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a.pedone - Aduc Investire Informati
19 novembre 2004 0:00
Rispondo a Gicomo del 19 Novembre.
La consulenza indipendente in Italia, sostanzialmente, ancora non esiste.
Il pensiero di Paolo, comunque, (che io ho interpretato in maniera un po’ meno tranchant di te) e’ diffuso, ma è anche vero che molti clienti hanno chiaro il concetto di cosa può fare e cosa non può fare un professionista.

Fra i miei clienti nessuno fa un ragionamento come quello che fa Paolo.
Tutti comprendono che il mio lavoro non è quello di “produrre” performance, ma di suggerire gli strumenti finanziari più adatti alle esigenze del cliente.
Comprendono che se si sceglie di utilizzare, ad esempio, un ETF o una obbligazione legata all’inflazione o un conto di deposito o qualsiasi altro strumento non è perché riteniamo che in futuro sia lo strumento che rende di più ma perché è quello che risponde meglio alle esigenze che abbiamo rilevato precedentemente.
I miei clienti comprendono che il valore delle mia consulenza risiede nelle conoscenze tecniche degli strumenti, nell’indipendenza e nella capacità di dare razionalità alla gestione patrimoniale dei clienti.
Nessuno mi valuta per i risultato perché è chiaro fin dall’inizio che è il mercato a dare i risultati, non il consulente.
Naturalmente, prima di indicare uno strumento finanziario sono ben chiari i possibili risultati futuri.
Attraverso la deviazione standard del portafoglio si può indicare con una relativa precisione qual è il risultato minimo e massimo atteso (ribadisco: atteso, con una probabilità ragionevole, ad esempio il 98%) del portafoglio.
L’aspetto importante del consulente indipendente è che non ha nulla da vendere, quindi non c’è nessun timore ad dire la verità, ad esempio che un portafoglio con molto azionario ha una deviazione standard molto alta.
Il consulente non vende questo o quel prodotto. Tutti i prodotti presenti sul mercato sono a disposizione del cliente. Si utilizza la combinazione di strumenti che meglio rispondono (ex-ante) alle esigenze del cliente. Il resto lo fa il mercato.
Naturalmente il consulente può monitorare l’andamento del portafoglio, ma ancora una volta senza nessun patema d’animo.
Molti clienti comprendono bene il valore aggiunto di questo servizio e comunque, i consulenti indipendenti sono talmente pochi che se solo un 2% della popolazione apprezzasse questo servizio non ci sarebbero abbastanza consulenti per tutti.

Giacomo
19 novembre 2004 0:00
Sia Gabriele che Lucenti hanno esposto con lucidità e chiarezza, sicuramente maggiore della mia, il ruolo di un professionista della finanza. Però l'amico Paolo, più pragmaticamente, torna al concetto della performance. Eppure le argomentazioni di Lucenti e Gabriele sembravano esaustive.
In realtà, secondo il mio punto di vista, al risparmiatore medio, quindi con una cultura finanziaria non elevata (d'altra parte fa un altro mestiere), interessano zero i concetti esposti dai professionisti. Il vantaggio di affidarsi ad esperti si concretizza unicamente in termini di performance. Insomma Paolo ci dice : volete che vi pago? Fatemi guadagnare di più dei bot!! Non ci riuscite? Cavoli vostri, io ho stretto un accordo per avere quel risultato. Francamente non mi sembra il caso di sottovalutare questi pensieri perchè sono espressione della maggioranza dei risparmiatori. Il mondo della consulenza finanziaria indipendente (quel poco che attualmente c'è) non fà nulla per modificare questo status di cose. Nessuna organizzazione associativa, nessun movimento di opinione, nessuna scuola di formazione (lasciamo perdere i venditori di corsi e software). Le università ? Latitanti! La politica ? Peggio delle università! Insomma questa consulenza indipendente come si dovrebbe affermare?
giacomo da bg
18 novembre 2004 0:00
x gennaro..ops gabriele (scherzo eh..)

