Commenti
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Pro-teo 4 ottobre 2005 0:00
Andrea, sei solo un ignorante vanaglorioso che rovina
l'immagine dei veri cristiani!
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Andrea 4 ottobre 2005 0:00
Questo forum è stato aperto per aiutare chi volesse
avvicinarsi alla Parola di Dio in maniera consapevole,
amorevole e sincera. Ma a causa di persone poco
intelligenti che lo frequentano si è perso il senso e il
significato di questo forum. Semplicemente CRISTIANO,
significa che non seguo nessuna religione esistente, ma
leggo la volontà di Dio nella Sua Parola e la metto in
pratica secondo la Sua volontà. Per chi non lo sapesse
ancora, Cristo E' la Parola di Dio, quindi chi segue
Cristo e soltanto Cristo è solo un cristiano inteso come la
precisazione che trovate nell'introduzione del forum,
senza arroganza. Altre domande?
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Stocazzo 4 ottobre 2005 0:00
xgian e per ric Io non ho messo e non voglio spostare
la questione sui diritti dei froci: quelli guadagnateveli da
soli tu e ric dimostrando di essere persone per bene e non
sparaminchiate, inutilmente aggressivi,sborroni, superbi,
pieni di sé, disintegra palle, decerebrati... In
questo momento sapete solo ammorbare l'aria del forum. I
copia e incolla me li so fare da solo. Dammi retta tu
e il tuo amico: dedicatevi ai collage o ai puzzle o andate a
ciapà i rat.
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alessandrobiagiotti 4 ottobre 2005 0:00
X Gian&Ric Questi post kilometrici non servano ad una
sega.Avete veramente un cervello piu' piccolo di quello
di Bruno Vespa a no scusate ho sbagliato insetto, il
millepiedi.
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el galletto all'etto. 4 ottobre 2005 0:00
X Andrea 37 anni ( Spesi male) Sei un presuntuoso
"semplicemente Cristiano " "puntualizzazione
necessaria" "vi aspetto numerosi" Ma sei
scemo? Ha ragione stocazzo. Sai una cosa ? Preferisco le
volgarita' alla ipocrisia, in certi casi. Quindi caro
Andrea 37 anni (spesi male) sei proprio messo male. Cambia
spacciatore stai usando roba che ti da effetti strani.
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alessandrobiagiotti 4 ottobre 2005 0:00
E Semplicemente Cristiano ke vuol dire? Mi pare che e'
una forma di scrivere molto arrogante, dire semplicemente
Cristiano mi fai sentire un grullo perche' io non sono
semplicemente Cristiano, e dunque mi domando se sono stupido
ad non esssere Cristiano se e' una cosa semplice. Forse
non e' cosi' semplice come dice lei!!
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Alessandrobiagiotti 4 ottobre 2005 0:00
Andrea che vuol dire sei CRISTIANO? E perche' non hai
puntalizzato che non sei islamico? Oltre a Testimone di
Geova e Cattolico? Hacciafa'.
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gian&ric 3 ottobre 2005 0:00
Ma insomma stocazzo, frocio è un insulto oppure
no? I froci sono esseri da disprezzare ed emarginare,al
limite da mandare ai forni crematori come faceva il buon
Adolf,oppure sono persone come le altre,con gli stessi
diritti e doveri,libere di esprimere le proprie preferenze
sessuali nella loro legittima sfera privata? DECIDITI,
IMBECILLE! Vuoi fare il
progressista,l'illuminato,il liberale,
l'antirazzista,il buonista e il cazzo che ti fotte,e sei
solo un piccolo pidocchioso borghesuccio incapace di
liberarsi dei più miseri e feroci pregiudizi
clerico-fascisti che sono il tuo autentico background
culturale. Fermo restando ovviamente che il
frocetto sei tu e chi ti ha dato i natali.
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Stocazzo 3 ottobre 2005 0:00
No,la cosa non mi garba, ma la figura dei deficienti la fate
comqunue tu e il tuo amico frocio. Ma che vuoi farci?
Prima spari cazzate, poi cerchi di correggerle. Una persona
con un minimo di sale in zucca eviterebbe simili figure di
merda. Io, scegliendomi il nick, ho creduto di aver
esagerato anche se spinto da un moto di ribellione nei
confronti di gentucola come te e tutti gli sborroni che si
assurgono a "so tutto io e adesso vi sparo un bel copia
e incolla"; tu invece con la tua rabbia,
l'incapacità a dialogare se non con le volgarità
propinate anche in altri forum dimostri esattamente quello
che sei: un povero frustrato che si rifugia nei forum a fare
proselitismo (e a mostrare quanto e frocio). A me basta fare
quello che faccio: riportare con i piedi nella palta le
persone che come te dispensano a dir loro perle di saggezza.
Perle? Emerite cagate! Pirla! non perle. E va a ciapà
i rat.
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Andrea 3 ottobre 2005 0:00
Mosè fu un uomo che si mise a servire Dio dopo i fatti
successi nei suoi primi 40 anni diventando uno strumento
utile al disegno divino (se potete evitare le stupide
battute ve ne sarei grato).
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gian&ric 3 ottobre 2005 0:00
stocazzo, l'unica cosa giusta che hai fatto in vita
tua è la scelta del nome, quanto mai azzeccata e
opportuna. Per il resto sei solo delirio,paranoia e
demenza.Te la canti e te la suoni da solo, in barba ad ogni
logica,senza un minimo di buon senso... Io sarei
due?Chi te l'ha detto,da cosa l'hai capito,
deficiente squilibrato e pazzo??Io(noi)avrei(avremmo)ammesso
di essere frocio(froci)?Ho stabilito invece chiaramente che
qui i soli froci siete tu e tuo padre,sai leggere o no
?? E perchè la frase"il più becero lazzarone
analfabeta del più profondo sud" ha un "alto
valore RAZZISTA"??? E' davvero il colmo
dell'idiozia...di beceri lazzaroni analfabeti è pieno
anche il nord e tu ne sei la prova più evidente, ho
parlato del sud perchè lì è più radicato il mito della
mascolinità e il disprezzo per
i"ricchioni,garrusi,ecc"e questa è realtà non
razzismo. Ma non vuol dire certo che il sud non sia
pieno di persone eccellenti alle quali pidocchi nordici come
te e proteo non siete degni di pulire le scarpe. Per il
resto abbaia quanto vuoi che io mi sono stancato di darti
retta...e sappi che posterò tutti i post che mi piacerà
postare,strafottendomene se la cosa non ti garba.
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Stocazzo 3 ottobre 2005 0:00
xgian&ric La vostra capacità di ragionare è a livello
dei millepiedi. Se siete froci come avete ammesso sono cazzi
vostri, basta che non lo facciate pesare agli altri.
Per quanto riguarda il resto, muffa e solo muffa. Perché
dovremmo leggere i vostri sproloqui chilometrici frutto di
un insano "copia e incolla"? Ma per chi ci avete
presi? Fare proselitismo in un forum è veramente
degradante per tutti. Mi accusate di essere razzista
(invece stavo solo insultando voi due) e poi proponete una
frase di alto valore RAZZISTA: "come il più becero
lazzarone analfabeta del più profondo sud". Io
non so di dove siete tu e gian, ma avete pienamente
dimostrato voi di essere beceri, lazzaroni, razzisti oltre
che froci. Ma andate a ciapà i rat!
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gian&ric 3 ottobre 2005 0:00
CAPITOLO III Che cosa significa la parola religione.
Come e perche' ne sono state introdotte tante nel
mondo. I Prima che il termine religione fosse
stato introdotto nel mondo, si era unicamente obbligati a
seguire la legge naturale, vale a dire conformarsi alla
giusta ragione. Questo solo istituto costituiva il legame
con il quale gli uomini erano uniti; e questo legame,
semplice qual'e', li univa in maniera tale che le
divisioni erano rare. Ma dopo che la paura li indusse a
sospettare che ci fossero degli dei o delle potenze
invisibili, essi costruirono degli altari per questi esseri
immaginari e, scuotendo la potesta' della natura e della
ragione, si affidarono a vane cerimonie ed a un culto
superstizioso per i vani fantasmi dell'immaginazione.
