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Alberto V. avvocato in Venezia
4 luglio 2007 0:00
Esecito la professione di avvocato e mi dispiaccio quando vedo singole sentenze di merito citate a casaccio per cercare di dimostrare damblè un'unanime e consolidata giurisprudenza.

Ho letto la massima invocata dal signor Sottufficiale e, poichè mi suonava strana, mi sono permesso una breve ricerca.
Non mi risulta sia una posizione condivisa e pare abbia quindi ragione il Notaio Di Falco: vi sono infatti opinioni difformi sul tema.

Per confortare quanto dico di adeguato riscontro, riporto di seguito una massima della Suprema Corte successiva e di segno opposto.

Cass. civ., sez. II 03-04-1998, n. 3426 - Pres. Patierno A - Rel. Mazziotti Di Celso L - P.M. Sepe EA (Parz. Diff.) - Gola c. Massoni

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Confido di aver dato un utile apporto.
Giancarlo Rossi
4 luglio 2007 0:00
Ma se i notai hanno così tanto da barcamenarsi fra nuove direttive legislative e nuove procedure, che ci stanno a fare nel forum a difendere continuamente le loro azioni?.
Mi chiedo, visto che questo forum è diventato ormai logorroico, che necessità c'è di tornare su argomenti ormai triti e ritriti!.

Gli avvocato sbaglieranno anche nelle trascrizioni, pignoreranno anche immobili che non sono più dei soggetti interessati, ma questo dipende spesso anche nella non attualità catastale. E' risaputo che il catasto non proba la proprietà ma anche i pubblici registri immobiliari ormai fanno un pò acqua da tutte le parti.
Ho si fanno dei controlli incrociati fra persona fisica, immobile attuale, immobile precedente e omonimi annessi e connessi, oppure ciò che sembra libero da vincoli in realtà è bello e vincolato.

Perchè non viene fuori una statistica di note di trascrizione, iscrizione, annotamenti e quant'altro, presentati dai notai e poi rettificati nel corso del tempo.
E dire che oramai fanno quasi tutto i programmi ad hoc, però l'errore viene fuori lo stesso.

Teniamo conto anche di questo....gli avvocati non sono ancora attrezzati (almeno per quello che ne so) di software all'avanguardia o almeno altrettanto sofisticati come quelli della OA SISTEMI o quelli della SOGEI capaci di estrapolare i dati esatti ai fini di una trascrizione o iscrizione.

Dunque l'errore è più probabile ed in parte incide anche la leggerezza dei Tribunali di oggi.
Ormai le sentenze hanno bisogno di essere integrate e rettificate almeno due o tre volte dal momento che nelle decisioni spesso si sbagliano i nomi dei soggetti, le identificazioni delle parti ect. ect.

Non è che i Notai sono tutto questo gran sapere.

E quand'anche la loro macchina risultasse più oleata, non dimentichiamoci che dietro hanno dei validi, anzi validissimi, collaboratori che riescono a rendergli la vita più facile e serena.

Loro....nel frattempo....si dielttano nei forum.
Nicola
4 luglio 2007 0:00
Sono avvocato da 5 anni ma un anno fa ho iniziato la pratica notarile. Devo dire che tutti i pregiudizi che avevo sui notai, ben riassunti dai messaggi di privato sottufficiale, erano falsi ed errati. Se l'emendamento Lulli fosse passato sarebbe stato un grave danno per tutti: avvocati, notai e clienti. Pertanto il mio appoggio va pienamente a tutti coloro che stanno cercando di combattere i diffusi pregiudizi sulla categoria notarile.
Privato sottufficiale
4 luglio 2007 0:00
Per il notaio Roberto De Falco.

Non ho nessuna intenzione di palesarmi per le seguenti ragioni:
1) perché quella che "combattiamo" non è una guerra privata tra me e lei;
2) perché in questa sede bisogna confrontare la validità delle diverse opinioni senza tener conto della persona che le sostiene;
3) perché, come ho detto in un precedente intervento, nei forum l'anonimato è la regola;
4) perché, come logica conseguenza del punto 3), se si possono celare dietro l'anonimato Alex e Gourry, la stessa facoltà deve essere riconosciuta agli altri.
Ritengo, anzi, che far riferimento alla propria persona può influenzare negativamene la discussione spostandola su fatti personali spesso fuorvianti.
Riconosco di avere sbagliato anch'io, a questo proposito, dicendo che sono avvocato, che sono stato preside, etc.
Queste indicazioni, infatti, nulla tolgono e nulla aggiungono alla bontà (o alla debolezza) della tesi che sostengo.
Però, se proprio ci tiene a sapere chi sono, non disperi.
Alex ha promesso di sporgere querela nei miei confronti; se ha la pazienza di aspettare che il predetto, o qualche P.M., concluda le sue indagini ......

a) NATURA GIURIDICA DELL'AUTENTICA. Le trascrivo la sentenza T.A.R. Puglia Lecce, sez. II, 7 aprile 1997, n. 242: "Le autenticazioni della sottoscrizione di una dichiarazione ad opera del notaio o del Segretario comunale costituiscono entrambe atti pubblici, fidefacienti fino a querela di falso ai sensi dell'art. 2700 c.c., in quanto formate con le stesse modalità e producenti gli stessi effetti di cui agli art. 20 e 26 l. 4 gennaio 1968 n. 15".
Mi pare che ci sia poco da discutere.
b) LE ISPEZIONI IPOTECARIE.
Se le ispezioni le fanno i cosiddetti "visuristi", dei quali si servono ordinariamente i notai, pensa che avvocati e segretari comunali non possano avvalersi della loro opera allo stesso modo?
Secondo lei c'è una "percentuale rilevante pignoramenti effettuati su particelle soppresse da alcuni anni, o indicate senza individuazione di dati essenziali, o su immobili che il debitore ha venduto da anni"?
Vuol dire che gli avvocati devono passare negli studi notarili prima di procedere ad un pignoramento immobiliare?
Se l'avvocato sbaglia ne renderà conto al cliente; la misura percentuale degli errori (più alta per gli avvocati, molto più bassa per i notai) non ha alcun significato.
Se l'errore è possibile (ed è certamente possibile) l'unica conseguenza che se ne può trarre e che nessuno è in grado di garantire con assoluta certezza l'assenza di errori.
Si tratta della applicazione più ovvia dei principi della logica aristotelica.
Mi dispiace deluderla, ma non è stato convincente.






