Commenti
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Alberto V. avvocato in Venezia 4 luglio 2007 0:00
Esecito la professione di avvocato e mi dispiaccio quando
vedo singole sentenze di merito citate a casaccio per
cercare di dimostrare damblè un'unanime e consolidata
giurisprudenza. Ho letto la massima invocata dal
signor Sottufficiale e, poichè mi suonava strana, mi sono
permesso una breve ricerca. Non mi risulta sia una
posizione condivisa e pare abbia quindi ragione il Notaio Di
Falco: vi sono infatti opinioni difformi sul tema.
Per confortare quanto dico di adeguato riscontro, riporto
di seguito una massima della Suprema Corte successiva e di
segno opposto. Cass. civ., sez. II 03-04-1998, n.
3426 - Pres. Patierno A - Rel. Mazziotti Di Celso L - P.M.
Sepe EA (Parz. Diff.) - Gola c. Massoni <> Confido di aver dato un utile
apporto.
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Giancarlo Rossi 4 luglio 2007 0:00
Ma se i notai hanno così tanto da barcamenarsi fra nuove
direttive legislative e nuove procedure, che ci stanno a
fare nel forum a difendere continuamente le loro
azioni?. Mi chiedo, visto che questo forum è diventato
ormai logorroico, che necessità c'è di tornare su
argomenti ormai triti e ritriti!. Gli avvocato
sbaglieranno anche nelle trascrizioni, pignoreranno anche
immobili che non sono più dei soggetti interessati, ma
questo dipende spesso anche nella non attualità catastale.
E' risaputo che il catasto non proba la proprietà ma
anche i pubblici registri immobiliari ormai fanno un pò
acqua da tutte le parti. Ho si fanno dei controlli
incrociati fra persona fisica, immobile attuale, immobile
precedente e omonimi annessi e connessi, oppure ciò che
sembra libero da vincoli in realtà è bello e
vincolato. Perchè non viene fuori una statistica
di note di trascrizione, iscrizione, annotamenti e
quant'altro, presentati dai notai e poi rettificati nel
corso del tempo. E dire che oramai fanno quasi tutto i
programmi ad hoc, però l'errore viene fuori lo
stesso. Teniamo conto anche di questo....gli
avvocati non sono ancora attrezzati (almeno per quello che
ne so) di software all'avanguardia o almeno altrettanto
sofisticati come quelli della OA SISTEMI o quelli della
SOGEI capaci di estrapolare i dati esatti ai fini di una
trascrizione o iscrizione. Dunque l'errore è
più probabile ed in parte incide anche la leggerezza dei
Tribunali di oggi. Ormai le sentenze hanno bisogno di
essere integrate e rettificate almeno due o tre volte dal
momento che nelle decisioni spesso si sbagliano i nomi dei
soggetti, le identificazioni delle parti ect. ect.
Non è che i Notai sono tutto questo gran sapere.
E quand'anche la loro macchina risultasse più oleata,
non dimentichiamoci che dietro hanno dei validi, anzi
validissimi, collaboratori che riescono a rendergli la vita
più facile e serena. Loro....nel frattempo....si
dielttano nei forum.
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Nicola 4 luglio 2007 0:00
Sono avvocato da 5 anni ma un anno fa ho iniziato la pratica
notarile. Devo dire che tutti i pregiudizi che avevo sui
notai, ben riassunti dai messaggi di privato sottufficiale,
erano falsi ed errati. Se l'emendamento Lulli fosse
passato sarebbe stato un grave danno per tutti: avvocati,
notai e clienti. Pertanto il mio appoggio va pienamente a
tutti coloro che stanno cercando di combattere i diffusi
pregiudizi sulla categoria notarile.
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Privato sottufficiale 4 luglio 2007 0:00
Per il notaio Roberto De Falco. Non ho nessuna
intenzione di palesarmi per le seguenti ragioni: 1)
perché quella che "combattiamo" non è una guerra
privata tra me e lei; 2) perché in questa sede bisogna
confrontare la validità delle diverse opinioni senza tener
conto della persona che le sostiene; 3) perché, come
ho detto in un precedente intervento, nei forum
l'anonimato è la regola; 4) perché, come logica
conseguenza del punto 3), se si possono celare dietro
l'anonimato Alex e Gourry, la stessa facoltà deve
essere riconosciuta agli altri. Ritengo, anzi, che far
riferimento alla propria persona può influenzare
negativamene la discussione spostandola su fatti personali
spesso fuorvianti. Riconosco di avere sbagliato
anch'io, a questo proposito, dicendo che sono avvocato,
che sono stato preside, etc. Queste indicazioni,
infatti, nulla tolgono e nulla aggiungono alla bontà (o
alla debolezza) della tesi che sostengo. Però, se
proprio ci tiene a sapere chi sono, non disperi. Alex
ha promesso di sporgere querela nei miei confronti; se ha la
pazienza di aspettare che il predetto, o qualche P.M.,
concluda le sue indagini ...... a) NATURA
GIURIDICA DELL'AUTENTICA. Le trascrivo la sentenza
T.A.R. Puglia Lecce, sez. II, 7 aprile 1997, n. 242:
"Le autenticazioni della sottoscrizione di una
dichiarazione ad opera del notaio o del Segretario comunale
costituiscono entrambe atti pubblici, fidefacienti fino a
querela di falso ai sensi dell'art. 2700 c.c., in quanto
formate con le stesse modalità e producenti gli stessi
effetti di cui agli art. 20 e 26 l. 4 gennaio 1968 n.
15". Mi pare che ci sia poco da discutere. b)
LE ISPEZIONI IPOTECARIE. Se le ispezioni le fanno i
cosiddetti "visuristi", dei quali si servono
ordinariamente i notai, pensa che avvocati e segretari
comunali non possano avvalersi della loro opera allo stesso
modo? Secondo lei c'è una "percentuale
rilevante pignoramenti effettuati su particelle soppresse da
alcuni anni, o indicate senza individuazione di dati
essenziali, o su immobili che il debitore ha venduto da
anni"? Vuol dire che gli avvocati devono passare
negli studi notarili prima di procedere ad un pignoramento
immobiliare? Se l'avvocato sbaglia ne renderà
conto al cliente; la misura percentuale degli errori (più
alta per gli avvocati, molto più bassa per i notai) non ha
alcun significato. Se l'errore è possibile (ed è
certamente possibile) l'unica conseguenza che se ne può
trarre e che nessuno è in grado di garantire con assoluta
certezza l'assenza di errori. Si tratta della
applicazione più ovvia dei principi della logica
aristotelica. Mi dispiace deluderla, ma non è stato
convincente.