E' da questo che e' derivato il termine Religione
che ha prodotto tanto rumore nel mondo. Avendo gli uomini
accettato delle potenze invisibili che avevano su di loro
ogni potere, essi li adorarono per rabbonirli ed, inoltre,
si immaginarono che la natura fosse un essere subordinato a
queste potenze. Senza di loro, si immaginarono la
natura come una massa inerte o come una schiava che agiva
solo per ordine di tali potenze. Dopo che queste false idee
ebbero spezzato il loro spirito, non ebbero piu' che
disprezzo per la natura e solo rispetto per questi supposti
esseri che nominarono loro dei. Da questo e' derivata
l'ignoranza, nella quale tanta gente e' caduta,
ignoranza dalla quale i veri saggi avrebbero potuto
salvarla, per quanto profondo fosse l'abisso, se il loro
zelo non fosse stato fermato da quelli che conducevano tali
ciechi e che vivevano solo in virtu' delle loro
menzogne. Ma per quanto ci sia ben poca speranza
di riuscire in questa impresa, non bisogna abbandonare il
partito della verita' ancorche' questo fosse fatto
solo per coloro che vogliono salvaguardarsi dai sintomi di
questo male; e' necessario che uno spirito generoso dica
le cose come stanno. La verita', di qualsiasi natura
essa sia, non puo' mai nuocere, al contrario
dell'errore, che per quanto piccolo ed innocente possa
apparire, puo' avere alla lunga effetti molto
funesti. II La paura che ha generato gli dei ha
generato anche la religione e, dopo che gli uomini si sono
messi in testa che ci sono degli angeli che sono la causa
della loro buona o cattiva sorte, hanno rinunciato al buon
senso ed alla ragione ed hanno preso le loro chimere per
altrettante divinita', che avevano cura della loro
condotta. Dopo quindi essersi forgiati degli dei vollero
anche sapere quale era la loro natura e si immaginarono che
essi dovessero essere della stessa natura dell'anima;
quell'anima che essi credevano somigliare ai fantasmi
che appaiono negli specchi o durante il sonno; credevano che
i loro dei fossero delle sostanze reali, ma cosi' tenui
e sottili, che per distinguerli dai corpi li chiamarono
spiriti, seppure questi corpi e questi spiriti non siano in
effetti che una stessa cosa e non differiscono, ne di
piu' ne di meno, perche' essere spirito o sostanza
incorporea e' una cosa incomprensibile. La ragione
e' che ogni spirito ha una immagine che gli e'
propria (11) e che e' contenuta in qualche luogo, vale a
dire che ha dei limiti e che, di conseguenza, e' un
corpo, per quanto sottile lo si possa immaginare. (12)
III Gli ignoranti (cioe' la maggior parte degli
uomini) avendo stabilito in questo modo la natura della
sostanza dei loro dei, cercarono poi di conoscere in quale
modo, questi angeli invisibili, producessero i loro effetti;
ma non ne poterono venire a capo a causa della loro stessa
ignoranza, che li faceva credere nelle loro congetture.
Giudicavano ciecamente dell'avvenire in base al passato,
come se si potesse ragionevolmente concludere che, se una
cosa e' accaduta altre volte in una certa maniera essa
accadra' costantemente, in un susseguirsi di eventi,
nella stessa maniera; assurdo quando le circostanze e tutte
le cause che hanno necessariamente influito sugli eventi, e
le azioni umane che ne determinano la natura e
l'attualita', sono diverse. Essi dunque esaminavano
il passato e predicevano bene o male per il futuro, a
seconda che la stessa impresa era, altre volte, riuscita
bene o male. Fu cosi' che, avendo Formione
battuto i Lacedemoni nella battaglia di Naupacte, gli
ateniesi, dopo la sua morte, elessero un altro generale che
aveva lo stesso nome. Annibale, essendo stato sconfitto
dalle armi di Scipione l'Africano, visto il positivo
risultato, i romani inviarono nella stessa provincia un
altro Scipione contro Cesare. Tutto questo non riusci'
ne agli ateniesi ne ai romani. Cosi' molte nazioni, dopo
due o tre esperienze, hanno legato la loro buona o cattiva
sorte a determinati luoghi, oggetti o a certi nomi; altre
nazioni si sono servite di certe parole per richiamare gli
incantesimi, e le hanno credute tanto efficaci da poter
immaginare di far parlare gli alberi, fare un uomo o un Dio
con un pezzo di pane, o metamorfizzare tutto cio' che
gli si parava davanti. IV Essendo
l'autorita' delle potenze invisibili basata in tal
modo, all'inizio gli uomini le riverirono come loro
sovrani; vale a dire con atti di sottomissione e di
rispetto, quali sono i doni, le preghiere, ecc.; ho detto
all'inizio, perche' la natura non insegna affatto ad
usare sacrifici di sangue, in queste occasioni; questi sono
stati istituiti dopo con l'apparizione dei Sacrificatori
e dei Ministri destinati al servizio di questi dei
immaginari. V Il germe della religione (voglio
dire la speranza e la paura), fecondato dalle passioni e
dalle diverse opinioni degli uomini, ha prodotto un grande
numero di bizzarre credenze che sono la causa della maggior
parte dei mali e delle rivoluzioni avvenute nei diversi
stati. Gli onori ed i grandi redditi che sono stati
attribuiti al sacerdozio, o ai ministri degli dei, hanno
lusingato l'ambizione e l'avarizia di questi uomini
astuti che hanno saputo approfittare della stupidita'
delle loro genti; queste ultime sono cadute cosi' bene
nei loro tranelli che insensibilmente hanno acquisito
l'abitudine di incensare le menzogne e odiare la
verita'. VI Stabilita la menzogna gli
ambiziosi, bramosi della dolce sensazione di elevarsi al di
sopra dei loro simili, si sforzarono di darsi una
reputazione, facendo credere di essere gli amici degli dei
invisibili che gli ignoranti temevano. Per meglio riusirci
ognuno se li dipinse a modo suo e si prese licenza di
moltiplicarli, al punto che se ne trovavano ad ogni
passo. VII La materia informe del mondo fu
chiamata il Dio Caos. Si fece pure un Dio del cielo, della
terra, del mare, del fuoco, dei venti e dei pianeti. Si
concessero gli stessi onori alle donne ed agli uomini; gli
uccelli, i rettili, il coccodrillo, il vitello, il cane,
l'agnello, il serpente ed il porcello, in breve, tutte
le categorie di animali e di piante furono adorate. Ogni
fiume, ogni fonte portava il nome di un dio, ogni casa ebbe
il suo, ogni uomo ebbe il suo genio. Alla fine
tutto ne fu pieno, sia sopra che sotto la terra, di dei, di
spiriti, di ombre e di demoni. Non restava piu' molto
spazio, in qualsiasi possibile luogo, per immaginare altre
divinita'; si credette quindi di offendere il tempo, il
giorno, la notte, la concordia, l'amore, la pace, la
vittoria, la concentrazione mentale, la ruggine,
l'onore, la virtu', la febbre e la salute; si
credette, dico io, di fare oltraggio a tali divinita'
che si penso' sempre pronte a folgorare la testa degli
uomini se non si fossero elevati, anche a loro, templi ed
altari. In seguito si penso' di adorare i propri geni,
che qualcuno invocava sotto il nome di muse, altri sotto il
nome di fortuna, adorando cosi' la loro propria
ignoranza. Alcuni santificarono le loro dissolutezze sotto
il nome di Cupido e la loro collera sotto quella di Furie,
le loro parti naturali sotto il nome di Priapo; insomma non
ci fu niente a cui essi non dessero il nome di un Dio o di
un Demone. (13) VIII I fondatori delle religioni,
sapendo bene che la base delle loro imposture era
l'ignoranza delle genti, decisero di intrattenerle
mediante l'adorazione di immagini, nelle quali, essi
dissero, gli dei abitavano; questo fece cadere sui loro
preti una pioggia d'oro e di benefici che si
consideravano come cose sante, perche' destinate
all'uso dei ministri consacrati, e nessuno doveva avere
la temerarieta' e l'audacia di pretenderle o anche
di toccarle. Per meglio ingannare il popolo, i preti
proposero se stessi come profeti e divinatori, come degli
ispirati capaci di penetrare nel futuro, vantandosi di avere
rapporti con gli dei. Dato che e' naturale il voler
