Commenti
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per chi suona a orecchio 2 marzo 2009 0:00
harakiri: a volte il copia incolla non permette
di comprendere il senso della notizia ed è forte la
tentazione di leggerle secondo i nostri pregiudizi.
"La Francia intende procedere allo smantellamento delle
installazioni nucleari di base giudicate non sicure"
che vuol dire? che saranno smantellate TUTTE le centrali
nucleari? o solo le installazioni "di
base"(qualunque cosa ciò significhi)? o solo, fra le
"cinstallazioni di base" quelle giudicate non
sicure? (e ci mancherebbe che si continuasse ad usare
impianti non sicuri)! Ma soprattutto:in quali atti o
provvedimenti formali si sarebbe tradotta questa
"intenzione" visto che pure in Francia sono in
corso programmi di upgrade delle centrali?
"Caorso oggi 1 marzo è costata 150mila euro; come ieri
e come domani".E' mica colpa delle centrali se i
spientoni, anzichè farla produrre, hanno deciso di
smantellarla. x Gianni. il problema delle
scorie esiste, non lo nego. Esitono alcune ipotesi come
l'impiego di un acceleratore di protoni di alta energia
(600 MeV - 2 GeV), accoppiato con un reattore nucleare
subcritico, (Rubbiatron) in cui le scorie sarebbero
utilizzate quale combustibile. E' solo un progetto sulla
carta e non si sa se funzonerà nella realtà. Ma
ammettiamo pure che non funzioni: di che dimensioni è
il problema? tutte le scorie radioattive ( del mondo messe
insieme comprese la parti in metallo e muratura irradiate
delle struutture)non occuperebbero uno spazio superiore ad
uno campo di calcio. non mi pare un problema
insormontabile. In passato si e sempre ricorsi al
confinamento a grandi profondità : poi qualcuno ha
cominciarto a temere che i bidoni non tenessero o che non
si potesse garantire garantire la stabilità del sottosuolo
per migliaia di anni. Capisco l'obiezione ma, a mio
parere,un terremoto che portasse a livello del suolo le
rocce sepolte a 4/5000 metri sotto la superficie avrebbe una
tale potenza distruttiva che non lascerebbe superstiti a
preoccparsi di eventuali scorie riemerse.
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Gianni 2 marzo 2009 0:00
Da qualche parte ho letto che Svezia e Finlandia si sono
approvvigionati per le loro centrali da materiale ceduto
dalla Russia e così pare anche la Francia. La
mia opinione comunque è che potrei accettare la costruzione
di qualche centrali nucleari, con le opportune garanzie su
chi esegue i lavori, sulla collocazione, e sui dispositivi
di sicurezza ridondanti in maniera adeguata, solo perché
seguendo il ragionamento di diversificare le fonti di
energia, metterei anche il nucleare come una delle
alternative. Il problema non risolto sono le scorie,
dove non vedo soluzione, tutti ci girano intorno, ma nessuno
ha il coraggio di dire qualcosa di definitivo e nessuno
forse lo può dire. Per questo motivo niente nucleare a mio
parere. Gianni Gianni
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Per chi scrive a cazzo 1 marzo 2009 0:00
Cazzo scrivi, mister "per chi suona ad
orecchio"? Li leggi, i post su cui spandi
scorie? La questione non è i costi del nucleare, ma il
fatto che chi lo propone non lo fa certo per "farci
risparmiare". (O per te è irrilevante CHI lo propone e
quali siano i loro veri intenti?) Per usare il
tuo esempio, potrebbero benissimo mettere in circolazione
auto che costano 30 e consumano 20 (30+20=50, meno di
90+10=100, se non sbaglio), ma non lo fanno PROPRIO per
indurci a comprare un'auto che costa 90. Auto che
peraltro è già previsto che dovremo tenere in garage senza
mai usarla. Da coglioni. Studiati tu per primo un
po' di solfeggio, prima di criticare la musica altrui,
va'.
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danilo 1 marzo 2009 0:00
chi suona ad orecchio non conosce lo spartito, la sua musica
è frutto di innate intuizioni. chi si ritiene
musicista dovrebbe farci conoscere il titolo del brano che
suona e, sopratutto, le edizioni musicali della sua
musica. danilo.
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Harakiri 1 marzo 2009 0:00
Chi è che suona a campana? (ANSA) - PARIGI, 13
NOV 2008 - La Francia intende procedere allo smantellamento
delle installazioni nucleari di base giudicate non sicure.
Lo ha detto il presidente dell'Asn, l'Agenzia per la
sicurezza nucleare secondo cui ci sono le condizioni
giuridiche e tecniche, anche se il processo sara' lungo.
La questione dello smantellamento e della denuclearizzazione
dei siti francesi e' diventata di grande attualita'
dopo gli incidenti avvenuti la scorsa estate.
Alcuni impianti saranno probabilmente smantellati, altri
potranno prolungare la propria vita... in ogni caso a oggi
non ci sono programmi in Francia per rimpiazzare le centrali
che sarano chiuse e dismesse. Anche in Italia
c'era un progetto per far ripartire Caorso e Trino. Era
stato elaborato dal CNR. Perchè l governo Berlusconi
preferì attuare le decisioni di Bersani\Letta?