impiegatopraticante
4 luglio 2007 0:00
Sto seguendo da giorni il dibattito,diventato un pò noioso,però non ne posso più di leggere le sciocchezze che scrive privato sottufficiale.
Secondo lui il lavoro di un notaio consiste nel fare le visure e poi fare un'autentica di firma sul contratto.
Non ha capito niente, sarebbe come dire che per fare un decreto ingiuntivo o una causa in tribunale ci possiamo rivolgere alle segretarie degli avvocati,tanto sono loro a scrivere gli atti,perché pagare il professionista?
Dimostra di non comprendere il valore aggiunto della professionalità,e per questo dubito che sia veramente un avvocato,credo che sia un pluriconcorrente fallito del concorso notarile.
Io sono un impiegato dell'Agenzia del territorio e tutti i giorni passano per le mie mani gli atti di notai ed avvocati per la trascrizione, ebbene sarebbe opportuno che gli avvocati imparassero innanzitutto a fare gli avvocati, infatti sistematicamente sono sbagliate le note di trascrizione,non solo, ma sistematicamente vengono pignorati beni che il debitore aveva venduto,anche da anni, ed infatti è costante la processione di cittadini che vengono in ufficio a chiedere conto della formalità che interessa la loro abitazione iscritta da un avvocato che non ha la minima idea di come funzionano i registri immobiliari. Non voglio parlare degli atti trascritti dai comuni,dovrei ripetere quanto detto per gli avvocati.
Tutti questi soggetti non hanno idea di cosa sia un CDU, un CEE, un PDR, adempimenti,si badi bene, che condizionano la validità di un atto, non sanno cosa sia un atto assoggettato ad iva,a registro, ad iva per opzione,non conoscono le centinaia di differenziazioni di tassazioni,le agevolazioni,le cause di decadenza dalle stesse, le differenze,fiscali,procedurali e tecniche,tra l'acquisto di un bene da un imprenditore e da un privato,ecc.ecc.ecc..
Per non parlare della funzione pubblica che hanno i notai, di cui si è già parlato tanto, per cui chi non capisce o non ci arriva o non vuole capire.
Praticante notaio,lavoratore.
Giacomo
4 luglio 2007 0:00



Piena solidarietà ed appoggio al Notaio De Falco.
Roberto de Falco
3 luglio 2007 0:00
Per Susy:

Mi fa piacere il suo apprezzamento e la ringrazio: vuol dire che non ho sprecato il mio tempo.
Saluti
Roberto de Falco
3 luglio 2007 0:00
In risposta al messaggio odierno di Privato Sottufficiale (cui ancora una volta rivolgo l'invito a palesarsi con nome e cognome, anche perchè mi sento ridicolo a rivolgermi ad un altro professionista con questo appellativo).

SULLA TARIFFA: parlando di tariffa approvata con D.M. non volevo certo sostenere che non ne potrebbe essere introdotta la derogabilità (salva ogni valutazione del merito di tale derogabilità: per intenderci, non ho apprezzato l'abolizione dell'obbligatorietà dei minimi tariffari per nessuna categoria professionale; vieppiù non l'ho apprezzata per gli avvocati, la cui attività ha rilievo costituzionale; vieppiù non l'apprezzerei per i notai, che esplicano una pubblica funzione), ma solo rispondere a chi aveva parlato di applicazione "unilaterale" della tariffa da parte dei notai, e smentire pertanto (come credo di aver fatto con efficacia) che i notai determinino da soli la tariffa applicabile alle loro prestazioni professionali.

SULLA NATURA GIURIDICA DELL'AUTENTICA E LA DIFFERENTE RILEVANZA PENALE DEL FALSO: non ho inteso "rifugiarmi" nel discorso delle attività propedeutiche (e, aggiungerei, successive), ma solo evidenziare che quella della mera identificazione del sottoscrittore è una frazione, importante ma non preponderante, del procedimento che porta alla giuridica rilevanza di un atto di compravendita: non possiamo ridurre il tutto al potere di autentica (e su questo credo sufficiente rinviare a quanto già scritto, senza inutili ripetizioni).
E comunque - se proprio le sembra decisivo questo profilo - le posso dire che una autentica fatta da un notaio ha valore di atto pubblico, per cui il notaio che attesti falsamente che una sottoscrizione è stata apposta in sua presenza risponde con le gravi sanzioni previste dall'art. 479 c.p. (falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici: v. Cass. 20 giugno / 8 ottobre 1979, n. 8203), mentre l'autentica al mandato da parte dell'avvocato (che non è un pubblico ufficiale) è una mera certificazione da parte di esercente una professione forense, punita con le ben più blande sanzioni dell'art. 481 c.p. (v. da ultimo Cass. 28 aprile / 14 giugno 2005, n. 22496). Sull'autentica da parte di funzionari amministrativi mi pare che ci siano opinioni difformi, ma che sia prevalente quella che si tratti di certificazione amministrativa, punita, in caso di falsità, ai sensi dell'art. 480 c.p..

LE ISPEZIONI IPOTECARIE: le sanno fare solo i notai? Certamente no, in genere le sanno fare anche i cd. visuristi (persone che se ne occupano per mestiere), ma non tutti (non c'è alcun controllo di qualità su chi decide di fare il visurista e su come lo fa), ed anche qualche avvocato (ma non la maggior parte, altrimenti non si spiegherebbe come mai - in fase di redazione della certificazione sostitutiva per le procedure esecutive - riscontriamo in percentuale rilevante pignoramenti effettuati su particelle soppresse da alcuni anni, o indicate senza individuazione di dati essenziali, o su immobili che il debitore ha venduto da anni).
Lei chiede: "Se io e lei chiediamo alla Conservatoria dei RR.II. una visura (iscrizioni e trascrizioni a favore e contro), l'ufficio ci consegna documenti che hanno un diverso grado di attendibilità?"
La domanda (provenendo da un avvocato) è ovviamente suggestiva, perchè non può che avere risposta negativa (avevo già notato il suo gusto per le domande retoriche), ma, permetta, è mal posta, in quanto è vero che ad uguaglianza di richiesta alla Conservatoria si avrà uguaglianza di risposta, ma:
a) bisogna prima vedere SE io e lei faccaiamo la stessa richiesta;
b) bisogna poi leggere la risposta ed intepretarla, per effettuare eventualmente ulteriore richieste.
E tenga altresì conto che se - per il periodo informatizzato - la Conservatoria consegna, all'esito della richiesta di visura su un nominativo, un elenco sintetico di formalità (ovviamente da sviluppare analiticamente), per il periodo anteriore alla informatizzazione la consegna ha ad oggetto un librone contenete un elenco di soggetti con le relative formalità, e non un "documento".

Mi faccia sapere se sono stato convincente (perchè ci spero sempre).
Saluti
Maurizio
3 luglio 2007 0:00
Notaio De Falco la ringrazio per le spiegazioni. Ho ricevuto conferma che ci stanno fregando tutti come hanno fatto per le auto. Anche io preferisco pagare qualcosina di più, anche se da quello che ho letto comunque voi notai costate meno, ma essere sicuro che la casa sia mia e che nessuno mi scocci.
Grazie ancora.
Susy
3 luglio 2007 0:00
Per il Notaio De Falco.

Grazie per la lucida spiegazione. Finalmente ho capito qualcosa della vicenda.

