Commenti
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Jo 1 giugno 2006 0:00
hai ragione questo è un particolare che più anni passano
più viene in risalto, ma non per i media corrotti (basta
pensare che il direttore del Tg1 è ebreo, come Mieli del
Corriere della sera e tanti altri), praticamente nella 2°
guerra sono morti solo ebrei, le altre vittime sono di
secondo piano, non contano, i partigiani italiani francesi
spagnoli polacchi, tutte seconde linee, perchè si deve
ricordare solo quello che successe nei campi di
concentramento. L'odio antisemita non è morto ma
ha cambiato forma, ben più pericolosa per loro, perchè
mentre prima si praticavano torture e stermini, adesso
c'è l'indifferenza, il non credere a ciò che
dicono e che fanno (e perchè lo fanno) non se ne rendono
conto, ma sono odiati più ora che negli anni 30.
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massimo 31 maggio 2006 0:00
scusa se non sono né ebreo né filoebraico, e scusa se è
da tempo che non intervengo (sono stato via) ma... ..
hai visto come ormai con l'ultima buffonata col
Ratzinger si siano impadroniti dei morti della WWII?
Sono morti solo loro.. poverini! I lager sono
esistiti solo per loro.. gli altri morti, ancorché più
numerosi, non contano! Poveri, poveri ebrei..
frigna e frega, frega e frigna.. come gli zingari..
..ma d'altra parte ebreo (eber) non vuol mica dire
errante, ...?
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Jo 31 maggio 2006 0:00
sarebbe gradito un intervento di qualche ebreo e non
filoebraico, o forse son troppo impegnati a contare i soldi.
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Jo 29 maggio 2006 0:00
se non ci fosse stata auschwitz avremmo adesso uno stato
fantasma tra polonia e germania, uno stato illegale fondato
sul conolialismo a tradimento, o forse già li abbiamo,
lichtenstein e svizzera, paesi di banchieri strozzini e
usurai truffatori del prossimo, causa dei problemi di molti
paesi.
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Ciribiribì 29 maggio 2006 0:00
Per mettere in dubbio lo STERMINIO di molti milioni di ebrei
non è sufficiente essere DEFICIENTI bisogna proprio essere
degli IDIOTI elevati a superpotenza demenziale. A
queste persone dovrebbe essere proibito esercitare qualunque
diritto che richieda CONSAPEVOLEZZA, in pratica sono
incapaci di intendere e volere. MAMMA MIA che
livello demenziale!!!!
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Alex 29 maggio 2006 0:00
sei sempre il solito stronzo! Gesù si si scrive con
l'iniziale maiuscola, asino!..aaaahhhhhhaahahh..
da: vantris gianni Data: 21 Maggio 2006
in contrasto non polemico con gesu' lungi da me
tale similitudine per quanto trascrivo e una preghiera che
gira in rete per aver letto e copiato, (questa volta voglio
fare anch'io il copia\incolla)ve la stampo cosi'
come l'ho letta:
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Jo 29 maggio 2006 0:00
Ebrei delusi dal discorso del Papa Quella del
Papa ad Auschwitz era una visita molto attesa, non solo per
i cristiani. Anche per il mondo ebraico, che si aspettava
parole forti e decise di condanna dell'Olocausto. Ma
che, dai commenti del giorno dopo, sembra rimasto deluso.
"E' stata un'analisi riduttiva del nazismo - ha
commentato Claudio Morpurgo, presidente dell'Unione
delle comunità ebraiche - non fu solo opera di Hitler e dei
suoi". Nel suo discorso, il Papa ha
voluto operare una distinzione tra la Germania e i criminali
che si servirono del popolo tedesco per compiere il male:
solo questi sono da condannare. Morpurgo ha espresso la sua
"perplessità" nei confronti di quest'analisi:
"E' preoccupante la riduzione della responsabilità
del popolo tedesco. Sarebbe stato importante attribuire
un'accezione più complessiva al silenzio dell'uomo
per costruire un domani in cui certe pagine non possano
ripetersi". Gli ebrei hanno apprezzato la
riflessione di Benedetto XVI sul silenzio di Dio davanti
alla tragedia della Shoah. In uno degli snodi più
drammatici del suo intervento, il Pontefice ha gridato
infatti: "Dio, perché hai permesso questo?". Ma
anche qui Morpurgo non è del tutto soddisfatto. "Il
tema del silenzio di Dio è molto conosciuto alla teologia
ebraica, ma per noi il problema non è tanto dov'era
Dio, ma dov'erano gli uomini".