Sono daccordo con quasi tutto quello che hai detto, daltronde non puoi saere come opero io.., non mi dilungo a fare delle precisazioni x' avevo detto che me ne andavo dal forum come avrai letto, se tu pero'sei nei paraggi di Milano un caffe' lo prenderei volentieri, sai dove trovarmi. ciao
Paolo
18 novembre 2004 0:00
Egregio sig. Lucenti,
sempre impeccabile nelle sue esposizioni,la leggo sempre volentieri.
Resto comunque dell'idea che ogni professionista che si rispetti, debba garantire e onorare quanto promesso o prospettato.
In tutti i lavori esistono dei rischi proporzionati al guadagno stesso,cominciando dal semplice prestatore d'opera fino al grande industriale. Prendiamo un piccolo imprenditore che legato nell'indotto
di una grande azienda, rimane travolto con tutti i suoi dipendenti dal fallimento della stessa
Mica poteva prevederlo!
Ancora tornando al mio lavoro:
Non creda che tutti i progetti si concludano come previsto, tutte le "variabili"(come le chiama lei) hanno un costo, che lima o annulla il guadagno desiderato.
Comunque tutte le aspettative del cliente vengono doddisfatte e onorato il risultato, a fronte anche di perdite.
Il dottore, una volta chiaro il quadro clinico del paziente,opera in base al livello tecnologico e medico di quel momento,possono esserci risposte imprevedibili e occulte da parte del paziente,ma se di errore si tratta anche
il dottore paga di persona.
Cosi per l'igeniere per il geometra ecc. ecc.
credo che l'unica figura a rimanerne fuori sia l'avvocato,ma anche lui,se lavora con professionalità,mai prometterà l'assoluzione a colui che è stato preso con le mani nel sacco!
Sia ben chiaro che non siamo noi clienti a dettarvi o pretendere un certo risultato(i miei erano semplici esempi)
ma voi, con la vostra esperienza e conoscenza dei prodotti finanziari, a fare una specie d'offerta.
Neanche si pretende una percentuale di guadagno fissa, ma almeno che centriate
un risultato all'inteno di una certa forbice.(es. dal X% al Y%)
Una domanda:
Non potete tutelarvi,come tutti quelli che maneggiano denaro, con delle assicurazioni?
Con considerazione.
Paolo
giacomo da bg
12 novembre 2004 0:00
x gabriele:
Il discorso che fai mi sembra ragionevole, io in passato ho operato quasi esclusivamente con l'amministrato (essenzialmente trading az e mercato eurobbligaz.), attualmente pero' loritengo rischioso e non piu' attuabile se non con grandi patrimoni.Oltre cheuna preparazione specifica ed agganci informativi. Mi sono orientato dunque verso il risparmio gestito cercando pero' di avere l'accesso a tutto il mercato o alla maggior parte di esso. a livello di costi di mantenimento, partendo dall'idea che un gestore valido crei valore aggiunto, essi sono sicuramente minori di quelli che devono essere supportati da un consulente che si improvvisa analista-gestore. Anche gli elevati costi di una gestione patrimoniale, di cui peraltro io non sono un grande simpatizzante, sono inferiori a quelli di un pf o consulente che opera con raccolta ordini e che rigira svariate volte il portafoglio.
Ritengo cmque i costi non rilevanti se viene comunque creato un valore aggiunto superiore, da entrambe le figure, ovviamente.
Per quanto riguarda index e unit poi..sono assolutamente daccordo che alcune siano assolutamente vergognose e dovrebbe esserene vietata la commercializzaz. dagli organi preposti ( e non lasciare nemmeno la tentazione a promotori e assicuratori di collocarle)
Mentre alcune (hai fatto riferimento a una , a mio giudizio superficialmente)possono essere uno strumento valido, se utilizzate in modo corretto e lo sottolineo.in modo corretto.
Giacomo
4 novembre 2004 0:00
Sono certo che moltissime persone appassionate di finanza e desiderose di poter "realmente" affiancare il risparmiatore nella pianificazione finanziaria si trovano nella n/s situazione. Attualmente il vuoto normativo e la guerra strisciante delle lobby del risparmio gestito sta avendo la meglio. La mia speranza risiede nella evoluzione che ha avuto questa materia nei paesi anglosassoni. Purtroppo la mia sensazione è che i tempi non siano ancora maturi, personalmente resto vigile ed aggiornato ma......... campo d'altro.
Giacomo
20 novembre 2004 0:00
x gigi :
vista la superficialità con la quale esprimi giudizi così gravi su una persona che non conosci sono lieto che il tuo sia il primo ed ultimo intervento sul forum.

