Commenti
|<   <- 121-150/158 ->   >|
per chi suona a orecchio
2 marzo 2009 0:00
harakiri:

a volte il copia incolla non permette di comprendere il senso della notizia ed è forte la tentazione di leggerle secondo i nostri pregiudizi.
"La Francia intende procedere allo smantellamento delle installazioni nucleari di base giudicate non sicure" che vuol dire? che saranno smantellate TUTTE le centrali nucleari? o solo le installazioni "di base"(qualunque cosa ciò significhi)? o solo, fra le "cinstallazioni di base" quelle giudicate non sicure? (e ci mancherebbe che si continuasse ad usare impianti non sicuri)! Ma soprattutto:in quali atti o provvedimenti formali si sarebbe tradotta questa "intenzione" visto che pure in Francia sono in corso programmi di upgrade delle centrali?

"Caorso oggi 1 marzo è costata 150mila euro; come ieri e come domani".E' mica colpa delle centrali se i spientoni, anzichè farla produrre, hanno deciso di smantellarla.

x Gianni.
il problema delle scorie esiste, non lo nego. Esitono alcune ipotesi come l'impiego di un acceleratore di protoni di alta energia (600 MeV - 2 GeV), accoppiato con un reattore nucleare subcritico, (Rubbiatron) in cui le scorie sarebbero utilizzate quale combustibile. E' solo un progetto sulla carta e non si sa se funzonerà nella realtà.
Ma ammettiamo pure che non funzioni:
di che dimensioni è il problema? tutte le scorie radioattive ( del mondo messe insieme comprese la parti in metallo e muratura irradiate delle struutture)non occuperebbero uno spazio superiore ad uno campo di calcio. non mi pare un problema insormontabile.

In passato si e sempre ricorsi al confinamento a grandi profondità : poi qualcuno ha cominciarto a temere che i bidoni non tenessero o che non si potesse garantire garantire la stabilità del sottosuolo per migliaia di anni.
Capisco l'obiezione ma, a mio parere,un terremoto che portasse a livello del suolo le rocce sepolte a 4/5000 metri sotto la superficie avrebbe una tale potenza distruttiva che non lascerebbe superstiti a preoccparsi di eventuali scorie riemerse.
Gianni
2 marzo 2009 0:00
Da qualche parte ho letto che Svezia e Finlandia si sono approvvigionati per le loro centrali da materiale ceduto dalla Russia e così pare anche la Francia.

La mia opinione comunque è che potrei accettare la costruzione di qualche centrali nucleari, con le opportune garanzie su chi esegue i lavori, sulla collocazione, e sui dispositivi di sicurezza ridondanti in maniera adeguata, solo perché seguendo il ragionamento di diversificare le fonti di energia, metterei anche il nucleare come una delle alternative.
Il problema non risolto sono le scorie, dove non vedo soluzione, tutti ci girano intorno, ma nessuno ha il coraggio di dire qualcosa di definitivo e nessuno forse lo può dire. Per questo motivo niente nucleare a mio parere.
Gianni
Gianni
Per chi scrive a cazzo
1 marzo 2009 0:00

Cazzo scrivi, mister "per chi suona ad orecchio"?
Li leggi, i post su cui spandi scorie?
La questione non è i costi del nucleare, ma il fatto che chi lo propone non lo fa certo per "farci risparmiare". (O per te è irrilevante CHI lo propone e quali siano i loro veri intenti?)

Per usare il tuo esempio, potrebbero benissimo mettere in circolazione auto che costano 30 e consumano 20 (30+20=50, meno di 90+10=100, se non sbaglio), ma non lo fanno PROPRIO per indurci a comprare un'auto che costa 90.
Auto che peraltro è già previsto che dovremo tenere in garage senza mai usarla. Da coglioni.
Studiati tu per primo un po' di solfeggio, prima di criticare la musica altrui, va'.

danilo
1 marzo 2009 0:00
chi suona ad orecchio non conosce lo spartito, la sua musica è frutto di innate intuizioni.

chi si ritiene musicista dovrebbe farci conoscere il titolo del brano che suona e, sopratutto, le edizioni musicali della sua musica.

danilo.
Harakiri
1 marzo 2009 0:00
Chi è che suona a campana?

(ANSA) - PARIGI, 13 NOV 2008 - La Francia intende procedere allo smantellamento delle installazioni nucleari di base giudicate non sicure. Lo ha detto il presidente dell'Asn, l'Agenzia per la sicurezza nucleare secondo cui ci sono le condizioni giuridiche e tecniche, anche se il processo sara' lungo. La questione dello smantellamento e della denuclearizzazione dei siti francesi e' diventata di grande attualita' dopo gli incidenti avvenuti la scorsa estate.

Alcuni impianti saranno probabilmente smantellati, altri potranno prolungare la propria vita... in ogni caso a oggi non ci sono programmi in Francia per rimpiazzare le centrali che sarano chiuse e dismesse.

Anche in Italia c'era un progetto per far ripartire Caorso e Trino. Era stato elaborato dal CNR. Perchè l governo Berlusconi preferì attuare le decisioni di Bersani\Letta?

