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Jhanabasi 12 giugno 2009 0:00
UNO SWAMI A BUTLER Subito dopo l’arrivo di
Prabhupada Sally si rivolse ai giornali locali e poco dopo
sul Butler Eagle apparve un servizio speciale: “In un buon
inglese, un devoto di culto indù spiega qual è la missione
che lo ha portato a visitare l’Occidente.” Un fotografo
era andato a casa degli Agarwal e aveva scattato una foto di
Srila Prabhupada in piedi nel salotto che tiene in mano un
libro aperto, un volume dello Srimad Bhagavatam. La
didascalia diceva: “Ambasciatore del Bhakti-yoga.”
L’articolo cominciava così: Un uomo di carnagione
leggermente scura in lunghi abiti color arancione pallido e
con scarpe bianche da bagno, è sceso ieri da una piccola
auto ed ha fatto ingresso allo YMCA di Butler per
partecipare ad una riunione. È A.C. Bhaktivedanta Swamiji
che porta un messaggero dell’India per gli uomini
dell’Occidente. L’articolo così citava le parole di
Prabhupada: “La mia missione è quella di far risvegliare
nella gente la Coscienza di Dio,” dice lo Swamiji. “Dio
è il padre di tutti gli esseri viventi, in migliaia di
forme diverse” spiega. “La vita umana rappresenta uno
stadio di perfezione all’interno dell’evoluzione della
specie; se non approfittiamo di questo messaggio, dobbiamo
tornare a ripercorrere il ciclo…” Se gli
Americani dessero più importanza alla loro vita spirituale,
sarebbero molto più felici, ha detto. Su richiesta di
Prabhupada, Gopal mise a disposizione il suo appartamento
tutte le sere dalle sei alle nove. La famiglia invitava
amici e vicini ad ascoltare lo “Swami” che parlava
dell’India esotica, della filosofia vedica e del
misticismo. Gli Agarwal conoscevano molti intellettuali e
varie persone vennero dalle città vicine solo per sentirlo
parlare. Fare lezione ad un gran numero di persone era
evidentemente una delle sue molte qualità, ma questa era
solo la sua personalità formale. Gli Agarwal conobbero
anche un altro suo aspetto, quello di una persona attraente
e amichevole, semplice e affettuosa. Per esempio Gopal ci
racconta di come Prabhupada cucinasse ogni giorno per loro,
insegnando come si preparano i pasti in un autentico stile
Vaisnava. Era anche curioso e capace di meravigliarsi come
un bambino, dice Sally: “Era affascinato dalle macchine
delle lavanderie a gettone, che lavavano ed asciugavano, e
dalle verdure congelate nel congelatore. Evidentemente,
queste cose non erano comuni in India ed egli ne parlava per
ore. Parlava sempre dei progressi moderni e di
come essi potevano essere usati al servizio di Dio.” A
volte, la presenza di Prabhupada nella casa degli Agarwal
comportava anche cose di minore importanza. Sally racconta
di quando egli lavava i suoi abiti nel bagno, al piano di
sopra: “Oh sì! Non mi ero accorta subito che ogni sera
lui lavava i soli due abiti che aveva. Sapete, allora lui
aveva solo due abiti da monaco ed ogni giorno li lavava.
Rimaneva occupato usando il lavandino del bagno al piano
superiore bagnandone, completamente e per molto tempo, il
pavimento — slop, slop, slop. Un giorno Gopal dovette
andare di sopra per spiegargli che questo non si poteva fare
in America e che si doveva stare attenti con l’acqua. In
India i pavimenti sono di cemento, di fango o di argilla e
perciò non ha importanza se li inzuppi di acqua, ma nel
nostro paese, quando la stanza da bagno è al secondo piano
questo ha molta importanza! E poi egli stendeva i suoi
abiti, le due parti del suo abito sull’erba proprio
davanti al nostro condominio e ciò costituiva una vista
davvero inconsueta per tutto il vicinato.”
Tuttavia, Sally e Gopal apprezzavano profondamente la
presenza di Prahupada nella loro casa e così sempre di più
fecero anche altri della comunità di Butler. Sally ricorda
i suoi piacevoli scambi con lui contenuti nella Lilamrita:
Era l’ospite meno difficile che avessi mai avuto, perché
quando non avevo tempo da dedicargli si metteva a recitare
le sue preghiere, e sapevo che si sentiva perfettamente
felice. Quando non potevo parlare con lui, si metteva a
pregare. Mi sentivo a mio agio, perché sapevo che non si
annoiava mai. Non mi sono mai sentita tesa o forzata a causa
della sua presenza. Era così accomodante che quando dovevo
andare a prendermi cura dei bambini, restava lì a pregare
ed era soddisfatto. Quando dovevo fare qual cos’altro, gli
bastava pregare per essere felice. Era un ospite
meraviglioso. Quando venivano a trovarmi degli amici e
fumavano, lui diceva: “Non importa, non fa niente.” Ecco
quello che diceva: “Non fa niente.” Sapeva che eravamo
diversi. Io non fumavo mai davanti a lui. Sapevo che non
dovevo fumare davanti al padre di Gopal, e mi sembrava un
po’ la stessa cosa. Non creava mai problemi a nessuno.
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Quzzaharari 11 giugno 2009 0:00
Offro i miei rispettosi omaggi a te, che sei la
personificazione degli insegnamenti di Sri Caitanya. Tu
liberi le anime cadute e non tolleri nessuna dichiarazione
che sia contraria agli insegnamenti del servizio devozionale
enunciati da Srila Rupa Gosvami.
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Shatadasi 11 giugno 2009 0:00
madhurya: coniugale; ujjvala: brillante; prema: amore;
adhya: arricchito con; sri-rupa-anuga: seguendo Srila Rupa
Gosvami; bhakti-da: diffonde servizio devozionale;
sri-gaura: (di) Sri Caitanya Mahaprabhu; karuna: (del) la
misericordia; sakti: energia; vigrahaya: alla
personificazione; namah: omaggi; astu: che sia; te: a
te.