n.b. complimenti per l'empatia dimostrata!!!!
santi
2 novembre 2004 0:00
HO APPENA LETTO UN ARTICOLO SU "LA STAMPA" PUBBLICATO IERI 01/11, E NON HO FATTO ALTRO CHE CONFERMARE I DUBBI E LE INCERTEZZE CHE MI TARTASSANO DA UN BEL PO' DI TEMPO, EFFETTIVAMENTE "VENDIAMO TANTA SPAZZATURA PER SOPRAVVIVERE", SONO UN PROMOTORE ANCHE IO CON DIECI ANNI DI ATTIVITA' ALLE SPALLE, ED ORA MI SENTO ARRIVATO AD UN BIVIO, COSA FARE?
STO CERCANDO DI AVVICINARMI ALLA CONSULENZA INDIPENDENTE, MA COME?
IN QUESTO MOMENTO SONO IN ATTESA DI UNA TELEFONATA DA PARTE DI CONSULTIQUE, MA DOPO AVER LETTO I PRECEDENTI INTERVENTI, NON SO NEANCHE SE RISPONDERGLI.
NON CREDO CHE LA NOSTRA PROFESSIONE ANDRA' AVANTI PER MOLTO, FORSE MI SBAGLIO MA HO QUESTA SENSAZIONE, CHE PURTROPPO E' CONDIVISA DA TANTI COMPRESI PARECCHI MIEI COLLEGHI.
SONO UN PO' PESSIMISTA VERO?
MA VI ASSICURO CHE DI CARATTERE NON LO SONO.
UN SALUTO A TUTTI
SANTI
Giuseppe
2 novembre 2004 0:00
X Giacomo e Luigi
Come si suol dire "quant'è piccolo il mondo"....nel senso che sono nella stessa situazione di Luigi (a parte la diversa esperienza professionale...):
1) credo fermamente nella consulenza f. indipendente;
2) ho parlato anche io con Consultique;
3) sono rimasto perplesso allo stesso modo;
in più posso dire che sto parlando a destra e a sinistra con diverse persone quali commercialisti, avvocati, consulenti.
Ma non sto che accrescendo la confusione: chi mi guarda come fossi un UFO, chi sarebbe disposto a collaborare (ma come?!), chi forse neanche capisce di cosa parlo.

Insomma è un bel casino!

