciò compratore e venditore preferiscono
questa soluzione. - il notaio non vuole rischiare di
assumersi troppe responsabilità in situazioni poco chiare
(compromesso che non condivide, controlli difficili o
impossibili da fare). Perfino la Cassazione (sentenza
475/94) ha riconosciuto la diminuita responsabilità del
notaio, quando il rogito sia predisposto dalle parti o da
altri professionisti, dicendo addirittura che egli non è
obbligato nemmeno a effettuare un controllo ipotecario.
Quindi il consiglio ai cittadini resta: pretendete
senz'altro l'atto pubblico."
(http://www.casa24.ilsole24ore.com/fc?cmd=sez&sezId=10411&ch
Id=47&pageNr=8&artId=649884&back=0) Appare
evidente che in caso di scrittura privata autenticata il
ruolo di funzionario pubblico del notaio si presenta assai
sminuito. A questo punto perche' non consentire ad
avvocati e segretari comunali la possibilita' di
autenticare tali scritture e lasciare l'atto pubblico di
competenza esclusiva dl notaio?
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Giacomo 12 luglio 2007 0:00
SIBILLA per iniziare un paluso alla
sua delicata femminilita', in secondo luogo
direi che mettere in discussione la difficoltà del concorso
Notarile sia del tutto fuori luogo, come fuori luogo
sarebbe ipotizzare pari grado di difficoltà fra esame di
stato e Concorso. Terzo Mi PREME
RICORDARLE CHE I NOTAI NON HANNO ALCUN INTERESSE A
SPACCIARSI PER AVVOCATI, SONO BENSI' GLI
AVVOCATI CHE AVREBBERO VOLUTO, E TUTT'ORA VORREBBERO,
FARE - A MEZZO SCORCIATOIA LEGISLATIVA - I NOTAI.
Non lo dimentichi.
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Privato sottufficiale 12 luglio 2007 0:00
Per Bruno. Il notaio è caduto sul
congiuntivo. In compenso ha detto che i notai scelgono
le grandi città "per ovvie ragioni". Noi lo
sapevamo. Anche i magistrati cambiano sede a domanda,
ma si portano dietro lo stipendio in godimento. Mi
domando se i notai tendono a trasferirsi nelle grandi città
per tutelare meglio l'ordinamento e le "fasce
deboli".
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Max 12 luglio 2007 0:00
x stancodellecaste Max, ti ho già risposto
in precedenza comunque ritorno su quanto già esposto, visto
che si fa finta di non capire. Il reddito non è una
colpa, ma è direttamente proporzionale al costo scaricato
sulle spalle dei cittadini. A meno che tu non mi dimostri
che tale reddito ha altre provenienze. TI
COMUNICO, CON TUA SORPRESA, CHE PER QUALSIASI SERVIZIO O
MERCE CHE VENDI C’E’ UN SOGGETTO CHE ACQUISTA E CHE
QUINDI PAGA. NON ESISTE UN REDDITO CHE PIOVA DAL CIELO. A
FRONTE DI CIO’ CHE PAGA IL CITTADINO C’E’ UN PUBBLICO
UFFICIALE CHE GLI RENDE UN SERVIZIO. Il reddito
del notaio non deriva, come in altri settori, da rapporti
commerciali con l'estero. Grava tutto integralmente
sulle spalle dei cittadini, esattamente come tutti gli altri
servizi pubblici. TI COMUNICO, ALTRESI’, CHE I
SETTORI A CUI TU FAI RIFERIMENTO SONO QUELLI DI COMMERCIO.
PER FORTUNA IL MONDO NON E’ FATTO SOLO DI COMMERCIO MA
ESISTONO ANCHE LE PROFESSIONI INTELLETTUALI (AVVOCATI,
MEDICI, INGEGNERI, ARCHITETTI, ECC..) CHE NON ESPORTANO UN
PIFFERO MA CHE SERVONO COMUNQUE ALLA SOCIETA’ CIVILE.
Ha il cittadino il diritto di valutare se tale
costo è equo o tenuto artificalmente alto a vantaggio di
una categoria?. Direi di sì, a meno che non mi dimostri il
contrario, Costituzione alla mano. A proposito, se sto
infrangendo qualche legge nello scrivere ciò che scrivo,
avvertimi. Sono un cittadino probo, io, pago le tasse e pure
i notai, nonostante quello che costano. CERTO CHE NE HA
IL DIRITTO, SACROSANTO, ED INFATTI HO CHIESTO A TE CHE SEI
UN CITTADINO PROBO CHE PAGA LE TASSE E PURE I NOTAI, QUANTO
SAREBBE GIUSTO PAGARE UN NOTAIO PER QUEL POPO’ DI LAVORO
CHE C’E’ DIETRO UN ATTO? TI AVEVO FATTO L’ESEMPIO DI
UNA VENDITA DA 200.000 EURO, MA NON MI HAI ANCORA RISPOSTO
SU QUESTO… Proseguiamo. Nel quadro
dei redditi delle professioni libere e non in Italia quello
medio dei notai è anomalo in quanto nessuna altra categoria
ha un reddito MEDIO così mostruosamente alto. E, spiacente,
il fatto di dichiarare tutto (solo parzialmente vero, stando
a qualche testimonianza di questo forum) non spiega la
anomalia. FALSO! PER FARE UN RAFFRONTO, PRENDI
IL REDDITO MEDIO DEI PRIMI 5.000 CONTRIBUENTI TRA GLI
AVVOCATI ITALIANI E TI RENDERAI CONTO. MI RACCOMANDO,
PARLIAMO DI REDDITO PERSONALE FISICO E NON DELLE SCATOLE
CINESI DEGLI STUDI ASSOCIATI ALL’AMERICANA. IL
NOTARIATO ITALIANO RAPPRESENTA IL GRADINO PIU’ ALTO NELLA
PREPARAZIONE ALLE DISCIPLINE LEGALI, QUINDI DEVI PRENDERE IN
RAFFRONTO I PRIMI DELLA CLASSE DELLA PROFESSIONE FORENSE.
CHE LAVORO PENSI CHE STIA FACENDO QUEL 95% DI CANDIDATI CHE
VENGONO BOCCIATI AL CONCORSO NOTARILE? Nessuna
altra categoria ha un reddito reale medio (ripeto: MEDIO)
così elevato. Questo è il reddito ...ma è anche il costo
che grava sui cittadini. E' allineato con i redditi (=
costi) REALI delle altre categorie professionali? No. IL
reddito REALE MEDIO di un avvocato, di un commercialista, di
un chirurgo è di 420.000 Euro? No, a meno che non proviate
il contrario. PER LE RAGIONI CHE TI HO GIA’ ESPOSTO,
PER FARE UN RAFFRONTO DEVI PRENDERE A BASE IL REDDITO MEDIO
DEI PRIMI 5.000 AVVOCATI, COMMERCIALISTI O CHIRURGHI.
Perchè la chiamo anomalia? Perchè,ripeto,
quello che i notai vedono come reddito i cittadini lo vedono
come costo. Nel caso dei notai a redditi alti corrispondono
costi alti. Il sospetto che il costo delle prestazioni sia
tenuto artificialmente alto è lecito, e merita un
approfondimnto. Approfondiamo: quale è la caratteristica
del notaio? 1) Offre un servizio obbligatorio per legge
(cioè la legge impone al cittadino di andare dal notaio).
