Commenti
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Pro-teo
4 ottobre 2005 0:00
Andrea, sei solo un ignorante vanaglorioso che rovina l'immagine dei veri cristiani!
Andrea
4 ottobre 2005 0:00
Questo forum è stato aperto per aiutare chi volesse avvicinarsi alla Parola di Dio in maniera consapevole, amorevole e sincera.
Ma a causa di persone poco intelligenti che lo frequentano si è perso il senso e il significato di questo forum.
Semplicemente CRISTIANO, significa che non seguo nessuna religione esistente, ma leggo la volontà di Dio nella Sua Parola e la metto in pratica secondo la Sua volontà.
Per chi non lo sapesse ancora, Cristo E' la Parola di Dio, quindi chi segue Cristo e soltanto Cristo è solo un cristiano inteso come la precisazione che trovate nell'introduzione del forum, senza arroganza.
Altre domande?
Stocazzo
4 ottobre 2005 0:00
xgian e per ric
Io non ho messo e non voglio spostare la questione sui diritti dei froci: quelli guadagnateveli da soli tu e ric dimostrando di essere persone per bene e non sparaminchiate, inutilmente aggressivi,sborroni, superbi, pieni di sé, disintegra palle, decerebrati...
In questo momento sapete solo ammorbare l'aria del forum. I copia e incolla me li so fare da solo.
Dammi retta tu e il tuo amico: dedicatevi ai collage o ai puzzle o andate a ciapà i rat.
alessandrobiagiotti
4 ottobre 2005 0:00
X Gian&Ric
Questi post kilometrici non servano ad una sega.Avete veramente un cervello piu' piccolo di quello di Bruno Vespa a no scusate ho sbagliato insetto, il millepiedi.
el galletto all'etto.
4 ottobre 2005 0:00
X Andrea 37 anni ( Spesi male)
Sei un presuntuoso "semplicemente Cristiano " "puntualizzazione necessaria" "vi aspetto numerosi" Ma sei scemo? Ha ragione stocazzo. Sai una cosa ? Preferisco le volgarita' alla ipocrisia, in certi casi. Quindi caro Andrea 37 anni (spesi male) sei proprio messo male. Cambia spacciatore stai usando roba che ti da effetti strani.
alessandrobiagiotti
4 ottobre 2005 0:00
E Semplicemente Cristiano ke vuol dire? Mi pare che e' una forma di scrivere molto arrogante, dire semplicemente Cristiano mi fai sentire un grullo perche' io non sono semplicemente Cristiano, e dunque mi domando se sono stupido ad non esssere Cristiano se e' una cosa semplice. Forse non e' cosi' semplice come dice lei!!
Alessandrobiagiotti
4 ottobre 2005 0:00
Andrea che vuol dire sei CRISTIANO? E perche' non hai puntalizzato che non sei islamico? Oltre a Testimone di Geova e Cattolico? Hacciafa'.
gian&ric
3 ottobre 2005 0:00
Ma insomma stocazzo,
frocio è un insulto oppure no?
I froci sono esseri da disprezzare ed emarginare,al limite da mandare ai forni crematori come faceva il buon Adolf,oppure sono persone come le altre,con gli stessi diritti e doveri,libere di esprimere le proprie preferenze sessuali nella loro legittima sfera privata?
DECIDITI, IMBECILLE!
Vuoi fare il progressista,l'illuminato,il liberale, l'antirazzista,il buonista e il cazzo che ti fotte,e sei solo un piccolo pidocchioso borghesuccio incapace di liberarsi dei più miseri e feroci pregiudizi clerico-fascisti che sono il tuo autentico background culturale.

Fermo restando ovviamente che il frocetto sei tu e chi ti ha dato i natali.
Stocazzo
3 ottobre 2005 0:00
No,la cosa non mi garba, ma la figura dei deficienti la fate comqunue tu e il tuo amico frocio.
Ma che vuoi farci? Prima spari cazzate, poi cerchi di correggerle. Una persona con un minimo di sale in zucca eviterebbe simili figure di merda.
Io, scegliendomi il nick, ho creduto di aver esagerato anche se spinto da un moto di ribellione nei confronti di gentucola come te e tutti gli sborroni che si assurgono a "so tutto io e adesso vi sparo un bel copia e incolla"; tu invece con la tua rabbia, l'incapacità a dialogare se non con le volgarità propinate anche in altri forum dimostri esattamente quello che sei: un povero frustrato che si rifugia nei forum a fare proselitismo (e a mostrare quanto e frocio). A me basta fare quello che faccio: riportare con i piedi nella palta le persone che come te dispensano a dir loro perle di saggezza. Perle? Emerite cagate! Pirla! non perle.
E va a ciapà i rat.
Andrea
3 ottobre 2005 0:00
Mosè fu un uomo che si mise a servire Dio dopo i fatti successi nei suoi primi 40 anni diventando uno strumento utile al disegno divino (se potete evitare le stupide battute ve ne sarei grato).
gian&ric
3 ottobre 2005 0:00
stocazzo,
l'unica cosa giusta che hai fatto in vita tua è la scelta del nome, quanto mai azzeccata e opportuna.
Per il resto sei solo delirio,paranoia e demenza.Te la canti e te la suoni da solo, in barba ad ogni logica,senza un minimo di buon senso...
Io sarei due?Chi te l'ha detto,da cosa l'hai capito, deficiente squilibrato e pazzo??Io(noi)avrei(avremmo)ammesso di essere frocio(froci)?Ho stabilito invece chiaramente che qui i soli froci siete tu e tuo padre,sai leggere o no ??
E perchè la frase"il più becero lazzarone analfabeta del più profondo sud" ha un "alto valore RAZZISTA"???
E' davvero il colmo dell'idiozia...di beceri lazzaroni analfabeti è pieno anche il nord e tu ne sei la prova più evidente, ho parlato del sud perchè lì è più radicato il mito della mascolinità e il disprezzo per i"ricchioni,garrusi,ecc"e questa è realtà non razzismo.
Ma non vuol dire certo che il sud non sia pieno di persone eccellenti alle quali pidocchi nordici come te e proteo non siete degni di pulire le scarpe.
Per il resto abbaia quanto vuoi che io mi sono stancato di darti retta...e sappi che posterò tutti i post che mi piacerà postare,strafottendomene se la cosa non ti garba.
Stocazzo
3 ottobre 2005 0:00
xgian&ric
La vostra capacità di ragionare è a livello dei millepiedi. Se siete froci come avete ammesso sono cazzi vostri, basta che non lo facciate pesare agli altri.
Per quanto riguarda il resto, muffa e solo muffa. Perché dovremmo leggere i vostri sproloqui chilometrici frutto di un insano "copia e incolla"? Ma per chi ci avete presi?
Fare proselitismo in un forum è veramente degradante per tutti.
Mi accusate di essere razzista (invece stavo solo insultando voi due) e poi proponete una frase di alto valore RAZZISTA: "come il più becero lazzarone analfabeta del più profondo sud".
Io non so di dove siete tu e gian, ma avete pienamente dimostrato voi di essere beceri, lazzaroni, razzisti oltre che froci.
Ma andate a ciapà i rat!
gian&ric
3 ottobre 2005 0:00
CAPITOLO III
Che cosa significa la parola religione. Come e perche' ne sono state introdotte tante nel mondo.
I
Prima che il termine religione fosse stato introdotto nel mondo, si era unicamente obbligati a seguire la legge naturale, vale a dire conformarsi alla giusta ragione. Questo solo istituto costituiva il legame con il quale gli uomini erano uniti; e questo legame, semplice qual'e', li univa in maniera tale che le divisioni erano rare. Ma dopo che la paura li indusse a sospettare che ci fossero degli dei o delle potenze invisibili, essi costruirono degli altari per questi esseri immaginari e, scuotendo la potesta' della natura e della ragione, si affidarono a vane cerimonie ed a un culto superstizioso per i vani fantasmi dell'immaginazione. E' da questo che e' derivato il termine Religione che ha prodotto tanto rumore nel mondo. Avendo gli uomini accettato delle potenze invisibili che avevano su di loro ogni potere, essi li adorarono per rabbonirli ed, inoltre, si immaginarono che la natura fosse un essere subordinato a queste potenze.