conoscere il proprio destino, gli impostori si guardarono
bene dal trascurare una cosa tanto vantaggiosa ai loro
progetti. Alcuni si stabilirono a Delo, altri a Delfo ed
altrove dove rispondevano alle domande che venivano loro
fatte con degli oracoli ambigui; le donne stesse ne furono
coinvolte; i romani facevano ricorso, durante grandi
calamita', ai Libri dell Sibille. I pazzi furono
considerati degli ispirati. Quelli che si vantavano di avere
rapporti familiari con i morti furono chiamati Necromanti;
altri pretendevano di conoscere l'avvenire dal volo
degli uccelli o dalle viscere degli animali. Infine , gli
occhi, le mani, il viso o un oggetto particolare sembrarono,
tutti a loro, di buono o di cattivo auspicio, tanto e'
vero che l'ignoranza percepisce l'impressione che
vuole quando si e' trovato il segreto per
prevaricarla. IX Gli ambiziosi, che sono sempre
stati dei grandi esperti nell'arte di ingannare, hanno
seguito la stessa strada quando si misero a dettare leggi e,
per obbligare il popolo a sottomettersi volontariamente, lo
hanno persuaso che essi le avevano ricevute da un Dio o da
una Dea. Malgrado questa moltitudine di
divinita', i popoli chiamati Pagani, presso i quali sono
state adorate, non disponevano di un sistema organico
generale di Religione. Ciascuna Repubblica, ciascun Stato,
ciascuna Citta' e ciascun raggruppamento aveva i suoi
propri riti e definivano le divinita' a propria
fantasia. Ma cio', in seguito, e' stato rilevato da
legislatori piu' furbi dei primi, che hanno impiegato
dei modi piu' raffinati e piu' sicuri, emanando
delle leggi, dei culti, dei riti e delle cerimonie piu'
appropriate a nutrire il fanatismo che essi volevano
imporre. Tra i tanti, l'Asia ne ha visti
nascere tre, che si sono distinti sia per le leggi ed i
culti che hanno istituito, che per la nozione che essi hanno
dato della divinita' e del modo di cui essi si sono
serviti per far recepire la loro idea e rendere sacre le
loro leggi. Mose fu il piu' antico. Gesu Cristo, venuto
dopo, lavoro' in accordo con il piano di Mose
conservando la base delle sue leggi ed abolendo tutto il
resto. Maometto, che e' apparso per ultimo sulla scena,
ha preso dall'una e dall'altra religione quanto
serviva per comporre la sua ed, in seguito, si e'
dichiarato nemico di tutte e due. Vediamo le caratteristiche
di questi tre legislatori, esaminiamo la loro condotta, al
fine di poter decidere quali hanno i migliori fondamenti,
oppure cio' che li rivela come uomini divini, o quello
che li riduce a furbi ed impostori.
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gian&ric 3 ottobre 2005 0:00
Beh,cos'hai contro i froci pezza da piedi?
Fai tanto il progressista,l'illuminato,
l'evoluto,il mittleuropeo e poi per offendere non sai
dire altro che frocio come il più becero lazzarone
analfabeta del più profondo sud? Comunque il
frocio sei tu e quel pezzente sporco di tuo padre...misero
escremento.
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gian&ric 3 ottobre 2005 0:00
x lucio musto su TRATTATO DEI 3 IMPOSTORI: ci sono
molte versioni, non c'è copyright,ammettere la
paternità di questa roba voleva dire finire dritto sul
rogo... il laico lo capisce bene,il bigotto farisaico
come te cerca il pelo nell'uovo...se vuoi leggere e
documentarti vai su www.alateus.it se no fa come ti
pare. Siccome tantissime teste di Stocazzo non
andrebbero mai su quei siti, a me piace fare il copiaincolla
di alcuni contenuti e proporli in questo spazio libero e
laico alla facciazza dei vari bigotti,protei, stocazzini e
stocazzoni... 1000 volte meglio un copiaincolla
intelligente che le loro abominevoli merdate. CULTURA e
non chiacchiere diarroiche.
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----------------------- AVVERTENZA -
L'origine di questo testo e' controversa quanto
antica. La sua versione latina (De Tribus Impostoribus)
e' stata attribuita, nel corso dei secoli, a:
Averroè (1194-1250) Pier delle Vigne (Segretario
dell'Imperatore Federico II (1194-1250) Alfonso X
(Re di Leon e Castiglia) (1221-1284) Scoto Michele
(nel 1235 ?) Poggio Bracciolini (1380-1459)
Bernardo Ochino (nel 1563 ?) mentre le prime versioni
in lingua francese (Traité des Trois Imposteurs) sarebbero
dovute a: Guillaume Postel (nel 1553 ?)
François Rabelais (nel 1608 ?) Anonimo (nel 1706 ?)
Holbach et Naigeon (1783) Lo scritto scelto per
questa occasione e' quello Anonimo del 1706, pertanto
vecchio di circa 300 anni; di conseguenza alcuni concetti di
natura scientifica, filosofica e storica, alla luce di
piu' recenti studi, possono apparire "datati".
Questo pero' non toglie nulla al valore intrinseco
dell'opera. La versione italiana viene qui proposta, a
cura di alateus, senza pretese o intendimenti
letterari.
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lalla 2 ottobre 2005 0:00
da: Andrea Data: 1 Ottobre 2005 Grazie
lalla Hai detto tutto tu. Mi hai risparmiato una fatica
da ridere. Grazie a Dio non mi baso su inutili copia e
incolla come te e gian&ric.
----------------------------- andrea sei in grado di
esprimere una tua opinione che smentisca o che cmq si
confronti con i miei copia e incolla? anche se stavolta ho
espresso il mio parere tratto esclusivamente dalla bibbia,
la parola di dio, coraggio, dicci chi è secondo te mosè,
nessuno ti criticherà.... uffffffff possibile che
questi credenti siano tutti così...
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agnostico 2 ottobre 2005 0:00
esclusivamente per amore del confronto tra persone civili
mai per polemica fine a se stessa.mi è sembrato che
l'autore del post"forse in crisi
mistica"ripetesse le tesi di lutero dandole una patina
di autencità che non hanno.voglio dirti che sarei felice di
vivere in uno stato "protestante"anzi mi sarebbe
piaciuto esserci nato in uno di questi paesi.chissà magari
non sarei diventato neanche agnostico.tranne che per
dettagli sulle altre cose siamo daccordo solo sul fatto che
la chiesa sia politicamente più forte dissentisco. secondo
me la chiesa muove una percentuale di elettorato molto
piccola che però essendo determinante, molto
importante,percentuale che i nostri politici pagano con
inchini baci e leggi provaticano.consensi popolari tanti per
un desiderio consumistico di partecipazione,ma pratica
religiosa fai da te come questo papa ha capito a differenza
dell'altro benissimo.il proselitismo esiste sempre in
forme diverse ma non meno subdole, ne sono stato
testimone.ti saluto e ti ringrazio.
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Lucio Musto 2 ottobre 2005 0:00
penso anche che la volgarità, anche se provocata, non
possa che squalificare chi la usa
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Lucio Musto 2 ottobre 2005 0:00
X gian&ric Ho letto il I capitolo del
"TRATTATO DEI TRE IMPOSTORI" che ci hai proposto,
ma non interverrò nel merito perché sarebbero veramente
troppe le obiezioni da fare. Ti chiedo invece di
verificare bene che sia un testo di Anonimo del 1706.
Francamente né la prosa, né l'impostazione del
discorso e nemmeno i concetti esposti mi sembrano
compatibili con quell'epoca. È possibile che nella
(inevitabile) traduzione il testo abbia subito pesanti
rimaneggiamenti e contaminazioni con idee diverse da quelle
dell'autore originale? Se per caso così
fosse, e le modifiche fossero state fatte "pro domo
suo", ci troveremmo di fronte nopn a tre, ma a quattro
impostori. Non credi? Ti sarei grato se mi
precisassi.
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Stocazzo 1 ottobre 2005 0:00
xgian&ric Io almeno attraverso il mio nome mi sono
dichiarato, tu invece col tuo doppio nome cosa vuoi
dimostrare? Di essere doppiamente coglione? O che siete due
froci e scrivete a quattro mani? Te l'ho già detto: ma
va a ciapà i rat tu e tuoi copia e incolla! Ma va a
incollarti le chiappe che ormai fumano troppo! Pirla e
pallone gonfiato.
