Commenti
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Sibilla 12 luglio 2007 0:00
Caro Enrico mi sembra di riconoscere il suo stile.....
arroganza.... incapacità di riconoscere
l'errore..….onniscienza…..booooom. Ma che
c’entrano poi i film(s) polizieschi con le corbellerie che
scrivi? E comunque, per la cronaca, i bignamini non si
utilizzano per l’esame (mai visti forse si usano per il
concorso da notaio?)! Ma pensate che terrore hanno di
perdere la pagnotta…..si spacciano persino per avvocati
PATETICI CARIATIDI (lo si deduce dal citato bignami) DAL
BRACCINO CORTO
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Max 12 luglio 2007 0:00
X stancodellecaste Forse c’è un equivoco di
fondo che sembra allontanarci da un punto che è invece
comune. Io non difendo l’attuale numero dei notai ma
la loro funzione. L’importante è che tu convenga circa
l’importanza della funzione nel nostro sistema e che quel
lavoro non può essere svolto da un soggetto che non sia
stato valutato idoneo attraverso il pubblico concorso.
Se mi parli di allargare il numero non sono mica contrario,
l’importante è che sia chiaro che l’esercizio della
funzione pubblica debba passare attraverso il concorso, che
deve rimanere serio ed imparziale come lo è adesso. Questo
è tutto. Io non difendo affatto il numero attuale delle
sedi, ma tieni conto che quel numero non è mica stabilito
dai notai. L’Attuale pianta organica prevede 5.312 sedi
notarili distribuite in 1.723 Comuni. La valutazione circa
la sufficienza o meno della pianta organica è di competenza
del Ministero di Giustizia e non dei notai, così come
avviene per la valutazione circa la sufficienza o meno dei
magistrati ovvero del corpo diplomatico.
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passante 12 luglio 2007 0:00
...poveri notai... mi viene da piangere.. dichiarano
mediamente 500.000 euro annui... poveri, che tristezza....
ce la faranno a tirare la fine del mese? MA DAI
NON VENITE A PIANGERE MISERIA!!!!
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Max 12 luglio 2007 0:00
X Stancodellecaste. Considerato che ti viene data
risposta su tutto ma che non c’è peggior sordo di chi non
vuole ascoltare, ti scrivo direttamente acconto a quanto
scrivi tu. ____ Max, vedo che insisti
a metterla sul piano "ma il lavoro del notaio è
difficile". NON L’HO AFFATTO MESSA SU QUESTO
PIANO, HO CHIESTO AD ALEPINO, MA LO CHIEDO ANCHE A TE,
QUANTO SAREBBE GIUSTO? Nessuno dice che sia
facile. E' difficile, difficilissimo. Ma ce ne sono
tante in Italia di professioni difficili, anche più del
notaio, ma nessuna garantisce un reddito medio di 420.000
€. ALLORA IL PROBLEMA NON E’ IL COSTO DELLA
SINGOLA PRESTAZIONE MA DEL REDDITO GLOBALE DICHIARATO?
TRADUZIONE: TROVI IMMORALE CHE CI SIA UN PROFESSIONISTA CHE
GUADAGNA? E NON TI SCONVOLGE ANCOR DI PIU’ CHE CI SIANO
MOLTISSIMI ALTRI PROFESSIONISTI CHE GUADAGNANO ALTRETTANTO
MA CHE NON DICHIARANO AL FISCO UN FICO SECCO? PER NON
PARLARE DEI TOP MANAGER DELLE SOCIETA’ A PARTECIPAZIONE
STATALE… Reddito che è poi il costo ribaltato
sulle spalle dei cittadini (perchè questo è il punto: il
problema non è il reddito, ma il costo). E NON COSTA
MOLTO DI PIU’ ALLA COLLETTIVITA’ IL PROFESSIONISTA CHE
NON DICHIARA UN FICO SECCO AL FISCO? DI QUEI 420.000 EURO
DICHIARATI DAL NOTAIO, LA META’ TORNA ALLO STATO (CIOE’
AI CITTADINI) SOTTO FORMA DI TASSE. QUANTO COSTA A NOI
CITTADINI IL CONTENZIOSO PENDENTE NEI TRIBUNALI ITALIANI E
SPESSO DERIVANTE DA CAUSE CAMPATE IN ARIA SOLO PERCHE’
C’E’ UN ESERCITO DI 200.000 AVVOCATI CHE DEVONO CAMPA’
PURE LORO E CHE QUINDI CATAPULTANO IL CLIENTE IN LITI A DIR
POCO TEMERARIE? E' congruo questo costo? Non
è congruo? E' opinabile. Ci sono però tre
specificità, che continuo a proporre e su cui nessuno mi
risponde: 1) la professione di notaio è l’unica
libera professione che garantisce redditi MEDI pari al
triplo od al quadruplo dei redditi MEDI di tutte le altre
professioni CONTINUI A PARLARE DEL REDDITO COME SE
FOSSE UNA COLPA. VISTO CHE TI PIACCIONO TANTO GLI STATI
UNITI, GUARDA UN PO’ IL REDDITO DEGLI AVVOCATI AMERICANI E
CI FACCIAMO DUE RISATE. 2) la professione di
notaio è l’unica libera professione che ha la clientela
garantita per legge QUESTA E’ FANTASTICA. ANCHE IL
CHIRURGO HA UNA CLIENTELA GARANTITA PER LEGGE PERCHE’ SOLO
LUI PUO’ OPERARE? E L’INGEGNERE O L’ARCHITETTO
PERCHE’ SOLO LORO POSSONO FARE PROGETTI? E L’AVVOCATO
PERCHE’ SOLO LUI PUO’ RAPPRESENTARE IL CLIENTE IN
GIUDIZIO? 3) la professione di notaio è
l’unica in cui non c’è concorrenza diretta tra
professionisti Guarda caso il notaio è l'unico
ordine professionale per il quale qualunque forma di
concorrenza è eliminata alla radice tramite uno
strettissimo controllo sugli iscritti all'ordine
(tramite severissimo concorso) ed una suddivisione del
territorio in circoscrizioni volte ad evitare che un notaio
si "pesti i piedi" con un suo simile. PRIMA
DI TUTTO NON E’ UN ORDINE PERCHE’ IL NOTAIO NON E’
SOLO UN LIBERO PROFESSIONISTA MA SOPRATTUTTO UN PUBBLICO
UFFICIALE (MA CAPISCO CHE IL CONCETTO TI E’ OSTICO).
INFATTI NON E’ UN ESAME DI IDONEITA’ COME PER LE ALTRE
PROFESSIONI MA UN CONCORSO PUBBLICO E TI CONFERMO CHE E’
DIFFICILISSIMO. LA COMPETENZA TERRITORIALE LA STABILISCE LO
STATO (E NON I NOTAI) PROPRIO PERCHE’ DEVE GARANTIRE IL
SERVIZIO PUBBLICO IN TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE, ANCHE
NELLE SEDI DISAGIATE DI MONTAGNA DOVE I NOTAI VENGONO PAGATI
CON LE CACIOTTE. IL NOTAIO DEVE GARANTIRE ASSISTENZA
ALLA SEDE E NON PUO’ PRENDERSI UN MESE DI FERIE QUANDO NE
HA VOGLIA. (IN CALCE TI RIPORTO LA LEGGE NOTARILE)
Guarda caso è l'unico ordine professionale che ha la
clientela almeno parzialmente garantita dalla legge. E,
GUARDA CASO, è l'unico con un reddito medio
mostruosamente più alto di tutte le altre professioni,
libere e non. TI HO GIA’ RISPOSTO SOPRA!