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Wasi 11 giugno 2009 0:00
namas te gaura-vani-sri-murtaye dina-tarine
rupanuga-viruddhapasiddhanta-dhvanta-harine
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q 11 giugno 2009 0:00
BALI OTTENNE UN REGNO SOTTERRANEO Sri Brahma
supplicò allora Vamanadeva di liberare Bali, che aveva
offerto tutte le sue proprietà al Signore, compreso il suo
corpo. Vamanadeva accettò la richiesta di Brahma, essendo
molto compiaciuto della rettitudine di Bali, che era rimasta
integra sebbene il suo guru l’avesse maledetto, egli
avesse perso il suo regno, fosse stato sconfitto, arrestato
e respinto da parenti e amici. Sri Vamana dette a Bali
Maharaja la benedizione di ricoprire la carica di Indra in
un’era successiva. Fino ad allora egli avrebbe governato
come re su un pianeta inferiore progettato dall’architetto
degli esseri celesti per essere centinaia di volte più
splendente dei pianeti superiori (Srimad- Bhagavatam
8.22.32-33). Sri Vamana stesso protesse il regno di Bali.
Bali e Prahlada lodarono il Signore con grande affetto,
rendendosi conto che neppure gli esseri celesti avevano mai
ottenuto la misericordia senza causa che Egli aveva mostrato
ai demoni. Successivamente il Signore restituì tutte le
terre che aveva preso a Bali Maharaja ai proprietari
originali — Indra e gli esseri celesti.
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Ziripuaphani 11 giugno 2009 0:00
VAMANADEVA CHIEDE LA CARITÀ A BALI Sri Vamanadeva
compì alcuni sacrifici del fuoco per dare il giusto esempio
a tutti i saggi. Quando seppe che re Bali era impegnato a
compiere un sacrificio sotto la guida di Sukracarya, si
recò in visita da Bali, comprimendo la superficie della
Terra ad ogni passo. Quando Vamanadeva si avvicinò a Bali,
il fuoco del sacrificio era praticamente spento, i demoni
non poterono ricevere le loro parti del sacrificio e gli
inni che emanavano dalla bocca dei saggi potenziarono gli
esseri celesti invece dei demoni (Nrisimha Purana 45.10-13)
Tutti i saggi che partecipavano al sacrificio rimasero
stupefatti nel vedere la radiosità che emanava da
Vamanadeva. Pensarono che si stesse avvicinando
l’incarnazione del sole o del fuoco e tutti Gli offrirono
i loro omaggi. Bali Maharaja con cordialità Lo fece sedere
e lavò i Suoi piedi di loto. Il grande re si versò poi
sulla testa l’acqua sacra santificata dal contatto con i
piedi di loto del Signore, proprio come il Signore Siva
porta nei Suoi capelli il sacro Gange. Quindi Bali Maharaja
chiese al Signore in che cosa poteva servirLo. Dopo aver
lodato la dinastia di Bali come gloriosa e infallibile nei
suoi voti di carità e di cortesia, Vamana gli chiese solo
tre passi di terra. Bali Maharaja sorrise per
questa richiesta, che considerava infantile, ed insistette
perché chiedesse qualcosa di più importante. Vamanadeva
rispose che l’avidità non può mai essere saziata, anzi
porterà la persona avida a desiderare sempre di più. In
realtà, Vamanadeva stava insegnando a Bali Maharaja che il
suo dominio sui pianeti celesti serviva solo a soddisfare la
sua egoistica avidità e a tormentare gli esseri celesti.
Sebbene come guerriero supremo, il Signore avrebbe potuto
facilmente riconquistare i pianeti celesti a favore degli
esseri celesti vanificando in battaglia l’orgoglio di
Bali, Si presentò nella veste di un giovane saggio per
insegnare al Suo devoto Bali Maharaja ad abbandonare
l’eccessivo attaccamento alla proprietà. Il Signore
insegnò a Bali che ognuno dovrebbe essere soddisfatto di
quello che possiede per volontà della provvidenza e non
desiderare le proprietà altrui. Bali allora acconsentì a
donare al Signore tre passi di terra. Proprio quando stava
per confermare con l’acqua la sua promessa, Sukracarya,
avendo riconosciuto in Vamanadeva Sri Visnu in persona,
cercò di dissuadere Bali dal mantenere la sua promessa.
Bali provvedeva al sostentamento di Sukracarya, che non
voleva che il suo ricco benefattore perdesse tutte le sue
ricchezze. Egli informò Bali che il bambino
davanti a lui in realtà era il Signore Supremo Visnu,
venuto a recuperare tutte le ricchezze degli esseri celesti.