Gli fa eco il rabbino Giuseppe Laras, docente di Filosofia
ebraica alla statale di Milano: "Se si fa di Auschwitz
un problema teologico, si rischia di distogliere
l'attenzione su ciò che è accaduto: il problema sono
gli uomini, la loro responsabilità; semmai la questione è
l'uso malvagio che l'uomo ha fatto della sua
libertà rinnegando Dio". L'ultima
questione non riguarda qualcosa di detto, ma di taciuto. Il
Papa non ha mai pronunciato la parola
"antisemitismo". "Forse avrebbe dovuto
soffermarsi con più chiarezza sul carattere particolare
della Shoah", ha aggiunto Morpurgo che, comunque, ha
riconosciuto il forte "valore simbolico" della
visita del Papa al campo di concentramento nazista.
Ma cosa pretendevano questi ebrei che il papa
condannasse i tedeschi di oggi per colpe del passato?
Che gente malvagia priva di ogni senso di responsabilità,
dovrebbero guardare a casa loro e quello che fanno
attaccando chi capita senza nessun motivo e costruendo un
muro, forse sentivano la mancanza di quello di berlino?
Non vedo l'ora che finiscano il muro così si chiudono e
non rompono più le palle a nessuno.
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vantris gianni 21 maggio 2006 0:00
in contrasto non polemico con gesu' lungi da me tale
similitudine per quanto trascrivo e una preghiera che gira
in rete per aver letto e copiato, (questa volta voglio fare
anch'io il copia\incolla)ve la stampo cosi' come
l'ho letta: “ ESORCISMO”
Preghiera da dire tutte le notti prima di dormire
Prodi nostro che stai con Mieli, sia De
Benedetti il tuo nome sia Fiat la tua volonta’ come
in Sme cosi’ in Serbia, dacci oggi la nostra tassa
quotidiana e rimetti su di noi il debito pubblico come
con noi gia’ facesti assieme ai tuoi
precedessori. Non ci indurre nell’Unione, ma
liberaci dal tuo male. Amen
ciao da vantris..... pregatPREGATE PER prodi
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Storia o falsità ? 21 maggio 2006 0:00
Uno scambio di corrispondenza tra la Graphos e la
UTET A proposito de La menzogna di
Ulisse di Paul Rassinier Agli inizi del corrente
mese, abbiamo ricevuto, da parte della UTET di Torino, una
richiesta di autorizzazione alla pubblicazione, in un volume
di documenti della Storia della Shoah, di un brano tratto da
La menzogna di Ulisse di Paul Rassinier (nella foto). Il 4
maggio abbiamo risposto che non avevamo obiezioni e volevamo
solo visionare la bozza di stampa del brano estratto dal
libro, con relativo commento, specificando che ci ponevamo
il problema di tutelare l'onorabilità e serietà
dell'autore, nei confronti del quale è in atto da anni
un’indegna campagna denigratoria. La UTET ci ha fornito le
bozze del brano e il testo introduttivo. Riproduciamo
quest’ultimo assieme alla nostra risposta.
Testo introduttivo della UTET all’estratto de La menzogna
di Ulisse Paul Rassinier, comunista negli anni
Venti passato poi nella sinistra socialista, aveva accettato
nel 1940, al pari di molti parlamentari socialisti francesi,
il governo di Vichy come male minore. Nel 1943 era stato
comunque deportato a Buchenwald. Nel secondo dopoguerra,
alla seconda Assemblea Costituente (1946), venne eletto
deputato socialista, incarico che ricoprì per meno di un
anno. Entrato in polemica con i comunisti, che, a suo dire,
strumentalizzavano i morti della Shoah, scrisse il testo
protonegazionista La menzogna di Ulisse (1950). Nel corso
degli anni Cinquanta si accostò, infine, all’estrema
destra francese, che si appropriò delle sue tesi
negazioniste. Le osservazioni della Graphos
Vi ringraziamo per l’invio del testo introduttivo al
brano de La menzogna di Ulisse di Paul Rassinier che ci
avete chiesto di pubblicare nella parte documentaria della
Storia della Shoah. Dobbiamo osservare che esso contiene un
certo numero di quelli che, in linea di fatto, si devono
considerare errori e tali da collocare la figura
dell’autore in una prospettiva radicalmente deformante.
