Commenti
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Privato sottufficiale 10 luglio 2007 0:00
Per Max. Il paragone tra l'atto notarile e la
cintura di sicurezza è del tutto fuori luogo.
L'obbligo della cintura di sicurezza non deriva tanto
dall'interesse collettivo alla tutela della salute,
quanto piuttosto dall'esigenza di evitare costi
eccessivi per la sanità pubblica. Tanto per
intenderci, se tu ti spacchi la testa perché non hai il
casco o la cintura, lo Stato non può dirti "sono
affari tuoi, io te l'avevo detto", ma deve mettere
a disposizione medici, infermieri, medicinali ed
attrezzature varie. Ciò significa che i costi
ricadono sulla collettività. Se un notaio
sbaglia un atto, paga di persona (tramite i Lloyd's);
tutto rimane nell'ambito privatistico tra lui ed il suo
cliente perché allo Stato non importa nulla di tutto
questo. Il discorso di Max, evidentemente
mooooooooooooolto interessato, prevede scenari apocalittici
per "l'ulteriore carico di contenzioso derivante
dalle patologie della contrattazione immobiliare".
Evidentmente Max ha la sfera di cristallo, oppure pensa che
tutti i segretari comunali e gli avvocati siano degli
sprovveduti. Le sue previsioni, perciò, sono
perfettamente in linea con le sue più o meno esplicite
illogiche premesse.
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Roberto de Falco 10 luglio 2007 0:00
Caro Stancodellecaste, è vero, su alcuni punti
cominciamo ad intenderci, ma su altri lei continua ad
ignorare le mie precisazioni, senza neanche smentirmi, ma,
appunto, ignorandomi. Devo quindi ripetermi: se
l'onorario del notaio è sottratto alla libera
contrattazione (e siamo d'accordo), CIO' NON
SIGNIFICA che il notaio applichi unilateralmente la tariffa
che ritiene, come lei scrive in risposta a me ("tariffa
a discrezione del professionista") e a Bersanotto
("il sistema notarile così come è congegnato oggi
permette al notaio di applicare la tariffa che meglio
crede"). E infatti la Tariffa è fissata da un
D.M. e NON E' VERO che "Nulla impedisce al notaio
di andare oltre a tale tariffa", anzi gli è
espressamente vietato, come riferì anche il Presidente del
Consiglio Nazionale del Notariato Paolo Piccoli
nell'intervista fattagli dalle Iene nel corso della
trasmissione sul punto. E' per questo che
anche il ragionamento sul costo non determinato
dall'incontro tra domanda e offerta cade. Certo, se allo
stato delle cose (numero programmato dei notai), avessimo
anche la libera determnazione dell'onorario, è ovvio
che l'onorario sarebbe spinto in alto dalla scarsità
dell'offerta. MA COSI NON E', perchè l'onorario
è fissato autoritativamente a tutela dell'utente (come
ho scritto tempo fa sententomi poi accusare di voler
prendere in giro i miei interlocutori) e NON PUO' ESSERE
FISSATO A PIACIMENTO DEL NOTAIO. La prego, se
ritiene che in quanto ho scritto ci sia un errore me lo
dica, ma non si limiti ad ignorarlo. Circa poi
vantaggi e svantaggi della professione notarile, potrei
capovolgere il ragionamento: il notaio è un libero
professionista, quindi con organizzazione a suo rischio (la
clientela è assicurata al notariato nel suo complesso, non
certo al singolo notaio, e così il reddito), ma è
obbligato a tenere aperto lo studio nella sede assegnata
(anche se eccessivamente costosa o poco produttiva), è
obbligato a rendere la sua prestazione professionale a chi
gliela chieda (anche se particolarmente antipatico), lo deve
fare in ogni caso applicando la tariffa vigente (anche se in
concreto poco remunerativa, e capita: procure da ricevere a
domicilio per persone anziane, ecc.). E il notaio
risponde in proprio dei suoi errori, non essendo in questo
in alcun modo assimilabile a magistrati o diplomatici:
nessun magistrato, se sbaglia, ci rimette la carriera, come
lei scrive, nè, salvo casi particolari e con stringenti
limiti quantitativi, risponde dei danni (e, tra l'altro,
è più che giusto che sia così, ma questo è un altro
discorso); non so a cosa faccia riferimento quando parla del
fondo per gli errori in buona fede, ma una forma
risarcitoria è prevista solo per la riparazione da ingiusta
detenzione (e comunque non è carico dei magistrati) e non
per qualsiasi danno provocato dall'attività
giurisdizionale. Circa il numero dei notai, poi,
dovremmo intenderci: una cosa è il principio del numero
programmato, altra cosa la quantificazione di tale
numero. Il primo principio credo sia irrinunciabile in
un sistema di notariato latino, cioè che veda un notaio
investito della pubblica funzione cd. di adeguamento
(accertamento della volontà delle parti, controllo
preventivo di legalità di tale volontà, redazione di un
atto conforme alla legge ed alla volontà delle parti ed
idoneo a perseguire l'interesse da loro avuto di mira),
dal momento che non esiste pubblica funzione affidata ad un
numero indeterminato di soggetti e che il numero aperto
farebbe venir meno ogni possibilità di controllo dello
stato sui suoi delegati. Sulla quantificazione del
numero dei notai, è ovvio che si possa discutere, e
toccherà allo stato determinare il numero dei pubblici
ufficiali di cui ha bisogno, e allora potranno essere 5.000,
8.000 o 10.000, purchè si assicuri (nell'interesse
dell'utenza, cittadini e imprese, e non solo
consumatori) il mantenimento degli attuali standard
qualitativi (e tenga conto che normalmente le commissioni di
concorso non coprono i posti a disposizione, non ritenendo
idonei un numero di candidati pari ai posti a concorso: e
non mi dica che ciò sia imputabile ad una difesa
corporativa dei notai, dal momento che il notariato si
limita a fornire all'organizzazione concorsuale un
numero, non maggioritario, di commissari, e che mentre il
Presidente della commissione di concorso per uditore
giudiziario, ovvero per l'accesso in magistratura, è un
magistrato, il Presidente della commissione d'esame
d'avvocato è un avvocato, ecc. ecc., il Presidente
della Commissione di concorso notarile è ... un
magistrato). Saluti P.S.: attendo
ancora di sapere quanto costa una compravendita di €
100.000 e quanto una di € 500.000, e perchè detto costo
sia eccessivo in cosa consiste
l'"esagerazione" dei costi dei notai
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Gourry 10 luglio 2007 0:00
In Italia una causa ci mette in media 10 anni a passare in
giudicato, figuriamoci se togliessero i Notai cosa
accadrebbe. E' impossibile e non accadrà mai, pena il
collasso del sistema giuridico e giudiziario. In UK o in USA
se lo possono permettere, tanto i giudizi non durano una
mazza. Certa gente dovrebbe attaccare il cervello prima di
scrivere e non deve sicuramente usare più nomi per fingersi
più persone. Mi riferisco a stancodellecaste-privato
sottufficiale- a volte lorenzo.