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gian&ric 1 ottobre 2005 0:00
Carissima Lalla. sono lieto che hai apprezzato il mio
post...ecco il 2°capitolo e al diavolo i sudici bigotti e
le grandissime testedi stocazzo....
CAPITOLO SECONDO Le ragioni che hanno indotto gli
uomini ad immaginarsi un Essere invisibile che si chiama
comunemente Dio. I Quelli che non conoscono i
principi della fisica hanno una paura naturale che deriva
loro dalla inquietudine e dal dubbio di chi sono, se esiste
un Essere o una forza che ha il potere di danneggiarli o di
favorirli. Da cio' la tendenza che essi hanno a pensare
a delle cause invisibili, che non sono che fantasmi della
loro immaginazione e che essi invocano nei periodi avversi e
lodano nei periodi di prosperita'. Essi, alla fine,
diventano degli Dei e questa paura chimerica delle potenze
invisibili e' la fonte delle religioni che ciascuno
definisce a suo modo. Coloro ai quali importava che il
popolo fosse represso e controllato con simili
fantasticherie, hanno coltivato questo seme religioso, ne
hanno fatto una legge e infine hanno costretto il popolo,
con il terrore del futuro, ad obbedire ciecamente.
II Avendo quindi scoperto la matrice degli dei, gli
uomini hanno creduto che fossero simili a loro e che
facessero, come gli stessi uomini, qualsiasi cosa per
conseguire determinati scopi. Cosi essi credono,
unanimemente, che Dio non abbia fatto nulla che non fosse
per l'uomo e, reciprocamente, che l'uomo e'
fatto solo per Dio. Questo pregiudizio e' generale e
quando si rifletta sulla influenza che deve necessariamente
aver avuto sui costumi e sulle opinioni fegli uomini, si
vede chiaramente come questa sia stata l'occasione per
formare false idee sul bene e sul male, sul merito e sul
demerito, sull'onore e sul disonore, sull'ordine e
l'anarchia, sul bello e sul deforme e su tante altre
simili cose. III Dovremmo esere tutti
d'accordo sul fatto che alla nascita gli uomini versano
in una profonda ignoranza e che la sola cosa che a loro
e' naturale e' quella di cercare cio' che torna
utile e vantaggioso; da cio' deriva: 1 - che
si crede sia sufficiente, per sentirsi liberi, di sentire in
se stessi la capacita' di volere e di ambire, senza
darsi la minima pena di quali siano i motivi che
predispongono a volere ed ad ambire, perche' non li
conoscono affatto. 2 - siccome gli uomini non fanno
nulla se non per un fine che essi preferiscono a qualsiasi
altro, essi non hanno altro scopo che di conoscere le cause
finali delle loro azioni e pensano che dopo quello non vi
siano altri motivi di dubbio. Siccome gli uomini
trovano in se stessi, o al di fuori, parecchi modi per
raggiungere gli scopi che si propongono, visto che hanno,
per esempio, occhi per vedere, orecchie per sentire, un sole
che li illumina, ecc., essi hanno concluso che tutto
cio' che esiste in natura e' stato fatto per loro e
quindi ne possono godere e disporre; ma siccome sanno anche
che non sono stati loro che hanno fatto tutte le cose che
esistono, essi hanno creduto bene di immaginare un essere
supremo come creatore del tutto o, in altre parole, hanno
pensato che tutto cio' che esiste e' opera di una o
di piu' divinita'. D'altra parte la
natura degli dei, che gli uomini hanno concepito, e' a
loro sconosciuta; essi l'hanno stabilita da loro stessi,
immaginando che tali dei siano suscettibili delle stesse
passioni umane; e siccome le inclinazioni degli uomini sono
diverse, ciascuno ha reso alla sua divinita' un culto
secondo le sue passioni, allo scopo di attrarsi le sue
benedizioni e far si che tutta la natura sia asservita ai
loro propri desideri. IV E' in questo modo che
il pregiudizio si e' trasformato in superstizione; esso
si e' talmente radicato, che anche la gente piu'
grossolana si e' ritenuta capace di penetrare le cause
finali, proprio come se ne avessero una completa conoscenza.
Cosi', invece di comprendere che la natura non fa nulla
senza uno scopo preciso, essi hanno creduto che Dio e la
natura pensassero come fanno gli uomini. Avendo
l'esperienza fatto conoscere che un numero infinito di
calamita' turbano la tranquillita' della vita, come
le tempeste, i terremoti, le malattie, la fame, la sete,
ecc., tutti questi mali vennero attribuiti alla collera
celeste, alla divinita' irritata contro le offese degli
uomini, non e' piu' stato possibile togliere dalla
mente una simile chimera ne liberarsi da questi pregiudizi
malgrado gli esempi quotidiani provino che il bene ed il
male sono stati, in ogni tempo, comuni ai buoni ed ai
malvagi. Questo errore deriva dal fatto che fu sempre
piu' facile agli uomini convivere con la loro naturale
ignoranza, piuttosto che abolire un pregiudizio maturato da
secoli e sostituirlo con qualcosa di piu'
verosimile. V Questo pregiudizio ha poi condotto
gli uomini a concepirne un altro, che e' quello di
credere che gli atti di Dio siano incomprensibili e che, per
tale ragione, la conoscenza della verita' e' al di
sopra delle capacita' dello spirito umano; un errore nel
quale verseremmo ancora se i matematici, i fisici ed alcune
altre scienze non l'avessero distrutto. VI Non
c'e' bisogno di lunghi discorsi per dimostrare che
la natura non si propone alcun fine e che tutte le cause
finali non sono che delle invenzioni umane. E'
sufficiente dimostrare che tale dottrina toglie a Dio le
perfezioni che gli sono state attribuite. Questo e'
cio' che ci proponiamo di evidenziare. Se Dio persegue
un fine, sia per se stesso o per qualche altro, allora vuol
dire che egli desidera cio' che non ha e quindi bisogna
convenire che siamo in una situazione di fatto in cui Dio
non ha l'oggetto che persegue e che si augura di averlo;
cio' significa pensare ad un Dio indigente. Ma per non
dimenticare nulla di cio' che potrebbe sostenere il
ragionamento di quelli che hanno un'opinione contraria,
supponiamo, per esempio, che una pietra si stacchi da un
edificio, cada sulla testa di una persona e l'ammazzi;
bisogna pure, dicono i nostri ignoranti, che quella pietra
sia caduta di proposito per ammazzare quella persona. Ora
tutto questo e' accaduto perche' Dio lo ha voluto.
Se si risponde loro che e' stato il vento che ha causato
la caduta, nel momento in cui il disgraziato passava, allora
essi vi chiederanno perche' egli passasse precisamente
nel momento in cui il vento ha staccato la pietra.
