Commenti
|
|
|
Topesio 26 febbraio 2009 0:00
Credo sia inutile stare qui a tentare di spiegare a questi 4
imbecilli la totale inutilità delle centrali nucleari.
D'altra parte costoro non capiscono un emerito cazzo di
problemi molto più banali, figuriamoci di questi! Fa
pena doverlo constatare, ma d'altra parte questo è il
livello di gran parte degli italioti...
|
Gianni 26 febbraio 2009 0:00
Ancora una volta si presenta agli Italiani, come una
soluzione al problema energetico, con grande propaganda, la
costruzione di centrali nucleari, quella che non è una
soluzione ma solo per poter dire, "vedete che
manteniamo le promesse elettorali". Basta
documentarsi un po' sui problemi e costi che riguardano
la produzione di energia elettrica con centrali nucleari per
cominciare ad avere seri dubbi sulla convenienza.
Propongo solo alcuni dei motivi che ne sconsigliano la
costruzione: Costi elevati e lunghi tempi di
costruzione. Occorre garantire una sicurezza di
funzionamento che altri impianti non necessitano e per
questo anche i tempi per la realizzazione si allungano, ed i
costi sono altissimi. Costo di smantellamento
dell'impianto alla fine della vita operativa,
attualmente stimata in circa venti anni, che a seguito della
acquisita radioattività di componenti della centrale ne
complicano lo smantellamento. Costo per il
trattamento e la collocazione dei rifiuti radioattivi,
compreso i resti della centrale smantellata. Problema che
non è stato risolto in maniera definitiva in nessuna parte
del mondo, ci sono siti di stoccaggio provvisori sparsi con
progetti ipotizzati di collocazione nella profondità di
miniere fuori uso in territori geologicamente sicuri.
Collocazione della centrarle nucleare in posti che
siano esenti da calamità naturali specie terremoti, e il
più lontano possibile da centri abitati. Costo e
disponibilità di uranio. In Italia non ce n'è e la
disponibilità mondiale è molto limitata, le miniere si
trovano in pochi paesi e con l'attuale sfruttamento si
parla di circa settanta anni per l'esaurimento, il
prezzo sta aumentando molto velocemente. Perché
l'uranio possa essere utilizzato deve essere arricchito.
Ci vogliono appositi impianti che in origine sono costruiti
per scopi militari perché costosissimi, infatti sono solo
in nazioni che dispongono di armamento nucleare. In
Italia non disponiamo di tale impianto, al costo
dell'uranio l'Italia dovrebbe pagare all'estero
anche il costo dell'arricchimento, se troviamo chi ce lo
fa. Le quattro centrali che si vogliono costruire
in Italia, che se va tutto bene saranno disponibili nel
2020, poi produrranno solo una minima parte
dell'energia che necessita, non saranno certo la
soluzione dei problemi energetici. Basti pensare che quando
si iniziarono a costruire le prime centrali nucleari in
Italia, prima che il referendum le bloccasse, l'Enel
stimava in 200 le centrali occorrenti. Nel mondo
quasi tutte le nazioni che possiedono centrali nucleari non
stanno rinnovando gli impianti, proprio per il costo e per
lo smaltimento, i più vecchi pur se ancora funzionanti sono
stati dismessi per questioni di sicurezza.
Mentre gli altri tornano indietro noi invece intraprendiamo
la strada del nucleare, ma solo per soddisfare la vanità e
la arroganza di qualcuno. Gianni
|
Sergio 26 febbraio 2009 0:00
Carissimo Harakiri, quando ho letto il titolo di questa
nuova discussione mi sono predisposto a sguainare la mia
spada polemica. Poi ho letto il nome dell’autore e
subito mi è tornato l’umore buono; e infine anche il
sorriso dopo aver letto il tuo sarcastico intervento.
Ritengo non sia utile aggiungere sarcasmo a sarcasmo;
intervengo, allora, per esplicitare il ragionamento che tu
proponi. Vorrei favorire un confronto sereno
poiché non ho alcuna oltranzista preclusione verso il
nucleare, e credo che anche tu, Gianni e il nostro
“pigro” amico cirillico, per quel che ho compreso di
voi, non siate aprioristicamente contrari al nucleare.