Vorrei solo capire.
Perchè dovrei dare fiducia incondizionata a chi appena ieri sosteneva la necessità del rilancio del nucleare e però non fece nulla per salvare le centrali che per esperti tecnici della materia (CNR) potevano essere rimesse in funzione con costi contenuti?

Nei costi non è tanto il combustibile che incide ma il trattamento del combustibile, e poi le scorie, la sicurezza passiva a ciclo produttivo concluso e infine lo smantellamento, oltre ovviamente alla costruzione.

Per le poche scorie prodotte dall'Italia il governo Berlusconi, fallendo con l'operazione Scanzano, ha speso 250milioni di euro per il solo trattamento da effettuarsi in Francia. A questo costo bisogna aggiungere quanto abbiamo già speso per le scorie, quanto speso per il trasporto (si spera in sicurezza) e quanto spenderemo per il rientro delle scorie e la loro successiva custodia.

Quanti sono i soldini riconosciuti alla SOGIN per lo smantellamento delle centrali?
Caorso oggi 1 marzo è costata 150mila euro; come ieri e come domani.

Come si fa a parlare di convenienza se questi costi vengono tenuti fuori.
E' come parlare del costo dell'acqua minerale senza considerare i costi di imbottigliamento e della bottiglia.
x chi suona ad orecchio
1 marzo 2009 0:00

per gianni (che non la pensa come me ma mi sembra il più razionale)

"Non ho conoscenza di quanto costi l'approvvigionamento del combustibile nucleare, non penso che sia a buon mercato e che influisca in percentuale irrisoria"
Devi sapere allora che l'uranio oggi costa sui 200/300 dollari al Kg (quando sono state smantellate le testate nucleari era sceso a 20/30 $)e che la quantità di combustibile per fare funzionare una centrale si misura in kg, non certo in tonnellate.
"Bisogna tenere conto che molti di quei costi sono stati e sono ancora oggi nascosti nelle spese militari"
Se la tua premessa fosse vera dovresti concludere che allora la Svezia si è dotata clandestinamente di armi nucleari nascoste. E lo stesso vale per la Finlandia.

"Inoltre ho letto da qualche parte che molto del combustibile nucleare attualmente utilizzato sia di derivazione militare" Hai letto bene, ma questo argomento non mi sermbra dica niente nè a favore nè contro il nucleare.

"Se le centrali nucleari si fossero dimostrate un' alternativa efficiente ed economica sarebbero già state costruite altre in alternativa a quelle da dismettere"
Te lo ripeto, non sono in costruzione nuove centrali perche non sono in programma particolari ondate di dismissioni.

Perchè non se ne sono costruite di più? La risposta tre la sei data tu stesso in precedenza: "Una centrale nucleare non la si può fermare a piacimento ed è per questo che la Francia è costretta ad esportare energia"
In realtà ogni paese ha un bisogno
-di una produzione minima costante di energia elettrica per far fronte alle necessità minime di consumo
-di una produzione addizionale per fare fronte ai picchi di consumo.
L'energia atomica è perfettamente indicata per far fronte alla produzione minima costante mentre per la produzione addizionale dei picchi si ritiene più indicata una centrale a combustibile che si può accendere o spegnere.
La Francia ha semplicemente sovradimensionato la propria produzione minima. la Germania invece ha sovradimensionato la produzione di picco.
Ma visto che esistono le reti elettriche che collegano i paesi, e che non sempre il picco di produzione in Francia coincide con il picco in Germania, hanno risolto il problema cedendo l'elettricità francese in eccesso nei momenti di basso consumo e riprendendosela nei momenti di maggiore consumo. Mi sembra una soluzione molto razionale, non vi pare?.
Gianni
1 marzo 2009 0:00
Non ho conoscenza di quanto costi l'approvvigionamento del combustibile nucleare, non penso che sia a buon mercato e che influisca in percentuale irrisoria. Bisogna tenere conto che molti di quei costi sono stati e sono ancora oggi nascosti nelle spese militari.
Inoltre ho letto da qualche parte che molto del combustibile nucleare attualmente utilizzato sia di derivazione militare, a seguito delle eccedenze dovute allo smantellamento di ordigni che fortunatamente non sono mai stati usati. Non so quanto ci sia di vero ma lo ritengo probabile.
In ogni caso gli impianti per l'arricchimento non sono nati per l'impiego civile, e la spesa per la loro costruzione è stata tutta a carico del militare.

Se le centrali nucleari si fossero dimostrate un' alternativa efficiente ed economica sarebbero già state costruite altre in alternativa a quelle da dismettere.
Non lo hanno fatto perché l'attuale tecnologia comporta troppi problemi, e c'era la speranza di trovare soluzioni sopratutto per il problema delle scorie, questione mai risolta. La vita di qualche impianto sarà prolungata perché l'energia bisogna continuare a fornirla ed in mancanza di alternative la soluzione più semplice è quella di prolungare la vita di quelli esistenti.