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impiegatopraticante 4 luglio 2007 0:00
Sto seguendo da giorni il dibattito,diventato un pò
noioso,però non ne posso più di leggere le sciocchezze che
scrive privato sottufficiale. Secondo lui il lavoro di
un notaio consiste nel fare le visure e poi fare
un'autentica di firma sul contratto. Non ha capito
niente, sarebbe come dire che per fare un decreto ingiuntivo
o una causa in tribunale ci possiamo rivolgere alle
segretarie degli avvocati,tanto sono loro a scrivere gli
atti,perché pagare il professionista? Dimostra di non
comprendere il valore aggiunto della professionalità,e per
questo dubito che sia veramente un avvocato,credo che sia un
pluriconcorrente fallito del concorso notarile. Io sono
un impiegato dell'Agenzia del territorio e tutti i
giorni passano per le mie mani gli atti di notai ed avvocati
per la trascrizione, ebbene sarebbe opportuno che gli
avvocati imparassero innanzitutto a fare gli avvocati,
infatti sistematicamente sono sbagliate le note di
trascrizione,non solo, ma sistematicamente vengono pignorati
beni che il debitore aveva venduto,anche da anni, ed infatti
è costante la processione di cittadini che vengono in
ufficio a chiedere conto della formalità che interessa la
loro abitazione iscritta da un avvocato che non ha la minima
idea di come funzionano i registri immobiliari. Non voglio
parlare degli atti trascritti dai comuni,dovrei ripetere
quanto detto per gli avvocati. Tutti questi soggetti
non hanno idea di cosa sia un CDU, un CEE, un PDR,
adempimenti,si badi bene, che condizionano la validità di
un atto, non sanno cosa sia un atto assoggettato ad iva,a
registro, ad iva per opzione,non conoscono le centinaia di
differenziazioni di tassazioni,le agevolazioni,le cause di
decadenza dalle stesse, le differenze,fiscali,procedurali e
tecniche,tra l'acquisto di un bene da un imprenditore e
da un privato,ecc.ecc.ecc.. Per non parlare della
funzione pubblica che hanno i notai, di cui si è già
parlato tanto, per cui chi non capisce o non ci arriva o non
vuole capire. Praticante notaio,lavoratore.
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Giacomo 4 luglio 2007 0:00
Piena solidarietà ed appoggio al Notaio
De Falco.
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Roberto de Falco 3 luglio 2007 0:00
Per Susy: Mi fa piacere il suo apprezzamento e la
ringrazio: vuol dire che non ho sprecato il mio tempo.
Saluti
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Roberto de Falco 3 luglio 2007 0:00
In risposta al messaggio odierno di Privato Sottufficiale
(cui ancora una volta rivolgo l'invito a palesarsi con
nome e cognome, anche perchè mi sento ridicolo a rivolgermi
ad un altro professionista con questo appellativo).
SULLA TARIFFA: parlando di tariffa approvata con D.M.
non volevo certo sostenere che non ne potrebbe essere
introdotta la derogabilità (salva ogni valutazione del
merito di tale derogabilità: per intenderci, non ho
apprezzato l'abolizione dell'obbligatorietà dei
minimi tariffari per nessuna categoria professionale;
vieppiù non l'ho apprezzata per gli avvocati, la cui
attività ha rilievo costituzionale; vieppiù non
l'apprezzerei per i notai, che esplicano una pubblica
funzione), ma solo rispondere a chi aveva parlato di
applicazione "unilaterale" della tariffa da parte
dei notai, e smentire pertanto (come credo di aver fatto con
efficacia) che i notai determinino da soli la tariffa
applicabile alle loro prestazioni professionali.
SULLA NATURA GIURIDICA DELL'AUTENTICA E LA DIFFERENTE
RILEVANZA PENALE DEL FALSO: non ho inteso
"rifugiarmi" nel discorso delle attività
propedeutiche (e, aggiungerei, successive), ma solo
evidenziare che quella della mera identificazione del
sottoscrittore è una frazione, importante ma non
preponderante, del procedimento che porta alla giuridica
rilevanza di un atto di compravendita: non possiamo ridurre
il tutto al potere di autentica (e su questo credo
sufficiente rinviare a quanto già scritto, senza inutili
ripetizioni). E comunque - se proprio le sembra
decisivo questo profilo - le posso dire che una autentica
fatta da un notaio ha valore di atto pubblico, per cui il
notaio che attesti falsamente che una sottoscrizione è
stata apposta in sua presenza risponde con le gravi sanzioni
previste dall'art. 479 c.p. (falsità ideologica
commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici: v. Cass.
20 giugno / 8 ottobre 1979, n. 8203), mentre l'autentica
al mandato da parte dell'avvocato (che non è un
pubblico ufficiale) è una mera certificazione da parte di
esercente una professione forense, punita con le ben più
blande sanzioni dell'art. 481 c.p. (v. da ultimo Cass.
28 aprile / 14 giugno 2005, n. 22496). Sull'autentica da
parte di funzionari amministrativi mi pare che ci siano
opinioni difformi, ma che sia prevalente quella che si
tratti di certificazione amministrativa, punita, in caso di
falsità, ai sensi dell'art. 480 c.p.. LE
ISPEZIONI IPOTECARIE: le sanno fare solo i notai? Certamente
no, in genere le sanno fare anche i cd. visuristi (persone
che se ne occupano per mestiere), ma non tutti (non c'è
alcun controllo di qualità su chi decide di fare il
visurista e su come lo fa), ed anche qualche avvocato (ma
non la maggior parte, altrimenti non si spiegherebbe come
mai - in fase di redazione della certificazione sostitutiva
per le procedure esecutive - riscontriamo in percentuale
rilevante pignoramenti effettuati su particelle soppresse da
alcuni anni, o indicate senza individuazione di dati
essenziali, o su immobili che il debitore ha venduto da
anni). Lei chiede: "Se io e lei chiediamo alla
Conservatoria dei RR.II. una visura (iscrizioni e
trascrizioni a favore e contro), l'ufficio ci consegna
documenti che hanno un diverso grado di
attendibilità?" La domanda (provenendo da un
avvocato) è ovviamente suggestiva, perchè non può che
avere risposta negativa (avevo già notato il suo gusto per
le domande retoriche), ma, permetta, è mal posta, in quanto
è vero che ad uguaglianza di richiesta alla Conservatoria
si avrà uguaglianza di risposta, ma: a) bisogna prima
vedere SE io e lei faccaiamo la stessa richiesta; b)
bisogna poi leggere la risposta ed intepretarla, per
effettuare eventualmente ulteriore richieste. E tenga
altresì conto che se - per il periodo informatizzato - la
Conservatoria consegna, all'esito della richiesta di
visura su un nominativo, un elenco sintetico di formalità
(ovviamente da sviluppare analiticamente), per il periodo
anteriore alla informatizzazione la consegna ha ad oggetto
un librone contenete un elenco di soggetti con le relative
formalità, e non un "documento". Mi
faccia sapere se sono stato convincente (perchè ci spero
sempre). Saluti
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Maurizio 3 luglio 2007 0:00
Notaio De Falco la ringrazio per le spiegazioni. Ho ricevuto
conferma che ci stanno fregando tutti come hanno fatto per
le auto. Anche io preferisco pagare qualcosina di più,
anche se da quello che ho letto comunque voi notai costate
meno, ma essere sicuro che la casa sia mia e che nessuno mi
scocci. Grazie ancora.
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Susy 3 luglio 2007 0:00
Per il Notaio De Falco. Grazie per la lucida
spiegazione. Finalmente ho capito qualcosa della vicenda.