Vorrei solo capire. Perchè dovrei dare fiducia
incondizionata a chi appena ieri sosteneva la necessità del
rilancio del nucleare e però non fece nulla per salvare le
centrali che per esperti tecnici della materia (CNR)
potevano essere rimesse in funzione con costi contenuti?
Nei costi non è tanto il combustibile che incide ma
il trattamento del combustibile, e poi le scorie, la
sicurezza passiva a ciclo produttivo concluso e infine lo
smantellamento, oltre ovviamente alla costruzione.
Per le poche scorie prodotte dall'Italia il governo
Berlusconi, fallendo con l'operazione Scanzano, ha speso
250milioni di euro per il solo trattamento da effettuarsi in
Francia. A questo costo bisogna aggiungere quanto abbiamo
già speso per le scorie, quanto speso per il trasporto (si
spera in sicurezza) e quanto spenderemo per il rientro delle
scorie e la loro successiva custodia. Quanti sono
i soldini riconosciuti alla SOGIN per lo smantellamento
delle centrali? Caorso oggi 1 marzo è costata 150mila
euro; come ieri e come domani. Come si fa a
parlare di convenienza se questi costi vengono tenuti fuori.
E' come parlare del costo dell'acqua minerale
senza considerare i costi di imbottigliamento e della
bottiglia.
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x chi suona ad orecchio 1 marzo 2009 0:00
per gianni (che non la pensa come me ma mi sembra il
più razionale) "Non ho conoscenza di quanto
costi l'approvvigionamento del combustibile nucleare,
non penso che sia a buon mercato e che influisca in
percentuale irrisoria" Devi sapere allora che
l'uranio oggi costa sui 200/300 dollari al Kg (quando
sono state smantellate le testate nucleari era sceso a 20/30
$)e che la quantità di combustibile per fare funzionare
una centrale si misura in kg, non certo in tonnellate.
"Bisogna tenere conto che molti di quei costi sono
stati e sono ancora oggi nascosti nelle spese
militari" Se la tua premessa fosse vera dovresti
concludere che allora la Svezia si è dotata
clandestinamente di armi nucleari nascoste. E lo stesso
vale per la Finlandia. "Inoltre ho letto
da qualche parte che molto del combustibile nucleare
attualmente utilizzato sia di derivazione militare" Hai
letto bene, ma questo argomento non mi sermbra dica niente
nè a favore nè contro il nucleare. "Se le
centrali nucleari si fossero dimostrate un' alternativa
efficiente ed economica sarebbero già state costruite altre
in alternativa a quelle da dismettere" Te lo
ripeto, non sono in costruzione nuove centrali perche non
sono in programma particolari ondate di dismissioni.
Perchè non se ne sono costruite di più? La risposta
tre la sei data tu stesso in precedenza: "Una centrale
nucleare non la si può fermare a piacimento ed è per
questo che la Francia è costretta ad esportare
energia" In realtà ogni paese ha un bisogno
-di una produzione minima costante di energia elettrica
per far fronte alle necessità minime di consumo -di
una produzione addizionale per fare fronte ai picchi di
consumo. L'energia atomica è perfettamente
indicata per far fronte alla produzione minima costante
mentre per la produzione addizionale dei picchi si ritiene
più indicata una centrale a combustibile che si può
accendere o spegnere. La Francia ha semplicemente
sovradimensionato la propria produzione minima. la Germania
invece ha sovradimensionato la produzione di picco. Ma
visto che esistono le reti elettriche che collegano i paesi,
e che non sempre il picco di produzione in Francia coincide
con il picco in Germania, hanno risolto il problema
cedendo l'elettricità francese in eccesso nei momenti
di basso consumo e riprendendosela nei momenti di maggiore
consumo. Mi sembra una soluzione molto razionale, non vi
pare?.
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Gianni 1 marzo 2009 0:00
Non ho conoscenza di quanto costi l'approvvigionamento
del combustibile nucleare, non penso che sia a buon mercato
e che influisca in percentuale irrisoria. Bisogna tenere
conto che molti di quei costi sono stati e sono ancora oggi
nascosti nelle spese militari. Inoltre ho letto da
qualche parte che molto del combustibile nucleare
attualmente utilizzato sia di derivazione militare, a
seguito delle eccedenze dovute allo smantellamento di
ordigni che fortunatamente non sono mai stati usati. Non so
quanto ci sia di vero ma lo ritengo probabile. In ogni
caso gli impianti per l'arricchimento non sono nati per
l'impiego civile, e la spesa per la loro costruzione è
stata tutta a carico del militare. Se le
centrali nucleari si fossero dimostrate un' alternativa
efficiente ed economica sarebbero già state costruite altre
in alternativa a quelle da dismettere. Non lo hanno
fatto perché l'attuale tecnologia comporta troppi
problemi, e c'era la speranza di trovare soluzioni
sopratutto per il problema delle scorie, questione mai
risolta. La vita di qualche impianto sarà prolungata
perché l'energia bisogna continuare a fornirla ed in
mancanza di alternative la soluzione più semplice è quella
di prolungare la vita di quelli esistenti. Lo
sappiamo benissimo che la corsa al nucleare è iniziata
sopratutto per i problemi derivanti
dall'approvvigionamento del petrolio a seguito della
guerra nel 1973 tra Israele ed i paesi arabi, ed è
proseguita a seguito di stime delle disponibilità mondiali
del greggio che ne prevedono l'esaurimento e quindi il
costo salirà. Ora le questioni sono altre secondo me,
sopratutto due, il surriscaldamento e l'ecologia.