Un saluto a tutti,

Giuseppe
luigi
2 novembre 2004 0:00
x giacomo,
anche io sono rimasto colpito dalle tue esternazioni a proposito di Consultique...
Sono andato da loro ma finora non mi sono convinto ad aderire al loro programma...c'è qualcosa che non mi convince ma non so dire cosa, e quando ho letto il tuo giudizio cosi radicale(che qui riporto).........."Sono andato ad un incontro, il businnes plan che i loro responsabili mi hanno proposto era semplicemente folle. Purtroppo immagino che molti lo abbiano preso per buono ed abbiano pagato i cospicui euro che loro chiedono per la "formazione" e l'adesione al loro programma".... ti ho un po' invidiato perchè pur depurando le tue parole da un'ineliminabile soggetività devi aver intravisto con precisione quello che per me era ed è una sensazione che non so esprimere concretamente...e mi piacerebbe tanto capire i dettagli e le motivazioni di un giudizio tanto radicale..
Credo fortemente nei vantaggi che può dare la Consulenza finanziaria indipendente e mi sono rivolto a loro perche mi sembravano gli unici (gli unici che finora ho trovato) che potessero risolvere il mio problema, che adesso ti spiego...
Ho maturato una solida esperienza nel campo del risparmio gestito ed ho una forte preparazione tecnica su tutto quello che concerne l'asset allocation e le tematiche correlate ricoprendo un ruolo di responsabilita come Gestore di fondi per oltre un decennio e penso di avere tutte le carte in regola per poter erogare una Consulenza Fimnaziaria Indipendente altamente professionale, ma mi trovo totalmente disorientato quando cerco le modalità adatte per traferire con profitto la mia prefessionalità al servizio dei Clienti.
Per questo era andato da loro, e adesso sempre + confuso mi interrogo su quale sia il modo giusto (parlo dei dettagli operativi)per risolvere con profitto i vati problemi relativi a questa professione ancora non del tutto regolamentata, tipo ad esempio la corretta stesura di un contratto da sottoporre ai clienti o l'equo livello della tariff da applicare
ti ringrazio per l'attenzione che mi hai accordato e ti saluto cordialmente
Luigi
Giacomo
13 novembre 2004 0:00
x Paolo
ti premetto che sono un ex pf, schifato (perdonami l'eufemismo) dalla "professione" (dopo tanti anni) ma non totalmente convinto dalla consulenza indipendente. I tuoi interrogativi me li sono posti anch'io, qualche risposta l'ho trovata ma non abbastanza motivante da indurmi ad intraprendere questo cammino. Invidio molto gabriele sicuramente già in attività, io attualmente vivo d'altro.
Ribadisco che è legittimo attendersi da un consulente un risultato migliore dei bot, ma non deve essere questo l'unico motivo per scegliere di affidarsi a questa figura professionale. Il Sig. Pedone nella sua premessa al forum spiega chiaramente la funzione del consulente indipendente. Il problema è che, allo stato attuale, tutti possono fregiarsi di questo titolo con i guai annessi e connessi. Se un tizio che si laurea in legge deve fare praticantato e poi sostenere un esame per poter patrocinare cause, come può pinco pallo senza studi, senza praticantato, senza verifiche affiancare il risparmiatore nella giungla della finanza?? Questo post non vuole assolutamente essere sponsor della attività di banche e reti, ormai utili solo per spremere denaro ai risparmiatori.
Strider
27 ottobre 2004 0:00
Il problema a mio parere risiede nell' ordine in cui vengono poste i seguenti aspetti:
1) Interesse del cliente
2) Interesse del promotore
3) Interesse della societa' mandante
Spostando liberamente i numeretti 1,2,3, si avra' la differenza fra un buon promotore (venditore si, ma che c'e' di male?), un malvivente e un deficiente che beve tutto quello che la sua societa' mandante propina come miracoloso.
lucenti antonio
27 ottobre 2004 0:00
per strider

eccellente sintesi!
complimenti, di cuore.
antonio lucenti
26 ottobre 2004 0:00
La ringrazio, dottor Pedone, della sua paziente risposta, che mi soddisfa, come promotore tra i molti che svolgono con passione e cura il proprio lavoro.