Senza di loro, si immaginarono la natura come una massa inerte o come una schiava che agiva solo per ordine di tali potenze. Dopo che queste false idee ebbero spezzato il loro spirito, non ebbero piu' che disprezzo per la natura e solo rispetto per questi supposti esseri che nominarono loro dei. Da questo e' derivata l'ignoranza, nella quale tanta gente e' caduta, ignoranza dalla quale i veri saggi avrebbero potuto salvarla, per quanto profondo fosse l'abisso, se il loro zelo non fosse stato fermato da quelli che conducevano tali ciechi e che vivevano solo in virtu' delle loro menzogne.

Ma per quanto ci sia ben poca speranza di riuscire in questa impresa, non bisogna abbandonare il partito della verita' ancorche' questo fosse fatto solo per coloro che vogliono salvaguardarsi dai sintomi di questo male; e' necessario che uno spirito generoso dica le cose come stanno. La verita', di qualsiasi natura essa sia, non puo' mai nuocere, al contrario dell'errore, che per quanto piccolo ed innocente possa apparire, puo' avere alla lunga effetti molto funesti.
II
La paura che ha generato gli dei ha generato anche la religione e, dopo che gli uomini si sono messi in testa che ci sono degli angeli che sono la causa della loro buona o cattiva sorte, hanno rinunciato al buon senso ed alla ragione ed hanno preso le loro chimere per altrettante divinita', che avevano cura della loro condotta. Dopo quindi essersi forgiati degli dei vollero anche sapere quale era la loro natura e si immaginarono che essi dovessero essere della stessa natura dell'anima; quell'anima che essi credevano somigliare ai fantasmi che appaiono negli specchi o durante il sonno; credevano che i loro dei fossero delle sostanze reali, ma cosi' tenui e sottili, che per distinguerli dai corpi li chiamarono spiriti, seppure questi corpi e questi spiriti non siano in effetti che una stessa cosa e non differiscono, ne di piu' ne di meno, perche' essere spirito o sostanza incorporea e' una cosa incomprensibile. La ragione e' che ogni spirito ha una immagine che gli e' propria (11) e che e' contenuta in qualche luogo, vale a dire che ha dei limiti e che, di conseguenza, e' un corpo, per quanto sottile lo si possa immaginare. (12)
III
Gli ignoranti (cioe' la maggior parte degli uomini) avendo stabilito in questo modo la natura della sostanza dei loro dei, cercarono poi di conoscere in quale modo, questi angeli invisibili, producessero i loro effetti; ma non ne poterono venire a capo a causa della loro stessa ignoranza, che li faceva credere nelle loro congetture. Giudicavano ciecamente dell'avvenire in base al passato, come se si potesse ragionevolmente concludere che, se una cosa e' accaduta altre volte in una certa maniera essa accadra' costantemente, in un susseguirsi di eventi, nella stessa maniera; assurdo quando le circostanze e tutte le cause che hanno necessariamente influito sugli eventi, e le azioni umane che ne determinano la natura e l'attualita', sono diverse. Essi dunque esaminavano il passato e predicevano bene o male per il futuro, a seconda che la stessa impresa era, altre volte, riuscita bene o male.

Fu cosi' che, avendo Formione battuto i Lacedemoni nella battaglia di Naupacte, gli ateniesi, dopo la sua morte, elessero un altro generale che aveva lo stesso nome. Annibale, essendo stato sconfitto dalle armi di Scipione l'Africano, visto il positivo risultato, i romani inviarono nella stessa provincia un altro Scipione contro Cesare. Tutto questo non riusci' ne agli ateniesi ne ai romani. Cosi' molte nazioni, dopo due o tre esperienze, hanno legato la loro buona o cattiva sorte a determinati luoghi, oggetti o a certi nomi; altre nazioni si sono servite di certe parole per richiamare gli incantesimi, e le hanno credute tanto efficaci da poter immaginare di far parlare gli alberi, fare un uomo o un Dio con un pezzo di pane, o metamorfizzare tutto cio' che gli si parava davanti.
IV
Essendo l'autorita' delle potenze invisibili basata in tal modo, all'inizio gli uomini le riverirono come loro sovrani; vale a dire con atti di sottomissione e di rispetto, quali sono i doni, le preghiere, ecc.; ho detto all'inizio, perche' la natura non insegna affatto ad usare sacrifici di sangue, in queste occasioni; questi sono stati istituiti dopo con l'apparizione dei Sacrificatori e dei Ministri destinati al servizio di questi dei immaginari.
V
Il germe della religione (voglio dire la speranza e la paura), fecondato dalle passioni e dalle diverse opinioni degli uomini, ha prodotto un grande numero di bizzarre credenze che sono la causa della maggior parte dei mali e delle rivoluzioni avvenute nei diversi stati. Gli onori ed i grandi redditi che sono stati attribuiti al sacerdozio, o ai ministri degli dei, hanno lusingato l'ambizione e l'avarizia di questi uomini astuti che hanno saputo approfittare della stupidita' delle loro genti; queste ultime sono cadute cosi' bene nei loro tranelli che insensibilmente hanno acquisito l'abitudine di incensare le menzogne e odiare la verita'.
VI
Stabilita la menzogna gli ambiziosi, bramosi della dolce sensazione di elevarsi al di sopra dei loro simili, si sforzarono di darsi una reputazione, facendo credere di essere gli amici degli dei invisibili che gli ignoranti temevano. Per meglio riusirci ognuno se li dipinse a modo suo e si prese licenza di moltiplicarli, al punto che se ne trovavano ad ogni passo.
VII
La materia informe del mondo fu chiamata il Dio Caos. Si fece pure un Dio del cielo, della terra, del mare, del fuoco, dei venti e dei pianeti. Si concessero gli stessi onori alle donne ed agli uomini; gli uccelli, i rettili, il coccodrillo, il vitello, il cane, l'agnello, il serpente ed il porcello, in breve, tutte le categorie di animali e di piante furono adorate. Ogni fiume, ogni fonte portava il nome di un dio, ogni casa ebbe il suo, ogni uomo ebbe il suo genio.

Alla fine tutto ne fu pieno, sia sopra che sotto la terra, di dei, di spiriti, di ombre e di demoni. Non restava piu' molto spazio, in qualsiasi possibile luogo, per immaginare altre divinita'; si credette quindi di offendere il tempo, il giorno, la notte, la concordia, l'amore, la pace, la vittoria, la concentrazione mentale, la ruggine, l'onore, la virtu', la febbre e la salute; si credette, dico io, di fare oltraggio a tali divinita' che si penso' sempre pronte a folgorare la testa degli uomini se non si fossero elevati, anche a loro, templi ed altari. In seguito si penso' di adorare i propri geni, che qualcuno invocava sotto il nome di muse, altri sotto il nome di fortuna, adorando cosi' la loro propria ignoranza. Alcuni santificarono le loro dissolutezze sotto il nome di Cupido e la loro collera sotto quella di Furie, le loro parti naturali sotto il nome di Priapo; insomma non ci fu niente a cui essi non dessero il nome di un Dio o di un Demone. (13)
VIII
I fondatori delle religioni, sapendo bene che la base delle loro imposture era l'ignoranza delle genti, decisero di intrattenerle mediante l'adorazione di immagini, nelle quali, essi dissero, gli dei abitavano; questo fece cadere sui loro preti una pioggia d'oro e di benefici che si consideravano come cose sante, perche' destinate all'uso dei ministri consacrati, e nessuno doveva avere la temerarieta' e l'audacia di pretenderle o anche di toccarle. Per meglio ingannare il popolo, i preti proposero se stessi come profeti e divinatori, come degli ispirati capaci di penetrare nel futuro, vantandosi di avere rapporti con gli dei. Dato che e' naturale il voler conoscere il proprio destino, gli impostori si guardarono bene dal trascurare una cosa tanto vantaggiosa ai loro progetti. Alcuni si stabilirono a Delo, altri a Delfo ed altrove dove rispondevano alle domande che venivano loro fatte con degli oracoli ambigui; le donne stesse ne furono coinvolte; i romani facevano ricorso, durante grandi calamita', ai Libri dell Sibille. I pazzi furono considerati degli ispirati. Quelli che si vantavano di avere rapporti familiari con i morti furono chiamati Necromanti; altri pretendevano di conoscere l'avvenire dal volo degli uccelli o dalle viscere degli animali. Infine , gli occhi, le mani, il viso o un oggetto particolare sembrarono, tutti a loro, di buono o di cattivo auspicio, tanto e' vero che l'ignoranza percepisce l'impressione che vuole quando si e' trovato il segreto per prevaricarla.
IX
Gli ambiziosi, che sono sempre stati dei grandi esperti nell'arte di ingannare, hanno seguito la stessa strada quando si misero a dettare leggi e, per obbligare il popolo a sottomettersi volontariamente, lo hanno persuaso che essi le avevano ricevute da un Dio o da una Dea.