Lo sappiamo benissimo che la corsa al nucleare è iniziata sopratutto per i problemi derivanti dall'approvvigionamento del petrolio a seguito della guerra nel 1973 tra Israele ed i paesi arabi, ed è proseguita a seguito di stime delle disponibilità mondiali del greggio che ne prevedono l'esaurimento e quindi il costo salirà. Ora le questioni sono altre secondo me, sopratutto due, il surriscaldamento e l'ecologia.
Delle variazioni climatiche ne abbiamo avuto già delle prove inconfutabili, e le centrali che utilizzano combustibile fossile ne sono una delle cause. Per la questione ecologica pare evidente che non possiamo continuare a sotterrare spazzatura, con la differenza che quella tradizionale, se si vuole, se ne può recuperare o trasformare la quasi totalità. Ma le scorie nucleari non si recuperano o almeno fino a questo momento per disfarsene veramente l'unica alternativa è spararle nello spazio,e fuori del sistema solare, per non correre rischi.
Gianni
pre chi suona ad orecchio
28 febbraio 2009 0:00
"presto parecchi impianti termineranno il ciclo produttivo e non ci sono piani di sostituzione"
Un par de ciufole.

Quando le centrali nucleari sono state costruite si prevedeva che restassero in attività per max 40 anni.

Oggi, approssimandosi il termine dei 40 anni si è constatato che gli impianti sono ancora in ottima efficienza, e possono durare ancora per almeno ALTRI 20 ANNI (senza interventi straordinari ma solo con la manutenzione ordinaria).

Ecco perchè non sono in programma sotituzioni: le contrali esistenti in quei paesi sono più che adeguate e non vale la pena, per ora, di rompersi le corna più di tanto con i fanatici dell'antinucleare. Quando il petrolio tornerà (e tornerà) sopra i 200 dollari al barile, ne riparleranno.

Mi permetto solo di osservare che l'aumento del 50% della durate di un impianto (da 40 a 60 anni!!) dovrebbe ispirare una certa prudenza a coloro che stanno sparando cifre a casaccio sui costi del nucleare.
Infatti sul costo dell'intero ciclo di vita di una centrale nucleare:
-i costi di approvvigionamento del combustibile nucleare influiscono in percentuale irrisoria
-i costi di costruzione degli impianti sono altissimi
Al contrario, sul costo dell'intero ciclo di vita di una centrale a carbone-petrolio-metano:
-i costi di approvvigionamento del combustibile sono altissimi;
- i costi di costruzione degli impianti sono bassi.

In altre parole scegliere un impianto nucleare è come avere una macchina che pagate 90 al fabbricante, ma poi nel corso di tutta la sua vita, vi costa 10 per funzionare.
Un impianto a gas o combustibile fossile è una macchina che pagate 40 al fabbricante ma poi, farla funzionare spenderete 60 dal benzinaio.

90+10=40+60=100. Quindi i costi del ciclo di vita delle 2 macchine grossomodo si equivalgono
Ma se quegli impianti, che dovevano durare 40 anni continuano a funzionare per 60 anni, allora quale tipo di macchina scegliereste?
Gianni
28 febbraio 2009 0:00
L'uranio si trova diffuso nelle rocce di tutto il mondo ma solo in percentuali così basse che costerebbe una follia la sua strazione.
Ci sono però alcuni giacimenti sfruttabili, più ricchi di minerale di uranio in Australia in Canada e nel Kazakhstan, sono quelli che fino ad ora hanno prodotto la maggior parte dell'uranio disponibile.
Poi altri meno importanti in Russia, Namibia, Nigeria, Stati uniti, Brasile, India, e Uzbekistan. Questi ultimi al limite della convenienza.

Un difetto del nucleare che assilla la Francia è che non può adeguare la produzione di energia elettrica in base alla richiesta degli utenti. Una centrale nucleare non la si può fermare a piacimento ed è per questo che la Francia è costretta ad esportare energia. Quando ne produce troppa non può ridurre la produzione, ed è costretta ad esportarla nei paesi che possono fermare senza eccessivi problemi le centrali tradizionali, cosa che succede normalmente. Ma quando la Francia ha bisogno di più energia elettrica non riesce a sopperire alla richiesta, infatti la importa dalla Germania, sembra un paradosso ma è quello che è succede normalmente, specialmente questo inverno particolarmente freddo.
Gianni
IVAN
28 febbraio 2009 0:00

Haki, sei impazzito? Lo sforzo di scrivere 3 post consecutivi può essere fatale, per un Bradipo.

1°post) Non preoccuparti delle scorie; se capisci come ragionano i promotori, queste centrali non verranno MAI rese operative. A loro basterà mettere in movimento un po' di grano per il progetto iniziale, poi - manco a dirlo - saranno affari di Pantalone.

2°post) Non preoccuparti di Topesio; se gli chiedi di NON darti spiegazioni, vedrai che te le offrirà da solo. Stai a vedere come si fa:
TOPESIO, NON INSULTARMI!

3°post) Non preoccuparti del Referendum; era una farsa allora come lo sarebbe oggi. Le decisioni erano già state prese: è stato solo uno spreco di soldi (però i votanti erano tutti contenti per l'illusione di aver deciso loro...)