Colgo l'occasione per ribadire che moltissimi prodotti finanziari sicuramente consigliati dai cfi, sono anche normalmente distribuiti dai pf.
Non credo infatti che il cfi possa essere contrario per definizione agli strumenti del risparmio gestito nel loro complesso, e che le sue proposte ( vietate ai pf) siano unicamente relative alla compravendita di titoli azionari, obbligazionari,covered warrant o strumenti simili.
Non buttiamo via tutto.
Succederà ad ambedue di indicare previsioni che poi il mercato potrebbe mortificare.
Io non prendo nemmeno in considerazione i malviventi che piazzano agli ottantenni linked a contribuzione decennale...
Cordialmente
a.pedone - Aduc Investire Informati
19 ottobre 2004 0:00
Rispondo a Lucenti del 18 Ottobre 2004.
Probabilmente non mi sono spiegato.
Ho scritto proprio che per certe esigenze NON SERVE un consulente. Con patrimoni piccoli e si possono fare cose sufficientemente buone con strumenti alla portata di tutti, quindi SENZA un consulente (ne' un promotore).
Le ripeto per l'essesima volta (dopo 10 volte che ripeto la stessa cosa ho il sospetto, forse legittimo, che le fa comodo affibbiarmi un pensiero non mio) che conosco molti promotori finanziari onesti e seri, alcuni sono miei stretti amici. Attraverso il mio ruolo in Aduc ho avuto modo di incontrare molti promotori onesti che si sono resi conto della disonesta' intrinseca nell'industria del risparmio gestito.
Il problema non e' "la categoria dei promotori". Il problema e' il conflitto di interessi intrinseco nel sistema.
Non ha senso pensare che la categoria dei promotori sia "cattiva" e quello dei consulenti indipendenti "buona".
Solo uno sprovveduto puo' pensare una cosa del genere.
Il problema sono le regole.
Il promotore, di solito, salvo casi molto rari, vendono prodotti. La loro consulenza e' strumentale alla vendita dei prodotti. Questo crea dei problemi molto grandi, perche' - di solito - si consiglia il prodotto che fa guadagnare l'azienda che lo vende (e che paga il promotore) e non quello adatto al cliente. Questo non perche' il promotore sia "cattivo", ma solo perche' fa il suo lavoro. Il promotore non e' pagato per fare consulenza, e' pagato dall'azienda per vendere un prodotto e/o servizio.
E' chiaro che fra vendere bene e vendere male fa una bella differenza.
Un conto e' vendere un fondo comune azionario ad un risparmiatore consapevole e con un patrimonio adeguato ed un conto e' venderlo al vecchietto inconsapevole magari facendo un disinvestimento programmato per simulare lo stacco della cedola. E' chiaro che nel secondo caso e' una cosa disonesta e questo riguardera' una minoranza di promotori cosi' come una minoranza di consulenti indipendenti sara' incapace.
Ma anche nel primo caso, il promotore che vende il fondo e' costretto a scegliere fra quelli che vende e - comunque - non e' pagato dal cliente ma dall'azienda che vende il prodotto/servizio; quindi DEVE (per correttezza nei confronti della propria azienda) fare in primis l'interesse dell'azienda che lo paga e poi quello del cliente.
Il consulente indipendente, invece, non vende nessun prodotto, ma solo la sua professionalita'.
Il consulente indipendente certamente non ha il problema del conflitto di interessi, cio' non significa che non vi siano problemi. Uno su tutti, il problema della professionalita'. I consulenti indipendenti in Italia sono una categoria emergente e quindi hanno tutti i problemi delle nuove attivita' professionali (la stessa cosa, si potrebbe dire, ad esempio, delle professioni mediche alternative, tanto per fare un esempio).
cordiali saluti
antonio lucenti
18 ottobre 2004 0:00
al dottor Pedone

Questo tipo di avviamento all'utilizzo del risparmio minimale fa parte della capacità professionale anche del promotore finanziario, senza spese accessorie. Infatti, come tutti sanno, per comperare a esempio CCT, niente di più della normale commissione viene addebitata al cliente.
Mi è capitato di consigliare il conto arancio, per situazioni che lo richiedevano.
Non è beneficenza, è solamente l'applicazione del nostr codice deontologico.
Come io non escludo la presenza di consulenti onesti e preparati, le sarei grato se lei volesse mantenere lo stesso atteggiamento nei confronti dei pf.
cordialmente
gentleman
20 novembre 2004 0:00
x gigi
era ora! spero che tu intervenga ancora e non lasci il campo libero ai venditori di fumo che si spacciano x guru (cercando di monopolizzare il forum). io sono uno che da poco più di un anno paga un cfi e devo dire che x ora va bene. vedremo col tempo...

x giacomo
in effetti, da profano, penso anche io che i tuoi messaggi siano aria fritta. forse è x questo che, come dici, non riesci a cavare un ragno dal buco con la consulenza. perdonami la sincerità.