Malgrado questa moltitudine di divinita', i popoli chiamati Pagani, presso i quali sono state adorate, non disponevano di un sistema organico generale di Religione. Ciascuna Repubblica, ciascun Stato, ciascuna Citta' e ciascun raggruppamento aveva i suoi propri riti e definivano le divinita' a propria fantasia. Ma cio', in seguito, e' stato rilevato da legislatori piu' furbi dei primi, che hanno impiegato dei modi piu' raffinati e piu' sicuri, emanando delle leggi, dei culti, dei riti e delle cerimonie piu' appropriate a nutrire il fanatismo che essi volevano imporre.

Tra i tanti, l'Asia ne ha visti nascere tre, che si sono distinti sia per le leggi ed i culti che hanno istituito, che per la nozione che essi hanno dato della divinita' e del modo di cui essi si sono serviti per far recepire la loro idea e rendere sacre le loro leggi. Mose fu il piu' antico. Gesu Cristo, venuto dopo, lavoro' in accordo con il piano di Mose conservando la base delle sue leggi ed abolendo tutto il resto. Maometto, che e' apparso per ultimo sulla scena, ha preso dall'una e dall'altra religione quanto serviva per comporre la sua ed, in seguito, si e' dichiarato nemico di tutte e due. Vediamo le caratteristiche di questi tre legislatori, esaminiamo la loro condotta, al fine di poter decidere quali hanno i migliori fondamenti, oppure cio' che li rivela come uomini divini, o quello che li riduce a furbi ed impostori.
gian&ric
3 ottobre 2005 0:00

Beh,cos'hai contro i froci pezza da piedi?

Fai tanto il progressista,l'illuminato, l'evoluto,il mittleuropeo e poi per offendere non sai dire altro che frocio come il più becero lazzarone analfabeta del più profondo sud?

Comunque il frocio sei tu e quel pezzente sporco di tuo padre...misero escremento.
gian&ric
3 ottobre 2005 0:00
x lucio musto su TRATTATO DEI 3 IMPOSTORI:
ci sono molte versioni, non c'è copyright,ammettere la paternità di questa roba voleva dire finire dritto sul rogo...
il laico lo capisce bene,il bigotto farisaico come te cerca il pelo nell'uovo...se vuoi leggere e documentarti vai su www.alateus.it se no fa come ti pare.
Siccome tantissime teste di Stocazzo non andrebbero mai su quei siti, a me piace fare il copiaincolla di alcuni contenuti e proporli in questo spazio libero e laico alla facciazza dei vari bigotti,protei, stocazzini e stocazzoni...
1000 volte meglio un copiaincolla intelligente che le loro abominevoli merdate.
CULTURA e non chiacchiere diarroiche.
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AVVERTENZA - L'origine di questo testo e' controversa quanto antica. La sua versione latina (De Tribus Impostoribus) e' stata attribuita, nel corso dei secoli, a:
Averroè (1194-1250)
Pier delle Vigne (Segretario dell'Imperatore Federico II (1194-1250)
Alfonso X (Re di Leon e Castiglia) (1221-1284)
Scoto Michele (nel 1235 ?)
Poggio Bracciolini (1380-1459)
Bernardo Ochino (nel 1563 ?)
mentre le prime versioni in lingua francese (Traité des Trois Imposteurs) sarebbero dovute a:
Guillaume Postel (nel 1553 ?)
François Rabelais (nel 1608 ?)
Anonimo (nel 1706 ?)
Holbach et Naigeon (1783)
Lo scritto scelto per questa occasione e' quello Anonimo del 1706, pertanto vecchio di circa 300 anni; di conseguenza alcuni concetti di natura scientifica, filosofica e storica, alla luce di piu' recenti studi, possono apparire "datati". Questo pero' non toglie nulla al valore intrinseco dell'opera. La versione italiana viene qui proposta, a cura di alateus, senza pretese o intendimenti
letterari.
lalla
2 ottobre 2005 0:00
da: Andrea
Data: 1 Ottobre 2005

Grazie lalla Hai detto tutto tu.
Mi hai risparmiato una fatica da ridere.
Grazie a Dio non mi baso su inutili copia e incolla come te e gian&ric.
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andrea sei in grado di esprimere una tua opinione che smentisca o che cmq si confronti con i miei copia e incolla? anche se stavolta ho espresso il mio parere tratto esclusivamente dalla bibbia, la parola di dio, coraggio, dicci chi è secondo te mosè, nessuno ti criticherà....
uffffffff possibile che questi credenti siano tutti così...
agnostico
2 ottobre 2005 0:00
esclusivamente per amore del confronto tra persone civili mai per polemica fine a se stessa.mi è sembrato che l'autore del post"forse in crisi mistica"ripetesse le tesi di lutero dandole una patina di autencità che non hanno.voglio dirti che sarei felice di vivere in uno stato "protestante"anzi mi sarebbe piaciuto esserci nato in uno di questi paesi.chissà magari non sarei diventato neanche agnostico.tranne che per dettagli sulle altre cose siamo daccordo solo sul fatto che la chiesa sia politicamente più forte dissentisco. secondo me la chiesa muove una percentuale di elettorato molto piccola che però essendo determinante, molto importante,percentuale che i nostri politici pagano con inchini baci e leggi provaticano.consensi popolari tanti per un desiderio consumistico di partecipazione,ma pratica religiosa fai da te come questo papa ha capito a differenza dell'altro benissimo.il proselitismo esiste sempre in forme diverse ma non meno subdole, ne sono stato testimone.ti saluto e ti ringrazio.
Lucio Musto
2 ottobre 2005 0:00
penso anche che la volgarità, anche se provocata, non possa che squalificare chi la usa
Lucio Musto
2 ottobre 2005 0:00
X gian&ric

Ho letto il I capitolo del "TRATTATO DEI TRE IMPOSTORI" che ci hai proposto, ma non interverrò nel merito perché sarebbero veramente troppe le obiezioni da fare.

Ti chiedo invece di verificare bene che sia un testo di Anonimo del 1706.
Francamente né la prosa, né l'impostazione del discorso e nemmeno i concetti esposti mi sembrano compatibili con quell'epoca.
È possibile che nella (inevitabile) traduzione il testo abbia subito pesanti rimaneggiamenti e contaminazioni con idee diverse da quelle dell'autore originale?

Se per caso così fosse, e le modifiche fossero state fatte "pro domo suo", ci troveremmo di fronte nopn a tre, ma a quattro impostori. Non credi?

Ti sarei grato se mi precisassi.
Stocazzo
1 ottobre 2005 0:00
xgian&ric
Io almeno attraverso il mio nome mi sono dichiarato, tu invece col tuo doppio nome cosa vuoi dimostrare? Di essere doppiamente coglione? O che siete due froci e scrivete a quattro mani? Te l'ho già detto: ma va a ciapà i rat tu e tuoi copia e incolla! Ma va a incollarti le chiappe che ormai fumano troppo! Pirla e pallone gonfiato.
gian&ric
1 ottobre 2005 0:00
Carissima Lalla.
sono lieto che hai apprezzato il mio post...ecco il 2°capitolo e al diavolo i sudici bigotti e le grandissime testedi stocazzo....