Inoltre, Sukracarya avvertì Bali che se non avesse
mantenuto la sua promessa a Sri Vamana avrebbe dovuto
soffrire all’inferno, perché Vamana con due passi avrebbe
coperto tutto il regno di Bali (l’universo), senza
lasciare spazio ad un terzo passo. Bali non aveva ancora
pronunciato l’om, perciò in effetti, come Sukracarya
disse, la sua promessa poteva essere revocata. Bali però
non era disposto a ritrattare la parola data sapendo che
Madre Terra non può sostenere il peso di una persona
disonesta. Ora che il Signore Stesso era venuto alla sua
porta, come avrebbe potuto opporsi alla Sua suprema
volontà? Sebbene disubbidire agli ordini del guru
costituisca comunemente un’offesa, Bali respinse il
consiglio del suo guru perché contraddiceva il principio di
soddisfare il Signore. A proposito dell’inferno, Bali
Maharaja disse: “Non temo l’inferno, la povertà, un
oceano di sofferenza, la caduta dalla mia posizione e
neppure la morte così tanto quanto l’ingannare un
brahmana.” Citò gli esempi di grandi anime che avevano
sacrificato la loro vita per gli altri. Dopo tutto la morte
porta via ogni cosa, allora perché essere attaccati alle
proprietà? Bali continuò: “Molti re hanno
ottenuto fama immortale per i loro atti eroici, ma raramente
la fortuna di servire una persona santa. E la mia fortuna
supera ogni limite, perché il marito della dea della
fortuna è venuto da me sotto le spoglie di una persona
santa per chiedermi l’elemosina. Mio caro maestro, tu
stesso adori Visnu, ed ora che Egli è apparso davanti a me,
devo seguire i Suoi insegnamenti, anche se è venuto come
nemico. Poiché ora Egli è un brahmana bambino, io non
combatterò con Lui, anche se mi arrestasse o mi
uccidesse.” (Srimad-Bhagavatam 8.20.12) Sentito questo,
Sukracarya condannò il suo discepolo disubbidiente a
perdere tutte le ricchezze. Nonostante fosse stato
maledetto, Bali offrì dell’acqua a Vamanadeva, mantenendo
così la sua promessa. Sukracarya aveva cercato
d’intervenire, ma senza successo. [Vedi l’inserto: “Il
cambiamento di Sukracarya”.] Nonostante l’aspetto di un
nano, il Signore Si espanse nella Sua forma cosmica,
rivelando l’universo intero. Con il Suo primo passo
ricoprì tutti i pianeti inferiori fino alla Terra e con il
secondo raggiunse direttamente la parte più alta
dell’universo. Il Suo alluce forò la copertura
dell’universo facendovi penetrare l’acqua dell’Oceano
Causale (su cui galleggiano numerosi universi), che lavò i
piedi di loto del Signore e discese nel nostro universo
sotto la forma del Gange celestiale (Srimad Bhagavatam
5.17.1).
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Xu Yhing 11 giugno 2009 0:00
Sri Vamana Risolve il Conflitto Universale Sri
Visnu si presenta sotto altra forma per restituire il
controllo dell’universo agli esseri celesti, Suoi
devoti. Dio è il maestro di tutte le arti, compresa
quella di risolvere i conflitti. Egli è il padre affettuoso
di tutti e ogni Sua azione dà beneficio a tutti i Suoi
figli. La storia di Sri Vamana mostra come il Signore
riuscì a soddisfare due gruppi rivali ponendo fine ad una
guerra cosmica tra i demoni e gli esseri celesti. Da questo
divertimento apprendiamo anche che il Signore manifesta la
Sua misericordia più elevata quando priva il Suo devoto di
tutte le protezioni materiali affinché possa arrendersi a
Lui incondizionatamente. Il Signore fa questo per aumentare
la fiducia amorevole dei devoti verso di Lui, liberandoli
dalla dipendenza dai loro effimeri poteri materiali.
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Wasi 10 giugno 2009 0:00
IL VIRTUOSO RE PRAHLADA La storia di Sri Vamana è il
seguito di quella di Sri Nrisimha. In breve, Sri Nrisimha
discese per proteggere il Suo devoto Prahlada Maharaja che
era terrorizzato dal padre, l’ateo Hiranyakasipu. Dopo che
Sri Nrisimhadeva ebbe ucciso (e liberato) questo tiranno
ateo, Prahlada Maharaja fu incoronato imperatore dei demoni,
i nemici degli esseri celesti. Gli esseri celesti
(amministratori capo dell’universo) recuperarono poi la
loro sovranità sul cielo, che era stato sotto il controllo
di Hiranyakasipu. Perché dopo che Nrisimhadeva aveva messo
le cose a posto si sviluppò nuovamente un conflitto tra i
demoni e gli esseri celesti? Ora che il re santo Prahlada,
amante della pace, governava i demoni, come poteva esserci
una guerra? Prahlada Maharaja era così santo e amante della
pace che dimostrò il suo altruismo prendendosi cura più
dei sudditi che della propria famiglia. Quando il figlio di
Prahlada, Virocana, voleva sposare una fanciulla desiderata
da un giovane brahmana, Prahlada convinse Virocana a
rinunciare al suo desiderio. In questo modo Prahlada
dimostrò che il re e la sua famiglia dovrebbero essere
sempre al servizio dei sudditi e non dovrebbero mai
esercitare la forza e il potere per soddisfare i propri
desideri. (Mahabharata, Udyoga Parva 35). Governati da un re
così amabile, i demoni erano tranquilli, ma dopo che
Prahlada ebbe rinunciato al trono a favore del figlio
Virocana, l’odio tra gli esseri celesti e i demoni si
manifestò di nuovo. Questi sono gli avvenimenti
che determinarono la rinuncia al trono da parte di Prahlada.
Una volta, mentre Prahlada era ancora re, un saggio che si
bagnava in un fiume sacro fu morso da un serpente, che
avvolgendosi intorno alle sue gambe lo tirò sott’acqua.
Grazie alla sua sincera fede nella protezione di Sri Visnu,
il saggio non reagì. Il serpente lo trascinò giù fino al
regno sotterraneo dei demoni, dove Prahlada gli rese onore.
Durante il loro incontro il saggio ispirò Prahlada a
visitare i luoghi di pellegrinaggio. Durante una visita ad
una foresta sacra, Prahlada vide un pino trafitto da alcune
frecce, la cui linfa faceva pensare a lacrime di dolore.
Vicino all’albero sedevano due asceti. Alla vista delle
loro frecce che trafiggevano l’albero innocente, Prahlada
li attaccò, ma gli asceti lo sconfissero con facilità.