Sono tutte coincidenze? O la mancanza di concorrenza
più l'obbligo ad usufruire dei suoi servizi crea una
miscela esplosiva che fa sì che i costi degli atti notarili
siano molto più alti di quello che sarebbero con una logica
almeno parziale di mercato? E che tutto qusto avvenga magari
sulle spalle (ed a spese) dei cittadini? TI HO
GIA’ FATTO TANTI ESEMPI, NON ULTIMO QUELLO DEL CHIRURGO,
PER DIMOSTRARTI CHE NON E’ ASSOLUTAMENTE VERO CHE IL COSTO
DELLA PRESTAZIONE A CARICO DEI CITTADINI SAREBBE MINORE SE
NON FOSSE CONTROLLATA DALLO STATO. IN OSPEDALE PAGHI IL
TICKET PER FARE UNA OPERAZIONE CHE SE SI SVOLGESSE IN
CONDIZIONI DI LIBERO MERCATO TI COSTEREBBE VENTI VOLTE DI
PIU’! E'opinabile anche questo... ma,
perdonami, il dubbio è più che lecito. Perchè la
difficoltà della attività non può giustificare da sola un
costo così elevato. Un oncologo non guadagna (e quindi
costa) MEDIAMENTE 420.000 €...e spero non mi verrete a
dire che le responsabilità, la preparazione e le
difficoltà professionali di un oncologo siano inferiori a
quelle di un notaio... DAVVERO PENSI CHE GUADAGNI DI
MENO? OPPURE MI STAI PARLANDO DI QUANTO DICHIARA? MIA MOGLIE
E’ MEDICO, QUINDI TE LO DICO CON COGNIZIONE DI
CAUSA… Quindi la specificità che
giustifica redditi (e conseguentemente costi) così elevati
non è la difficoltà della professione, o la severità
della selezione, ma la mancanza di concorrenza.... Ma
su questo, ancora una volta, mi apsetto il silenzio
assoluto... IL CONCORSO E’ PUBBLICO, QUINDI APERTO A
TUTTI. SE PENSI CHE IL LAVORO SIA SEMPLICE PERCHE’ NON CI
PROVI? MAGARI POI TI PASSA LA VOGLIA DI SPARARE A ZERO SU UN
LAVORO CHE NON CONOSCI. _________ Art. 26
Legge Notarile Per assicurare il funzionamento
regolare e continuo dell'ufficio, il notaro deve
tenere nel Comune o nella frazione di Comune
assegnatagli, studio aperto con il deposito degli atti,
registri e repertori notarili, e deve assistere
personalmente allo studio istesso nei giorni della
settimana e coll'orario che saranno fissati dal
presidente della Corte d'appello, previo parere del
Consiglio notarile, giusta le norme da stabilirsi nel
regolamento. Il notaro potra` recarsi, per ragioni
delle sue funzioni, in tutto il territorio del
distretto in cui trovasi la sua sede notarile,
sempreche` ne sia richiesto. Il notaro non puo`
assentarsi dal distretto per piu` di cinque giorni in
ciascun bimestre, quando nel Comune assegnatogli non sia
che un solo notaro, e per piu` di dieci giorni, se vi
sia altro notaro, salvo per ragioni di pubblico
servizio o per adempiere ai suoi obblighi presso i
pubblici uffici. Volendo assentarsi per un tempo
maggiore deve ottenere il permesso dal presidente del
Consiglio notarile, che glielo puo` concedere per un
termine nori eccedente un mese. Per i congedi da uno a tre
mesi, la facolta` d; concederli spetta al Consiglio
notarile. Per un termine piu` lungo, il permesso non
puo` essere concesso che dal Ministro di grazia e
giustizia, udito sempre il parere del Consiglio
notarile. Tanto il presidente del Consiglio notarile
quanto il Consiglio notarile non possono, per
ciascuno, concedere allo stesso notaro che un permesso
d'assenza nel periodo di dodici mesi. Nei Comuni
dove risiedono piu` di sei notari effettivamente
esercenti, il Consiglio notarile potra` concedere
permissioni di assenza fino ad un anno, purche`
concorrano giustificati motivi e rimanga in esercizio
la meta` dei notari assegnati al Comune. Tanto il
Ministero quanto l'autorita` che ha concesso la
permissione di assenza potranno in ogni caso revocarla, ove
in qualunque modo si dimostrasse l'opportunita` di
farlo. Nei luoghi dove non esiste altro notaro, il
presidente o il Consiglio notarile, secondo i casi,
potranno supplire al notaro assente, delegando un
notaro viciniore a compierne in tutto o in parte le
funzioni, preferendo pero` fra i viciniori quello proposto
dallo stesso notaro assente.
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stancodellecaste 12 luglio 2007 0:00
De Falco, continuiamo a parlare due lingue diverse. Io ho
fatto un esempio di un settore considerato strategico quale
quello del trasporto aereo in cui è dimostrato che
l'aumento di operatori del settore ha portato benefici a
tutti tranne che ai monopolisti, e non mi si risponde. Provo
a farle un ragionamento semplice semplice. Oggi abbiamo in
Italia 5800 notai con un reddito medio di 420000 €. Tale
reddito è ribaltato integralmente sotto forma di costo
sulle spalle dei cittadini (a meno che lei non mi dimostri
che questi soldi arrivano da qualche altra parte). Quale è
il costo complessivo che grava sulle spalle della
collettività? Faccia un po' i conti, sono circa 2
miliardi e mezzo di Euro all'anno. Ora, ipotizziamo che
i notai, a parità di preparazione, diventino 15000. E'
ipotizzabile che con tale numero ci sia una competizione sui
prezzi, e potremmo ipotizzare che il reddito medio scenda,
facciamo una ipotesi, a 100000 Euro l'anno. E' molto
meno di 420.000, ma, mi creda, non ci si muore certo di
fame. Quale sarebbe il costo complessivo per la
collettività a parità di servizio (forse addirittura
migliore, visto che avremmo più operatori e meno
sovraccarichi)? Un miliardo e mezzo di Euro. Quanto abbiamo
risparmiato all'anno? Un miliardo tondo tondo, che
rimarrebbero nelle tasche dei cittadini e che potrebbero
essere utilizzati per viaggi, per corsi di aggiornamento, o
per ristrutturare casa. Non mi sembra una cifra da buttare
via. Ah, dimenticavo, ci sarebbe un ulteriore vantaggio:
avremmo 9200 occupati in più. Chi ci rimetterebbe? I
monopolisti di adesso, che si stanno opponendo usando le
stesse argomentazioni che usava l'Alitalia dieci anni
fa. SOlo che a distanza di dieci anni si è capito che le
argomentazioni di Alitalia erano solo dei pretesti per
difendere le ricche rendite di posizione garantite dal
monopolio. So già cosa mi risponderà: che 15000 notai
preparati in Italia non ci sono. Io le dico che non è
credibile. Il numero dei laureati in giurisprudenza è
quadruplicato negli ultimi trent'anni, ed oggi anche
aumentando il numero dei notai si potrebbe fare una
selezione molto più severa di quella di trent'anni fa.
Per cui, De Falco, confermo il sospetto che dietro il
paravento della tutela della professionalità ci sia
semplicemente la difesa delle rendite di posizione. Ed in
questa operazione l'ambiguità della figura notarile
(pubblico ufficiale o libero professionista a seconda di
cosa gli fa più comodo) rende sicuramente più facile la
difesa della categoria rispetto ad altre professioni. Sempre
che, ma questo come dice lei è un discorso infinitamente
più complesso, ci sia veramente bisogno della figura
notarile per garantire il corretto funzionamento di un
sistema giuridico ed economico. Quanto alla descrizione
della attività del notaio, perdoni la ruspanteria di un
povero ignorante cittadino come me, abituato a tagliare
giudizi con l'accetta. Mi spieghi Lei, piuttosto, in che
cosa c'è di così difficile nella prestazione fornita
dal notaio in una compravendita immobiliare da 200.000 €,
e cerchi di fare capire ad una povera ottusa mente come la
mia che cosa c'è di così trascendentale e complicato
in questa attività. Ah. dimenticavo, già che c'è mi
spieghi pure quanto tempo ci impiega, a guadagnare quei 2000
€ (ammesso che lei ne chieda 2000 €). Sa, a fronte di
argomentazioni solide potrei pure ricredermi. Saluti
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stancodellecaste 12 luglio 2007 0:00
Bersanotto, qui se c'è qualcuno che deve lasciare
perdere è lei, se non ha argomenti seri Io ho portato
argomentazioni concrete, alle quali nessuno ha risposto. Se
Lei ritiene di avere controargomentazioni atte a dimostrare
che quella dei notai non sia comunque una posizione
estremamente privilegiata rispetto a quella di tutti gli
altri professionisti (liberi e non) obbligati od a
confrontarsi con il mercato od a soggiacere a logiche
statali nella determinazione del proprio reddito mi spieghi,
sono tutt'orecchi. Se lei mi dimostra che questa
posizione privilegiata ha un costo aggiuntivo che si scarica
sulle spalle dei cittadini mi faccia capire. La prego
solo di una cosa: non si trinceri, per carità, dietro la
solita tiritera della tutela della professionalità, perchè
non sta in piedi. I notai hanno tutto il diritto a tutelare
la propria professionalità esattamente come tutte le altre
professioni. Solo che le altre professioni si confrontano
con il mercato, i notai no. Se dietro il ragionamento
che dice che con più operatori del settore notarile avremmo
a parità di qualità del servizio prezzi più bassi e
quindi benefici per il cittadino mi spieghi. Sicuramente
sono io, povero cittadino ignorante, a non essere in grado
di capire la grandezza e la maestosità della figura
notarile...
