Commenti
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stancodellecaste 10 luglio 2007 0:00
Scusatemi, ma mi fate ridere. Si insiste per sapere quale è
il prezzo ritenuto congruo, e non appena lo si dice ci si
scatena ad inveire contro l'eretico che ha osato mettere
in dubbio la congruità e la sacralità dell'onorario di
quel moderno ed indiscutibile vate del diritto che è il
notaio...Peccato che nessuno abbia tirato fuori
argomentazioni serie. Bersanotto (un nome un programma)
mi dà dell'ignorante (ovviamente quando si è a corto
di argomentazioni si cerca di porre la discussione sul piano
dell'insulto, ma a questo sono francamente abituato),
per poi chiedermi "Secondo lei, ad un professionista
serio e preparato che la assiste nel momento più importante
della sua vita vanno pagati 200 euro?". Premesso che in
momento più importante della mia vita NON è stato quando
ho comprato casa ma semmai quando mi sono sposato (ed il
prete non mi ha chiesto 2000 €), la mia risposta è sì,
vanno pagati 200 €, e lo dico proprio perchè mi sono
fatto spiegare per filo e per segno in che cosa è
consistita la attività del notaio. Perchè i 2000 € sono
esagerati sia rispetto al tempo dedicatomi dal notaio sia
rispetto al valore in percentuale rispetto al capitale,
diciamo così, "assicurato". Questa è ovviamente
una mia valutazione ma non è meno valida della vostra.
E comunque di professionisti seri e preparati è pieno il
mondo, ma nessuno, a parte il notaio, si fa pagare certe
cifre. E' un caso unico in Italia. Sarà bravo,
bello, colto, preparato, affascinante, tutto quello che
volete, ma come ho già detto, di certe cifre non si
riescono a capire le ragioni, se non legandole al fatto che
opera in un regime di monopolio. Voi dite che certe
cifre sono congrue, io vi dico che congrue non sono. Siamo
nell'opinabile, scusate, e la mia opinione vale
esattamente come la vostra. Peccato che io le pago, queste
cifre.... E comunque, permettetemi, in un paese più
liberale il mio diritto a prendermi i miei rischi sarebbe
sacrosanto. Invece sono costetto a pagare molto
profumatamente la tutela di un notaio quando tutela non
chiedo. Quanto a Giacomo (redivivo), mi dice "come
reagirebbe se, a fronte di 1.800 euro risparmiati ne
perdesse 200.000"... Ma, scusi, dove sta scritto
che se pago 200 € il notaio (o chi ne fa le veci) perdo
automaticamente la casa? Per l'ennesima volta vi
dimostrate privi di argomenti, perchè, perdonatemi, non
avete argomentazioni oggettive. Siamo sul piano delle
opinioni, e, scusatemi, al di là dei vostri insulti e delle
vostre provocazioni, la mia opinione vale esattamente come
la vostra. Tra l'altro non siete neanche originali:
quando dieci anni fa sono comparse le prime compagnie aeree
low cost tutte le compagnie aeree "tradizionali"
avevano lanciato allarmi ai quattro venti presagendo un
decadimento radicale della sicurezza del volo civile con
centinaia di morti all'annno. Beh, a distanza di dieci
anni, io per volare a Londra spendo un quinto di quello che
spendevo dieci anni fa, e francamente non mi risulta che nel
frattempo ci sia stato in Europa un decadimento della
sicurezza del volo civile... Ed in quel caso forse
c'era in gioco qualcosa di ancora più importante della
casa: la pelle. Ma, vedete, l'argomentazione
adottata dieci anni fa dai carrozzoni tipo Alitalia era
proprio uguale alla vostra: di fronte al nuovo, di fronte
alla concorrenza, di fronte a competitori che erano di fare
lo stesso lavoro in modo più efficiente e che rischiavano
di rompere il ricco monopolio e di azzerare la rendita di
posizione le argomentazioni erano le stesse: la sicurezza,
la professionalità, la tutela del cittadino. Lì si è
liberalizzato, e non è accaduto nulla di quello che i
monopolisti di allora ipotizzavano, anzi i
cittadini/consumatori ne hanno beneficiato. Dove sta scritto
che introducendo almeno parzialmente regole di mercato nel
settore notarile debba necessariamente capitare la
catastrofe che voi dite? Dite le stesse cose che diceva
l'Alitalia dieci anni fa. Le statistiche di Max le
conosco, ma non dicono nulla. Dicono banalmente che negli
USA c'è un contenzioso più alto. Ma chi può dire che
complessivamente il costo del sistema USA sia più alto di
quello italiano? Quindi, MAx, non me la menare con
statistiche che è da quando sono entrato in questa
discussione che mi vengono sottoposte. Quello è un tema
secondario. Perchè il tema principale è quelo dei costi:
con costi (onorari) più bassi nessuno metterebbe in
discussione l'attuale sistema. Ma apparendo tali onorari
esagerati ai più, ed essendo tali onorari legati ad un
regime di monopolio, è normale farsi certe domande circa il
confine tra il giusto compenso e lo sfruttamento di una
rendita di posizione...e lì, francamente, risposte serie ed
oggettive le devo ancora ricevere...
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Gourry 10 luglio 2007 0:00
E' ormai palese a tutti noi che i discorsi di stanco
delle caste alias privato sottufficiale siano validi per una
scatoletta di tonno ma non per la certezza del diritto. Il
problema è che tutti glielo stanno urlando da giorni ormai
ma questo signore deve avere qualche problema di
comprendonio, è l'unica spiegazione plausibile, salvo
suoi interessi economici...ops...;)
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bersanotto 10 luglio 2007 0:00
Per stancodellecaste: "Vedo che insiste nel
voler sapere quale è il prezzo giusto per una compravendita
da 100.000 €. Io insisto nel dirle che il prezzo dovrebbe
venire fuori da un incontro tra domanda ed offerta, comunque
visto che lo vuole a tutti i costi sapere le dò una cifra
chiara: io per una compravendita da 200.000 € ho pagato
2000 € (parlo di puro onorario del notaio, lasciando fuori
le tasse). Praticamente ha fatto tutto il visurista, e
francamente quel lavoro, checchè se ne dica, lo avrebbe
saputo fare anche un avvocato. Se proprio lo vuole sapere,
io quella prestazione per la quale il notaio ha speso non
più di un quarto d’ora ed il visurista non più di
un’ora, non l’avrei pagata più di 200 Euro. E, mi
scusi, mi sarebbero sembrate già troppe. Ma, anche qui,
siamo nell’opinabile, e continueremo ad esserlo finchè
non ci sarà concorrenza (che, con l’aria che tira in
Europa, arriverà anche nel settore notarile)."