Delle variazioni climatiche ne abbiamo avuto già delle
prove inconfutabili, e le centrali che utilizzano
combustibile fossile ne sono una delle cause. Per la
questione ecologica pare evidente che non possiamo
continuare a sotterrare spazzatura, con la differenza che
quella tradizionale, se si vuole, se ne può recuperare o
trasformare la quasi totalità. Ma le scorie nucleari non si
recuperano o almeno fino a questo momento per disfarsene
veramente l'unica alternativa è spararle nello spazio,e
fuori del sistema solare, per non correre rischi.
Gianni
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pre chi suona ad orecchio 28 febbraio 2009 0:00
"presto parecchi impianti termineranno il ciclo
produttivo e non ci sono piani di sostituzione" Un
par de ciufole. Quando le centrali nucleari sono
state costruite si prevedeva che restassero in attività per
max 40 anni. Oggi, approssimandosi il termine dei
40 anni si è constatato che gli impianti sono ancora in
ottima efficienza, e possono durare ancora per almeno ALTRI
20 ANNI (senza interventi straordinari ma solo con la
manutenzione ordinaria). Ecco perchè non sono in
programma sotituzioni: le contrali esistenti in quei paesi
sono più che adeguate e non vale la pena, per ora, di
rompersi le corna più di tanto con i fanatici
dell'antinucleare. Quando il petrolio tornerà (e
tornerà) sopra i 200 dollari al barile, ne
riparleranno. Mi permetto solo di osservare che
l'aumento del 50% della durate di un impianto (da 40 a
60 anni!!) dovrebbe ispirare una certa prudenza a coloro che
stanno sparando cifre a casaccio sui costi del nucleare.
Infatti sul costo dell'intero ciclo di vita di una
centrale nucleare: -i costi di approvvigionamento del
combustibile nucleare influiscono in percentuale
irrisoria -i costi di costruzione degli impianti sono
altissimi Al contrario, sul costo dell'intero
ciclo di vita di una centrale a carbone-petrolio-metano:
-i costi di approvvigionamento del combustibile sono
altissimi; - i costi di costruzione degli impianti sono
bassi. In altre parole scegliere un impianto
nucleare è come avere una macchina che pagate 90 al
fabbricante, ma poi nel corso di tutta la sua vita, vi costa
10 per funzionare. Un impianto a gas o combustibile
fossile è una macchina che pagate 40 al fabbricante ma poi,
farla funzionare spenderete 60 dal benzinaio.
90+10=40+60=100. Quindi i costi del ciclo di vita delle 2
macchine grossomodo si equivalgono Ma se quegli
impianti, che dovevano durare 40 anni continuano a
funzionare per 60 anni, allora quale tipo di macchina
scegliereste?
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Gianni 28 febbraio 2009 0:00
L'uranio si trova diffuso nelle rocce di tutto il mondo
ma solo in percentuali così basse che costerebbe una follia
la sua strazione. Ci sono però alcuni giacimenti
sfruttabili, più ricchi di minerale di uranio in
Australia in Canada e nel Kazakhstan, sono quelli che fino
ad ora hanno prodotto la maggior parte dell'uranio
disponibile. Poi altri meno importanti in Russia,
Namibia, Nigeria, Stati uniti, Brasile, India, e Uzbekistan.
Questi ultimi al limite della convenienza. Un
difetto del nucleare che assilla la Francia è che non può
adeguare la produzione di energia elettrica in base alla
richiesta degli utenti. Una centrale nucleare non la si può
fermare a piacimento ed è per questo che la Francia è
costretta ad esportare energia. Quando ne produce troppa non
può ridurre la produzione, ed è costretta ad esportarla
nei paesi che possono fermare senza eccessivi problemi le
centrali tradizionali, cosa che succede normalmente. Ma
quando la Francia ha bisogno di più energia elettrica non
riesce a sopperire alla richiesta, infatti la importa dalla
Germania, sembra un paradosso ma è quello che è succede
normalmente, specialmente questo inverno particolarmente
freddo. Gianni
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IVAN 28 febbraio 2009 0:00
Haki, sei impazzito? Lo sforzo di scrivere 3 post
consecutivi può essere fatale, per un Bradipo.
1°post) Non preoccuparti delle scorie; se capisci come
ragionano i promotori, queste centrali non verranno MAI rese
operative. A loro basterà mettere in movimento un po'
di grano per il progetto iniziale, poi - manco a dirlo -
saranno affari di Pantalone. 2°post) Non
preoccuparti di Topesio; se gli chiedi di NON darti
spiegazioni, vedrai che te le offrirà da solo. Stai a
vedere come si fa: TOPESIO, NON
INSULTARMI! 3°post) Non preoccuparti del
Referendum; era una farsa allora come lo sarebbe oggi. Le
decisioni erano già state prese: è stato solo uno spreco
di soldi (però i votanti erano tutti contenti per
l'illusione di aver deciso loro...)