Insomma...non preoccuparti di niente, tranne di come spostare l'attenzione sul VERO nocciolo del problema energetico.
Partiamo dall'assunto che il vero stipendio di una persona saggia non è i soldi che guadagna, bensì quelli che non spende.
Allo stesso modo, non bisogna produrre più energia mantenendo il nostro cazzuto stile di vita, bensì produrre UGUALE, ma educando ad evitare gli sprechi.
Stesso risultato, nessuna emergenza (leggasi: DIPENDENZA).
Non è neppure Senso Civico; è puro BUONSENSO.

Se invece la poca energia che produciamo (con metodi preistorici e inquinanti) la sputtaniamo con led accesi 24 ore su 24, lampadine a filamento, semafori inutili, addobbi di Natale, lavatrici accese semivuote, ecc...per forza che poi ci mettiamo nelle mani dei primi strozzini che speculano sulla necessità di produrre più energia.

(Ciò detto, spengo il Pc. Bye.)

Sergio
28 febbraio 2009 0:00
Una riflessione su un aspetto curioso.

EdF ci fornisce energia elettrica prodotta con il nucleare.
EdF avrà un ruolo fondamentale nella costruzione delle centrali nucleari in Italia.

Perché EdF dovrebbe essere interessata alla nostra autonomia nella produzione di energia elettrica?

E’ presumibile attendersi che quando avremo le nuove centrali diminuiremo gli acquisti dalla Francia.

Qualcuno obietterà che non è così perché nel frattempo aumenteranno le nostre esigenze di energia elettrica e quindi gli acquisti dalla Francia resteranno stabili.
Siamo sicuri che queste previsioni di aumento del fabbisogno di energia elettrica siano corrette?
Sono confortate dall’andamento dell’ultimo decennio e di quello precedente?
Siamo sicuri che interventi mirati per il risparmio nel consumo di energia elettrica non siano sufficienti ad assorbire il modestissimo incremento della richiesta?
Documentatevi sui dati e poi ne riparliamo.
Vedrete che scoprirete belle cosette.
In fondo stiamo parlando solo di circa il 5% del nostro fabbisogno.

Torniamo all’acquisto di energia dalla Francia.

Noi compriamo a un ottimo prezzo perché la Francia ha la necessità di svendere l’energia prodotta.

Come mai?
Semplice.
La Francia produce un surplus di energia elettrica rispetto al proprio fabbisogno. La produzione di energia elettrica da nucleare è a ciclo continuo, costante lungo tutte le 24 ore della giornata.
Di notte i consumi diminuiscono sensibilmente.
L’eccesso di produzione e la costante produzione nell’arco del tempo determina la necessità di vendere l’energia a un prezzo vantaggioso.
In quel prezzo c’è un ricarico, ma è minimo perché la politica francese impone la necessità di presentare costi bassi (oltre a non essere costi trasparenti; sfido chiunque a dimostrare quale sia il costo reale di produzione francese visto che si tratta di azienda di stato e considerate le strette relazioni tra nucleare civile e nucleare militare; un po’ come il mistero di casa nostra che non riusciamo a sapere realmente cosa si produca con il canone Rai e cosa con la pubblicità).

In ogni caso, realizzando noi delle centrali nucleari avremmo il solo risparmio dato dalla
> differenza tra il costo di acquisto dalla Francia
e
> il costo di produzione facendo ingenti investimenti e assumendoci tutti i costi e i rischi imprenditoriali e gestionali del nucleare.
Scorie, gestione attiva e passiva, smantellamento, aumento dei costi per la sicurezza (abbiamo bisogno dell’esercito per le discariche dei rifiuti civili… cosa faremo per le centrali?) sono tutti costi certi, a cui bisognerebbe aggiungere il costo del personale tecnico-amministrativo impegnato su questo nuovo fronte.
Costi da mettere in previsione sono invece gli imprevisti in corso di costruzione e i fermi tecnici che riducono la resa delle centrali in modo significativo.
Costi straordinari non stimabili sono invece quelli relativi a eventuali incidenti.

Se calcoliamo la differenza tra il costo sbandierato per produrre da nucleare (che non è un costo reale, come minimo perché non include scorie, gestione passiva e smantellamento) e il costo di acquisto dalla Francia, ci vorranno secoli per riprenderci le somme investite.
Fatevi due conti e poi ne riparliamo.

Allora, è evidente che EdF è più interessata alle commesse per la realizzazione delle centrali rispetto alla fornitura di energia.

Se loro ci guadagnano, noi ci perdiamo salvo l’ipotesi, tutta da dimostrare, che tra 15 anni avremo un bisogno di energia elettrica talmente superiore che non basteranno i risparmi energetici, gli incrementi produttivi ottenuti con le fonti alternative e rinnovabili, le centrali nucleari… e quindi continueremo ad acquistare dalla Francia.

Cominciate a fare i conti.
A me non tornano.
Ma non credetemi, documentatevi.
Sergio
28 febbraio 2009 0:00
Qualche dato sul tanto decantato modello francese.