Come cittadina digiuna di preprazione professionale preferisco pagare quelcuno che mi da garanzie di aver verificato la mia poszione piuttosto che cercare il prezzo più basso avanti tutto.

Giacomo
3 luglio 2007 0:00


ANCHE IN QUESTA DISCUSSIONE SI VERIFICA CIO' CHE GIA' ACCADE NELLE ALTRE.


- I soggetti intervenuti sono SEMPRE gli stessi

- Quanto contestato ai Notai SEMPRE lo stesso

- Le risposte + o - SEMPRE le medesime


A QUESTO PUNTO il dubbio sortomi in merito alla totale assenza di volontà di mettere in discussione le proprie idee a fronte di una più ampia ed obbiettiva conoscenza del Notariato italiano, lascia definitivamente il posto alla certezza.


Persone quali SOTTUFFICIALE e STANCO DELLE CASTE, non recedono di un millimetro, e mai lo faranno, rispetto alla propria posizione ANTInotariato,

poichè:

- il primo vede nell'eventuale liberalizzazione effeti fortemente positivi x la prorpia professione (autentica scritture private, ma soprattutto aumento esponenziale del contenzioso)

- il secondo, per assoluta mancanza di conoscenza ed affidamento su dicerie popolari, pensa sia possibile applicare logiche di mercato al settore Notarile....MI SEMBRA SI VOGLIA DETTAR LEGGE IN CASA ALTRUI.


Seppur ricevano ampie ed esaustive risposte, che solo su persona in malafede non sortirebbero effetto positivo alcuno, sono irremovibili.


A questo punto mi pare ovvio che la discussione si sia "impallata" su 2 posizione del tutto eterogenee....
peccato che la oggettivamente giusta sia 1, ma per alcuni, come detto, neppure non vale neppure la regola di San Tommaso.


Privato sottufficiale
3 luglio 2007 0:00
Per il notaio Roberto De Falco.

Anche la tariffa degli avvocati è fissata da un D.M., ma questo non ha impedito al Governo di introdurre la previsione della derogabilità del minimo.
Per i notai, invece, tutto deve rimanere fermo ed immutabile.

Le avevo chiesto di indicarmi la differenza GIURIDICA tra una autentica di firma fatta da un notaio e quella fatta da un avvocato, un segretario comunale o un preside.
Lei si è rifugiato nel discorso delle attività propedeutiche.
Insisto nel chiedere ancora.
Le conseguenze penali per un falso concernente l'autentica di firma sono diverse?
Le attività di ispezione nei registri immobiliari le sanno fare solo i notai?
Se io e lei chiediamo alla Conservatoria dei RR.II. una visura (iscrizioni e trascrizioni a favore e contro), l'ufficio ci consegna documenti che hanno un diverso grado di attendibilità?

