Commenti
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Sophia
3 novembre 2009 17:48
lì fuori c'è un esercito di GIOVANI che non hanno mai messo neanche un piede dentro il mondo del lavoro. Spesso sono usciti a pieni voti e hanno anche titoli Post lauream.

questi "numeri" non sono rappresentati da nessuno. Chi non ha reddito non ha neanche voce.

Fosse per me proporrei loro di sostituire l'intera classe politica ... ma come dice giustamente il sig. Sergio ... esistono barriere di entrata: chi ha la poltrona non la molla ... piuttosto la passa al figlio/a ...

Chi sogna l'alternanza possibile dovrebbe anche dirci come pensa di "convincere" gli esclusi di oggi. E lo dovrebbe fare con progetti/proposte convincenti.

Io pensa che bisognerebbe procedere mettendosi d'accordo sulle PRIORITA' lasciando perdere ciò che ci divide.

mi spiego: io posso anche "sposare" idealmente la lotta contro il crocifisso ... ma a che porterebbe??? E' la PRIORITA'?

Se la risposta è sì ... si proceda a provare a contare quanto consenso si costruisce su questo ...

se è NO ... ne parliamo qui su aduc e ai politici chiediamo concentrazione alle priorità individuate e condivise.
Sophia
3 novembre 2009 17:35
Lo scemo del villaggio numero 1, nella sua infinita stupidità, svolge comunque un RUOLO utile ovvero di mettere il dito nella piaga.

Questa può essere vista come una provocazione o come una utile "semplificazione" che porta dritto al cuore del problema.

Servono obiettivi condivisi che UNISCANO tutte le forze che non si riconoscono in questo REGIME di CONFLITTO di INTERESSI.

Ma devono essere ben chiari e limpidi.

Pochi giri di parole e più FATTI misurabili, valutabili e confrontabili.
yannis
3 novembre 2009 17:16
Ho letto una cosa saggia "IN DEMOCRAZIA SERVONO I NUMERI ". Lo spiegono dalle elementari ed ancora, penso che siamo tutti maggiorenni, non lo abbiamo capito? E' sempre una questione di numeri tranne quelli che sforna Sartori che non vanno bene neanche da giocare al lotto. Numeri, chi ha più numeri comanda, gli altri possono e devono solo collaborare, se sono in grado, in modo civile e democratico altrimenti è meglio che stanno zitti. E' solo una questione di numeri.
yannis
3 novembre 2009 16:35
Un Comunicato Urgente

Da fonti certe è trapelata la notizia che siamo ormai irrimediabilmente destinati a subire dure dittature in regime di conflitto, non armato per fortuna , ma di interessi in quanto c'è qualcuno, sicuramente lo stupratore di Arcore, che approfitta della nostra disorganizzazione. Madonna Santissima che casino. Io credevo di essermi organizzato abbastanza, certamente non sono la FIAT,ma credevo di essere abbastaanza solido ed invece eccomi in mezzo ad una strada, per fortun anpon sul marciapiede. Ora le cose sono due o mi scompiscio dalla paura oppure dalle risate. Penso che mi farò quattro risate a crepapelle e se poi mi darà una mano la mia segretaria sarà ancora meglio.
Sophia
3 novembre 2009 15:44
@ Sergio

la mia sensazione di vomito per il caso Cuffaro è analoga alla sua.

Ma che fare?

Lei giustamente dice: " basterebbe un po’ di sano “codice etico di autoregolamentazione”....

Basterebbe ... ma a questi disgraziati non basta neanche una sentenza della Cassazione!

Riuscirebbero comunque a dire che i giudici son tutti bolscevichi ... senza neanche accorgersi che chi sta consegnando il Paese al RICATTO energetico del criminale bolscevico Putin è uno che vede rosso da tutte le parti senza accorgersene che metodi TOTALITARI sono proprio i suoi.

Ripeto la domanda banale ma fondamentale: che fare in queste condizioni?

sì perchè a fare i duri e puri ... non si vincono le elezioni ... servono i numeri.

In questo momento non vedo nessuna alternativa: Cacciari che sputa nel piatto in cui ha mangiato, Rutelli grazie al cielo pare che sparisca e vada a far compagnia al suo simile Cuffaro, leggo che Di pietro ha problemi a concedere autonomia alla base e rischia di scontrarsi con de magistris ... di grillo ... abbiamo notizie tramite il nostro Guru libero pensatore Ettore

chi li mette insieme mondi così frammentati?

Siamo destinati a subire le dittature in regime di conflitto di interessi di chi approfitta dell'incapacità altrui di autorganizzarsi?
sergio2
3 novembre 2009 13:45
Inserisco anche qui alcune riflessione svolte in "Donne e potere" perchè forse più in tema con questa discussione, ma le tematiche si stanno intrecciando.

Sophia, ma non solo lei, solleva molte domande su candidabilità, dovere di dimissioni, credibilità dei politici, corruzione, concussione... e via discorrendo.

Quanto scrive Sophia è pienamente condivisibile e nutro anch’io le sue perplessità.

La concussione ambientale è una sistematica regola dell’agire politico, ma per come si configura diviene molto difficile perseguirlo penalmente. Le responsabilità penali diventano molto sfumate.

Pensate al caso Mastella o a Bassolino, per esempio.

Il sistema politico basato sulle nomine di competenza del politico di turno serve a creare le condizioni di controllo del territorio, quindi clientelare, quindi di consolidamento del potere personale, attraverso il collocamento in posti nevralgici di potere, situati lungo le autostrade che intercettano i fiumi di denaro pubblico, di persone fidate che possano assicurare al mandante potere continuativo per se, i propri familiari e amici di partito.

Sophia osserva, giustamente, quel che avviene nel mondo, ma sembra sfuggirle il piccolo particolare che in Italia non c’è alcun obbligo di dimissioni.

Ergo, se Berlusconi fosse condannato avrebbe il diritto costituzionale di non dimettersi.

L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva (art. 27 costituzione).

Ergo, Cuffaro siede tranquillamente in Parlamento.

Figuriamoci allora se la menzogna può essere in Italia un motivo di dimissioni.

Possono essere varate delle norme che limitino i diritti di elettorato passivo, che prevedano la non candidabilità?

Sì, è un terreno minato, ma qualcosa si potrebbe fare. Finora qualcosa è stato fatto solo a livello di candidature locali.

Si tratta di un punto molto complesso sul quale troppo spesso si cede alla demagogia (per esempio le proposte di Di Pietro e di Grillo).

Se da un lato è vero che l’art. 51 della Costituzione rimanda ai requisiti previsti dalle leggi per accedere alle cariche elettive, dall’altro lato non va dimenticato il già citato art. 27 della Costituzione: condanna definitiva.

Demagogico quindi sbandierare che basta una legge per impedire che un condannato in primo grado possa entrare in parlamento.
Serve una modifica costituzionale come minimo dell’art. 27 per cui, fermo restando il principio di non colpevolezza sino a condanna definitiva, si stabilisca, per esempio, che chi è condannato in primo grado per determinati reati è sospeso dagli incarichi elettivi e non è candidabile.

Il tema quindi è molto più ostico di quel che qualcuno finge di far credere che sia.

Ovvio che serve una volontà politica forte o una spinta popolare capace di grande pressing.
Vi sembra esista qualcosa del genere?
Nell’attesa basterebbe un po’ di sano “codice etico di autoregolamentazione”.