Rispondete che egli andava a cena, da uno dei suoi amici che
lo aveva invitato; allora vorranno sapere perche'
quell'amico lo aveva invitato proprio in quel giorno
piuttosto che un altro. Essi vi porranno cosi' una
infinita' di domande bizzarre per risalire, di causa in
causa, e farvi ammettere che solo la volonta' di Dio,
che e' il rifugio degli ignoranti, e' la causa prima
della caduta di quella pietra. Ancora: quando
essi osservano la struttura di un corpo umano, cadono in
ammirazione; e siccome ignorano le cause di quegli effetti
che a loro sembrano cosi' meravigliosi, allora
concludono che si tratta di un effetto sovranaturale, per il
quale le cause che ci sono note non possono essere prese in
considerazione. Da cio' ne deriva che chi vuole
esaminare a fondo le opere della creazione e penetrare, da
vero saggio, nelle cause naturali, senza piegarsi ai
pregiudizi generati dall'ignoranza, passa per un empio e
viene subito screditato dalla ipocrisia di quelli che la
gente volgare riconosce come gli interpreti della natura e
degli dei. Questi spiriti mercenari sanno molto
bene che l'ignoranza, che mantiene il popolo nello
stupore, e' cio' che li fa sopravvivere e conserva
il loro credito. VII Essendo dunque gli uomini
imbevuti della ridicola opinione che tutto cio' che
vedono sia stato fatto per loro, si sono fatti un punto di
fede il riferire il tutto a se stessi e di giudicare le cose
in base al profitto che ne ritraggono. E' sopra di
questo che essi hanno definito delle nozioni che servono a
spiegare la natura delle cose, a giudicare del bene e del
male, dell'ordine e del disordine, del caldo e del
freddo, della bellezza e della bruttezza, ecc., che viste
nella loro essenza non sono affatto cio' che essi
immaginano; padroni di formare cosi' le loro idee, essi
si lusingano di essere liberi; si credono in diritto di
decidere sull'elogio e sul biasimo, sul bene e sul male;
hanno stabilito essere bene cio' che torna a loro
profitto e cio' che riguarda il culto divino; al
contrario, e' male cio' che non conviene ne
all'uno ne all'altro. Siccome poi gli ignoranti non
sono capaci di giudicare nulla e non hanno nessuna idea
delle cose, se non attraverso l'immaginazione, che essi
scambiano per giudizio, allora sostengono che non si sa
nulla della natura ed immaginano per il mondo un ordine del
tutto particolare. Infine essi considerano le cose disposte
bene o male, secondo la loro facilita' o difficolta'
di immaginazione, quando le percepiscono con i loro sensi; e
siccome si arrestano volentieri a cio' che affatica di
meno il cervello, si persuadono di essere ben preparati a
preferire l'ordine piuttosto che la confusione, come se
l'ordine non fosse altra cosa che un puro effetto
dell'immaginazione umana. Cosi', dire che Dio ha
fatto tutto in ordine, e' come pretendere che egli abbia
creato il mondo a favore della immaginazione umana e nella
maniera piu' facile perche' lo si potesse capire;
oppure, cio' che in fondo e' la stessa cosa, che si
conoscono con certezza i rapporti e le finalita' di
tutto quello che esiste; asserzione troppo assurda per
meritare di essere seriamente confutata. VIII Per
quanto riguarda altri concetti, essi sono un effetto diretto
della medesima immaginazione, non hanno nulla di realistico
e non sono altro che differenti nozioni o modelli di cui
l'immaginazione stessa e' suscettibile; quando, per
esempio, le reazioni che gli oggetti provocano sui nervi,
per il tramite degli occhi, sono piacevoli ai sensi, si dice
che questi oggetti sono belli. Gli odori sono buoni o
cattivi, i sapori dolci o amari, cio' che si tocca duro
o tenero, i suoni gradevoli o sgradevoli, a seconda di come
gli odori, i sapori ed i suoni colpiscono o penetrano i
sensi ed e' sulla base di queste idee che si trova della
gente che crede che Dio si compiace della melodia, tanto che
altri hanno creduto che i movimenti celesti siano un
armonioso concerto; questo mette in evidenza come ciascuno
si persuade che le cose siano quelle che lui si immagina, o
che il mondo sia puramente immaginario. Non e' dunque
per niente sorprendente che si trovino, a malapena, due
uomini con la stessa opinione e che ce ne siano pure che si
gloriano di dubitare di tutto; perche', per quanto gli
uomini abbiano corpi simili e si assomiglino tutti sotto
certi aspetti, essi, nondimeno, differiscono per molti altri
riguardi; da cio' deriva che quello che ad uno sembra
buono per un altro e' cattivo, cio' che piace a
questo dispiace a quell'altro. Percio' e' facile
concludere che i sentimenti differiscono solo in ragione
della organizzazione e delle diversita' delle
coesistenze, che il ragionamento giova ben poco e che, alla
fine, le nozioni delle cose del mondo sono un puro effetto
della sola immaginazione. IX E' dunque
evidente che tutte le ragioni, di cui gli uomini comuni
usano servirsi, allorche' si azzardano a spiegare la
natura, non possono fare altro che immaginare che non vi
puo' essere nulla al di fuori di quello che sostengono;
si danno dei nomi a queste idee, come se esse esistessero al
di fuori di un cervello prevenuto; si dovrebbero chiamare
non esseri ma pure chimere. A proposito degli argomenti
basati su queste nozioni, non c'e' niente di
piu' facile che rifiutarli, per esempio: se
e' vero, diciamo, che l'universo sia stato un
deflusso ed un seguito necessario della natura divina, da
dove verrebbero le imperfezioni e le manchevolezze che si
notano? Questa obbiezione si respinge senza fatica. Non
e' possibile giudicare della perfezione o della
imperfezione di un essere fino a quando non se ne conosca
l'essenza e la natura ed e' uno strano abuso quello
di credere che una cosa sia piu' o meno perfetta secondo
che essa piaccia o dispiaccia, o che sia utile o nociva alla
natura umana. Per tappare la bocca a quelli che chiedono
perche' Dio non ha creato tutti gli uomini buoni e
felici e' sufficiente dire che tutto e',
necessariamente, cio' che e' in quanto che nella
natura non c'e' niente di imperfetto, perche'
tutto deriva dalla necessarieta' delle cose stesse.
X Detto quanto sopra, se si domanda che cosa e'
Dio, io rispondo che questa parola ci rappresenta
l'Essere Universale dal quale, per parlare come S.
Paolo, noi riceviamo la vita, il moto e l'essere. Questa
definizione non ha nulla che sia indegna di Dio; perche'
se tutto e' Dio, tutto proviene necessariamente dalla
sua essenza e bisogna, assolutamente, che egli sia della
stessa natura di cio' che contiene, poiche' e'
incomprensibile che degli esseri, totalmente materiali,
siano mantenuti e contenuti in un essere che materiale non
e'. Questa opinione non e' per niente nuova;
Tertulliano, uno degli uomini piu' saggi che i cristiani
abbiano avuto, ha dichiarato, contro Apelle, che cio'
che non e' corpo non e' nulla e, contro Praxeas, che
ogni sostanza e' corpo. Questa dottrina,
stranamente, non e' stata condannata dai primi quattro
concilii ecumenici generali. XI Queste idee sono
chiare, semplici ed anche le sole che uno spirito buono
possa formarsi su Dio. Tuttavia c'e' poca gente che
si accontenta di tale semplicita'. La gente, grossolana
ed abituata alle lusinghe dei sensi, richiede un Dio che
assomigli ai re della terra. Questo fasto, questo splendore
che li circonda, l'abbaglia talmente da nutrire la
speranza di andare, dopo la morte, ad ingrossare il numero
dei cortigiani celesti, per godere con loro degli stessi
piaceri che si gustano alle corti dei re; come privare
l'uomo della sola consolazione che gli impedisce di
disperarsi per le miserie della vita? Si dice che e'
necessario un Dio giusto e vendicatore che punisca e
ricompensi; si vuole un Dio suscettibile di tutte le
passioni umane; gli si attribuiscono dei piedi, delle mani,
degli occhi e delle orecchie e tuttavia non si vuole affatto
che un Dio, cosi' costituito, abbia qualcosa di
materiale. Si dice che l'uomo e' il suo capolavoro
ed anche la sua immagine, ma non si vuole che la copia sia
simile all'originale. Infine il Dio del popolo odierno
e' soggetto a molte piu' condizioni che il Giove
degli antichi. Quello che c'e' di piu' strano
e' che piu' queste nozioni si contraddicono ed
urtano il buon senso, piu' la plebe le rispetta, in
quanto crede, ostinatamente, a quello che i profeti hanno
detto, sebbene questi visionari fossero, tra gli ebrei, solo
quello che erano gli auguri e gli indovini presso i
pagani. Si consulta la Bibbia come se Dio e la
natura si esprimessero in un modo tutto particolare;
quantunque questo libro non sia che un tessuto di frammenti
cuciti insieme in tempi diversi, raccolti da diverse persone
e pubblicati nella cerchia dei rabbini, che hanno deciso,
secondo la loro fantasia, su cio' che doveva essere
approvato o rifiutato, a seconda fosse conforme o in
opposizione con la legge di Mose. Tale e' la malizia e
la stupidita' degli uomini: essi passano la loro vita a
cavillare e persistono nel rispettare un libro dove non
c'e' molto piu' ordine che nel Corano di
Maometto; un libro, dico io, che nessuno capisce, tanto esso
e' oscuro e mal concepito; un libro che serve solo a
fomentare i dissidi. Gli ebrei ed i cristiani amano di
piu' consultare questo testo indecifrabile piuttosto che
ascoltare la legge naturale che Dio, vale a dire la Natura
(in quanto essa e' il principio di tutte le cose) ha
scritto nel cuore degli uomini. Tutte le altre leggi non
sono che finzioni umane e pure illusioni predisposte, non
dai Demoni o dagli Spiriti malvagi, che esistono solo nella
mente, ma dalla politica dei Principi e dei Preti. I primi
hanno voluto, con quelle, dare piu' peso alla loro
autorita', e gli altri hanno voluto arricchirsi con lo
smercio di una infinita' di chimere vendute a caro
prezzo agli ignoranti. Tutte le altre leggi che
sono seguite a quella di Mose, intendendo qui le leggi dei
cristiani, sono appoggiate su questa Bibbia, della quale non
si trova affatto l'originale, che contiene cose
sovranaturali ed impossibili, che parla di ricompense e di
pene per le azioni buone e cattive, ma solo in un'altra
vita, in modo che la furberia non sia scoperta in quanto
nessuno e' mai tornato indietro. Cosi' il popolo,
sempre in bilico tra la speranza e la paura, e'
obbligato nei suoi doveri dall'idea che Dio abbia fatto
gli uomini per poi renderli eternamente felici o eternamente
dannati. Questi concetti hanno dato luogo ad una
infinita' di religioni.