Roberto de Falco
3 luglio 2007 0:00
Caro stancodellecaste, non è mia abitudine prendere in giro chicchessia, e tantomeno persone che nemmeno conosco personalmente; e del resto in questa discussione ho speso il mio nome, cognome e professione, cosa che gradirei facessero anche i miei interlocutori, oltre che non tirarmi in ballo in discussioni diverse da quella cui sto partecipando, così impedendomi di replicare (mi riferisco al suo odierno intervento nella discussione "La lobby dei Notai", che ho letto per caso poco fa).
Venendo al punto dei COSTI del Notaio, sono costretto a precisare innanzitutto di non aver fatto riferimento a suoi scritti quando parlavo di cifre sballate, ma (riveda il mio messaggio del 30 giugno) al messaggio introduttivo, scritto da tal Gigi (a meno che non siate la stessa persona: è anche per questo che mi sembrava opportuno che, parlando tra persone maggiorenni e vaccinate, e non di argomenti proibiti, ci si presentasse con nome e cognome), nel quale si parla di 4-5000 di parcella per un atto fotocopia da euro 100.000.
A prescindere dal fatto che non esistono atti fotocopia, ma pressocchè ogni atto richiede una sua istruttoria ed un suo studio particolare (e per verificarlo potrebbe chiedere ad un notaio amico di frequentare per una settimana il suo studio), confermo che quelle cifre sono assolutamente sballate (ma non nego che mi farebbe piacere se fossero esatte) e rinnovo l'invito del mio precedente messaggio, rimasto inascoltato, di chiarirmi se conosce il costo (parlo ovviamente di onorario, non di imposte e spese) di una compravendita immobiliare del valore di € 200.000 (o di € 100.000, come da messaggio introduttivo), e, in ogni caso, quale sarebbe il costo che riterrebbe giusto.
Quanto alla determinazione della tariffa, non ho scritto che il Notaio applica la tariffa nell'interesse del cittadino, ma che la Tariffa è fissata, non dal notaio, ma da un decreto del Ministro della Giustizia (e l'ultimo, tuttora vigente, è il D.M. 27 novembre 2001, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 292 del 17 dicembre 2001, in vigore dal primo gennaio 2002), nell'interesse del cittadino; il che è profondamente diverso e dimostra l'erroneità del concetto per cui il notaio "applica in modo unilaterale le tariffe", che sono invece determinate dalla legge.
Quanto alla eventuale concorrenza con gli avvocati, credo sia bene chiarirsi. A prescindere dal fatto che se gli avvocati sono autorizzati a fare il mio lavoro io voglio essere autorizzato a fare il loro, la concorrenza può porsi tra soggetti che svolgono attività analoghe, ovvero che assicurano ai propri clienti (committenti, utenti, consumatori, legga il termine come preferisce) identiche utilità.
Ho spiegato nel mio messaggio di ieri in risposta ai chiarimenti dell'avvocato Privato Sottufficiale che il Notaio non si limita ad autenticare gli atti di compravendita ma, anche quando non riceve un atto pubblico, ma appunto autentica una scrittura privata, svolge una lunga serie di attività preparatorie ed esecutive che qui non ripeto (ma per le quali rinvio al messaggio di cui sopra).
Nulla di tutto questo era invece previsto nel famoso emendamento Lulli-Bersani che ha dato il via a questa discussione: era previsto solo che gli avvocati autenticassero la scrittura, senza che nulla si dicesse in merito al controllo di conformità della stessa all'intento delle parti ed alle norme di legge, mentre tutti i controlli preparatori erano affidati alle parti (???) e nulla si diceva degli adempimenti fiscali e pubblicitari (registrazione, trascrizione, voltura catastale).
Le pare ipotizzabile una concorrenza sul piano tariffario tra chi per legge è obbligato a svolgere tutte queste attività (e la rimando ancora al mio messaggio di ieri) e sottopone ogni due anni TUTTI i suoi atti del biennio precedente ad una rigorosa ispezione del Conservatore dell'Archivio Notarile (organo del Ministero della Giustizia) e chi si limita a certificare che una determinata firma è stata apposta in sua presenza?
Quindi se l'emendamento Lulli-Bersani è stato ritirato dal relatore non è per la pressione della inesistente lobby dei notai (ma mi spiega che potere potrebbe avere una categoria che ha in Parlamento 4 rappresentanti, e tutti dell'opposizione, a fronte di centinaia di avvocati?), ma solo per la sua totale incoerenza con il sistema (uno studente del primo anno di Giurisprudenza che avesse superato con 24 l'esame di Istituzioni di Diritto Privato lo avrebbe scritto meglio).
Lorenzo
2 luglio 2007 0:00
Questo gourry non solo è un cretinetti, scrive anche in dialetto... complimenti alla mamma! L'ha mandato alle migliori scuole!
stancodellecaste
2 luglio 2007 0:00
De Falco, le cifre a me citate non sono sballate, sono cifre dimostrabilissime. Mi dica in dettaglio quale cifra a lei risulta "sballata" e confrontiamoci, vedrà che non c'è niente di "sballato" in ciò che ho scritto.
Quanto al fatto che "in realtà la tariffa notarile, proprio perchè remunerazione di una pubblica funzione, è sottratta alla libera contrattazione NELL'INTERESSE DEL CITTADINO", beh, devo chiederle di evitare di prenderci in giro...che il notaio applichi in modo unilaterale le tariffe nell'interesse del cittadino è tutto da dimostrare. Al Cittadino (che io insisto a definire anche consumatore) pare proprio che tale cifra sia stabilita nel solo ed esclusivo interesse del notaio.
Che poi "una prestazione professionale qualificata come quella notarile varrebbe molto, ma molto, di più di quanto viene riconosciuto al notaio dalla tariffa vigente", pare che i suoi colleghi d'Oltralpe la pensino in modo diverso, visto che a parità di prestazione applicano tariffe inferiori. E comunque vediamo a che livello si collocheranno tali tariffe dopo che sarà introdotta la concorrenza con gli Avvocati (come da emendamento Lulli), e poi discuteremo. Se i notai pensano che in un regime di libero mercato le loro tariffe siano destinate ad aumentare non dovrebbero opporsi alla ipotesi di parziale liberalizzazione prevista dall'emendamento Lulli. E invece pare che si siano opposti con tutte le loro forze, come risulterebbe anche dalla lettera inviata ai notai qualche settimana fa dal Presidente dell'Ordine Paolo Piccoli. Nipote, per inciso, dell'ex leader DC Flaminio Piccoli.
Saluti
stancodellecaste
2 luglio 2007 0:00
Manlio, posso capire il tuo scoramento ma la tua non è una risposta alle mie critiche…non si vuole che chi roga GUADAGNI meno ma che COSTI meno…soprattutto tenendo conto che oggi la determinazione di tale costo deriva da una situazione unica nel suo genere, quella che prevede che il notaio sia al tempo stesso un pubblico ufficiale a cui il Cittadino è obbligato ad andare quando compra casa ed un libero professionista assolutamente autonomo nel determinare in regime di monopolio le tariffe da applicare al Cittadino…
IL problema c’è, ed è innegabile, sia confrontando tale costo con quello di analoghe prestazioni fornite in altri paesi europei sia confrontando tale costo con quello sostenuto dalla collettività per servizi di importanza equivalente o superiore. Non ripeto per brevità gli esempi già fatti (notai vs. Banca d’Italia, Magistrati di Cassazione, Corpo Diplomatico, e via dicendo)
Se la PA in Italia non funziona (concordo, anche se comunque ci sono degli esempi che ci dimostrano che anche la PA può essere efficiente), beh, la si deve far funzionare, con le buone o con le cattive….Posso dirti che non possiamo comunque permetterci una PA inefficiente ed inerte, pena la certa decadenza e perdita di competitività del nostro Paese…
E comunque, se non si vuole che la funzione notarile venga svolta da dipendenti pubblici, l’alternativa c’è, ed è quella prevista dall’emendamento Lulli che è stato “affondato” per ragioni che devono essere ancora spiegate. Basta mettere in competizione i notai con gli avvocati per ben precisi adempimenti, quali quelli previsti per la compravendita di immobili con valore catastale sotto i 100.000 Euro, e vedrai che a parità di qualità della prestazione fornita i costi scenderanno..è una banale legge di mercato…ci guadagneranno i Cittadini, che pagheranno meno a parità di prestazione fornita.
Ma su questo, ancora, una risposta concreta devo ancora riceverla…nessuno mi ha ancora spiegato perché questo non è possibile, nonostante il fatto che il Presidente dell’Ordine degli Avvocati abbia già dichiarato che l’Associazione da lui rappresentata è pronta a prendersi carico di questo onere.
Saluti
P.S.: i miei migliori auguri per il tuo concorso da Segretario Comunale
Roberto de Falco
1 luglio 2007 0:00
Caro avvocato Privato Sottufficiale (ma non sarebbe meglio usare nomi e cognomi?), provo a rispondere alle sue domande.
Punto 3. La prima domanda è ovviamente retorica, perchè è chiaro che nulla vieta ad avvocati, geometri o altri di munirsi di adeguata copertura assicurativa per la stipula di compravendite immobiliari (sempre che riescano a trovare una compagnia assicuratrice disposta a coprire il rischio: se io decidessi di fare operazioni a cuore aperto o di progettare palazzi difficilmente troverei una compagnia disposta a coprire le mie responsabilità).
Il punto, però, non è questo, ma che:
a) il notariato la sua polizza assicurativa collettiva, con massimale più che adeguato, LA HA GIA', ed ha altresì un Fondo di Garanzia, costituito a carico dei notai, che copre i danni non coperti da assicurazione (fatti dolosi e quant'altro);
b) inoltre, e soprattutto, l'assicurazione fornisce un succedaneo dell'utilità che avrebbe dovuto garantire la prestazione professionale mancata o carente, ma non la stessa utilità, e quindi deve intervenire come extrema ratio, per cui, per quanto efficiente ed adeguata, non deve pensarsi che possa sostituire l'affidabilità intrinseca del professionista.
Pertanto SI', vedo altre difficoltà, anche perchè, al di là delle coperture assicurative, una bassa percentuale di errori non incide sull'affidabilità complessiva del sistema, una percentuale significativamente più alta farebbe venir meno l'attendibilità dei registri immobiliari (che sono alimentati dagli atti notarili) ed inciderebbe in modo signoficativo sulla certezza di tutte le contrattazioni immobiliari (un immobile non viene venduto una sola volta, ma passa di mano in mano e quindi gli errori si ripercuotono a catena), renderebbe più difficile l'accertamento dei diritti e comporterebbe, in definitiva, nel medio periodo, un aumento dei costi individuali delle transazioni (per la progressiva maggiore difficoltà delle indagini necessarie) e sociali (aumento del contenzioso, ecc.).
Punto 4. In quanto ho fin qui scritto c'è già una risposta al suo quesito, in quanto ho chiarito che affidare ad altri le compravendite immobiliari fino a 100.000 euro (perchè poi questo limite? Se l'emendamento fosse passato il limite di valore, per di più ancorato al valore catastale e non a quello venale, non avrebbe avuto alcuna giustificazione logica) lederebbe la certezza dei rapporti giuridici coinvolti.
Sulla sua ultima considerazione, poi, mi pare evidente che le autentiche a dichiarazioni negoziali "siano attività differenti, diversamente rilevanti sotto il profilo giuridico", rispetto ad autentiche di carattere meramente amministrativo.
Da sempre i dirigenti delle amministrazioni pubbliche (non solo il Preside, ma anche il Comandante di corpo militare o altri) autenticano le firme dei loro dipendenti, ma certo non per qualsiasi atto, ma solo per le istanze rivolte all'amministrazione nell'ambito del rapporto di impiego, e nessuno ha mai pensato di estendere tale potere di autentica all'esterno del campo che gli è proprio: o vogliamo far autenticare le compravendite immobiliari dal Maresciallo dei Carabinieri, Comandante di Stazione?
L'autentica negoziale è sostanzialmente diversa dall'autentica amministrtiva (che anche il notaio faceva, quando autenticava istanze ai sensi della legge 15/1968, oggi in genere non più bisognevoli di autentica), perchè il notaio (non perchè sia particolarmente bravo, zelante o impiccione, ma) per dovere impostogli dalla legge professionale (art. 28 legge notarile, come modificato solo alcuni mesi fa, con equiparazione in proposito della scrittura privata autenticata all'atto pubblico sotto il profilo degli obblighi del notaio, equiparazione peraltro già sostenuta da decenni dalla dottrina notarile), non si limita ad una mera certificazione dell'apposizione della firma in sua presenza (o addirittura della sola autenticità della stessa, e neanche dell'apposizione in presenza dell'autenticante, come per l'autentica al mandato da parte dell'avvocato), ma deve, tra l'altro:
- accertarsi, attraverso l'indagine della volontà delle parti, che il contenuto della scrittura corrisponda alla volontà negoziale delle parti e sia idoneo a perseguire l'interesse dalle stesse perseguito;
- verificare che lo stesso sia conforme a legge, nel complesso e nelle singole pattuizioni;
- accertarsi della capacità di agire dei sottoscrittori;
- verificare, trattandosi di beni immobili, la legittimazione del dante causa (sotto il profilo dei titoli di provenienza, del regime patrimoniale della famiglia, ecc.), l'esattezza dei dati catastali degli immobili e l'assenza di formalità ipotecarie pregiudizievoli;
- verificare, sia pure sotto un profilo meramente formale, la regolarità urbanistica del cespite;
- effettuare l'identificazione antiriciclaggio dei sottoscrittori;
- prestare alle parti consulenza sui profili fiscali dell'atto, in particolare per quanto concerrne la possibilità di usufruire di eventuali agevolazioni;
- liquidare le imposte indirette (e dal 2006, in alcuni casi, anche dirette) applicabili all'atto, rispondendone in proprio sia verso le parti che verso l'amministrazione finanziaria (verso quest'ultima senza nessun aggio, con l'obbligo del non riscosso per riscosso);
- procedere telematicamente alle formalità di registrazione (nella maggior parte dei casi con corresponsione dell'inposta il giorno stesso o quello successivo all'atto, e pertanto prima di aver avuto la disponibilità delle somme all'uopo ricevute, in assegni, come prescritto dalla legge, dalle parti), trascrizione e voltura catastale;
- conservare nella propria raccolta (in modo da poterne rilasciare copia a chiunque la richieda) l'originale dell'atto, fin quando continua ad esercitare le funzioni nello stesso distretto;
- ecc., ecc., ecc..
Questa volta permetta a me la domanda retorica: è la stessa attività che svolge il Preside quando autentica la firma del bidello?