CAPITOLO SECONDO
Le ragioni che hanno indotto gli uomini ad immaginarsi un Essere invisibile che si chiama comunemente Dio.
I
Quelli che non conoscono i principi della fisica hanno una paura naturale che deriva loro dalla inquietudine e dal dubbio di chi sono, se esiste un Essere o una forza che ha il potere di danneggiarli o di favorirli. Da cio' la tendenza che essi hanno a pensare a delle cause invisibili, che non sono che fantasmi della loro immaginazione e che essi invocano nei periodi avversi e lodano nei periodi di prosperita'. Essi, alla fine, diventano degli Dei e questa paura chimerica delle potenze invisibili e' la fonte delle religioni che ciascuno definisce a suo modo. Coloro ai quali importava che il popolo fosse represso e controllato con simili fantasticherie, hanno coltivato questo seme religioso, ne hanno fatto una legge e infine hanno costretto il popolo, con il terrore del futuro, ad obbedire ciecamente.
II
Avendo quindi scoperto la matrice degli dei, gli uomini hanno creduto che fossero simili a loro e che facessero, come gli stessi uomini, qualsiasi cosa per conseguire determinati scopi. Cosi essi credono, unanimemente, che Dio non abbia fatto nulla che non fosse per l'uomo e, reciprocamente, che l'uomo e' fatto solo per Dio. Questo pregiudizio e' generale e quando si rifletta sulla influenza che deve necessariamente aver avuto sui costumi e sulle opinioni fegli uomini, si vede chiaramente come questa sia stata l'occasione per formare false idee sul bene e sul male, sul merito e sul demerito, sull'onore e sul disonore, sull'ordine e l'anarchia, sul bello e sul deforme e su tante altre simili cose.
III
Dovremmo esere tutti d'accordo sul fatto che alla nascita gli uomini versano in una profonda ignoranza e che la sola cosa che a loro e' naturale e' quella di cercare cio' che torna utile e vantaggioso; da cio' deriva:

1 - che si crede sia sufficiente, per sentirsi liberi, di sentire in se stessi la capacita' di volere e di ambire, senza darsi la minima pena di quali siano i motivi che predispongono a volere ed ad ambire, perche' non li conoscono affatto.
2 - siccome gli uomini non fanno nulla se non per un fine che essi preferiscono a qualsiasi altro, essi non hanno altro scopo che di conoscere le cause finali delle loro azioni e pensano che dopo quello non vi siano altri motivi di dubbio.

Siccome gli uomini trovano in se stessi, o al di fuori, parecchi modi per raggiungere gli scopi che si propongono, visto che hanno, per esempio, occhi per vedere, orecchie per sentire, un sole che li illumina, ecc., essi hanno concluso che tutto cio' che esiste in natura e' stato fatto per loro e quindi ne possono godere e disporre; ma siccome sanno anche che non sono stati loro che hanno fatto tutte le cose che esistono, essi hanno creduto bene di immaginare un essere supremo come creatore del tutto o, in altre parole, hanno pensato che tutto cio' che esiste e' opera di una o di piu' divinita'.

D'altra parte la natura degli dei, che gli uomini hanno concepito, e' a loro sconosciuta; essi l'hanno stabilita da loro stessi, immaginando che tali dei siano suscettibili delle stesse passioni umane; e siccome le inclinazioni degli uomini sono diverse, ciascuno ha reso alla sua divinita' un culto secondo le sue passioni, allo scopo di attrarsi le sue benedizioni e far si che tutta la natura sia asservita ai loro propri desideri.
IV
E' in questo modo che il pregiudizio si e' trasformato in superstizione; esso si e' talmente radicato, che anche la gente piu' grossolana si e' ritenuta capace di penetrare le cause finali, proprio come se ne avessero una completa conoscenza. Cosi', invece di comprendere che la natura non fa nulla senza uno scopo preciso, essi hanno creduto che Dio e la natura pensassero come fanno gli uomini. Avendo l'esperienza fatto conoscere che un numero infinito di calamita' turbano la tranquillita' della vita, come le tempeste, i terremoti, le malattie, la fame, la sete, ecc., tutti questi mali vennero attribuiti alla collera celeste, alla divinita' irritata contro le offese degli uomini, non e' piu' stato possibile togliere dalla mente una simile chimera ne liberarsi da questi pregiudizi malgrado gli esempi quotidiani provino che il bene ed il male sono stati, in ogni tempo, comuni ai buoni ed ai malvagi. Questo errore deriva dal fatto che fu sempre piu' facile agli uomini convivere con la loro naturale ignoranza, piuttosto che abolire un pregiudizio maturato da secoli e sostituirlo con qualcosa di piu' verosimile.
V
Questo pregiudizio ha poi condotto gli uomini a concepirne un altro, che e' quello di credere che gli atti di Dio siano incomprensibili e che, per tale ragione, la conoscenza della verita' e' al di sopra delle capacita' dello spirito umano; un errore nel quale verseremmo ancora se i matematici, i fisici ed alcune altre scienze non l'avessero distrutto.
VI
Non c'e' bisogno di lunghi discorsi per dimostrare che la natura non si propone alcun fine e che tutte le cause finali non sono che delle invenzioni umane. E' sufficiente dimostrare che tale dottrina toglie a Dio le perfezioni che gli sono state attribuite. Questo e' cio' che ci proponiamo di evidenziare. Se Dio persegue un fine, sia per se stesso o per qualche altro, allora vuol dire che egli desidera cio' che non ha e quindi bisogna convenire che siamo in una situazione di fatto in cui Dio non ha l'oggetto che persegue e che si augura di averlo; cio' significa pensare ad un Dio indigente. Ma per non dimenticare nulla di cio' che potrebbe sostenere il ragionamento di quelli che hanno un'opinione contraria, supponiamo, per esempio, che una pietra si stacchi da un edificio, cada sulla testa di una persona e l'ammazzi; bisogna pure, dicono i nostri ignoranti, che quella pietra sia caduta di proposito per ammazzare quella persona. Ora tutto questo e' accaduto perche' Dio lo ha voluto. Se si risponde loro che e' stato il vento che ha causato la caduta, nel momento in cui il disgraziato passava, allora essi vi chiederanno perche' egli passasse precisamente nel momento in cui il vento ha staccato la pietra. Rispondete che egli andava a cena, da uno dei suoi amici che lo aveva invitato; allora vorranno sapere perche' quell'amico lo aveva invitato proprio in quel giorno piuttosto che un altro. Essi vi porranno cosi' una infinita' di domande bizzarre per risalire, di causa in causa, e farvi ammettere che solo la volonta' di Dio, che e' il rifugio degli ignoranti, e' la causa prima della caduta di quella pietra.

Ancora: quando essi osservano la struttura di un corpo umano, cadono in ammirazione; e siccome ignorano le cause di quegli effetti che a loro sembrano cosi' meravigliosi, allora concludono che si tratta di un effetto sovranaturale, per il quale le cause che ci sono note non possono essere prese in considerazione. Da cio' ne deriva che chi vuole esaminare a fondo le opere della creazione e penetrare, da vero saggio, nelle cause naturali, senza piegarsi ai pregiudizi generati dall'ignoranza, passa per un empio e viene subito screditato dalla ipocrisia di quelli che la gente volgare riconosce come gli interpreti della natura e degli dei.