Nel caso del notaio il cittadino non può scegliere, mentre
può scegliere nel caso del chirurgo (può persino farsi
operare all'estero), dell'ingegnere (idem),
dell'avvocato (patrocinio gratuito) e del mediatore
immobiliare (io la casa me la posso vendere per conto
mio) LA LEGGE IMPONE DI ANDARE DAL NOTAIO PER FARE GLI
ATTI COME IMPONE DI ANDARE DA UN CHIRURGO PER FARSI OPERARE,
DA UN AVVOCATO PER FARSI DIFENDERE O DA UN INGEGNERE PER IL
PROGETTO. PUOI ANDARE ALL’ESTERO PER FARTI OPERARE MA NON
PUOI ANDARE ALL’ESTERO PER FARTI DIFENDERE DA UN AVVOCATO
IN UNA CAUSA ITALIANA. TI COMUNICO CHE PUOI ANDARE ANCHE
ALL’ESTERO PER IL NOTAIO. TI SUGGERISCO L’AUSTRIA
PERCHE’ PARE CHE LI’ ABBIANO ADDIRITTURA INIZIATO IL
3X2! 2) Opera in un regime di numero chiuso
e con un controllo territoriale strettissimo
(circoscrizioni) che impediscono la concorrenza. Questo vale
per il chirurgo, per l'ingegnere o per l'avvocato?
No. Per loro non c'è numero chiuso e non c'è
ostacolo ad andare ad operare dove meglio credono. SUL
NUMERO CHIUSO ORMAI SAI COME LA PENSO: SI PUO’ ALLARGARE
MA DEVE RESTARE UNA FUNZIONE REGOLATA CON CONCORSO PUBBLICO
RIGIDO COME LO E’ OGGI. SAI PERCHE’ I NOTAI NON
POSSONO ANDARE DOVE GLI PARE? PERCHE’ SE LA LOGICA FOSSE
QUELLA DEL GUADAGNO PURO, ANDREBBERO TUTTI NELLE ZONE PIU’
RICCHE DEL NORD! ED INVECE LA TUTELA DELL’INTERESSE
COLLETTIVO STA PROPRIO IN QUESTO, NELLA NECESSITA’ CHE
CIASCUNA ZONA, ANCHE LA PIU’ SPERDUTA E DEPRESSA
D’ITALIA, ABBIA UN NOTAIO CHE LA ASSISTE.
Come si spiegano queste specificità? SI spiegano col fatto
che il notaio è un pubblico ufficiale. Ma, guarda un
po', è pure un libero professionista. Come si dice? La
botte piena e la moglie ubriaca... NEL BENE E NEL
MALE! PERCHE’ AI VANTAGGI AI QUALI FAI RIFERIMENTO SI
CONTRAPPONGONO GLI SVANTAGGI: LA STRUTTURA, GLI IMPIEGATI, E
I COSTI SE LI PAGA IL NOTAIO E NON SONO FORNITI DALLO STATO
(COME INVECE ACCADE PER GLI ALTRI PUBBLICI UFFICIALI) ED
ALLO STESSO TEMPO HAI CONTROLLI COSTANTI DELLO STATO SUL TUO
LAVORO E NON PUOI DECIDERE DI PRENDERTI UN MESE DI FERIE E
SALUTARE TUTTI PERCHE’ DEVI ASSISTERE LA SEDE,
Questa specificità crea le condizioni per far sì che
i prezzi delle prestazioni notarili siano tenuti
artificialmente alti? Direi di sì. AL di là del
tariffario, bastano i redditi dei notai (= costi) a
dimostrare che queste tariffe potrebbero essere più basse
se ci fossero più operatori del settore. Come ho già
scritto a De Falco,ad oggi la funzione notarile costa alla
collettività circa 2.5 miliardi di Euro all'anno (parlo
del puro costo dei notai, poi ci sono ovviamente i costi
delle loro strutture) Se triplicassimo il numero dei
notai ed introducessimo un po' di concorrenza tra loro
potremmo risparmiare un bel po' di soldini, diciamo un
miliardino tondo tondo all'anno. Chi risparmierebbe
questi soldini? I cittadini. Chi ci guadagnerebbe: oltre ai
cittadini, i notai in più che avrebbero un lavoro. Chi ci
perderebbe? Chi oggi controlla a proprio vantaggio questo
monopolio, che sarebbe costetto a competere sui prezzi,
senza per questo morire di fame. Non sparo a zero su nessuna
categoria, faccio banalmente una valutazione costi/benefici
ed una analisi dei meccanismi che portano alla
determinazione dei costi notarili. SCUSA, MA
ALLARGANDO IL NUMERO SI ABBASSA SOLO IL REDDITO MEDIO MA CHE
C’ENTRA CON QUELLO CHE CHIAMI IL COSTO DELLA PRESTAZIONE
PER IL SINGOLO CITTADINO? LA TARIFFA PER IL PUBBLICO
SERVIZIO E’ STABILITA DALLA LEGGE, QUINDI IL COSTO E’
IDENTICO ANCHE SE CI SONO PIU’ NOTAI. Non
c'è nulla di criminale in ciò che scrivo, anche se a
giudicare dalle vostre scomposte reazioni parrebbe che vi
trovate di fronte ad un infanticida. Calmi, calmi, è solo
una civile discussione su un forum...ma se reagite in modo
così scomposto, un motivo ci sarà... SPERIO NON
TI RIFERISCA A ME… SONO CALMISSIMO E TI RISPONDO SOLO PER
AMORE DI DIALETTICA. P.S. IN
RIFERIMENTO ALL’ULTIMO MSG POSTATO: “E delle due
l'una: o in queste critiche circa l'esagerazione
degli onorari (e consegnetemente dei redditi) c'è un
fondo di verità oppure i notai hanno un problema di
comunicazione e non sanno spiegare bene la coerenza tra i
loro redditi e l'importanza della loro funzione.”
NON IMMAGINI QUANTO TU ABBIA RAGIONE SUL PUNTO…. I
NOTAI HANNO AVUTO UN PROBLEMA DI COMUNICAZIONE ENORME,
BASANDOSI (ERRONEAMENTE) SUL PRESUPPOSTO CHE LA IMPORTANZA
FONDAMENTALE DELLA LORO FUNZIONE FOSSE RECEPITA DAI
CITTADINI COME TE, ED INVECE…
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Marco 12 luglio 2007 0:00
Scusate se mi intrometto, sono un insegnante di scuola e ho
letto qualche messaggi odi questa discussione. Non vi sembra
che dovreste calmarvi un po' tutti quanti? Dite sempre
le stesse cose, da ambedue le parti.
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Enrico 12 luglio 2007 0:00
Cara Sibilla, per bignamini intendevo ovviamente i libri
delle edizioni simone che tutti coloro che hanno affrontato
l'esame di avvocato conoscono bene, in quanto
caratterizzati per riassumere le materie da studiare. A me
come a tanti altri sono serviti allo scopo e se ho parlato
semplicemente di "bignamini" l'ho fatto per
rendere chiaro il concetto anche ai profani della materia.