x lucenti e pedone
intervenite + spesso! è bello leggere i vostri diversi punti di vista: denotano, x entrambi, una grande esperienza e competenza
pierpaolo
16 ottobre 2004 0:00
concordo nel dire che l'attività di promotore finanziario é un attività di vendita e non di consulenza. Vendita di prodotti purtroppo non adatti al profilo di riparmiatore, bensi' solo idonei ad aumentare le commissioni de promotore e di tutta la rete. E' questo un punto di vista che ho maturarto immediatamente quando ho iniziato a fare l'attività di promotore al servizio di una azienda tra l'altro quotata al mib30 e che va in giro a dire di considerare il cliente al centro delle proprie attenzioni.
In coerenza con le mie attitudini ho smesso poco dopo , provo pero' ancora dispiacere ed imbarazzo per quei pochi clienti che ho fatto e che hannno in mano prodotti ( assicurativi perché i supervisori quelli finanziari non me li hanno mai nemmeno fatti vedere pur essendo entrato nella "rete" con la qualifica di promotore avendo superato l'esame Consob )costosissimi , non adatti ai loro profili , e con delle perdite ingenti se uno crede di interrompere i versamenti e riscattare il capitale prima dela scadenza del contratto .
E' da dire anche che una consulenza vera , remunerativa per il consulente ed il cliente richiede alla base dei grossi patrimomni , e allora si ritorna al discorso iniziale per cui con un piano di alcune migliaia di euro il promotore é soddisfatto e il cliente no , ma per la fortuna del promotore ne acquista consapevolezza solo dopo .....
E' questo il punto su cui bisogna lavorare , far si che il risparmiatore conosca prima ed é lo sforzo che si propone questa associazione.
saluti
a.pedone - Aduc Investire Informati
14 ottobre 2004 0:00
Rispondo ad Antonio Lucenti del 14 Ottobre 2004.
E' verissimo che per i piccoli patrimoni l'incidenza della consulenza indipendente sarebbe eccessiva.
Ma spesso e' anche vero che i loro obiettivi possono essere agevolmente soddisfatti con strumenti molto semplici come depositi, singoli titoli obbligazionari come titoli di stato, ecc.
Aduc Investire Informati ha il primario scopo di fornire consulenza gratuita a questo target di persone.
Ovviamente non e' possibile fare una pianificazione finanziaria individuale, ma e' possibile evitare che prendano le moltissime fregature della cosi' detta industria del risparmio gestito.
Per questi patrimoni, evitare di prendere queste fregature e' gia' moltissimo.
antonio lucenti
14 ottobre 2004 0:00
Mi sembra che nesuno accenni mai al fatto che per i patrimoni di dimensione non minima ogni strada ed ogni possibilità è aperta: pf e cfi come mediatori davanti ad un ventaglio di offerte.
Ma il patrimonio di 5/10.000 euri, che incidenza di spesa potrà sopportare?
Chi dispone di un piccolo potenziale di risparmio, poche migliaia di euri all'anno, in rate di poche centinaia, come potrà permettersi un consulente, che giustamente dovrà costare più di un meccanico? Se già le spese fisse (commissioni e sopratutto tasse) se lo mangiano vivo?
Questi sono i soggetti più deboli e peggio trattati da tutti, istituzioni comprese; praticamente inermi.
La loro uniche difese possono essere solo l'informazione e la conoscenza delle norme fondamentali che regolano i rapporti con gli intermediari, un po' di fortuna nell'incontrare un professionale onesto e capace, e l'attenzione interessata nei confronti del mercato per acquisire sempre maggiore sensibilità nei confronti dei pericoli.
Purtroppo sono questi che più spesso rimangono vittime del disinteresse di chi invece li dovrebbe assistere.
Luca
5 ottobre 2004 0:00
Rispondo volentieri a Giacomo concordando in pieno con quanto egli dice nel suo breve intervento: al fine di evitare di cadere nelle trappole tese dal sistema occorre che il risparmiatore, prima di seguire i consigli ricevuti, cerchi di avere conferme (le fonti sono largamente disponibili) in merito ai costi, all'efficienza ed alle altre principali caratteristiche dei prodotti offerti. Non esiste nessuna motivazione razionale perchè una decisione importante come quella relativa agli investimenti, debba essere presa con fretta e senza un minimo di consapevolezza; in questo campo non esiste disimpegno da parte di nessuno: chi è che di fronte ad una malattia di una certa rilevanza si fida ciecamente del primo medico che incontra o cerca il conforto di altre conferme? Siamo forse tutti medici? No certamente! Ed allora, perchè non utilizzare la stessa accortezza quando si deve prendere decisioni in merito al proprio risparmio?
In merito al terzo punto devo dire che le pressioni sono spesso forti ma anche che se uno lavora bene, più di tanto non possono farti: in fondo io guadagno solo per il lavoro che svolgo; direi che sotto questo aspetto si può correre forse maggiori pericoli in Banca dove l'impiegato viene indotto a fare ciò che la Direzione vuole in virtù di uno stipendio che, comunque, riscuote, e non solo, magari dopo alcuni mesi, dopo aver venduto di tutto a tutti, viene anche trasferito in altra sede e chi s'è visto s'è visto. Io, dove potrei mai andare se piazzo una fregatura ad un cliente???
Giacomo
5 ottobre 2004 0:00
In linea di principio sono parzialmente daccordo con Luca, non è giusto demonizzare i pf ma lo stesso non può dirsi del risparmio gestito e dei "sistemi di collocamento".
Sicuramente tra i pf c'è gente che lavora con serietà, ma l'ambito nel quale operano non è purtroppo serio.
Ci sono delle verità inoppugnabili :
1) I prodotti più remunerativi per i pf e gli intermediari sono quelli (mi si perdoni l'eufemismo) meno efficienti per i clienti;
2) In Italia si paga la gestione passiva alla stregua della gestione attiva;
3) Il pf è talmente bombardato dalla struttura piramidale che grava su di lui da non potersi (quasi mai) ergere al ruolo di professionista ma solo di mero venditore.
luca
4 ottobre 2004 0:00
Intervengo per dire la mia come parte in causa (senza voler rappresentare nient'altro che il mio pensiero).
Sono un Promotore Finanziario e condivido buona parte delle cose scritte sul sistema finanziario italiano ove il cliente trova moltissime "cattive informazioni" e pochissima "buona consulenza": è vero, i prodotti di risparmio gestito sono spesso cari e poco efficienti; è vero i P.F. consigliano spesso ciò che a loro conviene economicamente; è vero, le Polizze di Assicurazioni sono strumenti poco trasparenti e spesso incomprensibili; è vero tutto questo ma allora cosa facciamo?
Nel fare scempio dell'esistente (di cui poco, forse, ma qualche cosa è da da salvare), rischiamo di gettare via il bambino insieme all'acqua sporca. E a chi potranno affidarsi coloro che chiedono consulenza? Dubito che oggi sia possibile avere accesso (sia pure a pagamento) a strumenti idonei, essendo al di fuori di strutture come Banche/Sim o Assicurazioni le quali, sole sul mercato, possono mantenere sistemi informatici complessi e completi.Oppure si vuole che la consulenza sia accessibile solamente a chi ha patrimoni cospicui?
Detto questo credo che facciate bene a dire le cose come stanno: chi vuole consulenza, in qualche modo, la deve pagare; è sulla scelta dell'interlocutore che deve essere prestata molta attenzione, conoscendo però le basi da cui partire (e ben venga l'informazione): le regole ci sono e vanno rispettate. Purtroppo accade spesso che chi dovrebbe controllare chiude entrambi gli occhi, così accade che le logiche di vendita hanno spesso il sopravvento.
Non credo neppure che la soluzione sia demonizzare la categoria dei P.F. o quella del risparmio gestito in generale; credo invece che il mercato debba fare una bella selezione tra chi sa e vuole lavorare bene e chi, al contrario, si alza la mattina con il solo scopo di vendere (che sia carta igienica o fondi comuni è lo stesso).
Non mi dilungo oltre; vorrei che in luoghi come quello che voi offrite per dibattere e chiarirsi le idee non diventassero occasione di una caccia alle streghe incondizionata, ma momenti di conoscenza e approfondimento; vorrei ricordarvi che quando le Borse galoppavano ed i titoloni si sprecavano erano ben poche le voci fuori dal coro (stampa) che non incitavano al rilancio, come se la crescita dei mercati non dovesse avere mai fine. Oggi al contrario, nel campo dell'informazione prevale la logica della caccia ai malfattori e tutti sono dalla parte del povero, tartassato cliente (anche "quello" che non vorrà maicapire che i soldi si fanno lavorando e si conservano investendo).
Grazie e saluti.