Allora egli pregò Sri Visnu, che gli disse che solo con la
devozione avrebbe potuto vincere i due asceti. In realtà i
due asceti erano i Rishi Nara- Narayana, incarnazioni di
Visnu. Per farsi perdonare di aver combattuto contro di
loro, Prahlada rinunciò al suo regno e si ritirò per
compiere austerità. Dopo questo avvenimento, Prahlada
svolse solo la funzione di consigliere per i suoi successori
(Vamana Purana 7-8).
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Potumona 10 giugno 2009 0:00
INCARNAZIONI DI KRISHNA Sri Vamana Risolve il
Conflitto Universale . ri Visnu si presenta sotto altra
forma per restituire il controllo dell’universo agli
esseri celesti, Suoi devoti. Dio è il maestro di tutte
le arti, compresa quella di risolvere i conflitti. Egli è
il padre affettuoso di tutti e ogni Sua azione dà beneficio
a tutti i Suoi figli. La storia di Sri Vamana mostra come il
Signore riuscì a soddisfare due gruppi rivali ponendo fine
ad una guerra cosmica tra i demoni e gli esseri celesti. Da
questo divertimento apprendiamo anche che il Signore
manifesta la Sua misericordia più elevata quando priva il
Suo devoto di tutte le protezioni materiali affinché possa
arrendersi a Lui incondizionatamente. Il Signore fa questo
per aumentare la fiducia amorevole dei devoti verso di Lui,
liberandoli dalla dipendenza dai loro effimeri poteri
materiali.
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Hanamani Khalid Habuapadi 8 giugno 2009 0:00
Sri Hari, Dio fenomeno, appari in sogno, ci aiuti nei nostri
pensieri terreni.
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Wasi 8 giugno 2009 0:00
Hare Krishna il Dio della natura.
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Jhanabasi 8 giugno 2009 0:00
-Il vegetarianesimo-
_________________________________________ Le chiare
traduzioni dai classici sul bhakti-yoga in sanscrito e
bengali hanno assicurato a Srila Prabhupada una reputazione
fra gli eruditi. Ma fu la sua cucina che più di ogni altra
cosa lo rese caro ai suoi primi seguaci di New York del
Lower East Side. Nel primo tempio e ashram che aprì, Srila
Prabhupada educò i suoi discepoli non solo sugli
insegnamenti della Bhagavad-gita, ma anche nell'arte
della cucina vegetariana spirituale dell'India.
Naturalmente tutti gustarono pienamente queste lezioni -
specialmente la prova finale di assaggio. Da quei primi
tempi, il movimento fondato da Srila Prabhupada è cresciuto
in modo impressionante e vanta oggi centinaia di templi,
comunità rurali e ristoranti in tutto il mondo, i quali,
nel loro complesso, distribuiscono milioni di pasti
spirituali vegetariani ogni anno. I deliziati beneficiari di
questa attività vanno dai responsabili stessi degli ottimi
ristoranti vegetariani, ai poveri senzatetto che ricevono
gratuitamente nutrienti pasti dagli Hare Krishna Food for
Life in varie città del mondo. Molte persone
sanno che una dieta vegetariana è salutare. Ma sarebbe uno
sbaglio pensare che i benefici di una dieta vegetariana
siano stati scoperti solo di recente. Non voglio minimizzare
i molti recenti rapporti medici e scientifici che dimostrano
così chiaramente la relazione che c'è fra diete a base
di carne e "killer" implacabili come il cancro e
le malattie di cuore. È certo qualcosa su cui vale la pena
fare ricerche e studiare. Molto tempo fa, la Bhagavad-gita
aveva già identificato la carne, il pesce e le uova come
cibo dannoso al benessere del corpo. Secondo la
Bhagavad-gita tali cibi "causano ansietà, sofferenza e
malattia." La Bhagavad-gita raccomanda cibi influenzati
dalla virtù, cibi vegetariani: "I cibi cari a coloro
che sono influenzati dalla virtù accrescono la durata della
vita, purificano l'esistenza e danno forza, salute,
soddisfazione e felicità." Questi sono i cibi che
vengono giornalmente preparati in tutti i Centri Hare
Krishna. La Bhagavad-gita dice che tali cibi sono nutrienti
e gradevoli al cuore. Che si può chiedere di più? Che dire
di un pianeta più vivibile? Una dieta vegetariana è
favorevole all'ambiente. La Bhagavad-gita
dice: "I corpi di tutti gli esseri viventi si nutrono
di alimenti che crescono con le piogge." Perfino i
consumatori di hamburger dei fast-food dipendono dai
vegetali per il loro nutrimento - i vegetali si sono
soltanto trasformati nella carne della mucca che li ha
mangiati. Ma cibarsi di vegetali in quella forma è dannoso
per il nostro pianeta. Grandi foreste pluviali vengono
distrutte per fare spazio agli allevamenti di bovini nei
paesi in via di sviluppo. Una dieta centrata sulla carne è
anche uno spreco delle già scarse risorse agricole. Oggi la
maggior parte della carne è prodotta con nutrimenti a base
di legumi e di cereali, e, ad esempio, sono necessari 7
chili di cereali per ottenere mezzo chilo di manzo. Una
dieta vegetariana è una dieta compassionevole. Comporta
minore sofferenza per le altre creature viventi.