Come cittadina digiuna di preprazione
professionale preferisco pagare quelcuno che mi da garanzie
di aver verificato la mia poszione piuttosto che cercare il
prezzo più basso avanti tutto.
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Giacomo 3 luglio 2007 0:00
ANCHE IN QUESTA DISCUSSIONE SI VERIFICA CIO'
CHE GIA' ACCADE NELLE ALTRE. - I
soggetti intervenuti sono SEMPRE gli stessi -
Quanto contestato ai Notai SEMPRE lo stesso - Le
risposte + o - SEMPRE le medesime A QUESTO
PUNTO il dubbio sortomi in merito alla totale assenza di
volontà di mettere in discussione le proprie idee a fronte
di una più ampia ed obbiettiva conoscenza del Notariato
italiano, lascia definitivamente il posto alla certezza.
Persone quali SOTTUFFICIALE e STANCO DELLE
CASTE, non recedono di un millimetro, e mai lo faranno,
rispetto alla propria posizione ANTInotariato,
poichè: - il primo vede nell'eventuale
liberalizzazione effeti fortemente positivi x la prorpia
professione (autentica scritture private, ma soprattutto
aumento esponenziale del contenzioso) - il
secondo, per assoluta mancanza di conoscenza ed affidamento
su dicerie popolari, pensa sia possibile applicare logiche
di mercato al settore Notarile....MI SEMBRA SI VOGLIA DETTAR
LEGGE IN CASA ALTRUI. Seppur ricevano ampie
ed esaustive risposte, che solo su persona in malafede non
sortirebbero effetto positivo alcuno, sono irremovibili.
A questo punto mi pare ovvio che la discussione
si sia "impallata" su 2 posizione del tutto
eterogenee.... peccato che la oggettivamente giusta sia
1, ma per alcuni, come detto, neppure non vale neppure la
regola di San Tommaso.
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Privato sottufficiale 3 luglio 2007 0:00
Per il notaio Roberto De Falco. Anche la tariffa
degli avvocati è fissata da un D.M., ma questo non ha
impedito al Governo di introdurre la previsione della
derogabilità del minimo. Per i notai, invece, tutto
deve rimanere fermo ed immutabile. Le avevo
chiesto di indicarmi la differenza GIURIDICA tra una
autentica di firma fatta da un notaio e quella fatta da un
avvocato, un segretario comunale o un preside. Lei si
è rifugiato nel discorso delle attività propedeutiche.
Insisto nel chiedere ancora. Le conseguenze penali per
un falso concernente l'autentica di firma sono
diverse? Le attività di ispezione nei registri
immobiliari le sanno fare solo i notai? Se io e lei
chiediamo alla Conservatoria dei RR.II. una visura
(iscrizioni e trascrizioni a favore e contro), l'ufficio
ci consegna documenti che hanno un diverso grado di
attendibilità?
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Roberto de Falco 3 luglio 2007 0:00
Caro stancodellecaste, non è mia abitudine prendere in giro
chicchessia, e tantomeno persone che nemmeno conosco
personalmente; e del resto in questa discussione ho speso il
mio nome, cognome e professione, cosa che gradirei facessero
anche i miei interlocutori, oltre che non tirarmi in ballo
in discussioni diverse da quella cui sto partecipando, così
impedendomi di replicare (mi riferisco al suo odierno
intervento nella discussione "La lobby dei Notai",
che ho letto per caso poco fa). Venendo al punto dei
COSTI del Notaio, sono costretto a precisare innanzitutto di
non aver fatto riferimento a suoi scritti quando parlavo di
cifre sballate, ma (riveda il mio messaggio del 30 giugno)
al messaggio introduttivo, scritto da tal Gigi (a meno che
non siate la stessa persona: è anche per questo che mi
sembrava opportuno che, parlando tra persone maggiorenni e
vaccinate, e non di argomenti proibiti, ci si presentasse
con nome e cognome), nel quale si parla di 4-5000 di
parcella per un atto fotocopia da euro 100.000. A
prescindere dal fatto che non esistono atti fotocopia, ma
pressocchè ogni atto richiede una sua istruttoria ed un suo
studio particolare (e per verificarlo potrebbe chiedere ad
un notaio amico di frequentare per una settimana il suo
studio), confermo che quelle cifre sono assolutamente
sballate (ma non nego che mi farebbe piacere se fossero
esatte) e rinnovo l'invito del mio precedente messaggio,
rimasto inascoltato, di chiarirmi se conosce il costo (parlo
ovviamente di onorario, non di imposte e spese) di una
compravendita immobiliare del valore di € 200.000 (o di
€ 100.000, come da messaggio introduttivo), e, in ogni
caso, quale sarebbe il costo che riterrebbe giusto.
Quanto alla determinazione della tariffa, non ho scritto che
il Notaio applica la tariffa nell'interesse del
cittadino, ma che la Tariffa è fissata, non dal notaio, ma
da un decreto del Ministro della Giustizia (e l'ultimo,
tuttora vigente, è il D.M. 27 novembre 2001, pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale n. 292 del 17 dicembre 2001, in
vigore dal primo gennaio 2002), nell'interesse del
cittadino; il che è profondamente diverso e dimostra
l'erroneità del concetto per cui il notaio
"applica in modo unilaterale le tariffe", che sono
invece determinate dalla legge. Quanto alla eventuale
concorrenza con gli avvocati, credo sia bene chiarirsi. A
prescindere dal fatto che se gli avvocati sono autorizzati a
fare il mio lavoro io voglio essere autorizzato a fare il
loro, la concorrenza può porsi tra soggetti che svolgono
attività analoghe, ovvero che assicurano ai propri clienti
(committenti, utenti, consumatori, legga il termine come
preferisce) identiche utilità. Ho spiegato nel mio
messaggio di ieri in risposta ai chiarimenti
dell'avvocato Privato Sottufficiale che il Notaio non si
limita ad autenticare gli atti di compravendita ma, anche
quando non riceve un atto pubblico, ma appunto autentica una
scrittura privata, svolge una lunga serie di attività
preparatorie ed esecutive che qui non ripeto (ma per le
quali rinvio al messaggio di cui sopra). Nulla di tutto
questo era invece previsto nel famoso emendamento
Lulli-Bersani che ha dato il via a questa discussione: era
previsto solo che gli avvocati autenticassero la scrittura,
senza che nulla si dicesse in merito al controllo di
conformità della stessa all'intento delle parti ed alle
norme di legge, mentre tutti i controlli preparatori erano
affidati alle parti (???) e nulla si diceva degli
adempimenti fiscali e pubblicitari (registrazione,
trascrizione, voltura catastale). Le pare ipotizzabile
una concorrenza sul piano tariffario tra chi per legge è
obbligato a svolgere tutte queste attività (e la rimando
ancora al mio messaggio di ieri) e sottopone ogni due anni
TUTTI i suoi atti del biennio precedente ad una rigorosa
ispezione del Conservatore dell'Archivio Notarile
(organo del Ministero della Giustizia) e chi si limita a
certificare che una determinata firma è stata apposta in
sua presenza? Quindi se l'emendamento Lulli-Bersani
è stato ritirato dal relatore non è per la pressione della
inesistente lobby dei notai (ma mi spiega che potere
potrebbe avere una categoria che ha in Parlamento 4
rappresentanti, e tutti dell'opposizione, a fronte di
centinaia di avvocati?), ma solo per la sua totale
incoerenza con il sistema (uno studente del primo anno di
Giurisprudenza che avesse superato con 24 l'esame di
Istituzioni di Diritto Privato lo avrebbe scritto meglio).