Giacomo
30 settembre 2004 0:00
x gabriele :
il mio post precedente riflette una opinione personale su Consultique. In linea di massima ritengo che un network di consulenti indipendenti si debba impostare con una condivisione di rischi e profitti tra chi eroga i servizi (formazione, software operativo, aggiornamento ecc.) ed il singolo professionista.
Consultique si limita a vendere la sua formazione ed i suoi servizi a chi lo richiede. Naturalmente per rendere attraente il tutto utilizza un marketing "persuasivo" come farebbe qualsiasi venditore di beni o servizi.
Scusami se non entro maggiormente nel merito, d'altra parte le mie valutazioni non è detto che siano da tutti condivisibili.
Resta il punto che la consulenza finanziaria per ergersi a ruolo di professione dovrebbe :
1) Non essere accessibile a tutti;
2) Avere un mercato di riferimento (per adesso quasi zero);
3) Maggiore visibilità nel sistema finanziario ( che continua ad osteggiarla).
antonio lucenti
29 settembre 2004 0:00
Signor Aldo, non sia precipitoso.
Lei ha una azienda nella quale investire, ma non tutti hanno un'azienda.
Tuttavia parecchi vorrebbero investire in una azienda sana, remunerativa, e allora ne diventano azionisti, aspirando ai rendimenti (dividendi) e all'incremento del valore dell'azienda e delle sue azioni. Il mercato mobiliare serve (anche)alle aziende per raccogliere nuovi azionisti, ed ai soci per uscire dall'investimento in modo semplice.
Se qualcuno lo interpreta in modo distorto, il principio non cambia.
In Borsa ci sono investitori e giocatori: lei può scegliere il suo ruolo.
Aldo
27 settembre 2004 0:00
Vorrei dare un mio contributo al tema!

