Commenti
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Gourry 6 luglio 2007 0:00
Sempre i soliti IP. Mi meraviglio perché gli admin del sito
non prendano provvedimenti verso certi comportamenti che si
commentano da soli...
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antonella 6 luglio 2007 0:00
La mia Notaia ha stipulato un atto nell'89 facendo una
visura sbagliata e non ha visto che cio' che io stavo
acquistando era pignorato oggi dopo circa 20 anni sto per
ricomperare quella stessa unità immobiliare che nel
frattempo è andata all'asta e che io non ho potuto
prendere 2 anni fa ora la riacquisto da una società al
doppio del prezzo,ma che devo fare? io ci abito dentro
questa casa!!!! e la notaia non ha voluto neanche rifarmi
l'atto!!!la pulciara
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Roberto de Falco 5 luglio 2007 0:00
Caro stancodellecaste, siamo perfettamente d'accordo che
il sistema di notariato latino che vige in Italia non è
l'unico sistema possibile (ma se non vige solo in
Italia, come qualcuno continua a sostenere, ma in 21 paesi
su 27 dell'Unione Europea, e se lo hanno di recente
adottato i paesi dell'est Europeo e la Cina, un motivo
ci sarà): certamente è ipotizzabile una totale
pubblicizzazione della funzione, con un notaio pubblico
dipendente, come pure il passaggio ad un sistema di common
law (autentica effettuata dal public notary, soggetto privo
di competenza giuridica ed incaricato della mera
identificazione dei contraenti, senza alcun onere di
controllo di legalità). Il problema è però la
valutazione di costi e benefici dell'uno e
dell'altro sistema alternativo e la loro coerenza
complessiva (l'esatto contrario di quanto sarebbe
avvenuto con l'emendamento Lulli, che non introduceva un
sistema di common law, ma in un sistema di civil law
prevedeva facoltà di autentica in favore di soggetti non
tenuti agli obblighi e non soggetti ai controlli dei
notai). Certo non posso esaminare compiutamente
in questa sede le conseguenze dell'uno e dell'altro
sistema (ma provi a dare un'occhiata a questo indirizzo:
http://www.notariato.it/Notariato/StaticFiles/Stampa/Sicurez
za%20giuridica%20sviluppo%20economico.pdf). Mi sembra
però che si debba essere consapevoli che: - la
scelta di un sistema totalmente pubblicistico (che sarebbe
in assoluta controtendenza rispetto ai moderni orientamenti
in tema di dismissioni di compiti da parte dello stato e di
alleggerimento della sua struttura, ma che in linea di
principio non mi scandalizza affatto) richiederebbe costi
enormi per l'assunzione di un congruo numero di notai
(gli attuali 5.000, a ritenere che quali pubblici dipendenti
conserverebbero l'attuale produttività), di
collaboratori (quantomeno pari ai circa 30-35.000 dipendenti
attuali dei notai italiani, oltre quelli che oggi per i
notai sono collaboratori esterni), la dotazione di strutture
informatiche all'avanguardia e costantemente rinnovate,
la disponibilità di locali, ecc. ecc.: lo stato è in grado
di sostenere tali costi? E' in grado di mantenere
l'efficienza attuale del sistema (converrà perlomeno
che il sistema attuale funziona, e funziona bene?)? E se
tale efficienza non potrà essere mantenuta, imprese e
cittadini potranno sopportare tempi di stipula e di
effettuazione dei conseguenti adempimenti paragonabili a
quelli che tutti conosciamo per il rilascio di una
concessione edilizia o per l'emanazione di una sentenza
(ricordi che solo sei anni e mezzo fa il legislatore ha
abolito l'omologazione giudiziale per gli atti
costitutivi ed i verbali di assemblea delle società di
capitali, attribuendo anche in questo campo il controllo di
legalità ai notai, e riducendo i tempi di iscrizione degli
atti stessi nel registro delle imprese da 2-6 MESI anche, in
caso di urgenza, a sole 24 ORE)? - la scelta di
un sistema che attribuisca ad un qualsiasi soggetto non
qualificato la funzione di autentica e dismetta del tutto la
funzione di controllo preventivo di legalità, tipica dei
sistemi di common law (e che, attenzione, non è quella
dell'emendamento Lulli, che avrebbe creato un ibrido
incomprensibile ed inapplicabile), comporterebbe un aumento
esponenziale del contenzioso in materia contrattuale
immobiliare e societaria (quello dei paesi di common law è
decine di volte maggiore che in Italia), la necessità di
ricorrere, nella fase della contrattazione (e salvo un
improbabile faidate estremo) all'opera di diversi
professionisti e collaboratori (un soggetto che accerti la
libertà dell'immobile da ipoteche, uno che rediga il
contratto, uno che calcoli le imposte dovute, uno che curi
gli adempimenti successivi) ed in sostanza un notevole,
aggravio di rischi e costi. In ogni caso, come
lei ha giustamente rilevato, è un problema di rapporto
costi/benefici dei diversi sistemi. Ma - prima di
porcelo - dovremmo innanzitutto conoscere quali sono i costi
del nostro sistema; e mi sembra che, mentre io mi affannavo
a rispondere alle varie domande che mi venivano poste,
cercando di chiarire i miei punti di vista, nessuno dei
sostenitori dell'eccessività dei costi della
prestazione notarile abbia fin qui risposto alla mia
domanda, che ho ripetuto almeno tre volte: QUANTO COSTA
UNA COMPRAVENDITA DI 100.000 EURO? Quando mi avrà
risposto che quella compravendita costa X, mentre dovrebbe
costare X/3 o X/8, potrà dirmi che l'onorario del
notaio è eccessivo (e magari potrà consentirmi di chiarire
se e perchè eccessivo non è); non può dirmi invece,
apoditticamente, che il notaio costa troppo, se non mi dice
QUANTO costa. Nè, mi scusi, mi sembra corretto
l'argomentare dai redditi medi, certamente alti,
paragonandoli con gli stipendi di altri funzionari dello
stato, perchè quelli sono, appunto, stipendi, cioè
retribuzioni di lavoratori dipendenti, e vanno paragonati
con altri stipendi, e non con redditi di lavoratori
autonomi, che gestiscono la loro attività con tutti i
rischi relativi (mancanza di clientela, malattia, errori
propri o dei collaboratori, ecc.). Prima di
concludere devo tornare su un tema dove mi pare non
riusciamo ad intenderci: - l'onorario del notaio
è sottratto alla libera contrattazione: e questo è un
fatto sul quale siamo d'accordo; - questa
sottrazione al libero mercato per me è un bene (magari sul
perchè lo sia ci ritorno un'altra volta, perchè sono
le 0.30) e per lei è un male: e qui siamo di fronte a
giudizi di merito, e pertanto necessariamente opinabili ed
entrambi pienamente legittimi; - ls sottrazione al
libero mercato, però, non significa che il notaio applichi
la tariffa che vuole approfittando della mancanza di
concorrenza, perchè il notaio applica una tariffa
obbligatoria predeterminata da una autorità esterna al
notariato e che anzi su questo sovrintende (Ministro della
Giustizia): e questa non è una opinione, ma un fatto, un
fatto importante sul quale mi sembra che però permangano
equivoci, ove lei scrive che il notaio tende
"fortemente a sfruttare ai fini economici la propria
posizione di forza". Magari domani (sperando
di non risultare troppo nullafacente al buon Giancarlo
Rossi, che pretenderebbe che i notai si astenessero
dall'intervenire in discussioni la cui mission sia
l'attacco agli stessi: bel concetto di democrazia e di
libertà di espressione!) possiamo riparlare del concetto di
liberalizzazioni in questa materia.