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stancodellecaste 12 luglio 2007 0:00
Max, continui a far finta di non capire. Il monopolio deriva
dal fatto che c'è un sistema a numero chiuso pensato
per evitare qualunque forma di concorrenza. Per i chirurghi
e per gli ingegneri non c'è il numero chiuso, o
comunque non c'è nella forma così stringente che
c'è per i notai. E' accettata la concorrenza, cosa
che per i notai è evitata a causa del ristrettissimo numero
di persone autorizzate ad operare in quel settore ed a causa
della spartizione del territorio (= mercato) in
circoscrizioni. Un chirurgo od un ingegnere possono
andare ad esercitare dove meglio credono, non è lo stesso
per i notai. E per rispondere alla tua osservazione
sulla liberalizzazione del trasporto aereo e sulla
abolizione del brevetto di pilota. La liberalizzazione del
trasporto aereo non ha significato l'abolizione del
brevetto. Ha significato una competizione sui prezzi A
PARITA' DI QUALIFICA E PRESTAZIONE (questo, mi spiace,
non è una opinione ma è un fatto, basta confrontare i
prezzi di oggi con quelli di dieci anni fa). E perchè lo
stesso non potrebbe accadere per il settore notarile? Se gli
operatori del settore notarile invece che 5800 fossero 10000
o 15000 perchè non potrebbe accadere lo stesso? Attendo
ancora una risposta serie su questo. Perchè so già che mi
verrà ripropinata la solita solfa sulal tutela della
professionalità e del povero cittadino ignorante...come se
per avere notai preparati fosse categoricamente necessario
averne solo 5800...nonostante il fatto che nel frattempo il
numero di laureati in giurisprudenza sia aumentato a
dismisura garantendo comunque una rigorosa selezione anche
ammettendo di aumentare il numero degli operatori del
settore notarile...mi spiace, ma vi state incartando nella
discussione.
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Andrea 12 luglio 2007 0:00
E' vero che l'assistenza dell'avvocato che
iniziare un processo e' obbligatoria. Ma per i non
abbienti esiste il gratuito patrocinio.
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Roberto de Falco 12 luglio 2007 0:00
Caro stancodellecaste, ero consapevole che gli scritti che
si erano accumulati dopo il mio ultimo messaggio mi
avrebbero fatto dimenticare qualcosa. Lei è
obbligato ad andare dal notaio e dall'avvocato no? la
prestazione per esempio di un Avvocato è facoltativa?
Ma chi glielo ha detto? Per iniziare un
giudizio civile in Tribunale è necessario (PER LEGGE)
essere assistiti da un avvocato; l'imputato DEVE essere
assistito da un avvocato (se non lo nomIna gli viene
assegnato d'ufficio, MA DEVE PAGARLO UGUALMENTE, ANCHE
SE D'UFFICIO). Ancora saluti
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Roberto de Falco 12 luglio 2007 0:00
Caro stancodellecaste, finalmente siamo riusciti ad avere il
punto di riferimento per il suo giudizio di eccessività del
costo della prestazione notarile, e la circostanza ha
talmente rivitalizzato la discussione, che ultimamente
languiva, che ora mi è difficile coglierne tutti gli
spunti. Dunque lei ritiene eccessivo il costo, da
lei affrontato, di € 2.000 per una compravendita di €
200.000, sembrandole più appropriato, ma per eccesso, un
costo di € 200. Prima di entrare nel merito di
tale valutazione, mi pare che la sua esperienza
dimostri: a) la fondatezza di quanto scrivevo tempo fa
e cioè che erano sballate le cifre da cui era partita la
discussione (4-5.000 € per una compravendita da €
100.000, pari al 4-5% del valore dell'immobile, mentre
qui siamo ad un valore di un quinto, ovvero intorno
all'1%, benchè tale percentuale non vada presa alla
lettera, in quanto la tariffa notarile è fortemente
regressiva, per cui l'onorario calcolato su un valore
più basso, come 50 0 60.000 €, farà riscontrare un
valore percentuale più alto, mentre su un valore più
basso, come 1.000.000 €, si riscontrerà un valore in
assoluto più alto, ma percentualmente molto più
basso); b) la fondatezza di quanto le dicevo circa la
non unilateralità dell'applicazione della tariffa da
parte del notaio, avendo il suo notaio applicato (diritto
più, diritto meno; copia più, copia meno: purtroppo la
tariffa notarile è molto complicata è barocca, e andrebbe
sicuramente riformulata, in quanto l'attuale è di
difficile comprensione ed applicazione) un onorario non
dissimile da quello elaborato, come esempio applicativo (e
fermo restando che il calcolo in concreto può essere fatto
solo caso per caso, essendo ogni atto diverso
dall'altro) dal Consiglio Nazionale del Notariato e
reperibile sul sito www.notariato.it o dal Consiglio
Notarile di Como e Lecco e reperibile sul relativo sito,
nonchè riportato nel sito indicato da Antonella, sito
abbastanza preciso nel suo contenuto (anche se non dedurrei
da tale contenuto che la tariffa è "solo
apparentemente" fissata dal Ministero, dal momento che
è evidente che la tariffa ministeriale è generale ed
astratta, e va applicata in concreto, potendo il singolo
atto essere più o meno complesso, richiedere il rilascio di
più o meno copie, l'effettuazione di più o meno
adempimenti, ecc.). Nel merito, lei sostiene che
un tale onorario è eccessivo, ed argomenta che il notaio ha
dedicato al suo atto solo un quarto d'ora, oltre
un'ora di lavoro del visurista che ha fatto tutto
lui. Bene, facciamo una grossolana (lo dico io che è
grossolana, non me lo imputi, non sono un economista o un
revisore di conti) analisi dei numeri e valutiamo la
fondatezza di questo suo giudizio. Io stipulo circa 40
atti al mese (non tutte compravendite, anche atti molto più
semplici e perciò meno impegnativi, come qualcuno più
complesso, ma ragioniamo "vuoto per pieno",
nell'ottica di un'indagine che ho già definito
grossolana); per farlo dedico al mio lavoro almeno 10 ore al
giorno (tra le quali non sono comprese quelle dedicate a
questa discussione, sottratte al sonno) per almeno 5 giorni
a settimana; fanno almeno 200 ore di lavoro al mese, ovvero
5 ore per atto (non 0,25, come lei ritiene, ma venti volte
tanto); inoltre ho 5 collaboratori, il cui lavoro è sempre
finalizzato a quei 40 atti; considerando un costo medio
lordo (lordo, non sto parlando di stipendio netto!) di €
2.800-3.000 al mese, fanno almeno 14.000 € di costo del
lavoro, che, spalmato per 40 atti, fa € 350 per atto; poi
c'è l'affitto dello studio o comunque l'onere
finanziario dell'utilizzo dell'immobile,
l'ammortamento delle attrezzature, il costo
dell'aggiornamento professionale (convegni, riviste,
libri); l'aggiornamento e manutenzione hardware e
software; ecc. ecc.. Mi pare sufficiente per dimostrare
che se erano sballate per eccesso le cifre del messaggio
introduttivo (sempre i 4-5.000 € per un atto da €
100.000), le cifre da lei ritenute eque (anzi, ancora
eccessive, e parlo questa volta dei 200 €) sono sballate
per difetto, non riuscendo a coprire neanche una minima
parte dei costi generali (e attenzione, sto parlando di
spese generali, che vanno coperte con l'onorario, non di
quelle imputabili ad un singolo atto, quali bolli, visure,
imposte, che ovviamente sono ribaltate sul cliente come
anticipazioni). E lo sono perchè lei (ancora
ignorando quello che io ed altri abbiamo scritto: v. mio
messaggio del primo luglio) limita l'attività del
notaio alla stipula, dimenticando quello che c'è stato
prima (colloqui con le parti, predisposzione dell'atto,
esame delle problematiche connesse di carattere ipotecario,
catastale, familiare, tributario, successorio, ecc.) e che
ci sarà dopo (liquidazione delle imposte, a proprio rischio
e pericolo, versamento delle stesse, repertoriazione,
registrazione, trascrizione, voltura, ecc. ecc.).