Considerato che Cuffaro, nonostante la condanna di primo grado che contempla anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, siede in parlamento nelle file dell’UDC, possiamo concludere che Casini lo considera innocente e quindi ritiene che quella sentenza sia sbagliata?
Legittimo che ritenga sbagliata una sentenza, ma non basta la solidarietà umana?
E’ necessario portarlo in parlamento per dimostrargli solidarietà?
Ci può Casini spiegare perché ritiene così sbagliata quella sentenza tanto da non aver nemmeno bisogno di attendere l’esito dell’appello?
Come mai Casini è così corteggiato?
Forse solo perché è funzionale alla lotta a Berlusconi?
Se Cuffaro dovesse essere condannato in appello e poi la sentenza divenisse definitiva con la cassazione, Casini si dimetterà per manifesta incapacità di discernere tra bravi e cattivi politici?
E’ Cuffaro uno statista di tale livello che l’UDC e la Repubblica non possono privarsi di una mente così brillante?

Forse dovremmo cominciare a smetterla di pensare che i mezzi giustifichino i fini.

In questo caso, il fine è semplicemente non lasciare sul terreno nemmeno un voto, e quindi tutti i mezzi sono buoni.

Viva la famiglia, l’ordine e la legalità.
sergio2
3 novembre 2009 13:38
Lasciamo stare i grilli.
E lasciamo stare anche la “apoliticità”, che non esiste: occuparsi di cessi, significa occuparsi di politica, comprare il pane significa occuparsi di politica.
Perché con le leggi e i regolamenti fissati dai politici dovrai fare i conti.

Una persona può decidere di disinteressarsi della politica, ma la politica, nel bene e nel male, si occupa di lui e invade la sua vita, fin nei piccoli gesti quotidiani.

Quindi, anche se si disinteressa della politica, è la politica che scandisce le sue giornate e la sua esistenza,

Non abbiamo bisogno di leader o di santoni, solo di consapevolezza, determinazione, autorevolezza e concretezza.

Basterebbero gruppi di persone, motivate e determinate, che senza la pretesa di cambiare il mondo e senza divenire una costola di questo o quel partito, comincino a perseguire qualche obiettivo semplice semplice.

Per esempio, che le leggi di iniziativa popolare siano discusse dal Parlamento in tempi certi.
A che serve un istituto democratico previsto dalla Costituzione se i “rappresentanti del popolo” possono fottersene dei titolari del potere sovrano che esercitano per delega?

Per esempio, battersi perché i soldi destinati ai partiti siano invece messi a disposizione dei Comuni per creare strutture e attrezzature a disposizione dei cittadini al fine di favorire l’espletamento di quanto previsto dall’art. 49 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Vi sembra che l’accesso alla politica sia garantito in modo democratico e paritetico? Un nuovo soggetto politico, concorre ad armi pari con gli altri? O esistono rendite di posizione?

Per esempio, che i partiti politici siano sottoposti ad alcune regole minime, per esempio come quelle previste per i sindacati (art. 39 della Costituzione, statuto dei sindacati con ordinamento interno a base democratica).
Che significa divieto di ricostituzione del disciolto partito fascista se non esistono norme minime “democratiche” per l’ordinamento di un partito?
Può crescere una democrazia se i partiti, principali protagonisti della vita politica, possono essere sganciati da regole democratiche?

Non intendo fare qui un elenco di cose possibili e a mio avviso auspicabili, ma solo fornire qualche spunto di riflessione visto che discutiamo di democrazia e spesso ci riduciamo a discutere e cavillare su chi è più “presentabile” o meno vomitevole.
Sophia
3 novembre 2009 11:10
@ Sergio

"Non si tratta di discutere sui criteri di selezione, ma di individuare percorsi e modalità per incidere su un cambiamento necessario"

....................

io il mio piccolo credo "personale" ce l'ho e in prima gioventù ho anche avuto modo di appurare che in piccoli contesti funziona. si tratterebbe di vedere se con opportune casse di risonanze potrebbe funzionare anche su scale più vaste.

Non è niente che già non si conosca o non sia stato sperimentato. Sono i così detti gruppi di discussione "partecipativi" locali/territoriali TEMATICI.

Un po' quello che fanno anche i grillini nei meet up quando si danno appuntamento e si incontrano per discutere un tema ben individuato e preciso per discutere come risolverlo (rifiuti, energia, ecc..) con la differenza che dovrebbero realmente essere aperti a tutti e rappresentare tutti i punti di vista.

un po' quello che facciamo noi qui su aduc solo che nel reale acquisterebbe un altro significato e un'altra dimensione.

Il limite è che per essere credibile dovrebbe essere organizzato da Enti-associazioni apolitiche capaci di garantire se non la "neutralità" almeno la non presa di posizione. Ad esempio il presidente di ADUC pur con le sue idee mica interviene per influenzarci.