Buonanotte P.S.: attendo sempre di sapere in cosa
consiste l'"esagerazione" dei costi dei notai
e quali sarebbero i costi ritenuti "equi".
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Django 4 luglio 2007 0:00
Neanche i medici, i geometri, gli avvocati e i noti
segretari comunali ciazzeccano poi tanto. Se vogliamo
buttarla in vacca facciamolo alla grande.
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stancodellecaste 4 luglio 2007 0:00
Premesso che pur non condividendo la posizione del notaio De
Falco, ammiro tantissimo la pacatezza e la lucidità delle
sue risposte, nonché il tono civile con cui le espone.
Devo dire però che la discussione è stata incanalata in un
modo che non condivido perché, ancora una volta, si tende a
dare risposte “tecniche” (cioè giuridiche) quando il
problema tecnico non è. E, soprattutto, si tende a
dimostrare che con il sistema attuale non possono essere
introdotte riforme o modifiche per ciò che riguarda la
figura del notaio ed il suo rapporto con il cittadino quando
il problema è a monte e riguarda il sistema che si ritiene
giusto debba essere adottato in Italia per ciò che riguarda
le funzioni notarili. Penso sia chiaro a tutti che chi,
come me, pone dubbi sull’effettiva utilità della funzione
notarile non lo fa perché odia la categoria in sè, ma
semplicemente perché è molto negativamente colpito dai
loro costi e parallelamente dai loro redditi (che altro non
sono che i costi sostenuti dalla collettività).
L’argomento in discussione non è “possiamo con il
sistema attuale fare a meno del notaio?” ma “possiamo
rendere meno onerosi i costi degli atti notarili, e se sì,
con quali modifiche all’attuale sistema?” Convengo
che sono state presentate in modo chiaro e coerente le
caratteristiche della figura notarile nel sistema attuale.
Converrete però con me che il fatto che l’onorario del
notaio sia sottratto alla libera contrattazione (perché
così è) lo mette in una posizione estremamente
privilegiata rispetto al cittadino (oserei dire unica nel
suo genere per il discorso che ho fatto più volte: da un
lato sono obbligato a rivolgermi a lui, dall’altro non ho
“armi” per obbligarlo a mettersi in competizione sul
costo con i suoi colleghi come invece avviene in altri
settori, compresi i servizi intellettuali di altissimo
livello). Da questo punto di vista converrete anche sul
fatto che il confine tra il giusto riconoscimento economico
per il servizio svolto dal notaio e lo sfruttamento a fini
meramente economici della propria posizione di forza da
parte dello stesso è di difficilissima definizione e di
estrema labilità. Aggiungo che il modello attualmente
in vigore in Italia non è l’unico modello esistente al
mondo. Ci sono altri modelli che non prevedono la figura del
notaio (common law) oppure sistemi in cui il numero di notai
è molto superiore (quindi con più possibilità di scelta)
oppure sistemi in cui le funzioni notarili sono espletate
esclusivamente da dipendenti pubblici oppure ancora sistemi
in cui almeno alcune funzioni notarili sono delegate anche
agli avvocati. Le domande che pongo (non con intento
polemico ma semplicemente per far capire quale è il tema in
discussione in questo che è un forum di consumatori) sono:
- è congruo l’onorario mediamente richiesto
dal notaio per la redazione degli atti? - è
accettabile per la collettività che il reddito MEDIO (che
poi è proporzionale al costo) di quei particolari pubblici
ufficiali che sono i notai sia pari al doppio del reddito
del più importante magistrato d’Italia (il presidente
della corte di cassazione)? È accettabile che tale reddito
medio sia pari al triplo od al quadruplo di quello dei
vertici di altre professioni certo non meno utili di quella
notarile (alcuni esempi: Corpo Diplomatico, Capo di Stato
Maggiore)? Questi redditi non sono l’indice di una
anomalia nella determinazione degli onorari dei notai? (lo
dico, ripeto, senza intento polemico) - Per quale
motivo all’estero gli onorari dei notai sono più bassi
che in Italia? (un esempio per tutti; l’Austria, tant’è
vero che grazie se non erro ad una legge regionale in Alto
Adige qualcuno comincia a far fare i rogiti ad Innsbruck con
risparmi superiori al 50%) - quanto influisce in Italia
la mancanza di concorrenza sulla determinazione degli
onorari del notaio? - quale è il rapporto costo /
benefici per la collettività della situazione attuale?