Non c'è bisogno di altro per dimostrare la sua
ignoranza sull'argomento, nel senso che lei IGNORA nella
maniera più assoluta il lavoro del notaio. Secondo lei, ad
un professionista serio e preparato che la assiste nel
momento più importante della sua vita vanno pagati 200 euro
? Ah, ah, ah, ah ! Ma andiamo ! INVIDIA, INVIDIA, SOLO
INVIDIA. Chi vuole fare il notaio, non deve fare altro
che rimboccarsi le maniche e studiare, altro che mercato !
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Max 10 luglio 2007 0:00
Per stancodellecaste. L’esempio del Kenya è
una battuta (!) per dimostrarti che qualsiasi scelta deve
essere ponderata rispetto ai fattori che contraddistinguono
il paese e che non basta la comparazione pura e semplice.
Il notaio di tipo latino c’è in Austria, Belgio,
Bulgaria, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia,
Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi,
Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Spagna,
Slovacchia, Slovenia ed Ungheria. Una ragione ci dovrà pur
essere o secondo te sono tutti paesi retrogradi perchè non
copiano l’esempio degli Stati Uniti? A
proposito dei tuoi amici negli Stati Uniti, la prossima
volta che ci vai fagli fare due grasse risate con i dati
reperibili su questi link, che riguardano: -
l’incidenza delle frodi immobiliari – fonte ufficiale
Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti;
(http://www.irs.gov/newsroom/article/0,,id=118224,00.html);<
br> - l’incidenza delle frodi ipotecarie – fonte
ufficiale FBI (Federal Bureau of Investigation)
(http://www.fbi.gov/publications/financial/fcs_report052005/
fcs_report052005.htm#d1) Negli Stati Uniti
esistono centinaia di organizzazioni per la prevenzione e la
soppressione delle frodi immobiliari ed ipotecarie. Solo per
citarne qualcuna: - http://www.grefpac.org/ -
http://www.flippingfrenzy.com/ -
http://www.mortgagefraudblog.com/ -
http://www.stopmortgagefraud.com/ Sarà un
caso?
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Giacomo 10 luglio 2007 0:00
200 euro di onorario???? Bhè direi
che STANCODELLECASTE è persona razionale, molto
razionale, infatti ritiene che la sicurezza in
merito al titolo con cui ha acquistato la propria casa vale
quanto un paio di scarpe (mediocri). Mi metterei
le mani nei capelli! A seguito di tale
bizzarra proposta mi piacerebbe sapere quale possa essere la
reazione di STANCODELLECASTE se a fronte di
1.800 euro risparmiati ne perdesse 200.000 con il relativo
tetto, poichè dopo averlo tanto sbandierato ha
finalmente ottenuto l'incremento del numero dei notai, o
peggio ancora la liberalizzazione del settore,
potendosi così finalmente affidare ad una prestazione
lavorativa di serie B, causa della perdita
dell'immobile. PERSONALMENTE IO
MI SENTIREI UN PIRLA PAZZESCO! poichè se il
progetto "stancodellecaste" dovesse in futuro
passare a molti capiterà, eccome se capiterà!
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stancodellecaste 10 luglio 2007 0:00
Max, il paese a cui mi riferisco io non è il Kenia ma gli
Stati Uniti. E, per citare il suo ultimo intervento, le
posso garantire che noi italiani abbiamo ben poco da ridere
del Canada e degli Stati Uniti...basta aver vissuto là per
un po' di tempo, avere apprezzato la loro efficienza,e
vedere i dati sulla loro crescita economica, per capire che
a doversi fare grasse risate non siamo noi, ma loro. Ma,
purtroppo, è difficile far capire questi confronti a chi
non opera professionalmente al di là delle Alpi... Per
inciso, grasse risate se le fanno i miei colleghi americani
quando gli racconto delle nostre pastoie burocratiche, tra
cui anche quelle legate all'obbligo ad andare dal
notaio...
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Max 10 luglio 2007 0:00
X Privato sottufficiale "L'obbligo della
cintura di sicurezza non deriva tanto dall'interesse
collettivo alla tutela della salute, quanto piuttosto
dall'esigenza di evitare costi eccessivi per la sanità
pubblica." Io ho capito quello che hai
scritto, e tu? Articola il tuo pensiero...
Difficile, eh?
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stancodellecaste 10 luglio 2007 0:00
De Falco, mi scusi, non sono io che ignoro le sue
precisazioni ma è Lei che fa finta di non capire ciò che
intendo quando dico che il notaio applica unilateralmente la
tariffa. Il fatto che la tariffa sia fissata da un D.M. è
la solita soluzione all’italiana, in cui si dà copertura
ideologica ad una stortura facendo figurare formalmente (ma
solo formalmente) che è tutto a tutela del cittadino.
Innanzi tutto in questo stesso sito ci sono testimonianze di
casi in cui si dice a chiare lettere che in alcuni casi il
pagamento dell’onorario notarile non avviene totalmente,
diciamo così, per vie “ufficiali”, il che significa che
almeno in questi casi le tariffe sono un puro pro forma. Lei
potrà dire che il cittadino non è tenuto a pagare, io le
continuo a rispondere che in una situazione di monopolio il
cittadino non può non essere succube di situazioni come
quelle descritte (questo ovviamente dipende molto anche
dalla regione e diciamo così dalle “usanze” del luogo).