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Lorenzo 2 luglio 2007 0:00
Questo gourry non solo è un cretinetti, scrive anche in
dialetto... complimenti alla mamma! L'ha mandato alle
migliori scuole!
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stancodellecaste 2 luglio 2007 0:00
De Falco, le cifre a me citate non sono sballate, sono cifre
dimostrabilissime. Mi dica in dettaglio quale cifra a lei
risulta "sballata" e confrontiamoci, vedrà che
non c'è niente di "sballato" in ciò che ho
scritto. Quanto al fatto che "in realtà la
tariffa notarile, proprio perchè remunerazione di una
pubblica funzione, è sottratta alla libera contrattazione
NELL'INTERESSE DEL CITTADINO", beh, devo chiederle
di evitare di prenderci in giro...che il notaio applichi in
modo unilaterale le tariffe nell'interesse del cittadino
è tutto da dimostrare. Al Cittadino (che io insisto a
definire anche consumatore) pare proprio che tale cifra sia
stabilita nel solo ed esclusivo interesse del notaio.
Che poi "una prestazione professionale qualificata come
quella notarile varrebbe molto, ma molto, di più di quanto
viene riconosciuto al notaio dalla tariffa vigente",
pare che i suoi colleghi d'Oltralpe la pensino in modo
diverso, visto che a parità di prestazione applicano
tariffe inferiori. E comunque vediamo a che livello si
collocheranno tali tariffe dopo che sarà introdotta la
concorrenza con gli Avvocati (come da emendamento Lulli), e
poi discuteremo. Se i notai pensano che in un regime di
libero mercato le loro tariffe siano destinate ad aumentare
non dovrebbero opporsi alla ipotesi di parziale
liberalizzazione prevista dall'emendamento Lulli. E
invece pare che si siano opposti con tutte le loro forze,
come risulterebbe anche dalla lettera inviata ai notai
qualche settimana fa dal Presidente dell'Ordine Paolo
Piccoli. Nipote, per inciso, dell'ex leader DC Flaminio
Piccoli. Saluti
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stancodellecaste 2 luglio 2007 0:00
Manlio, posso capire il tuo scoramento ma la tua non è una
risposta alle mie critiche…non si vuole che chi roga
GUADAGNI meno ma che COSTI meno…soprattutto tenendo conto
che oggi la determinazione di tale costo deriva da una
situazione unica nel suo genere, quella che prevede che il
notaio sia al tempo stesso un pubblico ufficiale a cui il
Cittadino è obbligato ad andare quando compra casa ed un
libero professionista assolutamente autonomo nel determinare
in regime di monopolio le tariffe da applicare al
Cittadino… IL problema c’è, ed è innegabile, sia
confrontando tale costo con quello di analoghe prestazioni
fornite in altri paesi europei sia confrontando tale costo
con quello sostenuto dalla collettività per servizi di
importanza equivalente o superiore. Non ripeto per brevità
gli esempi già fatti (notai vs. Banca d’Italia,
Magistrati di Cassazione, Corpo Diplomatico, e via
dicendo) Se la PA in Italia non funziona (concordo,
anche se comunque ci sono degli esempi che ci dimostrano che
anche la PA può essere efficiente), beh, la si deve far
funzionare, con le buone o con le cattive….Posso dirti che
non possiamo comunque permetterci una PA inefficiente ed
inerte, pena la certa decadenza e perdita di competitività
del nostro Paese… E comunque, se non si vuole che la
funzione notarile venga svolta da dipendenti pubblici,
l’alternativa c’è, ed è quella prevista
dall’emendamento Lulli che è stato “affondato” per
ragioni che devono essere ancora spiegate. Basta mettere in
competizione i notai con gli avvocati per ben precisi
adempimenti, quali quelli previsti per la compravendita di
immobili con valore catastale sotto i 100.000 Euro, e vedrai
che a parità di qualità della prestazione fornita i costi
scenderanno..è una banale legge di mercato…ci
guadagneranno i Cittadini, che pagheranno meno a parità di
prestazione fornita. Ma su questo, ancora, una risposta
concreta devo ancora riceverla…nessuno mi ha ancora
spiegato perché questo non è possibile, nonostante il
fatto che il Presidente dell’Ordine degli Avvocati abbia
già dichiarato che l’Associazione da lui rappresentata è
pronta a prendersi carico di questo onere. Saluti
P.S.: i miei migliori auguri per il tuo concorso da
Segretario Comunale
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Roberto de Falco 1 luglio 2007 0:00
Caro avvocato Privato Sottufficiale (ma non sarebbe meglio
usare nomi e cognomi?), provo a rispondere alle sue
domande. Punto 3. La prima domanda è ovviamente
retorica, perchè è chiaro che nulla vieta ad avvocati,
geometri o altri di munirsi di adeguata copertura
assicurativa per la stipula di compravendite immobiliari
(sempre che riescano a trovare una compagnia assicuratrice
disposta a coprire il rischio: se io decidessi di fare
operazioni a cuore aperto o di progettare palazzi
difficilmente troverei una compagnia disposta a coprire le
mie responsabilità). Il punto, però, non è questo,
ma che: a) il notariato la sua polizza assicurativa
collettiva, con massimale più che adeguato, LA HA GIA',
ed ha altresì un Fondo di Garanzia, costituito a carico dei
notai, che copre i danni non coperti da assicurazione (fatti
dolosi e quant'altro); b) inoltre, e soprattutto,
l'assicurazione fornisce un succedaneo dell'utilità
che avrebbe dovuto garantire la prestazione professionale
mancata o carente, ma non la stessa utilità, e quindi deve
intervenire come extrema ratio, per cui, per quanto
efficiente ed adeguata, non deve pensarsi che possa
sostituire l'affidabilità intrinseca del
professionista. Pertanto SI', vedo altre
difficoltà, anche perchè, al di là delle coperture
assicurative, una bassa percentuale di errori non incide
sull'affidabilità complessiva del sistema, una
percentuale significativamente più alta farebbe venir meno
l'attendibilità dei registri immobiliari (che sono
alimentati dagli atti notarili) ed inciderebbe in modo
signoficativo sulla certezza di tutte le contrattazioni
immobiliari (un immobile non viene venduto una sola volta,
ma passa di mano in mano e quindi gli errori si ripercuotono
a catena), renderebbe più difficile l'accertamento dei
diritti e comporterebbe, in definitiva, nel medio periodo,
un aumento dei costi individuali delle transazioni (per la
progressiva maggiore difficoltà delle indagini necessarie)
e sociali (aumento del contenzioso, ecc.). Punto 4.