- quale sarebbe il rapporto costo / benefici in caso di
liberalizzazione parziale o totale? - quale sarebbe il
rapporto costo / benefici in caso di introduzione della
figura di notaio dipendente pubblico? - quale sarebbe
il rapporto costo / benefici in caso di eliminazione della
figura notarile come avviene nei sistemi di tipo americano
(“common law”)? Questi non sono temi
prettamente giuridici, sono domande di fondo alle quali si
dovrebbe cercare di rispondere. So per certo che non
troveremo mai un accordo su questi temi perché molte di
queste risposte si basano su “stime” e valutazioni che
non possono che essere personali (chi di noi può con
certezza assoluta dire che cosa accadrebbe di caso di
liberalizzazione?) La mia posizione è chiara, e deriva
fondamentalmente dal confronto con le realtà di altre
nazioni che ho buoni motivi di ritenere più efficienti ed
evolute dell’Italia. E ritengo che il punto più debole di
tutto il sistema di oggi sia quello che ho citato prima:
“il confine tra il giusto riconoscimento economico per il
servizio svolto dal notaio e lo sfruttamento a fini
meramente economici della propria posizione di forza da
parte dello stesso”. Lo dico, ripeto, senza polemica,
ma ho motivo di ritenere che nel determinare il proprio
onorario il notaio tenda fortemente a sfruttare ai fini
economici la propria posizione di forza (il cittadino è
obbligato ad andare da lui). Lo dimostrano a mio avviso i
redditi medi (di gran lunga i più alti d’Italia) e lo
dimostra il confronto con i notai stranieri. Ed è per
questo che continuo ad essere convinto che la migliore
riforma sia la liberalizzazione, e francamente non siete
riusciti a convincermi del contrario. Dico tutte queste cose
in modo oggettivo, semplicemente per far capire quale è il
tema in discussione. Il tema, ripeto, è quello dei costi,
e vorrei che notai disposti al civile confronto come De
Falco lo capissero. Perché se i costi fossero recepiti dai
cittadini come congrui ed equi probabilmente nessuno si
lamenterebbe. Ma ad alcuni (come me) tali costi paiono
esagerati, e frutto di un rapporto tra notaio e cittadino
molto "particolare" in termini di neegoziabilità
dell'onorario. E' da questo aspetto che prende
vita il movimento favorevole alla liberalizzazione, ed è
importante che questo sia recepito in questa
discussione. Saluti
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tifosodirossi 4 luglio 2007 0:00
Ha ragione Rossi Giancarlo,sono anch'io, come lui, un
frustrato impiegato notarile,quindi: 1)Abolizione dei
Notai; 2)Abolizione dei Tribunali; 3)Abolizione
dei Catasti; 4)Abolizione delle Conservatorie;
5)Abolizione dei forum (per fare dispetto ai notai);
6)Sugli Avvocati...ci devo pensare.
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Gourry 4 luglio 2007 0:00
No ragazzi!!! Ancora di più!!! Aboliamo anche il governo,
le istituzioni e qualsiasi altro ente, organismo et similia
di questa Italia piena di lacci e lacciuoli. Lasciamo
solamente CGIL, CISL, UIL e Confindustria. Ed ovviamente
Giavazzi. Ah dimenticavo, anche le forze
dell'ordine sono da sciogliere. Anche io se mi ci metto
mi imparo ad usare una pistola ed il manganello ;)
Povera Italia.
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e....l'altra casta che ci costa un casin 4 luglio 2007 0:00
QELLA DEI POLITICI?
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Gourry 4 luglio 2007 0:00
La vuota retorica del messaggio di G. Rossi credo che sia
palese a tutti noi. Specie l'ultima frase è un
capolavoro e voglio ricopiarla per deliziarci ancora con
cotanta arguzia. "Loro....nel frattempo....si
dielttano nei forum." Enjoy!
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Alberto V. avvocato in Venezia 4 luglio 2007 0:00
Integro quanto scritto poc'anzi con altra massima del
Consiglio di Stato (organo di II° grado della giustizia
amministrativa) si senso ancor più negatoria dei poteri di
autentica della sottoscrizione da parte dei segretari
comunali: <
La clausola di un bando di gara, che prescrive che il
mandato collettivo conferito all'impresa capogruppo
dalle imprese associate, sia conferito con "scrittura
autenticata", deve intendersi nel senso che le
sottoscrizioni del mandato siano autenticati da notaio, e
non anche da un segretario comunale o altro dei soggetti
abilitati dall'articolo 20 della Legge 4 gennaio 1968,
n. 15 ad autenticare lefirme sulle istanze da produrre agli
organi della P.A. >>
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Alberto V. avvocato in Venezia 4 luglio 2007 0:00
Esecito la professione di avvocato e mi dispiaccio quando
vedo singole sentenze di merito citate a casaccio per
cercare di dimostrare damblè un'unanime e consolidata
giurisprudenza. Ho letto la massima invocata dal
signor Sottufficiale e, poichè mi suonava strana, mi sono
permesso una breve ricerca. Non mi risulta sia una
posizione condivisa e pare abbia quindi ragione il Notaio Di
Falco: vi sono infatti opinioni difformi sul tema.
Per confortare quanto dico di adeguato riscontro, riporto
di seguito una massima della Suprema Corte successiva e di
segno opposto. Cass. civ., sez. II 03-04-1998, n.
3426 - Pres. Patierno A - Rel. Mazziotti Di Celso L - P.M.
Sepe EA (Parz. Diff.) - Gola c. Massoni <> Confido di aver dato un utile
apporto.
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Giancarlo Rossi 4 luglio 2007 0:00
Ma se i notai hanno così tanto da barcamenarsi fra nuove
direttive legislative e nuove procedure, che ci stanno a
fare nel forum a difendere continuamente le loro
azioni?. Mi chiedo, visto che questo forum è diventato
ormai logorroico, che necessità c'è di tornare su
argomenti ormai triti e ritriti!. Gli avvocato
sbaglieranno anche nelle trascrizioni, pignoreranno anche
immobili che non sono più dei soggetti interessati, ma
questo dipende spesso anche nella non attualità catastale.
E' risaputo che il catasto non proba la proprietà ma
anche i pubblici registri immobiliari ormai fanno un pò
acqua da tutte le parti. Ho si fanno dei controlli
incrociati fra persona fisica, immobile attuale, immobile
precedente e omonimi annessi e connessi, oppure ciò che
sembra libero da vincoli in realtà è bello e
vincolato. Perchè non viene fuori una statistica
di note di trascrizione, iscrizione, annotamenti e
quant'altro, presentati dai notai e poi rettificati nel
corso del tempo. E dire che oramai fanno quasi tutto i
programmi ad hoc, però l'errore viene fuori lo
stesso. Teniamo conto anche di questo....gli
avvocati non sono ancora attrezzati (almeno per quello che
ne so) di software all'avanguardia o almeno altrettanto
sofisticati come quelli della OA SISTEMI o quelli della
SOGEI capaci di estrapolare i dati esatti ai fini di una
trascrizione o iscrizione. Dunque l'errore è
più probabile ed in parte incide anche la leggerezza dei
Tribunali di oggi. Ormai le sentenze hanno bisogno di
essere integrate e rettificate almeno due o tre volte dal
momento che nelle decisioni spesso si sbagliano i nomi dei
soggetti, le identificazioni delle parti ect. ect.
Non è che i Notai sono tutto questo gran sapere.
E quand'anche la loro macchina risultasse più oleata,
non dimentichiamoci che dietro hanno dei validi, anzi
validissimi, collaboratori che riescono a rendergli la vita
più facile e serena. Loro....nel frattempo....si
dielttano nei forum.