Questi spiriti mercenari sanno molto bene che l'ignoranza, che mantiene il popolo nello stupore, e' cio' che li fa sopravvivere e conserva il loro credito.
VII
Essendo dunque gli uomini imbevuti della ridicola opinione che tutto cio' che vedono sia stato fatto per loro, si sono fatti un punto di fede il riferire il tutto a se stessi e di giudicare le cose in base al profitto che ne ritraggono. E' sopra di questo che essi hanno definito delle nozioni che servono a spiegare la natura delle cose, a giudicare del bene e del male, dell'ordine e del disordine, del caldo e del freddo, della bellezza e della bruttezza, ecc., che viste nella loro essenza non sono affatto cio' che essi immaginano; padroni di formare cosi' le loro idee, essi si lusingano di essere liberi; si credono in diritto di decidere sull'elogio e sul biasimo, sul bene e sul male; hanno stabilito essere bene cio' che torna a loro profitto e cio' che riguarda il culto divino; al contrario, e' male cio' che non conviene ne all'uno ne all'altro. Siccome poi gli ignoranti non sono capaci di giudicare nulla e non hanno nessuna idea delle cose, se non attraverso l'immaginazione, che essi scambiano per giudizio, allora sostengono che non si sa nulla della natura ed immaginano per il mondo un ordine del tutto particolare. Infine essi considerano le cose disposte bene o male, secondo la loro facilita' o difficolta' di immaginazione, quando le percepiscono con i loro sensi; e siccome si arrestano volentieri a cio' che affatica di meno il cervello, si persuadono di essere ben preparati a preferire l'ordine piuttosto che la confusione, come se l'ordine non fosse altra cosa che un puro effetto dell'immaginazione umana. Cosi', dire che Dio ha fatto tutto in ordine, e' come pretendere che egli abbia creato il mondo a favore della immaginazione umana e nella maniera piu' facile perche' lo si potesse capire; oppure, cio' che in fondo e' la stessa cosa, che si conoscono con certezza i rapporti e le finalita' di tutto quello che esiste; asserzione troppo assurda per meritare di essere seriamente confutata.
VIII
Per quanto riguarda altri concetti, essi sono un effetto diretto della medesima immaginazione, non hanno nulla di realistico e non sono altro che differenti nozioni o modelli di cui l'immaginazione stessa e' suscettibile; quando, per esempio, le reazioni che gli oggetti provocano sui nervi, per il tramite degli occhi, sono piacevoli ai sensi, si dice che questi oggetti sono belli. Gli odori sono buoni o cattivi, i sapori dolci o amari, cio' che si tocca duro o tenero, i suoni gradevoli o sgradevoli, a seconda di come gli odori, i sapori ed i suoni colpiscono o penetrano i sensi ed e' sulla base di queste idee che si trova della gente che crede che Dio si compiace della melodia, tanto che altri hanno creduto che i movimenti celesti siano un armonioso concerto; questo mette in evidenza come ciascuno si persuade che le cose siano quelle che lui si immagina, o che il mondo sia puramente immaginario. Non e' dunque per niente sorprendente che si trovino, a malapena, due uomini con la stessa opinione e che ce ne siano pure che si gloriano di dubitare di tutto; perche', per quanto gli uomini abbiano corpi simili e si assomiglino tutti sotto certi aspetti, essi, nondimeno, differiscono per molti altri riguardi; da cio' deriva che quello che ad uno sembra buono per un altro e' cattivo, cio' che piace a questo dispiace a quell'altro. Percio' e' facile concludere che i sentimenti differiscono solo in ragione della organizzazione e delle diversita' delle coesistenze, che il ragionamento giova ben poco e che, alla fine, le nozioni delle cose del mondo sono un puro effetto della sola immaginazione.
IX
E' dunque evidente che tutte le ragioni, di cui gli uomini comuni usano servirsi, allorche' si azzardano a spiegare la natura, non possono fare altro che immaginare che non vi puo' essere nulla al di fuori di quello che sostengono; si danno dei nomi a queste idee, come se esse esistessero al di fuori di un cervello prevenuto; si dovrebbero chiamare non esseri ma pure chimere. A proposito degli argomenti basati su queste nozioni, non c'e' niente di piu' facile che rifiutarli, per esempio:

se e' vero, diciamo, che l'universo sia stato un deflusso ed un seguito necessario della natura divina, da dove verrebbero le imperfezioni e le manchevolezze che si notano? Questa obbiezione si respinge senza fatica. Non e' possibile giudicare della perfezione o della imperfezione di un essere fino a quando non se ne conosca l'essenza e la natura ed e' uno strano abuso quello di credere che una cosa sia piu' o meno perfetta secondo che essa piaccia o dispiaccia, o che sia utile o nociva alla natura umana. Per tappare la bocca a quelli che chiedono perche' Dio non ha creato tutti gli uomini buoni e felici e' sufficiente dire che tutto e', necessariamente, cio' che e' in quanto che nella natura non c'e' niente di imperfetto, perche' tutto deriva dalla necessarieta' delle cose stesse.
X
Detto quanto sopra, se si domanda che cosa e' Dio, io rispondo che questa parola ci rappresenta l'Essere Universale dal quale, per parlare come S. Paolo, noi riceviamo la vita, il moto e l'essere. Questa definizione non ha nulla che sia indegna di Dio; perche' se tutto e' Dio, tutto proviene necessariamente dalla sua essenza e bisogna, assolutamente, che egli sia della stessa natura di cio' che contiene, poiche' e' incomprensibile che degli esseri, totalmente materiali, siano mantenuti e contenuti in un essere che materiale non e'. Questa opinione non e' per niente nuova; Tertulliano, uno degli uomini piu' saggi che i cristiani abbiano avuto, ha dichiarato, contro Apelle, che cio' che non e' corpo non e' nulla e, contro Praxeas, che ogni sostanza e' corpo.

Questa dottrina, stranamente, non e' stata condannata dai primi quattro concilii ecumenici generali.
XI
Queste idee sono chiare, semplici ed anche le sole che uno spirito buono possa formarsi su Dio. Tuttavia c'e' poca gente che si accontenta di tale semplicita'. La gente, grossolana ed abituata alle lusinghe dei sensi, richiede un Dio che assomigli ai re della terra. Questo fasto, questo splendore che li circonda, l'abbaglia talmente da nutrire la speranza di andare, dopo la morte, ad ingrossare il numero dei cortigiani celesti, per godere con loro degli stessi piaceri che si gustano alle corti dei re; come privare l'uomo della sola consolazione che gli impedisce di disperarsi per le miserie della vita? Si dice che e' necessario un Dio giusto e vendicatore che punisca e ricompensi; si vuole un Dio suscettibile di tutte le passioni umane; gli si attribuiscono dei piedi, delle mani, degli occhi e delle orecchie e tuttavia non si vuole affatto che un Dio, cosi' costituito, abbia qualcosa di materiale. Si dice che l'uomo e' il suo capolavoro ed anche la sua immagine, ma non si vuole che la copia sia simile all'originale. Infine il Dio del popolo odierno e' soggetto a molte piu' condizioni che il Giove degli antichi. Quello che c'e' di piu' strano e' che piu' queste nozioni si contraddicono ed urtano il buon senso, piu' la plebe le rispetta, in quanto crede, ostinatamente, a quello che i profeti hanno detto, sebbene questi visionari fossero, tra gli ebrei, solo quello che erano gli auguri e gli indovini presso i pagani.

Si consulta la Bibbia come se Dio e la natura si esprimessero in un modo tutto particolare; quantunque questo libro non sia che un tessuto di frammenti cuciti insieme in tempi diversi, raccolti da diverse persone e pubblicati nella cerchia dei rabbini, che hanno deciso, secondo la loro fantasia, su cio' che doveva essere approvato o rifiutato, a seconda fosse conforme o in opposizione con la legge di Mose. Tale e' la malizia e la stupidita' degli uomini: essi passano la loro vita a cavillare e persistono nel rispettare un libro dove non c'e' molto piu' ordine che nel Corano di Maometto; un libro, dico io, che nessuno capisce, tanto esso e' oscuro e mal concepito; un libro che serve solo a fomentare i dissidi. Gli ebrei ed i cristiani amano di piu' consultare questo testo indecifrabile piuttosto che ascoltare la legge naturale che Dio, vale a dire la Natura (in quanto essa e' il principio di tutte le cose) ha scritto nel cuore degli uomini. Tutte le altre leggi non sono che finzioni umane e pure illusioni predisposte, non dai Demoni o dagli Spiriti malvagi, che esistono solo nella mente, ma dalla politica dei Principi e dei Preti. I primi hanno voluto, con quelle, dare piu' peso alla loro autorita', e gli altri hanno voluto arricchirsi con lo smercio di una infinita' di chimere vendute a caro prezzo agli ignoranti.