|
Andrea 1 ottobre 2005 0:00
Grazie lalla Hai detto tutto tu. Mi hai risparmiato una
fatica da ridere. Grazie a Dio non mi baso su inutili
copia e incolla come te e gian&ric. Per Paolo, Dio
è Eterno, ma tu purtroppo per te no, quindi l'argomento
è serio e ti riguarda da vicino, ma sei solo tu, e
ricordalo, a decidere se giocare con Dio o farci sul serio.
Di certo posso dirti che alla fine Lui vincerà di certo,
tu, come tutti gli altri dovrai e dovrete comunque
sottostare alla Sua volontà!!!! Volenti o nolenti.
Potete trovare tutte le scuse o i documenti esistenti al
mondo che volete, ma alla fine dovrete comparire davanti a
lui e allora saranno PIANTI E STRIDOR DI DENTI cara lalla e
compagnia bella.
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gian&ric 1 ottobre 2005 0:00
x testadistocazzo era quello che volevo
sapere;posterò tutti gli altri capitoli,uno al giorno
finchè i tuoi coglioni marci non ti saranno arrivati alle
scarpe... ...và a fare pompini al senatur e a leccare
il culo di martini pezza da piedi...
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Paolo 1 ottobre 2005 0:00
E perche' mai dovremmo affrettarci, visto che dio,
ammesso e non concesso che esista, e' eterno?
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lalla 1 ottobre 2005 0:00
gian&ric bello il tuo post, grazie, tutto ciò che c'è
nelle sacre scritture è stato scopiazzato un pò qua e un
pò la, la gente dovrebbe avere un pò di cultura e leggere
i libri. hai capito xchè andrea ha paura di rispondere
su mosè...? pensa che mosè è un omicida,ma dio invece di
punirlo gli consegna le tavole della legge con su scritto
"nn uccidere...." (bibbia) andrea, hai visto, ho
scritta prima io, tu dormi, invece di criticare dicci chi è
mosè...
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Andrea 1 ottobre 2005 0:00
Caro "stocazzo", queste tue estemporaneità
mi fanno scompisciare dalle risate. Hai reso un buon
servizio a me che non sapevo come rispondere a gian&ric.
Tanto che anche Cascioli si basa su quelle
"cagate" storiche. La mia vicinanza con Dio
è reale e continua, non sono uno che si fa circuire o
convincere da uomini che raccontano ciò che devo fare, non
mi faccio condizionare dalle circostanze, e non sono
suggestionato. Quando in preghiera chiedo a Dio, in nome di
Gesù Cristo, le cose che mi sono realmente indispensabili,
lui me le manda al momento giusto, spaziando su ogni tipo di
necessità. La differenza con quando non ero
convertito, A Lui, veramente (quando ero cattolico) le mie
preghiere non ottenevano mai risposta. Se non ci credete
sono affari vostri.
|
Stocazzo 1 ottobre 2005 0:00
xgian&ric Se qualcuno manifesterà interesse? Ma se i
coglioni mi sono rotolati a distanza solo a vedere la
lunghezza di tuoi post! Ma va a giocare con le
macchinine, cuiun! Siamo tutti capaci di copiare cazzate e
non abbiamo bisogno di un pirla che le riporti anche qui. Ma
va a ciapà i rat!
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Lucio Musto 1 ottobre 2005 0:00
X Agnostico Non amo la polemica per la polemica e
perciò dirò subito: diamo per scontato, in prima
approssimazione, che “tutte le fonti” siano egualmente
inattendibili ed egualmente faziose, ed ignoriamole,
limitandoci a ragionare con la nostra testa. In caso
di difficoltà poi andremo a vedere le “verità” degli
altri. D’accordo? L’ “uno in crisi mistica”
immagino essere l’autore del testo della discussione, e tu
giustamente metti il dubitativo “forse”. Concordo,
può essere in crisi oppure no, non lo sappiamo.
Diciamo invece che probabilmente lo sa che Martin Lutero,
come persona fisica è defunto da un pezzo, ma quello che
conta di lui, cioè le sue idee, il suo insegnamento,il
protestantesimo per dirla in una parola, davvero a te sembra
morto?... Un po’ come per Budda, o Gandi, Mao, Platone o
Teresa di Calcutta, e tanti altri più piccoli o più
grandi, sicuramente sepolti o cremati, e tuttavia vivissimi
nelle idee, nei seguaci e nelle testimonianze che ci hanno
lasciato. Vero anche (tuo punto 2) che il
“Regno Pontificio” ( e con questo credo ti voglia
riferire al potere temporale della Chiesa) ha un territorio
del tutto irrilevante come estensione (sul
“fortunatamente” concordo pienamente), ma ti pare che
“non esista più” o meglio “non conti più”?...
A me (e non solo a me) dà l’impressione di essere
invece, politicamente parlando, assai più forte di sempre e
di pesare nel consesso dei potenti assai di più di quanto
pesasse quando aveva terre e castelli. Prova ne sia
che anche gli stati più laici cercano di non disgustarsi
quella voce che viene Roma e fanno corona e corte e inchini
ed ossequi (a volte ridicoli!) intorno al Papa.
Difficile oggi vedere un re franco che se ne impipi del
papato o uno stato ateo che gli faccia boccacce. O
sbaglio? Sul tuo punto 3, la “non attualità”
di quel Dio inventato… eccetera, e la “fuga dalle
religioni monoteiste…”, scusa se mi permetto, ma mi
sembrano affermazioni non poco, ma molto azzardate, a meno
che tu voglia riferirti esclusivamente alla crisi
vocazionale dei cattolici dell’Europa occidentale sulla
qual cosa concordo. Per tutto il resto, non mi
sembra esatto quello che dici. Mai nella sua storia un
Papa di Roma ha avuto tanti consensi, “bagni di folla”
si dice adesso, dovunque sia andato. Mai si sono
viste assemblee di cristiani, ma anche di mussulmani, ebrei
e delle principali religioni orientali così affollate,
intense, partecipate. Io direi che il sentimento
religioso è in tumultuosa crescita, nel mondo. Ed anche
in Italia, per un’Azione Cattolica, che davvero anche
secondo me agonizza, ci sono decine di movimenti e gruppi
ecclesiali assolutamente ligi ed inquadrati nei dettami
della Chiesa Cattolica che fioriscono e si sviluppano alla
grande. Perfino il consenso ormai preoccupante a
forme fondamentaliste (non solo islamiche) sembra
sottolineare una crescente esigenza di spiritualità, di
trascendente, di assoluto. E tutto questo
soprattutto nei giovani e giovanissimi che naturalmente
cercano dappertutto, dalle forme misteriche e magiche a
quelle più consolidate e tradizionali delle pratiche
meditative e religiose, fino alle dedizioni ascetiche
estreme. Infine (fo riferimento al tuo ultimo
periodo) mi sembra che col discorso dell’ecumenismo e
dell’apertura verso altre confessioni e religioni proprio
quelle monoteistiche, ed in particolare le cristiane,
finalmente abbiano allentato la logiga del proselitismo e
l’indottrinamento forzato, aprendosi invece gradualmente
(magari ancora troppo lentamente si potrebbe giustamente
obiettare) ad altre spiritualità ed altre fedi.