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Nicola 4 luglio 2007 0:00
Sono avvocato da 5 anni ma un anno fa ho iniziato la pratica
notarile. Devo dire che tutti i pregiudizi che avevo sui
notai, ben riassunti dai messaggi di privato sottufficiale,
erano falsi ed errati. Se l'emendamento Lulli fosse
passato sarebbe stato un grave danno per tutti: avvocati,
notai e clienti. Pertanto il mio appoggio va pienamente a
tutti coloro che stanno cercando di combattere i diffusi
pregiudizi sulla categoria notarile.
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Privato sottufficiale 4 luglio 2007 0:00
Per il notaio Roberto De Falco. Non ho nessuna
intenzione di palesarmi per le seguenti ragioni: 1)
perché quella che "combattiamo" non è una guerra
privata tra me e lei; 2) perché in questa sede bisogna
confrontare la validità delle diverse opinioni senza tener
conto della persona che le sostiene; 3) perché, come
ho detto in un precedente intervento, nei forum
l'anonimato è la regola; 4) perché, come logica
conseguenza del punto 3), se si possono celare dietro
l'anonimato Alex e Gourry, la stessa facoltà deve
essere riconosciuta agli altri. Ritengo, anzi, che far
riferimento alla propria persona può influenzare
negativamene la discussione spostandola su fatti personali
spesso fuorvianti. Riconosco di avere sbagliato
anch'io, a questo proposito, dicendo che sono avvocato,
che sono stato preside, etc. Queste indicazioni,
infatti, nulla tolgono e nulla aggiungono alla bontà (o
alla debolezza) della tesi che sostengo. Però, se
proprio ci tiene a sapere chi sono, non disperi. Alex
ha promesso di sporgere querela nei miei confronti; se ha la
pazienza di aspettare che il predetto, o qualche P.M.,
concluda le sue indagini ...... a) NATURA
GIURIDICA DELL'AUTENTICA. Le trascrivo la sentenza
T.A.R. Puglia Lecce, sez. II, 7 aprile 1997, n. 242:
"Le autenticazioni della sottoscrizione di una
dichiarazione ad opera del notaio o del Segretario comunale
costituiscono entrambe atti pubblici, fidefacienti fino a
querela di falso ai sensi dell'art. 2700 c.c., in quanto
formate con le stesse modalità e producenti gli stessi
effetti di cui agli art. 20 e 26 l. 4 gennaio 1968 n.
15". Mi pare che ci sia poco da discutere. b)
LE ISPEZIONI IPOTECARIE. Se le ispezioni le fanno i
cosiddetti "visuristi", dei quali si servono
ordinariamente i notai, pensa che avvocati e segretari
comunali non possano avvalersi della loro opera allo stesso
modo? Secondo lei c'è una "percentuale
rilevante pignoramenti effettuati su particelle soppresse da
alcuni anni, o indicate senza individuazione di dati
essenziali, o su immobili che il debitore ha venduto da
anni"? Vuol dire che gli avvocati devono passare
negli studi notarili prima di procedere ad un pignoramento
immobiliare? Se l'avvocato sbaglia ne renderà
conto al cliente; la misura percentuale degli errori (più
alta per gli avvocati, molto più bassa per i notai) non ha
alcun significato. Se l'errore è possibile (ed è
certamente possibile) l'unica conseguenza che se ne può
trarre e che nessuno è in grado di garantire con assoluta
certezza l'assenza di errori. Si tratta della
applicazione più ovvia dei principi della logica
aristotelica. Mi dispiace deluderla, ma non è stato
convincente.
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impiegatopraticante 4 luglio 2007 0:00
Sto seguendo da giorni il dibattito,diventato un pò
noioso,però non ne posso più di leggere le sciocchezze che
scrive privato sottufficiale. Secondo lui il lavoro di
un notaio consiste nel fare le visure e poi fare
un'autentica di firma sul contratto. Non ha capito
niente, sarebbe come dire che per fare un decreto ingiuntivo
o una causa in tribunale ci possiamo rivolgere alle
segretarie degli avvocati,tanto sono loro a scrivere gli
atti,perché pagare il professionista? Dimostra di non
comprendere il valore aggiunto della professionalità,e per
questo dubito che sia veramente un avvocato,credo che sia un
pluriconcorrente fallito del concorso notarile. Io sono
un impiegato dell'Agenzia del territorio e tutti i
giorni passano per le mie mani gli atti di notai ed avvocati
per la trascrizione, ebbene sarebbe opportuno che gli
avvocati imparassero innanzitutto a fare gli avvocati,
infatti sistematicamente sono sbagliate le note di
trascrizione,non solo, ma sistematicamente vengono pignorati
beni che il debitore aveva venduto,anche da anni, ed infatti
è costante la processione di cittadini che vengono in
ufficio a chiedere conto della formalità che interessa la
loro abitazione iscritta da un avvocato che non ha la minima
idea di come funzionano i registri immobiliari. Non voglio
parlare degli atti trascritti dai comuni,dovrei ripetere
quanto detto per gli avvocati. Tutti questi soggetti
non hanno idea di cosa sia un CDU, un CEE, un PDR,
adempimenti,si badi bene, che condizionano la validità di
un atto, non sanno cosa sia un atto assoggettato ad iva,a
registro, ad iva per opzione,non conoscono le centinaia di
differenziazioni di tassazioni,le agevolazioni,le cause di
decadenza dalle stesse, le differenze,fiscali,procedurali e
tecniche,tra l'acquisto di un bene da un imprenditore e
da un privato,ecc.ecc.ecc.. Per non parlare della
funzione pubblica che hanno i notai, di cui si è già
parlato tanto, per cui chi non capisce o non ci arriva o non
vuole capire. Praticante notaio,lavoratore.
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Giacomo 4 luglio 2007 0:00
Piena solidarietà ed appoggio al Notaio
De Falco.
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Roberto de Falco 3 luglio 2007 0:00
Per Susy: Mi fa piacere il suo apprezzamento e la
ringrazio: vuol dire che non ho sprecato il mio tempo.
Saluti
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Roberto de Falco 3 luglio 2007 0:00
In risposta al messaggio odierno di Privato Sottufficiale
(cui ancora una volta rivolgo l'invito a palesarsi con
nome e cognome, anche perchè mi sento ridicolo a rivolgermi
ad un altro professionista con questo appellativo).