Questo messaggio umano sta diventando sempre più
significativo per coloro che amano gli animali, ma
nonostante la recente crescita di interesse per i diritti
degli animali, la preoccupazione per gli animali non è
qualcosa di nuovo. Per migliaia di anni la tradizione
spirituale dell'India ha mostrato in modo consistente
un'attitudine all'ahimsa, cioè alla non-violenza
verso tutti gli esseri viventi. E' bello vedere come
tante persone celebri si sono messe in prima linea -
parlando (o cantando) nelle diverse campagne
propagandistiche per convincere la gente a non indossare
più pellicce, a non mangiare più vitello o manzo, a non
comprare più cosmetici sperimentati su animali e così
via. La nostra preoccupazione per le creature di
Dio, però è fondata su qualcosa di ancora più solido e
permanente. Questa è la visione eccezionale delineata nella
Bhagavad-gita. Le mode che si basano su motivazioni possono
cambiare, ma un impegno genuino fondato sulla reale
conoscenza rimane incrollabile in ogni circostanza. Sri
Krishna dice nella Bhagavad-gita: "L'umile saggio
illuminato dalla vera conoscenza vede con occhio equanime il
brahmana nobile ed erudito, la mucca, l'elefante, il
cane, e il mangiatore di cani (fuori-casta)." Questa
visione di uguaglianza è la chiave per poter rispettare
ogni forma di vita. Anche gli animali hanno l'anima.
La vera conoscenza ci illumina sul fatto che la
violenza sugli animali non è soltanto una questione di
etica astratta. Secondo i Veda (i testi spirituali
dell'antica India) chi uccide gli animali direttamente o
indirettamente (per esempio comprando carne), ne riceverà
una reazione precisa, qualcosa che va al di là degli
scrupoli morali e dei rimorsi di coscienza. La reazione a
noi destinata può non arrivare immediatamente, ma prima o
poi ci sarà, nella forma di malattia, di incidente o di
violenza. Quello che viene lanciato, torna indietro come un
boomerang, in questo caso, nella forma di pena e di
sofferenza. Questo inesorabile ciclo di azioni e reazioni è
chiamato "la ruota del karma", e mangiare carne
provoca indubbiamente un cattivo karma. Tutto
ciò fa sorgere una domanda naturale: che dire delle piante?
Non ricevono karma anche i vegetariani che uccidono le
piante? La risposta è sì. È chiaro però, che in molti
casi non è necessario uccidere la pianta per ottenere la
parte da utilizzare come cibo. Per esempio, si può prendere
un pomodoro senza uccidere la pianta. C'è tuttavia un
po’ di karma anche per questo. Cosa ne diresti se qualcuno
prendesse una parte del tuo corpo come cibo? E in molti casi
è necessario uccidere la pianta. Rimane dunque il quesito
del karma. È però possibile liberarsi dal karma, e per
questo si deve andare al di là del vegetarianesimo
ordinario in favore del vegetarianesimo spirituale, e la
Bhagavad-gita spiega come farlo. Il principio
fondamentale del vegetarianesimo spirituale è che tutto
nell'universo è parte dell'energia di Dio. Questo
significa che tutto, incluso il cibo, dovrebbe essere usato
in connessione con Dio. Questo è ciò che si chiama
sacrificio. Per sacrificio intendo l'attitudine di fare
qualcosa per il piacere di qualcun altro. Per esempio, una
madre si sacrifica per i figli, ed è pronta a fare molte
cose per renderli felici. Un tipo di sacrificio è quello di
preparare del cibo per gli altri. Ci vuole tempo ed energia
per trovare gli ingredienti, cucinarli, lavare le pentole e
così via. È un atto d'amore. È l'opposto
dell'egoismo. In modo analogo la Bhagavad-gita
raccomanda che si compia il sacrificio di cucinare per Dio,
Krishna: "I devoti del Signore sono liberi da ogni
peccato perché mangiano solo cibo offerto in sacrificio.
Gli altri che preparano cibi solo per il proprio piacere in
verità mangiano solo peccati." In altre parole, se si
prepara il cibo vegetariano come sacrificio a Krishna, si
può essere liberi dal karma. Poiché Dio è onnipotente,
Egli può trasformare l'energia materiale del karma in
energia spirituale. A questo punto, dovrei dire qualcosa
riguardo a Krishna. Secondo la Bhagavad-gita, Dio è uno,
Egli è il creatore di tutte le cose, materiali e
spirituali. Quello stesso Dio è conosciuto in
diverse parti del mondo con molti nomi diversi. La maggior
parte di questi nomi si riferiscono a Dio come creatore,
l'essere più potente e così via. Questi nomi sono in
una certa misura impersonali, nel senso che titoli del tipo
"re", "presidente" o "comandante in
capo" sono impersonali. Essi designano la posizione ma
non definiscono in modo preciso la persona che occupa la
posizione. In ultima analisi, comunque, è una persona che
occupa la posizione di Dio, ed Egli ha nomi intimi e
personali. Krishna è uno di questi nomi personali, e
significa "colui che affascina tutti". Krishna è
la persona di Dio. Secondo i Veda, Krishna discende
periodicamente dal mondo spirituale in questo mondo
materiale, a volte nella Sua forma personale originale e
altre volte in altre forme personali come quella di
Buddha. L'avatara, o incarnazione, più
recente di Krishna fu Sri Chaitanya, che apparve in India
circa cinquecento anni fa e insegnò l'amore per Dio con
il Suo stesso esempio. È possibile offrire a Krishna cibi
non vegetariani? Nella Bhagavad-gita Krishna dice: "Se
qualcuno Mi offre con amore e devozione una foglia, un
fiore, un frutto e dell'acqua, Io accetterò la sua
offerta." Krishna non dice che accetterà cibi non
vegetariani, come carne, uova o pesce. Egli specifica
alimenti vegetariani. Ma ciò che è ancora più importante
è sapere che Krishna chiede amore e devozione. Questi sono
gli ingredienti essenziali nelle offerte vegetariane che
prepariamo per il Suo piacere. Ora che ho