Insomma...non preoccuparti di niente, tranne di come
spostare l'attenzione sul VERO nocciolo del problema
energetico. Partiamo dall'assunto che il vero
stipendio di una persona saggia non è i soldi che
guadagna, bensì quelli che non spende.
Allo stesso modo, non bisogna produrre più energia
mantenendo il nostro cazzuto stile di vita, bensì produrre
UGUALE, ma educando ad evitare gli sprechi. Stesso
risultato, nessuna emergenza (leggasi: DIPENDENZA). Non
è neppure Senso Civico; è puro BUONSENSO.
Se invece la poca energia che produciamo (con metodi
preistorici e inquinanti) la sputtaniamo con led accesi 24
ore su 24, lampadine a filamento, semafori inutili, addobbi
di Natale, lavatrici accese semivuote, ecc...per forza che
poi ci mettiamo nelle mani dei primi strozzini che speculano
sulla necessità di produrre più energia. (Ciò
detto, spengo il Pc. Bye.)
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Sergio 28 febbraio 2009 0:00
Una riflessione su un aspetto curioso. EdF ci
fornisce energia elettrica prodotta con il nucleare.
EdF avrà un ruolo fondamentale nella costruzione delle
centrali nucleari in Italia. Perché EdF dovrebbe
essere interessata alla nostra autonomia nella produzione di
energia elettrica? E’ presumibile attendersi
che quando avremo le nuove centrali diminuiremo gli acquisti
dalla Francia. Qualcuno obietterà che non è
così perché nel frattempo aumenteranno le nostre esigenze
di energia elettrica e quindi gli acquisti dalla Francia
resteranno stabili. Siamo sicuri che queste previsioni
di aumento del fabbisogno di energia elettrica siano
corrette? Sono confortate dall’andamento
dell’ultimo decennio e di quello precedente? Siamo
sicuri che interventi mirati per il risparmio nel consumo di
energia elettrica non siano sufficienti ad assorbire il
modestissimo incremento della richiesta? Documentatevi
sui dati e poi ne riparliamo. Vedrete che scoprirete
belle cosette. In fondo stiamo parlando solo di circa
il 5% del nostro fabbisogno. Torniamo
all’acquisto di energia dalla Francia. Noi
compriamo a un ottimo prezzo perché la Francia ha la
necessità di svendere l’energia prodotta. Come
mai? Semplice. La Francia produce un surplus di
energia elettrica rispetto al proprio fabbisogno. La
produzione di energia elettrica da nucleare è a ciclo
continuo, costante lungo tutte le 24 ore della giornata.
Di notte i consumi diminuiscono sensibilmente.
L’eccesso di produzione e la costante produzione
nell’arco del tempo determina la necessità di vendere
l’energia a un prezzo vantaggioso. In quel prezzo
c’è un ricarico, ma è minimo perché la politica
francese impone la necessità di presentare costi bassi
(oltre a non essere costi trasparenti; sfido chiunque a
dimostrare quale sia il costo reale di produzione francese
visto che si tratta di azienda di stato e considerate le
strette relazioni tra nucleare civile e nucleare militare;
un po’ come il mistero di casa nostra che non riusciamo a
sapere realmente cosa si produca con il canone Rai e cosa
con la pubblicità). In ogni caso, realizzando
noi delle centrali nucleari avremmo il solo risparmio dato
dalla > differenza tra il costo di acquisto dalla
Francia e > il costo di produzione facendo
ingenti investimenti e assumendoci tutti i costi e i rischi
imprenditoriali e gestionali del nucleare. Scorie,
gestione attiva e passiva, smantellamento, aumento dei costi
per la sicurezza (abbiamo bisogno dell’esercito per le
discariche dei rifiuti civili… cosa faremo per le
centrali?) sono tutti costi certi, a cui bisognerebbe
aggiungere il costo del personale tecnico-amministrativo
impegnato su questo nuovo fronte. Costi da mettere in
previsione sono invece gli imprevisti in corso di
costruzione e i fermi tecnici che riducono la resa delle
centrali in modo significativo. Costi straordinari
non stimabili sono invece quelli relativi a eventuali
incidenti. Se calcoliamo la differenza tra il
costo sbandierato per produrre da nucleare (che non è un
costo reale, come minimo perché non include scorie,
gestione passiva e smantellamento) e il costo di acquisto
dalla Francia, ci vorranno secoli per riprenderci le somme
investite. Fatevi due conti e poi ne riparliamo.
Allora, è evidente che EdF è più interessata alle
commesse per la realizzazione delle centrali rispetto alla
fornitura di energia. Se loro ci guadagnano, noi
ci perdiamo salvo l’ipotesi, tutta da dimostrare, che tra
15 anni avremo un bisogno di energia elettrica talmente
superiore che non basteranno i risparmi energetici, gli
incrementi produttivi ottenuti con le fonti alternative e
rinnovabili, le centrali nucleari… e quindi continueremo
ad acquistare dalla Francia. Cominciate a fare i
conti. A me non tornano. Ma non credetemi,
documentatevi.