Ecco, questo in sintesi il mio pensiero. Essendo
“ragionevolmente certo” delle cose che ho detto, perché
sono di dominio pubblico e riconosciute praticamente da
tutti, mi sono stupito delle tue affermazioni alquanto
discordanti da queste ed ho fatto il mio intervento. Ho
sbagliato? Abbiamo torto noi e ragione tu?... È
possibile! Val la pena di accanircisi su?...
probabilmente no, perché forse dovremmo citare una
infinità di documenti e litigare su ognuno di essi per…
cambiare idea quasi su niente! Forse è preferibile
riferirsi a quell’adagio che dice press’a poco che se
due persone perbene si scambiano in buona fede la loro idea,
alla fine ne restano arricchiti entrambi.
Comunque sono qui e comunque contento di discorrere con
persone equilibrate come te. Grazie e perdona il mio
essere così prolisso.
|
gian&ric 1 ottobre 2005 0:00
X Andrea e Lalla e tutti coloro che vogliono leggere:eccovi
il TRATTATO DEI TRE IMPOSTORI(Mosè,Gesù e
maometto)Cap.I.Posterò i successivi se qualcuno
manifesterà interesse. A N O N I M O
(A. 1706 c.a) TRATTATO DEI TRE IMPOSTORI
------------------------------------
CAPITOLO PRIMO Considerazioni su Dio I Per
quanto sia considerato importante da parte di tutti gli
uomini il conoscere la verita', sono pero' molto
pochi quelli che godono di questo privilegio. Alcuni uomini
sono incapaci di ricercarla da soli, altri, invece, non
vogliono neanche darsi la pena di farlo. Non bisogna quindi
stupirsi se il mondo e' pieno di opinioni vane e
ridicole; e non c'e' nulla di meglio, per
sostenerle, che l'ignoranza. L'ignoranza
e' dunque l'unica fonte delle idee false che si
hanno della Divinita', dell'Anima, degli Spiriti e
di quasi tutti gli altri concetti che compongono la
religione. L'abitudine e' ormai prevalsa;
ci si accontenta dei pregiudizi di nascita e ci si
riferisce, per le cose piu' essenziali, a persone
interessate che si fanno un dovere di sostenere
caparbiamente opinioni, da tempo acquisite, che non osano
distruggere per timore di distruggere se stessi. II
Cio' che rende il male insanabile e' che, dopo
avere inventate le idee false che si hanno di Dio, non si
trascura nulla per indurre la gente a crederci, senza
permettere di discuterle; al contrario, si fomenta nella
gente l'odio e la diffidenza verso i filosofi e verso
gli autentici scienziati nel timore che la Ragione, che essi
insegnano, non faccia loro conoscere gli errori nei quali
sono immersi. I sostenitori di queste assurdita' si sono
cosi' ben radicati che diventa pericoloso combatterli.
E' troppo importante, per questi impostori, che il
popolo resti ignorante per permettere che qualcuno lo
disinganni. Si e' cosi' costretti a dissimulare la
verita', oppure a sacrificare se stessi alla rabbia dei
falsi sapienti e delle anime basse ed interessate.
III Se il popolo potesse comprendere in quale abisso
l'ignoranza lo getta, egli scuoterebbe assai presto il
giogo dei suoi protervi conduttori, perche' e'
impossibile lasciare libera la mente senza che venga
scoperta la verita'. Questi impostori se ne rendono ben
conto, tanto che per impedire gli effetti positivi che
infallibilmente ne deriverebbero, hanno pensato di
dipingerci come mostri incapaci di ispirare buoni pensieri
e, sebbene essi biasimino, in generale, coloro che sono
irragionevoli, in realta' sarebbero molto contrariati se
la verita' venisse appresa. Vediamo cosi' cadere,
senza sosta, questi nemici giurati del buon senso, in
continue contraddizioni, tanto che riesce anche difficile
capire che cosa essi pretendano. Se e' vero che la
giusta Ragione e' la sola luce che l'uomo dovrebbe
seguire, e se il popolo non e' poi cosi' incapace di
ragionare come si vuole credere, bisogna che coloro che
cercano di istruirlo si sforzino di correggere i suoi falsi
ragionamenti e di distruggere i suoi pregiudizi; allora si
vedranno i suoi occhi aprirsi, poco alla volta, e la sua
mente convincersi di una verita' sostanziale: che Dio
non e' affatto quello che comunemente si immagina.
IV Per raggiungere lo scopo non c'e' bisogno di
elevate speculazioni, ne di penetrare a fondo nei segreti
della natura. E' solo necessario un po' di buon
senso per capire che Dio non e' ne collerico, ne geloso;
che la giustizia e la misericordia sono solo delle false
qualifiche che gli sono state attribuite. Cio' che i
profeti e gli apostoli hanno detto di lui non ci insegna
nulla della sua natura e della sua essenza. In
effetti, parlando senza peli sulla lingua e dicendo le cose
come stanno, non si puo' fare a meno di convenire che
questi "dottori" non erano ne piu'
intelligenti ne meglio istruiti di tanti altri; cio' che
essi dissero a proposito di Dio e' cosi' grossolano
e volgare che bisogna proprio essere plebei per crederci.
Benche' la cosa sia di per se stessa assai evidente,
vogliamo rincarare la dose prendendo atto di questa domanda:
c'e' qualche motivo per cui i profeti e gli apostoli
avrebbero dovuto essere differenti dagli altri uomini?
V Tutti sono d'accordo sul fatto che, per la loro
nascita e le loro ordinarie funzioni vitali, essi non
avevano nulla che li distinguesse dal resto degli uomini;
anche loro furono generati da esseri umani, partoriti da
donna e trascorsero la loro vita nello stesso modo che
facciamo noi. Per quanto riguarda il loro spirito, si vuole
che Dio abbia alimentato molto piu' quello dei profeti
che non quello di altri uomini e che egli si manifestasse a
loro in un modo molto particolare, secondo quanto si crede
con tanta buona fede, come se la cosa fosse stata provata; a
parte il fatto che tutti gli uomini si rassomigliano e che
tutti hanno la medesima origine, si pretende che costoro
avessero una tempra straordinaria, scelti dalla
divinita' per annunciare i suoi miracoli. Ma
a parte il fatto che essi non avevano piu' spirito di
qualsiasi comune mortale, ne un intelletto piu'
perfetto, che cosa c'e' nei loro scritti che ci
possa obbligare a mantenere una opinione cosi' alta di
loro? La maggior parte delle cose che hanno detto e'
cosi' oscura che non si capisce niente; l'ordine
delle cose e' poi cosi' precario che e' facile
intuire che non si capivano neanche tra di loro e che erano
solo degli ipocriti ignoranti. Cio' che ha dato luogo
alla opinione, che si e' avuta di loro, e' stata la
sfrontatezza che hanno manifestato nel vantarsi di ricevere
direttamente da Dio tutto cio' che annunciavano al
popolo; credenza assurda e ridicola avendo essi stessi
confessato che Dio parlava loro solo in sogno.