Le chiedo perdono per questa mia preoccupazione,
evidentemente dale sue parti certe considerazioni sono poco
opportune (mah!). Comunque la conversazione con lei è
diventata imbarazzante, poiché la vedo troppo piena di
livore nei miei confronti, tanto da cercare inutili ed
inconferenti cavilli per scoprire chissà quale segreto
celato dietro la mia persona. Io le tendo una mano nel segno
della reciproca fiducia, sta a lei ora dimostrare di
meritare un posto tra gli esseri senzienti. Cordiali
Saluti, Enrico.
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stancodellecaste 12 luglio 2007 0:00
Bruno, insiste a far finta di non capire. Quello che Lei
scrive lo so, ma il problema non sta lì. So che il
contenzioso là dove è presente la figura notarile è
minore rispetto a dove non è presente (paesi con sistema
common law). So anche, per la verità, che la prima potenza
economica mondiale (USA) i notai manco sa che cosa sono,
per cui devo dedurre che i notai poi così necessari non
sono per assicurare la efficienza di un sistema. Devo
ammettere però, per onestà intellettuale, che non si può
pensare di eliminare la figura notarile in Italia senza
ipotizzare una revisione radicale del sistema giuridico che
allo stato attuale è pura utopia. Quindi, bene o male la
funzione notarile ce la dobbiamo tenere. So anche che il
concorso notarile è difficile ed estremamente selettivo. A
rigore devo pensare che sia molto ma molto più selettivo
adesso rispetto al passato, dato che il numero dei laureati
è aumentato a dismisura mentre il numero dei posti da
notaio è lo stesso da decenni. Fin qui siamo d'accordo,
inutile ripetersi all'infinito. Ma il problema non è
qui. Il problema, ancora una volta, sta nei costi, e nel
meccanismo che determina tali costi. Alcune domande
semplici semplici: 1) E' vero o non è vero che il
reddito MEDIO dei 5800 notai italiani è di 420.000 €?
2) E' vero o non è vero che tale reddito deriva
totalmente dagli onorari versati dai cittadini? 3) Alla
luce della domanda 2) è corretto o non è corretto dire che
quello che è reddito dal punto di vista del notaio è costo
dal punto di vista dei cittadini e della collettività?
4) E' vero o non è vero che un reddito MEDIO di 420.000
€ per 5800 professionisti (non pochi) rappresenta, dati
alla mano, un caso unico in Italia? 5) Con riferimento
alla domanda 4), mi sa citare una qualunque altra categoria
professionale di almeno 5800 professionisti che abbia un
reddito MEDIO di 420.000 €? (non mi tiri fuori per favore
la storia che gli altri evadono le tasse...qui stiamo
parlando di redditi MEDI, e francamente nè un
commercialista nè un avvocato ha un reddito MEDIO di tale
portata, anche se è vero che ha più possibilità di
"fare del nero") 6) Lei come me la spiega
questa anomalia unica nel suo genere sui redditi/costi di
tale classe professionale? 7) Non ritiene che
aumentando significativamente il numero dei operatori del
settore notarile (a parità, lo ripeto ancora, di
preparazione) ci sia un effetto competizione che porterà ad
un abbassamento dei prezzi con beneficio della collettività
(che pagherà globalmente meno) e dei nuovi notai (che
avranno un posto di lavoro ben retribuito) senza per questo
fare morire di fame i notai già presenti sul mercato e le
loro famiglie più o meno allargate? Queste sono le
domande che pongo. Non metto in discussione ciò che lei ha
scritto, ma il tema è un altro. Apprezzerei risposte
puntuali alle mie domande Saluti
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bruno 12 luglio 2007 0:00
per stanco delle caste dietro a cifre e numeri continua
a far finta di nulla. si legga quanto da me inviato ieri 11
luglio. Quelli sono dati veri, si parla di P.I.L., di quanto
le cause sulle transazione immobiliari incidano
sull'economina degli U.S.A. (oltre il 2% del P.I.L.
contro lo 0 assoluto o quasi dell'Italia - a quanto
ammontano questi costi? e chi li paga? non li paga la
collettività ma qualcun'altro?) ma da questo orecchio
lei sembra non sentire. Parla di concorrenza. Ma la
concorrenza, in un settore, si fa tra addetti allo stesso
settore; un avvocato può far concorrenza ad un avvocato,
non ad un architetto. Poi, si deve aumentare il numero dei
notai per garantire un miglior servizio alla popolazione:
benissimo. Ma non si può consentire l'accesso senza un
rigoroso concorso quale quello attuale. Se avesse il
buon gusto di informarsi meglio, scoprirebbe che ogni anno
partecipano migliaia di aspiranti notai ai concorsi, che
vengono ridotti a 1500/1800 soltanto dopo la preselezione,
vale a dire un meccanismo ove il canditato in 40 minuti deve
rispondere esattamente a 40 domande - basta un errore per
star fuori - Nonostante i candidati gli scritti vengono
superati da un numero di candidati che generalmente neanche
riesce a coprire i posti messi a concorso. Se ancora
cercherebbe di informarsi scoprirebbe che l'accesso al
notariato non è gestito dai notai, ma direttamente dal
Ministero di Grazia e Giustizia, ove esiste l'Ufficio
del Notariato che non è gestito da notai, ma da dirigenti
pubblici che con l'organizzazione notarile non hanno
nulla a che vedere e che i componenti della commissione
giudicante il concorso sono un magistrato di cassazione -
con funzione di presidente - un magistrato, un professore
universitario di diritto e due notai. La suddivisione
dei notai nel territorio è stabilita dal ministero di
Grazia e Giustizia e non dipendono quindi dalla nostra
volontà: ma provi a immaginare: posto che visto nel nostro
ordinamento - a torto od a ragione che sia - la figura
notarile è considerata un servizio cui debbono accedere
tutti i cittadini, se non ci fossero i distretti quale
notaio nominato andrebbe ad esercitare la professione in
paesini da 3000/5000 abitanti, anziché andarsene subito
nelle grandi metropoli per ovvie ragioni?
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stancodellecaste 12 luglio 2007 0:00
Bersanotto, riprovo a spiegarmi. Il reddito del notaio è,
fino a prova contraria, l'equivalente del costo gravante
sulle spalle dei cittadini. A meno che Lei mi dimostri che
il notaio prende i soldi da qualche altra parte. Ora, le
faccio un esempio semplice semplice: se un notaio operante
in regime di monopolio guadagna (=costa alla collettività)
420.000 €, cosa accadrebbe se a quel notaio ne fosse
affiancato un secondo ugualmente preparato che gli fa
concorrenza? Il secondo notaio, per rubargli i clienti,
comincerebbe ad applicare onorari più bassi (sempre a
parità di qualità della prestazione). Anche il primo,
allora, comincerebbe a competere sui prezzi, che
scenderebbero fino ad un punto di equilibrio senza per
questo far morire di fame il primo notaio, poverino.