In quanto ho fin qui scritto c'è già una risposta al
suo quesito, in quanto ho chiarito che affidare ad altri le
compravendite immobiliari fino a 100.000 euro (perchè poi
questo limite? Se l'emendamento fosse passato il limite
di valore, per di più ancorato al valore catastale e non a
quello venale, non avrebbe avuto alcuna giustificazione
logica) lederebbe la certezza dei rapporti giuridici
coinvolti. Sulla sua ultima considerazione, poi, mi
pare evidente che le autentiche a dichiarazioni negoziali
"siano attività differenti, diversamente rilevanti
sotto il profilo giuridico", rispetto ad autentiche di
carattere meramente amministrativo. Da sempre i
dirigenti delle amministrazioni pubbliche (non solo il
Preside, ma anche il Comandante di corpo militare o altri)
autenticano le firme dei loro dipendenti, ma certo non per
qualsiasi atto, ma solo per le istanze rivolte
all'amministrazione nell'ambito del rapporto di
impiego, e nessuno ha mai pensato di estendere tale potere
di autentica all'esterno del campo che gli è proprio: o
vogliamo far autenticare le compravendite immobiliari dal
Maresciallo dei Carabinieri, Comandante di Stazione?
L'autentica negoziale è sostanzialmente diversa
dall'autentica amministrtiva (che anche il notaio
faceva, quando autenticava istanze ai sensi della legge
15/1968, oggi in genere non più bisognevoli di autentica),
perchè il notaio (non perchè sia particolarmente bravo,
zelante o impiccione, ma) per dovere impostogli dalla legge
professionale (art. 28 legge notarile, come modificato solo
alcuni mesi fa, con equiparazione in proposito della
scrittura privata autenticata all'atto pubblico sotto il
profilo degli obblighi del notaio, equiparazione peraltro
già sostenuta da decenni dalla dottrina notarile), non si
limita ad una mera certificazione dell'apposizione della
firma in sua presenza (o addirittura della sola autenticità
della stessa, e neanche dell'apposizione in presenza
dell'autenticante, come per l'autentica al mandato
da parte dell'avvocato), ma deve, tra l'altro:
- accertarsi, attraverso l'indagine della volontà
delle parti, che il contenuto della scrittura corrisponda
alla volontà negoziale delle parti e sia idoneo a
perseguire l'interesse dalle stesse perseguito; -
verificare che lo stesso sia conforme a legge, nel complesso
e nelle singole pattuizioni; - accertarsi della
capacità di agire dei sottoscrittori; - verificare,
trattandosi di beni immobili, la legittimazione del dante
causa (sotto il profilo dei titoli di provenienza, del
regime patrimoniale della famiglia, ecc.), l'esattezza
dei dati catastali degli immobili e l'assenza di
formalità ipotecarie pregiudizievoli; - verificare,
sia pure sotto un profilo meramente formale, la regolarità
urbanistica del cespite; - effettuare
l'identificazione antiriciclaggio dei
sottoscrittori; - prestare alle parti consulenza sui
profili fiscali dell'atto, in particolare per quanto
concerrne la possibilità di usufruire di eventuali
agevolazioni; - liquidare le imposte indirette (e dal
2006, in alcuni casi, anche dirette) applicabili
all'atto, rispondendone in proprio sia verso le parti
che verso l'amministrazione finanziaria (verso
quest'ultima senza nessun aggio, con l'obbligo del
non riscosso per riscosso); - procedere telematicamente
alle formalità di registrazione (nella maggior parte dei
casi con corresponsione dell'inposta il giorno stesso o
quello successivo all'atto, e pertanto prima di aver
avuto la disponibilità delle somme all'uopo ricevute,
in assegni, come prescritto dalla legge, dalle parti),
trascrizione e voltura catastale; - conservare nella
propria raccolta (in modo da poterne rilasciare copia a
chiunque la richieda) l'originale dell'atto, fin
quando continua ad esercitare le funzioni nello stesso
distretto; - ecc., ecc., ecc.. Questa volta
permetta a me la domanda retorica: è la stessa attività
che svolge il Preside quando autentica la firma del bidello?
Cordiali saluti a tutti
|
Gourry 1 luglio 2007 0:00
1) Le frasi le devi citare interamente altrimenti fai solo
disinformazione. 2) Chiunque avesse anche MINIMAMENTE
affrontato la problematica della responsabilità notarile,
saprebbe che di fatto essa viene dalle Corti ravvisata con
gli stessi criteri di una obbligazione di risultato. 3)
STUDIA STUDIA STUDIA CHE' SEI IMPREPARATO!!!
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Per Gourry 1 luglio 2007 0:00
Confesso candidamente di ignorare che cosa sia la
"funzione di adeguamento". Ti prego di
spiegarmela.
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Privato sottufficiale 1 luglio 2007 0:00
Per il notaio Matteo Fasano. Egregio notaio, le
ho indicato alcune massime della Cassazione in tema di
qualificazione della prestazione dei notai. Pensavo che
per laureato in Giurisprudenza non ci fossero difficoltà di
comprensione o che, in caso di dubbio, lei avesse avuto il
buon senso di andare a leggere la sentenza per esteso.
A questo punto mi viene da pensare che lei non sappia
leggere o che, molto più probabilmente, si rifiuti di
leggere. Le trascrivo un'altra parte della stessa
sentenza (Cass. civ., sez. III, 29 gennaio 2003, n. 1288),
sperando che, dopo la lettura, le diventi finalmente chiara
la natura giuridica dell'obbligazione che grava sui
notai. "Nell'adempimento delle
obbligazioni inerenti all'esercizio dell'attività
di notaio, il professionista è tenuto ad una prestazione
che, pur rivestendo i caratteri dell'obbligazione di
mezzi e non di risultato ...". A costo di
apparire noioso le metto in maiuscolo la parte che
interessa: OBBLIGAZIONE DI MEZZI E NON DI RISULTATO. Se
le risulta difficile capire, forse ha bisogno di cambiare le
lenti dei suoi occhiali. Se, dopo questo ennesimo
input, però, le rimangono ancora dubbi in proposito, le
consiglio sommessamente, ma convintamente, di lasciare il
suo lavoro, perché non fa onore alla tanto sbandierata
severità del concorso. Il suo messaggio,
peraltro, contiene una affermazione che almeno in parte
chiarisce il suo assurdo punto di vista. Lei
dice: "E' ovvio che un notaio possa sbagliare, solo
qualcuno in cattiva fede potrebbe desumere
un'affermazione in contrario da quanto sopra scritto, ma
il consumatore che ha subito il danno viene in ogni caso
rimborsato dai Lloyd's di Londra, al valore aggiornato
del danno(!!!), essendogli comunque assicurata la garanzia
del risultato, essendo, quella del notaio
un'obbligazione di risultato, e non di mezzi.
L'ho scritto in modo elementare, così non può far
finta di non aver capito". Mi dica, per
favore, che sta scherzando e che oggi è il primo di aprile.