Cordiali saluti a tutti
Gourry
1 luglio 2007 0:00
1) Le frasi le devi citare interamente altrimenti fai solo disinformazione.
2) Chiunque avesse anche MINIMAMENTE affrontato la problematica della responsabilità notarile, saprebbe che di fatto essa viene dalle Corti ravvisata con gli stessi criteri di una obbligazione di risultato.
3) STUDIA STUDIA STUDIA CHE' SEI IMPREPARATO!!!
Per Gourry
1 luglio 2007 0:00
Confesso candidamente di ignorare che cosa sia la "funzione di adeguamento".
Ti prego di spiegarmela.
Privato sottufficiale
1 luglio 2007 0:00
Per il notaio Matteo Fasano.

Egregio notaio, le ho indicato alcune massime della Cassazione in tema di qualificazione della prestazione dei notai.
Pensavo che per laureato in Giurisprudenza non ci fossero difficoltà di comprensione o che, in caso di dubbio, lei avesse avuto il buon senso di andare a leggere la sentenza per esteso.
A questo punto mi viene da pensare che lei non sappia leggere o che, molto più probabilmente, si rifiuti di leggere.
Le trascrivo un'altra parte della stessa sentenza (Cass. civ., sez. III, 29 gennaio 2003, n. 1288), sperando che, dopo la lettura, le diventi finalmente chiara la natura giuridica dell'obbligazione che grava sui notai.

"Nell'adempimento delle obbligazioni inerenti all'esercizio dell'attività di notaio, il professionista è tenuto ad una prestazione che, pur rivestendo i caratteri dell'obbligazione di mezzi e non di risultato ...".
A costo di apparire noioso le metto in maiuscolo la parte che interessa: OBBLIGAZIONE DI MEZZI E NON DI RISULTATO.
Se le risulta difficile capire, forse ha bisogno di cambiare le lenti dei suoi occhiali.

Se, dopo questo ennesimo input, però, le rimangono ancora dubbi in proposito, le consiglio sommessamente, ma convintamente, di lasciare il suo lavoro, perché non fa onore alla tanto sbandierata severità del concorso.

Il suo messaggio, peraltro, contiene una affermazione che almeno in parte chiarisce il suo assurdo punto di vista.

Lei dice: "E' ovvio che un notaio possa sbagliare, solo qualcuno in cattiva fede potrebbe desumere un'affermazione in contrario da quanto sopra scritto, ma il consumatore che ha subito il danno viene in ogni caso rimborsato dai Lloyd's di Londra, al valore aggiornato del danno(!!!), essendogli comunque assicurata la garanzia del risultato, essendo, quella del notaio un'obbligazione di risultato, e non di mezzi.
L'ho scritto in modo elementare, così non può far finta di non aver capito".