Ipotizziamo che il punto di arrivo sia un reddito per
entrambi i notai di 100.000 €. Vediamo un po' chi ci
guadagna e chi ci perde. Ci guadagna: - la
collettività che invece di 420.000 € spende
complessivamente 200.000 € - ancora la collettività,
che si ritroverebbe ad essere servita non più da un solo
notaio sovraccarico ma da due notai meno sovraccarichi, che
potrebbero quindi fare ancora meglio il loro lavoro -
il secondo notaio che dopo aver vinto il suo bravo concorso
si trova un reddito, comunque non disprezzabile, di 100.000
€ Chi ci perde: il primo notaio, che perde il
monopolio, ma che comunque non morirebbe di fame.
Capito il meccanismo? Ed adesso vuole ancora insistere a
dire che è un problema di invidia sociale?
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stancodellecaste 12 luglio 2007 0:00
Max, convengo su un punto: che non si possa eliminare in
Italia la figura del notaio senza rivedere tutto il sistema
giuridico (rendendolo molto più simile ai sistemi common
law). E convengo anche che questo cambiamento è
obiettivamente troppo radicale per un paese inerte come
l'Italia da non apparire utopistico. Su questo sì,
convengo. Non convengo però sulla indispensabilità della
figura notarile per garantire il buon funzionamento di un
sistema economico e giuridico, altrimenti non si spiega come
mai gli USA e la Gran Bretagna siano rispettivamente la
prima e la quarta potenza economica mondiale nonostante non
abbiano neanche mai sentito parlare dei notai. E' vero,
ci sarà pure una percentuale del contenzioso più alta, ma
il sistema nel suo complesso tiene ed addirittura ha una
maggiore efficienza del nostro, anche senza i notai.
L'Italia, invece, ha i migliori notai nel mondo,
iperselezionati, ma continua a perdere posizioni (ora siamo
ottavi da quinti che eravamo) e purtroppo continuerà a
perderne. Ma, ripeto, posso essere d'accordo con te nel
ritenere che il problema non è tanto nella presenza o meno
dei notai ma è più in generale nella impostazione di base
del sistema , e che non potendo modificare così
radicalmente il sistema italiano sia realisticamente
impensabile ipotizzare la eliminazione "tout
court" della funzione notarile (come debba poi essere
esercitata la funzione notarile è un altro discorso).
Però il tema centrale, ripeto, è quello dei costi, come
sto cercando da giorni di spiegare. I costi attuali del
sistema notarile sono congrui o sono determinati anche (non
solo, ma anche) da una situazione di monopolio? La mia
posizione è chiara. Questo, ripeto, è il tema principale.
Perchè se i costi dei notai non fossero ritenuti eccessivi
da molti cittadini e se l'intera classe notarile non
fosse vista come una categoria riccamente
"protetta" che rifugge ogni confronto con il
mercato e la sana competizione non starebbe nascendo un
movimento di opinione (che è in crescita costante) che
propone la riforma della figura notarile. E delle due
l'una: o in queste critiche circa l'esagerazione
degli onorari (e consegnetemente dei redditi) c'è un
fondo di verità oppure i notai hanno un problema di
comunicazione e non sanno spiegare bene la coerenza tra i
loro redditi e l'importanza della loro funzione. Ma la
difesa non può essere "tu povero cittadino che non sei
notaio non sei in grado di capire"...perchè questa
frase era esattamente la stessa della nobiltà francese
prima della rivoluzione del 1789...
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Bersanotto 12 luglio 2007 0:00
Anche a seguito degli ultimi interventi, ripeto la mia idea:
la campagna denigratoria contro i notai è mossa SOLO
dall'invidia, tipo "anche i ricchi piangano".
Se questo è il problema, ripeto, i notai farebbero bene ad
evadere le tasse, così li lasciano un po' in pace. Per
il resto, già ci pensa Visco con le sue aliquote che
gridano vendetta. Ciò che mi dispiace è
constatare, una volta di più, che l'opinione pubblica
si fa influenzare facilmente dagli slogan e dai
"sentito dire", e che ragionare con calma su
aspetti importanti e difficili come questo (ma come tanti
alri ancora, forse ben più importanti per la vita
quotidiana del cittadino) è impossibile. Ancora
nessuno dei denigratori mi ha risposto: ma quale sarà mai
il "problema-notariato", se non che guadagnano
troppo ?
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stancodellecaste 12 luglio 2007 0:00
Max, ti ho già risposto in precedenza comunque ritorno su
quanto già esposto, visto che si fa finta di non
capire. Il reddito non è una colpa, ma è direttamente
proporzionale al costo scaricato sulle spalle dei cittadini.
A meno che tu non mi dimostri che tale reddito ha altre
provenienze. Il reddito del notaio non deriva, come in altri
settori, da rapporti commerciali con l'estero. Grava
tutto integralmente sulle spalle dei cittadini, esattamente
come tutti gli altri servizi pubblici. Ha il cittadino
il diritto di valutare se tale costo è equo o tenuto
artificalmente alto a vantaggio di una categoria?. Direi di
sì, a meno che non mi dimostri il contrario, Costituzione
alla mano. A proposito, se sto infrangendo qualche legge
nello scrivere ciò che scrivo, avvertimi. Sono un cittadino
probo, io, pago le tasse e pure i notai, nonostante quello
che costano. Proseguiamo. Nel quadro dei redditi
delle professioni libere e non in Italia quello medio dei
notai è anomalo in quanto nessuna altra categoria ha un
reddito MEDIO così mostruosamente alto. E, spiacente, il
fatto di dichiarare tutto (solo parzialmente vero, stando a
qualche testimonianza di questo forum) non spiega la
anomalia. Nessuna altra categoria ha un reddito reale medio
(ripeto: MEDIO) così elevato. Questo è il reddito ...ma è
anche il costo che grava sui cittadini. E' allineato con
i redditi (= costi) REALI delle altre categorie
professionali? No. IL reddito REALE MEDIO di un avvocato, di
un commercialista, di un chirurgo è di 420.000 Euro? No, a
meno che non proviate il contrario. Perchè la chiamo
anomalia? Perchè,ripeto, quello che i notai vedono come
reddito i cittadini lo vedono come costo. Nel caso dei notai
a redditi alti corrispondono costi alti. Il sospetto che il
costo delle prestazioni sia tenuto artificialmente alto è
lecito, e merita un approfondimnto. Approfondiamo: quale è
la caratteristica del notaio? 1) Offre un servizio
obbligatorio per legge (cioè la legge impone al cittadino
di andare dal notaio). Nel caso del notaio il cittadino non
può scegliere, mentre può scegliere nel caso del chirurgo
(può persino farsi operare all'estero),
dell'ingegnere (idem), dell'avvocato (patrocinio
gratuito) e del mediatore immobiliare (io la casa me la
posso vendere per conto mio) 2) Opera in un regime di
numero chiuso e con un controllo territoriale strettissimo
(circoscrizioni) che impediscono la concorrenza. Questo vale
per il chirurgo, per l'ingegnere o per l'avvocato?