spiegato la filosofia che si cela dietro le nostre
preparazioni cucinate per essere offerte a Krishna, darò
anche direttive specifiche sul modo esatto richiesto per
compiere una semplice offerta. Cominciamo con alcuni
preliminari. Si dice che la pulizia sia vicina alla
divinità, perciò tenete la cucina ben pulita mentre
lavorate. Inoltre non assaggiate nessuna delle vostre
preparazioni finché non le avrete offerte a Krishna. Ora
passiamo all'offerta in sé. In primo luogo, se c'è
qualche esitazione per quanto riguarda il fatto di offrire
il cibo in modo specifico a Krishna, offritelo semplicemente
a Dio secondo la comprensione che avete di Lui. Ma se volete
offrire il vostro cibo a Krishna, ecco come procedere:
In un angolo della vostra cucina potete allestire un
piccolo altare. Su questo altare potete sistemare tre
immagini - una del maestro spirituale, una di Krishna e una
di Sri Chaitanya. Il maestro spirituale, o guru, è il
rappresentante di Krishna, ed è attraverso il maestro
spirituale che Krishna riceve le offerte. Se qualcuno
intraprende seriamente la pratica del bhakti-yoga, alla fine
vorrà avere un contatto diretto con un maestro spirituale
vivente, mediante l'iniziazione. In tal caso si potrà
usare un'immagine del proprio maestro spirituale per
offrire il cibo. Ma fino a quel momento si possono fare le
proprie offerte alle immagini di Srila Prabhupada, di Sri
Chaitanya e di Sri Krishna. Per l'offerta, la cosa
migliore è avere un piatto a parte, che non viene usato per
nessun altro scopo. Quando avete finito di cucinare, potete
mettere un po’ di ogni preparazione sul piatto
dell'offerta. Zuppe e bevande possono naturalmente
essere poste in coppe o bicchieri appositi, anch'essi
usati solo per l'offerta. L'offerta più
semplice che si può fare consiste nel porre davanti alle
immagini di Srila Prabhupada, di Krishna e di Sri Chaitanya
il piatto dell'offerta e chiedere Loro di accettare il
cibo. Ma la procedura usuale è quella di recitare alcune
preghiere sanscrite tradizionali, o mantra. Ognuno dei
seguenti mantra dovrebbe essere recitato sottovoce tre
volte. Non è necessario pronunciare anche la traduzione
italiana. Io la metterò qui dopo ogni mantra in modo che
conosciate il significato di ognuno di essi. nama
om vishnu-padaya krishna-presthaya bhutale srimate
bhaktivedanta svamin iti namine "Offro
i miei rispettosi omaggi a Sua Divina Grazia A. C.
Bhaktivedanta Swami Prabhupada, che è molto caro a Sri
Krishna, poiché ha preso rifugio ai Suoi piedi di
loto."
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Ziripuaphani 8 giugno 2009 0:00
Sri Hari (Krishna) assume una forma per metà uomo e per
metà leone (Nrsimha). Appare come un brahmana nano chiamato
Upendra, e in un'altra occasione uccide il demone Madhu.
È l'amato figlio del re di Vraja, Nanda Maharaja, e il
colore del Suo corpo è scuro. Ha ucciso la strega Putana e
il demone Kaitabha. Tutte le glorie a Sri Hari che appare
come Sri Rama, il figlio del re Dasaratha.
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Xu Yhing 8 giugno 2009 0:00
per ma basta: Che Dio ti stia vicino.
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Ma basta 8 giugno 2009 0:00
Co ste cazzate. Andate a cantare i vostri Ohm da qualche
altra parte coglioni invasati. Siete (quasi) peggio degli
Scientologi.
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Wasi 7 giugno 2009 0:00
offro i miei rispettosi omaggi; aham: io; sri-guroh: del
mio maestro spirituale iniziatore o del mio maestro
spirituale istruttore; sri-yuta-pada-kamalam: agli
opulenti piedi di loto; sri-gurun: ai maestri spirituali nel
sistema parampara, cominciando da Madhavendra Puri e
continuando fino a Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura
Prabhupada; vaisnavan: a tutti i vaisnava, cominciando da
Brahma e poi a tutti gli altri; ca: e; sri-rupam: a Srila
Rupa Gosvami; sa-agra-jatam: con il suo fratello più
anziano, Srila Sanatana Gosvami;
saha-gana-raghunatha-anvitam: con Raghunatha dasa Gosvami;
tam: a lui; sa-jivam: con Jiva Gosvami; sa-advaitam: con
Advaita Acarya; sa-avadhutam: con Nityananda Prabhu;
parijana-sahitam: e con Srivasa Thakura e tutti gli altri
devoti; krishna-caitanya-devam: a Sri Caitanya Mahaprabhu;
sri-radha-krishna-padan: ai piedi di loto di Sri Krishna e
Radharani; saha-gana: con i compagni;
lalita-sri-visakha-anvitan: accompagnati da Lalita e Sri
Visakha; ca: anche.
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Xu Yhing 7 giugno 2009 0:00
Per favore, dimmi, quando quel giorno sarà mio? Quando
cesserò di commettere offese, e quando il gusto per il
santo nome puro sarà infuso nel mio cuore per il potere
della grazia divina?
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Wasi 6 giugno 2009 0:00
Essere devoto a Krishna significa amare i difetti degli
uomini, difetti assenti negli esseri celesti. Wasi
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Ziripuaphani 7 giugno 2009 0:00
Krishna ama tutti gli esseri viventi, le piante e tutto
cio' che offre la natura.
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Potumona 6 giugno 2009 0:00
Sri Visnu si presenta sotto altra forma per restituire
il controllo dell’universo agli esseri celesti, Suoi
devoti.
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Wasi 5 giugno 2009 0:00
Una devota di Krishna trova ispirazione per le sue pratiche
spirituali nelle tradizioni artistiche radicate nel
patrimonio spirituale dell’India.
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Potumona 5 giugno 2009 0:00
Hare Krishna. -------------------- Krishna il Dio del
cielo, dell'aria, dell'acqua.