Ironicamente tu scrivi torniamo al nucleare perché
finalmente sono stati risolti i problemi della passata (ma
ancora presente) avventura nucleare. Vediamoli
allora in breve questi problemi. I conti. Si
è sempre affermato che il kW prodotto con il nucleare è
meno costoso rispetto a quello prodotto con fonti
tradizionali. Bisogna allora analizzare questi conti.
Il costo del kW prodotto dal nucleare è essenzialmente
legato ai costi di costruzione della centrale. Una
componente importante del costo è il tempo necessario per
arrivare alla fatidica messa in esercizio. Nel passato
i tempi e i costi sono sempre stati sforati alla grande:
Caorso costò 7 volte la cifra preventivata, Montalto 6
volte. Nel calcolo del costo di produzione del kW
nucleare non entravano (e non entrano neanche nel nuovo
piano italo-francese) i costi di gestione delle scorie, di
gestione passiva della centrale (cioè i costi che si
sostengono a centrale esaurita; Caorso costa attualmente
150mila euro al giorno), di smantellamento della centrale
(andate a vedere i compensi riconosciuti alla SOGIN). I
benefici economici sono calcolati sulla base del
funzionamento a regime, senza tener conto di fermi tecnici
ordinari e straordinari: Caorso non funzionò mai a pieno
regime, Trino restò ferma per 6 anni su 20 di
attività. I tempi di costruzione previsti erano
irreali se semplicemente si confrontavano con quelli
impiegati in Paesi tradizionalmente più efficienti del
nostro; infatti, furono sempre sforati. Infatti, già
Confindustria invita ad accelerare l’iter anche cambiando
se necessario il Titolo V della Costituzione. E già, oggi
il quadro decisionale nei rapporti tra Stato ed Enti Locali
è più complesso di allora. Le scorie Fu un
problema mai risolto e anche il passato governo Berlusconi
fallì quando cercò di risolvere il problema individuando
il sito nazionale di stoccaggio. La popolazione locale
insorse e il bravo Berlusconi dovette inviare le scorie
all’estero con costi di gran lunga superiori. Oggi, come
allora, su questo problema non c’è alcuna risposta. Il
sindaco dimissionario di Trino (centro-destra) ha già
dichiarato prima si risolvano i problemi del passato poi si
pensi al nuovo. La sicurezza Non esistevano
piani di evacuazione e di gestione delle emergenze in caso
di mancato funzionamento dei sistemi di sicurezza della
centrale o di errore umano. Un incidente a Trino o a Carso
era in grado di compromettere per decenni l’intero sistema
idrico della Padania, tanto cara a Bossi, perché tutto il
sistema idrico è interconnesso al Po. Ancora oggi non
esistono i piani di sicurezza previsti dal DL 230/1995 e
successive modifiche. Già, le centrali sono ferme ma il
rischio permane. E oggi, cosa si pensa di fare per la
sicurezza? Siamo in grado di fare almeno quel che per legge
già da tempo sarebbe stato necessario fare? Se si decide di
collocare una centrale al Nord, come si risolve il rilevante
rischio idrico? Quali mezzi e risorse sono necessari? O ci
affidiamo alla speranza che tutto vada bene? A
prescindere da tutto ciò, ci aspetteremmo un’analisi
attenta delle varie opzioni in campo, vista la delicatezza
del problema energetico e le ingenti somme messe sul piatto.
Tanto più che la realizzazione è prevista a partire
dal 2020 e intanto che si fa? Se tutto fila liscio
inizieranno a funzionare intorno al 2025 e daranno non più
del 5% del fabbisogno energetico complessivo del Paese;
siamo sicuri che sia un buon affare? Certamente sì
per il partner francese a corto di commesse in un’Europa
che si sta ritirando da questa obsoleta tecnologia nucleare
che sarà pure di terza generazione ma non differisce poi
tanto dalla seconda. Ci aspetteremmo una
valutazione seria di cosa si potrebbe ottenere spendendo in
energie rinnovabili la bella sommetta di 20miliardi di euro,
che certamente sarà alla fine molto di più. Ci
aspetteremmo, se vogliamo fare valutazioni economiche, che
si faccia una stima di tutti i costi che invece oggi come
allora si continua a fingere che non esistano. Ci
aspetteremmo un coinvolgimento delle popolazioni locali,
spiegando perché questa è la scelta giusta, illustrando le
modalità di scelta dei siti che s’intendono seguire (o
vogliamo continuare a costruire centrali senza fare nemmeno
una verifica geologica dei siti?), come saranno affrontati i
problemi indissolubilmente connessi al nucleare (scorie e
sicurezza), quali le regole di trasparenza negli appalti
(per evitare di cadere nelle fauci dei soliti corrotti e
corruttori), quali i sistemi di controllo durante le fasi
realizzative, possibilmente affidate a organi tecnici
indipendenti e non esclusivamente scritte sui capitolati
senza verifica di corrispondenza (cosa che avviene
regolarmente nell’edilizia pubblica). Visto il
modo in cui si sta imboccando nuovamente la via del
nucleare, mi sembra che l’unica certezza al momento sia
che il nucleare è un interessante e lucroso business.