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Roberto de Falco 9 luglio 2007 0:00
Per Antonella 2: Per la verità il Vicepresidente
dell'ADUSBEF, avv. Antonio Tanza, si è espresso il 4
giugno scorso contro l'emendamento Lulli, scrivendo dei
possibili effetti che lo stesso "potrebbe comportare ai
danni dei consumatori", auspicando l'intervento di
tutte le categorie sociali "affinchè si eviti il caos
dei registri immobiliari" ed impegnandosi "ad
informare i consumatori ... dei pericoli intrinseci a questa
ultima iniziativa del Governo" (v. il testo completo a
questo indirizzo:
http://www.romoloromani.it/foro/index.php?act=Attach&type=po
st&id=121952). Forse è il caso di riflettere su
cosa e chi tuteli maggiormente il consumatore (ma direi il
cittadino in genere) e prendere atto che siano quantomeno
legittime opinioni diverse.
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Bersanotto 9 luglio 2007 0:00
Ma insomma, quale è il problema ? Posto che una persona
normale compra casa al massimo due-tre volte nella vita,
preferiamo che ad occuparsene sia un soggetto preparato o
uno scalzacani ? E allora, per essere preparato, dobbiamo
sottoporlo ad una selezione dura con un concorso cui
partecipa l'elite dei laureati in giurisprudenza ! E
ancora, se vogliamo che a partecipare al concorso notarile
sia l'elite dei laureati in giurispridenza dobbiamo fare
in modo che costoro vengano "premiati" con una
professione adeguatamente remunerata, altrimenti costoro
farebbero bene ad indirizzare le loro capacità altrove.
E' talmente evidente ! E allora, come vedete,
l'unico motivo per discutere questa evidenza è
L'INVIDIA, non ve ne sono altri sensati ! Fatevi un
esame di coscienza. Forse si può sostenere che 4500 siano
pochi, e che invece ce ne vogliano 6000 ? Ma di questo se ne
occupa il Ministero della Giustizia, che già con il governo
Berlusconi ha previsto l'allargamento del numero. La
tutela del cittadino nei momenti cruciali della sua vita
passa attraverso soggetti preparati, imparziali ed
incorruttibili ED A COSTI BASSI: sfido chiunque a
confrontare la tariffa di un notaio italiano con quella di
un notaio francese, oppure - meglio - con quella di avvocati
e commercalisti italiani. Senza notaio, sia il venditore che
il compratore dovrebbero ricorrere a professionisti che
chiedono ciascuno molto di più e la loro competenza è
tutta da dimostrare, mentre ricorrendo solo al notaio i
costi sono - al peggio - dimezzati. Il mercato
(incrocio tra domanda e offerta) funziona nel commercio, non
nelle tutele del cittadino ! Queste sono fandonie che mette
in giro Confindustria e i grandi potentati - Banche e
assicurazioni - che mirano a mettere le mani nel settore dei
servizi professionali e ad asservirli. Ma sveglaitevi !
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Ciribiribì 9 luglio 2007 0:00
x BERSANOTTO Anzitutto mi congratulo per
l'eloquio forbito ed elegante che mi dà conferma che il
livore e l'invidia sono i primi moventi di questo
movimento di opinione frettoloso e male informato.
=============== Per oltre 40anni il mio
linguaggio è stato curato e pertanto MOLTO FORBITO, ciò
non ha impedito ne' mitigato le fregature che Avvocati,
Magistrati, Notai, Commercialisti, Dentisti, Medici
specialisti ed una MARMAGLIA notevole di
"professionisti" ha rifilato alla mia persona e a
quanti ho avuto modo di conoscere e frequentare,
considerando inoltre la mia professione di rappresentante di
commercio posso ben affermare di aver conosciuto e parlato
con migliaia di persone, in 40anni. Nessun vero
rancore verso le citate categorie perchè non ne ho tempo ne
voglia ma......... la soddisfazione di mandarVI ad un
MERITATO MAVAFFANCULO quando venite a raccontare BALLE a chi
ha vissuto e pertanto conosciuto le CASTE che
rappresentate!!!
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Antonella 9 luglio 2007 0:00
Il paragone fra notai e commercialisti e' un po'
azzardato. I commercialisti non hanno il numero chiuso e non
hanno nessuna funzione esclusiva. In pratica non
c'e' nessun adempimento che senza il commercialista
non si puo' fare. Che anche loro siano degli evasori poi
e' un altro fatto. Un'ultima cosa: anche a me e'
capitato di pagare parte del compenso del notaio in nero.
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bersanotto 9 luglio 2007 0:00
x Ciribiribì Anzitutto mi congratulo per
l'eloquio forbito ed elegante, che mi dà conferma che
il livore e l'invidia sono i primi moventi di questo
movimento di opinione frettoloso e male informato. Le
rammento inoltre che suo figlio, pagando "in
nero", è quantomeno complice dell'evasione, e che
ha fatto malissimo a comportarsi così. Piuttosto che fare
pagamenti in nero, che agevolano l'evasione fiscale,
auspichi e chieda, come concreta misura a tutela e
vantaggio del consumatore, l'integrale deducibilità
degli oneri notarili dalla denuncia dei redditi.