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Sergio 28 febbraio 2009 0:00
Qualche dato sul tanto decantato modello francese.
La Francia è un paese unico al mondo per quota di
produzione di energia elettrica mediante reattori
nucleari. Gli USA che hanno un notevole numero di
impianti non investono più sul nucleare di 2^ o 3^
generazione da ormai trenta anni. In Francia
presto parecchi impianti termineranno il ciclo produttivo e
non ci sono piani di sostituzione. La cosa dovrebbe
far riflettere. Riguardo all’argomento super
gettonato che il nucleare consente di sganciarsi dalla
dipendenza dai combustibili fossili, analizzando i dati
francesi appare evidente che così non è. Piuttosto,
alla dipendenza da petrolio si aggiunge la dipendenza da
uranio. Si dimentica che il nucleare serve per
produrre energia elettrica e questa è solo una componente
del fabbisogno energetico di un Paese.
L’energia elettrica francese è al 78% circa prodotta con
il nucleare, ma rappresenta solo il 14% del fabbisogno
energetico complessivo. A riprova di ciò i dati
europei dimostrano che i consumi di TEP (tonnellate
equivalenti di petrolio) sono in Francia pari a 1,46 pro
capite contro 1,31 dell’Italia, 1,36 della Germania, 1,33
della Gran Bretagna. Possiamo affermare che con
il nucleare la Francia ha ridotto la sua dipendenza dal
petrolio? A me pare proprio di no.
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Sergio 28 febbraio 2009 0:00
Emissioni CO2. Nonostante le centrali nucleari
praticamente non producano CO2, la Francia produce una
quantità pro capite di CO2 solo leggermente inferiore a
quella italiana. Il dato dovrebbe farci
comprendere che l’aspetto importante non è tanto la
tecnologia utilizzata per produrre energia elettrica ma
l’insieme dei comportamenti che assumiamo quando
consumiamo energia per qualsiasi scopo. Ergo,
l’efficienza energetica e la resa energetica dovrebbero
essere maggiormente tenute in considerazione. Il
nucleare serve a produrre energia elettrica, che in Francia
rappresenta il 18% dell’intero fabbisogno energetico,
fabbisogno coperto con il nucleare per circa il 78%. Ne
consegue che il nucleare rappresenta il 14% circa del
fabbisogno energetico della Francia. Ma ciò non ha
consentito alla Francia di abbattere sensibilmente la
produzione pro capite di CO2.
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Sergio 28 febbraio 2009 0:00
Ottimo Gianni. Visto che citavi in un tuo
intervento il problema dell’approvvigionamento di uranio,
perché non ci racconti chi sono questi Paesi?
Vediamo se dividendoci i compiti riusciamo a fare di questa
discussione un luogo di confronto civile e pacato, senza
pregiudizi, sulle tante cosette interessanti che si
raccontano per sostenere il nucleare. Io, lo
ribadisco, sono pronto a divenire un fautore del nucleare:
mi bastano argomentazioni convincenti e documentate che
finora non ho visto e sentito.
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Sergio 28 febbraio 2009 0:00
Benissimo Ivan. Abbiamo infatti in Italia
notevoli risorse rinnovabili mal utilizzate perché siamo
rimasti fermi all’epoca in cui l’energia era a buon
mercato o perché prevalsero gli interessi delle solite
cosche politico-imprenditoriali. Stupisce (è
solo un termine di cortesia, in realtà non sono affatto
stupito) che non si consideri attentamente quanto si
potrebbe fare con la bella cifra di 20miliardi di euro (che
alla fine saranno molto di più); probabilmente 100-140 se
si ripeteranno le performance del passato; 40-60 e sarà
già un gran successo. Più tutti i costi per le
questioni certe (scorie, gestione passiva e smantellamento)
e quelle incerte dovuti a sempre possibili costi
straordinari per adeguamenti tecnici (Trino, Corso,
Garigliano; Trino rimase ferma 6 anni su 20 di attività) o
incidenti: chi pagherà eventuali danni per bonifiche e
risarcimenti? In Francia sono costi a carico del
contribuente: secondo voi vanno sommati al costo del
nucleare?
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Sergio 28 febbraio 2009 0:00
Umberto46, se ci atteniamo al dato storico è possibile che
il costo arriverà a 100-140miliardi di euro.
Forse qualcosa è migliorato in Italia e allora possiamo
considerarci contenti se arriveremo a 40-60miliardi di euro.
L’efficiente Finlandia (e ci sono di mezzo
sempre i soliti bravi francesi) ha già sforato alla grande.
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Gianni 28 febbraio 2009 0:00
Se la stessa determinazione messa per la costruzione di
centrali nucleari fosse messa per altre fonti di energia
potrei anche accettare l'idea che qualche centrale
nucleare si possa tenere in funzione, con tutte le garanzie
possibili circa la collocazione. Invece non si fa
nulla o quasi per cercare di utilizzare altre fonti e di
investire per la costruzione di impianti alternativi, e di
studiare come migliorare del rendimento. Per impianti
alternativi intendo quelli di cui ci sono già esempi
produttivi se pure su piccola scala, che elenco:
Pannelli solari per la produzione di acqua calda, hanno
costi contenuti e ritorno immediato in risparmi.