IN seconda battuta, lei si trincera dietro il D.M. per
dimostrare che i notai non possono applicare la tariffa che
meglio credono. Anche in questo caso Le dico che è una
soluzione all’italiana (nel senso negativo del termine,
purtroppo): il numero di notai è tenuto artificialmente
basso ed a fronte di ciò viene fissato un tetto
all’onorario che è comunque molto più alto di quello che
sarebbe il valore di quella stessa prestazione in un regime
di libero mercato, ed a dimostrare questo c’è
l’argomentazione, questa sì ignorata, relativa al reddito
medio dei notai. In una logica di mercato se una professione
è così remunerativa molti laureati in giurisprudenza
sarebbero naturalmente portati ad impegnarsi a fondo per
prepararsi in modo da poter esercitare tale professione, e
come avviene in modo molto naturale e comunemente accettato
in altri settori economici l’afflusso di più operatori
porterebbe ad un riequilibrio dei prezzi. E anche da questo
punto di vista, mi scusi, abbiamo di nuovo la soluzione
all’italiana, in cui ben precisi e molto materiali
interessi corporativi vengono difesi tramite la copertura
ideologica della necessità di garantire la dovuta
professionalità a tutela del cittadino. Perché, mi scusi,
da un punto di vista logico che i notai debbano essere solo
5800 su 200.000 laureati in giurisprudenza non si riesce
proprio a spiegare. Il sospetto che la tutela della
professionalità serva a dare copertura ideologica alla
difesa di interessi corporativi contrari alle regole di
mercato è molto ma molto forte. Sul fatto che il
notaio sia un libero professionista, sono fondamentalmente
d’accordo con ciò che Lei scrive, tranne notare che gli
svantaggi di cui Lei parla sono comuni a tutte, ma proprio
tutte le altre libere professioni,. Peccato però che il
notaio è l’unico che in una certa misura ha la clientela
garantita per legge, dato che il cittadino è obbligato a
rivolgersi a lui ed al tempo stesso opera in una ben
precisa circoscrizione notarile in cui la eventuale presenza
di altri notai è “sotto controllo”. Lei sa meglio di me
che per le altre professioni (tranne forse che per i
titolari di farmacie) questi due vantaggi (non da poco) non
ci sono visto che a) la prestazione per esempio di un
Avvocato è facoltativa b) l’Avvocato è liberissimo di
muoversi in un regime di libera concorrenza. Sui
magistrati invece non sono d’accordo su ciò che Lei
scrive: “nessun magistrato, se sbaglia, ci rimette la
carriera”. Perdoni, ma non mi risulta che Squillante sia
rimasto impunito. Quanto al risarcimento, l’errore del
magistrato è coperto da un fondo dello Stato esattamente
come l’errore del notaio è coperto dal Lloyd’s. Scusi,
ma non capisco la differenza. Quanto al controllo sul
numero dei notai, francamente non riesco a capire perché il
numero aperto farebbe venir meno ogni possibilità di
controllo dello stato sui suoi delegati. Scusi, ma il
controllo sulla preparazione lo si dovrebbe fare tramite il
concorso e tramite il monitoraggio periodico della loro
attività, esattamente come già avviene per tutti gli
Ordini professionali. Che i notai debbano essere pochi per
poter garantire un buon servizio non sta scritto da nessuna
parte. Devono essere preparati, questo sì, ma non
necessariamente pochi. Sempre che ci sia realmente bisogno
di tale figura, ma questo è un altro discorso. Quanto
alla difesa corporativa dei notai circa la mancata copertura
dei posti a concorso, mi perdoni, ma il sospetto
c’è…qui siamo chiaramente nell’opinabile, ma
francamente stabilire il confine tra la giusta severità nel
giudicare la preparazione di un aspirante notaio e la
tendenza a “calcare la mano” per limitare l’accesso
alla professione in modo da eliminare la concorrenza è
molto ma molto labile…Quanto al fatto che il presidente
del concorso sia un magistrato, suvvia, questo non vuol dire
niente… Vedo che insiste nel voler sapere quale è il
prezzo giusto per una compravendita da 100.000 €. Io
insisto nel dirle che il prezzo dovrebbe venire fuori da un
incontro tra domanda ed offerta, comunque visto che lo vuole
a tutti i costi sapere le dò una cifra chiara: io per una
compravendita da 200.000 € ho pagato 2000 € (parlo di
puro onorario del notaio, lasciando fuori le tasse).
Praticamente ha fatto tutto il visurista, e francamente quel
lavoro, checchè se ne dica, lo avrebbe saputo fare anche un
avvocato. Se proprio lo vuole sapere, io quella prestazione
per la quale il notaio ha speso non più di un quarto
d’ora ed il visurista non più di un’ora, non l’avrei
pagata più di 200 Euro. E, mi scusi, mi sarebbero sembrate
già troppe. Ma, anche qui, siamo nell’opinabile, e
continueremo ad esserlo finchè non ci sarà concorrenza
(che, con l’aria che tira in Europa, arriverà anche nel
settore notarile). Di certo ci sono tre cose: 1)
che la professione di notaio è l’unica libera professione
che garantisce redditi MEDI pari al triplo od al quadruplo
dei redditi MEDI di tutte le altre professioni (anche
evadendo le tasse sfido chiunque a dimostrare che il reddito
MEDIO di un commercialista o di un avvocato sia a questi
livelli) 2) che la professione di notaio è l’unica
libera professione che ha la clientela garantita per
legge 3) che la professione di notaio è l’unica in
cui non c’è concorrenza tra liberi professionisti (numero
chiuso + circoscrizioni notarili) Non possiamo non
pensare che queste tre “specificità” siano tutte
correlate tra loro…Lei mi dirà che tutto questo serve a
tutelare la professionalità della prestazione notarile . Io
continuo a sospettare che questa copertura ideologica serve
a tutelare un monopolio che garantisce ricchissimi redditi a
chi ne fa parte Rimane da giustificare il perché di
un livello di reddito MEDIO così esplosivamente più alto
della media nazionale di tutte le altre professioni ed il
perché anche di un livello di onorario più elevato di
quelli dei notai stranieri. A tal proposito avrà letto
anche Lei del fenomeno che sta avvenendo in Trentino Alto
Adige, in cui alcuni cittadini cominciano ad andare a fare i
rogiti ad Innsbruck (parrebbe legalmente in virtù di una
legge nazionale) risparmiando il 50% / 60%. Ovviamente
l’Ordine regionale dei notai si è già opposto parlando
di scarsa professionalità dei notai austriaci,
assolutamente non paragonabile a quella dei notai italiani.
E non le nascondo che mi aspetto l’ennesima tiritera sulla
tutela della professionalità dei notai italiani…
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Privato sottufficiale 10 luglio 2007 0:00
Per Max. "non deriva tanto
dall'..........., quanto piuttosto
dall'..............". Difficile, eh?
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Max 10 luglio 2007 0:00
X Privato sottufficiale Caro Privato, il tuo modo
di ragionare mi incuriosisce alquanto… Quindi secondo
te lo Stato ci impone limiti di sicurezza (come il casco o
la cintura in auto) non per tutelare l’interesse
collettivo alla salute ma per evitare il costo delle cure?