No. Per loro non c'è numero chiuso e non c'è
ostacolo ad andare ad operare dove meglio credono. Come
si spiegano queste specificità? SI spiegano col fatto che
il notaio è un pubblico ufficiale. Ma, guarda un po',
è pure un libero professionista. Come si dice? La botte
piena e la moglie ubriaca... Questa specificità crea
le condizioni per far sì che i prezzi delle prestazioni
notarili siano tenuti artificialmente alti? Direi di sì. AL
di là del tariffario, bastano i redditi dei notai (= costi)
a dimostrare che queste tariffe potrebbero essere più basse
se ci fossero più operatori del settore. Come ho già
scritto a De Falco,ad oggi la funzione notarile costa alla
collettività circa 2.5 miliardi di Euro all'anno (parlo
del puro costo dei notai, poi ci sono ovviamente i costi
delle loro strutture) Se triplicassimo il numero dei
notai ed introducessimo un po' di concorrenza tra loro
potremmo risparmiare un bel po' di soldini, diciamo un
miliardino tondo tondo all'anno. Chi risparmierebbe
questi soldini? I cittadini. Chi ci guadagnerebbe: oltre ai
cittadini, i notai in più che avrebbero un lavoro. Chi ci
perderebbe? Chi oggi controlla a proprio vantaggio questo
monopolio, che sarebbe costetto a competere sui prezzi,
senza per questo morire di fame. Non sparo a zero su nessuna
categoria, faccio banalmente una valutazione costi/benefici
ed una analisi dei meccanismi che portano alla
determinazione dei costi notarili. Non c'è nulla
di criminale in ciò che scrivo, anche se a giudicare dalle
vostre scomposte reazioni parrebbe che vi trovate di fronte
ad un infanticida. Calmi, calmi, è solo una civile
discussione su un forum...ma se reagite in modo così
scomposto, un motivo ci sarà...
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Sibilla 12 luglio 2007 0:00
Caro Enrico mi sembra di riconoscere il suo stile.....
arroganza.... incapacità di riconoscere
l'errore..….onniscienza…..booooom. Ma che
c’entrano poi i film(s) polizieschi con le corbellerie che
scrivi? E comunque, per la cronaca, i bignamini non si
utilizzano per l’esame (mai visti forse si usano per il
concorso da notaio?)! Ma pensate che terrore hanno di
perdere la pagnotta…..si spacciano persino per avvocati
PATETICI CARIATIDI (lo si deduce dal citato bignami) DAL
BRACCINO CORTO
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Max 12 luglio 2007 0:00
X stancodellecaste Forse c’è un equivoco di
fondo che sembra allontanarci da un punto che è invece
comune. Io non difendo l’attuale numero dei notai ma
la loro funzione. L’importante è che tu convenga circa
l’importanza della funzione nel nostro sistema e che quel
lavoro non può essere svolto da un soggetto che non sia
stato valutato idoneo attraverso il pubblico concorso.
Se mi parli di allargare il numero non sono mica contrario,
l’importante è che sia chiaro che l’esercizio della
funzione pubblica debba passare attraverso il concorso, che
deve rimanere serio ed imparziale come lo è adesso. Questo
è tutto. Io non difendo affatto il numero attuale delle
sedi, ma tieni conto che quel numero non è mica stabilito
dai notai. L’Attuale pianta organica prevede 5.312 sedi
notarili distribuite in 1.723 Comuni. La valutazione circa
la sufficienza o meno della pianta organica è di competenza
del Ministero di Giustizia e non dei notai, così come
avviene per la valutazione circa la sufficienza o meno dei
magistrati ovvero del corpo diplomatico.
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passante 12 luglio 2007 0:00
...poveri notai... mi viene da piangere.. dichiarano
mediamente 500.000 euro annui... poveri, che tristezza....
ce la faranno a tirare la fine del mese? MA DAI
NON VENITE A PIANGERE MISERIA!!!!
|
Max 12 luglio 2007 0:00
X Stancodellecaste. Considerato che ti viene data
risposta su tutto ma che non c’è peggior sordo di chi non
vuole ascoltare, ti scrivo direttamente acconto a quanto
scrivi tu. ____ Max, vedo che insisti
a metterla sul piano "ma il lavoro del notaio è
difficile". NON L’HO AFFATTO MESSA SU QUESTO
PIANO, HO CHIESTO AD ALEPINO, MA LO CHIEDO ANCHE A TE,
QUANTO SAREBBE GIUSTO? Nessuno dice che sia
facile. E' difficile, difficilissimo. Ma ce ne sono
tante in Italia di professioni difficili, anche più del
notaio, ma nessuna garantisce un reddito medio di 420.000
€. ALLORA IL PROBLEMA NON E’ IL COSTO DELLA
SINGOLA PRESTAZIONE MA DEL REDDITO GLOBALE DICHIARATO?
TRADUZIONE: TROVI IMMORALE CHE CI SIA UN PROFESSIONISTA CHE
GUADAGNA? E NON TI SCONVOLGE ANCOR DI PIU’ CHE CI SIANO
MOLTISSIMI ALTRI PROFESSIONISTI CHE GUADAGNANO ALTRETTANTO
MA CHE NON DICHIARANO AL FISCO UN FICO SECCO? PER NON
PARLARE DEI TOP MANAGER DELLE SOCIETA’ A PARTECIPAZIONE
STATALE… Reddito che è poi il costo ribaltato
sulle spalle dei cittadini (perchè questo è il punto: il
problema non è il reddito, ma il costo). E NON COSTA
MOLTO DI PIU’ ALLA COLLETTIVITA’ IL PROFESSIONISTA CHE
NON DICHIARA UN FICO SECCO AL FISCO? DI QUEI 420.000 EURO
DICHIARATI DAL NOTAIO, LA META’ TORNA ALLO STATO (CIOE’
AI CITTADINI) SOTTO FORMA DI TASSE. QUANTO COSTA A NOI
CITTADINI IL CONTENZIOSO PENDENTE NEI TRIBUNALI ITALIANI E
SPESSO DERIVANTE DA CAUSE CAMPATE IN ARIA SOLO PERCHE’
C’E’ UN ESERCITO DI 200.000 AVVOCATI CHE DEVONO CAMPA’
PURE LORO E CHE QUINDI CATAPULTANO IL CLIENTE IN LITI A DIR
POCO TEMERARIE? E' congruo questo costo? Non
è congruo? E' opinabile. Ci sono però tre
specificità, che continuo a proporre e su cui nessuno mi
risponde: 1) la professione di notaio è l’unica
libera professione che garantisce redditi MEDI pari al
triplo od al quadruplo dei redditi MEDI di tutte le altre
professioni CONTINUI A PARLARE DEL REDDITO COME SE
FOSSE UNA COLPA. VISTO CHE TI PIACCIONO TANTO GLI STATI
UNITI, GUARDA UN PO’ IL REDDITO DEGLI AVVOCATI AMERICANI E
CI FACCIAMO DUE RISATE. 2) la professione di
notaio è l’unica libera professione che ha la clientela
garantita per legge QUESTA E’ FANTASTICA. ANCHE IL
CHIRURGO HA UNA CLIENTELA GARANTITA PER LEGGE PERCHE’ SOLO
LUI PUO’ OPERARE? E L’INGEGNERE O L’ARCHITETTO
PERCHE’ SOLO LORO POSSONO FARE PROGETTI? E L’AVVOCATO
PERCHE’ SOLO LUI PUO’ RAPPRESENTARE IL CLIENTE IN
GIUDIZIO? 3) la professione di notaio è
l’unica in cui non c’è concorrenza diretta tra
professionisti Guarda caso il notaio è l'unico
ordine professionale per il quale qualunque forma di
concorrenza è eliminata alla radice tramite uno
strettissimo controllo sugli iscritti all'ordine
(tramite severissimo concorso) ed una suddivisione del
territorio in circoscrizioni volte ad evitare che un notaio
si "pesti i piedi" con un suo simile. PRIMA
DI TUTTO NON E’ UN ORDINE PERCHE’ IL NOTAIO NON E’
SOLO UN LIBERO PROFESSIONISTA MA SOPRATTUTTO UN PUBBLICO
UFFICIALE (MA CAPISCO CHE IL CONCETTO TI E’ OSTICO).