Modificare le centrali tradizionali esistenti per recuperare
il calore residuo con impianti di cogenerazione e
teleriscaldamento per edifici, sistema complementare ai
pannelli solari. Riciclare i rifiuti utilizzando
le biomasse per la produzione di metano, sistema che, oltre
a produrre gas combustibile, ci aiuta ad eliminare circa
metà dei rifiuti urbani, trasformandoli in compost per
l'agricoltura. La geotermia che in Italia è
presente a pochi metri sottoterra. Leggevo che a Parigi si
riscaldano interi quartieri con una geotermia pescata a
circa 2000 metri di profondità, in Italia tale profondità
si riduce mediamente di un terzo. L'eolico
che si inizia a sfruttare finalmente anche in Italia seppure
in misura minore rispetto ad altri paesi. Per ridurre
l'impatto ambientale si è previsto la costruzione di
campi eolici in mezzo al mare. Centrali solari
con concentratori mediante specchi, progetto del Nobel
Rubbia, già in costruzione in Spagna. Pannelli
fotovoltaici, tecnologia già presente anche se costosa e a
basso rendimento. Ci sono stati dei miglioramenti con
recenti scoperte che ne aumentano già ora in modo
considerevole la capacità produttiva. Questa fonte è già
sfruttata in modo notevole in paesi che non hanno un clima
favorevole come il nostro per quanto riguarda
l'insolazione. Tempo fa si parlava di
costruire turbine per utilizzare le maree come fonte di
energia, e forse è già stato realizzato qualche
impianto. Sicuramente l'energia prodotta con
queste soluzioni non è competitiva in questo momento, a
livello di costo, con quella prodotta utilizzando carbone,
petrolio, o gas e neanche sufficiente come quantità per
soddisfare la richiesta. Ritengo importante iniziare ad
affiancare queste soluzioni a quelle ora in uso, sopratutto
per ridurre la emissione di co2 che ci verrà addebitata, e
nello stesso tempo per migliorare la tecnologia che consenta
di aumentare il rendimento. Se il governo trova
i soldi per il nucleare a maggior ragione dovrebbe trovarli
per altre soluzioni, diversificare la politica energetica
per avere sempre delle alternative. Gianni
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Topesio 27 febbraio 2009 0:00
Supervik: il ritorno dei morti dementi. Incommentabile.
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Supervik 27 febbraio 2009 0:00
per Umberto46 : ma come cazzo sei arrivato a 200 miliardi
partendo da 20 ??? Sei pessimista un tantino: raddoppiare ok
ma decuplicare.....
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Supervik 27 febbraio 2009 0:00
.....ehila Topodifogna come stai? Ti ricordi di me? Cmq io
sono favorevole al nucleare punto. Se una centrale dovesse
saltare in aria mandiamo il topodifogna a spegnerla virgola.
Se qualcuno fa la divisione di quanto costeranno a cranio le
quattro centrali (....20 miliardi diviso 60 milioni di
abitanti...) viene un costo di circa 333,33 euro e ammesso
che raddoppi con il tempo verrebbe 666,66 eurini.... Una
cifra sostenibile mi pare.... Comunque i miei 666,66 euri ha
detto che li mette il topodifogna.... :) .....altra
cosa: un'impianto fotovoltaico attualmente costa
10/12.000 eurini.... Mi pare un tantino eccessivo per
miserabili 3 Kw.... Al limite se il topodifogna vuole
contribuire.... Magari al 50%.... Il resto potrei anche
metterli io....
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IVAN 27 febbraio 2009 0:00
IL SOLE? UN'INVENZIONE COMUNISTA, MI
CONSENTA! (da SERGIO:) "Ci
aspetteremmo una valutazione seria di cosa si potrebbe
ottenere spendendo in energie rinnovabili la bella sommetta
di 20miliardi di euro." __________________
E parliamone. Energia solare, per esempio.
In svezia, dove c'è sole soltanto 2 giorni all'anno
per sbaglio, ci sono pannelli solari in proporzione 7 volte
maggiore rispetto all'Italia. L'Austria, che
non è certo un Paese "illuminato", ne ha ben 15
volte di più. l'Italia è la Terra del Sole, anzi,
ce ne sarebbe anche troppo...ma deve farneticare di energia
nucleare perché...il fotovoltaico costa troppo! E
perchè costa troppo? Perché è poco diffuso. E
perché è poco diffuso? perchè costa troppo. (e grazie al
cazzo!) Così si possono tenere alti i costi
dell'energia prodotta con metodi antidiluviani dai
soliti noti che ne detengono il monopolio. O paghi caro, o
accendi le candele. E adesso questi benefattori
vorrebbero propinarci il nucleare per "farci
risparmiare". Ma vaffanculo. Propongo una
colletta per far montare un pannello solare sulla testa di
Scajola & C. 20 milioni investiti anche solo per
INIZIARE a promuovere l'energia solare ALMENO come in
altri Paesi sarebbe una Rivoluzione. Ma al solito, chi
ha il potere PRATICO di rivoluzionare finge di essere
stupido. E certo: meglio che passare per
sciacallo.
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IVAN 27 febbraio 2009 0:00
MONTY BURNS? UN DILETTANTE, MI CONSENTA!