Mi dica, per favore, che sta scherzando e che oggi è il primo di aprile.
Dire che al cliente che è rimasto fregato viene, mediante il risarcimento, "assicurata la garanzia del risultato" è un assurdo giuridico.
Le faccio osservare, ma sto perdendo la speranza che mi capisca, che lei ha precisato soltanto che cosa avviene in caso di inadempimento del notaio.
Precisiamo, inoltre, che il cliente lo risarcisce lei, non i Lloyd's di Londra.
Se sostiene il contrario, vuol dire che non ha capito niente nemmeno per quanto riguarda il contratto di assicurazione.
Occorre, in ogni caso, dire che, quando ciò avviene, siamo di fronte ad un inadempimento colpevole.
Se ha dei dubbi anche sul concetto di inadempimento, le consiglio caldamente la lettura di M. Giorgianni (L'inadempimento, Giuffrè) o di rivolgersi ad Alex, che pare abbia letto qualcosa di questo autore.


Gourry
1 luglio 2007 0:00
Privà ma la funzione di adeguamento dove la metti? Mah, qua si è intavolato un discorso sul nulla.
Privato sottufficiale
1 luglio 2007 0:00
Per il notaio Roberto De Falco.

Premesso che apprezzo il tono pacato del suo intervento, vorrei fare alcune considerazioni su di esso.
- punto 3). Che i notai non fosero infallibili per me era il presupposto logico di una qualsiasi seria discussione. Ci hanno pensato Alex, Gourry e qualcun'altro a dire il contrario, a parlare di "certezza giuridica degli atti di disposizione patrimoniale", di "tutela dell'ordinamento", di "garanzia per le fasce deboli" e di altre consimili panzane.
Lei riconosce senza difficoltà che "i notai non sono infallibili" (anche se statisticamente sbagliano molto poco); ero e sono convinto di entrambe le cose.
Mi dica se sussiste per le altre categorie, che in ipotesi (ormai si può dire così) avrebbero potuto occuparsi di compravendite immobiliari, un divieto di munirsi di adeguata copertura assicurativa.
Sotto il profilo logico-giuridico se un notaio sbaglia 1 volta su 1000 e un avvocato 1 volta su 100 il problema (è lapalissiano) sta nel numero dei possibili errori. Ci penserebbero le assicurazioni a dire all'avvocato che non intendono più assicurare un imbecille che sbaglia continuamente, o gli chiederebbero un premio talmente elevato da fargli capire che non è il caso di continuare. Vede altre difficoltà lei?

punto 4). Lei dice: "non sono i notai che scelgono cosa essere, ma è lo stato ad aver scelto il notariato di tipo latino" ed aggiunge "Certamente non si tratta di una scelta obbligata del legislatore, che potrebbe appunto scegliere un sistema diverso".
Siamo perfettamente in sintonia.
Capisco le ragioni per le quali lei non auspica un cambiamento, ma ritiene che un eventuale affidamento ad altri soggetti delle compravendite immobiliari di valore inferiore a 100.000 Euro costituisca seria minaccia alla certezza dei rapporti giuridici tipici della nostra società?
Aggiungo una ultima considerazione.
Oggi mi capita di autenticare le firme dei clienti per andare in giudizio; molti anni fa mi capitava, come Preside di una scuola pubblica, di autenticare le firme di insegnanti, segretari, bidelli.
Pensa che concettualmente siano attività differenti, diversamente rilevanti sotto il profilo giuridico?
Mi piacerebbe conoscere la sua opinione al riguardo, anche per sgombrare il campo della discussione da tanta monnezza che appesta il forum.
Saluti.

matteo fasano
1 luglio 2007 0:00
X privato:

Con il concetto "garanzia di risultato" contrapposto a quello di "garanzia di mezzi" ci si voleva,evidentemente, riferire al valore aggiunto della prestazione notarile, in comparazione con altre, come risultato finale e non come modalità prestazionale.

E' solo l'assoluta cattiva fede che può favorire interpretazioni fuorvianti.

E' ovvio che un notaio possa sbagliare, solo qualcuno in cattiva fede potrebbe desumere un'affermazione in contrario da quanto sopra scritto, ma il consumatore che ha subito il danno viene in ogni caso rimborsato dai Lloyd's di Londra, al valore aggiornato del danno(!!!), essendogli comunque assicurata la garanzia del risultato, essendo, quella del notaio un'obbligazione di risultato, e non di mezzi.
L'ho scritto in modo elementare, così non può far finta di non aver capito.

Il notaio che lei cita nell'esempio (mi pare scandalosa l'assoluzione in primo grado n.d.r.), in virtù delle attuali norme disciplinari sarebbe condannato ad una sanzione pecuniaria di oltre diecimila euro ed alla sospensione professionale per sei mesi,naturalmente il danno economico procurato alle parti sarebbe loro indennizzato, come già detto al valore rivalutato, dal Lloyd's.

Per un avvocato invece è diverso, la sua è un'obbligazione di mezzi e non di risultato,quindi non deve prestare una garanzia di risultato.
La cosa è drammaticamente diversa per il consumatore, a questo punto l'avranno capito tutti,credo anche chi non voglia capire.

E quando l'avvocato sbaglia...cosa succede,cosa rischia a livello disciplinare e pecuniario,il suo cliente ha la certezza di essere risarcito,in che misura,da chi?

La domanda che le pongo mi sembra serissima, sopratutto dal punto di vista del consumatore.
Attendo risposta.
Senza rancore.
Matteo Fasano - Notaio.
Privato sottufficiale
1 luglio 2007 0:00
Per Alex & Co, rinomata compagnia di venditori di fumo.

Tratta dalla serie "una sentenza al giorno toglie l'ignoranza di torno" trascrivo alcune parti di Cass. Civ, Sez. II, 2/3/2005, n° 4427.
Non è necessario essere giudici, o avvocati, o notai per capirne il senso: è chiaro come il sole che il notaio ha sbagliato e che è stato condannato a risarcire il danno.
Ma non doveva garantire la certezza dei rapporti giuridici, tutelare l'ordinamento, "garantire" il risultato?
Non so se il notaio è stato cacciato via e se ha messo mano al portafogli direttamente o si è avvalso della polizza stipulata dall'arciconfraternita notarile con i Lloyd's di Londra. Mi basta sapere che ha pagato.

Buona lettura a tutti, tranne ad Alex & Co, che hanno evidenti difficoltà di comprensione a causa dei loro pregiudizi.
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"A.F., premesso che con atto rogato dal notaio C.Q. il 7.2.1981 aveva acquistato da P.G. una casa di civile abitazione sita in San Felice Circeo, via …….., e che l'immobile era risultato abusivamente costruito su terreno di uso civico appartenente al Comune, convenne il venditore e il notaio davanti al tribunale di Latina per sentir dichiarare la nullità dell'atto di compravendita e condannare i convenuti alla restituzione di quanto pagato e al risarcimento dei danni.........