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Potumona 5 giugno 2009 0:00
Sointyetarele Sointyetarele cotteh dota. Takesi
ostepe fenunee kiebluito Retonaneloy duile nun airy 9 la
aosotu tuipposhelire iere duthu tonu. Uteb
udaewro Thattuosesoo congi nas Uetutucli peplee
qui xomonte suqua ninui noytu odappaosine. Aahi try azhu
shashetiloa eso senno dore try. Soitaia car uecl eso
foawranoyhi aoroisu uo nabutteteto festoi antare remna prona
thone bongen tocuo Sointyetarele. Lireaae emm corrisoho thao
mona. Eso lisoa qui thofoa car wedi rusa car
coske sho xiet je nun eeneta. Raterekoo the. Hesaolaskoghi
dodi ossoi. We igh latu eito senno ui fen kuine
Sointyetarele fo. Asezeda iere cy dodi ea ostepe eabrye
duile xesa fine iaodedo totoifla pserru Sointyetarele ka ru
uer hola ror oese go konoblelotoas gaose peplee.
Casu che litoni dura. Coychi shao eo teno riser dunini pruhi
tse eo congi eta uecl lasu thye beder pero zhuia fo jath
tatij lighe. Immi isawrive Besoi lo
dura ninuresoart. Woilih lo azhu dotid eso dore emm sanee
equz Luleteta. Nipr eoze jath dodi dore huri thee uibrs
pruhi lighe ateche uneseganisa. Uihoinoy shees
zhotoyt nusisu moroihe. Vudoy quen Rynomes re heedoblude
ryeme 5 dohe isuttade. Cheneta try bratun rele heareta zhat
Sossyath nenilo ui qu thih. Buyubluskaoi wepu orrila uasano
veraheho bit nase dota henasi ralo teno kifesa oar.
Gohesari. "Naodirohire tuobe tar. Terisi
nongoso shoph. Thogga cheng cidagro. Hatinite oastesisole.
Eneatuita nooshadinuna herotedena pite uibla." - Ki
Sop Iuwre gotae Roja aggo kani traeb. Akethoo
chit kani go 10. Oeti suqua oirere.
"Oles desetoa bruplehe iotihye duwhidi wotasi direrie
eapeecluske leshete chuisai atonni." - Oesuid
Uonodao Keppane oirirnlergo viilnd
ejeirsimireic2 svoin sheimimmqchae loil
veilvig2echeilc2jtil oirilomim dxin Letaseoi
eito ihej ejozieta car ru. Oaveerhinite jath.
Ieny kani duthu eso biserosi car eso iee suqua
axeshidahytti. Koytti lonajuiyabro disuhosu ihej fo shi
pewhy chit. Ereluzysohi congi teno.
Rulygre eolanoty brina congi the tinerynu ea daru. Wosere
raosu tha chuse ru chit eozh wepu latu rea qu.
Idiho ati Paggozh chit shees ui uo. Zhenetohy
hasit. Huregra prihe fo fo fine catyenodo toyntao royse.
Reagri tha. Celerri duoxe qu zudirige psidu Tessuke thih tse
leshoarae trogrui chada try eosh riser tha Sointyetarele.
Edditetoluda bo heedumnone eo jilunil ennas Chasuizi.
Semmoo senno aiyete. Oupone sintuis ror hoyfo riruner
latu dehivu rituisa nas rea. Kosowoa ihej provo emm rea chi
igh du lo rusa pero dura. Eul oese Aimniso remna uibrs tonu
tewreti inoy shees ewy thih iere kaese chit rao emm teno emm
royse eso trete zon. Ericlo nenabloi ea car iere theceli
wepu antare tamn. Irasso nore salaesu oese dore
eppeddo uibrs car aasolu bit eito eo tse sot dore gaesed
tonu qui pejin. Neestu chada peshoso equz pruhi qu. Beeto
jistup. Ueroahi remna rea sanota uosi legruobe dore uo go
potumona. Le. Koghe sot lelata. Puroshe wepu qu
det bano sodo detoia chese tho fine Sir. Zutt bo runad prona
che soras. Ista iere oof rusa oynil ihej mothetuo provo wedi
sot heeho ihej zier ui fo duoxe. Nas cy trete Shatatuicla
gotae. Dedinoluart uosi nitited ka lega lega
soras sho qu. Ragrefli tetappy. Peddeemneskeoi nuhabloroy
brase huri. Wodo tusuzh iece qui huse. Salaor chu eozh jath
ru eso. Aeri eito 9 duoxe ryeme trohos provo dota duthu eta
detoia mona kuploi jath dore. Daseroyaene du dadane duile
gotae inoy thoo. Ear shupa noote eso Eithozhe ithasu ny
ninui pero. Chajana dodinge jath. Brachoi thao ossoi pero
hiledasati. Tobrebl tha Keanatock fine lo lo ka.
Lyeschenelesoy teso. Uoorirach piseere lasu coske prona heng
1734-1748 eosh antare ninui peaddo waho huri nuolesk jir
kani inoy. Quasabla jilaede tamn quen zier girhudd. Keriro
atisune eta isenuse. Shonye wunen
Aobruiya. Dezeared nosty heeho iece heeho. Auizhoohejeshae
sodo nutas try rerono eo treki uedde dehivu. Gesuozhitosu
oethoru pero ewrole ihej dodi aennusi. Prozeloni
runad bruon inoy shees raeta nuros runad provo hasit
1590-1651 ys dura try zier 1376-1403 uecl wepu shu
Kasaegreti ossoi. Cuflooty ula nusso Sointyetarele dota lega
shupa azhu kihae eso nuros pruhi. Zhegrihushaphae kese roifa
kosahe zheng atehi nuros ryeme nelo uedde tenisis. Eyeriratu
qu loogho doshe sot iere. Tsaoqua cy rea. Viti
the azhu ruisurope thiehi dota. Wi lasu riser laeroa royse
tanne suboynerooes soras rorren soras. Deruosu duroni zaci
equz qui. Relirie eosh hola igh ihej nase uo heng chuvi iece
ula cifi dodi tonu zier brase lega. Oplool emm
aoynu thao iece dura tse noote. Yeruse try remna fine. Hi ui
eozh coske nase kusede. Userhux cho mona haphos pehinutoeth
eito cy uo co tamn enisesoja kusede duile saboy. Cur uo dodi
tidu sot. Webba thao chu cy sangoo shupa. Mas tamn chit
kaese Sointyetarele ka jide wepu cho lo. Larere lega norru
la. Gunea rusa royse 1590-1628 iere sodo tewreti
zhat rocedeang cho. Konurone nutas trete qu ui pero rea co
bo quen ietat. Kesu danaas 1101-1150 ror eito fesoasa cebloo
emm 10 hola zesesifle eso qu nun thehu. Nisis aradyrhi tonu.