(da SERGIO:) "Ci si aspetterebbe
spiegazioni su come saranno affrontati i problemi
indissolubilmente connessi al nucleare (scorie e sicurezza),
quali le regole di trasparenza negli appalti (per evitare di
cadere nelle fauci dei soliti corrotti e corruttori), quali
i sistemi di controllo durante le fasi realizzative,
possibilmente affidate a organi tecnici indipendenti e non
esclusivamente scritte sui capitolati senza verifica di
corrispondenza (cosa che avviene regolarmente
nell’edilizia pubblica)."
__________________ Tanti saluti, Sergeij. È
il solito gioco delle Scatole Cinesi: ciò che
vediamo nasconde qualcos'altro. Supponiamo di
approvare la costruzionedi una centrale. Si fa un
appalto. Alt: chi ne supervisiona la TRASPARENZA, per
evitare i soliti intrallazzi sottobanco? Ma
proseguiamo. Vince l'appalto una ditta ammanicata ai
soliti noti, che gioca al ribasso speculando su materiali
edili e misure di sicurezza. Patatrack. A metà
dell'opera una commissione indipendente blocca i lavori
perchè valuta la centrale INSICURA, e l'ecomostro va
smantellato. Risultato: milioni buttati al vento senza
aver prodotto un solo volt. Il tutto, già previsto IN
ANTICIPO da quei 4-5 sciacalli che avevano promosso il
progetto incuranti del parere dei soliti 58 milioni di polli
da spennare.
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IVAN 27 febbraio 2009 0:00
NUCLEARE? DI' LA TUA (tanto, che ce
frega?) L'Italia non ha bisogno del
Nucleare: le sarebbe (condizionale) più che sufficiente una
SENSATA valorizzazione delle risorse energetiche già
esistenti. Cosa intendo per “sensata”?
Semplicemente pianificare tenendo conto SOLO del bene della
Comunità, in modo avulso da interessi personali e logiche
corporative (ovvero, ciò che – sulla carta – prevede il
concetto di “Stato”). Ma siamo in Italia, il
paese di Pulcinella, quindi a fare i piani energetici ci
ritroviamo dei pregiudicati incompetenti, con un occhio alla
propaganda e l'altro al proprio portafoglio.
Con queste premesse, il caos, lo spreco e il mancato
sfruttamento del nostro potenziale non sono altro che una
conseguenza matematica.
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alfonso scala lombardo 27 febbraio 2009 0:00
SUPERVIK, abbiamo capito, vuoi diventare fosforescente. Ma
non ce ne sarebbe bisogno, io so prima di te dove
incontrarti.
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Umberto46 27 febbraio 2009 0:00
Credo che al nucleare si ricorra perchè su un preventivo di
spesa di 20 miliardi di euro si arriverà facilmente ai 150
200 miliardi di euro.( se parte il progetto accetto
scommesse che si arriverà tranquillamente a queste somme
). Un ben di dio da dove tutti potranno attingere e
ricevere la propria parte o tangente o sgrassatura, nessuno
escluso.
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Topesio 27 febbraio 2009 0:00
Non me ne frega più niente di far capire le cose a chi non
le vuole capire. Punto! Però mi piace assai chiamare
gli idioti col loro nome. Due punti!! Aggiungo che
fintanto i mezzi di cosiddetta "informazione"
saranno praticamente TUTTI in mano a chi sappiamo, non sarà
possibile uscire dal clima calcistico di tifoserie
contrapposte. Tre punti!!! Attendiamo pertanto che
almeno la Natura faccia il suo ineluttabile corso... Amen.
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Harakiri 27 febbraio 2009 0:00
Gianni, vedi che sai fare meglio quando rinunci alle
invettive? Fratello bradipo, prova a sviluppare
un punto: chi possiede l'uranio? Quali i Paesi
produttori? Un invito: non cadere anche tu nella
trappola dei referndum che bloccarono la costruzione delle
centrali. I referendum riguardavano: 1) la
partecipazione dell’ENEL (azienda di Stato) a investimenti
all’estero sul nucleare 2) le norme sulla
localizzazione delle centrali 3) i contributi agli enti
locali per le centrali nucleari. Non bloccarono
le centrali e non impedivano di costruirne di nuove ma solo
di cambiare le regole per evitare che si costruissero le
centrali su terreni alluvionali con conseguente aumento
stratosferico dei costi o che si prevedesse di inviare le
scorie in Friuli (cosa evitata solo grazie al terremoto del
1976). I referendum si svolsero nel 1987; le
uniche due centrali funzionanti furono fermate una, Caorso,
a ottobre 1986 e l'altra, quella di Trino, un paio di
mesi prima dei referendum A dicembre 1987 il
Parlamento, dopo l'esito dei referendum, deliberò una
moratoria di 5 anni nella costruzione di nuove centrali.
Nel 1990 il governo Andreotti decise la chiusura definitiva
delle centrali e solo nel 1999 il governo D'Alema decise
di avviare le operazioni di smantellamento che poi furono
perfezionate dal successivo governo Berlusconi.