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stancodellecaste 9 luglio 2007 0:00
Bersanotto, il livore e l'invidia non c'entra. Ti
ripeto un esempio che ho già fatto ma che rende l'idea:
se in Italia uscisse una legge che ti obbliga a comprare
solo auto Fiat ad un prezzo stabilito dalla Fiat, come
reagiresti? Chiaramente la Fiat ed il Ministero
dell'Industria ti direbbero che questo è fatto nel tuo
interesse in modo da garantire la stabilità del sistema
industriale italiano e di farti viaggiare su automobili
sicure ed ecologiche...ma nonostante tali rassicurazioni
presumo che tu come cittadino ti sentiresti un attimino
preso per i fondelli... Ecco, ad oggi per i notai
purtroppo funziona proprio così. Tu sei obbligato dalla
legge ad andare dal notaio, ed il sistema notarile così
come è congegnato oggi permette al notaio di applicare la
tariffa che meglio crede. Quindi non è un problema di
invidia sociale, è un problema di equità. Nessuno dice che
il notaio non sia un professionsita preparato (anche se,
come ripetutamente detto, ci sono sistemi che non prevedono
tale figura e prosperano lo stesso), qyello che si discute
è se il suo reddito (=costo per la collettività) siano il
frutto oltre che della sua preparazione anche di un
meccanismo unico nel suo genere che gli consente di
sfruttare una situazione di monopolio. Questo è il
tema.
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stancodellecaste 9 luglio 2007 0:00
De Falco, mi pare che in alcuni punti cominciamo ad
intenderci, solo che alla fine arriviamo a dire che il
giudizio sulla sottrazione al libero mercato della
contrattazione della prestazione notarile sia
fondamentalmente un giudizio di merito, e quindi che
entrambe le posizioni siano opinabili ed al tempo stesso
pienamente legittime. Corretto, ma questo dimostra come
questi temi non possano essere affrontati con la pretesa di
imporre assiomi indiscutibili come se parlassimo del
Vangelo. Sicuramente la sottrazione al libero mercato
consente ai notai comportamenti quali quelli descritti in
questo stesso forum da un altro utente. Il mio
argomentare dei redditi medi, invece, è correttissimo, mi
scusi. In una logica di mercato se una determinata
professione garantisce redditi mostruosamente più elevati
delle altre professioni di pari importanza è evidente che
c’è qualcosa di anomalo nella determinazione di tali
redditi. E questo qualcosa è da un lato la restrizione
all’esercizio della professione (numero chiuso) e
dall’altro il fatto che quella del notaio sia una
prestazione resa obbligatoria dalal legge. Sulla
restrizione del numero Lei mi dirà che è per garantire la
giusta preparazione (perché le argomentazioni, diciamocelo,
sono sempre le stesse). Io le rispondo che non è credibile
che in una nazione con non meno di 200.000 laureati in
giurisprudenza (stima mia personale ma presumo non lontana
dalla realtà) non ci sia spazio per qualche notaio in più.
Probabilmente se i notai invece che 5800 fossero il doppio
la loro preparazione sarebbe comunque garantita ed avremmo
più competizione tra loro. Ergo, la limitazione del numero
serve proprio ad eliminare qualunque forma di competizione
dal ricco mercato degli atti notarili (ricco sia perché
assicurato per legge sia perché gestito in regime di
oligopolio se non di monopolio). Anche il fatto che
l’attività del notaio abbia i rischi tipici della libera
professione, scusi, è una argomentazione che non posso
accettare senza commentare, e proprio per i motivi che ci
raccontiamo da giorni. Questi rischi valgono per tutte
quelle professioni che hanno caratteristica di libera
competizione sul mercato e facoltatività. La prestazione
notarile, invece, è sottratta come Lei stesso dice al
libero mercato essendo obbligatoria (ancora una volta:
quando compro casa io non posso scegliere se andare dal
notaio oppure no, sono obbligato dalla legge ad andarci)
Quindi, ancora una volta, quella dei notai è una
situazione unica nel suo genere: riassume tutti i vantaggi
della libera professione (tariffa a discrezione del
professionista) con i vantaggi della figura del pubblico
ufficiale (clientela assicurata, certezza del reddito). Gli
svantaggi dell’uno (rischio professionale legato
all’andamento del mercato) e dell’altro (contenimento
del guadagno) sono eliminati. Quanto agli errori,
scusi, è comune a tutte le professioni. Un magistrato od un
ambasciatore, quanto sbagliano, ci rimettono la carriera, ed
il posto di lavoro se hanno agito con dolo, esattamente come
i notai. E se sbagliano in buona fede interviene un fondo
specifico, esattamente come avviene per la Assicurazione dei
notai. Lei mi dirà che i redditi dei notai derivano da
un preziosissimo servizio reso dalla categoria alla
collettività. Io le rispondo che continuo a ritenere tali
costi eccessivi e determinati da una situazione unica nel
suo genere, e che in un regime di mercato i costi sarebbero
sicuramente inferiori. Ma qui arriviamo, come ci siamo
detti, ad un punto in cui le nostre rispettive posizioni
sono opinabili. Quello che le dico è che come cittadino
trovo anomale le regole che guidano oggi il sistema notarile
in Italia, e che tali regole aiutano comportamenti come
quelli descritti in questo forum. Lei attende di sapere
in cosa consiste l'"esagerazione" dei costi
dei notai e quali sarebbero i costi ritenuti
"equi". Beh, in un’ottica di mercato, Le dico
che in un sistema libero (sia per ciò che riguarda
l’accesso alla professione sia per ciò che riguarda la
contrattazione della prestazione) il costo sarebbe il punto
d’incontro tra domanda ed offerta. La teoria economica ci
dice che nel momento in cui la domanda è resa obbligatoria
dalla legge e l’offerta è sempre per legge ridotta e
controllata non possiamo non avere un costo più alto di
quello che sarebbe il suo valore di mercato. Non lo dico io
apoditticamente, lo dice una teoria economica universalmente