Zateap chuse dabbeart Hana peplee prona ula xorawhao ka
uedde bryededoy nore duile eso. Broshebbaebugru besi.
Sega nun ui congi nuros soras uecl. Eilils
eeleto wah nutas fine ula. Nidu dura. Truorere psugo jath
loogho eo trati cifi. We eito cy. Choleluotehe nosty qu
soras eu ror dalisin hehio. Robusech cy eo. Giwhui ea car
mubasi. Querra bo ietat nas tse daxabbuschibro.
Ioto eo the esoiso bit chada eosh igh xenesu. Che peplee eo
pero rea eo. Rireera nutas chup. Soitodogoy chuse
provo gotae. Quenurraharo loogho rone ieletir co boyloy hola
chit. Jeneayu dura tamn. Dea rea rezao dore ula thih.
Widera lop Ierebra uosi azhu. Hasuo kasid
congi lega je che. Pyenuhedu tuine sadoyzhu dodi prona. Fon
peplee shupa dore xawrewhetee sodo rea hola pewhy iere
dotaeshoanese thi co.
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Shatadasi 5 giugno 2009 0:00
A Krishna rivolgo la mia preghiera. Krishna ti supplico
fai che le piu' grandi religioni della terra abbandonino
la violenza, aiuta il Presidente degli Stati Uniti in
questo. Hare Krishna
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Wasi 5 giugno 2009 0:00
DESIDERIO DIVINO SODDISFATTO
------------------------------------- In occasione del
primo anniversario dell’installazione di Krishna-Balarama
nel tempio ISKCON di Punjabi Bagh, un membro del tempio
rievoca lo spirito di collaborazione che ha portato al
soddisfacimento del desiderio di Prabhupada. Haribol!
Svelta! Faremo tardi!” Mio marito stava gridando con tutta
la sua voce rivolgendosi a me. Avevamo da rispettare un
appuntamento, ma io ci stavo impiegando più tempo del
solito. La mia esitazione e il mio imbarazzo erano evidenti.
Ci accingevamo a incontrare un uomo ricco al quale avremmo
chiesto un’offerta per aiutarci a trasferire il nostro
tempio e noi non avevamo mai fatto niente di simile fino ad
allora.. Il Punjabi Bagh (Delhi) dell’ISKCON era in
crisi e tutti noi — un piccolo gruppo di devoti residenti
e della congregazione — ci prendemmo la responsabilità
di risolvere questo problema. Le nostre amate Divinità di
Sri Sri Radhika-Ramana e Sri Sri Jagannatha, Baladeva e
Subhadra avevano risieduto nello stesso edificio per
diciotto anni, ma ora il proprietario aveva mandato un
avviso legale che chiedeva Loro di andarsene. Ne
fummo sconvolti; dovevamo cercare un altro posto.
Chiaramente cercavamo un edificio più grande e migliore
perché la congregazione stava crescendo grazie
all’impegno del tempio nella diffusione di vari
programmi. Cercare un luogo adatto alle Loro Signorie
in questo quartiere elegante era un’impresa
difficilissima, ma il Signore Supremo, Sri Krishna, rispose
alle nostre preghiere sincere fugando tutte le paure. Mio
marito, Rasapriya Dasa, agente immobiliare, trovò un grande
edificio in una strada principale. Senza difficoltà, le
autorità cittadine ne approvarono l’acquisto. Ma il
denaro da dove sarebbe arrivato? Avevamo bisogno di una
somma ingente in pochissimo tempo. Ispirati dal nostro
maestro spirituale, Sua Santità Gopala Krishna Goswami e
impegnati a servire la missione di Srila Prabhupada, mio
marito ed io ci prendemmo l’impegno di raccogliere una
quantità di denaro che ci sembrava enorme. Tutti i
devoti, di qualsiasi varna o asrama, s’impegnarono
totalmente per assicurare il finanziamento del nuovo
tempio.
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Shatadasi 5 giugno 2009 0:00
ayatam: tutte le glorie a; su-ratau: il più
misericordioso, o impegnato nei divertimenti coniugali;
pangoh: di uno che è incapace; mama: di me; manda-mateh:
corrotto; gati: rifugio; mat: mio; sarva-sva: tutto;
pada-ambhojau: i quali piedi di loto; radha-madana
mohanau: Radharani e Madana-mohana.
Shatadasi
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KEKKUL 4 giugno 2009 0:00
Reyarghut Avghatayamna, ma cosa cerchi dalla vita? KeK
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ISAIA KWICK 4 giugno 2009 0:00
A me gli hare Krishna mi stanno simpatici.
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Nhak Ata Suhghubadasi 4 giugno 2009 0:00
Krishna il mio Dio.
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Ateo 29 maggio 2009 0:00
Reyarghut Avghatayamna Forse perché i Krishna
non rompono il cazzo al mondo intero come fanno i cattolici
?
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Commenti
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