Se fosse come lei ritiene, effettivamente i 200 €
sarebbero finanche eccessivi, come sono eccessivi i costi
della pratica presso i notai austriaci a cura del mitico
giovanotto di Bolzano mostrato ad Exit, che predispone
scritture private da far autenticare ad un notaio di
Innsbruck, il quale null'altro fa che accertare
l'identità dei sottoscrittori, percependo una somma
molto inferiore a quella dei notai italiani, ma perfino
eccessiva per il suo lavoro, che nulla ha a che vedere con
quello del notaio italiano, lavoro che nella specie è
svolto, non è dato sapere a che titolo, con quali
competenze e quali garanzie (ma sicuramente senza alcuna
responsablità e comunque solvibilità in caso di danni)
dal giovanotto di Bolzano. A proposito: ma da
chi si è fatto spiegare "per filo e per segno" in
cosa consiste l'attività del notaio? Sarebbe
interessante saperlo. Comunque su un punto credo
purtroppo abbia ragione: dopo Lulli ne arriveranno altri, la
scia è tracciata, l'assalto alla diligenza è partito.
Pazienza per i notai, che avranno competenze da spendere
altrove (e a tariffe di mercato, non calmierate: pensi solo
alle visite dei medici specialisti a 200 € davvero per un
quarto d'ora, o anche meno); mentre i cittadini che si
finge di voler proteggere andranno incontro alle loro
Parmalat immobiliari. Ma in questo l'Europa non
c'entra nulla: la Direttiva Bolkenstein in tema di
liberalizzazione dei servizi professionali esclude dal suo
ambito di applicazione, per i paesi organizzati con un
sistema di notariato libero-professionali, proprio i notai,
e proprio in quanto investiti di una funzione pubblica.
Saluti a tutti
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Andrea 12 luglio 2007 0:00
Visto che si persevera con la domanda su quale debba essere
il giusto compenso notarile per una compravendita
immobiliare di Euro 200.000 provo a porre un quesito anche
io. Posto che un Magistrato di Cassazione ( qualifica
che si acquisisce dopo 20 anni dalla nomina)percepisce una
retribuzione mensile netta di circa 6000 Euro netti, quale
dovrebbe essere il reddito "moralmente" equo di un
notaio? Siamo proprio certi che gli oltre 400.000 Euro annui
siano il "giusto" riconoscimento di anni ed anni
di studio? La funzione pubblica dei notai e' piu'
importante forse di quella svolta dai magistrati di
cassazione? E non mi si venga a parlare di invidia sociale,
il mio è solo disgusto per un privilegio indifendibile.
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Max 11 luglio 2007 0:00
X Stancodellecaste Scrivi: “Vi ho inoltre
portato un esempio concreto di come un settore considerato
strategico come quello del trasporto aereo abbia beneficiato
della concorrenza nonostante i precedenti monopolisti
portassero argomentazioni uguali identiche alle vostre
(tutela del cittadino, tutela della professionalità,
sicurezza nazionale, e via dicendo). Mi avete risposto su
questo punto? No.” Scusa la lentezza di comprendonio
ma non vedo il nesso! Mica c’è un problema di
concorrenza tra notai: un notaio francese è libero di
stipulare un atto avente ad oggetto un immobile che si trova
a Roma, così come un notaio italiano può stipulare la
vendita di un immobile che si trova a Parigi, ma entrambi
devono sottostare alle leggi dello Stato dove quell’atto
deve produrre i suoi effetti. Cosa diversa è esercitare la
professione in quello Stato. Il notaio italiano è un
pubblico ufficiale dello Stato italiano e non può aprire
uno studio a Parigi e lo stesso vale per il notaio francese
che per diventare pubblico ufficiale in Italia deve superare
il concorso pubblico italiano. Per restare nel campo
aereo, ti sentiresti sicuro di salire su un aereo se ti
dicessero che non è più necessario un brevetto per
pilotarlo e che quindi potrebbe farlo chiunque?
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Max 11 luglio 2007 0:00
X Stancodellecaste Io lo capisco il significato
di monopolio, ma sembra che non sia chiaro a te!! Il
fatto che quel lavoro lo possa fare solo un notaio è per lo
stesso identico motivo per cui una operazione te la può
fare solo un chirurgo ed un calcolo di cemento armato per un
fabbricato solo un ingegnere!! Ti risulta che questo sia un
monopolio?? Ci vuole tanto a capire??????
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Gourry 11 luglio 2007 0:00
Comunque dall'ennesimo surreale e vuoto papiro di
stancodellecaste emerge che: "200 Euro guadagnati in un
quarto d'ora è proprio una presa per il culo.".
Basta leggere questo per capire tutto. Un Notaio in pratica
lavora 15 minuti ad atto. La presunzione dell'ignoranza
all'ennesima potenza. Tanto tutti sanno tutto, vero
stancuccio? Ma vai a riposarti su ;)
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bersanotto 11 luglio 2007 0:00
per stancodellecaste: lascia perdere. per gli
altri lettori del blog: mi raccomando, non fatevi fregare
dagli slogan e dal sentimento di invidia.
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Enrico 11 luglio 2007 0:00
X sibilla: lei deve aver visto troppi film polizieschi di
bassa lega, per trarre da un simile insignificante dettaglio
così grandi conseguenze. C.d.o. di milano, c.d.a., si
capisce lo stesso, dove l'ho passato, tanto che ci è
arrivatapersino lei. Sia più concreta, grazie. Cmq se ci si
deve arrampicare sugli specchi come sibilla allora state
messi proprio male.
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stancodellecaste 11 luglio 2007 0:00
Chiedo venia, mi sono ricreduto. Una luce divina ha
illuminato la mia povera mente e mi ha liberato dalle
tenebre della crassa ignoranza. Avete ragione, e chiedo
perdono per la mia insolenza. Il notaio esiste, ed è qui
con me che brandisce con espressione impavida la lucente
spada della legalità, assicurando a me ed alla mia progenie
un luminoso futuro di certezze giuridiche. O che stolto sono
stato a non accorgermi dei miei stuupidi errori!!! O come ho
potuto dubitare, mea cula, mea grandissima culpa, della
ineluttabilità e della divinità dell'ordine
notarile??? Ora sono qui, in ginocchio, a chiedervi perdono
per avere osato dubitare della purezza d'animo del
notaio, che, qui con me, tutela i miei diritti,
proteggendomi dagli inevitabili errori della mia stolta
ignoranza. T' amo, pio notaio, t'amo come si ama un
prode condottiero che conduce le sue genti alla conquista di
un luminoso futuro di certezza e legalità. E che sono
duemila squallidissimi euri di fronte a tali radiose
prospettive? Perdonami, notaio, di aver dubitato della tua
purezza d'animo. Lo so, non mi hai chiesto duemila euri
perchè dovevi comprarti un o smeraldo per l'amante, me
li hai chiesti per mandarmi dal peccato originale, e
perchè sapevi, stolto ignorante cittadino qual sono, che
con quei duemila euri sarei sprofondato nel peccato e nella
lussuria. E invece sono qui, con duemila euri in meno, a
ringraziarti per l'eternità in quanto tu mia insegnato
la via, tu mi hai insegnato la verità, tu mi hai ridato la
luce...