Per l'uomo non c'e' niente di piu' naturale
dei sogni, di conseguenza bisogna che un uomo sia molto
sfacciato, molto vano e molto stolto per sostenere che Dio
gli parla per questa via, e bisogna che quello che gli
presta fede sia molto credulone ed altrettanto pazzo per
considerare dei sogni come oracoli divini. Supponiamo per un
momento che Dio si facesse intendere da qualcuno per mezzo
di sogni, o di visioni, o per qualsiasi altra via si voglia
immaginare, nessuno e' pero' obbligato a credere
alla parola di un uomo soggetto sia all'errore che alla
menzogna e all'impostura. Con un po' di
attenzione ci accorgiamo pure, che ai tempi dell'antica
Legge, non si aveva, comunque, per i profeti tanta stima
quanta se ne ha oggi. Quando i nostri avi erano stanchi
delle loro ciarle, che tendevano sovente a promuovere
rivolte e stornare il popolo dall'obbedienza, li
facevano tacere con diversi supplizi; lo stesso Gesu Cristo
non riusci a sfuggire al giusto castigo che si meritava;
egli non aveva, come Mose, un'armata al seguito per
difendere le sue opinioni.Si aggiunga ancora che i profeti
erano talmente abituati a contraddirsi l'un l'altro
che non si riusci' a trovarne, tra quattro cento, uno
solo che ispirasse fiducia. In piu' e' certo che lo
scopo delle loro profezie, come pure quello delle leggi dei
piu' celebri legislatori, era di tramandare la loro
memoria, facendo credere alla gente che essi conferivano con
Dio. I piu' celebri politicanti hanno sempre usato tali
mezzi, per quanto a volte, queste furberie non sono sempre
riuscite a quelli che, imitando Mose, non disponevano di
adeguati mezzi di potere a loro garanzia. Detto
quanto sopra, esaminiamo un poco l'idea che i profeti
hanno avuto di Dio. Se si deve credere a loro, Dio e' un
essere puramente corporale; Michea lo ha visto seduto;
Daniele, vestito di bianco e con l'aspetto di un
vegliardo; Ezechiele lo ha visto come un fuoco; tutto questo
nel Vecchio Testamento. Quanto al Nuovo, i discepoli di Gesu
Cristo si immaginavano di vederlo in forma di colomba, gli
apostoli sotto quella di una lingua di fuoco e San Paolo,
infine, come una luce che lo stordi' e
l'acceco'. Per cio' che riguarda la
contradditoria percezione dei suoi sentimenti, Samuele
credeva che Dio non si pentisse mai di cio' che aveva
deciso; al contrario, Geremia ci dice che Dio si pente
delle decisioni che ha preso. Gioele ci insegna che egli si
pente solo del male che ha fatto agli uomini, mentre Geremia
dice che di questo non si pente affatto. La Genesi ci
insegna che l'uomo e' la fonte del peccato e che
dipende solo da lui fare il bene, mentre San Paolo ci
assicura che gli uomini non hanno alcun potere contro la
concupiscenza, senza l'aiuto di una grazia di Dio del
tutto particolare, ecc. Tali sono le idee false e
contradditorie che, questi presunti ispirati, ci hanno dato
di Dio e che si pretende che noi accettiamo, senza tenere
conto che tali idee ci rappresentano la divinita' come
un essere sensibile, materiale e soggetto a tutte le umane
passioni. Come se non bastasse, dopo quanto sopra, ci
vengono anche a dire che Dio non ha niente in comune con la
materia e che egli e' per noi un essere incomprensibile.
Mi piacerebbe molto sapere come tutto cio' puo'
andare d'accordo, se sia giusto il credere a delle
contraddizioni cosi' palesi ed irragionevoli e se si
deve, infine, tenere conto di testimonianze di uomini tanto
rozzi da immaginare, nonostante i sermoni di Mose, che un
vitello fosse il loro Dio. Ma senza soffermarci alle
fantasticherie di un popolo cresciuto nella servitu' e
nelle assurdita', diciamo che l'ignoranza ha
favorito la credenza di tutte le imposture e di tutti gli
errori che oggi regnano tra di noi.
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gian&ric 1 ottobre 2005 0:00
x Lalla e Andrea Ecco chi era Mosè: una FAVOLA,un
MITO,una LEGGENDA METROPOLITANA!!! IL
MITO DI MOSE Il singolare dio greco Dioniso non solo
e' una figura analoga a quella del dio egiziano Osiride
ma anche una controfigura di Mose il quale e' senza
dubbio un personaggio mitico: "Che il dio Bacco
fosse un archetipo di Mose sembra essere l'opinione di
numerosi studiosi, in particolare del famoso vescovo Huet e
di I. Vossius, i quali concordano sul fatto che il nome
arabo di Bacco e' Meses." Studiosi della
Bibbia e archeologi hanno definitivamente provato che il
Pentateuco, ovvero i primi cinque libri della Bibbia, non
sono stati redatti dal grande legislatore Mose.
In "la Bibbia Riscoperta" l'archeologo Israel
Finkelstein dimostra che molti degli scritti furono redatti
dall'VIII secolo a.c. in poi. Anche in tempi antichi era
gia' stato riconosciuto come Mose non avesse composto il
Pentateuco il quale, probabilmente, e' in parte e tra
altre cose attribuibile ad Ezra. All'inizio
del III secolo, Porfirio scrisse che "niente di
cio' che [Mose] scrisse e' stato conservato; si dice
che i suoi scritti siano andati distrutti assieme al Tempio
di Gerusalemme. Tutte le cose attribuite a Mose sono state,
in realta', scritte 1100 anni piu' tardi da Ezra e
dai suoi contemporanei." L'autore de
"La Mitologia Cristiana Svelata" dimostra che il
Pentateuco e' una copia de i cinque libri
dell'egiziano Ermete". Secondo il mito,
gli ebrei al tempo dell'Esodo, celebravano la festa
dell'Agnello la quale, per sua natura, ci rimanda
all'Eta' dell'Ariete. Nel mito dionisiaco
l'Agnello Sacro, o Ram, riforni' di acqua
l'esercito di Dioniso nel bel mezzo del deserto;
"l'acqua-nel-deserto" e' anche un evento
presente nel mito di Mose. Come per Dioniso ed Amon, Mose
e' rappresentato dotato di corna d'ariete. Questi
vari elementi sono aspetti di favole di natura astronomica.
In altri termini, anche Mose e' nella sua essenza un dio
solare infatti: Ma-shu, Shumash, oppure Shamash/Samas sono i
nomi del dio sole in ebraico; lo stesso si puo' dire per
il moabita Chemosh, un altro dio che gli israeliti
adoravano. Un altra favola che si ritrova nella
Bibbia e' quella del miracolo di Bacco che fermo' il
moto del sole e della luna, favola ripresa poi nella storia
di Giosue. Anche Giosue e' un dio solare, il cui nome
greco, Iesus, era essenzialmente un epiteto di Dioniso. In
realta' esistono numerose importanti similitudini tra
Dioniso e il successivo Cristo. Ne "Il Paganesimo
nel Nostro Cristianesimo" l'apologista cristiano
Sir Arthur Weigall descrive cosi' il mito di
Dioniso: Dioniso, il cui padre, come nella storia
cristiana, era "Dio" e la cui madre era una donna
mortale [Semele], venne rappresentato in Oriente come un
giovane uomo barbuto, di dignitoso aspetto il quale, non
solo aveva insegnato al genere umano l'uso del vino, ma
era stato anche un legislatore, promotore di arti di
civilizzazione, predicatore di felicita' e sostenitore
della pace. Egli, come Gesu, ha subito una morte violenta,
e' disceso nell'inferno e, in seguito, e' salito
in cielo; e tutto questo era commemorato nei sacri riti a
lui dedicati. Secondo una prima leggenda, egli si e'
trasformato in un toro e come tale e' stato tagliato a
pezzi dai suoi nemici; secondo un'altra credenza, egli
si e' trasformato in un ariete. I suoi seguaci erano
soliti fare a pezzi un toro o una capra e divorarne la carne
cruda, e cosi' mangiare la carne e bere il sangue del
loro dio in una delirante eucaristia. Diversi animali
gli erano sacrificati, tra i quali c'erano l'ariete
e l'asino; e, riguardo a quest'ultimo, c'era una
storia nella quale egli, una volta, aveva cavalcato su due
asini e in seguito aveva fatto in modo che essi diventassero
una costellazione celeste; in questa leggenda noi possiamo,
ancora, considerarlo come un dio solare e collegarlo con il
segno zodiacale del Cancro il quale, nello zodiaco
babilonese, era detto dell'Asino e contrassegnava lo
zenith dell'ascesa solare e l'inizio del suo declino
nel periodo invernale". ".....un
collegamento di Gesu con Dioniso nella credenza degli uomini
e' evidenziato nei Vangeli dalla storia della
trasformazione dell'acqua in vino durante le nozze di
Cana......" Come Weigall sottolinea, le
similitudini tra il mito di Dioniso e quello di Gesu
includono non solo la tragica fine e la resurrezione di
entrambi, ma anche il miracolo della trasformazione
dell'acqua in vino; il mito cristiano ha pure conservato
la stessa data per la sua celebrazione, il 6 di Gennaio.
E' del tutto evidente che la base della fede del
genere umano, in alcune religioni predominanti globalmente
per alcune migliaia di anni, e' stata di tipo
astronomico e astrologico e che tale astroteologia persiste
ancora nella fede popolare dei nostri giorni.
Questi miti, comunque, sono stati mascherati sotto una
pretesa di storicita' mediante la quale questi
interpreti astromitologici sono stati spacciati come
"persone reali"
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