riconosciuta. Quanto al fatto che la tariffa notarile
sia determinata dal Ministero di Giustizia, mi scusi, ma mi
risulta che questa sia la tariffa minima. Nulla impedisce al
notaio di andare oltre a tale tariffa. E se anche fosse
così, Le ripeto, senza polemica, i redditi dei notai
parlano chiaro, dimostrando che il loro costo (= reddito) è
superiore a quello di tutte le altre professioni. Non
ho la pretesa di farle cambiare idea. Vorrei però farle
capire come la categoria notarile è percepita da quei
cittadini che, come me, girano il mondo e fanno confronti. E
dal confronto con i sistemi di altri Paesi sviluppati
l’ordine notarile italiano esce come una anomalia. In
parte per la sua esistenza (che come giustamente dice Lei è
opinabile ma non limitata all’Italia), ma in parte anche
per i suoi costi e per come è gestito, ad oggi, il suo
rapporto con la collettività. Saluti
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Ciribiribì 9 luglio 2007 0:00
x BERSANOTTO dice: i notai farebbero bene ad
evadere le tasse, un professionista preparato, imparziale ed
incorruttibile che ci tutela!! ===================
Ho assistito PERSONALMENTE in occasione dell'atto di
acquisto, da parte di un mio figlio, di una casa, atto
eseguito in un noto Istituto di Credito, il notaio (molto
conosciuto) ha preteso il 50% della parcella IN NERO ed il
restante con assegno circolare. Ha ritirato il
denaro contante alla cassa della banca e ha distribuito le
mazzette di denaro in molte tasche di pantaloni e
giacca. SCENA DISGUSTOSA, fatta senza nessun
ritegno, in presenza di molte persone. Mi è
venuta in mente la NOTA BARZELLETTA che i notai non evadono
perchè è tutto registrato, un solenne MAVAFFANCULO è
d'obbligo oltre a l'amara constatazione che ci sono
molti lavoratori autonomi MATERIALMENTE IMPOSSIBILITATI ad
evadere le DELIQUENZIALI IMPOSTE che specie i governi di
sinistra sfornano a iosa. Un'altra categoria
di GRANDI EVASORI, oltretutto amici e complici con
l'AGENZIA delle ENTRATE, sono I COMMERCIALISTI !!!!
Questa categoria di SUPERPAGATI hanno oltre le
salatissime parcelle, notevoli entrate in nero da STRESSATI
e SUPERTASSATI lavoratori autonomi. Il mondo si
divide in PRENDI'NCULO e METTI'NCULO e le caste sono
sodomizzatrici di masse di disgraziati, bisogna iniziare a
castrarne qualcuna ed i NOTAI con i COMMERCIALISTI devono
essere le prime della lista !!!
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Max 9 luglio 2007 0:00
Stancodellecaste dice: “La teoria economica ci dice
che nel momento in cui la domanda è resa obbligatoria dalla
legge e l’offerta è sempre per legge ridotta e
controllata non possiamo non avere un costo più alto di
quello che sarebbe il suo valore di mercato. Non lo dico io
apoditticamente, lo dice una teoria economica universalmente
riconosciuta.” Questo può valere per le prestazioni
del libero mercato di tipo privatistico ma non per quelle di
natura pubblica. Il primo esempio che mi viene in mente è
quello del ticket in campo sanitario. Lei paga attraverso il
ticket una prestazione specialistica che vale infinite volte
di più proprio perché è lo Stato che interviene a
calmierare il cosiddetto “mercato” nel campo di un
interesse collettivo riconosciuto che è quello alla salute.
Se quella stessa prestazione Lei la potesse ottenere solo
privatisticamente, crede che il costo sarebbe lo stesso o
infinitamente più alto? Provi a chiedere una visita
specialistica alla sua ASL, la paghi e poi provi a fare
quella stessa visita privatamente. Poi mi farà sapere.
Max
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Max 9 luglio 2007 0:00
Secondo me c’è un equivoco di fondo… Perché lo
Stato mi impone di andare dal Notaio per comprare una casa?
Per lo stesso motivo per cui lo Stato ci obbliga a metterci
la cintura di sicurezza in auto! Io potrei essere
libero di non mettere la cintura perché reputo di voler
avere la libertà di scegliere se spaccarmi la testa o meno
in un incidente, ma lo Stato deve tutelare la mia vita
perché è un interesse primario della collettività. La
contrattazione immobiliare è considerata dallo Stato
italiano come una attività di interesse collettivo e per
questo motivo è affidata a pubblici ufficiali. Perché
proprio a quei pubblici ufficiali? Perché è lo Stato che
li valuta idonei a svolgere quell’attività di tutela
dell’interesse collettivo, attraverso un concorso
pubblico. Stancodellecaste dice: “ci sono sistemi che
non prevedono tale figura e prosperano lo stesso”, ma
dimentica che quei sistemi non sono appunto vigenti in
Italia. Il punto non è capire se in altri paesi il sistema
funziona comunque anche senza notai, ma se nel nostro paese
tutto funzionerebbe bene nella contrattazione immobiliare
applicando quello stesso sistema. Viviamo in un paese dove
il contenzioso è talmente grande da non riuscire a smaltire
il carico delle cause iniziate decenni fa, figurarsi
aggiungervi l’ulteriore carico di contenzioso derivante
dalle patologie della contrattazione immobiliare (altissime
nei paesi di diritto anglosassone dove il notaio non c’è
e minime nel nostro paese). Ti posso garantire che in
Kenya vivono benissimo anche senza il riscaldamento… che
ne dici, togliamo le caldaie anche in Italia? ;-)
Max
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Bersanotto 8 luglio 2007 0:00
Argomenti così delicati e complessi dovrebbero essere
trattati sempre con pacatezza e competenza: mi sa che molti
interventi sono occasionati solo da livore ed invidia nei
confronti di redditi elevati. Stando a questa logica, i
notai farebbero bene ad evadere le tasse come fanno gli
imprenditori e gli altri professionisti. Chi va dal notaio
ci va un paio di volte nella vita per comprare la casa, e
cioè in un'occasione fondamentale nella vita di
ciascuno: vogliamo discutere di 50-100 euro oppure vogliamo
che in quelmomento ci sia un professionista preparato,
imparziale ed incorruttibile che ci tutela ?