1) La prima frase del vostro testo introduttivo,
per come è formulata, lascia intendere che Rassinier abbia
preso parte in modo attivo al regime di Vichy. È
supponibile, ma non documentato, che, al pari di gran parte
se non della totalità degli esponenti della SFIO (partito
socialista), egli abbia considerato l’ascesa al potere del
generale Pétain come un male minore reso necessario dal
pericolo incombente di un’occupazione totale del
territorio francese da parte dei nazisti. È certo che in
Rassinier, a definire questo atteggiamento, abbia
contribuito un pacifismo spinto fino alle estreme
conseguenze, che era poi quello prevalente nelle file della
sinistra del tempo. D’altra parte, l’ascesa al potere di
Pétain avvenne con il consenso della totalità dei partiti
rappresentati nel parlamento. È certo anche che questo
consenso gli sarebbe venuto dallo stesso Partito Comunista
se la legge di proscrizione emanata dal governo Daladier non
avesse posto fuorilegge il partito, il cui atteggiamento,
come è ben noto, mutò solo con lo scoppio del conflitto
russo-tedesco. Pacifista integrale, Rassinier scrisse
nel 1942 un unico articolo (su Charles Péguy) per una
rivista pubblicata da un esponente socialista che aderiva al
regime in atto. Si può supporre che a tale articolo
Rassinier assegnasse la funzione di precostituirgli un
alibi. Infatti, egli aveva aderito nel frattempo alla
Resistenza antitedesca. Questa adesione era stata
accompagnata, in conformità con le sue idee, dal rifiuto di
effettuare qualsiasi atto violento e da un’attività,
svolta clandestinamente, intesa a fornire documenti di
identità falsi a persone perseguitate dalle autorità.
Arrestato per questo dagli occupanti, fu torturato per
giorni e poi avviato al campo di detenzione di Buchenwald.
2) La menzogna di Ulisse non tratta della Shoah,
come lascia intendere il vostro testo introduttivo.
L’opera è una rassegna critica della letteratura
concentrazionaria fiorita dopo il 1945. Rassinier vi spiega
l’alta mortalità a carico dei detenuti dei lager con gli
effetti crudelmente selettivi derivanti dall’impiego, ad
opera dei nazisti, di parte dei detenuti in funzioni
amministrative, utilizzandone, se non il consenso, la
connivenza di fatto. La messa in luce di questo dato
strutturale è ciò che fa di quest’opera un testo
fondamentale della sociologia del fenomeno
concentrazionario. È da notare che i vantaggi selettivi
della pratica suddetta favorivano direttamente o
indirettamente non più del dieci per cento dei deportati e
sfavorivano tutti gli altri. Il tema della realtà o
non-realtà dello sterminio pianificato e attuato nei lager
soprattutto mediante camere a gas ai danni degli ebrei è un
tema che compare abbastanza tardivamente negli scritti di
Rassinier. Le Drame des Juifs européens risale infatti al
1964. Di fronte a quella che sarebbe stata poi chiamata la
Shoah, Rassinier si è comportato esattamente come si è
comportato di fronte all’alto tasso di mortalità
imperversante tra i detenuti non ebrei. Il che significa che
egli ha tentato una critica delle fonti, una critica dei
testi e una critica delle testimonianze. In questo modo, si
è posto alle origini di un filone di ricerca del quale si
possono non condividere i risultati, ma non si può
contestare la legittimità sul piano dell’indagine
storica. 3) Un’ultima osservazione: il vostro
testo introduttivo afferma che Rassinier si accostò
all’estrema destra. La realtà è del tutto diversa:
esponente, come avete ricordato, della SFIO, Rassinier si
avvicinò sempre più al movimento anarchico.
Significativa, sotto questo profilo, fu la sua
collaborazione alla rivista «Défense de l’homme» di
Louis Lecoin. Tuttavia, data la situazione generale del
tempo, spazi editoriali egli poteva trovarne solo in
ambienti di destra. Forse che oggi non vediamo qualche
personaggio politico, del cui antiberlusconismo non si può
dubitare, che però, pur avendo accesso anche ad altre sigle
editoriali, pubblica i suoi libri presso la Mondadori, la
cui proprietà, lungi dall’essere un fatto sconosciuto, è
nota a tutti? Detto ciò, se il vostro testo
introduttivo verrà modificato nel senso di rispettare la
verità delle cose (non, beninteso, la nostra opinione),
confermeremo la disponibilità a farvi pubblicare il brano
de La menzogna di Ulisse (fermo restando che il riferimento
bibliografico deve essere alla nostra edizione del 2004,
rispetto alla quale le vostre bozze contengono solo un
errore: scrivete pp. 257-258, ma dovete correggere in pp.