La Francia è un paese unico al mondo per quota di produzione di energia elettrica mediante reattori nucleari.

Gli USA che hanno un notevole numero di impianti non investono più sul nucleare di 2^ o 3^ generazione da ormai trenta anni.

In Francia presto parecchi impianti termineranno il ciclo produttivo e non ci sono piani di sostituzione.
La cosa dovrebbe far riflettere.

Riguardo all’argomento super gettonato che il nucleare consente di sganciarsi dalla dipendenza dai combustibili fossili, analizzando i dati francesi appare evidente che così non è.
Piuttosto, alla dipendenza da petrolio si aggiunge la dipendenza da uranio.

Si dimentica che il nucleare serve per produrre energia elettrica e questa è solo una componente del fabbisogno energetico di un Paese.

L’energia elettrica francese è al 78% circa prodotta con il nucleare, ma rappresenta solo il 14% del fabbisogno energetico complessivo.
A riprova di ciò i dati europei dimostrano che i consumi di TEP (tonnellate equivalenti di petrolio) sono in Francia pari a 1,46 pro capite contro 1,31 dell’Italia, 1,36 della Germania, 1,33 della Gran Bretagna.

Possiamo affermare che con il nucleare la Francia ha ridotto la sua dipendenza dal petrolio?
A me pare proprio di no.
Sergio
28 febbraio 2009 0:00
Emissioni CO2.
Nonostante le centrali nucleari praticamente non producano CO2, la Francia produce una quantità pro capite di CO2 solo leggermente inferiore a quella italiana.

Il dato dovrebbe farci comprendere che l’aspetto importante non è tanto la tecnologia utilizzata per produrre energia elettrica ma l’insieme dei comportamenti che assumiamo quando consumiamo energia per qualsiasi scopo.

Ergo, l’efficienza energetica e la resa energetica dovrebbero essere maggiormente tenute in considerazione.

Il nucleare serve a produrre energia elettrica, che in Francia rappresenta il 18% dell’intero fabbisogno energetico, fabbisogno coperto con il nucleare per circa il 78%. Ne consegue che il nucleare rappresenta il 14% circa del fabbisogno energetico della Francia.
Ma ciò non ha consentito alla Francia di abbattere sensibilmente la produzione pro capite di CO2.
Sergio
28 febbraio 2009 0:00
Ottimo Gianni.

Visto che citavi in un tuo intervento il problema dell’approvvigionamento di uranio, perché non ci racconti chi sono questi Paesi?

Vediamo se dividendoci i compiti riusciamo a fare di questa discussione un luogo di confronto civile e pacato, senza pregiudizi, sulle tante cosette interessanti che si raccontano per sostenere il nucleare.

Io, lo ribadisco, sono pronto a divenire un fautore del nucleare: mi bastano argomentazioni convincenti e documentate che finora non ho visto e sentito.
Sergio
28 febbraio 2009 0:00
Benissimo Ivan.

Abbiamo infatti in Italia notevoli risorse rinnovabili mal utilizzate perché siamo rimasti fermi all’epoca in cui l’energia era a buon mercato o perché prevalsero gli interessi delle solite cosche politico-imprenditoriali.

Stupisce (è solo un termine di cortesia, in realtà non sono affatto stupito) che non si consideri attentamente quanto si potrebbe fare con la bella cifra di 20miliardi di euro (che alla fine saranno molto di più); probabilmente 100-140 se si ripeteranno le performance del passato; 40-60 e sarà già un gran successo.
Più tutti i costi per le questioni certe (scorie, gestione passiva e smantellamento) e quelle incerte dovuti a sempre possibili costi straordinari per adeguamenti tecnici (Trino, Corso, Garigliano; Trino rimase ferma 6 anni su 20 di attività) o incidenti: chi pagherà eventuali danni per bonifiche e risarcimenti?

In Francia sono costi a carico del contribuente: secondo voi vanno sommati al costo del nucleare?
Sergio
28 febbraio 2009 0:00
Umberto46, se ci atteniamo al dato storico è possibile che il costo arriverà a 100-140miliardi di euro.

Forse qualcosa è migliorato in Italia e allora possiamo considerarci contenti se arriveremo a 40-60miliardi di euro.

L’efficiente Finlandia (e ci sono di mezzo sempre i soliti bravi francesi) ha già sforato alla grande.
Gianni
28 febbraio 2009 0:00
Se la stessa determinazione messa per la costruzione di centrali nucleari fosse messa per altre fonti di energia potrei anche accettare l'idea che qualche centrale nucleare si possa tenere in funzione, con tutte le garanzie possibili circa la collocazione.
Invece non si fa nulla o quasi per cercare di utilizzare altre fonti e di investire per la costruzione di impianti alternativi, e di studiare come migliorare del rendimento.
Per impianti alternativi intendo quelli di cui ci sono già esempi produttivi se pure su piccola scala, che elenco:

Pannelli solari per la produzione di acqua calda, hanno costi contenuti e ritorno immediato in risparmi.