Tutte le altre leggi che sono seguite a quella di Mose, intendendo qui le leggi dei cristiani, sono appoggiate su questa Bibbia, della quale non si trova affatto l'originale, che contiene cose sovranaturali ed impossibili, che parla di ricompense e di pene per le azioni buone e cattive, ma solo in un'altra vita, in modo che la furberia non sia scoperta in quanto nessuno e' mai tornato indietro. Cosi' il popolo, sempre in bilico tra la speranza e la paura, e' obbligato nei suoi doveri dall'idea che Dio abbia fatto gli uomini per poi renderli eternamente felici o eternamente dannati. Questi concetti hanno dato luogo ad una infinita' di religioni.
Andrea
1 ottobre 2005 0:00
Grazie lalla Hai detto tutto tu.
Mi hai risparmiato una fatica da ridere.
Grazie a Dio non mi baso su inutili copia e incolla come te e gian&ric.
Per Paolo,
Dio è Eterno, ma tu purtroppo per te no, quindi l'argomento è serio e ti riguarda da vicino, ma sei solo tu, e ricordalo, a decidere se giocare con Dio o farci sul serio. Di certo posso dirti che alla fine Lui vincerà di certo, tu, come tutti gli altri dovrai e dovrete comunque sottostare alla Sua volontà!!!! Volenti o nolenti.
Potete trovare tutte le scuse o i documenti esistenti al mondo che volete, ma alla fine dovrete comparire davanti a lui e allora saranno PIANTI E STRIDOR DI DENTI cara lalla e compagnia bella.
gian&ric
1 ottobre 2005 0:00
x testadistocazzo

era quello che volevo sapere;posterò tutti gli altri capitoli,uno al giorno finchè i tuoi coglioni marci non ti saranno arrivati alle scarpe...
...và a fare pompini al senatur e a leccare il culo di martini pezza da piedi...
Paolo
1 ottobre 2005 0:00
E perche' mai dovremmo affrettarci, visto che dio, ammesso e non concesso che esista, e' eterno?
lalla
1 ottobre 2005 0:00
gian&ric bello il tuo post, grazie, tutto ciò che c'è nelle sacre scritture è stato scopiazzato un pò qua e un pò la, la gente dovrebbe avere un pò di cultura e leggere i libri.
hai capito xchè andrea ha paura di rispondere su mosè...? pensa che mosè è un omicida,ma dio invece di punirlo gli consegna le tavole della legge con su scritto "nn uccidere...." (bibbia) andrea, hai visto, ho scritta prima io, tu dormi, invece di criticare dicci chi è mosè...
Andrea
1 ottobre 2005 0:00
Caro "stocazzo",
queste tue estemporaneità mi fanno scompisciare dalle risate.
Hai reso un buon servizio a me che non sapevo come rispondere a gian&ric.
Tanto che anche Cascioli si basa su quelle "cagate" storiche.
La mia vicinanza con Dio è reale e continua, non sono uno che si fa circuire o convincere da uomini che raccontano ciò che devo fare, non mi faccio condizionare dalle circostanze, e non sono suggestionato. Quando in preghiera chiedo a Dio, in nome di Gesù Cristo, le cose che mi sono realmente indispensabili, lui me le manda al momento giusto, spaziando su ogni tipo di necessità.
La differenza con quando non ero convertito, A Lui, veramente (quando ero cattolico) le mie preghiere non ottenevano mai risposta. Se non ci credete sono affari vostri.
Stocazzo
1 ottobre 2005 0:00
xgian&ric
Se qualcuno manifesterà interesse? Ma se i coglioni mi sono rotolati a distanza solo a vedere la lunghezza di tuoi post!
Ma va a giocare con le macchinine, cuiun! Siamo tutti capaci di copiare cazzate e non abbiamo bisogno di un pirla che le riporti anche qui. Ma va a ciapà i rat!
Lucio Musto
1 ottobre 2005 0:00
X Agnostico

Non amo la polemica per la polemica e perciò dirò subito: diamo per scontato, in prima approssimazione, che “tutte le fonti” siano egualmente inattendibili ed egualmente faziose, ed ignoriamole, limitandoci a ragionare con la nostra testa.
In caso di difficoltà poi andremo a vedere le “verità” degli altri. D’accordo?
L’ “uno in crisi mistica” immagino essere l’autore del testo della discussione, e tu giustamente metti il dubitativo “forse”. Concordo, può essere in crisi oppure no, non lo sappiamo.
Diciamo invece che probabilmente lo sa che Martin Lutero, come persona fisica è defunto da un pezzo, ma quello che conta di lui, cioè le sue idee, il suo insegnamento,il protestantesimo per dirla in una parola, davvero a te sembra morto?... Un po’ come per Budda, o Gandi, Mao, Platone o Teresa di Calcutta, e tanti altri più piccoli o più grandi, sicuramente sepolti o cremati, e tuttavia vivissimi nelle idee, nei seguaci e nelle testimonianze che ci hanno lasciato.

Vero anche (tuo punto 2) che il “Regno Pontificio” ( e con questo credo ti voglia riferire al potere temporale della Chiesa) ha un territorio del tutto irrilevante come estensione (sul “fortunatamente” concordo pienamente), ma ti pare che “non esista più” o meglio “non conti più”?...
A me (e non solo a me) dà l’impressione di essere invece, politicamente parlando, assai più forte di sempre e di pesare nel consesso dei potenti assai di più di quanto pesasse quando aveva terre e castelli.
Prova ne sia che anche gli stati più laici cercano di non disgustarsi quella voce che viene Roma e fanno corona e corte e inchini ed ossequi (a volte ridicoli!) intorno al Papa.
Difficile oggi vedere un re franco che se ne impipi del papato o uno stato ateo che gli faccia boccacce. O sbaglio?

Sul tuo punto 3, la “non attualità” di quel Dio inventato… eccetera, e la “fuga dalle religioni monoteiste…”, scusa se mi permetto, ma mi sembrano affermazioni non poco, ma molto azzardate, a meno che tu voglia riferirti esclusivamente alla crisi vocazionale dei cattolici dell’Europa occidentale sulla qual cosa concordo.
Per tutto il resto, non mi sembra esatto quello che dici. Mai nella sua storia un Papa di Roma ha avuto tanti consensi, “bagni di folla” si dice adesso, dovunque sia andato.
Mai si sono viste assemblee di cristiani, ma anche di mussulmani, ebrei e delle principali religioni orientali così affollate, intense, partecipate.
Io direi che il sentimento religioso è in tumultuosa crescita, nel mondo. Ed anche in Italia, per un’Azione Cattolica, che davvero anche secondo me agonizza, ci sono decine di movimenti e gruppi ecclesiali assolutamente ligi ed inquadrati nei dettami della Chiesa Cattolica che fioriscono e si sviluppano alla grande.
Perfino il consenso ormai preoccupante a forme fondamentaliste (non solo islamiche) sembra sottolineare una crescente esigenza di spiritualità, di trascendente, di assoluto.
E tutto questo soprattutto nei giovani e giovanissimi che naturalmente cercano dappertutto, dalle forme misteriche e magiche a quelle più consolidate e tradizionali delle pratiche meditative e religiose, fino alle dedizioni ascetiche estreme.

Infine (fo riferimento al tuo ultimo periodo) mi sembra che col discorso dell’ecumenismo e dell’apertura verso altre confessioni e religioni proprio quelle monoteistiche, ed in particolare le cristiane, finalmente abbiano allentato la logiga del proselitismo e l’indottrinamento forzato, aprendosi invece gradualmente (magari ancora troppo lentamente si potrebbe giustamente obiettare) ad altre spiritualità ed altre fedi.