257-259). Nel caso in cui decideste di non tener conto
della nostra richiesta di modifica del testo introduttivo,
saremmo costretti a rifiutare il permesso di
pubblicazione. In attesa di una risposta, vi
ringraziamo dell’attenzione. Cordiali saluti Corrado
Basile Genova, 15 maggio 2006 La decisione
della UTET Nella stessa data ci è stato
comunicato per posta elettronica: Il brano di Paul Rassiner
tratto da La menzogna di Ulisse è stato espunto dal V
volume della nostra Storia della Shoah, in quanto non
possiamo apportare le correzioni da voi richieste.
No comment. [email protected]
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Gesù 16 marzo 2006 0:00
Miei fedeli, Preghiamo: Padre Nostro, che
sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga
il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in
cielo così in terra, dacci oggi il nostro pane
quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti, come
noi li rimettiamo ai nostri debitori, non ci indurre in
tentazione, ma liberaci dal male, AMEN
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Camerata Jo 27 febbraio 2006 0:00
nadia, non ti capisco, ma ti comprendo.
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X cagnetta nadia 27 febbraio 2006 0:00
nadia..bau,bau.. ahrf,ahrf.. bau,bau..!!
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spitfire 26 febbraio 2006 0:00
Indubbiamente anche mio nonno, e non
dimenticare i nostri vicini di casa. don't
feed the troll.
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nadia 26 febbraio 2006 0:00
uao, anche le pulci hanno la tosse.....o meglio le zecche
sanno scrivere......o meglio i pidocchi pensano di potersi
attaccare sul pelo delle cagnette senza danno, attento io
uso un potente antiparassitario .......ehehehehe.....la
sterminator dei ??? pidocchi o zecche o pulci che dir si
voglia..........
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sangue arabo 26 febbraio 2006 0:00
LONDRA - Il sindaco di Londra, Ken Livingstone, è stato
condannato oggi a quattro settimane di sospensione (la pena
partirà dal primo marzo) per "aver screditato la sua
carica" quando insultò, al termine di un party in
municipio, un giornalista di religione ebraica paragonandolo
alla guardia di un campo di concentramento nazista.
L'Adjudication Panel of England (la commissione
disciplinare per i funzionari pubblici) ha infatti affermato
che la frase rivolta a Oliver Finegold dell'Evening
Standard fu "inutilmente insensibile e offensiva",
e il sindaco la ribadì, "anche se Finegold gli disse
che era di religione ebraica, e che era stato offeso dalla
sua domanda se fosse la guardia di un campo nazista".
La causa aveva preso avvio con la protesta della della
rappresentanza ebraica dei deputati inglesi.
Livingston si difese dicendo che il giornale aveva condotto
una "campagna di odio" contro di lui per anni, e
che era pieno di "disgraziati e fanatici pieni di
pregiudizi". Il sindaco, uno dei più popolari politici
inglesi, ha rischiato una condanna che può arrivare anche a
cinque anni d'interdizione dalle cariche pubbliche.
La decisione "è un colpo al cuore della
democrazia - ha commentato il sindaco - perché un politico
eletto può essere rimosso solo dagli elettori, o se ha
violato la legge. Tre membri di un organismo che nessuno ha
mai eletto - continua - non dovrebbero essere in grado di
capovolgere il voto di milioni di londinesi". "Mi
è stato detto - si legge ancora nel comunicato - che questa
decisione potrebbe essere oggetto di appello. Mi incontrerò
con i miei legali all'inizio della prossima settimana e
poi dirò se mi vorrò avvalere del mio diritto di
appello". Livingstone, inoltre, ha spiegato
che da venticinque anni si comporta alla stessa maniera con
i giornalisti, e che fino ad ora non aveva mai avuto
problemi di questo tipo. Per di più, ha detto, non ha
intenzione di cambiare il suo modo di comportarsi.
Il colloquio dello scandalo. Ecco il colloquio dello
scandalo, che è costato la sospensione temporanea
dall'incarico a Ken "il rosso", come riportato
da Oliver Finegold, giornalista del quotidiano conservatore
britannico, che ha fermato il sindaco al termine di una
festa privata per politici gay. Oliver Finegold:
"Signor Livingstone, 'Evening Standard'.