Modificare le centrali tradizionali esistenti per recuperare il calore residuo con impianti di cogenerazione e teleriscaldamento per edifici, sistema complementare ai pannelli solari.

Riciclare i rifiuti utilizzando le biomasse per la produzione di metano, sistema che, oltre a produrre gas combustibile, ci aiuta ad eliminare circa metà dei rifiuti urbani, trasformandoli in compost per l'agricoltura.

La geotermia che in Italia è presente a pochi metri sottoterra. Leggevo che a Parigi si riscaldano interi quartieri con una geotermia pescata a circa 2000 metri di profondità, in Italia tale profondità si riduce mediamente di un terzo.

L'eolico che si inizia a sfruttare finalmente anche in Italia seppure in misura minore rispetto ad altri paesi. Per ridurre l'impatto ambientale si è previsto la costruzione di campi eolici in mezzo al mare.

Centrali solari con concentratori mediante specchi, progetto del Nobel Rubbia, già in costruzione in Spagna.

Pannelli fotovoltaici, tecnologia già presente anche se costosa e a basso rendimento. Ci sono stati dei miglioramenti con recenti scoperte che ne aumentano già ora in modo considerevole la capacità produttiva. Questa fonte è già sfruttata in modo notevole in paesi che non hanno un clima favorevole come il nostro per quanto riguarda l'insolazione.

Tempo fa si parlava di costruire turbine per utilizzare le maree come fonte di energia, e forse è già stato realizzato qualche impianto.

Sicuramente l'energia prodotta con queste soluzioni non è competitiva in questo momento, a livello di costo, con quella prodotta utilizzando carbone, petrolio, o gas e neanche sufficiente come quantità per soddisfare la richiesta.
Ritengo importante iniziare ad affiancare queste soluzioni a quelle ora in uso, sopratutto per ridurre la emissione di co2 che ci verrà addebitata, e nello stesso tempo per migliorare la tecnologia che consenta di aumentare il rendimento.

Se il governo trova i soldi per il nucleare a maggior ragione dovrebbe trovarli per altre soluzioni, diversificare la politica energetica per avere sempre delle alternative.

Gianni
Topesio
27 febbraio 2009 0:00
Supervik: il ritorno dei morti dementi.
Incommentabile.
Supervik
27 febbraio 2009 0:00
per Umberto46 : ma come cazzo sei arrivato a 200 miliardi partendo da 20 ??? Sei pessimista un tantino: raddoppiare ok ma decuplicare.....
Supervik
27 febbraio 2009 0:00
.....ehila Topodifogna come stai? Ti ricordi di me? Cmq io sono favorevole al nucleare punto. Se una centrale dovesse saltare in aria mandiamo il topodifogna a spegnerla virgola. Se qualcuno fa la divisione di quanto costeranno a cranio le quattro centrali (....20 miliardi diviso 60 milioni di abitanti...) viene un costo di circa 333,33 euro e ammesso che raddoppi con il tempo verrebbe 666,66 eurini.... Una cifra sostenibile mi pare.... Comunque i miei 666,66 euri ha detto che li mette il topodifogna.... :) .....altra cosa: un'impianto fotovoltaico attualmente costa 10/12.000 eurini.... Mi pare un tantino eccessivo per miserabili 3 Kw.... Al limite se il topodifogna vuole contribuire.... Magari al 50%.... Il resto potrei anche metterli io....
IVAN
27 febbraio 2009 0:00

IL SOLE? UN'INVENZIONE COMUNISTA, MI CONSENTA!

(da SERGIO:)
"Ci aspetteremmo una valutazione seria di cosa si potrebbe ottenere spendendo in energie rinnovabili la bella sommetta di 20miliardi di euro."
__________________

E parliamone. Energia solare, per esempio.

In svezia, dove c'è sole soltanto 2 giorni all'anno per sbaglio, ci sono pannelli solari in proporzione 7 volte maggiore rispetto all'Italia.
L'Austria, che non è certo un Paese "illuminato", ne ha ben 15 volte di più.
l'Italia è la Terra del Sole, anzi, ce ne sarebbe anche troppo...ma deve farneticare di energia nucleare perché...il fotovoltaico costa troppo!
E perchè costa troppo? Perché è poco diffuso.
E perché è poco diffuso? perchè costa troppo. (e grazie al cazzo!)
Così si possono tenere alti i costi dell'energia prodotta con metodi antidiluviani dai soliti noti che ne detengono il monopolio. O paghi caro, o accendi le candele.
E adesso questi benefattori vorrebbero propinarci il nucleare per "farci risparmiare". Ma vaffanculo.

Propongo una colletta per far montare un pannello solare sulla testa di Scajola & C.
20 milioni investiti anche solo per INIZIARE a promuovere l'energia solare ALMENO come in altri Paesi sarebbe una Rivoluzione.
Ma al solito, chi ha il potere PRATICO di rivoluzionare finge di essere stupido. E certo: meglio che passare per sciacallo.

IVAN
27 febbraio 2009 0:00

MONTY BURNS? UN DILETTANTE, MI CONSENTA!