Come tutte le cose utopiche rimangono belle in teoria difficili da realizzare in pratica su vasta scala
vincenzoaliasilconta
3 novembre 2009 10:11
Carceri nei sepolcri? Non aggiungere a Falce e martello la Tenaglia.
La prima volta che seppi del problema carcerario, quando alcuni miei superiori quasi tutti Pubblici Ufficiali che erano ex secondini di San Vittore a Milano che percepiva una paga da morto di fame, turni massacranti, e umilianti e ricattabili, tanto è vero che, erano carcerati, visto che entrava allegramente di tutto dallo champagne a piatti prelibati. Poi mi accostai nelle vicinanze visto che ero in cerca del famoso Cimitero di tenzone letterario sepolcri di Ugo Foscolo con Ippolito Pindemonte che mi affascinava: tema cimiteriale con considerazioni scettiche e materialistiche tendeva alla rivalutazione dei riti e delle tradizioni funerarie, del culto dei morti e del ricordo perpetuo delle loro virtù. Insomma: chiesi ad amici e conoscenti e ne veniva ori una tragedia con sovraffollamento più del doppio e di secondini sempre con più compiti ecco che ogni volta nei bar ascoltava un direttore di cui avvicendati a San Vittore la solfa non cambiava era sempre lo stesso un carcere che poteva sopportare circa 600 posti e se ne ficcavano sui 1500 unità. Poi se parliamo del periodo del terrorismo e Tangentopoli la cosa degenerò Governi che cadevano come le pere e quelle “ nelle vene ” causavano ricoveri ed arresti con reati più stupidi datosi che Felisetti gia negli anni ‘70 riscrisse i quattro codici, ma la volontà Politica, pensava più all’assistenza degli sfaticati al Sud serbatoio di voti, che per chi era in produzione, mentre si foraggiava la Fiat con Cig e, non per chi deviava: tanto che chiesi Politici e, al mio professore Dottor Guido Bandirali F.F. Pres. Del Tribunale Minorile spiegazioni le risposte era sempre competenza sociale della Politica. Persino un giorno ad un meeting alle Stelline di Milano affrontammo un tema giustizia col Ministro Rino Formica, Enzo Tortora e Ministro Franco Reviglio ex Presidente dell’Eni, ma nella Sinistra, la musica non cambiava, tanto che risposero no ad un piano di Rino Formica che consisteva di requisire i motoscafi a Scafisti che non trasportavano sigarette ed altre merci illegali, ma come sappiamo I sinistri si misero di traverso e Mani Pulite fu pietra tombale della Giustizia passati al Giustizialismo che ancora perdura. Fruttuoso ed è evidente spendere 150mln€ per l’edificazione di nuovi carceri del Senatore Gianfranco Tenaglia o Angelino Alfano? Per me sbagliato! M’appare evidente che dopo Falce e Martello, oggi abbiamo pure la Tenaglia: mentre la soluzione, è che, tutti i penitenziari compreso il palazzaccio ed altri inutili Tribunali sono da abbattere, per piantare prezzemolo e verdura, insomma, riutilizzarlo alla Michelle Obama, per risparmiare soldi e vite umane per suicidi vittime di carnefici. In poche parole, perché eliminare il carcere sostituendolo con microchips e Gps e, per reati di stragi, mafie e trafficanti ergastolo su Isole per non tenerle all’abbandono sotto il nome Unesco? Forse, meglio usarli abusivamente come i “ Sassi “ di Matera, trasformati in canile, mentre candidamente il Sindaco non sapeva o non vedeva il sito pensava ad accattare la Tenaglia? Sbaglio che oltre il 50% questi presunti inquisiti saranno assolti? Sbaglio che il costo è esorbitante per avere un piano civile con missione impossibile? Ma tra questi Politici non ho sentito nessuno dire che, in questi luoghi esiste la prostituzione omosessuale, forse, tabù? E’ notorio che oltre a essere Università del crimine, la carcerazione diventa tristemente luogo di malattie di veneree che gia nel 1980, erano 800 mila a Milano e 500 mila a Roma, me lo confidò il dott. Mandaradone a Kilifi in Kenya nel 1980. Quanti dati occultato al Paese per non infastidire la Chiesa, che, pensa all’anima e allo spirito, essa diventa secondo me, colpevole che, mai bisogna offrire l’altra guancia, visto che un criminale va fermato per non nuocere alla società fatte di Leggi e regole, ovvio che chi sbaglia va aiutato oltre il lecito desiderio. Ma sarebbe meglio chiudere questi lager , chiamati di “ rieducazione “. Occorre, invece, un piano attuato semplice ed immediato con totale libertà con presunti o detenuti “ semplici “: a casa nel loro domicilio, luoghi di lavoro privato o di Protezione Civile, ma fermi nel combattere senza pietà chi fa il criminale! Ecco, perché quei termini di Legge “ Non poteva non sapere “ o “ associazione esterno di mafia “ s’è abusato gli investigatori di tutte le Forse dell’Ordine umiliati, nel vedere criminali lasciati liberi per sbagli continui per incompetenza, ma mai questi considerati reati dai loro colleghi Magistrati che li puniscono per il danno arrecato alla Società: anzi, succede il contrario, molti vengono premiati come fu per il caso Enzo Tortora: me lo disse quel giorno alle Stelline ultima volta che lo vide, prima di morire e, come il mio amico Walter Tobagi senza giustizia! By http://vincenzoaliasilcontadino.ilcannocchiale.it/ Matera
sergio2
3 novembre 2009 2:05
Non si tratta di discutere sui criteri di selezione, ma di individuare percorsi e modalità per incidere su un cambiamento necessario cominciando a rendersi conto che qui c'è solo la possibilità di scegliere tra merda e vomito.

I partiti sono comitati d'affari che non rappresentano i cittadini e la loro partecipazione alle scelte di politica nazionale.
Tanto da essere i cittadini esclusi dalla scelta dei candidati e tra i candidati.
Non abbiamo rappresentanti scelti dai cittadini, ma da un minuscolo gruppo di capi partito.

Noi possiamo con il voto solo decidere quanti soldatini debba avere un capo partito.
C'è da stupirsi se poi qualcuno propone "voti solo il capogruppo per tutti"?

Il tanto vituperato porcellum poteva dal centro-sinistra essere cambiato in un solo giorno: tanto serviva a cancellare quella legge e ripristinare quella precedente. Il centro-sinistra non fece nemmeno questo.

Chi ha tanto criticato il "ciarpame", non si è distinto per criteri di selezione più edificanti.
O lasciare il posto di deputato alla figlia ti sembra un sistema auspicabile?
O non fare niente nelle regioni governate dal centro-sinistra per affermare una nuova politica e nuovi criteri per le nomine nelle ASL ti sembra compatibile con il ritornello "la politica deve fare un passo indietro"?

No, chi se ne frega di come nel centro-destra viene scelto il leader, cominci a cambiare chi contesta quel "partito di plastica", se ha principi politici da affermare e se ha una identità culturale da promuovere.

Qui mi sembra che in gioco c'è solo una gara a chi fa più schifo.

Anche il tanto osannato Di Pietro non sfugge a questa logica. La questione vigilanza RAI è un chiaro esempio.

Quindi, solo dalla nostra consapevolezza e ritrovata voglia di essere protagonisti potrà giungere un cambiamento.

Nessuna aspettativa dagli usurpatori della sovranità popolare.
Sophia
2 novembre 2009 23:57
@ Sergio

leggo solo ora che dell'Art. 648 del codice penale (reato di ricettazione) ne avevi già parlato tu. mi scuso per il ritardo con cui leggo-rispondo ai post arretrati.

Domanda: come si fa a discutere quali i criteri di selezione dei ministri e governatori se non si può neanche discutere in che modo selezionare il futuro leader di centro destra?
Sophia
2 novembre 2009 23:43
@sig. Lucio

un amico mi ha avvertito che, per quanto riguarda il magistrato intevenuto per impedire la compravendita e distruzione del video del ricatto, ne ha parlato anche Travaglio oggi:

http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/2009/11/02/la_di retta_con_marco_travaglio.html

Secondo me il suo ragionamento andrebbe ascoltato o letto anche per i due articoli del Codice Penale che fa notare e che copio:
---------------------------------

“ chi, al fine di procurare a sé o a altri un profitto, acquista, riceve o occulta cose provenienti da un qualsiasi delitto o comunque si intromette nel farle acquistare, ricevere o occultare, è punito con la reclusione da due a otto anni”, si chiama ricettazione, chi riceve materiale provento di delitto per averne un tornaconto, non un tornaconto in denaro, ma un tornaconto. Un video proveniente da un’irruzione illegale con violenza privata e estorsione, se qualcuno lo riceve, lo usa, si intromette nel riceverlo, nell’usarlo o addirittura nel venderlo, commette ricettazione.

l’altro, il 361: “ il pubblico ufficiale il quale omette o ritarda di denunciare all’autorità giudiziaria un reato di cui ha avuto notizia nell’esercizio, o a causa delle sue funzioni, è punito con la multa da 30 Euro a 516 Euro. La pena è della reclusione fino a un anno, se il colpevole è un ufficiale o un agente di Polizia Giudiziaria”

e chi è il pubblico ufficiale? Il pubblico ufficiale sono tutti coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa, per esempio il Presidente del Consiglio. Speriamo che nessun magistrato si accorga che esistono questi due articoli del Codice Penale, altrimenti Berlusconi potrebbe addirittura essere indagato per omessa denuncia di un reato e per ricettazione.

Speriamo di no, perché ne ha già fin troppi di processi, poveruomo, altrimenti poi gli toccherebbe depenalizzare pure questi due!

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@ IVAN

mi pareva di averlo già detto che il conflitto di interesse non ce l'ha solo il premier motivo per cui la legge non la fece neanche la sinistra.