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Antonella 2 7 luglio 2007 0:00
Anche le due piu' importanti associazioni in difesa dei
diritti del consumatori si sono espresse sulla vidensa del
famoso emendamento lulli. Ecco un loro comunicato
stampa. Roma, 9 giu. (Apcom) - Il Codacons e
l`Adusbef chiedono al Senato di ``respingere le pressioni
fatte dalle lobby`` e invitano il Governo a ``vergognarsi
per non aver mantenuto le promesse fatte ai cittadini,
capitolando sulle assurde pressioni dei farmacisti, notai,
banchieri e tassisti``. E` quanto affermano i presidenti
delle due associazioni dei consumatori, Elio Lannutti e
Carlo Rienzi, in merito al dibattito sulle liberalizzazioni.
I consumatori contestano ``questo strapotere dei notai che
mantengono l`esclusiva sulla cessione degli immobili di
valore non superiore a 100 mila euro, dei banchieri che
difendono con i denti la commissione di massimo scoperto,
dei benzinai che bloccano il riordino dei distributori, dei
tassisti che mantengono sempre più esclusive``. Secondo
Adusbef e Codacons ``non bisogna certo trascurare le
Ferrovie che hanno bloccato la liberalizzazione delle tratte
più remunerative e la lobby per impedire la
liberalizzaznione della gestione delle acque e l`abolizione
del pubblico registro``. Ma il peggior ``affronto`` è
quello dei farmacisti ``supportati dal ministro Livia Turco
che si è fatta portavoce dei 16.000 privilegiati di questa
categoria. I consumatori subiscono un brutto ko e vengono
sconfitti per 10 a 0``.
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Gourry 7 luglio 2007 0:00
Sono il primo a difendere la libertà d'espressione,
anche se dall'altra parte ci sono interlocutori in mala
fede che in ogni loro intervento scrivono sempre le stesse
cose. Tuttavia qui si tratta di usare dei nick falsi,
falsando così l'intera discussione, il ché mi pare
oltremodo disonesto.
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Privato sottufficiale 7 luglio 2007 0:00
Per Gourry. Siccome non riesci più ad
arrampicarti sugli specchi, adesso sei arrivato a chiedere
l'intervento dei buttafuori.
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giancarlo rossi 7 luglio 2007 0:00
finalmente qualcuno si sveglia in questo forum!!!
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Antonella 7 luglio 2007 0:00
Ecco cosa ha detto innanzi alle Commissioni riunite II
(Giustizia) e X (Attività Produttive) della Camera il
Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e
del mercato, Antonio Catricalà, nell'ambito
dell'indagine conoscitiva sulla riforma delle
professioni. Una delle più gravi restrizioni
esistenti nell’attuale disciplina delle professioni
è la limitazione numerica degli accessi prevista per
alcune professioni (notai e farmacisti titolari).
Sarebbe opportuno prendere in seria considerazione
l’eventualità di eliminare tali restrizioni, la cui
esistenza, come attualmente disciplinata, non sembra
funzionale alla protezione di alcun interesse generale(...)
In ogni caso, per chi svolge funzioni pubbliche come i
notai, sarebbe comunque necessario ed improcrastinabile un
intervento volto quanto meno a fare in modo che tutti i
posti già previsti dalla attuale normativa siano
coperti.Risulta, infatti, che su 5320 previsti dalle tabelle
attuali siano in servizio soltanto 4650 notai.
Un’effettiva annualità dei concorsi, la cui durata
dovrebbe essere radicalmente limitata, aiuterebbe a questo
scopo. Sarebbe poi opportuno che la distribuzione delle sedi
sul territorio potesse seguire le logiche del mercato
libero. Ciò garantirebbe una tendenziale migliore
distribuzione dei notai sull’intero territorio onale,
diversamente da ciò che accade oggi. Nelle zone in cui,
nonostante ciò, si verificasse un’effettiva deficienza
del servizio si potrebbe puntualmente intervenire nel senso
sopra proposto. Regime delle esclusive La
questione della riserva di attività costituisce un altro
grave ostacolo al funzionamento dei mercati. Se non
adeguatamente limitate rischiano ritradursi in una
protezione per i professionisti titolari, con danno per i
consumatori ed il mercato. Sarebbe, quindi, opportuno
affermare la regola per cui l’attribuzione di riserve di
attività e la loro puntuale estensione dovrebbero sempre
essere giustificate da esigenze di tutela degli utenti del
servizio, che non possono essere soddisfatte altrimenti
che con l’istituzione della riserva stessa. A tale scopo,
si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di
prevedere un processo di riesame di tutte le riserve
attualmente previste dalla legislazione vigente volto a
verificare la loro obiettiva giustificazione. L’esito di
tale processo di regulation review può essere: la loro
eliminazione, se non saranno ritenute giustificate,
oppure, in caso contrario, si dovrà verificare la
possibilità almeno di ampliare il novero dei professionisti
abilitati, facendo riferimento a quelli dotati di competenze
analoghe (si pensi, ad esempio, ad alcune esclusive dei
notai, che potrebbero essere aperte anche agli avvocati o,
anche, ai commercialisti). Si potrebbero fissare
normativamente due criteri, da utilizzare congiuntamente,
per valutare la giustificazione di una riserva: uno
positivo ed uno negativo. In base al primo, la riserva
può essere giustificata solo se appare l’unico modo
per evitare un danno all’utente del servizio in
parola. Ciò si verificherà essenzialmente con
riferimento ai servizi per i quali si possono
determinare rilevanti costi sociali in caso di
inadeguata erogazione della prestazione e che, nel
contempo, risultano caratterizzati da un’elevata
complessità delle prestazioni che impedisce agli
utenti di valutare, anche ex post, la qualità del medesimo
e la congruità dei prezzi praticati. E dunque, quando
si possa prevedere che le ordinarie regole di
responsabilità contrattuale risultino assolutamente
inefficaci per tutelare gli interessi degli utenti e
consumatori. Il secondo criterio dovrebbe chiarire
invece quando non possono essere giustificate le
riserve e cioè, quando, l’attività in parola può
essere adeguatamente sostituita dall’attività di
appositi uffici pubblici (un esempio evidente è la
certificazione dei passaggi di proprietà degli immobili) o
possa essere adeguatamente svolta anche da altri
professionisti, rispetto a quelli attualmente
abilitati.