(da SERGIO:)
"Ci si aspetterebbe spiegazioni su come saranno affrontati i problemi indissolubilmente connessi al nucleare (scorie e sicurezza), quali le regole di trasparenza negli appalti (per evitare di cadere nelle fauci dei soliti corrotti e corruttori), quali i sistemi di controllo durante le fasi realizzative, possibilmente affidate a organi tecnici indipendenti e non esclusivamente scritte sui capitolati senza verifica di corrispondenza (cosa che avviene regolarmente nell’edilizia pubblica)."
__________________

Tanti saluti, Sergeij.
È il solito gioco delle Scatole Cinesi: ciò che vediamo nasconde qualcos'altro.

Supponiamo di approvare la costruzionedi una centrale.
Si fa un appalto. Alt: chi ne supervisiona la TRASPARENZA, per evitare i soliti intrallazzi sottobanco?
Ma proseguiamo. Vince l'appalto una ditta ammanicata ai soliti noti, che gioca al ribasso speculando su materiali edili e misure di sicurezza.
Patatrack. A metà dell'opera una commissione indipendente blocca i lavori perchè valuta la centrale INSICURA, e l'ecomostro va smantellato.
Risultato: milioni buttati al vento senza aver prodotto un solo volt.
Il tutto, già previsto IN ANTICIPO da quei 4-5 sciacalli che avevano promosso il progetto incuranti del parere dei soliti 58 milioni di polli da spennare.

IVAN
27 febbraio 2009 0:00

NUCLEARE? DI' LA TUA (tanto, che ce frega?)

L'Italia non ha bisogno del Nucleare: le sarebbe (condizionale) più che sufficiente una SENSATA valorizzazione delle risorse energetiche già esistenti.

Cosa intendo per “sensata”?
Semplicemente pianificare tenendo conto SOLO del bene della Comunità, in modo avulso da interessi personali e logiche corporative (ovvero, ciò che – sulla carta – prevede il concetto di “Stato”).

Ma siamo in Italia, il paese di Pulcinella, quindi a fare i piani energetici ci ritroviamo dei pregiudicati incompetenti, con un occhio alla propaganda e l'altro al proprio portafoglio.

Con queste premesse, il caos, lo spreco e il mancato sfruttamento del nostro potenziale non sono altro che una conseguenza matematica.

alfonso scala lombardo
27 febbraio 2009 0:00
SUPERVIK, abbiamo capito, vuoi diventare fosforescente. Ma non ce ne sarebbe bisogno, io so prima di te dove incontrarti.
Umberto46
27 febbraio 2009 0:00
Credo che al nucleare si ricorra perchè su un preventivo di spesa di 20 miliardi di euro si arriverà facilmente ai 150 200 miliardi di euro.( se parte il progetto accetto scommesse che si arriverà tranquillamente a queste somme ).
Un ben di dio da dove tutti potranno attingere e ricevere la propria parte o tangente o sgrassatura, nessuno escluso.
Topesio
27 febbraio 2009 0:00
Non me ne frega più niente di far capire le cose a chi non le vuole capire. Punto!
Però mi piace assai chiamare gli idioti col loro nome. Due punti!!
Aggiungo che fintanto i mezzi di cosiddetta "informazione" saranno praticamente TUTTI in mano a chi sappiamo, non sarà possibile uscire dal clima calcistico di tifoserie contrapposte. Tre punti!!!
Attendiamo pertanto che almeno la Natura faccia il suo ineluttabile corso... Amen.
Harakiri
27 febbraio 2009 0:00
Gianni, vedi che sai fare meglio quando rinunci alle invettive?

Fratello bradipo, prova a sviluppare un punto: chi possiede l'uranio? Quali i Paesi produttori?

Un invito: non cadere anche tu nella trappola dei referndum che bloccarono la costruzione delle centrali.
I referendum riguardavano:
1) la partecipazione dell’ENEL (azienda di Stato) a investimenti all’estero sul nucleare
2) le norme sulla localizzazione delle centrali
3) i contributi agli enti locali per le centrali nucleari.

Non bloccarono le centrali e non impedivano di costruirne di nuove ma solo di cambiare le regole per evitare che si costruissero le centrali su terreni alluvionali con conseguente aumento stratosferico dei costi o che si prevedesse di inviare le scorie in Friuli (cosa evitata solo grazie al terremoto del 1976).

I referendum si svolsero nel 1987; le uniche due centrali funzionanti furono fermate una, Caorso, a ottobre 1986 e l'altra, quella di Trino, un paio di mesi prima dei referendum
A dicembre 1987 il Parlamento, dopo l'esito dei referendum, deliberò una moratoria di 5 anni nella costruzione di nuove centrali.
Nel 1990 il governo Andreotti decise la chiusura definitiva delle centrali e solo nel 1999 il governo D'Alema decise di avviare le operazioni di smantellamento che poi furono perfezionate dal successivo governo Berlusconi.