Se a tutto ciò aggiungo che ancora si racconta la
menzogna che ormai ci siamo lasciati alle spalle il clima
emotivo dei referendum del 1987 che portarono all’uscita
dal nucleare (più o meno è questo il ritornello falso del
ministro Scajola)… allora la conclusione è solo una:
interessa il business e niente più. No, ci ho
ripensato. C’è almeno un’altra possibilità:
interessa sbandierare la propria immagine di modernizzatori
del Paese a fini elettorali e se non si raggiungerà alcun
risultato la colpa sarà sempre dei soliti comunisti e dei
signori del “no”. Se invece a farvi muovere
in questa direzione e in questo modo, signori del Governo,
è la vostra profonda e onesta convinzione, dopo attente
valutazioni, che il nucleare sia la strada giusta per il
Paese, allora state sbagliando tutto. Con questo modo
di procedere, senza aver prima affrontato i problemi del
passato che si riproporranno pari pari, senza aver prima
analizzato e risolto il problema della localizzazione delle
centrali, senza aver spiegato all’opinione pubblica
perché avete sbagliato nel recente passato (ministro
Marzano, governo Berlusconi) e perché il nucleare sia la
scelta migliore, otterrete i risultati di: >
allontanare da voi l’opinione pubblica possibilista;
> ricompattare le frange oltranziste senza se e senza
ma; > esporvi al potere contrattuale degli enti locali
che giocheranno al rialzo per non creare ostacoli; >
allungare inesorabilmente i tempi di realizzazione con
conseguente lievitazione dei costi. Quindi, anche se
mi disponessi a riconoscervi serietà e onestà
intellettuale, ottimi propositi e attenzione ai problemi del
Paese, giungo a una conclusione: state sbagliando se non
nella scelta nei modi.
|
mah 26 febbraio 2009 0:00
quale sarebbe il futuro? quattro mulini a vento che bastano
per tutti? tra l'altro una cosa non esclude l'altra,
non basteranno le centrali nucleari a renderci indipendenti
così come non basteranno le altre fonti. ma intanto in
questi anni ci abbiamo solo perso. ed a parte il fatto che
gli altri paesi il nucleare lo stanno ancora studiando
(quindi non è roba vecchia) non hanno costruito altre
centrali perchè ne hanno già! siamo noi quelli senza, e
compriamo l'energia da chi la fabbrica con le centrali
nucleari!!! già, perchè noi siamo "verdi".
e non facendo niente abbiamo perso tempo. quantomeno ora
delle decisioni sono state prese, assumendosene la
responsabilità.
|
ЛЕНЬ 25 febbraio 2009 0:00
Sei il solito pessimista, Harakiri...Impara a vedere i
lati positivi delle cose. Ad esempio: da quando ho
preso un avvelenamento da radiazioni, del cancro ai polmoni
non me ne frega più niente.
GRAZIE
SCAJOLA!
|
Supervik 25 febbraio 2009 0:00
W IL NUCLEARE.... W IL BERLUSCA....
|
pinetree 25 febbraio 2009 0:00
Che li frega a Berlusconi dei problemi che avremmo nel
futuro, lui di sicuro non sarà vivo per vederli in
funzione, intanto ci lucrerà fino alla sua nomina di Santo.
|
Gianni 25 febbraio 2009 0:00
Evviva Harakiri, mi pare sufficiente. Gianni
|
Commenti
|
|
|
|