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stancodellecaste 11 luglio 2007 0:00
Max, vedo che insisti a metterla sul piano "ma il
lavoro del notaio è difficile". Nessuno dice che sia
facile. E' difficile, difficilissimo. Ma ce ne sono
tante in Italia di professioni difficili, anche più del
notaio, ma nessuna garantisce un reddito medio di 420.000
€. Reddito che è poi il costo ribaltato sulle spalle dei
cittadini (perchè questo è il punto: il problema non è il
reddito, ma il costo). E' congruo questo costo? Non è
congruo? E' opinabile. Ci sono però tre specificità,
che continuo a proporre e su cui nessuno mi risponde:
1) la professione di notaio è l’unica libera professione
che garantisce redditi MEDI pari al triplo od al quadruplo
dei redditi MEDI di tutte le altre professioni 2) la
professione di notaio è l’unica libera professione che ha
la clientela garantita per legge 3) la professione di
notaio è l’unica in cui non c’è concorrenza diretta
tra professionisti Guarda caso il notaio è
l'unico ordine professionale per il quale qualunque
forma di concorrenza è eliminata alla radice tramite uno
strettissimo controllo sugli iscritti all'ordine
(tramite severissimo concorso) ed una suddivisione del
territorio in circoscrizioni volte ad evitare che un notaio
si "pesti i piedi" con un suo simile. Guarda
caso è l'unico ordine professionale che ha la clientela
almeno parzialmente garantita dalla legge. E, GUARDA
CASO, è l'unico con un reddito medio mostruosamente
più alto di tutte le altre professioni, libere e non.
Sono tutte coincidenze? O la mancanza di concorrenza più
l'obbligo ad usufruire dei suoi servizi crea una miscela
esplosiva che fa sì che i costi degli atti notarili siano
molto più alti di quello che sarebbero con una logica
almeno parziale di mercato? E che tutto qusto avvenga magari
sulle spalle (ed a spese) dei cittadini?
E'opinabile anche questo... ma, perdonami, il dubbio è
più che lecito. Perchè la difficoltà della attività
non può giustificare da sola un costo così elevato. Un
oncologo non guadagna (e quindi costa) MEDIAMENTE 420.000
€...e spero non mi verrete a dire che le responsabilità,
la preparazione e le difficoltà professionali di un
oncologo siano inferiori a quelle di un notaio...
Quindi la specificità che giustifica redditi (e
conseguentemente costi) così elevati non è la difficoltà
della professione, o la severità della selezione, ma la
mancanza di concorrenza.... Ma su questo, ancora una
volta, mi apsetto il silenzio assoluto...
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Max 11 luglio 2007 0:00
X Alepino Visto che secondo te il notaio costa un
po’ troppo, ma che sarebbero pochi 200 Euro, mi piacerebbe
sapere quanto sarebbe il “giusto” secondo la tua
opinione. Se tu fossi un notaio e dovessi occuparti di
una vendita da 200.000 Euro per la quale devi: parlare col
cliente e fargli consulenza, fare le visure ipotecarie
(cioè andare nella Conservatoria dei Registri Immobiliari a
controllare i passaggi dell’immobile per i 20 anni
precedenti), fare le visure catastali e le copie delle
piantine, verificare la legittimità urbanistica, scrivere
l’atto (dodici pagine circa), leggerlo, spiegarlo, farlo
firmare, calcolare le imposte e le tasse che deve pagare il
cliente, registrarlo, trascriverlo presso la Conservatoria,
fare la voltura in Catasto, fare le copie per il cliente e
tutto questo senza sbagliare una virgola altrimenti risponde
professionalmente verso il cliente e disciplinarmente verso
l’organo ispettivo (Archivio Notarile) che dipende dal
Ministero di Giustizia. Quanto sarebbe giusto?
Tieni conto che per la stessa vendita il mediatore
immobiliare, che si limita a compilare una proposta non
vincolante di acquisto e non ha neppure l’obbligo di
effettuare un controllo preventivo sulla situazione
giuridica delle case che mette in vetrina, prende il 2% (a
volte anche il 3%) dal venditore ed il 2% (a volte anche il
3%) dall’acquirente. Max
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bruno 11 luglio 2007 0:00
Per tutti coloro che parlano a sproposito di notariato.
SICUREZZA GIURIDICA: I NUMERI La principale
funzione dell’attività notarile è esemplificata da una
famosa dichiarazione del noto giurista Francesco Carnelutti:
"Tanto più notaio, tanto meno giudice".
L’intervento notarile svolge una funzione di giustizia
preventiva che con-tribuisce al contenimento del
contenzioso, in un paese, come l’Italia, in cui c’è una
forte vocazione alla litigiosità. Si può fare
l’esempio delle transazioni immobiliari, uno dei
principali am-biti di attività del notaio, che tocca la
vita di tutti i cittadini: il contenzioso su questi atti
riguarda annualmente circa 50 casi su oltre 1.700.000, pari
allo 0,0029% delle transazioni. Per avere un
riferimento di quanto incida l’effetto preventivo
dell’attività notarile basta pensare che invece, il peso
economico del contenzioso civile nel nostro Paese si aggira
intorno all'1,7% del PIL (dati del rapporto Tillin-ghast
relativi al 2005). In considerazione del fatto che per
i cittadini più deboli spesso andare in giudizio non è una
scelta percorribile – data la durata e quindi i costi di
cui si devono fare carico - è evidente che la sicurezza
“a priori” garantita dall’intervento notarile protegge
proprio i più deboli (mentre quella a po-steriori è un
lusso riservato a chi ha più mezzi). I rarissimi
sinistri vengono interamente risarciti dall’assicurazione
obbli-gatoria della categoria; i casi che non sono coperti
dalla polizza RC ven-gono rimborsati da uno speciale fondo
di garanzia costituito dalla catego-ria. Va
specificato che l'assicurazione dei notai risarcisce
l'intero valore effetti-vo dell’immobile (ad esempio
di una casa che fosse risultata ipotecata) a differenza
delle title insurance dei paesi anglo-americani che, invece,
ri-sarciscono solo il massimale assicurato, che nella
maggioranza dei casi corrisponde alla somma prestata dalla
banca al tempo dell’acquisto della casa. Poniamo
l’esempio di una casa che viene acquistata nel 2000 per un
prez-zo dichiarato di 150.000 euro ed assicurata per la
stessa somma, corri-spondente al mutuo; se, ad esempio nel
2004, quando la casa ha un va-lore di mercato di 220.000
euro, si scopre che c'era un'ipoteca, di cui nella
vendita non ci si era accorti, l’assicurazione risarcisce
solo i 150.000 euro originari. In termini di analisi
economia le title insurance sono una soluzione ineffi-ciente
per il consumatore, perché non solo non garantiscono i
diritti di proprietà ma nemmeno in via di risarcimento, il
danno subito. Tornando ai notai la responsabilità
disciplinare poi può comportare la so-spensione o nei casi
più gravi la destituzione. L’attività del notaio
è soggetta a stringenti controlli da parte dei consigli
notarili, del Ministero della Giustizia (che ogni due anni
sottopone a ispe-zione tutti gli atti dei notai attraverso i
Conservatori degli Archivi Notarili) e delle Procure della
Repubblica. Inoltre, nel campo degli atti immobiliari,
il notaio riscuote e versa allo Stato le imposte, senza
alcun aggio. Il notaio è responsabile personalmente e
direttamente delle imposte con-nesse all’atto, anche
quando il cliente non gliele abbia versate. In questo
modo nel 2005 i notai hanno incassato per lo Stato e versato
all’Erario immediatamente e direttamente circa cinque
miliardi di euro (10.000 miliardi delle vecchie lire, pari
allo 0,35 % del PIL ). Il valore economico
dell’affidabilità dei registri pubblici
L'affidabilità dei Registri Pubblici – ed in
particolare la sicurezza delle situazioni proprieta-rie
immobiliari e della loro circolazione – è sempre più un
valore economi-co fondamentale, sia sotto il profilo
soggettivo del cittadino acquirente, sia dal punto di vista
oggettivo del mercato creditizio, che vede nella garanzia
immobiliare il più importante dei "collateral"
che inducono all'investimento ed al finanziamento di
nuove attività produttive. Dall’altro lato, gli
immobili assumono un ruolo crescente – nell’economia
sempre più globalizzata – quali strumenti di garanzia al
fine dell’ottenimento del credito. Gli stessi