Com'è andata stasera?" Ken Livingstone:
"Terribile per te (lavorare all'Evening Standard,
ndr). Ti sei mai fatto curare?" O.F.: "Com'è
andata stasera?" K.L.: "Ti sei mai fatto
curare?" O.F.: "E' stata una bella
festa? Cosa ha significato per lei?" K.L.:
"Cosa facevi prima? Sei stato un criminale di guerra
tedesco?" O.F.: "No, sono ebreo, non sono
stato un criminale di guerra tedesco e in realtà sono
abbastanza offeso dall'allusione. Allora, com'è
andata stasera?" K.L.: "Ah, giusto, bè
potrai anche essere (ebreo), ma in realtà sei proprio come
una guardia di un campo di concentramento, lo stai facendo
solo per soldi, no?" O.F: "Fantastico,
questo l'ho registrato. Allora, com'è andata
stasera?" K.L.: "Non è colpa tua se il tuo
giornale è pieno di immondizia e di bigotti
reazionari". O.F.: "Sono un giornalista, sto
solo facendo il mio lavoro. Le sto solo chiedendo un
commento". K.L.: "Bè, allora vai a lavorare
per un giornale che non ha trascorsi filo-fascisti".
Ci risiamo il vittimismo ebraico torna
alla carica...se avesse offeso una razza qualsiasi non
sarebbe successo nulla, ma un ebreo è tutelato meglio che
dei panda dal WWF...ridicolo...offendiamo divinità ma non
ebrei, sennò ti finisce male... A proposito da
quando hamas è al governo non mi risultano che ci siano
stati attentati "terroristici"...ci stanno
rimanendo male...
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sangue arabo=abu ali=abdullah=Camerata J 24 febbraio 2006 0:00
da: massimo Data: 24 Febbraio 2006 Meschino
è il tentativo di zittire qualcuno fuggendo dal merito
della questione , attaccandolo personalmente,anzi peggio
ancora,generalizzando in merito alla sua provenienza;
eh,Fabrizio? Grazie.
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Alex 24 febbraio 2006 0:00
Ora se nemmeno le testimonianze storiche contano più...
Comunque hai ragione, ora elenchiamo le prove che hai
portato e che smentiscono i fatti: 1)....
ecco, finito! Non devo essere io a dimostrare tutto, se
no perderei in partenza. Ma chi si oppone quali prove porta?
Basta dire che le foto dell'Apollo11 sono false per
ritenersi portatori di Verità? Comunque anche
Kurt Cobain dovrebbe essere ancora vivo!!
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??? 24 febbraio 2006 0:00
Cagnetta nadia, piantala di abbaiare e vai a fare la cuccia!
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massimo 24 febbraio 2006 0:00
Altre due prove della gassazione di sei milioni di
ebrei. Alla lista di “prove” della gassazione
di sei milioni di ebrei portate su questo forum :
1) insulti vari 2) secondo i suoi fans,Elvis
Presley è ancora vivo 3) l'uomo è andato
sulla Luna, e le foto ufficiali sono autentiche
4) Nerone trucidò i cristiani 5) un gas
evapora a contatto con l'aria secca entro pochi minuti o
al massimo poche ore ne aggiungiamo altre due
6) il nonno di spitfire e
poi un’altra molto più tragica 7) la condanna
a tre anni di detenzione di David Irving
Vedendo bene di trovarsi di fronte ad un tribunale
“religioso”,Irving ha anche tentato la carta dell’
“abiura” , ma non è valsa a nulla. Tre anni di
galera per aver espresso un’opinione. Tre anni di
galera per avere studiato storia. Voglio
rimarcare con forza quanto espresso nell’apertura di
questo forum : La verità non ha bisogno di
coercizione. Perchè quindi molti stati perseguitano con
legislazioni ad hoc chi osi dubitare della "Verità
Ufficiale"? Ogniqualvolta venga impedita la
libera ricerca e la libera espressione c'è sempre sotto
qualcosa di losco, di molto losco; in questo caso
addirittura di lurido... Ogniqualvolta le
istituzioni usino una tale violenza contro idee e parole è
sempre e soltanto per un motivo… è perché hanno una
fottuta paura! Paura di essere presi a mentire
spudoratamente! Paura di perdere i proventi della
truffa! Paura della reazione della gente infinocchiata
solo per luridi interessi di una delle Mafie piu' forti
del pianeta! (vedi anche il caso del sindaco di
Londra,fosse successo ad un italiano anziche' ad un
ebreo non lo avrebbe cagato nessuno) La condanna
stessa di Irving, l’uso della violenza per sostenere “La
Menzogna Ufficiale”, la galera per zittire i
“dissidenti” e gli “eretici” sono le prove più
brucianti della Lurida Truffa dell’Olocausto!!!