Dire che al cliente che è rimasto fregato viene,
mediante il risarcimento, "assicurata la garanzia del
risultato" è un assurdo giuridico. Le faccio
osservare, ma sto perdendo la speranza che mi capisca, che
lei ha precisato soltanto che cosa avviene in caso di
inadempimento del notaio. Precisiamo, inoltre, che il
cliente lo risarcisce lei, non i Lloyd's di Londra.
Se sostiene il contrario, vuol dire che non ha capito
niente nemmeno per quanto riguarda il contratto di
assicurazione. Occorre, in ogni caso, dire che, quando
ciò avviene, siamo di fronte ad un inadempimento colpevole.
Se ha dei dubbi anche sul concetto di inadempimento,
le consiglio caldamente la lettura di M. Giorgianni
(L'inadempimento, Giuffrè) o di rivolgersi ad Alex, che
pare abbia letto qualcosa di questo autore.
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Gourry 1 luglio 2007 0:00
Privà ma la funzione di adeguamento dove la metti? Mah, qua
si è intavolato un discorso sul nulla.
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Privato sottufficiale 1 luglio 2007 0:00
Per il notaio Roberto De Falco. Premesso che
apprezzo il tono pacato del suo intervento, vorrei fare
alcune considerazioni su di esso. - punto 3). Che i
notai non fosero infallibili per me era il presupposto
logico di una qualsiasi seria discussione. Ci hanno pensato
Alex, Gourry e qualcun'altro a dire il contrario, a
parlare di "certezza giuridica degli atti di
disposizione patrimoniale", di "tutela
dell'ordinamento", di "garanzia per le fasce
deboli" e di altre consimili panzane. Lei
riconosce senza difficoltà che "i notai non sono
infallibili" (anche se statisticamente sbagliano molto
poco); ero e sono convinto di entrambe le cose. Mi
dica se sussiste per le altre categorie, che in ipotesi
(ormai si può dire così) avrebbero potuto occuparsi di
compravendite immobiliari, un divieto di munirsi di adeguata
copertura assicurativa. Sotto il profilo
logico-giuridico se un notaio sbaglia 1 volta su 1000 e un
avvocato 1 volta su 100 il problema (è lapalissiano) sta
nel numero dei possibili errori. Ci penserebbero le
assicurazioni a dire all'avvocato che non intendono più
assicurare un imbecille che sbaglia continuamente, o gli
chiederebbero un premio talmente elevato da fargli capire
che non è il caso di continuare. Vede altre difficoltà
lei? punto 4). Lei dice: "non sono i notai
che scelgono cosa essere, ma è lo stato ad aver scelto il
notariato di tipo latino" ed aggiunge "Certamente
non si tratta di una scelta obbligata del legislatore, che
potrebbe appunto scegliere un sistema diverso".
Siamo perfettamente in sintonia. Capisco le ragioni per
le quali lei non auspica un cambiamento, ma ritiene che un
eventuale affidamento ad altri soggetti delle compravendite
immobiliari di valore inferiore a 100.000 Euro costituisca
seria minaccia alla certezza dei rapporti giuridici tipici
della nostra società? Aggiungo una ultima
considerazione. Oggi mi capita di autenticare le firme
dei clienti per andare in giudizio; molti anni fa mi
capitava, come Preside di una scuola pubblica, di
autenticare le firme di insegnanti, segretari, bidelli.
Pensa che concettualmente siano attività differenti,
diversamente rilevanti sotto il profilo giuridico? Mi
piacerebbe conoscere la sua opinione al riguardo, anche per
sgombrare il campo della discussione da tanta monnezza che
appesta il forum. Saluti.
|
matteo fasano 1 luglio 2007 0:00
X privato: Con il concetto "garanzia di
risultato" contrapposto a quello di "garanzia di
mezzi" ci si voleva,evidentemente, riferire al valore
aggiunto della prestazione notarile, in comparazione con
altre, come risultato finale e non come modalità
prestazionale. E' solo l'assoluta cattiva
fede che può favorire interpretazioni fuorvianti.
E' ovvio che un notaio possa sbagliare, solo qualcuno
in cattiva fede potrebbe desumere un'affermazione in
contrario da quanto sopra scritto, ma il consumatore che ha
subito il danno viene in ogni caso rimborsato dai
Lloyd's di Londra, al valore aggiornato del danno(!!!),
essendogli comunque assicurata la garanzia del risultato,
essendo, quella del notaio un'obbligazione di risultato,
e non di mezzi. L'ho scritto in modo elementare,
così non può far finta di non aver capito. Il
notaio che lei cita nell'esempio (mi pare scandalosa
l'assoluzione in primo grado n.d.r.), in virtù delle
attuali norme disciplinari sarebbe condannato ad una
sanzione pecuniaria di oltre diecimila euro ed alla
sospensione professionale per sei mesi,naturalmente il danno
economico procurato alle parti sarebbe loro indennizzato,
come già detto al valore rivalutato, dal Lloyd's.
Per un avvocato invece è diverso, la sua è
un'obbligazione di mezzi e non di risultato,quindi non
deve prestare una garanzia di risultato. La cosa è
drammaticamente diversa per il consumatore, a questo punto
l'avranno capito tutti,credo anche chi non voglia
capire. E quando l'avvocato sbaglia...cosa
succede,cosa rischia a livello disciplinare e pecuniario,il
suo cliente ha la certezza di essere risarcito,in che
misura,da chi? La domanda che le pongo mi sembra
serissima, sopratutto dal punto di vista del consumatore.
Attendo risposta. Senza rancore. Matteo
Fasano - Notaio.
|
Privato sottufficiale 1 luglio 2007 0:00
Per Alex & Co, rinomata compagnia di venditori di fumo.