Stupendo! Magri lo Stato potrebbe anche abolire i
limiti di velocità, oltre al casco e le cintura, così
potremmo diminuire i costi per curare gli incidentati e non
resterebbe altro che il costo per ripulire le strade dal
sangue e per i trasporti funebri! Lo Stato siamo noi,
caro Privato, e la tutela della “res publica” passa
anche attraverso l’istituzione di un pubblico ufficiale
che possa controllare la corretta applicazione delle decine
di migliaia di Leggi vigenti nel nostro paese e che eviti
appunto il contenzioso (si chiama infatti attività
antiprocessualistica). Se il Notaio sbaglia un atto,
nel senso che procura un danno al cliente, allora interviene
l’assicurazione, ma la sua responsabilità non finisce
lì, perché lo Stato attraverso il Ministero di Giustizia
che cura l’ispezione biennale a TUTTI i notai, prevede
sanzioni come la sospensione anche per atti che non
comportano un danno patrimoniale al cliente. Quanto
alle patologie, basta vedere i dati sui siti americani e
canadesi sulla giustizia per farsi due risate…
Max (Mooolto interessato)
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Privato sottufficiale 10 luglio 2007 0:00
Per Max. Il paragone tra l'atto notarile e la
cintura di sicurezza è del tutto fuori luogo.
L'obbligo della cintura di sicurezza non deriva tanto
dall'interesse collettivo alla tutela della salute,
quanto piuttosto dall'esigenza di evitare costi
eccessivi per la sanità pubblica. Tanto per
intenderci, se tu ti spacchi la testa perché non hai il
casco o la cintura, lo Stato non può dirti "sono
affari tuoi, io te l'avevo detto", ma deve mettere
a disposizione medici, infermieri, medicinali ed
attrezzature varie. Ciò significa che i costi
ricadono sulla collettività. Se un notaio
sbaglia un atto, paga di persona (tramite i Lloyd's);
tutto rimane nell'ambito privatistico tra lui ed il suo
cliente perché allo Stato non importa nulla di tutto
questo. Il discorso di Max, evidentemente
mooooooooooooolto interessato, prevede scenari apocalittici
per "l'ulteriore carico di contenzioso derivante
dalle patologie della contrattazione immobiliare".
Evidentmente Max ha la sfera di cristallo, oppure pensa che
tutti i segretari comunali e gli avvocati siano degli
sprovveduti. Le sue previsioni, perciò, sono
perfettamente in linea con le sue più o meno esplicite
illogiche premesse.
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Roberto de Falco 10 luglio 2007 0:00
Caro Stancodellecaste, è vero, su alcuni punti
cominciamo ad intenderci, ma su altri lei continua ad
ignorare le mie precisazioni, senza neanche smentirmi, ma,
appunto, ignorandomi. Devo quindi ripetermi: se
l'onorario del notaio è sottratto alla libera
contrattazione (e siamo d'accordo), CIO' NON
SIGNIFICA che il notaio applichi unilateralmente la tariffa
che ritiene, come lei scrive in risposta a me ("tariffa
a discrezione del professionista") e a Bersanotto
("il sistema notarile così come è congegnato oggi
permette al notaio di applicare la tariffa che meglio
crede"). E infatti la Tariffa è fissata da un
D.M. e NON E' VERO che "Nulla impedisce al notaio
di andare oltre a tale tariffa", anzi gli è
espressamente vietato, come riferì anche il Presidente del
Consiglio Nazionale del Notariato Paolo Piccoli
nell'intervista fattagli dalle Iene nel corso della
trasmissione sul punto. E' per questo che
anche il ragionamento sul costo non determinato
dall'incontro tra domanda e offerta cade. Certo, se allo
stato delle cose (numero programmato dei notai), avessimo
anche la libera determnazione dell'onorario, è ovvio
che l'onorario sarebbe spinto in alto dalla scarsità
dell'offerta. MA COSI NON E', perchè l'onorario
è fissato autoritativamente a tutela dell'utente (come
ho scritto tempo fa sententomi poi accusare di voler
prendere in giro i miei interlocutori) e NON PUO' ESSERE
FISSATO A PIACIMENTO DEL NOTAIO. La prego, se
ritiene che in quanto ho scritto ci sia un errore me lo
dica, ma non si limiti ad ignorarlo. Circa poi
vantaggi e svantaggi della professione notarile, potrei
capovolgere il ragionamento: il notaio è un libero
professionista, quindi con organizzazione a suo rischio (la
clientela è assicurata al notariato nel suo complesso, non
certo al singolo notaio, e così il reddito), ma è
obbligato a tenere aperto lo studio nella sede assegnata
(anche se eccessivamente costosa o poco produttiva), è
obbligato a rendere la sua prestazione professionale a chi
gliela chieda (anche se particolarmente antipatico), lo deve
fare in ogni caso applicando la tariffa vigente (anche se in
concreto poco remunerativa, e capita: procure da ricevere a
domicilio per persone anziane, ecc.). E il notaio
risponde in proprio dei suoi errori, non essendo in questo
in alcun modo assimilabile a magistrati o diplomatici:
nessun magistrato, se sbaglia, ci rimette la carriera, come
lei scrive, nè, salvo casi particolari e con stringenti
limiti quantitativi, risponde dei danni (e, tra l'altro,
è più che giusto che sia così, ma questo è un altro
discorso); non so a cosa faccia riferimento quando parla del
fondo per gli errori in buona fede, ma una forma
risarcitoria è prevista solo per la riparazione da ingiusta
detenzione (e comunque non è carico dei magistrati) e non
per qualsiasi danno provocato dall'attività
giurisdizionale. Circa il numero dei notai, poi,
dovremmo intenderci: una cosa è il principio del numero
programmato, altra cosa la quantificazione di tale
numero. Il primo principio credo sia irrinunciabile in
un sistema di notariato latino, cioè che veda un notaio
investito della pubblica funzione cd. di adeguamento
(accertamento della volontà delle parti, controllo
preventivo di legalità di tale volontà, redazione di un
atto conforme alla legge ed alla volontà delle parti ed
idoneo a perseguire l'interesse da loro avuto di mira),
dal momento che non esiste pubblica funzione affidata ad un
numero indeterminato di soggetti e che il numero aperto
farebbe venir meno ogni possibilità di controllo dello
stato sui suoi delegati. Sulla quantificazione del
numero dei notai, è ovvio che si possa discutere, e
toccherà allo stato determinare il numero dei pubblici
ufficiali di cui ha bisogno, e allora potranno essere 5.000,
8.000 o 10.000, purchè si assicuri (nell'interesse
dell'utenza, cittadini e imprese, e non solo
consumatori) il mantenimento degli attuali standard
qualitativi (e tenga conto che normalmente le commissioni di
concorso non coprono i posti a disposizione, non ritenendo
idonei un numero di candidati pari ai posti a concorso: e
non mi dica che ciò sia imputabile ad una difesa
corporativa dei notai, dal momento che il notariato si
limita a fornire all'organizzazione concorsuale un
numero, non maggioritario, di commissari, e che mentre il
Presidente della commissione di concorso per uditore
giudiziario, ovvero per l'accesso in magistratura, è un
magistrato, il Presidente della commissione d'esame
d'avvocato è un avvocato, ecc. ecc., il Presidente
della Commissione di concorso notarile è ... un
magistrato). Saluti P.S.: attendo
ancora di sapere quanto costa una compravendita di €
100.000 e quanto una di € 500.000, e perchè detto costo
sia eccessivo in cosa consiste
l'"esagerazione" dei costi dei notai
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Gourry 10 luglio 2007 0:00
In Italia una causa ci mette in media 10 anni a passare in
giudicato, figuriamoci se togliessero i Notai cosa
accadrebbe. E' impossibile e non accadrà mai, pena il
collasso del sistema giuridico e giudiziario. In UK o in USA
se lo possono permettere, tanto i giudizi non durano una
mazza. Certa gente dovrebbe attaccare il cervello prima di
scrivere e non deve sicuramente usare più nomi per fingersi
più persone. Mi riferisco a stancodellecaste-privato
sottufficiale- a volte lorenzo.