economisti incaricati dalla Banca Mondiale e dal Fondo
Monetario Internazionale, tra cui in particolare Hernando De
Soto, hanno sostenuto che la causa della povertà delle
economie in sviluppo o in transizione (Africa, Oriente,
Europa dell'Est) non sta nella mancanza di risorse
"fon-diarie", bensì nella mancanza o
inaffidabilità di "Registri immobiliari
pub-blici" la cui attendibilità sia in qualche modo
garantita dallo Stato. I danni derivanti
dall’inaffidabilità dei pubblici registri: le frodi
informati-che dilaganti nel mondo di common law Nei
Paesi di common law (di diritto anglo-americano)
l’affidabilità dei Re-gistri Pubblici, che in Italia è
garantita dal controllo del notaio, con le re-sponsabilità
e le garanzie connesse, è al centro di una dilagante ondata
di frodi e danni economici causati da dati inattendibili,
falsificati e fraudo-lentemente inseriti nei Registri o
presentati agli operatori, spesso via in-ternet. Un
ruolo fondamentale viene giocato proprio dal massiccio
impiego delle nuove tecnologie che, da strumento di
efficienza all’interno di una strut-tura rigorosa di
controlli preventivi, si rivelano un vero e proprio cavallo
di Troia per frodi e falle nel sistema. Un caso di
particolare rilevanza è quello delle TITLE FRAUD
(falsificazioni dei certificati di proprietà immobiliare),
fenomeno particolarmente diffuso in Canada, dove sin dal
1999 è in funzione un sistema di pubblicità immo-biliare
elettronico (praticamente identico a quello che si sta
cercando di attuare in Inghilterra) con accesso aperto a
più soggetti (anche privati) ed attuato con modalità
elettroniche. La title fraud consiste nel vero e
proprio "furto" della proprietà immobi-liare ad
inconsapevoli proprietari, con iscrizione nei Registri
immobiliari di certificati di proprietà falsificati. Il
frodatore può così ottenere dalla banca l’erogazione di
un mutuo che viene garantito con l’iscrizione
dell’ipoteca a carico dei beni appartenenti
all’inconsapevole proprietario frodato. Il risultato
è che il vecchio proprietario da un punto di vista formale
perde la casa a favore della banca che può vantare una
ipoteca. Il fenomeno – disastroso per i consumatori
ma anche per il sistema ban-cario ed assicurativo -ha
provocato un tale allarme da portare, nel 2006, alla
emanazione di una legge apposita per cercare di arginare il
fenomeno (Bill 152). I danni provocati dalla title fraud
sono stati stimati, nel 2005, in oltre 1,5 miliardi di
dollari. Questo ha comportato l’aumento dei risarcimenti,
per questo ti-po di danni, dal 6% del totale delle somme
risarcite, nel 2000, al 33,3% nel 2005. Fino al 2006,
essendoci la responsabilità diretta del Registro
Immobiliare per questo tipo di danni, le assicurazioni si
sono potute “rivalere” sul Fondo Pubblico istituito per
risarcire i danneggiati, con con-seguente aggravio dei costi
a carico della collettività. Dato che, proprio per questo
motivo, il Bill 152 esclude la possibilità di rivalsa sul
Fondo Pubblico, è prevedibile un nuovo inevitabile rialzo
dei premi assicurativi e, se il fenomeno dovesse continuare
o peggiorare, il rifiuto assicurativo per gli immobili.
Altri fenomeni di frodi (con danni gravissimi per i
consumatori) derivanti da una scarsa affidabilità dei
registri pubblici sono: ID theft (furti di identità),
in pratica una varietà di frodi realizzate con la
falsificazione dei dati di persone, facilitati
dall’accesso telematico senza controlli preventivi.
Secondo un rapporto della Federal Trade Commission (FTC) del
2003 ha danneggiato il 4.6% dei consumatori americani sopra
i 18 anni (pari a 9,91 milioni di persone), con perdite per
52,5 miliardi di dollari (di cui 47,6 miliardi di perdite
per le imprese e 5 miliardi di dollari per i privati). In
Canada, il Canadian Council of Better Business Bureaus
(CCBBB) ha stimato perdite per i consumatori, banche ed
altri operatori nell’ordine di 2,5 miliardi di dollari
canadesi nel 2002; in Inghilterra il Go-verno ha stimato i
danni provocati nel 2005 da ID theft in 1,7 miliardi di
sterline, corrispondenti a circa 2,38 miliardi di euro, e la
situazione è tal-mente grave che il governo ha creato un
sito dedicato alla lotta alle frodi che coinvolgono il furto
di identità. Real estate fraud (frodi immobiliari)
che, attraverso diversi schemi, hanno provocato danni enormi
e che hanno come caratteristica comune la falsifi-cazione di
documenti ed identità e la collaborazione di soggetti della
pro-cedura transattiva (agenti immobiliari ecc…). I
soggetti protagonisti delle transazioni immobiliari indicano
che, in Cana-da, il valore medio di un caso di frode
immobiliare si aggira sui 300.000 dollari e la stima della
“Quebec Association of Real Estate Agents and Bro-kers”
è che il fenomeno ammonti a circa 1,5 miliardi di dollari
l’anno. In Usa la questione è seguita con attenzione
anche dall’Internal Revenue Service (il servizio di
riscossione delle imposte sui redditi), perché implica
notevoli riflessi anche fiscali in termini di perdite di
gettito e riciclaggio. Al riguardo è stato presentato nel
marzo 2007 un Rapporto “Real Estate Fraud: Facts, Figures
and Closed Cases” dall’IRS Criminal Investigation.
Il fenomeno è in costante aumento in tutto il mondo
anglo-americano, e si distingue in due fattispecie:
Mortgage fraud (frodi ipotecarie), fenomeno così grave,
preoccupante ed in espansione che il Federal Bureau of
Investigation (FBI) da tempo lo sta monitorando e sta
attivamente cooperando con molte istituzioni pubbliche e
private per contrastarne la diffusione. La frode ipotecaria
viene messa in relazione, oltre che con la più estesa
possibilità di falsificazione offerta dalle tecnolo-gie
informatiche, con il crescente affidamento delle istituzioni
finanziarie e non finanziarie su soggetti terzi
intermediari non qualificati. Questo fe-nomeno ha creato
molte opportunità per frodi organizzate fra i vari
sog-getti coinvolti, soprattutto nel settore dei mutui. È
evidente quindi l’importanza che riveste
l’attendibilità dei soggetti che forniscono dati
rile-vanti, dato che le ricadute in termini di perdite del
sistema sono sempre più elevate, soprattutto laddove
si tratta di immobili, il cui valore medio è, come detto,
di centinaia di migliaia di euro o di dollari. Su questo
proble-ma l’FBI collabora, già da tempo, tra gli altri,
con la National Notary Asso-ciation, proprio per
“...combattere il problema delle frodi ipotecarie”.
Title fraud (falsificazioni dei certificati di proprietà
immobiliare) di cui si è parlato. Car title fraud (frodi
con falsificazione dei titoli di proprietà degli
autoveicoli): nel marzo 2006 Rachel Weintraub, Direttore
della Sicurezza dei prodotti della Consumer Federation of
America, con oltre 50.000.000 di associati, ha reso al
Congresso degli Stati Uniti una testimonianza circa la
gravità dei danni subiti dai consumatori a causa del
crescente fenomeno della falsificazione dei titoli di
proprietà delle auto, quantificati in 11,3 mi-liardi di
dollari l’anno. Corporate fraud (frodi societarie):
la c.d. corporate fraud è quella attuata tramite un
utilizzo fraudolento delle modalità operative delle
società, ac-compagnato dalla mancanza di adeguati controlli
contabili e finanziari. In forte crescita il fenomeno di
retrodatazione delle stock option (opzioni di acquisto delle
azioni da parte dei manager), in modo da aumentarne il
valore nel momento della vendita. In Italia il fenomeno
della retrodatazio-ne si è arginato attraverso
l’introduzione, nel 1993, della Legge Mancino, che ha
preteso la garanzia dell’intervento notarile per i
trasferimenti di partecipazioni societarie, proprio per la
sua funzione di controllo di legali-tà. Il Federal Bureau
of Investigation ha indicato la corporate fraud nel suo
rapporto annuale sui “white-collar crimes” come
principale priorità della Sezione Crimini Finanziari. Nel
corso del 2006, sono stati 490 i casi di corporate fraud su
cui l’FBI ha investigato: per dare una idea della
di-mensione economica del fenomeno, soli 19 casi coinvolgono
perdite per gli investitori di oltre 1 miliardo di dollari.