SULLA TARIFFA: parlando di tariffa approvata con D.M.
non volevo certo sostenere che non ne potrebbe essere
introdotta la derogabilità (salva ogni valutazione del
merito di tale derogabilità: per intenderci, non ho
apprezzato l'abolizione dell'obbligatorietà dei
minimi tariffari per nessuna categoria professionale;
vieppiù non l'ho apprezzata per gli avvocati, la cui
attività ha rilievo costituzionale; vieppiù non
l'apprezzerei per i notai, che esplicano una pubblica
funzione), ma solo rispondere a chi aveva parlato di
applicazione "unilaterale" della tariffa da parte
dei notai, e smentire pertanto (come credo di aver fatto con
efficacia) che i notai determinino da soli la tariffa
applicabile alle loro prestazioni professionali.
SULLA NATURA GIURIDICA DELL'AUTENTICA E LA DIFFERENTE
RILEVANZA PENALE DEL FALSO: non ho inteso
"rifugiarmi" nel discorso delle attività
propedeutiche (e, aggiungerei, successive), ma solo
evidenziare che quella della mera identificazione del
sottoscrittore è una frazione, importante ma non
preponderante, del procedimento che porta alla giuridica
rilevanza di un atto di compravendita: non possiamo ridurre
il tutto al potere di autentica (e su questo credo
sufficiente rinviare a quanto già scritto, senza inutili
ripetizioni). E comunque - se proprio le sembra
decisivo questo profilo - le posso dire che una autentica
fatta da un notaio ha valore di atto pubblico, per cui il
notaio che attesti falsamente che una sottoscrizione è
stata apposta in sua presenza risponde con le gravi sanzioni
previste dall'art. 479 c.p. (falsità ideologica
commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici: v. Cass.
20 giugno / 8 ottobre 1979, n. 8203), mentre l'autentica
al mandato da parte dell'avvocato (che non è un
pubblico ufficiale) è una mera certificazione da parte di
esercente una professione forense, punita con le ben più
blande sanzioni dell'art. 481 c.p. (v. da ultimo Cass.
28 aprile / 14 giugno 2005, n. 22496). Sull'autentica da
parte di funzionari amministrativi mi pare che ci siano
opinioni difformi, ma che sia prevalente quella che si
tratti di certificazione amministrativa, punita, in caso di
falsità, ai sensi dell'art. 480 c.p.. LE
ISPEZIONI IPOTECARIE: le sanno fare solo i notai? Certamente
no, in genere le sanno fare anche i cd. visuristi (persone
che se ne occupano per mestiere), ma non tutti (non c'è
alcun controllo di qualità su chi decide di fare il
visurista e su come lo fa), ed anche qualche avvocato (ma
non la maggior parte, altrimenti non si spiegherebbe come
mai - in fase di redazione della certificazione sostitutiva
per le procedure esecutive - riscontriamo in percentuale
rilevante pignoramenti effettuati su particelle soppresse da
alcuni anni, o indicate senza individuazione di dati
essenziali, o su immobili che il debitore ha venduto da
anni). Lei chiede: "Se io e lei chiediamo alla
Conservatoria dei RR.II. una visura (iscrizioni e
trascrizioni a favore e contro), l'ufficio ci consegna
documenti che hanno un diverso grado di
attendibilità?" La domanda (provenendo da un
avvocato) è ovviamente suggestiva, perchè non può che
avere risposta negativa (avevo già notato il suo gusto per
le domande retoriche), ma, permetta, è mal posta, in quanto
è vero che ad uguaglianza di richiesta alla Conservatoria
si avrà uguaglianza di risposta, ma: a) bisogna prima
vedere SE io e lei faccaiamo la stessa richiesta; b)
bisogna poi leggere la risposta ed intepretarla, per
effettuare eventualmente ulteriore richieste. E tenga
altresì conto che se - per il periodo informatizzato - la
Conservatoria consegna, all'esito della richiesta di
visura su un nominativo, un elenco sintetico di formalità
(ovviamente da sviluppare analiticamente), per il periodo
anteriore alla informatizzazione la consegna ha ad oggetto
un librone contenete un elenco di soggetti con le relative
formalità, e non un "documento". Mi
faccia sapere se sono stato convincente (perchè ci spero
sempre). Saluti
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Maurizio 3 luglio 2007 0:00
Notaio De Falco la ringrazio per le spiegazioni. Ho ricevuto
conferma che ci stanno fregando tutti come hanno fatto per
le auto. Anche io preferisco pagare qualcosina di più,
anche se da quello che ho letto comunque voi notai costate
meno, ma essere sicuro che la casa sia mia e che nessuno mi
scocci. Grazie ancora.
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Susy 3 luglio 2007 0:00
Per il Notaio De Falco. Grazie per la lucida
spiegazione. Finalmente ho capito qualcosa della vicenda.
Come cittadina digiuna di preprazione
professionale preferisco pagare quelcuno che mi da garanzie
di aver verificato la mia poszione piuttosto che cercare il
prezzo più basso avanti tutto.
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Giacomo 3 luglio 2007 0:00
ANCHE IN QUESTA DISCUSSIONE SI VERIFICA CIO'
CHE GIA' ACCADE NELLE ALTRE. - I
soggetti intervenuti sono SEMPRE gli stessi -
Quanto contestato ai Notai SEMPRE lo stesso - Le
risposte + o - SEMPRE le medesime A QUESTO
PUNTO il dubbio sortomi in merito alla totale assenza di
volontà di mettere in discussione le proprie idee a fronte
di una più ampia ed obbiettiva conoscenza del Notariato
italiano, lascia definitivamente il posto alla certezza.
Persone quali SOTTUFFICIALE e STANCO DELLE
CASTE, non recedono di un millimetro, e mai lo faranno,
rispetto alla propria posizione ANTInotariato,
poichè: - il primo vede nell'eventuale
liberalizzazione effeti fortemente positivi x la prorpia
professione (autentica scritture private, ma soprattutto
aumento esponenziale del contenzioso) - il
secondo, per assoluta mancanza di conoscenza ed affidamento
su dicerie popolari, pensa sia possibile applicare logiche
di mercato al settore Notarile....MI SEMBRA SI VOGLIA DETTAR
LEGGE IN CASA ALTRUI. Seppur ricevano ampie
ed esaustive risposte, che solo su persona in malafede non
sortirebbero effetto positivo alcuno, sono irremovibili.
A questo punto mi pare ovvio che la discussione
si sia "impallata" su 2 posizione del tutto
eterogenee.... peccato che la oggettivamente giusta sia
1, ma per alcuni, come detto, neppure non vale neppure la
regola di San Tommaso.
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Privato sottufficiale 3 luglio 2007 0:00
Per il notaio Roberto De Falco. Anche la tariffa
degli avvocati è fissata da un D.M., ma questo non ha
impedito al Governo di introdurre la previsione della
derogabilità del minimo. Per i notai, invece, tutto
deve rimanere fermo ed immutabile. Le avevo
chiesto di indicarmi la differenza GIURIDICA tra una
autentica di firma fatta da un notaio e quella fatta da un
avvocato, un segretario comunale o un preside. Lei si
è rifugiato nel discorso delle attività propedeutiche.