@ Ettore

il mio voto è flessibile, mutabile e disponibile per qualunque PARTITO nuovo/vecchio/futuribile purchè mi faccia qualche legge che risolva alla radice il problema:

"eliminazione del conflitto di interessi"

RISOLUZIONE dei problemi reali del PAESE
t_n_t
2 novembre 2009 20:40
Ciao Ivan, come sta procedendo il piano?

Intanto...bell'intervento...
IVAN.
2 novembre 2009 20:24
.

(da Sophia:) «Per DOVERE intendevo dire DOVERE MORALE.»

Bell'epitaffio da incidere sulla lapide. Passiamo oltre.

================



(da Sophia:) «Il GUAIO che abbiamo noi in Italia si chiama CONFLITTO DI INTERESSE. Uno che è (ecc), NON può essere adatto a CAMBIARE le REGOLE del GIOCO.»


Cazzo. Qui continuiamo a giriarci intorno.

Anew, for the last time:
NON STA AD UN APPARTENENTE AL VERTICE CAMBIARE LE "REGOLE DEL GIOCO" DEL VERTICE STESSO.

Il tuo amico Silvio, povero disgraziato altolocato, fa ESATTAMENTE quel che deve fare, cioè trarre il massimo vantaggio dalla propria posizione.
Cosa che invece non facciamo NOI, poveri disgraziati bassolocati.

Macchè "conflitto d'interessi": sarebbe un COGLIONE se non ne approfittasse.
Come sarebbe un COGLIONE se non ne approfittasse quello che verrà DOPO di lui.

Credi davvero che cambierebbe qualcosa, con la sua dipartita? Ci sarebbe semplicemente un altro PD (Povero Disgraziato) che farà le STESSE cose, solo in modo un po'meno spudorato.

Infatti abbiamo avuto la FORTUNA di avere un PD (Pov Disg) talmente MALDESTRO E INDISCRETO nella sua ingordigia da aver goffamente svelato tutto il Sistema di altarini sul quale il Vertice si reggeva da 50 anni...E invece di ringraziarlo, che facciamo? Gli diamo la colpa dell'esistenza di questo Sistema (come se lo avesse creato LUI, fra l'altro...Mah!)

Causa/Effetto. Eliminare una mela bacata non curerà l'albero malato che le sforna bacate IN DEFAULT.

Il succitato PD era solo una mela talmente bacata da aver rivelato tutti i mali dell'albero.
Diagnosi completata: l'albero va curato, tutti d'accordo.
Ora però basta con le diagnosi, perché limitarsi di constatare ALL'INFINITO che l'albero è malato non lo curerà di una virgola.



.
sergio2
2 novembre 2009 16:57
Sophia, quel video è una prova di reato, e non può essere distrutto.

Sul fatto che sia andato in giro e visionato da direttori e giornalisti… è un bel problema.
Che paradossalmente investe anche il diritto di cronaca e la libertà di stampa.
Materia difficile.
Dove a mio avviso sarebbe buona norma deontologica dare, se ritenuto opportuno (nel senso che è una scelta discrezionale e su questo magari ci torniamo più avanti), conto ai lettori di quanto appreso, ma senza dubbio alcuno vanno attivati i canali idonei perché sia perseguito un crimine.

Ho ricordato anche l’art. 648 CP: leggilo attentamente. Se fossero vere alcune indiscrezioni, il reato di ricettazione potrebbe essere contestato a diverse persone. Per questo ho pronosticato che questo “caso” si aggiungerà al lungo elenco dei misteri italiani.

Cosa diversa, dalla prova di reato, le intercettazioni, ancorché autorizzate da un giudice.
Infatti, non tutte le conversazioni intercettate, per indagare su reati, sono penalmente rilevanti e non è corretto che intercettazioni private, estranee alle indagini, siano rese pubbliche. Come non è corretto supplire alla sostanziale mancanza di giustizia, in tempi certi e ragionevoli, con processi sommari e mediatici basati su sistematiche fughe di notizie. Possibile che mai nessuno paga per quanto indebitamente trapela dagli uffici giudiziari?

Sul conflitto di interessi, sono pienamente d’accordo con te.
Sono intervenuto negli anni innumerevoli volte su questo argomento.
Ma anche questo è divenuto una litania per responsabilità della parte politica che apparentemente si oppone a Berlusconi e alla sua coalizione.
Infatti, questa parte politica, chiamiamola centro-sinistra per intenderci, nulla ha fatto per risolvere questo problema.
Eppure 7 anni di governo su 15 non sono due giorni.
Questa passa per essere “l’era berlusconiana”, ma potremmo definirla “l’era del centrosinistrismo”!

Di passaggio, evidenzio semplicemente che il conflitto di interessi non nasce con Berlusconi, ma con lui è divenuto EVIDENTE.
Tutti avrebbero dovuto concludere con un semplice: “Cazzo, non possiamo andare avanti così!”.
E, conseguentemente, fare qualcosa per evitare che i pericolosi “vulnus per la democrazia” (così furono definiti da molti esponenti del centro-sinistra) potessero persistere e radicarsi.
Nulla è stato fatto. O mi è sfuggito qualcosa?
Allora, francamente, mi interessa poco Berlusconi e sono molto interessato ai suoi padri politici: tra questi, TUTTI i leader dell’attuale e del passato centro-sinistra.
Da Di Pietro a Diliberto, passando per Occhetto, Casini, Bertinotti, Pecoraro Scanio, D’Alema, Veltroni, Franceschini, Rutelli… Ho dimenticato qualcuno?

Sulla questione RAI e libertà d'informazione, valgono le stesse considerazioni.
Di chi sono le responsabilità dell'eterno problema irrisolto dell'informazione televisiva?
Da quanti decenni si trascina questo problema?
Quante sentenze della Corte Costituzionale sono rimaste inapplicate?
Di chi sono i provvedimenti legislativi che hanno disposto "un sistema transitorio" senza stabilirne un termine certo ma legandolo allo sviluppo di nuove tecnologie?

E ancora, una domanda che è la madre di tutte le domande: come mai una persona con così possenti interessi è potuta divenire Presidente del Consiglio?

Non ha fatto questa persona un "golpe", ha utilizzato le leggi che altri hanno scritto.

Non è che questi "altri" sono stati un po' distratti e incapaci?

Eppure i problemi che oggi discutiamo, e che sono solo strumentalmente agitati dall'attuale opposizione, erano ben presenti ai tempi della Costituente e hanno occupato lunghi anni del dibattito politico (cito solo il gruppo de Il Mondo, Pannunzio, Calamandrei).
Sophia
2 novembre 2009 14:18
@ SERGIO

ma anche senza tirare in ballo il conflitto di interesse ci sono forme di ABUSO SOTTILI che però non passano inosservate e che c'entrano con il martellamento continuo che subiamo dai MASS MEDIA e che ci fanno capire che non CE NE FACCIAMO NIENTE DI REGOLE NUOVE SE TANTO NON RISPETTIAMO NEANCHE QUELLE DI DECENZA CHE ABBIAMO....

Penso all'episodio solo apparentemente innocuo di cui ha parlato Daniela Di Iorio ne Il Riformista:

"Le telefonate del Presidente del Consiglio nella puntata di "Porta a Porta" del 7 ottobre e in quella di "Ballarò" di martedì 27, hanno sollevato oltre alla solita questione della sostanza (di contenuto) anche quella della forma (delle modalità).