Sembra utile ricordare che i costi del contenzioso
negli USA sono i più ele-vati al mondo, pari al 2,3% circa
del Pil. Consiglio Nazionale del Notariato
N.B. PER MAGGIORI INFORMAZIONI SUI DATI BASTA ANDARE AL SITO
WWW.NOTARIATO.IT - QUI SI PARLA DI DATI, P.I.L., RILEVANZA
ECONOMICO SOCIALE DI UN SISTEMA E NON DI SENTITO DIRE,
ANTIPATIA, INVIDIA, SENZA CONOSCERE NEANCHE CHE COSA E'
UN NOTAIO
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stancodellecaste 11 luglio 2007 0:00
Confermo che fate solo ridere. Ho espresso la mia opinione,
ed è mio diritto farlo. Voi rimanete della opinione che
2000 € per un lavoro di un quarto d'ora sia un
onorario giusto, io rimango della mia idea che sia un furto.
Non ho detto che i notai non studiano nè che il loro
concorso non sia difficile. Ho detto che sono esageratamente
cari. POsso esprimere un giudizio in questo benedetto Paese?
Mi parrebbe di sì, almeno per il momento. O siete di quelli
che vanno in giro con il manganello e l'olio di ricino?
Temo di sì, visto il livello delle vostre risposte. Ho
detto che i notai si possono permettere di essere così
cari semplicemente perche vivono in una situazione di
monopolio. Ho riportato tre fatti (fatti concreti, non
opinioni): 1) la professione di notaio è l’unica
libera professione che garantisce redditi MEDI pari al
triplo od al quadruplo dei redditi MEDI di tutte le altre
professioni 2) la professione di notaio è l’unica
libera professione che ha la clientela garantita per
legge 3) la professione di notaio è l’unica in cui
non c’è concorrenza diretta tra professionisti per via
della divisione in corcoscrizioni (unico caso tra le
professioni oltre ai titolari di farmacia) Io sostengo
che le tre specificità sono correlate tra loro e che
introducendo un minimo di concorrenza i costi si
abbasserebbero a beneficio dei cittadini senza per questo
far morire di fame i poveri notai. Sempre che, am
questo è un tema molto più ampio, del notaio ci sia
veramente bisogno... Voi ritenete che non sia così?
Io ritengo di sì. Vi ho inoltre portato un esempio concreto
di come un settore considerato strategico come quello del
trasporto aereo abbia beneficiato della concorrenza
nonostante i precedenti monopolisti portassero
argomentazioni uguali identiche alle vostre (tutela del
cittadino, tutela della professionalità, sicurezza
nazionale, e via dicendo). Mi avete risposto su questo
punto? No. Vi ho portato un ulteriore esempio, citato
due volte, quello dei notai austriaci che (è dimostrato)
sono molto più economici, tant'è vero che grazie ad
uan legge regionale qualcuno in Alto Adige qualcuno comincia
a fare i rogiti là e non più a Bolzano (notizia riportata
da tutti i giornali). Perchè sono più economici? Non si
sa. Mi avete dato risposte concrete su questo? No.
Sapete solo insultare e provocare. Non ripeto più a Gourry
che io e Privato siamo due persone diverse, tanto non lo
capisce. Gli fa comodo credere che certe idee siano portate
avanti da una singola persona. Ma non è così, spiacente
per te. I cittadini stanchi dei monopoli e delle rendite di
posizione (mica solo dei notai, sia chiaro) sono sempre di
più. Quello di Lulli è stato un primo tentativo, maldestro
magari, ma solo il primo. Ne arriveranno altri, spiacente
per voi, perchè la strada che si sta intraprendendo in
Europa è chiara, e prevede sempre più concorrenza, in
tutti i settori, e quello notarile non farà eccezione.
Preparatevi. Alepino ha visto giusto. 200 Euro
guadagnati in un quarto d'ora è proprio una presa per
il culo. Ditelo ad un laureato della Bocconi che lavora con
contratto a progetto, e sentite un po' come vi risponde.
Ma, confermo, i 200 Euro sono effettivamente una
provocazione, perchè il tema è di più ampio respiro, e
riguarda il monopolio esercitato dai notai ed il suo effetto
sui costi. MONOPOLIO, questa è la parola chiave, ma vedo
che fate finta di non capire. Quello degi agenti
immobiliari, per esempio, non è un monopolio. La legge non
mi impone di andare dall'agente immobiliare, la casa
posso vendermela per conto mio. Max, lo capisci questo
facile concetto o devo farti un disegnino? MO-NO-PO-LIO.
Cerca il significato di questa parola sul dizionario e prova
a dimostrarmi che quello dei notai non è un monopolio.
Francamente non vi meritate altro che provocazioni, vista
la vostra incapacità a fornire risposte concrete su temi
concreti . Sapete solo provocare ed insultare. Ma non
mi sconvolge questo, è costume italico meterla sul piano
della provocazione quando non si hanno argomenti solidi. Mi
fate quasi pena se non mi spaventasse l'idea di essere
vostro concittadino. Saluti
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Sibilla 11 luglio 2007 0:00
Scusa Enrico dov hai "passato" l'esame di
avvocato? Nel C.D.O. di Milano? Qui si capisce che non sei
avvocato in quanto gli esami non si sostengono presso il
consiglio dell'ordine ma presso la Corte di Appello!!!!
Successivamente, dopo aver superato l'esame ci si
iscrive all'albo dell'ordine di appartenenza. Almeno
cercate di mascherarvi meglio!!
|
Gourry 11 luglio 2007 0:00
Carissimi compagni di discussione, mi dispiace che sia
toccato proprio a noi sobbarcarci l'onere di combattere
contro questo troll che ora si fa chiamare stancodellecaste.
Tuttavia vedo che la verità, per quanto possa essere
calpestata ed infangata, prima o poi prevale, ed è ciò che
sta accadendo ora. Dobbiamo solo continuare a perseverare
con pazienza e fermezza, opponendo al cieco buio
dell'ignoranza la luce della verità. Fidei et veritatis
anchora.
|
Alepino 11 luglio 2007 0:00
Scusate se mi intrometto. Lavoro all'anagrafe e anche io
penso che il notaio costa un po' troppo ma pagarlo 200
euro è una presa per il culo.
|
Giacomo 11 luglio 2007 0:00
STANCODELLECASTE Lei ritiene
che 200 eu sia una cifra sufficiente, a questo punto
fossi in Lei mi spingerei sino a richiedere che la
prestazione fosse pro bono. Scrive altresì
che quanto sopra è conseguente al fatto che:
......."lo dico proprio perchè mi sono fatto spiegare
per filo e per segno in che cosa è consistita la attività
del notaio"........ Benissimo,
SAREBBE COSI' CORTESE DA SPIEGARE IN CHE COSA
CONSISTA L'ATTIVITA' DEL NOTAIO? NON
consideri SOLO 1 ESPERIENZA cerchi di essere obbiettivo,
(per essere obbiettivo, sia cortese, parta dalla prima
telefonata che viene fatta allo studio, sino al ritiro della
copia dell'atto stipulato, cioè tutto dalla A alla Z,
indicando chi se ne occupa, ed in cosa consista la singola
operazione). Sono proprio curioso di
leggere quanto possa essere abile nel distorcere la
realtà. FORZA STANCODELLE CASTE!
Aggiungo che, prescindendo totalmente dal
lavoro che svolge uno studio Notarile, la sua proposta
di onorario è VERGOGNOSA anche solo considerato lo studio
richiesto per diventare Notaio. Si studia per
anni, si fanno grossi sacrifici, si hanno responsablità che
Lei, evidentemente, neppure immagina, e si dovrebbe
guadagnare come un qualsiasi lavoratore con semplice
diploma??? Ma è completamente impazzito?