Come vedi, il fermo delle centrali fu antecedente ai
referendum e gli atti legislativi e amministrativi che
seguirono negli anni ci dimostrano senza alcun dubbio che la
decisione di chiudere la parentesi nucleare fu tutta
POLITICA. Quella stessa politica che frettolosamente
si era buttata sul nucleare, frettolosamente ne uscì
perchè sentì l'odore di nuovi affari altrettanto
lucrosi ma con minori rischi. Però ci
raccontarono e continuano a raccontarci la barzelletta dei
referendum che causarono l'uscita dal nucleare.
Perchè i politici di allora decisero di uscire dal
nucleare invece di cambiare le regole? Perchè i
politici di adesso avallarono la scelta dello smantellamento
quando esistevano progetti per il ripristino e la nuova
messa in funzione delle centrali fermate? A me
piacerebbe sentire risposte convincenti a queste domande
invece della solita litania sui referendum.
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Harakiri 27 febbraio 2009 0:00
X Topesio OK però con questo tuo atteggiamento
non sei di aiuto. Mi spieghi a che cazzo serve
intervenire per dire che tanto gli altri non capiscono un
cazzo? Topesio, Cristo! Prendi un aspetto del
problema e sforzati di dare qualche spiegazione che possa
aiutare a comprendere, a riflettere. Possibile
che non ci si renda conto che se vogliamo che qualcosa cambi
bisogna sforzarsi non di convincere ma di portare le persone
a riflettere, a indagare, a documentarsi: non credere a quel
che dico ma verifica se ciò che dico è corretto, se
risponde a verità. Se tu gli dai solo le mazzate
provocherai per reazione le solite schifezze di
polemiche. Porca puttana! Ma è così difficile
capire queste cose elementari? Pensi che cambierà
qualcosa se continueremo a scontrarci dandoci del porco
comunista e dello sporco fascista? Cazzo!
Cerchiamo di crescere.
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Harakiri 27 febbraio 2009 0:00
X Mah Il problema che pongo non è se le centrali
si debbano o non si debbano fare ma il modo in cui si prende
una decisione così importante e vincolante per il
futuro. Le stesse persone che non sono state
capaci di risolvere i problemi delle scorie vogliono
produrre ancora scorie. Certo che si studia
l'argomento nucleare, per giungere a quelle di 4^
generazione che risolvono il problema uranio e scorie.
Quelle che vogliono fare in Italia sono quelle di 3^ in
pratica identiche a quelle di 2^ ; centrali che saranno già
superate il giorno in cui entreranno in funzione.
Spagna e Germania hanno deciso di uscire da questo nucleare.
In USA non si costruisce più una centrale di questo tipo da
quasi 30anni. Nella stessa Francia si sta costruendo una
centrale dopo 20 anni che non si faceva più nulla (forse
per non far fallire qualche azienda visto che il portafoglio
ordini è vuoto). Tieni presente che in Francia presto
molte centrali andranno a esaurirsi e non ci sono piani per
sostituirle; non ti dice nulla ciò? E Austria,
Polonia, Regno Unito... io questa Europa tutta slanciata
verso questo vecchio sistema nucleare proprio non lo
vedo. Voglio ripetermi: potrebbe anche essere una
soluzione ottima quella che hanno scelto ma allora perchè
non ci spiegano che non assisteremo di nuovo a tanti casi
Scanzano Jonico? Perchè non ci spiegano che cosa non
ha funzionato allora quando una centrale costò 7 volte
quello che era stato previsto? Come facciamo a
fidarci che quei problemi non si ripeteranno?
Finiamola di vivere con le bende agli occhi e i tappi alle
orecchie impariamo a valutare quel che ci viene
propinato. Tu, caro Mah, che sembri così
entusiasta mi sai spiegare come sceglieranno i siti dove
costruire le centrali? Come ci garantiranno che i
20miliardi di spesa non diventino 40,60,80? E sulle
scorie mi sai dire qualcosa? E sui costi che mi
racconti? Facile dire che col nucleare il KW
costa poco... basta truccare i conti e non calcolare una
serie di costi. Lo sai che in Francia i costi
delle scorie e dello smantellamento è a carico dello Stato,
cioè dei contribuenti? Lo sai che esiste una
notevole area grigia su chi risponderà dei costi di
eventuali emergenze? Nessuna azienda privata potrebbe
sostenere il costo di bonifica in caso di disastro
nucleare. La Metropolitan Edison, la società che
gestiva la centrale di Three Mile Island, fallì a causa
dell'incidente del 1979 non potendo sostenere le spese
di decontaminazione dell'area e i risarcimenti da
pagare: ancora oggi non si conoscono le conseguenze di
questo incidente in termini di patologie e morti.
In questa totale mancanza di trasparenza sui processi
decisionali, oggi esattamente come ieri, io sento solo odore
di soldi e mi sembra di vedere tanti piccoli PdP con il
simbolo dell'euro al posto delle pupille.
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Andrea 26 febbraio 2009 0:00
Il nucleare, ricordate il referendum ? Il popolo ha
detto di NO Obama parla delle energie alternative
mentre qui del nucleare. Il nucleare è un'
altra distrazione di massa mentre la casta fà la legge per
imbavagliare internet......... Ma che strano,
nessuno parla del processo Mills. Si vuole proteggere il
corruttore ?
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