In proposito è stata presentata un'interpellanza del Pd a prima firma di Roberto Zaccaria, ex presidente Rai, che sostiene che la telefonata di Silvio Berlusconi durante la puntata di "Porta a porta" sul Lodo Alfano appariva concordata, come se il Premier avesse potuto seguire la registrazione della puntata in bassa frequenza.
Nell'interpellanza urgente rivolta al ministro per lo Sviluppo economico si chiede quindi se la possibilità concessa al Presidente del Consiglio di vedere, anche occasionalmente, in bassa frequenza programmi della Rai, in corso di registrazione, sia compatibile con i compiti del Servizio pubblico radiotelevisivo stabiliti nel contratto di servizio stipulato tra il ministero e la Rai.
Ma Zaccaria non è stato l'unico ad aver notato delle anomalie negli interventi di Silvio Berlusconi in tv.
Un'autorevole fonte interna a Rai 3 confida al "Riformista" di essere rimasta impressionata dal fatto che Silvio Berlusconi nell'ultima puntata di "Ballarò" abbia chiamato direttamente in regia audio, «l'unica linea telefonica che ha il privilegio di andare in onda, e il cui numero non è accessibile a nessuno - ci spiega la fonte - neanche agli addetti ai lavori». Il personale che lavora all'interno della regia ha ovviamente il numero della propria rete ma non può avere, neanche su richiesta, quello delle regie audio delle altre reti Rai.
Ciò significa che neanche all'interno della stessa azienda Rai è permesso chiamare direttamente la regia audio, ma si può soltanto venire contattati. Esempio: Giovanni Floris era stato chiamato in causa nella puntata di "Porta a Porta" successiva a quella in cui era stato ospite il presidente del Consiglio e ha provato senza successo a mettersi in contatto telefonico durante la registrazione.
«Abbiamo chiamato - spiega la nostra fonte Rai - per chiedere cortesemente il numero della regia audio della trasmissione "Porta a Porta" per l'intervento di Floris, ma non ci è stato dato, perché di regola il numero della regia audio non si dà a nessuno».
La nostra fonte aggiunge qualche particolare: «Prima, almeno fino a due anni fa, eravamo noi a chiamare il portavoce Bonaiuti, ci si accordava e poi la regia richiamava quello stesso numero e parlava col Cavaliere. Ora è invece direttamente Berlusconi a chiamare, ed è l'unico cittadino e telespettatore in tutta Italia a prendersi questa libertà. Ecco, per noi è un'anomalia perché siamo abituati a un'altra procedura».
Sophia
2 novembre 2009 13:47
@ IVAN

per DOVERE intendevo dire DOVERE MORALE. Non lo troverai scritto da nessuna parte ma è così.

nelle democrazie moderne si bada meno alle ciancie ideologiche (ai bei discorsi che non fanno una piega) ma ci si aspetta piuttosto che le promesse elettorali vengano mantenute ed è su questo che si valuta o si dovrebbe valutare un GOVERNO in carica.

@ Sergio

ti rispondo qui al discorso sulle REGOLE del GIOCO da cambiare di cui si era parlato in altro topic perchè lì era OT.

L'esempio che ti ho fatto altrove (nel caso Marrazzo tutti gli editori sapevano tutto e quelle non erano neanche intercettazioni autorizzate da un GIUDICE bensì frutto di estorsione) ci pone di fronte ad un altro GROSSO GUAIO che abbiamo e che deve essere risolto prima di poter anche solo PENSARE di cambiare le REGOLE del GIOCO.

Il GUAIO che abbiamo noi in Italia si chiama CONFLITTO DI INTERESSE.

Chi è:

* editore del maggior numero di giornali di gossip
* capo dei servizi segreti
* in grado di controllare i Carabinieri
* non sta bene tanto da non rendersi conto che si rende ricattabile da qualunque Soubrette che passa


NON può essere adatto a CAMBIARE le REGOLE del GIOCO che stabiliscono cosa può essere intercettato/pubblicato e cosa no.

Eppure mi sembra che questo uomo NON ADATTO abbia pretesa di cambiare la Giustizia che lo deve GIUDICARE
IVAN.
30 ottobre 2009 17:29
.

(da Sophia:)
«Un partito ha il dovere di essere concreto:
1. Avere obiettivi chiari
2. Impegnarsi a realizzare quanto promesso
3. Saper rispondere all'imprevisto che sopraggiunge»
______________________

Okay. Citami l'articolo del Codice/Costituzione/DL in cui la LEGGE prevede questi punti come "dovere" di un Partito.
(Dèjà-vu?...)


===============


(Per Sergio:)
Ben ritrovato, Pres della Rep dei Brad.
Dammi un attimo di tempo per leggere i tuoi soliti papironi (intanto controlla la messaggeria...)


.
Sophia
30 ottobre 2009 17:16
@ Sergio2

certo che possiamo darci del tu. però a questo post risponderò la prossima settimana perchè per me è scattata l'ora X e si passa alla fase2 "week end" ovvero disconnessione totale dalla rete.

Buon fine settimana a tutti
sergio2
30 ottobre 2009 16:12
Cara Sophia,
possiamo darci del tu o no? In caso contrario basta un cenno e passo al “lei”.
Nell’attesa proseguo con il “tu”.

Ad avermi fatto rabbrividire, ma non temere non mi sono influenzato, come avrai compreso, era il tema degli scheletri (e si sa qualche brivido talvolta lo provocano) e del proboviro.
L’idea, quindi, che ci possa essere qualcuno in grado di valutare se un altro individuo ha scheletri nell’armadio.
Comprenderai che quella che chiedi è una prova diabolica, quindi impossibile.

Allora, mi interessa poco o nulla se un individuo ha o non ha scheletri nell’armadio o sotto il letto o dove gli pare e trovo più interessante riflettere sui meccanismi che generano “scheletri”, sulle dinamiche sociali.

Non mi è chiaro il tuo passaggio tra la vicenda di un individuo e un partito.

In ogni caso, alle tue 3 affermazioni\domande su quali sono i doveri di concretezza dei partiti rispondo con
“dovrebbero essere (anche) quelli che indichi, ma non lo sono”.

1) I partiti non hanno obiettivi chiari, tranne considerare obiettivi chiari una “lista della spesa” senza indicazione di tempi e modi per realizzarli.
2) I partiti non si impegnano a realizzare quanto promesso. Questo vale per questa maggioranza come per quella precedente. Chiuse le urne, dimenticate le promesse. Un solo esempio per tutti: che fine ha fatto la tanto agitata politica per le famiglie? Che fine hanno fatto i family day e il quoziente famiglia?
3) I partiti non rispondono all’imprevisto che sopraggiunge. Quando lo fanno, subito si pentono perché se lasciano a piedi qualcuno ci sarà qualche competitor che si offrirà subito di farlo ri-salire sul carrozzone. Cuffaro, può essere un esempio sufficiente?

Riguardo alla coca, suggerirei di andarci cauti (sorvolando sul momento sulle distinzioni tra consumo – illecito amministrativo – e spaccio – reato penale).
Al momento, dagli atti ufficiali, sembrerebbe che ad aver collocato la coca sul teatrino imbastito siano stati i signori che hanno fatto irruzione nell’appartamento.
Al momento, Marrazzo non risulta indagato per consumo o spaccio di cocaina.