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Roberto de Falco 9 luglio 2007 0:00
Per Antonella 2: Per la verità il Vicepresidente
dell'ADUSBEF, avv. Antonio Tanza, si è espresso il 4
giugno scorso contro l'emendamento Lulli, scrivendo dei
possibili effetti che lo stesso "potrebbe comportare ai
danni dei consumatori", auspicando l'intervento di
tutte le categorie sociali "affinchè si eviti il caos
dei registri immobiliari" ed impegnandosi "ad
informare i consumatori ... dei pericoli intrinseci a questa
ultima iniziativa del Governo" (v. il testo completo a
questo indirizzo:
http://www.romoloromani.it/foro/index.php?act=Attach&type=po
st&id=121952). Forse è il caso di riflettere su
cosa e chi tuteli maggiormente il consumatore (ma direi il
cittadino in genere) e prendere atto che siano quantomeno
legittime opinioni diverse.
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Bersanotto 9 luglio 2007 0:00
Ma insomma, quale è il problema ? Posto che una persona
normale compra casa al massimo due-tre volte nella vita,
preferiamo che ad occuparsene sia un soggetto preparato o
uno scalzacani ? E allora, per essere preparato, dobbiamo
sottoporlo ad una selezione dura con un concorso cui
partecipa l'elite dei laureati in giurisprudenza ! E
ancora, se vogliamo che a partecipare al concorso notarile
sia l'elite dei laureati in giurispridenza dobbiamo fare
in modo che costoro vengano "premiati" con una
professione adeguatamente remunerata, altrimenti costoro
farebbero bene ad indirizzare le loro capacità altrove.
E' talmente evidente ! E allora, come vedete,
l'unico motivo per discutere questa evidenza è
L'INVIDIA, non ve ne sono altri sensati ! Fatevi un
esame di coscienza. Forse si può sostenere che 4500 siano
pochi, e che invece ce ne vogliano 6000 ? Ma di questo se ne
occupa il Ministero della Giustizia, che già con il governo
Berlusconi ha previsto l'allargamento del numero. La
tutela del cittadino nei momenti cruciali della sua vita
passa attraverso soggetti preparati, imparziali ed
incorruttibili ED A COSTI BASSI: sfido chiunque a
confrontare la tariffa di un notaio italiano con quella di
un notaio francese, oppure - meglio - con quella di avvocati
e commercalisti italiani. Senza notaio, sia il venditore che
il compratore dovrebbero ricorrere a professionisti che
chiedono ciascuno molto di più e la loro competenza è
tutta da dimostrare, mentre ricorrendo solo al notaio i
costi sono - al peggio - dimezzati. Il mercato
(incrocio tra domanda e offerta) funziona nel commercio, non
nelle tutele del cittadino ! Queste sono fandonie che mette
in giro Confindustria e i grandi potentati - Banche e
assicurazioni - che mirano a mettere le mani nel settore dei
servizi professionali e ad asservirli. Ma sveglaitevi !
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Ciribiribì 9 luglio 2007 0:00
x BERSANOTTO Anzitutto mi congratulo per
l'eloquio forbito ed elegante che mi dà conferma che il
livore e l'invidia sono i primi moventi di questo
movimento di opinione frettoloso e male informato.
=============== Per oltre 40anni il mio
linguaggio è stato curato e pertanto MOLTO FORBITO, ciò
non ha impedito ne' mitigato le fregature che Avvocati,
Magistrati, Notai, Commercialisti, Dentisti, Medici
specialisti ed una MARMAGLIA notevole di
"professionisti" ha rifilato alla mia persona e a
quanti ho avuto modo di conoscere e frequentare,
considerando inoltre la mia professione di rappresentante di
commercio posso ben affermare di aver conosciuto e parlato
con migliaia di persone, in 40anni. Nessun vero
rancore verso le citate categorie perchè non ne ho tempo ne
voglia ma......... la soddisfazione di mandarVI ad un
MERITATO MAVAFFANCULO quando venite a raccontare BALLE a chi
ha vissuto e pertanto conosciuto le CASTE che
rappresentate!!!
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Antonella 9 luglio 2007 0:00
Il paragone fra notai e commercialisti e' un po'
azzardato. I commercialisti non hanno il numero chiuso e non
hanno nessuna funzione esclusiva. In pratica non
c'e' nessun adempimento che senza il commercialista
non si puo' fare. Che anche loro siano degli evasori poi
e' un altro fatto. Un'ultima cosa: anche a me e'
capitato di pagare parte del compenso del notaio in nero.
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bersanotto 9 luglio 2007 0:00
x Ciribiribì Anzitutto mi congratulo per
l'eloquio forbito ed elegante, che mi dà conferma che
il livore e l'invidia sono i primi moventi di questo
movimento di opinione frettoloso e male informato. Le
rammento inoltre che suo figlio, pagando "in
nero", è quantomeno complice dell'evasione, e che
ha fatto malissimo a comportarsi così. Piuttosto che fare
pagamenti in nero, che agevolano l'evasione fiscale,
auspichi e chieda, come concreta misura a tutela e
vantaggio del consumatore, l'integrale deducibilità
degli oneri notarili dalla denuncia dei redditi.