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fregato 6 luglio 2007 0:00
cara antonella io ho esposto il mio caso nell'altra
discussione ma di tutti sti bravi notai non c'è stato
uno che ha sottolineato il vergognoso comportamento del loro
collega (si è dimenticato di trascrivere la compravendita e
non vuole pagare lo spilorcio!!!!). Alla faccia delle
garanzie. alla faccia del diritto. alla faccia della
funzione di tutela e di tutte le stronzate che ho letto!!!!
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Gourry 6 luglio 2007 0:00
Sempre i soliti IP. Mi meraviglio perché gli admin del sito
non prendano provvedimenti verso certi comportamenti che si
commentano da soli...
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antonella 6 luglio 2007 0:00
La mia Notaia ha stipulato un atto nell'89 facendo una
visura sbagliata e non ha visto che cio' che io stavo
acquistando era pignorato oggi dopo circa 20 anni sto per
ricomperare quella stessa unità immobiliare che nel
frattempo è andata all'asta e che io non ho potuto
prendere 2 anni fa ora la riacquisto da una società al
doppio del prezzo,ma che devo fare? io ci abito dentro
questa casa!!!! e la notaia non ha voluto neanche rifarmi
l'atto!!!la pulciara
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Roberto de Falco 5 luglio 2007 0:00
Caro stancodellecaste, siamo perfettamente d'accordo che
il sistema di notariato latino che vige in Italia non è
l'unico sistema possibile (ma se non vige solo in
Italia, come qualcuno continua a sostenere, ma in 21 paesi
su 27 dell'Unione Europea, e se lo hanno di recente
adottato i paesi dell'est Europeo e la Cina, un motivo
ci sarà): certamente è ipotizzabile una totale
pubblicizzazione della funzione, con un notaio pubblico
dipendente, come pure il passaggio ad un sistema di common
law (autentica effettuata dal public notary, soggetto privo
di competenza giuridica ed incaricato della mera
identificazione dei contraenti, senza alcun onere di
controllo di legalità). Il problema è però la
valutazione di costi e benefici dell'uno e
dell'altro sistema alternativo e la loro coerenza
complessiva (l'esatto contrario di quanto sarebbe
avvenuto con l'emendamento Lulli, che non introduceva un
sistema di common law, ma in un sistema di civil law
prevedeva facoltà di autentica in favore di soggetti non
tenuti agli obblighi e non soggetti ai controlli dei
notai). Certo non posso esaminare compiutamente
in questa sede le conseguenze dell'uno e dell'altro
sistema (ma provi a dare un'occhiata a questo indirizzo:
http://www.notariato.it/Notariato/StaticFiles/Stampa/Sicurez
za%20giuridica%20sviluppo%20economico.pdf). Mi sembra
però che si debba essere consapevoli che: - la
scelta di un sistema totalmente pubblicistico (che sarebbe
in assoluta controtendenza rispetto ai moderni orientamenti
in tema di dismissioni di compiti da parte dello stato e di
alleggerimento della sua struttura, ma che in linea di
principio non mi scandalizza affatto) richiederebbe costi
enormi per l'assunzione di un congruo numero di notai
(gli attuali 5.000, a ritenere che quali pubblici dipendenti
conserverebbero l'attuale produttività), di
collaboratori (quantomeno pari ai circa 30-35.000 dipendenti
attuali dei notai italiani, oltre quelli che oggi per i
notai sono collaboratori esterni), la dotazione di strutture
informatiche all'avanguardia e costantemente rinnovate,
la disponibilità di locali, ecc. ecc.: lo stato è in grado
di sostenere tali costi? E' in grado di mantenere
l'efficienza attuale del sistema (converrà perlomeno
che il sistema attuale funziona, e funziona bene?)? E se
tale efficienza non potrà essere mantenuta, imprese e
cittadini potranno sopportare tempi di stipula e di
effettuazione dei conseguenti adempimenti paragonabili a
quelli che tutti conosciamo per il rilascio di una
concessione edilizia o per l'emanazione di una sentenza
(ricordi che solo sei anni e mezzo fa il legislatore ha
abolito l'omologazione giudiziale per gli atti
costitutivi ed i verbali di assemblea delle società di
capitali, attribuendo anche in questo campo il controllo di
legalità ai notai, e riducendo i tempi di iscrizione degli
atti stessi nel registro delle imprese da 2-6 MESI anche, in
caso di urgenza, a sole 24 ORE)? - la scelta di
un sistema che attribuisca ad un qualsiasi soggetto non
qualificato la funzione di autentica e dismetta del tutto la
funzione di controllo preventivo di legalità, tipica dei
sistemi di common law (e che, attenzione, non è quella
dell'emendamento Lulli, che avrebbe creato un ibrido
incomprensibile ed inapplicabile), comporterebbe un aumento
esponenziale del contenzioso in materia contrattuale
immobiliare e societaria (quello dei paesi di common law è
decine di volte maggiore che in Italia), la necessità di