All'esito del giudizio di appello la corte d'appello di Roma, con sentenza 20 dicembre 2000, riformando la decisione impugnata, dichiarò la nullità del contratto e condannò entrambi i convenuti in solido al pagamento in favore dell'attrice della somma di lire 6 milioni quale restituzione del prezzo pagato, con interessi in misura legale dal 7.2.1981 al 15.6.1984, in misura del 10% dal 15.6.1984 al 15.12.1990, e nuovamente al tasso legale dal 15.12.1990 al saldo, oltre alla rifusione delle spese del giudizio ...........

Con il primo motivo la ricorrente denuncia violazione di legge e falsa applicazione di norme di diritto perché la corte territoriale ha affermato la responsabilità del notaio senza tener conto, da un alto della clausola di esonero da responsabilità per le visure catastali che le parti avevano sottoscritto in dipendenza della urgenza con cui avevano richiesto la stipula, e dall'altro che l’art. 32, comma 6, della legge 47/85 consente al privato che ha effettuato costruzioni abusive su aree di proprietà dello stato o di un ente locale di ottenere il condono a condizione che l'acquisizione del suolo pubblico venga regolarizzata; nel caso di specie, secondo la ricorrente, sussistevano tutti i presupposti di legge per ottenere la regolarizzazione degli immobili oggetto del rogito.
La ricorrente censura altresì la decisione impugnata per aver affermato la sua responsabilità sulla base di un presupposto erroneo, e cioè del "colpevole inadempimento dell'incarico professionale, che imponeva al notaio di rilevare la condizione giuridica del bene compravenduto, non intestato al venditore come proprietario".......
Il motivo è destituito di fondamento.....
Quanto alla pretesa "difficoltà" dell'accertamento che manderebbe esente da responsabilità il notaio, osserva la corte che il notaio non può invocare la limitazione di responsabilità prevista per il professionista dall’art. 2236 cod. civ. con riferimento al caso di prestazione implicante la soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà, in quanto il mancato espletamento di una attività preparatoria importante, quale la visura dei registri immobiliari, non integra un ipotesi di imperizia, cui soltanto è indirizzata la previsione normativa in parola, ma negligenza o imprudenza, e cioè violazione del dovere della normale diligenza professionale media esigibile ai sensi del secondo comma dell’art. 1176 cod. civ., rispetto alla quale rileva anche la colpa lieve.
Deve quindi concludersi per il rigetto del ricorso, con conseguente condanna della ricorrente alla rifusione delle spese del giudizio, come da dispositivo.
P.Q.M
La corte rigetta il ricorso e condanna la ricorrente alla rifusione delle spese del giudizio ......
Così deciso in Roma, nella camera di consiglio della IIa sezione civile, il 16 novembre 2004.
DEPOSITATA IN CANCELLERIA IL 2 MAR. 2005".
Roberto de Falco
30 giugno 2007 0:00
Intervenendo solo a questo questo punto nella discussione - e premesso (ad evitare equivoci) che sono un notaio - non mi pare il caso di ribadire le argomentazioni già svolte abbondantemente, ma solo di evidenziare qualche equivoco che mi pare di cogliere nella discussione.
1) COSTI
Si sottolinea con forza il costo eccessivo, non di mercato, sciacallesco addirittura, della prestazione notarile, e nel messaggio introduttivo si fanno anche delle cifre (palesemente sballate). Allora chiedo: chi fa queste osservazioni conosce il costo (parlo ovviamente di onorario, non di imposte e spese) di una ompravendita immobiliare del valore di € 200.000 (o di € 100.000, per rimanere al messaggio introduttivo)? In ogni caso, quale sarebbe il costo che riterrebbe giusto?
2) COSTI BIS
Mi sembra contraddittorio accusare i Notai, da un lato di approfittare dello scarso numero per chiedere qualsiasi cifra, dall'altro di applicare una tariffa che, proprio in quanto tale, è sottratta alla libera contrattazione.
In realtà la tariffa notarile, proprio perchè remunerazione di una pubblica funzione, è (secondo qualcuno era, fino al primo Bersani, ma è interpretazione che non mi convince sul piano giuridico) sottratta alla libera contrattazione NELL'INTERESSE DEL CITTADINO (da qualcuno definito consumatore).
E questa mia affermazione non vuole essere un paradosso: credo fermamente che, in un sistema di libero mercato, una prestazione professionale qualificata come quella notarile varrebbe molto, ma molto, di più di quanto viene riconosciuto al notaio dalla tariffa vigente.
3) RESPONSABILITA' DEL NOTAIO
Ho notato che si insiste nel cercare di dimostrare che i notai non sono infallibili. E ci mancherebbe altro!
Quello che si sostiene in contrario non è ovviamente che lo siano, ma solo che sbagliano (statisticamente) molto poco (che poi i pochi casi di errore possano essere un dramma per chi li subisce è un altro discorso, ma proprio per questo deve essere salvaguardata la qualità nell'accesso alla professione) e che comunque il cliente è tutelato da un efficiente sistema di responsabilità civile e di tutela assicurativa.
4) RUOLO DEL NOTAIO NELL'ORDINAMENTO
Ho letto nel forum la frase (più o meno): i notai devono scegliere se essere pbblici ufficiali o liberi professionisti); frase che riecheggia quella pronunciata nel corso della puntata di EXIT da un componente dell'Antitrust e profondamente sbagliata per due motivi:
a) non sono i notai che scelgono cosa essere, ma è lo stato ad aver scelto il notariato di tipo latino (che non è una bizzarria italiana, ma una istituzione presente in 21 paesi su 27 dell'Unione Europea) per l'assolvimento della pubblica funzione di dare certezza e legalità a molti tipi di atti tra privati;
b) la caratteristica del notariato latino è proprio l'esercizio in forma libero-professionale della suddetta funzione pubblica. Certamente non si tratta di una scelta obbligata del legislatore, che potrebbe appunto scegliere un sistema diverso, ma comunque un notaio che fosse solo pubblico ufficiale o solo libero professionista non sarebbe più un notaio. Sarebbe nel primo caso un pubblico dipendente (e può essere una scelta, da parte dell'ordinamento, sicuramente plausibile, ma sarebbe coerente con le esigenze di competitività tante volte sbandierate contro il notariato? Sarebbe possibile attendere per la stipula di un atto di compravendita quanto oggi si attende per avere una sentenza o una concessione edilizia?); nel secondo caso semplicemente un consulente di parte, quale esperto di diritto civile e commerciale, come nei sistemi di common law, e quindi non assolverebbe la funzione di garanzia di certezza e di legalità, ma solo di tutela (legittima) degli interessi del suo cliente.

Chiedo scusa per essermi fatto prendere la mano ed essermi dilungato e vi saluto con la speranza di contribuire i punti che ho trattato.