Le circostanze in cui si sono svolti i fatti, ancora da accertare pienamente, suscitano molte perplessità che rimandano al tema degli scheletri.
Ti sembra plausibile che chi vuole imbastire un ricatto, si faccia rilasciare assegni che non incassa e subito dopo si adoperi per rendere pubblico l’oggetto del ricatto stesso?
Quel filmato se reso pubblico cessa di essere uno strumento idoneo per il ricatto medesimo.

Allora “sorge spontanea una domanda”: coloro che hanno organizzato questa aggressione a Marrazzo sono dei cretini o sono “manovrati” da qualcuno?

Staremo a vedere, certo che una politica che procede a secchiate di merda non è che sia molto entusiasmante.

Marrazzo ha commesso l’errore di negare e sottostare a un reato. E anche questo comportamento ci rimanda al tema degli scheletri.
Personalmente, non mi interessano le abitudini sessuali di nessuno, purché tali abitudini non costituiscano violenza contro persone non consenzienti o minori.
Le preferenze sessuali di un individuo riguardano lui e il rapporto che eventualmente ha con il coniuge o partner che sia. Punto e basta, per me.

Quindi, rimane il tema che se riuscissimo a liberarci da determinate “convenzioni” si depotenzierebbe il rischio di rendere ricattabile qualcuno solo perché desidera mantenere il riserbo sulle proprie preferenze sessuali.
Francamente, trovo penoso che una persona debba presentarsi dicendo “piacere, Maria lesbica” oppure “piacere, Antonio bisessuale”…

Ciascuno ha il diritto di vivere la propria sessualità come crede (nei limiti che le leggi impongono) senza doversi per questo sottoporre al pubblico giudizio, qualunque sia la carica che ricopre.
E credo che se diviene vittima di un reato debba poter contare sulle più ampie tutele della sua privacy, previa denuncia del reato subito.

Se accettassimo l’idea che una persona debba essere valutata anche per le preferenze sessuali, ne discenderebbe che finiremmo per giustificare anche chi dice “quale stupro, quella andava con tutti!” (Montalto docet).
Una donna ha il diritto di andare con chi vuole, quando vuole e con chi vuole, ma se dice NO deve essere NO e il suo stile di vita non può costituire elemento di giudizio discriminatorio rispetto al giusto risarcimento per la violenza subita o attenuante per l’aggressore.

Ancora un punto su cui sarà interessante seguire lo sviluppo di questa faccenda.

Art. 648 codice penale: “Fuori dei casi di concorso nel reato, chi, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquista, riceve od occulta denaro o cose provenienti da un qualsiasi delitto, o comunque si intromette nel farle acquistare, ricevere od occultare, è punito con la reclusione da due ad otto anni e con la multa da cinquecentosedici euro a diecimilatrecentoventinove euro.
La pena è della reclusione sino a sei anni e della multa sino a cinquecentosedici euro, se il fatto è di particolare tenuità. Le disposizioni di questo articolo si applicano anche quando l’autore del delitto, da cui il denaro o le cose provengono, non è imputabile o non è punibile ovvero quando manchi una condizione di procedibilità riferita a tale delitto.”

Se risponde al vero che qualcuno ha ricevuto e occultato quel filmato o è intervenuto per farlo acquistare… se risponde al vero ciò, si configurerebbe il reato di ricettazione.

Temo che questa vicenda diventerà un ennesimo mistero italiota.
Sophia
30 ottobre 2009 13:49
@ Sergio2

mi spiace per i brividi che le ho procurato involontariamente. Ma quando si prova a passare dalla teoria-chiacchiere all'"essere concreti" e a provare a "sparare" qualche proposta ... si corre sempre il rischio di far venire i capelli dritti a qualcuno ...

d'altra parte se non si prova ... si rimane sempre a far chiacchiere e basta.

Tutto vero e bello quello che dice ... MA ... c'e' un MA ... un partito ha il dovere di essere concreto:

1. avere obiettivi chiari
2. impegnarsi a realizzare quanto promesso
3. saper rispondere all'imprevisto che sopraggiunge

SE il PD è PRO COCA e altre droghe ... ce lo dicesse chiaramente e si sottoponesse al giudizio del VOTO.

Se abbiamo una legge che considera illegittimo spacciare ma anche usare droghe ... se rivesti una carica pubblica di rilievo ... le leggi come minimo le devi rispettare che ti piacciano o no ... altrimenti vai a fare qualcosa d'altro che nessuno ti dice nulla ... se restava a fare il conduttore di mi manda rai tre ... chi avrebbe fatto tutto sto casino?

e questo vale per tutto il resto: se cerchi voti presentandoti in un certo modo ... sei pregato di comportarti in maniera coerente nel periodo del mandato ... poi ... finito il mandato fai quel cacchio che ti pare ...

questa resta la mia opinione personale

@ IVAN

con me sfondi una porta già aperta sul fatto che le vere RIVOLUZIONI si fanno partendo dal BASSO ovvero il giorno in cui i cittadini capiranno che sono già liberi e che facendosi sentire all'unisono il POTERE REALE ce l'hanno eccome.

Il problema sta nel lavora per quell'unisono ... io vedo tanta dispersione e frammentazione ... questo il vero problema-ostacolo ....
t_n_t
30 ottobre 2009 9:54
@ Ivan

5-a-b-c-d, OK

5-e, più o meno quanto abbiamo riportato insieme a Zamolxis tra il 9 e 10 ottobre scorso sul THREAD DELLA POLITICA
sergio2
30 ottobre 2009 2:01
Sophia scrive “un "candidato" non abbia troppi scheletri nell'armadio e sia dunque ricattabile”.

Sophia, tutto il tuo intervento di inizio 29 ottobre mi fa rabbrividire, ma la tua frase che ho riportato, forse più dell’oscenità del proboviro, mi induce a una riflessione.

Cosa sono gli scheletri nell’armadio?

Possono essere reati, di ogni genere, ma non è a questi che solitamente si fa riferimento, poiché i reati possono emergere per iniziativa della parte lesa o per l’attività inquirente. Alcuni giudici si sa non sono credibili, lo afferma persino il presidente del consiglio, e quindi un lungo, ingiusto processo in fondo non si nega a nessuno e non è più un’onta l’essere sotto processo (e questa è una grande conquista e lo dico senza ironia).

Per scheletri nell'armadio s’intende talvolta una rete di complicità, di relazioni poco edificanti, che un gruppo di persone cerca di mantenere segrete. Ma, solo l’eliminazione dei complici o la “tacitazione” dei complici può mantenere al sicuro gli scheletri nell’armadio. Anche la prostituta che va con il cliente famoso va tacitata, ma rischia di restare senza “buona” clientela se si viene a sapere che ricatta il suo illustre cliente (deve essere ben motivata per fare una mossa simile; una ricca eredità? Un ricco mentore?).

Scheletri nell’armadio sono anche tutti quei comportamenti che, per convenzioni sociali, perbenismo, conformismo, tradizionalismo, è meglio che non siano noti perché potrebbero danneggiare l’immagine pubblica.