Insisto nel chiedere ancora. Le conseguenze penali per
un falso concernente l'autentica di firma sono
diverse? Le attività di ispezione nei registri
immobiliari le sanno fare solo i notai? Se io e lei
chiediamo alla Conservatoria dei RR.II. una visura
(iscrizioni e trascrizioni a favore e contro), l'ufficio
ci consegna documenti che hanno un diverso grado di
attendibilità?
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Roberto de Falco 3 luglio 2007 0:00
Caro stancodellecaste, non è mia abitudine prendere in giro
chicchessia, e tantomeno persone che nemmeno conosco
personalmente; e del resto in questa discussione ho speso il
mio nome, cognome e professione, cosa che gradirei facessero
anche i miei interlocutori, oltre che non tirarmi in ballo
in discussioni diverse da quella cui sto partecipando, così
impedendomi di replicare (mi riferisco al suo odierno
intervento nella discussione "La lobby dei Notai",
che ho letto per caso poco fa). Venendo al punto dei
COSTI del Notaio, sono costretto a precisare innanzitutto di
non aver fatto riferimento a suoi scritti quando parlavo di
cifre sballate, ma (riveda il mio messaggio del 30 giugno)
al messaggio introduttivo, scritto da tal Gigi (a meno che
non siate la stessa persona: è anche per questo che mi
sembrava opportuno che, parlando tra persone maggiorenni e
vaccinate, e non di argomenti proibiti, ci si presentasse
con nome e cognome), nel quale si parla di 4-5000 di
parcella per un atto fotocopia da euro 100.000. A
prescindere dal fatto che non esistono atti fotocopia, ma
pressocchè ogni atto richiede una sua istruttoria ed un suo
studio particolare (e per verificarlo potrebbe chiedere ad
un notaio amico di frequentare per una settimana il suo
studio), confermo che quelle cifre sono assolutamente
sballate (ma non nego che mi farebbe piacere se fossero
esatte) e rinnovo l'invito del mio precedente messaggio,
rimasto inascoltato, di chiarirmi se conosce il costo (parlo
ovviamente di onorario, non di imposte e spese) di una
compravendita immobiliare del valore di € 200.000 (o di
€ 100.000, come da messaggio introduttivo), e, in ogni
caso, quale sarebbe il costo che riterrebbe giusto.
Quanto alla determinazione della tariffa, non ho scritto che
il Notaio applica la tariffa nell'interesse del
cittadino, ma che la Tariffa è fissata, non dal notaio, ma
da un decreto del Ministro della Giustizia (e l'ultimo,
tuttora vigente, è il D.M. 27 novembre 2001, pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale n. 292 del 17 dicembre 2001, in
vigore dal primo gennaio 2002), nell'interesse del
cittadino; il che è profondamente diverso e dimostra
l'erroneità del concetto per cui il notaio
"applica in modo unilaterale le tariffe", che sono
invece determinate dalla legge. Quanto alla eventuale
concorrenza con gli avvocati, credo sia bene chiarirsi. A
prescindere dal fatto che se gli avvocati sono autorizzati a
fare il mio lavoro io voglio essere autorizzato a fare il
loro, la concorrenza può porsi tra soggetti che svolgono
attività analoghe, ovvero che assicurano ai propri clienti
(committenti, utenti, consumatori, legga il termine come
preferisce) identiche utilità. Ho spiegato nel mio
messaggio di ieri in risposta ai chiarimenti
dell'avvocato Privato Sottufficiale che il Notaio non si
limita ad autenticare gli atti di compravendita ma, anche
quando non riceve un atto pubblico, ma appunto autentica una
scrittura privata, svolge una lunga serie di attività
preparatorie ed esecutive che qui non ripeto (ma per le
quali rinvio al messaggio di cui sopra). Nulla di tutto
questo era invece previsto nel famoso emendamento
Lulli-Bersani che ha dato il via a questa discussione: era
previsto solo che gli avvocati autenticassero la scrittura,
senza che nulla si dicesse in merito al controllo di
conformità della stessa all'intento delle parti ed alle
norme di legge, mentre tutti i controlli preparatori erano
affidati alle parti (???) e nulla si diceva degli
adempimenti fiscali e pubblicitari (registrazione,
trascrizione, voltura catastale). Le pare ipotizzabile
una concorrenza sul piano tariffario tra chi per legge è
obbligato a svolgere tutte queste attività (e la rimando
ancora al mio messaggio di ieri) e sottopone ogni due anni
TUTTI i suoi atti del biennio precedente ad una rigorosa
ispezione del Conservatore dell'Archivio Notarile
(organo del Ministero della Giustizia) e chi si limita a
certificare che una determinata firma è stata apposta in
sua presenza? Quindi se l'emendamento Lulli-Bersani
è stato ritirato dal relatore non è per la pressione della
inesistente lobby dei notai (ma mi spiega che potere
potrebbe avere una categoria che ha in Parlamento 4
rappresentanti, e tutti dell'opposizione, a fronte di
centinaia di avvocati?), ma solo per la sua totale
incoerenza con il sistema (uno studente del primo anno di
Giurisprudenza che avesse superato con 24 l'esame di
Istituzioni di Diritto Privato lo avrebbe scritto meglio).
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Lorenzo 2 luglio 2007 0:00
Questo gourry non solo è un cretinetti, scrive anche in
dialetto... complimenti alla mamma! L'ha mandato alle
migliori scuole!
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stancodellecaste 2 luglio 2007 0:00
De Falco, le cifre a me citate non sono sballate, sono cifre
dimostrabilissime. Mi dica in dettaglio quale cifra a lei
risulta "sballata" e confrontiamoci, vedrà che
non c'è niente di "sballato" in ciò che ho
scritto. Quanto al fatto che "in realtà la
tariffa notarile, proprio perchè remunerazione di una
pubblica funzione, è sottratta alla libera contrattazione
NELL'INTERESSE DEL CITTADINO", beh, devo chiederle
di evitare di prenderci in giro...che il notaio applichi in
modo unilaterale le tariffe nell'interesse del cittadino
è tutto da dimostrare. Al Cittadino (che io insisto a
definire anche consumatore) pare proprio che tale cifra sia
stabilita nel solo ed esclusivo interesse del notaio.