Ecco, questo in sintesi il mio pensiero. Essendo “ragionevolmente certo” delle cose che ho detto, perché sono di dominio pubblico e riconosciute praticamente da tutti, mi sono stupito delle tue affermazioni alquanto discordanti da queste ed ho fatto il mio intervento.
Ho sbagliato? Abbiamo torto noi e ragione tu?... È possibile!
Val la pena di accanircisi su?... probabilmente no, perché forse dovremmo citare una infinità di documenti e litigare su ognuno di essi per… cambiare idea quasi su niente! Forse è preferibile riferirsi a quell’adagio che dice press’a poco che se due persone perbene si scambiano in buona fede la loro idea, alla fine ne restano arricchiti entrambi.

Comunque sono qui e comunque contento di discorrere con persone equilibrate come te.
Grazie e perdona il mio essere così prolisso.
gian&ric
1 ottobre 2005 0:00
X Andrea e Lalla e tutti coloro che vogliono leggere:eccovi il TRATTATO DEI TRE IMPOSTORI(Mosè,Gesù e maometto)Cap.I.Posterò i successivi se qualcuno manifesterà interesse.



A N O N I M O
(A. 1706 c.a)
TRATTATO DEI TRE IMPOSTORI

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CAPITOLO PRIMO
Considerazioni su Dio
I
Per quanto sia considerato importante da parte di tutti gli uomini il conoscere la verita', sono pero' molto pochi quelli che godono di questo privilegio. Alcuni uomini sono incapaci di ricercarla da soli, altri, invece, non vogliono neanche darsi la pena di farlo. Non bisogna quindi stupirsi se il mondo e' pieno di opinioni vane e ridicole; e non c'e' nulla di meglio, per sostenerle, che l'ignoranza.

L'ignoranza e' dunque l'unica fonte delle idee false che si hanno della Divinita', dell'Anima, degli Spiriti e di quasi tutti gli altri concetti che compongono la religione.

L'abitudine e' ormai prevalsa; ci si accontenta dei pregiudizi di nascita e ci si riferisce, per le cose piu' essenziali, a persone interessate che si fanno un dovere di sostenere caparbiamente opinioni, da tempo acquisite, che non osano distruggere per timore di distruggere se stessi.
II
Cio' che rende il male insanabile e' che, dopo avere inventate le idee false che si hanno di Dio, non si trascura nulla per indurre la gente a crederci, senza permettere di discuterle; al contrario, si fomenta nella gente l'odio e la diffidenza verso i filosofi e verso gli autentici scienziati nel timore che la Ragione, che essi insegnano, non faccia loro conoscere gli errori nei quali sono immersi. I sostenitori di queste assurdita' si sono cosi' ben radicati che diventa pericoloso combatterli. E' troppo importante, per questi impostori, che il popolo resti ignorante per permettere che qualcuno lo disinganni. Si e' cosi' costretti a dissimulare la verita', oppure a sacrificare se stessi alla rabbia dei falsi sapienti e delle anime basse ed interessate.
III
Se il popolo potesse comprendere in quale abisso l'ignoranza lo getta, egli scuoterebbe assai presto il giogo dei suoi protervi conduttori, perche' e' impossibile lasciare libera la mente senza che venga scoperta la verita'. Questi impostori se ne rendono ben conto, tanto che per impedire gli effetti positivi che infallibilmente ne deriverebbero, hanno pensato di dipingerci come mostri incapaci di ispirare buoni pensieri e, sebbene essi biasimino, in generale, coloro che sono irragionevoli, in realta' sarebbero molto contrariati se la verita' venisse appresa. Vediamo cosi' cadere, senza sosta, questi nemici giurati del buon senso, in continue contraddizioni, tanto che riesce anche difficile capire che cosa essi pretendano. Se e' vero che la giusta Ragione e' la sola luce che l'uomo dovrebbe seguire, e se il popolo non e' poi cosi' incapace di ragionare come si vuole credere, bisogna che coloro che cercano di istruirlo si sforzino di correggere i suoi falsi ragionamenti e di distruggere i suoi pregiudizi; allora si vedranno i suoi occhi aprirsi, poco alla volta, e la sua mente convincersi di una verita' sostanziale: che Dio non e' affatto quello che comunemente si immagina.
IV
Per raggiungere lo scopo non c'e' bisogno di elevate speculazioni, ne di penetrare a fondo nei segreti della natura. E' solo necessario un po' di buon senso per capire che Dio non e' ne collerico, ne geloso; che la giustizia e la misericordia sono solo delle false qualifiche che gli sono state attribuite. Cio' che i profeti e gli apostoli hanno detto di lui non ci insegna nulla della sua natura e della sua essenza.

In effetti, parlando senza peli sulla lingua e dicendo le cose come stanno, non si puo' fare a meno di convenire che questi "dottori" non erano ne piu' intelligenti ne meglio istruiti di tanti altri; cio' che essi dissero a proposito di Dio e' cosi' grossolano e volgare che bisogna proprio essere plebei per crederci. Benche' la cosa sia di per se stessa assai evidente, vogliamo rincarare la dose prendendo atto di questa domanda: c'e' qualche motivo per cui i profeti e gli apostoli avrebbero dovuto essere differenti dagli altri uomini?
V
Tutti sono d'accordo sul fatto che, per la loro nascita e le loro ordinarie funzioni vitali, essi non avevano nulla che li distinguesse dal resto degli uomini; anche loro furono generati da esseri umani, partoriti da donna e trascorsero la loro vita nello stesso modo che facciamo noi. Per quanto riguarda il loro spirito, si vuole che Dio abbia alimentato molto piu' quello dei profeti che non quello di altri uomini e che egli si manifestasse a loro in un modo molto particolare, secondo quanto si crede con tanta buona fede, come se la cosa fosse stata provata; a parte il fatto che tutti gli uomini si rassomigliano e che tutti hanno la medesima origine, si pretende che costoro avessero una tempra straordinaria, scelti dalla divinita' per annunciare i suoi miracoli.

Ma a parte il fatto che essi non avevano piu' spirito di qualsiasi comune mortale, ne un intelletto piu' perfetto, che cosa c'e' nei loro scritti che ci possa obbligare a mantenere una opinione cosi' alta di loro? La maggior parte delle cose che hanno detto e' cosi' oscura che non si capisce niente; l'ordine delle cose e' poi cosi' precario che e' facile intuire che non si capivano neanche tra di loro e che erano solo degli ipocriti ignoranti. Cio' che ha dato luogo alla opinione, che si e' avuta di loro, e' stata la sfrontatezza che hanno manifestato nel vantarsi di ricevere direttamente da Dio tutto cio' che annunciavano al popolo; credenza assurda e ridicola avendo essi stessi confessato che Dio parlava loro solo in sogno.

Per l'uomo non c'e' niente di piu' naturale dei sogni, di conseguenza bisogna che un uomo sia molto sfacciato, molto vano e molto stolto per sostenere che Dio gli parla per questa via, e bisogna che quello che gli presta fede sia molto credulone ed altrettanto pazzo per considerare dei sogni come oracoli divini. Supponiamo per un momento che Dio si facesse intendere da qualcuno per mezzo di sogni, o di visioni, o per qualsiasi altra via si voglia immaginare, nessuno e' pero' obbligato a credere alla parola di un uomo soggetto sia all'errore che alla menzogna e all'impostura.

Con un po' di attenzione ci accorgiamo pure, che ai tempi dell'antica Legge, non si aveva, comunque, per i profeti tanta stima quanta se ne ha oggi. Quando i nostri avi erano stanchi delle loro ciarle, che tendevano sovente a promuovere rivolte e stornare il popolo dall'obbedienza, li facevano tacere con diversi supplizi; lo stesso Gesu Cristo non riusci a sfuggire al giusto castigo che si meritava; egli non aveva, come Mose, un'armata al seguito per difendere le sue opinioni.Si aggiunga ancora che i profeti erano talmente abituati a contraddirsi l'un l'altro che non si riusci' a trovarne, tra quattro cento, uno solo che ispirasse fiducia. In piu' e' certo che lo scopo delle loro profezie, come pure quello delle leggi dei piu' celebri legislatori, era di tramandare la loro memoria, facendo credere alla gente che essi conferivano con Dio. I piu' celebri politicanti hanno sempre usato tali mezzi, per quanto a volte, queste furberie non sono sempre riuscite a quelli che, imitando Mose, non disponevano di adeguati mezzi di potere a loro garanzia.