Come vedi, il fermo delle centrali fu antecedente ai referendum e gli atti legislativi e amministrativi che seguirono negli anni ci dimostrano senza alcun dubbio che la decisione di chiudere la parentesi nucleare fu tutta POLITICA.
Quella stessa politica che frettolosamente si era buttata sul nucleare, frettolosamente ne uscì perchè sentì l'odore di nuovi affari altrettanto lucrosi ma con minori rischi.

Però ci raccontarono e continuano a raccontarci la barzelletta dei referendum che causarono l'uscita dal nucleare.

Perchè i politici di allora decisero di uscire dal nucleare invece di cambiare le regole?

Perchè i politici di adesso avallarono la scelta dello smantellamento quando esistevano progetti per il ripristino e la nuova messa in funzione delle centrali fermate?

A me piacerebbe sentire risposte convincenti a queste domande invece della solita litania sui referendum.

Harakiri
27 febbraio 2009 0:00
X Topesio

OK però con questo tuo atteggiamento non sei di aiuto.

Mi spieghi a che cazzo serve intervenire per dire che tanto gli altri non capiscono un cazzo?

Topesio, Cristo! Prendi un aspetto del problema e sforzati di dare qualche spiegazione che possa aiutare a comprendere, a riflettere.

Possibile che non ci si renda conto che se vogliamo che qualcosa cambi bisogna sforzarsi non di convincere ma di portare le persone a riflettere, a indagare, a documentarsi: non credere a quel che dico ma verifica se ciò che dico è corretto, se risponde a verità.

Se tu gli dai solo le mazzate provocherai per reazione le solite schifezze di polemiche.

Porca puttana! Ma è così difficile capire queste cose elementari?
Pensi che cambierà qualcosa se continueremo a scontrarci dandoci del porco comunista e dello sporco fascista?

Cazzo! Cerchiamo di crescere.
Harakiri
27 febbraio 2009 0:00
X Mah

Il problema che pongo non è se le centrali si debbano o non si debbano fare ma il modo in cui si prende una decisione così importante e vincolante per il futuro.

Le stesse persone che non sono state capaci di risolvere i problemi delle scorie vogliono produrre ancora scorie.

Certo che si studia l'argomento nucleare, per giungere a quelle di 4^ generazione che risolvono il problema uranio e scorie. Quelle che vogliono fare in Italia sono quelle di 3^ in pratica identiche a quelle di 2^ ; centrali che saranno già superate il giorno in cui entreranno in funzione.

Spagna e Germania hanno deciso di uscire da questo nucleare. In USA non si costruisce più una centrale di questo tipo da quasi 30anni. Nella stessa Francia si sta costruendo una centrale dopo 20 anni che non si faceva più nulla (forse per non far fallire qualche azienda visto che il portafoglio ordini è vuoto). Tieni presente che in Francia presto molte centrali andranno a esaurirsi e non ci sono piani per sostituirle; non ti dice nulla ciò?
E Austria, Polonia, Regno Unito... io questa Europa tutta slanciata verso questo vecchio sistema nucleare proprio non lo vedo.

Voglio ripetermi: potrebbe anche essere una soluzione ottima quella che hanno scelto ma allora perchè non ci spiegano che non assisteremo di nuovo a tanti casi Scanzano Jonico?
Perchè non ci spiegano che cosa non ha funzionato allora quando una centrale costò 7 volte quello che era stato previsto?

Come facciamo a fidarci che quei problemi non si ripeteranno?

Finiamola di vivere con le bende agli occhi e i tappi alle orecchie impariamo a valutare quel che ci viene propinato.

Tu, caro Mah, che sembri così entusiasta mi sai spiegare come sceglieranno i siti dove costruire le centrali?
Come ci garantiranno che i 20miliardi di spesa non diventino 40,60,80?
E sulle scorie mi sai dire qualcosa?
E sui costi che mi racconti?

Facile dire che col nucleare il KW costa poco... basta truccare i conti e non calcolare una serie di costi.

Lo sai che in Francia i costi delle scorie e dello smantellamento è a carico dello Stato, cioè dei contribuenti?

Lo sai che esiste una notevole area grigia su chi risponderà dei costi di eventuali emergenze?
Nessuna azienda privata potrebbe sostenere il costo di bonifica in caso di disastro nucleare.
La Metropolitan Edison, la società che gestiva la centrale di Three Mile Island, fallì a causa dell'incidente del 1979 non potendo sostenere le spese di decontaminazione dell'area e i risarcimenti da pagare: ancora oggi non si conoscono le conseguenze di questo incidente in termini di patologie e morti.

In questa totale mancanza di trasparenza sui processi decisionali, oggi esattamente come ieri, io sento solo odore di soldi e mi sembra di vedere tanti piccoli PdP con il simbolo dell'euro al posto delle pupille.
Andrea
26 febbraio 2009 0:00
Il nucleare, ricordate il referendum ?
Il popolo ha detto di NO

Obama parla delle energie alternative mentre qui del nucleare.

Il nucleare è un' altra distrazione di massa mentre la casta fà la legge per imbavagliare internet.........

Ma che strano, nessuno parla del processo Mills. Si vuole proteggere il corruttore ?
Commenti
|<   <- 121-150/158 ->   >|