Che poi "una prestazione professionale qualificata come
quella notarile varrebbe molto, ma molto, di più di quanto
viene riconosciuto al notaio dalla tariffa vigente",
pare che i suoi colleghi d'Oltralpe la pensino in modo
diverso, visto che a parità di prestazione applicano
tariffe inferiori. E comunque vediamo a che livello si
collocheranno tali tariffe dopo che sarà introdotta la
concorrenza con gli Avvocati (come da emendamento Lulli), e
poi discuteremo. Se i notai pensano che in un regime di
libero mercato le loro tariffe siano destinate ad aumentare
non dovrebbero opporsi alla ipotesi di parziale
liberalizzazione prevista dall'emendamento Lulli. E
invece pare che si siano opposti con tutte le loro forze,
come risulterebbe anche dalla lettera inviata ai notai
qualche settimana fa dal Presidente dell'Ordine Paolo
Piccoli. Nipote, per inciso, dell'ex leader DC Flaminio
Piccoli. Saluti
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stancodellecaste 2 luglio 2007 0:00
Manlio, posso capire il tuo scoramento ma la tua non è una
risposta alle mie critiche…non si vuole che chi roga
GUADAGNI meno ma che COSTI meno…soprattutto tenendo conto
che oggi la determinazione di tale costo deriva da una
situazione unica nel suo genere, quella che prevede che il
notaio sia al tempo stesso un pubblico ufficiale a cui il
Cittadino è obbligato ad andare quando compra casa ed un
libero professionista assolutamente autonomo nel determinare
in regime di monopolio le tariffe da applicare al
Cittadino… IL problema c’è, ed è innegabile, sia
confrontando tale costo con quello di analoghe prestazioni
fornite in altri paesi europei sia confrontando tale costo
con quello sostenuto dalla collettività per servizi di
importanza equivalente o superiore. Non ripeto per brevità
gli esempi già fatti (notai vs. Banca d’Italia,
Magistrati di Cassazione, Corpo Diplomatico, e via
dicendo) Se la PA in Italia non funziona (concordo,
anche se comunque ci sono degli esempi che ci dimostrano che
anche la PA può essere efficiente), beh, la si deve far
funzionare, con le buone o con le cattive….Posso dirti che
non possiamo comunque permetterci una PA inefficiente ed
inerte, pena la certa decadenza e perdita di competitività
del nostro Paese… E comunque, se non si vuole che la
funzione notarile venga svolta da dipendenti pubblici,
l’alternativa c’è, ed è quella prevista
dall’emendamento Lulli che è stato “affondato” per
ragioni che devono essere ancora spiegate. Basta mettere in
competizione i notai con gli avvocati per ben precisi
adempimenti, quali quelli previsti per la compravendita di
immobili con valore catastale sotto i 100.000 Euro, e vedrai
che a parità di qualità della prestazione fornita i costi
scenderanno..è una banale legge di mercato…ci
guadagneranno i Cittadini, che pagheranno meno a parità di
prestazione fornita. Ma su questo, ancora, una risposta
concreta devo ancora riceverla…nessuno mi ha ancora
spiegato perché questo non è possibile, nonostante il
fatto che il Presidente dell’Ordine degli Avvocati abbia
già dichiarato che l’Associazione da lui rappresentata è
pronta a prendersi carico di questo onere. Saluti
P.S.: i miei migliori auguri per il tuo concorso da
Segretario Comunale
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Roberto de Falco 1 luglio 2007 0:00
Caro avvocato Privato Sottufficiale (ma non sarebbe meglio
usare nomi e cognomi?), provo a rispondere alle sue
domande. Punto 3. La prima domanda è ovviamente
retorica, perchè è chiaro che nulla vieta ad avvocati,
geometri o altri di munirsi di adeguata copertura
assicurativa per la stipula di compravendite immobiliari
(sempre che riescano a trovare una compagnia assicuratrice
disposta a coprire il rischio: se io decidessi di fare
operazioni a cuore aperto o di progettare palazzi
difficilmente troverei una compagnia disposta a coprire le
mie responsabilità). Il punto, però, non è questo,
ma che: a) il notariato la sua polizza assicurativa
collettiva, con massimale più che adeguato, LA HA GIA',
ed ha altresì un Fondo di Garanzia, costituito a carico dei
notai, che copre i danni non coperti da assicurazione (fatti
dolosi e quant'altro); b) inoltre, e soprattutto,
l'assicurazione fornisce un succedaneo dell'utilità
che avrebbe dovuto garantire la prestazione professionale
mancata o carente, ma non la stessa utilità, e quindi deve
intervenire come extrema ratio, per cui, per quanto
efficiente ed adeguata, non deve pensarsi che possa
sostituire l'affidabilità intrinseca del
professionista. Pertanto SI', vedo altre
difficoltà, anche perchè, al di là delle coperture
assicurative, una bassa percentuale di errori non incide
sull'affidabilità complessiva del sistema, una
percentuale significativamente più alta farebbe venir meno
l'attendibilità dei registri immobiliari (che sono
alimentati dagli atti notarili) ed inciderebbe in modo
signoficativo sulla certezza di tutte le contrattazioni
immobiliari (un immobile non viene venduto una sola volta,
ma passa di mano in mano e quindi gli errori si ripercuotono
a catena), renderebbe più difficile l'accertamento dei
diritti e comporterebbe, in definitiva, nel medio periodo,
un aumento dei costi individuali delle transazioni (per la
progressiva maggiore difficoltà delle indagini necessarie)
e sociali (aumento del contenzioso, ecc.). Punto 4.
In quanto ho fin qui scritto c'è già una risposta al
suo quesito, in quanto ho chiarito che affidare ad altri le
compravendite immobiliari fino a 100.000 euro (perchè poi
questo limite? Se l'emendamento fosse passato il limite
di valore, per di più ancorato al valore catastale e non a
quello venale, non avrebbe avuto alcuna giustificazione
logica) lederebbe la certezza dei rapporti giuridici
coinvolti. Sulla sua ultima considerazione, poi, mi
pare evidente che le autentiche a dichiarazioni negoziali
"siano attività differenti, diversamente rilevanti
sotto il profilo giuridico", rispetto ad autentiche di
carattere meramente amministrativo. Da sempre i
dirigenti delle amministrazioni pubbliche (non solo il
Preside, ma anche il Comandante di corpo militare o altri)
autenticano le firme dei loro dipendenti, ma certo non per
qualsiasi atto, ma solo per le istanze rivolte
all'amministrazione nell'ambito del rapporto di
impiego, e nessuno ha mai pensato di estendere tale potere
di autentica all'esterno del campo che gli è proprio: o
vogliamo far autenticare le compravendite immobiliari dal
Maresciallo dei Carabinieri, Comandante di Stazione?