Considerata la sua bolscevica idea del merito e
del conseguente reddito, punterei il dito contro
ogni categoria, medici, avvocati, imprenditori,
commercialisti, sportivi.... che hanno reditti superiori
alla media, poichè, se non tollera i guadagni del
Notaio, non vedo come possa farlo con quelli gli altrui.
Concludendo abbia almeno il
buon gusto di non dire che il problema non è quanto
guadagnano i Notai, poichè da giorni non fa altro che
concentrare la sua crociata su questo.
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Max 11 luglio 2007 0:00
x stancodellecaste Quindi, appurata l’utilità
del notaio, il problema sembrerebbe il suo costo. Allora
analizziamolo in concreto. Ti dico solo che per una vendita
da 200.000 euro il notaio percepisce 2.000 Euro di onorari
(fatturati, quindi netti 1.200) ed in questa cifra è
compresa l’attività di consulenza connessa all’atto e
tutte le garanzie che assistono il cittadino in termini di
efficienza, sicurezza giuridica ed assicurazione. Per la
stessa vendita il mediatore immobiliare percepisce 4.000
euro dal venditore e 4.000 euro dall’acquirente…!
Tralasciando il fatto che la maggior parte delle volte
questi compensi vengono percepiti in nero, mi spieghi come
mai non ti sconvolge il fatto che ci sia un soggetto che per
lo stesso atto percepisce 8.000 euro per aver portato le
chiavi al momento della visita all’appartamento e senza
dover garantire nulla?
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Bersanotto 11 luglio 2007 0:00
Questo l'incipit del forum: "Questi
signori si sono dimenticati però che i poveri Notai hanno
un reddito medio di Euro 922.345 in Trentino e di Euro
629.406 in Lombardia. Se le associazioni dei
consumatori non cominciano a muoversi anche contro costoro
che per un atto fotocopia da Euro 100.000 ti chiedono 4-5
mila euro di parcella, che risultati vorremo mai
ottenere." Dunque: gli argomenti del forum
sono l'invidia per il reddito elevato e la cattiva
informazione (atto fotocopia (?); onorario, che al massimo
è di Euro 1600, tutto il resto sono imposte). Se
davvero non c'è invidia, come lei dice, allora non si
parli più dei redditi elevati (e le rammento che chi
dichiara di più non coincide con chi guadagna di più...);
se il problema che muove questa campagna denigratoria,
invece, è il costo della singola prestazione, allora:
- prima di tutto, informiamoci bene sul costo della singola
prestazione, invece di sparare cifre a vanvera come Gigi e,
quel che è più grave, come alcuni organi di
"informazione"; - poi, con maggiore umiltà,
riconosciamo la complessità della singola prestazione:
nella valutazione dei servizi professionali si parla di
"asimmetrie informative" proprio perchè molto
spesso l'utente non è in grado di percepirne la
difficoltà; lei vuole pagare un notaio 200 Euro perchè
ritiene che la sua prestazione "vale" 200 Euro, e
non batte ciglio se un mediatore immobiliare le chiede dai 4
ai 6 mila Euro (immobile da 200.000) per averle aperto la
porta di casa. E le sembra sensata, la sua scala di valori ?
Solo perchè a deciderla è il "dio mercato" ?
In un sistema come quello che lei auspica il
consumatore dovrebbe essere assistito da un tale che per la
sua attività di consulenza percepisce 200 euro. Scusi, ma
allora quale laureato di livello ambirebbe a fare questo
mestiere ? Lo si lasci fare a qualche scalzacani senza
scrupoli (200 Euro talvolta non bastano neanche a coprire i
costi vivi delle visure ipotecarie), ed il consumatore si
dovrà affidare al risarcimento dell'assicurazione (toh,
guarda caso cui prodest...). Ma come fa a non
accorgersi che questa campagna denigratoria contro il
notariato è mossa da Banche, assicurazioni e Confindustria
? Il sogno dei palazzinari è di dotarsi di un ufficio
legale interno che predisponga contratti-capestro ai
consumatori, se non truffe colossali. Ed infine, non
mitizziamo l'America: a parte i dati sul contenzioso e
sulle frodi, di per sè già eloquenti, rifletta sul tessuto
morale e sociale italiano: un sistema privo di regole e di
"guardiani" non può andare, per definizione, a
vantaggio del consumatore, e ciò soprattutto nel nostro
Paese: gli scandali Parmalat e Cirio (per non parlare di
Enron) sono occorsi proprio perchè di "guardiani"
non ce n'erano abbastanza. Il problema di
questo confuso periodo storico è che tante questioni
profondamente diverse vengono accostate in nome di vuoti
slogan come "liberalizzazioni", "interessi
corporativi", "libero mercato",
"competitività", concetti che invece andrebbero
misurati ed applicati con la dovuta cautela in ogni singolo
settore. Infine: il termine lobby non esprime
nulla di negativo, quello di "casta" sì , ed
evoca una sorta di chamata per cooptazione che forse
c'è in vari settori del nostro paese (a cominciare da
Confindustria), ma non certo nel notariato, cui si accede
contando solo sulle proprie capacità.
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Enrico 10 luglio 2007 0:00
Ciao a tutti. Sono un avvocato da poco più di un anno e mi
occupo principalmene di stragiudiziale (contratti e
società). Un mio caro amico sta provando il concorso
notarile e mi dispiace leggere il signor "stanco delle
caste" mentre mistifica la realtà equiparando la mole
di studio del concorso notarile (ASSURDAMENTE ENORME!!!) con
quella per l'esame di avvocato. Quando ho studiato per
l'esame di avvocato avrò toccato sì e no 5 o 6 libri,
quasi tutti dei bignamini, e l'esame l'ho passato
nel C.D.O. di Milano che è tra i più difficili in Italia.
Per il concorso notarile invece questo mio caro amico sta
seguendo un programma 10 volte e passa più grande ma mi ha
detto che conosce gente che studia ancora più testi.
La professione forense è bellissima ma certa gente la
ricopre solo di fango facendo passare gli avvocati come
degli accattoni di lavoro. Dovrebbero essere cancellati
dall'albo. Senza contare che basterebbe un minimo
di obiettività e di conoscenza del nostro sistema giuridico
per non dire certe castronerie sul notariato. Qui non si
tratta di essere pro o contro notariato ma di conoscere un
minimo come funzionano i pubblici registri immobiliari,
societari ecc.ecc..
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Antonella 10 luglio 2007 0:00
Per quanto riguarda le tariffe, slo apparentemente
"fissate" dal ministero, consiglio di leggere
l'articolo che trovate alla seguente pagina
http://www.confappi.it/upload/notizie/Nota_tariffe_11_05.htm
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stancodellecaste 10 luglio 2007 0:00
Una menzione speciale per Bersanotto. Vedo che lei insiste
su due temi: l'invidia ed il fatto che per diventare
notaio bisogno studiare. E' sulla strada sbagliata su
entrambi gli argomenti. Chi scrive (e presumo anche chi ha
aperto il forum) non lo fa per invidia. Non pone
fondamentalmente un problema di redditi (da cui
l'invidia) ma di costi. Costi...redditi...capisce la
differenza? Provi a pensarci stanotte....quanto al fatto che
si deve studiare, scusi, il forum non si intitola "i
notai sono ignoranti" ma "la lobby dei
notai"...che i notai passino notti insonni di
leopardiana memoria sui libri nessuno lo mette in
discussione. Ma il tema è un altro: lobby, monopolio,
rifiuto del mercato...anche qui provi a pensarci, se le
riesce....perchè siamo in tanti a studiare in questo
benedetto Paese, Quanto e più forse dei notai...ma nessuno,
dopo avere completato il proprio percorso formativo, gode di
una rendita di posizione ricca e protetta come quella dei
notai...rendita che, guarda caso, si scarica sotto forma di
costo sulle spalle dei cittadini...mediti, Bersanotto, e la
prossima volta cerchi di fare interventi un pochino più
centrati, senza metterla suol patetico piano
dell'invidia sociale, prchè non di invidia si tratta,
ma di equità. Buona notte
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