Personalmente credo ed ho sempre creduto che gli investimenti finanziari siano una gran bella fregatura!

Nel senso che bisogna mettersi in testa che non si può generare denaro dal nulla! E' semplice il concetto ma, a quanto pare, molti non riescono a capire che è così!

Intendo dire che la migliore cosa da fare (ci ho sempre creduto) è investire in qualcosa di concreto (immobili prima di tutto) oppure reinvestire nella propria attività per farla crescere sempre di più!

Ho sempre fatto così, la mia famiglia ha sempre fatto così (è un insegnamento di mio padre) ed abbiamo sempre e costantemente migliorato le nostre posizioni, nonchè i risultati delle nostre attività senza mai prendere "fregature finanziarie".

Ciao a tutti!
gabriele
23 settembre 2004 0:00
X Giacomo
Ho letto il tuo post del 28 luglio solo ora e mi ha incuriosito ciò che hai detto di COnsultique.
Ero personalmente interessato ad un incontro con loro per avere maggiori dettagli ma le tue affermazioni mi hanno sollevato qualche dubbio.
Potresti gentilmente fornirmi qualche altro dettaglio? sapresti dirmi a quanto ammontano gli investimenti richiesti? Sai ... magari risparmieresti un viaggio a me e a quanti sono interessati a questa professione.
grazie
antonio lucenti
30 agosto 2004 0:00
grazie della risposta..........
Giuseppe D'Orta
29 luglio 2004 0:00
Giacomo: Aduc non ha sedi oltre quella nazionale di Firenze.

Se avessimo sedi dovremmo iniziare a chiedere tessere associative obbligatorie, finanziamenti pubblici, ecc. e diventeremmo come tanti altri paladini a tariffa fissa anticipata.
Idee ci sono, ma si scontrano con la mancanza di mezzi e di tempo.

Lucenti: non creda di essere tanto importante, in quell'articolo (...se si può definire tale...) mi ci ero imbattuto cercando su Google delle cose importanti.
--------------------------------------
Giuseppe D'Orta, consulente Aduc per gli investimenti finanziari.
a.pedone - Aduc Investire Informati
29 luglio 2004 0:00
Gentile sig. Lucenti,

non avevo visto il suo messaggio del 15 Luglio.
E' assolutamente normale che una direttiva comunitaria fissi i criteri generali e rimandi alle normative dei vari stati per i dettagli. Anche l'eventuale legge di attuazione, probabilmente, deleghera alla Consob gli ulteriori dettagli.
Allo stato, come abbiamo gia' scritto nell'articolo introduttivo di questo thread la consulenza finanziaria indipendente e' un'attivita' completamente libera, con tutto quello ne consegue per le sue domande.
Maggiori informazioni qui: http:/ /investire.aduc.it/php/mostra.php?id=59048
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