ricorrere, nella fase della contrattazione (e salvo un
improbabile faidate estremo) all'opera di diversi
professionisti e collaboratori (un soggetto che accerti la
libertà dell'immobile da ipoteche, uno che rediga il
contratto, uno che calcoli le imposte dovute, uno che curi
gli adempimenti successivi) ed in sostanza un notevole,
aggravio di rischi e costi. In ogni caso, come
lei ha giustamente rilevato, è un problema di rapporto
costi/benefici dei diversi sistemi. Ma - prima di
porcelo - dovremmo innanzitutto conoscere quali sono i costi
del nostro sistema; e mi sembra che, mentre io mi affannavo
a rispondere alle varie domande che mi venivano poste,
cercando di chiarire i miei punti di vista, nessuno dei
sostenitori dell'eccessività dei costi della
prestazione notarile abbia fin qui risposto alla mia
domanda, che ho ripetuto almeno tre volte: QUANTO COSTA
UNA COMPRAVENDITA DI 100.000 EURO? Quando mi avrà
risposto che quella compravendita costa X, mentre dovrebbe
costare X/3 o X/8, potrà dirmi che l'onorario del
notaio è eccessivo (e magari potrà consentirmi di chiarire
se e perchè eccessivo non è); non può dirmi invece,
apoditticamente, che il notaio costa troppo, se non mi dice
QUANTO costa. Nè, mi scusi, mi sembra corretto
l'argomentare dai redditi medi, certamente alti,
paragonandoli con gli stipendi di altri funzionari dello
stato, perchè quelli sono, appunto, stipendi, cioè
retribuzioni di lavoratori dipendenti, e vanno paragonati
con altri stipendi, e non con redditi di lavoratori
autonomi, che gestiscono la loro attività con tutti i
rischi relativi (mancanza di clientela, malattia, errori
propri o dei collaboratori, ecc.). Prima di
concludere devo tornare su un tema dove mi pare non
riusciamo ad intenderci: - l'onorario del notaio
è sottratto alla libera contrattazione: e questo è un
fatto sul quale siamo d'accordo; - questa
sottrazione al libero mercato per me è un bene (magari sul
perchè lo sia ci ritorno un'altra volta, perchè sono
le 0.30) e per lei è un male: e qui siamo di fronte a
giudizi di merito, e pertanto necessariamente opinabili ed
entrambi pienamente legittimi; - ls sottrazione al
libero mercato, però, non significa che il notaio applichi
la tariffa che vuole approfittando della mancanza di
concorrenza, perchè il notaio applica una tariffa
obbligatoria predeterminata da una autorità esterna al
notariato e che anzi su questo sovrintende (Ministro della
Giustizia): e questa non è una opinione, ma un fatto, un
fatto importante sul quale mi sembra che però permangano
equivoci, ove lei scrive che il notaio tende
"fortemente a sfruttare ai fini economici la propria
posizione di forza". Magari domani (sperando
di non risultare troppo nullafacente al buon Giancarlo
Rossi, che pretenderebbe che i notai si astenessero
dall'intervenire in discussioni la cui mission sia
l'attacco agli stessi: bel concetto di democrazia e di
libertà di espressione!) possiamo riparlare del concetto di
liberalizzazioni in questa materia.
Buonanotte P.S.: attendo sempre di sapere in cosa
consiste l'"esagerazione" dei costi dei notai
e quali sarebbero i costi ritenuti "equi".
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Django 4 luglio 2007 0:00
Neanche i medici, i geometri, gli avvocati e i noti
segretari comunali ciazzeccano poi tanto. Se vogliamo
buttarla in vacca facciamolo alla grande.
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stancodellecaste 4 luglio 2007 0:00
Premesso che pur non condividendo la posizione del notaio De
Falco, ammiro tantissimo la pacatezza e la lucidità delle
sue risposte, nonché il tono civile con cui le espone.
Devo dire però che la discussione è stata incanalata in un
modo che non condivido perché, ancora una volta, si tende a
dare risposte “tecniche” (cioè giuridiche) quando il
problema tecnico non è. E, soprattutto, si tende a
dimostrare che con il sistema attuale non possono essere
introdotte riforme o modifiche per ciò che riguarda la
figura del notaio ed il suo rapporto con il cittadino quando
il problema è a monte e riguarda il sistema che si ritiene
giusto debba essere adottato in Italia per ciò che riguarda
le funzioni notarili. Penso sia chiaro a tutti che chi,
come me, pone dubbi sull’effettiva utilità della funzione
notarile non lo fa perché odia la categoria in sè, ma
semplicemente perché è molto negativamente colpito dai
loro costi e parallelamente dai loro redditi (che altro non
sono che i costi sostenuti dalla collettività).
L’argomento in discussione non è “possiamo con il
sistema attuale fare a meno del notaio?” ma “possiamo
rendere meno onerosi i costi degli atti notarili, e se sì,
con quali modifiche all’attuale sistema?” Convengo
che sono state presentate in modo chiaro e coerente le
caratteristiche della figura notarile nel sistema attuale.