Chiesa Cattolica, Unione Sovietica, Nazismo e molti altri
hanno sempre usato questi stessi metodi di coercizione, e la
plebe plaudiva alla “giustizia” (vedi anche gli
ignorantotti su questo forum,ignoranza e cattiveria)….
dagli all’untore! CHE SCHIFO ! La Mafia
Ebraica ringrazia sentitamente i propri complici europei e
tutti i pappagalli e tutte le scimmiette di regime, forti
della loro ignoranza,sicuri del proprio servilismo,felici di
essere dei boia….. CHE SCHIFO !
Fortunatamente vedo che ,anche su questo forum, la
maggioranza ,pur dissentendo, non condivide l’uso della
violenza per imporre le proprie opinioni! E ci mancherebbe
altro! Ma è osceno il tentativo di Fabrizio di
giustificare questa violenza con altre maggiori usate in
altri paesi. Anche questa è un’implicita ammissione
di prepotenza: “noi violentiamo,ma voi lo fate di
più!” Meschino è il tentativo di zittire
qualcuno fuggendo dal merito della questione , attaccandolo
personalmente,anzi peggio ancora,generalizzando in merito
alla sua provenienza; eh,Fabrizio? ma non eri così
impegnato a lavorare da non poter neanche controllare le
falsità che tu stesso hai portato a “prova”
dell’olocausto? cioè le false foto dell’Apollo 11 .
Dignità zero per voi credenti? Insultare e
scappare,scappare e insultare… e mai argomentare le
vostrte affermazioni... è questa vero la vostra
strategia? Mi chiedo anch’io come fa sangue
arabo:dov’è la tanto osannata libertà di stampa? O
forse la libertà di stampa, di parola ed espressione c’è
per le vignette su maometto ma non per lo studio della WWII
? Che differenza c’è tra gli islamici che
impediscono la libera espressione su maometto e chi
impedisce la libera espressione sullaWWII ? Per me è
tutta una stessa merda. (temo che Irving
venga “suicidato” in galera,morto magari di un qualche
cancro incurabile, è facile procurarli; roso dal
“rimorso”; passato alla “storia ufficiale” con le
ultime e comode parole pronunciate nel corso
dell’inquisizione austriaca: “rinnego quanto
scritto”)
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Sangue arabo 23 febbraio 2006 0:00
A VOLTE LA VERITA' FA PIU' MALE DI UNA
MENZOGNA....COME IN QUESTO CASO I sionisti
evitano le critiche ad Israele dipingendolo come un piccolo
paese - un agnello in mezzo ai lupi - la cui esistenza
e' costantemente minacciata da ostili eserciti
arabi. Una delegazione politica di Marte arrivata
nel 1948 sul nostro pianeta si compiacque di esserci
arrivata in un momento in cui la geografia politica della
Terra si preparava a subire cambiamenti giganteschi.
I marziani osservarono che le due grandi guerre dei
decenni precedenti erano alla base di alcuni di quei
fermenti. La Gran Bretagna e la Francia, le due massime
potenze coloniali, venivano spinte nell'angolo da due
potenze emergenti, Stati Uniti ed URSS. Si trovarono di
fronte all'inizio di un processo storico.
Avvantaggiatisi dalle guerre capitaliste, i popoli
colonizzati di Africa, Asia e Caraibi formavano i loro
movimenti d'indipendenza nazionale. L'eta' degli
imperi coloniali e degli insediamenti colonici si avviava
alla fine. O, perlomeno, cosi' sembrava.
Insieme a questi cambiamenti epocali, i marziani furono
testimoni di alcuni dettagli anomali. Gli eventi nel Levante
- in Palestina, per la precisione - assumevano una tendenza
contraria all'orientamento globale che vedeva il
tramonto degli insediamenti coloniali. In particolare, nel
maggio 1948, furono testimoni della creazione di Israele,
uno stato ebraico in Palestina; fu il culmine del movimento
di colonizzazione/insediamento lanciato a Basilea nel 1897
dalle potenti e ricche organizzazioni ebraiche europee.
Questo nuovo stato espulse, prima e dopo della sua
creazione, circa 800.000 palestinesi dalle loro case.