Allora, mi domando, il problema sono gli scheletri nell’armadio o una società che non accetta la diversità, l’anticonformismo o semplicemente che non accetta che una persona possa vivere secondo il proprio modo di sentire e stile, senza conformarsi al “comune sentire”, alla pubblica morale.
Atteggiamento che porta tutti a recitare una parte. A dare per scontato qualcosa che scontato non è.
Tizio ha tradito la propria famiglia, come possiamo fidarci di una persona simile?
Ma dove sta scritto che Tizio frequentando trans o altro abbia tradito la famiglia?
Dove sta scritto se non nelle convenzioni sociali?
E’ risaputo che i clienti dei trans sono in gran parte uomini sposati, spesso con prole.
E’ risaputo che i clienti delle prostitute sono in gran parte uomini sposati, spesso con prole.
E’ risaputo che molti uomini sposati, ma anche donne, hanno relazioni omosessuali, ma ufficialmente sono eterosessuali.
Ma se all’esplosione dello scandalo che investe Tizio, la moglie di Tizio dichiarasse che non c’è alcun tradimento perché nella loro vita coniugale si sono reciprocamente concessi ampia libertà sessuale… sarebbe un doppio scandalo: come può una donna accettare una cosa simile? E che razza di uomo è quello che accetta che la moglie lo cornifichi? E che figli tireranno su? Passi che sia l’uomo a cornificare, l’uomo è cacciatore, si sa, ma la donna no!
Le convenzioni.
Anche quando c’è accordo in una coppia, diciamo pure accordo libertino se il termine vi piace, bisogna salvare le apparenze, per gli occhi del mondo, perché il paese è piccolo e la gente mormora.

Sono le convenzioni che creano le premesse per la ricattabilità.

Allora, provo a svolgere un ragionamento “libero” da pregiudizi e moralismi.

Il ricatto è il tentativo di ottenere un vantaggio dalla minaccia di diffondere notizie – il più delle volte vere, ma talvolta false perché scatenando l’opinione pubblica, sempre manipolata per definizione (chi decide sul “diritto di microfono”?), l’obiettivo di danneggiare l’immagine pubblica di una persona è in ogni caso raggiunto – riguardanti qualcuno, che potrebbe essere danneggiato se la minaccia si attuasse.
Si tratta generalmente di notizie riguardanti comportamenti sessuali o comunque di notizie che il ricattato preferisce mantenere riservate. In questi lunghi noiosissimi mesi le nostre misere cronache politiche di ciò si sono occupate (e poco altro).
In un certo senso il ricatto è un contratto tra le parti: tu sai qualcosa di me che io non voglio diventi di pubblico dominio e pertanto pago il tuo silenzio.
Un contratto, eticamente discutibile, reso possibile dalle convenzioni sociali, dai pregiudizi, dal perbenismo, dalla necessità di difendere “l’onore”.
Il ricatto in definitiva è una sgradevolissima invasione della privacy.
La nostra cultura sessuofobica, un malinteso senso dell’onore, l’ipocrita cultura perbenista dell’immagine pubblica sono le prime cause del ricatto.
Perché allora tanta severità nel perseguire i ricattatori?
Forse perché il ricatto rischia di mettere in piazza i vizi privati laddove il Potere (politico, economico e mediatico) vorrebbe solo mostrare le pubbliche virtù.
Il ricatto è destabilizzante, rischia di provocare disordine sociale.
Non è importante quel che fa in privato la persona pubblica è importante che non si sappia perché possa continuare a vendere la propria immagine immacolata (o trasgressiva, dipende dall’uso strumentale che ciascuno decide di fare della propria immagine).
Paris Hilton non è ricattabile per il comportamento sessualmente disinvolto; ma se lo stesso comportamento fosse rilevato per Rosy Bindi o Letizia Moratti o Giovanna Melandri ecco che il ricatto ci sta tutto e la morbosa attenzione si scatenerebbe.
Il ricattatore disturba il sistema, rompe il gioco: è lui che decide come usare l’immagine altrui.
La società prepara il delitto e il delinquente lo esegue.
Forse, più dell’obbligatorietà dell’azione penale, ci sarebbe bisogno dell’obbligatorietà della denuncia del reato subito.
Potrebbe ciò togliere terreno fertile ai ricattatori? Chissà.

Sophia, riguardo alla questione “proboviro”, definita da me un’oscenità nel senso tecnico della parola (ovvero, che in un quadro democratico questo concetto è “fuori dalla scena”), riflettici e se proprio vuoi ne riparliamo
sergio2
30 ottobre 2009 1:53
Ivan, perfetto il tuo penultimo intervento del 29 ottobre… ancora per poco.

Ritornare al “NOI”, al nostro potere, alla nostra consapevolezza.

Se pensiamo che ci voglia il grande leader per risolvere i problemi, stiamo freschi!
Dovremo accontentarci di mediocri coglioni, espressione al ribasso della nostra mediocrità (qualunque leader politico è meno intelligente, onesto, laborioso e quel che volete voi di 100 italiani da 0 a 100 anni scelti a caso), o di grandi coglioni, rari e pericolosi, dai piccoli coglioni chiamati dux.

NOI, ovvero i protagonisti, ovvero coloro che fanno la STORIA, ma solo se la smetteremo di aspettarci qualcosa da LORO e cominceremo a pretendere da noi stessi.
NOI, se cominceremo a esercitare il nostro POTERE, gestito per delega dai rappresentanti (?) ma non trasferito!
NOI, se avremo consapevolezza.
IVAN.
29 ottobre 2009 23:38
.

LA P2: DALLA DEMOCRAZIA AL REGIME
*****

6) «Possono esistere delle forme di Potere AL DI FUORI/SOPRA della struttura sociale democratica?»


Come cita Depresso, una è la P2, o la MASSONERIA in generale.
Per definizione, la Massoneria è una struttura gerarchica AUTONOMA che si forma in parallelo alle Istituzioni UFFICIALI di uno Stato.

Prima di venire smascherata, la Loggia "PROPAGANDA 2" era riuscita a infiltrare molti dei propri affiliati nei posti-chiave dell'apparato democratico, in accordo con un progetto sovversivo noto come "PIANO DI RINASCITA DEMOCRATICA".

http://it.wikipedia.org/wiki/Piano_di_rinascita_democratica< br />
Per quanto ufficialmente debellata come "P2", la Loggia di Gelli ha continuato a sviluppare il proprio Piano attraverso i propri affiliati.
L'attuale Premier Silvio Berlusconi era uno di questi affiliati (tessera P2 n.1816).

Riporto un post (comprato come venduto, non è mio) in cui sono elencati alcuni punti di quel famigerato Piano;
inquietanti le "coincidenze" con alcune riforme realizzate dall'attuale Governo.

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VERSO IL RITORNO DELLA P2

- 1. Innanzitutto, selezionare gli uomini ai quali può essere affidato il compito di promuovere la rivitalizzazione di ciascuna rispettiva parte politica. (FATTO)

- 2. In secondo luogo, valutare se le attuali formazioni politiche sono in grado di avere ancora la necessaria credibilità esterna per ridiventare validi strumenti di azione politica. (FATTO)

- 3. In caso di risposta affermativa, affidare ai prescelti gli strumenti finanziari sufficienti a permettere loro di acquisire il predominio nei rispettivi partiti. (FATTO)

- 4. In caso di risposta negativa usare gli strumenti finanziari stessi per l’immediata nascita di due movimenti: l’uno sulla sinistra l’altro sulla destra. (Non si pone; ha già la maggioranza dei consensi in Parlamento)

- 5. Ai giornalisti di parte dovrà essere affidato il compito di “simpatizzare” per gli esponenti politici come sopra prescelti. (FATTO)

- 6. Acquisire alcune testate di battaglia. (FATTO)

- 7. Coordinare tutta la stampa locale attraverso una agenzia centralizzata. (FATTO)

- 8. Coordinare molte TV via cavo con l’agenzia per la stampa locale. (QUASI FATTO)