Converrete però con me che il fatto che l’onorario del
notaio sia sottratto alla libera contrattazione (perché
così è) lo mette in una posizione estremamente
privilegiata rispetto al cittadino (oserei dire unica nel
suo genere per il discorso che ho fatto più volte: da un
lato sono obbligato a rivolgermi a lui, dall’altro non ho
“armi” per obbligarlo a mettersi in competizione sul
costo con i suoi colleghi come invece avviene in altri
settori, compresi i servizi intellettuali di altissimo
livello). Da questo punto di vista converrete anche sul
fatto che il confine tra il giusto riconoscimento economico
per il servizio svolto dal notaio e lo sfruttamento a fini
meramente economici della propria posizione di forza da
parte dello stesso è di difficilissima definizione e di
estrema labilità. Aggiungo che il modello attualmente
in vigore in Italia non è l’unico modello esistente al
mondo. Ci sono altri modelli che non prevedono la figura del
notaio (common law) oppure sistemi in cui il numero di notai
è molto superiore (quindi con più possibilità di scelta)
oppure sistemi in cui le funzioni notarili sono espletate
esclusivamente da dipendenti pubblici oppure ancora sistemi
in cui almeno alcune funzioni notarili sono delegate anche
agli avvocati. Le domande che pongo (non con intento
polemico ma semplicemente per far capire quale è il tema in
discussione in questo che è un forum di consumatori) sono:
- è congruo l’onorario mediamente richiesto
dal notaio per la redazione degli atti? - è
accettabile per la collettività che il reddito MEDIO (che
poi è proporzionale al costo) di quei particolari pubblici
ufficiali che sono i notai sia pari al doppio del reddito
del più importante magistrato d’Italia (il presidente
della corte di cassazione)? È accettabile che tale reddito
medio sia pari al triplo od al quadruplo di quello dei
vertici di altre professioni certo non meno utili di quella
notarile (alcuni esempi: Corpo Diplomatico, Capo di Stato
Maggiore)? Questi redditi non sono l’indice di una
anomalia nella determinazione degli onorari dei notai? (lo
dico, ripeto, senza intento polemico) - Per quale
motivo all’estero gli onorari dei notai sono più bassi
che in Italia? (un esempio per tutti; l’Austria, tant’è
vero che grazie se non erro ad una legge regionale in Alto
Adige qualcuno comincia a far fare i rogiti ad Innsbruck con
risparmi superiori al 50%) - quanto influisce in Italia
la mancanza di concorrenza sulla determinazione degli
onorari del notaio? - quale è il rapporto costo /
benefici per la collettività della situazione attuale?
- quale sarebbe il rapporto costo / benefici in caso di
liberalizzazione parziale o totale? - quale sarebbe il
rapporto costo / benefici in caso di introduzione della
figura di notaio dipendente pubblico? - quale sarebbe
il rapporto costo / benefici in caso di eliminazione della
figura notarile come avviene nei sistemi di tipo americano
(“common law”)? Questi non sono temi
prettamente giuridici, sono domande di fondo alle quali si
dovrebbe cercare di rispondere. So per certo che non
troveremo mai un accordo su questi temi perché molte di
queste risposte si basano su “stime” e valutazioni che
non possono che essere personali (chi di noi può con
certezza assoluta dire che cosa accadrebbe di caso di
liberalizzazione?) La mia posizione è chiara, e deriva
fondamentalmente dal confronto con le realtà di altre
nazioni che ho buoni motivi di ritenere più efficienti ed
evolute dell’Italia. E ritengo che il punto più debole di
tutto il sistema di oggi sia quello che ho citato prima:
“il confine tra il giusto riconoscimento economico per il
servizio svolto dal notaio e lo sfruttamento a fini
meramente economici della propria posizione di forza da
parte dello stesso”. Lo dico, ripeto, senza polemica,
ma ho motivo di ritenere che nel determinare il proprio
onorario il notaio tenda fortemente a sfruttare ai fini
economici la propria posizione di forza (il cittadino è
obbligato ad andare da lui). Lo dimostrano a mio avviso i
redditi medi (di gran lunga i più alti d’Italia) e lo
dimostra il confronto con i notai stranieri. Ed è per
questo che continuo ad essere convinto che la migliore
riforma sia la liberalizzazione, e francamente non siete
riusciti a convincermi del contrario. Dico tutte queste cose
in modo oggettivo, semplicemente per far capire quale è il
tema in discussione. Il tema, ripeto, è quello dei costi,
e vorrei che notai disposti al civile confronto come De
Falco lo capissero. Perché se i costi fossero recepiti dai
cittadini come congrui ed equi probabilmente nessuno si
lamenterebbe. Ma ad alcuni (come me) tali costi paiono
esagerati, e frutto di un rapporto tra notaio e cittadino
molto "particolare" in termini di neegoziabilità
dell'onorario. E' da questo aspetto che prende
vita il movimento favorevole alla liberalizzazione, ed è
importante che questo sia recepito in questa
discussione. Saluti
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tifosodirossi 4 luglio 2007 0:00
Ha ragione Rossi Giancarlo,sono anch'io, come lui, un
frustrato impiegato notarile,quindi: 1)Abolizione dei
Notai; 2)Abolizione dei Tribunali; 3)Abolizione
dei Catasti; 4)Abolizione delle Conservatorie;
5)Abolizione dei forum (per fare dispetto ai notai);
6)Sugli Avvocati...ci devo pensare.
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Gourry 4 luglio 2007 0:00
No ragazzi!!! Ancora di più!!! Aboliamo anche il governo,
le istituzioni e qualsiasi altro ente, organismo et similia
di questa Italia piena di lacci e lacciuoli. Lasciamo
solamente CGIL, CISL, UIL e Confindustria. Ed ovviamente
Giavazzi. Ah dimenticavo, anche le forze
dell'ordine sono da sciogliere. Anche io se mi ci metto
mi imparo ad usare una pistola ed il manganello ;)
Povera Italia.
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e....l'altra casta che ci costa un casin 4 luglio 2007 0:00
QELLA DEI POLITICI?
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Gourry 4 luglio 2007 0:00
La vuota retorica del messaggio di G. Rossi credo che sia
palese a tutti noi. Specie l'ultima frase è un
capolavoro e voglio ricopiarla per deliziarci ancora con
cotanta arguzia. "Loro....nel frattempo....si
dielttano nei forum." Enjoy!
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Alberto V. avvocato in Venezia 4 luglio 2007 0:00
Integro quanto scritto poc'anzi con altra massima del
Consiglio di Stato (organo di II° grado della giustizia
amministrativa) si senso ancor più negatoria dei poteri di
autentica della sottoscrizione da parte dei segretari
comunali: <
La clausola di un bando di gara, che prescrive che il
mandato collettivo conferito all'impresa capogruppo
dalle imprese associate, sia conferito con "scrittura
autenticata", deve intendersi nel senso che le
sottoscrizioni del mandato siano autenticati da notaio, e
non anche da un segretario comunale o altro dei soggetti
abilitati dall'articolo 20 della Legge 4 gennaio 1968,
n. 15 ad autenticare lefirme sulle istanze da produrre agli
organi della P.A. >>
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