INFATTI NON E’ UN ESAME DI IDONEITA’ COME PER LE ALTRE
PROFESSIONI MA UN CONCORSO PUBBLICO E TI CONFERMO CHE E’
DIFFICILISSIMO. LA COMPETENZA TERRITORIALE LA STABILISCE LO
STATO (E NON I NOTAI) PROPRIO PERCHE’ DEVE GARANTIRE IL
SERVIZIO PUBBLICO IN TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE, ANCHE
NELLE SEDI DISAGIATE DI MONTAGNA DOVE I NOTAI VENGONO PAGATI
CON LE CACIOTTE. IL NOTAIO DEVE GARANTIRE ASSISTENZA
ALLA SEDE E NON PUO’ PRENDERSI UN MESE DI FERIE QUANDO NE
HA VOGLIA. (IN CALCE TI RIPORTO LA LEGGE NOTARILE)
Guarda caso è l'unico ordine professionale che ha la
clientela almeno parzialmente garantita dalla legge. E,
GUARDA CASO, è l'unico con un reddito medio
mostruosamente più alto di tutte le altre professioni,
libere e non. TI HO GIA’ RISPOSTO SOPRA!
Sono tutte coincidenze? O la mancanza di concorrenza
più l'obbligo ad usufruire dei suoi servizi crea una
miscela esplosiva che fa sì che i costi degli atti notarili
siano molto più alti di quello che sarebbero con una logica
almeno parziale di mercato? E che tutto qusto avvenga magari
sulle spalle (ed a spese) dei cittadini? TI HO
GIA’ FATTO TANTI ESEMPI, NON ULTIMO QUELLO DEL CHIRURGO,
PER DIMOSTRARTI CHE NON E’ ASSOLUTAMENTE VERO CHE IL COSTO
DELLA PRESTAZIONE A CARICO DEI CITTADINI SAREBBE MINORE SE
NON FOSSE CONTROLLATA DALLO STATO. IN OSPEDALE PAGHI IL
TICKET PER FARE UNA OPERAZIONE CHE SE SI SVOLGESSE IN
CONDIZIONI DI LIBERO MERCATO TI COSTEREBBE VENTI VOLTE DI
PIU’! E'opinabile anche questo... ma,
perdonami, il dubbio è più che lecito. Perchè la
difficoltà della attività non può giustificare da sola un
costo così elevato. Un oncologo non guadagna (e quindi
costa) MEDIAMENTE 420.000 €...e spero non mi verrete a
dire che le responsabilità, la preparazione e le
difficoltà professionali di un oncologo siano inferiori a
quelle di un notaio... DAVVERO PENSI CHE GUADAGNI DI
MENO? OPPURE MI STAI PARLANDO DI QUANTO DICHIARA? MIA MOGLIE
E’ MEDICO, QUINDI TE LO DICO CON COGNIZIONE DI
CAUSA… Quindi la specificità che
giustifica redditi (e conseguentemente costi) così elevati
non è la difficoltà della professione, o la severità
della selezione, ma la mancanza di concorrenza.... Ma
su questo, ancora una volta, mi apsetto il silenzio
assoluto... IL CONCORSO E’ PUBBLICO, QUINDI APERTO A
TUTTI. SE PENSI CHE IL LAVORO SIA SEMPLICE PERCHE’ NON CI
PROVI? MAGARI POI TI PASSA LA VOGLIA DI SPARARE A ZERO SU UN
LAVORO CHE NON CONOSCI. _________ Art. 26
Legge Notarile Per assicurare il funzionamento
regolare e continuo dell'ufficio, il notaro deve
tenere nel Comune o nella frazione di Comune
assegnatagli, studio aperto con il deposito degli atti,
registri e repertori notarili, e deve assistere
personalmente allo studio istesso nei giorni della
settimana e coll'orario che saranno fissati dal
presidente della Corte d'appello, previo parere del
Consiglio notarile, giusta le norme da stabilirsi nel
regolamento. Il notaro potra` recarsi, per ragioni
delle sue funzioni, in tutto il territorio del
distretto in cui trovasi la sua sede notarile,
sempreche` ne sia richiesto. Il notaro non puo`
assentarsi dal distretto per piu` di cinque giorni in
ciascun bimestre, quando nel Comune assegnatogli non sia
che un solo notaro, e per piu` di dieci giorni, se vi
sia altro notaro, salvo per ragioni di pubblico
servizio o per adempiere ai suoi obblighi presso i
pubblici uffici. Volendo assentarsi per un tempo
maggiore deve ottenere il permesso dal presidente del
Consiglio notarile, che glielo puo` concedere per un
termine nori eccedente un mese. Per i congedi da uno a tre
mesi, la facolta` d; concederli spetta al Consiglio
notarile. Per un termine piu` lungo, il permesso non
puo` essere concesso che dal Ministro di grazia e
giustizia, udito sempre il parere del Consiglio
notarile. Tanto il presidente del Consiglio notarile
quanto il Consiglio notarile non possono, per
ciascuno, concedere allo stesso notaro che un permesso
d'assenza nel periodo di dodici mesi. Nei Comuni
dove risiedono piu` di sei notari effettivamente
esercenti, il Consiglio notarile potra` concedere
permissioni di assenza fino ad un anno, purche`
concorrano giustificati motivi e rimanga in esercizio
la meta` dei notari assegnati al Comune. Tanto il
Ministero quanto l'autorita` che ha concesso la
permissione di assenza potranno in ogni caso revocarla, ove
in qualunque modo si dimostrasse l'opportunita` di
farlo. Nei luoghi dove non esiste altro notaro, il
presidente o il Consiglio notarile, secondo i casi,
potranno supplire al notaro assente, delegando un
notaro viciniore a compierne in tutto o in parte le
funzioni, preferendo pero` fra i viciniori quello proposto
dallo stesso notaro assente.