Uno degli osservatori marziani, in una nota di
dissenso dal rapporto della delegazione, osservo' che la
creazione di Israele era di cattivo auspicio per i
terrestri. In un linguaggio che sembrava tratto da "Lo
stato Ebraico" di Teodhor Herzl, scritto nel 1895, egli
sosteneva che "l'esistenza di questo stato bastione
dell'Europa contro l'Asia, questo avamposto della
civilta' occidentale, poteva essere garantito solo
dall'Europa". Egli predisse che, dal momento che
questo nuovo stato era stato creato in maniera anormale, in
opposizione alle nuove tendenze della moralita'
universale, avrebbe incontrato grosse difficolta'
nell'assicurarsi il supporto morale degli Stati Uniti e
dell'Europa. Su questo punto, il nostro
osservatore marziano si sbagliava. Sembra che non gli
fossero ben chiare le forze che avevano cospirato per la
creazione di questo nuovo stato. Primo, molti di questi
stati desideravano da tempo liberarsi dalle pressioni
ebraiche nelle loro societa'. Secondo, molti occidentali
nutrivano una profonda antipatia verso gli
"Ismailiti" - noti anche come Saraceni, Hagariti,
Maomettani ed Arabi - l'altro ramo della famiglia
semita. Terzo, vi era uno strisciante senso di colpa in
Occidente a causa dell'Olocausto. Queste tre forze
cospirarono per la fondazione di Israele. Creando Israele,
la popolazione ebraica occidentale si sarebbe ridotta, i
sensi di colpa sarebbero evaporati e si faceva un torto agli
ismailiti. La creazione di Israele fu un progetto a cui i
sionisti e gli anti-semiti occidentali collaborarono con
slancio. Il nostro osservatore marziano non aveva
ben chiare neanche le enormi risorse governate dai sionisti.
Fin dal 16esimo secolo, essi si erano imposti come i
banchieri europei. Dopo l'Illuminismo, che sanci'
l'uguaglianza di tutti gli uomini di fronte allo stato
ed alla legge, essi entrarono in politica e
nell'amministrazione, diventando, giustamente, cittadini
a tutti gli effetti dei loro paesi. Ben lungi
dall'essere "una razza inferiore", gli ebrei
dimostrarono di avere enormi doti. Nel suo libro, "Lo
stato ebraico", Theodor Herzl spiego' che cio'
era il risultato dell'esasperazione di secoli, la quale
"ci ha strappato qualsiasi eventuale debolezza; i forti
tra di noi sono stati inevitabilmente fedeli alla loro razza
anche durante le persecuzioni". Il caso
morale di Israele ebbe l'impatto di una bomba mediatica
alla Spielberg, un successo prodotto dal potere finanziario
e dall'ingenuita', confezionato per guadagnare
vantaggio dall'Islamofobia, senso di colpa per
l'olocausto ed anti-semitismo. In centinaia di films,
serial TV, libri, giornali, riviste e mostre, i sionisti
costruirono la narrativa dei diritti ebraici su Israele,
sulla "particolarita' etnica di Israele, sulle
imprese di Israele, sulla vittimizzazione di Israele
circondata da "vicini barbari", sull'odio
islamico per tutto quanto fosse occidentale (in primo luogo
Israele, per l'appunto). Chi rimaveva scettico di fronte
a queste fabbricazioni mediatiche veniva neutralizzato con
metodi ancora piu' diretti. Per troppo tempo queste
campagne di persuasione e coercizione hanno rappresentato
Israele come un piccolo, eroico paese, difensore dei valori
occidentali contro i vandali islamici. Insieme alla
creazione di Israele, il trionfo di questa narrativa ha
rappresentato il massimo successo del movimento
sionista. E' dunque inutile opporsi a queste
frodi politiche? Per rispondere con Noam Chomsky (Milan Rai,
Chomsky's Politics, 1995), che si riferiva ai media
statunitensi, "ogni sistema basato sulle falsita' e
gli inganni, e' intrinsecamente instabile". Anche
la narrativa sionista su Israele e' instabile. E'
instabile perche' fondata su colossali bugie che sfidano
la nostra credulita'; e' instabile perche' i
palestinesi hanno rifiutato di uscire di scena in silenzio;
e' instabile perche' il mondo ha visto che esiste
una resistenza palestinese e cio' suscita interrogativi
scomodi per la narrativa sionista (resistenza verso cosa?