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stancodellecaste 9 luglio 2007 0:00
Bersanotto, il livore e l'invidia non c'entra. Ti
ripeto un esempio che ho già fatto ma che rende l'idea:
se in Italia uscisse una legge che ti obbliga a comprare
solo auto Fiat ad un prezzo stabilito dalla Fiat, come
reagiresti? Chiaramente la Fiat ed il Ministero
dell'Industria ti direbbero che questo è fatto nel tuo
interesse in modo da garantire la stabilità del sistema
industriale italiano e di farti viaggiare su automobili
sicure ed ecologiche...ma nonostante tali rassicurazioni
presumo che tu come cittadino ti sentiresti un attimino
preso per i fondelli... Ecco, ad oggi per i notai
purtroppo funziona proprio così. Tu sei obbligato dalla
legge ad andare dal notaio, ed il sistema notarile così
come è congegnato oggi permette al notaio di applicare la
tariffa che meglio crede. Quindi non è un problema di
invidia sociale, è un problema di equità. Nessuno dice che
il notaio non sia un professionsita preparato (anche se,
come ripetutamente detto, ci sono sistemi che non prevedono
tale figura e prosperano lo stesso), qyello che si discute
è se il suo reddito (=costo per la collettività) siano il
frutto oltre che della sua preparazione anche di un
meccanismo unico nel suo genere che gli consente di
sfruttare una situazione di monopolio. Questo è il
tema.
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stancodellecaste 9 luglio 2007 0:00
De Falco, mi pare che in alcuni punti cominciamo ad
intenderci, solo che alla fine arriviamo a dire che il
giudizio sulla sottrazione al libero mercato della
contrattazione della prestazione notarile sia
fondamentalmente un giudizio di merito, e quindi che
entrambe le posizioni siano opinabili ed al tempo stesso
pienamente legittime. Corretto, ma questo dimostra come
questi temi non possano essere affrontati con la pretesa di
imporre assiomi indiscutibili come se parlassimo del
Vangelo. Sicuramente la sottrazione al libero mercato
consente ai notai comportamenti quali quelli descritti in
questo stesso forum da un altro utente. Il mio
argomentare dei redditi medi, invece, è correttissimo, mi
scusi. In una logica di mercato se una determinata
professione garantisce redditi mostruosamente più elevati
delle altre professioni di pari importanza è evidente che
c’è qualcosa di anomalo nella determinazione di tali
redditi. E questo qualcosa è da un lato la restrizione
all’esercizio della professione (numero chiuso) e
dall’altro il fatto che quella del notaio sia una
prestazione resa obbligatoria dalal legge. Sulla
restrizione del numero Lei mi dirà che è per garantire la
giusta preparazione (perché le argomentazioni, diciamocelo,
sono sempre le stesse). Io le rispondo che non è credibile
che in una nazione con non meno di 200.000 laureati in
giurisprudenza (stima mia personale ma presumo non lontana
dalla realtà) non ci sia spazio per qualche notaio in più.
Probabilmente se i notai invece che 5800 fossero il doppio
la loro preparazione sarebbe comunque garantita ed avremmo
più competizione tra loro. Ergo, la limitazione del numero
serve proprio ad eliminare qualunque forma di competizione
dal ricco mercato degli atti notarili (ricco sia perché
assicurato per legge sia perché gestito in regime di
oligopolio se non di monopolio). Anche il fatto che
l’attività del notaio abbia i rischi tipici della libera
professione, scusi, è una argomentazione che non posso
accettare senza commentare, e proprio per i motivi che ci
raccontiamo da giorni. Questi rischi valgono per tutte
quelle professioni che hanno caratteristica di libera
competizione sul mercato e facoltatività. La prestazione
notarile, invece, è sottratta come Lei stesso dice al
libero mercato essendo obbligatoria (ancora una volta:
quando compro casa io non posso scegliere se andare dal
notaio oppure no, sono obbligato dalla legge ad andarci)
Quindi, ancora una volta, quella dei notai è una
situazione unica nel suo genere: riassume tutti i vantaggi
della libera professione (tariffa a discrezione del
professionista) con i vantaggi della figura del pubblico
ufficiale (clientela assicurata, certezza del reddito). Gli
svantaggi dell’uno (rischio professionale legato
all’andamento del mercato) e dell’altro (contenimento
del guadagno) sono eliminati. Quanto agli errori,
scusi, è comune a tutte le professioni. Un magistrato od un
ambasciatore, quanto sbagliano, ci rimettono la carriera, ed
il posto di lavoro se hanno agito con dolo, esattamente come
i notai. E se sbagliano in buona fede interviene un fondo
specifico, esattamente come avviene per la Assicurazione dei
notai. Lei mi dirà che i redditi dei notai derivano da
un preziosissimo servizio reso dalla categoria alla
collettività. Io le rispondo che continuo a ritenere tali
costi eccessivi e determinati da una situazione unica nel
suo genere, e che in un regime di mercato i costi sarebbero
sicuramente inferiori. Ma qui arriviamo, come ci siamo
detti, ad un punto in cui le nostre rispettive posizioni
sono opinabili. Quello che le dico è che come cittadino
trovo anomale le regole che guidano oggi il sistema notarile
in Italia, e che tali regole aiutano comportamenti come
quelli descritti in questo forum. Lei attende di sapere
in cosa consiste l'"esagerazione" dei costi
dei notai e quali sarebbero i costi ritenuti
"equi". Beh, in un’ottica di mercato, Le dico
che in un sistema libero (sia per ciò che riguarda
l’accesso alla professione sia per ciò che riguarda la
contrattazione della prestazione) il costo sarebbe il punto
d’incontro tra domanda ed offerta. La teoria economica ci
dice che nel momento in cui la domanda è resa obbligatoria
dalla legge e l’offerta è sempre per legge ridotta e
controllata non possiamo non avere un costo più alto di
quello che sarebbe il suo valore di mercato. Non lo dico io
apoditticamente, lo dice una teoria economica universalmente