Detto quanto sopra, esaminiamo un poco l'idea che i profeti hanno avuto di Dio. Se si deve credere a loro, Dio e' un essere puramente corporale; Michea lo ha visto seduto; Daniele, vestito di bianco e con l'aspetto di un vegliardo; Ezechiele lo ha visto come un fuoco; tutto questo nel Vecchio Testamento. Quanto al Nuovo, i discepoli di Gesu Cristo si immaginavano di vederlo in forma di colomba, gli apostoli sotto quella di una lingua di fuoco e San Paolo, infine, come una luce che lo stordi' e l'acceco'.

Per cio' che riguarda la contradditoria percezione dei suoi sentimenti, Samuele credeva che Dio non si pentisse mai di cio' che aveva deciso; al contrario, Geremia ci dice che Dio si pente delle decisioni che ha preso. Gioele ci insegna che egli si pente solo del male che ha fatto agli uomini, mentre Geremia dice che di questo non si pente affatto. La Genesi ci insegna che l'uomo e' la fonte del peccato e che dipende solo da lui fare il bene, mentre San Paolo ci assicura che gli uomini non hanno alcun potere contro la concupiscenza, senza l'aiuto di una grazia di Dio del tutto particolare, ecc.

Tali sono le idee false e contradditorie che, questi presunti ispirati, ci hanno dato di Dio e che si pretende che noi accettiamo, senza tenere conto che tali idee ci rappresentano la divinita' come un essere sensibile, materiale e soggetto a tutte le umane passioni. Come se non bastasse, dopo quanto sopra, ci vengono anche a dire che Dio non ha niente in comune con la materia e che egli e' per noi un essere incomprensibile. Mi piacerebbe molto sapere come tutto cio' puo' andare d'accordo, se sia giusto il credere a delle contraddizioni cosi' palesi ed irragionevoli e se si deve, infine, tenere conto di testimonianze di uomini tanto rozzi da immaginare, nonostante i sermoni di Mose, che un vitello fosse il loro Dio. Ma senza soffermarci alle fantasticherie di un popolo cresciuto nella servitu' e nelle assurdita', diciamo che l'ignoranza ha favorito la credenza di tutte le imposture e di tutti gli errori che oggi regnano tra di noi.

gian&ric
1 ottobre 2005 0:00
x Lalla e Andrea
Ecco chi era Mosè: una FAVOLA,un MITO,una LEGGENDA METROPOLITANA!!!



IL MITO DI MOSE
Il singolare dio greco Dioniso non solo e' una figura analoga a quella del dio egiziano Osiride ma anche una controfigura di Mose il quale e' senza dubbio un personaggio mitico:
"Che il dio Bacco fosse un archetipo di Mose sembra essere l'opinione di numerosi studiosi, in particolare del famoso vescovo Huet e di I. Vossius, i quali concordano sul fatto che il nome arabo di Bacco e' Meses."

Studiosi della Bibbia e archeologi hanno definitivamente provato che il Pentateuco, ovvero i primi cinque libri della Bibbia, non sono stati redatti dal grande legislatore Mose.

In "la Bibbia Riscoperta" l'archeologo Israel Finkelstein dimostra che molti degli scritti furono redatti dall'VIII secolo a.c. in poi. Anche in tempi antichi era gia' stato riconosciuto come Mose non avesse composto il Pentateuco il quale, probabilmente, e' in parte e tra altre cose attribuibile ad Ezra.

All'inizio del III secolo, Porfirio scrisse che "niente di cio' che [Mose] scrisse e' stato conservato; si dice che i suoi scritti siano andati distrutti assieme al Tempio di Gerusalemme. Tutte le cose attribuite a Mose sono state, in realta', scritte 1100 anni piu' tardi da Ezra e dai suoi contemporanei."

L'autore de "La Mitologia Cristiana Svelata" dimostra che il Pentateuco e' una copia de i cinque libri dell'egiziano Ermete".

Secondo il mito, gli ebrei al tempo dell'Esodo, celebravano la festa dell'Agnello la quale, per sua natura, ci rimanda all'Eta' dell'Ariete. Nel mito dionisiaco l'Agnello Sacro, o Ram, riforni' di acqua l'esercito di Dioniso nel bel mezzo del deserto; "l'acqua-nel-deserto" e' anche un evento presente nel mito di Mose. Come per Dioniso ed Amon, Mose e' rappresentato dotato di corna d'ariete. Questi vari elementi sono aspetti di favole di natura astronomica. In altri termini, anche Mose e' nella sua essenza un dio solare infatti: Ma-shu, Shumash, oppure Shamash/Samas sono i nomi del dio sole in ebraico; lo stesso si puo' dire per il moabita Chemosh, un altro dio che gli israeliti adoravano.

Un altra favola che si ritrova nella Bibbia e' quella del miracolo di Bacco che fermo' il moto del sole e della luna, favola ripresa poi nella storia di Giosue. Anche Giosue e' un dio solare, il cui nome greco, Iesus, era essenzialmente un epiteto di Dioniso. In realta' esistono numerose importanti similitudini tra Dioniso e il successivo Cristo.
Ne "Il Paganesimo nel Nostro Cristianesimo" l'apologista cristiano Sir Arthur Weigall descrive cosi' il mito di Dioniso:

Dioniso, il cui padre, come nella storia cristiana, era "Dio" e la cui madre era una donna mortale [Semele], venne rappresentato in Oriente come un giovane uomo barbuto, di dignitoso aspetto il quale, non solo aveva insegnato al genere umano l'uso del vino, ma era stato anche un legislatore, promotore di arti di civilizzazione, predicatore di felicita' e sostenitore della pace. Egli, come Gesu, ha subito una morte violenta, e' disceso nell'inferno e, in seguito, e' salito in cielo; e tutto questo era commemorato nei sacri riti a lui dedicati. Secondo una prima leggenda, egli si e' trasformato in un toro e come tale e' stato tagliato a pezzi dai suoi nemici; secondo un'altra credenza, egli si e' trasformato in un ariete. I suoi seguaci erano soliti fare a pezzi un toro o una capra e divorarne la carne cruda, e cosi' mangiare la carne e bere il sangue del loro dio in una delirante eucaristia.
Diversi animali gli erano sacrificati, tra i quali c'erano l'ariete e l'asino; e, riguardo a quest'ultimo, c'era una storia nella quale egli, una volta, aveva cavalcato su due asini e in seguito aveva fatto in modo che essi diventassero una costellazione celeste; in questa leggenda noi possiamo, ancora, considerarlo come un dio solare e collegarlo con il segno zodiacale del Cancro il quale, nello zodiaco babilonese, era detto dell'Asino e contrassegnava lo zenith dell'ascesa solare e l'inizio del suo declino nel periodo invernale".

".....un collegamento di Gesu con Dioniso nella credenza degli uomini e' evidenziato nei Vangeli dalla storia della trasformazione dell'acqua in vino durante le nozze di Cana......"

Come Weigall sottolinea, le similitudini tra il mito di Dioniso e quello di Gesu includono non solo la tragica fine e la resurrezione di entrambi, ma anche il miracolo della trasformazione dell'acqua in vino; il mito cristiano ha pure conservato la stessa data per la sua celebrazione, il 6 di Gennaio.

E' del tutto evidente che la base della fede del genere umano, in alcune religioni predominanti globalmente per alcune migliaia di anni, e' stata di tipo astronomico e astrologico e che tale astroteologia persiste ancora nella fede popolare dei nostri giorni.

Questi miti, comunque, sono stati mascherati sotto una pretesa di storicita' mediante la quale questi interpreti astromitologici sono stati spacciati come "persone reali"
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