Tratta dalla serie "una sentenza al giorno toglie
l'ignoranza di torno" trascrivo alcune parti di
Cass. Civ, Sez. II, 2/3/2005, n° 4427. Non è
necessario essere giudici, o avvocati, o notai per capirne
il senso: è chiaro come il sole che il notaio ha sbagliato
e che è stato condannato a risarcire il danno. Ma non
doveva garantire la certezza dei rapporti giuridici,
tutelare l'ordinamento, "garantire" il
risultato? Non so se il notaio è stato cacciato via e
se ha messo mano al portafogli direttamente o si è avvalso
della polizza stipulata dall'arciconfraternita notarile
con i Lloyd's di Londra. Mi basta sapere che ha
pagato. Buona lettura a tutti, tranne ad Alex &
Co, che hanno evidenti difficoltà di comprensione a causa
dei loro pregiudizi. --------------- "A.F.,
premesso che con atto rogato dal notaio C.Q. il 7.2.1981
aveva acquistato da P.G. una casa di civile abitazione sita
in San Felice Circeo, via …….., e che l'immobile era
risultato abusivamente costruito su terreno di uso civico
appartenente al Comune, convenne il venditore e il notaio
davanti al tribunale di Latina per sentir dichiarare la
nullità dell'atto di compravendita e condannare i
convenuti alla restituzione di quanto pagato e al
risarcimento dei danni......... All'esito del
giudizio di appello la corte d'appello di Roma, con
sentenza 20 dicembre 2000, riformando la decisione
impugnata, dichiarò la nullità del contratto e condannò
entrambi i convenuti in solido al pagamento in favore
dell'attrice della somma di lire 6 milioni quale
restituzione del prezzo pagato, con interessi in misura
legale dal 7.2.1981 al 15.6.1984, in misura del 10% dal
15.6.1984 al 15.12.1990, e nuovamente al tasso legale dal
15.12.1990 al saldo, oltre alla rifusione delle spese del
giudizio ........... Con il primo motivo la
ricorrente denuncia violazione di legge e falsa applicazione
di norme di diritto perché la corte territoriale ha
affermato la responsabilità del notaio senza tener conto,
da un alto della clausola di esonero da responsabilità per
le visure catastali che le parti avevano sottoscritto in
dipendenza della urgenza con cui avevano richiesto la
stipula, e dall'altro che l’art. 32, comma 6, della
legge 47/85 consente al privato che ha effettuato
costruzioni abusive su aree di proprietà dello stato o di
un ente locale di ottenere il condono a condizione che
l'acquisizione del suolo pubblico venga regolarizzata;
nel caso di specie, secondo la ricorrente, sussistevano
tutti i presupposti di legge per ottenere la
regolarizzazione degli immobili oggetto del rogito. La
ricorrente censura altresì la decisione impugnata per aver
affermato la sua responsabilità sulla base di un
presupposto erroneo, e cioè del "colpevole
inadempimento dell'incarico professionale, che imponeva
al notaio di rilevare la condizione giuridica del bene
compravenduto, non intestato al venditore come
proprietario"....... Il motivo è destituito di
fondamento..... Quanto alla pretesa
"difficoltà" dell'accertamento che manderebbe
esente da responsabilità il notaio, osserva la corte che il
notaio non può invocare la limitazione di responsabilità
prevista per il professionista dall’art. 2236 cod. civ.
con riferimento al caso di prestazione implicante la
soluzione di problemi tecnici di speciale difficoltà, in
quanto il mancato espletamento di una attività preparatoria
importante, quale la visura dei registri immobiliari, non
integra un ipotesi di imperizia, cui soltanto è indirizzata
la previsione normativa in parola, ma negligenza o
imprudenza, e cioè violazione del dovere della normale
diligenza professionale media esigibile ai sensi del secondo
comma dell’art. 1176 cod. civ., rispetto alla quale rileva
anche la colpa lieve. Deve quindi concludersi per il
rigetto del ricorso, con conseguente condanna della
ricorrente alla rifusione delle spese del giudizio, come da
dispositivo. P.Q.M La corte rigetta il ricorso e
condanna la ricorrente alla rifusione delle spese del
giudizio ...... Così deciso in Roma, nella camera di
consiglio della IIa sezione civile, il 16 novembre 2004.
DEPOSITATA IN CANCELLERIA IL 2 MAR. 2005".
|
Roberto de Falco 30 giugno 2007 0:00
Intervenendo solo a questo questo punto nella discussione -
e premesso (ad evitare equivoci) che sono un notaio - non mi
pare il caso di ribadire le argomentazioni già svolte
abbondantemente, ma solo di evidenziare qualche equivoco che
mi pare di cogliere nella discussione. 1) COSTI Si
sottolinea con forza il costo eccessivo, non di mercato,
sciacallesco addirittura, della prestazione notarile, e nel
messaggio introduttivo si fanno anche delle cifre
(palesemente sballate). Allora chiedo: chi fa queste
osservazioni conosce il costo (parlo ovviamente di onorario,
non di imposte e spese) di una ompravendita immobiliare del
valore di € 200.000 (o di € 100.000, per rimanere al
messaggio introduttivo)? In ogni caso, quale sarebbe il
costo che riterrebbe giusto? 2) COSTI BIS Mi
sembra contraddittorio accusare i Notai, da un lato di
approfittare dello scarso numero per chiedere qualsiasi
cifra, dall'altro di applicare una tariffa che, proprio
in quanto tale, è sottratta alla libera contrattazione.
In realtà la tariffa notarile, proprio perchè
remunerazione di una pubblica funzione, è (secondo qualcuno
era, fino al primo Bersani, ma è interpretazione che non mi
convince sul piano giuridico) sottratta alla libera
contrattazione NELL'INTERESSE DEL CITTADINO (da qualcuno
definito consumatore). E questa mia affermazione non
vuole essere un paradosso: credo fermamente che, in un
sistema di libero mercato, una prestazione professionale
qualificata come quella notarile varrebbe molto, ma molto,
di più di quanto viene riconosciuto al notaio dalla tariffa
vigente. 3) RESPONSABILITA' DEL NOTAIO Ho
notato che si insiste nel cercare di dimostrare che i notai
non sono infallibili. E ci mancherebbe altro! Quello
che si sostiene in contrario non è ovviamente che lo siano,
ma solo che sbagliano (statisticamente) molto poco (che poi
i pochi casi di errore possano essere un dramma per chi li
subisce è un altro discorso, ma proprio per questo deve
essere salvaguardata la qualità nell'accesso alla
professione) e che comunque il cliente è tutelato da un
efficiente sistema di responsabilità civile e di tutela
assicurativa. 4) RUOLO DEL NOTAIO
NELL'ORDINAMENTO Ho letto nel forum la frase (più
o meno): i notai devono scegliere se essere pbblici
ufficiali o liberi professionisti); frase che riecheggia
quella pronunciata nel corso della puntata di EXIT da un
componente dell'Antitrust e profondamente sbagliata per
due motivi: a) non sono i notai che scelgono cosa
essere, ma è lo stato ad aver scelto il notariato di tipo
latino (che non è una bizzarria italiana, ma una
istituzione presente in 21 paesi su 27 dell'Unione
Europea) per l'assolvimento della pubblica funzione di
dare certezza e legalità a molti tipi di atti tra
privati; b) la caratteristica del notariato latino è
proprio l'esercizio in forma libero-professionale della
suddetta funzione pubblica. Certamente non si tratta di una
scelta obbligata del legislatore, che potrebbe appunto
scegliere un sistema diverso, ma comunque un notaio che
fosse solo pubblico ufficiale o solo libero professionista
non sarebbe più un notaio. Sarebbe nel primo caso un
pubblico dipendente (e può essere una scelta, da parte
dell'ordinamento, sicuramente plausibile, ma sarebbe
coerente con le esigenze di competitività tante volte
sbandierate contro il notariato? Sarebbe possibile attendere
per la stipula di un atto di compravendita quanto oggi si
attende per avere una sentenza o una concessione edilizia?);
nel secondo caso semplicemente un consulente di parte, quale
esperto di diritto civile e commerciale, come nei sistemi di
common law, e quindi non assolverebbe la funzione di
garanzia di certezza e di legalità, ma solo di tutela
(legittima) degli interessi del suo cliente.
Chiedo scusa per essermi fatto prendere la mano ed essermi
dilungato e vi saluto con la speranza di contribuire i punti
che ho trattato.
|
Gourry 30 giugno 2007 0:00
Pollivendolo si commenta da sé.