|
stancodellecaste 12 luglio 2007 0:00
De Falco, continuiamo a parlare due lingue diverse. Io ho
fatto un esempio di un settore considerato strategico quale
quello del trasporto aereo in cui è dimostrato che
l'aumento di operatori del settore ha portato benefici a
tutti tranne che ai monopolisti, e non mi si risponde. Provo
a farle un ragionamento semplice semplice. Oggi abbiamo in
Italia 5800 notai con un reddito medio di 420000 €. Tale
reddito è ribaltato integralmente sotto forma di costo
sulle spalle dei cittadini (a meno che lei non mi dimostri
che questi soldi arrivano da qualche altra parte). Quale è
il costo complessivo che grava sulle spalle della
collettività? Faccia un po' i conti, sono circa 2
miliardi e mezzo di Euro all'anno. Ora, ipotizziamo che
i notai, a parità di preparazione, diventino 15000. E'
ipotizzabile che con tale numero ci sia una competizione sui
prezzi, e potremmo ipotizzare che il reddito medio scenda,
facciamo una ipotesi, a 100000 Euro l'anno. E' molto
meno di 420.000, ma, mi creda, non ci si muore certo di
fame. Quale sarebbe il costo complessivo per la
collettività a parità di servizio (forse addirittura
migliore, visto che avremmo più operatori e meno
sovraccarichi)? Un miliardo e mezzo di Euro. Quanto abbiamo
risparmiato all'anno? Un miliardo tondo tondo, che
rimarrebbero nelle tasche dei cittadini e che potrebbero
essere utilizzati per viaggi, per corsi di aggiornamento, o
per ristrutturare casa. Non mi sembra una cifra da buttare
via. Ah, dimenticavo, ci sarebbe un ulteriore vantaggio:
avremmo 9200 occupati in più. Chi ci rimetterebbe? I
monopolisti di adesso, che si stanno opponendo usando le
stesse argomentazioni che usava l'Alitalia dieci anni
fa. SOlo che a distanza di dieci anni si è capito che le
argomentazioni di Alitalia erano solo dei pretesti per
difendere le ricche rendite di posizione garantite dal
monopolio. So già cosa mi risponderà: che 15000 notai
preparati in Italia non ci sono. Io le dico che non è
credibile. Il numero dei laureati in giurisprudenza è
quadruplicato negli ultimi trent'anni, ed oggi anche
aumentando il numero dei notai si potrebbe fare una
selezione molto più severa di quella di trent'anni fa.
Per cui, De Falco, confermo il sospetto che dietro il
paravento della tutela della professionalità ci sia
semplicemente la difesa delle rendite di posizione. Ed in
questa operazione l'ambiguità della figura notarile
(pubblico ufficiale o libero professionista a seconda di
cosa gli fa più comodo) rende sicuramente più facile la
difesa della categoria rispetto ad altre professioni. Sempre
che, ma questo come dice lei è un discorso infinitamente
più complesso, ci sia veramente bisogno della figura
notarile per garantire il corretto funzionamento di un
sistema giuridico ed economico. Quanto alla descrizione
della attività del notaio, perdoni la ruspanteria di un
povero ignorante cittadino come me, abituato a tagliare
giudizi con l'accetta. Mi spieghi Lei, piuttosto, in che
cosa c'è di così difficile nella prestazione fornita
dal notaio in una compravendita immobiliare da 200.000 €,
e cerchi di fare capire ad una povera ottusa mente come la
mia che cosa c'è di così trascendentale e complicato
in questa attività. Ah. dimenticavo, già che c'è mi
spieghi pure quanto tempo ci impiega, a guadagnare quei 2000
€ (ammesso che lei ne chieda 2000 €). Sa, a fronte di
argomentazioni solide potrei pure ricredermi. Saluti
|
stancodellecaste 12 luglio 2007 0:00
Bersanotto, qui se c'è qualcuno che deve lasciare
perdere è lei, se non ha argomenti seri Io ho portato
argomentazioni concrete, alle quali nessuno ha risposto. Se
Lei ritiene di avere controargomentazioni atte a dimostrare
che quella dei notai non sia comunque una posizione
estremamente privilegiata rispetto a quella di tutti gli
altri professionisti (liberi e non) obbligati od a
confrontarsi con il mercato od a soggiacere a logiche
statali nella determinazione del proprio reddito mi spieghi,
sono tutt'orecchi. Se lei mi dimostra che questa
posizione privilegiata ha un costo aggiuntivo che si scarica
sulle spalle dei cittadini mi faccia capire. La prego
solo di una cosa: non si trinceri, per carità, dietro la
solita tiritera della tutela della professionalità, perchè
non sta in piedi. I notai hanno tutto il diritto a tutelare
la propria professionalità esattamente come tutte le altre
professioni. Solo che le altre professioni si confrontano
con il mercato, i notai no. Se dietro il ragionamento
che dice che con più operatori del settore notarile avremmo
a parità di qualità del servizio prezzi più bassi e
quindi benefici per il cittadino mi spieghi. Sicuramente
sono io, povero cittadino ignorante, a non essere in grado
di capire la grandezza e la maestosità della figura
notarile...
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stancodellecaste 12 luglio 2007 0:00
Max, continui a far finta di non capire. Il monopolio deriva
dal fatto che c'è un sistema a numero chiuso pensato
per evitare qualunque forma di concorrenza. Per i chirurghi
e per gli ingegneri non c'è il numero chiuso, o
comunque non c'è nella forma così stringente che
c'è per i notai. E' accettata la concorrenza, cosa
che per i notai è evitata a causa del ristrettissimo numero
di persone autorizzate ad operare in quel settore ed a causa
della spartizione del territorio (= mercato) in
circoscrizioni. Un chirurgo od un ingegnere possono
andare ad esercitare dove meglio credono, non è lo stesso
per i notai. E per rispondere alla tua osservazione
sulla liberalizzazione del trasporto aereo e sulla
abolizione del brevetto di pilota. La liberalizzazione del
trasporto aereo non ha significato l'abolizione del
brevetto. Ha significato una competizione sui prezzi A
PARITA' DI QUALIFICA E PRESTAZIONE (questo, mi spiace,
non è una opinione ma è un fatto, basta confrontare i
prezzi di oggi con quelli di dieci anni fa). E perchè lo
stesso non potrebbe accadere per il settore notarile? Se gli
operatori del settore notarile invece che 5800 fossero 10000
o 15000 perchè non potrebbe accadere lo stesso? Attendo
ancora una risposta serie su questo. Perchè so già che mi
verrà ripropinata la solita solfa sulal tutela della
professionalità e del povero cittadino ignorante...come se
per avere notai preparati fosse categoricamente necessario
averne solo 5800...nonostante il fatto che nel frattempo il
numero di laureati in giurisprudenza sia aumentato a
dismisura garantendo comunque una rigorosa selezione anche
ammettendo di aumentare il numero degli operatori del
settore notarile...mi spiace, ma vi state incartando nella
discussione.
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Andrea 12 luglio 2007 0:00
E' vero che l'assistenza dell'avvocato che
iniziare un processo e' obbligatoria. Ma per i non
abbienti esiste il gratuito patrocinio.
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Roberto de Falco 12 luglio 2007 0:00
Caro stancodellecaste, ero consapevole che gli scritti che
si erano accumulati dopo il mio ultimo messaggio mi
avrebbero fatto dimenticare qualcosa. Lei è
obbligato ad andare dal notaio e dall'avvocato no? la
prestazione per esempio di un Avvocato è facoltativa?