riconosciuta. Quanto al fatto che la tariffa notarile
sia determinata dal Ministero di Giustizia, mi scusi, ma mi
risulta che questa sia la tariffa minima. Nulla impedisce al
notaio di andare oltre a tale tariffa. E se anche fosse
così, Le ripeto, senza polemica, i redditi dei notai
parlano chiaro, dimostrando che il loro costo (= reddito) è
superiore a quello di tutte le altre professioni. Non
ho la pretesa di farle cambiare idea. Vorrei però farle
capire come la categoria notarile è percepita da quei
cittadini che, come me, girano il mondo e fanno confronti. E
dal confronto con i sistemi di altri Paesi sviluppati
l’ordine notarile italiano esce come una anomalia. In
parte per la sua esistenza (che come giustamente dice Lei è
opinabile ma non limitata all’Italia), ma in parte anche
per i suoi costi e per come è gestito, ad oggi, il suo
rapporto con la collettività. Saluti
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Ciribiribì 9 luglio 2007 0:00
x BERSANOTTO dice: i notai farebbero bene ad
evadere le tasse, un professionista preparato, imparziale ed
incorruttibile che ci tutela!! ===================
Ho assistito PERSONALMENTE in occasione dell'atto di
acquisto, da parte di un mio figlio, di una casa, atto
eseguito in un noto Istituto di Credito, il notaio (molto
conosciuto) ha preteso il 50% della parcella IN NERO ed il
restante con assegno circolare. Ha ritirato il
denaro contante alla cassa della banca e ha distribuito le
mazzette di denaro in molte tasche di pantaloni e
giacca. SCENA DISGUSTOSA, fatta senza nessun
ritegno, in presenza di molte persone. Mi è
venuta in mente la NOTA BARZELLETTA che i notai non evadono
perchè è tutto registrato, un solenne MAVAFFANCULO è
d'obbligo oltre a l'amara constatazione che ci sono
molti lavoratori autonomi MATERIALMENTE IMPOSSIBILITATI ad
evadere le DELIQUENZIALI IMPOSTE che specie i governi di
sinistra sfornano a iosa. Un'altra categoria
di GRANDI EVASORI, oltretutto amici e complici con
l'AGENZIA delle ENTRATE, sono I COMMERCIALISTI !!!!
Questa categoria di SUPERPAGATI hanno oltre le
salatissime parcelle, notevoli entrate in nero da STRESSATI
e SUPERTASSATI lavoratori autonomi. Il mondo si
divide in PRENDI'NCULO e METTI'NCULO e le caste sono
sodomizzatrici di masse di disgraziati, bisogna iniziare a
castrarne qualcuna ed i NOTAI con i COMMERCIALISTI devono
essere le prime della lista !!!
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Max 9 luglio 2007 0:00
Stancodellecaste dice: “La teoria economica ci dice
che nel momento in cui la domanda è resa obbligatoria dalla
legge e l’offerta è sempre per legge ridotta e
controllata non possiamo non avere un costo più alto di
quello che sarebbe il suo valore di mercato. Non lo dico io
apoditticamente, lo dice una teoria economica universalmente
riconosciuta.” Questo può valere per le prestazioni
del libero mercato di tipo privatistico ma non per quelle di
natura pubblica. Il primo esempio che mi viene in mente è
quello del ticket in campo sanitario. Lei paga attraverso il
ticket una prestazione specialistica che vale infinite volte
di più proprio perché è lo Stato che interviene a
calmierare il cosiddetto “mercato” nel campo di un
interesse collettivo riconosciuto che è quello alla salute.
Se quella stessa prestazione Lei la potesse ottenere solo
privatisticamente, crede che il costo sarebbe lo stesso o
infinitamente più alto? Provi a chiedere una visita
specialistica alla sua ASL, la paghi e poi provi a fare
quella stessa visita privatamente. Poi mi farà sapere.
Max
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Max 9 luglio 2007 0:00
Secondo me c’è un equivoco di fondo… Perché lo
Stato mi impone di andare dal Notaio per comprare una casa?
Per lo stesso motivo per cui lo Stato ci obbliga a metterci
la cintura di sicurezza in auto! Io potrei essere
libero di non mettere la cintura perché reputo di voler
avere la libertà di scegliere se spaccarmi la testa o meno
in un incidente, ma lo Stato deve tutelare la mia vita
perché è un interesse primario della collettività. La
contrattazione immobiliare è considerata dallo Stato
italiano come una attività di interesse collettivo e per
questo motivo è affidata a pubblici ufficiali. Perché
proprio a quei pubblici ufficiali? Perché è lo Stato che
li valuta idonei a svolgere quell’attività di tutela
dell’interesse collettivo, attraverso un concorso
pubblico. Stancodellecaste dice: “ci sono sistemi che
non prevedono tale figura e prosperano lo stesso”, ma
dimentica che quei sistemi non sono appunto vigenti in
Italia. Il punto non è capire se in altri paesi il sistema
funziona comunque anche senza notai, ma se nel nostro paese
tutto funzionerebbe bene nella contrattazione immobiliare
applicando quello stesso sistema. Viviamo in un paese dove
il contenzioso è talmente grande da non riuscire a smaltire
il carico delle cause iniziate decenni fa, figurarsi
aggiungervi l’ulteriore carico di contenzioso derivante
dalle patologie della contrattazione immobiliare (altissime
nei paesi di diritto anglosassone dove il notaio non c’è
e minime nel nostro paese). Ti posso garantire che in
Kenya vivono benissimo anche senza il riscaldamento… che
ne dici, togliamo le caldaie anche in Italia? ;-)
Max
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Bersanotto 8 luglio 2007 0:00
Argomenti così delicati e complessi dovrebbero essere
trattati sempre con pacatezza e competenza: mi sa che molti
interventi sono occasionati solo da livore ed invidia nei
confronti di redditi elevati. Stando a questa logica, i
notai farebbero bene ad evadere le tasse come fanno gli
imprenditori e gli altri professionisti. Chi va dal notaio
ci va un paio di volte nella vita per comprare la casa, e
cioè in un'occasione fondamentale nella vita di
ciascuno: vogliamo discutere di 50-100 euro oppure vogliamo
che in quelmomento ci sia un professionista preparato,
imparziale ed incorruttibile che ci tutela ?