- 9. Dissolvere la RAI-TV in nome della libertà di antenna ex art.21 Costit. (QUASI FATTO)

- 10. Delegittimare i magistrati, che vanno limitati grazie a “rapidi aggiustamenti legislativi” all’ordinamento che avverranno in seguito tramite l’uso della “normativa d’urgenza” (ovvero i famosi decreti legge, usati ed abusati del corso di questa legislatura). (FATTO)

- 11. Separazione delle carriere dei magistrati, provvedimento molto caro all’attuale Governo che sta cercando i modi per portarlo a compimento contro il volere dei magistrati stessi. (IN CORSO)

- 12. Redigere un nuovo ordinamento del Governo, soprattutto una nuova legge sulla Presidenza del Consiglio per conferirne più poteri. (IN PROGETTO - Chiesta fin dal 1994)

- 13. I decreti-legge, secondo il programma, dovranno essere addirittura “inemendabili“: il Parlamento agirà semplicemente come organo di ratifica e non di discussione coordinata. E proprio sui decreti legge deve basarsi la maggior parte dell’attività legislativa. (Infatti i dati relativi alla produzione normativa di questo primo anno di legislatura "Berlusconi-4", se interpretati, parlano molto chiaro: al 16 febbraio il Governo ha approvato 48 leggi; di queste, però, 15 sono leggi di autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali, 3 leggi di bilancio, ben 26 leggi di conversione di decreti-legge e solo 4 sono “altre” leggi. Ciò significa che nella XVI legislatura il Parlamento è stato sostanzialmente chiamato a “ratificare” provvedimenti normativi del Governo.) (FATTO)


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IVAN.
29 ottobre 2009 23:33
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(da Sophia:)
«A che cosa fai riferimento tu quando mi parli di "rifondare il sistema di regole"?»
________________


Lo ripeto fino alla noia:

Nulla di buono verrà dal VERTICE della Piramide Sociale, perché ormai si è cristallizzato attorno alle PROPRIE "regole".
La sola prospettiva REALISTICA di cambiare queste "regole", è che si inneschi DAL BASSO una Forza ad esse CONTRARIA.

Ma finché siamo COMPLICI PASSIVI dell'attuale stato di cose, attendendoci un Messia con la toga o rallegrandoci per i semplici ricambi di "nomi" (capirai che "ricambio"; un Marrazzo al posto di un altro Marrazzo) non si "rifonderà" proprio niente, perché anche questo tipo di atteggiamenti è "attenersi alle regole del Vertice".

Dov'è questa "Forza Contraria"? Dov'è la nostra intenzione di aggregarci - almeno A PAROLE, cristo! - intorno ad un'idea comune?
Qui vedo solo sterili lamentele e malcontento fine a se stesso, ovvero lo stato emotivo più MANIPOLABILE da coloro che sono le CAUSE del malcontento stesso. Circolo vizioso.
Non mi meraviglia che al Vertice dormano sonni tranquilli, visto che ne sottoscriviamo le "regole" financo su degli stupidi forum.

Il potere del Vertice è composto solo da quello che NOI non utilizziamo.
Non sono LORO a prenderselo: siamo NOI che glielo concediamo.
La chiameresti una "rifondazione" da poco, cominciare a prendere UNANIME consapevolezza di questo semplicissimo fatto?


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Sophia
29 ottobre 2009 16:30
Io oltre alla figura del selezionatore-tutor metterei anche la regola del non più di 1 max 2 mandati ... se questi non je a fanno a star tranquilli (senza coca e altre stronzate) e concentrati nel loro obiettivo nel periodo del mandato ... almeno che il mandato sia a scadenza breve!
Sophia
29 ottobre 2009 16:25
Ivan. "Inutile quindi auspicare un gendarme che passi al vaglio le mele marce,"

............

no, un gendarme no! Non stavo pensando ad una figura così "fascista"!

Un selezionatore bravo! Uno che non solo selezioni i volti nuovi ma li formi e li segua in tempi rapidi per "ricambiare" i tangentari che ci stanno ora incollati alle poltrone.

a che cosa fai riferimento tu quando mi parli di "rifondare il sistema di regole"? Che faresti tu?
IVAN.
29 ottobre 2009 16:18
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(da Sophia:)
«Alla domanda n. 3, ovviamente!»
_________________


"Ovviamente" mica tanto...

Per esempio, dal mio punto di vista quell'articolo sarebbe più riconducibile al punto 4 del topic:
Se un rappresentante di Governo prende decisioni basandosi SOLO sui desideri di un ricattatore, i desideri della "maggioranza" non hanno più voce in capitolo.

Oppure al punto 5:
Se sei in possesso di prove contro un rappresentante di Governo, puoi indurlo a prendere decisioni che bypassano la Volontà Popolare.

O anche al punto 6:
Un gruppo di 4 comunissimi aqenti venuto PER PURO CASO in possesso di un filmato compromettente, può diventare di fatto una forma di Potere AL DI FUORI/SOPRA della struttura sociale democratica.
E questi erano dei dilettanti sfigati; figuriamoci se - per ipotesi - ci fosse un'organizzazione specializzata in ricatti di rappresentanti politici.


Comunque il tutto era per fare un esempio di come, col nostro personale SENSO CRITICO, possiamo adattare alla discussione una qualsiasi fonte, che altrimenti riporteremmo in modo impersonale e fine a se stesso.


Quanto alla figura del "probiviro", devo rimandarti a ciò che è stato espresso sul Thread della Politica:
a quel livello, TUTTI sono ricattabili dal proprio vicino di poltrona, e TUTTI sanno degli scheletri nell'armadio dell'altro - compresi gli "integerrimi" che IN PUBBLICO recitano la parte dei giustizialisti.
Inutile quindi auspicare un gendarme che passi al vaglio le mele marce, o rallegrarsi per le dimissioni del ricattato di turno (che sarà semplicemente SOSTITUITO dalla sua RISERVA, che - in quanto tale - è probabile che sia anche più ricattabile di lui).
Occorre proprio rifondare il sistema di regole con cui questo circolo vizioso si auto-alimenta;
qualunque altro provvedimento sarà solo un PALLIATIVO - che per definizione è sempre AGGIRABILE.


.
depresso
29 ottobre 2009 15:18
Tecniche per aggirare la democrazia:

C’era una volta un uomo, tanto potente quanto discreto, animato da ideali e determinato nel perseguirli ad ogni costo e con ogni mezzo, un uomo che voleva il bene del suo Paese, controllato dai comunisti.
I comunisti erano infiltrati dappertutto, nel governo ed all’opposizione, tra i magistrati e nei sindacati, nella stampa e nei mezzi di comunicazione, nella scuola e perfino nella Chiesa.
Per salvare l’Italia era necessaria un’opera di pulizia e risanamento che comportava il rinnovamento delle istituzioni, l’epurazione dei soggetti pericolosi, la collocazione nei posti chiave di persone fidate, insomma un “piano di rinascita democratica”.
E tutto ciò in assoluta segretezza, per non suscitare allarmismi e reazioni che avrebbero compromesso l’operazione.
Di chi stiamo parlando? Di un certo Licio Gelli, quel signore che, con la copertura massonica, aveva creato un’associazione supersegreta che avrebbe dovuto cambiare il volto all’Italia.
C'è riuscito? Noi ora siamo i posteri, a noi l'ardua sentenza.
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