L'autentica negoziale è sostanzialmente diversa
dall'autentica amministrtiva (che anche il notaio
faceva, quando autenticava istanze ai sensi della legge
15/1968, oggi in genere non più bisognevoli di autentica),
perchè il notaio (non perchè sia particolarmente bravo,
zelante o impiccione, ma) per dovere impostogli dalla legge
professionale (art. 28 legge notarile, come modificato solo
alcuni mesi fa, con equiparazione in proposito della
scrittura privata autenticata all'atto pubblico sotto il
profilo degli obblighi del notaio, equiparazione peraltro
già sostenuta da decenni dalla dottrina notarile), non si
limita ad una mera certificazione dell'apposizione della
firma in sua presenza (o addirittura della sola autenticità
della stessa, e neanche dell'apposizione in presenza
dell'autenticante, come per l'autentica al mandato
da parte dell'avvocato), ma deve, tra l'altro:
- accertarsi, attraverso l'indagine della volontà
delle parti, che il contenuto della scrittura corrisponda
alla volontà negoziale delle parti e sia idoneo a
perseguire l'interesse dalle stesse perseguito; -
verificare che lo stesso sia conforme a legge, nel complesso
e nelle singole pattuizioni; - accertarsi della
capacità di agire dei sottoscrittori; - verificare,
trattandosi di beni immobili, la legittimazione del dante
causa (sotto il profilo dei titoli di provenienza, del
regime patrimoniale della famiglia, ecc.), l'esattezza
dei dati catastali degli immobili e l'assenza di
formalità ipotecarie pregiudizievoli; - verificare,
sia pure sotto un profilo meramente formale, la regolarità
urbanistica del cespite; - effettuare
l'identificazione antiriciclaggio dei
sottoscrittori; - prestare alle parti consulenza sui
profili fiscali dell'atto, in particolare per quanto
concerrne la possibilità di usufruire di eventuali
agevolazioni; - liquidare le imposte indirette (e dal
2006, in alcuni casi, anche dirette) applicabili
all'atto, rispondendone in proprio sia verso le parti
che verso l'amministrazione finanziaria (verso
quest'ultima senza nessun aggio, con l'obbligo del
non riscosso per riscosso); - procedere telematicamente
alle formalità di registrazione (nella maggior parte dei
casi con corresponsione dell'inposta il giorno stesso o
quello successivo all'atto, e pertanto prima di aver
avuto la disponibilità delle somme all'uopo ricevute,
in assegni, come prescritto dalla legge, dalle parti),
trascrizione e voltura catastale; - conservare nella
propria raccolta (in modo da poterne rilasciare copia a
chiunque la richieda) l'originale dell'atto, fin
quando continua ad esercitare le funzioni nello stesso
distretto; - ecc., ecc., ecc.. Questa volta
permetta a me la domanda retorica: è la stessa attività
che svolge il Preside quando autentica la firma del bidello?
Cordiali saluti a tutti
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Gourry 1 luglio 2007 0:00
1) Le frasi le devi citare interamente altrimenti fai solo
disinformazione. 2) Chiunque avesse anche MINIMAMENTE
affrontato la problematica della responsabilità notarile,
saprebbe che di fatto essa viene dalle Corti ravvisata con
gli stessi criteri di una obbligazione di risultato. 3)
STUDIA STUDIA STUDIA CHE' SEI IMPREPARATO!!!
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Per Gourry 1 luglio 2007 0:00
Confesso candidamente di ignorare che cosa sia la
"funzione di adeguamento". Ti prego di
spiegarmela.
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Privato sottufficiale 1 luglio 2007 0:00
Per il notaio Matteo Fasano. Egregio notaio, le
ho indicato alcune massime della Cassazione in tema di
qualificazione della prestazione dei notai. Pensavo che
per laureato in Giurisprudenza non ci fossero difficoltà di
comprensione o che, in caso di dubbio, lei avesse avuto il
buon senso di andare a leggere la sentenza per esteso.
A questo punto mi viene da pensare che lei non sappia
leggere o che, molto più probabilmente, si rifiuti di
leggere. Le trascrivo un'altra parte della stessa
sentenza (Cass. civ., sez. III, 29 gennaio 2003, n. 1288),
sperando che, dopo la lettura, le diventi finalmente chiara
la natura giuridica dell'obbligazione che grava sui
notai. "Nell'adempimento delle
obbligazioni inerenti all'esercizio dell'attività
di notaio, il professionista è tenuto ad una prestazione
che, pur rivestendo i caratteri dell'obbligazione di
mezzi e non di risultato ...". A costo di
apparire noioso le metto in maiuscolo la parte che
interessa: OBBLIGAZIONE DI MEZZI E NON DI RISULTATO. Se
le risulta difficile capire, forse ha bisogno di cambiare le
lenti dei suoi occhiali. Se, dopo questo ennesimo
input, però, le rimangono ancora dubbi in proposito, le
consiglio sommessamente, ma convintamente, di lasciare il
suo lavoro, perché non fa onore alla tanto sbandierata
severità del concorso. Il suo messaggio,
peraltro, contiene una affermazione che almeno in parte
chiarisce il suo assurdo punto di vista. Lei
dice: "E' ovvio che un notaio possa sbagliare, solo
qualcuno in cattiva fede potrebbe desumere
un'affermazione in contrario da quanto sopra scritto, ma
il consumatore che ha subito il danno viene in ogni caso
rimborsato dai Lloyd's di Londra, al valore aggiornato
del danno(!!!), essendogli comunque assicurata la garanzia
del risultato, essendo, quella del notaio
un'obbligazione di risultato, e non di mezzi.
L'ho scritto in modo elementare, così non può far
finta di non aver capito". Mi dica, per
favore, che sta scherzando e che oggi è il primo di aprile.
Dire che al cliente che è rimasto fregato viene,
mediante il risarcimento, "assicurata la garanzia del
risultato" è un assurdo giuridico. Le faccio
osservare, ma sto perdendo la speranza che mi capisca, che
lei ha precisato soltanto che cosa avviene in caso di
inadempimento del notaio. Precisiamo, inoltre, che il
cliente lo risarcisce lei, non i Lloyd's di Londra.
Se sostiene il contrario, vuol dire che non ha capito
niente nemmeno per quanto riguarda il contratto di
assicurazione. Occorre, in ogni caso, dire che, quando
ciò avviene, siamo di fronte ad un inadempimento colpevole.
Se ha dei dubbi anche sul concetto di inadempimento,
le consiglio caldamente la lettura di M. Giorgianni
(L'inadempimento, Giuffrè) o di rivolgersi ad Alex, che
pare abbia letto qualcosa di questo autore.
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