Gourry
30 giugno 2007 0:00
Pollivendolo si commenta da sé.
pollivendolo
30 giugno 2007 0:00
Si e rotta la recinzione e mi è scappato un pollo di nome "gourry", l'avete mica visto da queste parti?
Gourry... gou.. gou...gourry....gougou gou...
Gourry
30 giugno 2007 0:00
Dimenticavo, il caso da te citato magari rientra in quello 0,0029% di atti non andati in porto? Ricordiamoci tutti il noto principio di filosofia della scienza, riconosciuto dalla statistica, in base al quale l'antitesi della statistica è l'aneddoto, il quale non può che fuorviare il lettore. Che sia proposto con malizia, come fa privato sottuf., o meno.
Gourry
30 giugno 2007 0:00
Ascoltato questo: "Egregio signor notaio,
la debolezza dei suoi argomenti è disarmante.
Lei parla, riguardo al lavoro dei notai, di "garanzia di risultato".
Se così fosse l'attività notarile dovrebbe essere immune da vizi ed inoppugnabile. Non avrebbe, pertanto, giustificazione alcuna un contratto di assicurazione; anzi, dovrebbe essere considerato nullo per l'assenza del rischio (art. 1895 c.c.).", il Professore bocciò l'alunno.
Da quando in qua ad un'obbligazione, seppur di risultato, è estraneo il rischio di inadempimento? Il Giorgianni ed il Mengoni si stanno rivoltando nella tomba. Torni a studiare seriamente signor privato sottuff., e non pensi che l'aver letto un misero manuale di privato o un libro pseudo-giuridico acquistabile in edicola, le possa dare la capacità e l'ardire di gettarsi in curiose quanto errate disquisizioni sul concetto di alea e di obbligazione.
Bastano quelle righe per capire quanto lei sia preparato e pronto per seguire anche una banale compravendita immobiliare. Comunque le consiglio la lettura di M. Giorgianni, L'obbligazione; R. Nicolò, voce: Alea in enc.dir.; L. Mengoni, Obbligazione di mezzi e di risultato (in Riv.dir.civ. o Riv.dir.comm. ora non ricordo bene ma mi perdonerà visto che sto citando a braccio e non le sarà certamente difficile trovarlo).
Sul serio certe affermazioni sono un insulto alla scienza giuridica.
Privato sottufficiale
30 giugno 2007 0:00
Per Matteo Fasano.

Egregio signor notaio,
la debolezza dei suoi argomenti è disarmante.
Lei parla, riguardo al lavoro dei notai, di "garanzia di risultato".
Se così fosse l'attività notarile dovrebbe essere immune da vizi ed inoppugnabile. Non avrebbe, pertanto, giustificazione alcuna un contratto di assicurazione; anzi, dovrebbe essere considerato nullo per l'assenza del rischio (art. 1895 c.c.).
Mi meraviglia, comunque, la sua approssimazione terminologica: il termine "garanzia" è del tutto inappropriato.
Intanto cominciamo col ribadire che l'obbligazione del notaio è una obbligazione di mezzi e non di risultato.
Non lo dice "Privato sottufficiale", ma la Corte di Cassazione (Cass. Civ., sez I, 18/3/1997, n° 2396: "Tra il notaio ed il cliente intercorre un rapporto professionale inquadrabile nello schema del mandato, in virtù del quale il primo è tenuto a fare tutto quanto è nelle sue possibilità per la realizzazione del risultato pratico che il secondo si prefigge ..."; Cass. Civ., sez. III, 29/8/1987, n° 7127, nonché Cass. Civ., sez. III, 29/1/2003, n° 1288: "La responsabilità del notaio per colpa nell'adempimento delle sue funzioni ha, nei confronti delle parti, natura esclusivamente contrattuale, in quanto, pur essendo tenuto a una prestazione di mezzi e non di risultato …").
Siccome voi notai vi trincerate dietro affermazioni apodittiche (certezza giuridica, difesa dell'ordinamento, bla bla bla ...) mi permetto di riportarle alcuni passi di una sentenza della Suprema Corte (n. 4657, Sez. III civile, del 16 febbraio 2000) che esaminava un caso in cui (è di tutta evidenza) il notaio era incorso in errore. Riporto soltanto le iniziali del notaio, anche se la sentenza è reperibile per esteso su internet.
" .... Il 29 giugno 1996 il notaio M. C. rogò l’atto costitutivo della società unipersonale a responsabilità limitata I. N.
In sede di omologa il tribunale di Milano rilevò che del capitale sociale di lire venti milioni risultavano versate soltanto lire sei milioni e lo segnalò al notaio. ….
In sede disciplinare al notaio fu addebitata la violazione degli articoli 26 e 138 legge notarile, in relazione al secondo comma dell’articolo 2476 c.c., per aver ricevuto il suddetto atto costitutivo senza che fosse stato versato l’intero capitale sociale. ...
Con sentenza del 4 maggio 1998 lo stesso tribunale mandò assolto l’incolpato con il rilievo che il successivo versamento dei decimi mancanti aveva sanato il vizio....
In accoglimento dell’impugnazione proposta dal P.M. avverso la suindicata decisione ... la Corte di appello ha invece affermato la responsabilità del notaio, che ha condannato, concesse le circostanze attenuanti, alla sanzione di lire quattromila di ammenda. …..
Con l’unico complesso motivo del ricorso il ricorrente deduce la falsa applicazione dell’articolo 28 legge notarile, ed a sostegno di esso afferma ... che il mancato versamento dell’intero capitale sociale configura un’ipotesi di nullità relativa, come tale non sanzionabile disciplinarmente ..
Il ricorso è infondato.
La tesi del ricorrente — secondo la quale, una volta sopravvenuta tale eliminazione, vien meno anche retroattivamente la responsabilità del notaio — non appare condivisibile: se essa fosse esatta, dovrebbe infatti anche ammettersi che perfino rogare un atto costitutivo di società avente un oggetto sociale illecito o contrario all’ordine pubblico ... renderebbe irresponsabile il notaio una volta intervenuta la modifica dell’atto, il che appare in manifesto contrasto con il disposto dell’articolo 28.1 n. 1 legge notarile.
Tale norma configura infatti la responsabilità disciplinare del notaio con riferimento ad una condotta propria di esso, condotta che, una volta realizzata, segna il momento consumativo dell’illecito e sulla quale non possono pertanto spiegare rilevanza retroattiva comportamenti altrui …
P.Q.M.
La Corte rigetta il ricorso".

Per cortesia, egregio notaio, mi dica in quale modo il notaio M.C. ha assicurato la certezza dei rapporti giuridici ed ha provveduto alla tutela dell'ordinamento e, visto che ci siamo, se, alla luce di quanto sopra, l'aver superato il concorso notarile mette il notaio al riparo da ogni errore.
Mi sono limitato a richiamare un caso di responsabilità disciplinare.
Se non è convinto, la prossima volta le indico alcuni casi di responsabilità per danni.
Forse è il caso di uscire dal castello e di combattere questa battaglia (simbolica) con argomenti seri e non con le chiacchiere amplificate dai magafoni di Alex, Gourry e compagnia servente.
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