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Antonella 2 7 luglio 2007 0:00
Anche le due piu' importanti associazioni in difesa dei
diritti del consumatori si sono espresse sulla vidensa del
famoso emendamento lulli. Ecco un loro comunicato
stampa. Roma, 9 giu. (Apcom) - Il Codacons e
l`Adusbef chiedono al Senato di ``respingere le pressioni
fatte dalle lobby`` e invitano il Governo a ``vergognarsi
per non aver mantenuto le promesse fatte ai cittadini,
capitolando sulle assurde pressioni dei farmacisti, notai,
banchieri e tassisti``. E` quanto affermano i presidenti
delle due associazioni dei consumatori, Elio Lannutti e
Carlo Rienzi, in merito al dibattito sulle liberalizzazioni.
I consumatori contestano ``questo strapotere dei notai che
mantengono l`esclusiva sulla cessione degli immobili di
valore non superiore a 100 mila euro, dei banchieri che
difendono con i denti la commissione di massimo scoperto,
dei benzinai che bloccano il riordino dei distributori, dei
tassisti che mantengono sempre più esclusive``. Secondo
Adusbef e Codacons ``non bisogna certo trascurare le
Ferrovie che hanno bloccato la liberalizzazione delle tratte
più remunerative e la lobby per impedire la
liberalizzaznione della gestione delle acque e l`abolizione
del pubblico registro``. Ma il peggior ``affronto`` è
quello dei farmacisti ``supportati dal ministro Livia Turco
che si è fatta portavoce dei 16.000 privilegiati di questa
categoria. I consumatori subiscono un brutto ko e vengono
sconfitti per 10 a 0``.
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Gourry 7 luglio 2007 0:00
Sono il primo a difendere la libertà d'espressione,
anche se dall'altra parte ci sono interlocutori in mala
fede che in ogni loro intervento scrivono sempre le stesse
cose. Tuttavia qui si tratta di usare dei nick falsi,
falsando così l'intera discussione, il ché mi pare
oltremodo disonesto.
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Privato sottufficiale 7 luglio 2007 0:00
Per Gourry. Siccome non riesci più ad
arrampicarti sugli specchi, adesso sei arrivato a chiedere
l'intervento dei buttafuori.
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giancarlo rossi 7 luglio 2007 0:00
finalmente qualcuno si sveglia in questo forum!!!
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Antonella 7 luglio 2007 0:00
Ecco cosa ha detto innanzi alle Commissioni riunite II
(Giustizia) e X (Attività Produttive) della Camera il
Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e
del mercato, Antonio Catricalà, nell'ambito
dell'indagine conoscitiva sulla riforma delle
professioni. Una delle più gravi restrizioni
esistenti nell’attuale disciplina delle professioni
è la limitazione numerica degli accessi prevista per
alcune professioni (notai e farmacisti titolari).
Sarebbe opportuno prendere in seria considerazione
l’eventualità di eliminare tali restrizioni, la cui
esistenza, come attualmente disciplinata, non sembra
funzionale alla protezione di alcun interesse generale(...)
In ogni caso, per chi svolge funzioni pubbliche come i
notai, sarebbe comunque necessario ed improcrastinabile un
intervento volto quanto meno a fare in modo che tutti i
posti già previsti dalla attuale normativa siano
coperti.Risulta, infatti, che su 5320 previsti dalle tabelle
attuali siano in servizio soltanto 4650 notai.
Un’effettiva annualità dei concorsi, la cui durata
dovrebbe essere radicalmente limitata, aiuterebbe a questo
scopo. Sarebbe poi opportuno che la distribuzione delle sedi
sul territorio potesse seguire le logiche del mercato
libero. Ciò garantirebbe una tendenziale migliore
distribuzione dei notai sull’intero territorio onale,
diversamente da ciò che accade oggi. Nelle zone in cui,
nonostante ciò, si verificasse un’effettiva deficienza
del servizio si potrebbe puntualmente intervenire nel senso
sopra proposto. Regime delle esclusive La
questione della riserva di attività costituisce un altro
grave ostacolo al funzionamento dei mercati. Se non
adeguatamente limitate rischiano ritradursi in una
protezione per i professionisti titolari, con danno per i
consumatori ed il mercato. Sarebbe, quindi, opportuno
affermare la regola per cui l’attribuzione di riserve di
attività e la loro puntuale estensione dovrebbero sempre
essere giustificate da esigenze di tutela degli utenti del
servizio, che non possono essere soddisfatte altrimenti
che con l’istituzione della riserva stessa. A tale scopo,
si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di
prevedere un processo di riesame di tutte le riserve
attualmente previste dalla legislazione vigente volto a
verificare la loro obiettiva giustificazione. L’esito di
tale processo di regulation review può essere: la loro
eliminazione, se non saranno ritenute giustificate,
oppure, in caso contrario, si dovrà verificare la
possibilità almeno di ampliare il novero dei professionisti
abilitati, facendo riferimento a quelli dotati di competenze
analoghe (si pensi, ad esempio, ad alcune esclusive dei
notai, che potrebbero essere aperte anche agli avvocati o,
anche, ai commercialisti). Si potrebbero fissare
normativamente due criteri, da utilizzare congiuntamente,
per valutare la giustificazione di una riserva: uno
positivo ed uno negativo. In base al primo, la riserva
può essere giustificata solo se appare l’unico modo
per evitare un danno all’utente del servizio in
parola. Ciò si verificherà essenzialmente con
riferimento ai servizi per i quali si possono
determinare rilevanti costi sociali in caso di
inadeguata erogazione della prestazione e che, nel
contempo, risultano caratterizzati da un’elevata
complessità delle prestazioni che impedisce agli
utenti di valutare, anche ex post, la qualità del medesimo
e la congruità dei prezzi praticati. E dunque, quando
si possa prevedere che le ordinarie regole di
responsabilità contrattuale risultino assolutamente
inefficaci per tutelare gli interessi degli utenti e
consumatori. Il secondo criterio dovrebbe chiarire
invece quando non possono essere giustificate le
riserve e cioè, quando, l’attività in parola può
essere adeguatamente sostituita dall’attività di
appositi uffici pubblici (un esempio evidente è la
certificazione dei passaggi di proprietà degli immobili) o
possa essere adeguatamente svolta anche da altri
professionisti, rispetto a quelli attualmente
abilitati.
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fregato 6 luglio 2007 0:00
cara antonella io ho esposto il mio caso nell'altra
discussione ma di tutti sti bravi notai non c'è stato
uno che ha sottolineato il vergognoso comportamento del loro
collega (si è dimenticato di trascrivere la compravendita e
non vuole pagare lo spilorcio!!!!). Alla faccia delle
garanzie. alla faccia del diritto. alla faccia della
funzione di tutela e di tutte le stronzate che ho letto!!!!
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Commenti
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