Ma chi glielo ha detto? Per iniziare un
giudizio civile in Tribunale è necessario (PER LEGGE)
essere assistiti da un avvocato; l'imputato DEVE essere
assistito da un avvocato (se non lo nomIna gli viene
assegnato d'ufficio, MA DEVE PAGARLO UGUALMENTE, ANCHE
SE D'UFFICIO). Ancora saluti
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Roberto de Falco 12 luglio 2007 0:00
Caro stancodellecaste, finalmente siamo riusciti ad avere il
punto di riferimento per il suo giudizio di eccessività del
costo della prestazione notarile, e la circostanza ha
talmente rivitalizzato la discussione, che ultimamente
languiva, che ora mi è difficile coglierne tutti gli
spunti. Dunque lei ritiene eccessivo il costo, da
lei affrontato, di € 2.000 per una compravendita di €
200.000, sembrandole più appropriato, ma per eccesso, un
costo di € 200. Prima di entrare nel merito di
tale valutazione, mi pare che la sua esperienza
dimostri: a) la fondatezza di quanto scrivevo tempo fa
e cioè che erano sballate le cifre da cui era partita la
discussione (4-5.000 € per una compravendita da €
100.000, pari al 4-5% del valore dell'immobile, mentre
qui siamo ad un valore di un quinto, ovvero intorno
all'1%, benchè tale percentuale non vada presa alla
lettera, in quanto la tariffa notarile è fortemente
regressiva, per cui l'onorario calcolato su un valore
più basso, come 50 0 60.000 €, farà riscontrare un
valore percentuale più alto, mentre su un valore più
basso, come 1.000.000 €, si riscontrerà un valore in
assoluto più alto, ma percentualmente molto più
basso); b) la fondatezza di quanto le dicevo circa la
non unilateralità dell'applicazione della tariffa da
parte del notaio, avendo il suo notaio applicato (diritto
più, diritto meno; copia più, copia meno: purtroppo la
tariffa notarile è molto complicata è barocca, e andrebbe
sicuramente riformulata, in quanto l'attuale è di
difficile comprensione ed applicazione) un onorario non
dissimile da quello elaborato, come esempio applicativo (e
fermo restando che il calcolo in concreto può essere fatto
solo caso per caso, essendo ogni atto diverso
dall'altro) dal Consiglio Nazionale del Notariato e
reperibile sul sito www.notariato.it o dal Consiglio
Notarile di Como e Lecco e reperibile sul relativo sito,
nonchè riportato nel sito indicato da Antonella, sito
abbastanza preciso nel suo contenuto (anche se non dedurrei
da tale contenuto che la tariffa è "solo
apparentemente" fissata dal Ministero, dal momento che
è evidente che la tariffa ministeriale è generale ed
astratta, e va applicata in concreto, potendo il singolo
atto essere più o meno complesso, richiedere il rilascio di
più o meno copie, l'effettuazione di più o meno
adempimenti, ecc.). Nel merito, lei sostiene che
un tale onorario è eccessivo, ed argomenta che il notaio ha
dedicato al suo atto solo un quarto d'ora, oltre
un'ora di lavoro del visurista che ha fatto tutto
lui. Bene, facciamo una grossolana (lo dico io che è
grossolana, non me lo imputi, non sono un economista o un
revisore di conti) analisi dei numeri e valutiamo la
fondatezza di questo suo giudizio. Io stipulo circa 40
atti al mese (non tutte compravendite, anche atti molto più
semplici e perciò meno impegnativi, come qualcuno più
complesso, ma ragioniamo "vuoto per pieno",
nell'ottica di un'indagine che ho già definito
grossolana); per farlo dedico al mio lavoro almeno 10 ore al
giorno (tra le quali non sono comprese quelle dedicate a
questa discussione, sottratte al sonno) per almeno 5 giorni
a settimana; fanno almeno 200 ore di lavoro al mese, ovvero
5 ore per atto (non 0,25, come lei ritiene, ma venti volte
tanto); inoltre ho 5 collaboratori, il cui lavoro è sempre
finalizzato a quei 40 atti; considerando un costo medio
lordo (lordo, non sto parlando di stipendio netto!) di €
2.800-3.000 al mese, fanno almeno 14.000 € di costo del
lavoro, che, spalmato per 40 atti, fa € 350 per atto; poi
c'è l'affitto dello studio o comunque l'onere
finanziario dell'utilizzo dell'immobile,
l'ammortamento delle attrezzature, il costo
dell'aggiornamento professionale (convegni, riviste,
libri); l'aggiornamento e manutenzione hardware e
software; ecc. ecc.. Mi pare sufficiente per dimostrare
che se erano sballate per eccesso le cifre del messaggio
introduttivo (sempre i 4-5.000 € per un atto da €
100.000), le cifre da lei ritenute eque (anzi, ancora
eccessive, e parlo questa volta dei 200 €) sono sballate
per difetto, non riuscendo a coprire neanche una minima
parte dei costi generali (e attenzione, sto parlando di
spese generali, che vanno coperte con l'onorario, non di
quelle imputabili ad un singolo atto, quali bolli, visure,
imposte, che ovviamente sono ribaltate sul cliente come
anticipazioni). E lo sono perchè lei (ancora
ignorando quello che io ed altri abbiamo scritto: v. mio
messaggio del primo luglio) limita l'attività del
notaio alla stipula, dimenticando quello che c'è stato
prima (colloqui con le parti, predisposzione dell'atto,
esame delle problematiche connesse di carattere ipotecario,
catastale, familiare, tributario, successorio, ecc.) e che
ci sarà dopo (liquidazione delle imposte, a proprio rischio
e pericolo, versamento delle stesse, repertoriazione,
registrazione, trascrizione, voltura, ecc. ecc.).
Se fosse come lei ritiene, effettivamente i 200 €
sarebbero finanche eccessivi, come sono eccessivi i costi
della pratica presso i notai austriaci a cura del mitico
giovanotto di Bolzano mostrato ad Exit, che predispone
scritture private da far autenticare ad un notaio di
Innsbruck, il quale null'altro fa che accertare
l'identità dei sottoscrittori, percependo una somma
molto inferiore a quella dei notai italiani, ma perfino
eccessiva per il suo lavoro, che nulla ha a che vedere con
quello del notaio italiano, lavoro che nella specie è
svolto, non è dato sapere a che titolo, con quali
competenze e quali garanzie (ma sicuramente senza alcuna
responsablità e comunque solvibilità in caso di danni)
dal giovanotto di Bolzano. A proposito: ma da
chi si è fatto spiegare "per filo e per segno" in
cosa consiste l'attività del notaio? Sarebbe
interessante saperlo. Comunque su un punto credo
purtroppo abbia ragione: dopo Lulli ne arriveranno altri, la
scia è tracciata, l'assalto alla diligenza è partito.
Pazienza per i notai, che avranno competenze da spendere
altrove (e a tariffe di mercato, non calmierate: pensi solo
alle visite dei medici specialisti a 200 € davvero per un
quarto d'ora, o anche meno); mentre i cittadini che si
finge di voler proteggere andranno incontro alle loro
Parmalat immobiliari. Ma in questo l'Europa non
c'entra nulla: la Direttiva Bolkenstein in tema di
liberalizzazione dei servizi professionali esclude dal suo
ambito di applicazione, per i paesi organizzati con un
sistema di notariato libero-professionali, proprio i notai,
e proprio in quanto investiti di una funzione pubblica.
Saluti a tutti
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