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pollivendolo 30 giugno 2007 0:00
Si e rotta la recinzione e mi è scappato un pollo di nome
"gourry", l'avete mica visto da queste
parti? Gourry... gou.. gou...gourry....gougou gou...
|
Gourry 30 giugno 2007 0:00
Dimenticavo, il caso da te citato magari rientra in quello
0,0029% di atti non andati in porto? Ricordiamoci tutti il
noto principio di filosofia della scienza, riconosciuto
dalla statistica, in base al quale l'antitesi della
statistica è l'aneddoto, il quale non può che
fuorviare il lettore. Che sia proposto con malizia, come fa
privato sottuf., o meno.
|
Gourry 30 giugno 2007 0:00
Ascoltato questo: "Egregio signor notaio, la
debolezza dei suoi argomenti è disarmante. Lei parla,
riguardo al lavoro dei notai, di "garanzia di
risultato". Se così fosse l'attività
notarile dovrebbe essere immune da vizi ed inoppugnabile.
Non avrebbe, pertanto, giustificazione alcuna un contratto
di assicurazione; anzi, dovrebbe essere considerato nullo
per l'assenza del rischio (art. 1895 c.c.).", il
Professore bocciò l'alunno. Da quando in qua ad
un'obbligazione, seppur di risultato, è estraneo il
rischio di inadempimento? Il Giorgianni ed il Mengoni si
stanno rivoltando nella tomba. Torni a studiare seriamente
signor privato sottuff., e non pensi che l'aver letto un
misero manuale di privato o un libro pseudo-giuridico
acquistabile in edicola, le possa dare la capacità e
l'ardire di gettarsi in curiose quanto errate
disquisizioni sul concetto di alea e di obbligazione.
Bastano quelle righe per capire quanto lei sia preparato e
pronto per seguire anche una banale compravendita
immobiliare. Comunque le consiglio la lettura di M.
Giorgianni, L'obbligazione; R. Nicolò, voce: Alea in
enc.dir.; L. Mengoni, Obbligazione di mezzi e di risultato
(in Riv.dir.civ. o Riv.dir.comm. ora non ricordo bene ma mi
perdonerà visto che sto citando a braccio e non le sarà
certamente difficile trovarlo). Sul serio certe
affermazioni sono un insulto alla scienza giuridica.
|
Privato sottufficiale 30 giugno 2007 0:00
Per Matteo Fasano. Egregio signor notaio, la
debolezza dei suoi argomenti è disarmante. Lei parla,
riguardo al lavoro dei notai, di "garanzia di
risultato". Se così fosse l'attività
notarile dovrebbe essere immune da vizi ed inoppugnabile.
Non avrebbe, pertanto, giustificazione alcuna un contratto
di assicurazione; anzi, dovrebbe essere considerato nullo
per l'assenza del rischio (art. 1895 c.c.). Mi
meraviglia, comunque, la sua approssimazione terminologica:
il termine "garanzia" è del tutto
inappropriato. Intanto cominciamo col ribadire che
l'obbligazione del notaio è una obbligazione di mezzi e
non di risultato. Non lo dice "Privato
sottufficiale", ma la Corte di Cassazione (Cass. Civ.,
sez I, 18/3/1997, n° 2396: "Tra il notaio ed il
cliente intercorre un rapporto professionale inquadrabile
nello schema del mandato, in virtù del quale il primo è
tenuto a fare tutto quanto è nelle sue possibilità per la
realizzazione del risultato pratico che il secondo si
prefigge ..."; Cass. Civ., sez. III, 29/8/1987, n°
7127, nonché Cass. Civ., sez. III, 29/1/2003, n° 1288:
"La responsabilità del notaio per colpa
nell'adempimento delle sue funzioni ha, nei confronti
delle parti, natura esclusivamente contrattuale, in quanto,
pur essendo tenuto a una prestazione di mezzi e non di
risultato …"). Siccome voi notai vi trincerate
dietro affermazioni apodittiche (certezza giuridica, difesa
dell'ordinamento, bla bla bla ...) mi permetto di
riportarle alcuni passi di una sentenza della Suprema Corte
(n. 4657, Sez. III civile, del 16 febbraio 2000) che
esaminava un caso in cui (è di tutta evidenza) il notaio
era incorso in errore. Riporto soltanto le iniziali del
notaio, anche se la sentenza è reperibile per esteso su
internet. " .... Il 29 giugno 1996 il notaio M.
C. rogò l’atto costitutivo della società unipersonale a
responsabilità limitata I. N. In sede di omologa il
tribunale di Milano rilevò che del capitale sociale di
lire venti milioni risultavano versate soltanto lire sei
milioni e lo segnalò al notaio. …. In sede
disciplinare al notaio fu addebitata la violazione degli
articoli 26 e 138 legge notarile, in relazione al secondo
comma dell’articolo 2476 c.c., per aver ricevuto il
suddetto atto costitutivo senza che fosse stato versato
l’intero capitale sociale. ... Con sentenza del 4
maggio 1998 lo stesso tribunale mandò assolto l’incolpato
con il rilievo che il successivo versamento dei decimi
mancanti aveva sanato il vizio.... In accoglimento
dell’impugnazione proposta dal P.M. avverso la suindicata
decisione ... la Corte di appello ha invece affermato la
responsabilità del notaio, che ha condannato, concesse le
circostanze attenuanti, alla sanzione di lire quattromila di
ammenda. ….. Con l’unico complesso motivo del
ricorso il ricorrente deduce la falsa applicazione
dell’articolo 28 legge notarile, ed a sostegno di esso
afferma ... che il mancato versamento dell’intero capitale
sociale configura un’ipotesi di nullità relativa, come
tale non sanzionabile disciplinarmente .. Il ricorso è
infondato. La tesi del ricorrente — secondo la
quale, una volta sopravvenuta tale eliminazione, vien meno
anche retroattivamente la responsabilità del notaio — non
appare condivisibile: se essa fosse esatta, dovrebbe infatti
anche ammettersi che perfino rogare un atto costitutivo di
società avente un oggetto sociale illecito o contrario
all’ordine pubblico ... renderebbe irresponsabile il
notaio una volta intervenuta la modifica dell’atto, il che
appare in manifesto contrasto con il disposto
dell’articolo 28.1 n. 1 legge notarile. Tale norma
configura infatti la responsabilità disciplinare del notaio
con riferimento ad una condotta propria di esso, condotta
che, una volta realizzata, segna il momento consumativo
dell’illecito e sulla quale non possono pertanto spiegare
rilevanza retroattiva comportamenti altrui …
P.Q.M. La Corte rigetta il ricorso".
Per cortesia, egregio notaio, mi dica in quale modo il
notaio M.C. ha assicurato la certezza dei rapporti giuridici
ed ha provveduto alla tutela dell'ordinamento e, visto
che ci siamo, se, alla luce di quanto sopra, l'aver
superato il concorso notarile mette il notaio al riparo da
ogni errore. Mi sono limitato a richiamare un caso di
responsabilità disciplinare. Se non è convinto, la
prossima volta le indico alcuni casi di responsabilità per
danni. Forse è il caso di uscire dal castello e di
combattere questa battaglia (simbolica) con argomenti seri e
non con le chiacchiere amplificate dai magafoni di Alex,
Gourry e compagnia servente.
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