Repressione perche'?); e' instabile perche'
Israele contiene le dinamiche che spingono il mondo verso
uno scontro di civilta'. E' fin troppo ovvio che,
dal momento che la resistenza palestinese cresce, Israele
cerca di coinvolgere direttamente gli Stati Uniti in una
guerra contro il mondo arabo. Non bisogna dunque
meravigliarsi se la dominante narrativa sionista stia
logorandosi negli angoli persino in questi Stati Uniti. Uno
dei segni visibili e' il movimento universitario, nato
due anni fa a Berkeley e che si e' gia' propagato a
piu' di 40 campus americani, che invita a disinvestire
da Israele. Inoltre, vi sono segni che il crescente
movimento contro la guerra in Iraq si colleghi
automaticamente alla richiesta di giustizia per il popolo
palestinese. E c'e' da aspettarsi che in Europa
occidentale la narrativa sionista possa vivere tempi
peggiori presso le opinioni pubbliche. Tutto
cio' suggerisce che i tempi sono maturi per riesaminare,
caso per caso, alcune delle tesi sioniste dello scorso
secolo. Siamo ad un punto di svolta nella storia, per il
bene o per il male. Bisogna credere che, se si riescono a
svelare le macchinazioni e le fabbricazioni che hanno
informato lo scorso secolo, si possa rendere il futuro un
po' migliore per tutta l'umanita', non solo per
una parte di essa. Promessa da Dio?
Secondo questa tesi, gli ebrei hanno diritto legale alla
Palestina perche' Dio, nella Torah, la
"promise" ad Abramo ed ai suoi discendenti circa
4000 anni fa. Questa tesi ha un piccolo problema.
Nessun sistema di leggi ha mai stabilito che un documento
religioso, con la pretesa di contenere affermazioni fatte da
Dio, possa formare la base di legalmente accettabili
proclami di proprieta' in questo mondo. Immaginate cosa
potrebbe accadere se le corti cominciassero ad avallare
pretese individuali al possesso di una terra, un fiume, una
montagna, sostenendone la "promessa divina".
Immaginate se i supposti discendenti dei Franchi
cominciassero a sostenere che Dio ha dato loro il possesso
di mezza Europa o se Saddam Hussein rivelasse
improvvisamente che Dio ha scelto gli iracheni affinche'
ereditino gli Stati Uniti! A parte le questioni
della legalita' internazionale, e' molto difficile
dimostrare che gli ebrei europei, quelli che sono emigrati
in Palestina, erano effettivamente discendenti di Abramo.
Anche i maggiori genetisti del mondo si sentirebbero sfidati
da tale asserzione e troverebbero arduo tracciare una
connessione tra l'attuale popolazione ed un padre
putativo vissuto migliaia di anni fa. Cosa accadrebbe se non
vi fossero connessioni o vi fosse una connessione piu'
forte tra Abramo e gli arabi? Connessione
storica? Sionisti piu' secolari sostengono
che le loro pretese abbiano senso poiche' gli ebrei
hanno connessioni storiche con la Palestina. E'
necessario sottolineare qui che tali connessioni terminarono
2000 anni fa, quando la stragrande maggioranza degli ebrei
si disperse nel mondo mediterraneo ed occidentale? Ed e'
necessario sottolineare il fatto che, anche durante i pochi
secoli in cui abitarono in Palestina, gli ebrei non furono
mai, in nessun periodo della storia, gli abitanti esclusivi
di essa? Questi, pero', sono problemi minori. Il
problema reale e' che le pretese di connessioni
storiche, antichissime in questo caso, non possono essere
usate per rivendicazioni territoriali di oggi. Se questo
principio fosse universalmente valido, bisognerebbe
cominciare a svuotare gli Stati Uniti, in cui i pellerossa
sono vissuti in maniera esclusiva fino al 1600, a ritagliare
la parte dell'Italia meridionale in cui vi era la Magna
Grecia e consegnarla pari pari ai loro discendenti, a
consegnare Roma ai turchi, discendenti dei Troiani, e a
cominciare a considerare che le vostre case ed il vostro
diritto sul territorio in cui siete nati possa essere messo
in discussione da chi poteva abitarci 2000-3000 anni fa.
Sembra folle? E' assolutamente cio' che e'
accaduto in Palestina. Un popolo distinto?
Gli ebrei sono un popolo "distinto" e,
dunque, devono avere un proprio stato. In questo caso non
importa dove: Argentina, Uganda o Palestina. Questa
pretesa e' oggettivamente difficile da sostenere. Gli
ebrei potevano essere un popolo distinto duemila anni fa,
quando abitavano un singolo territorio, professavano la
stessa fede, parlavano la stessa lingua e condividevano le
stesse tradizioni. Dal momento della loro particolarissima
dispersione, essi si sono frazionati in distinte e diverse
comunita' legate ai paesi ospiti da matrimoni e
condivisioni materiali. Nuove comunita' si sono formate
attraverso le conversioni. Nei millenni, le comunita'
ebraiche si sono distanziate le une dalle altre etnicamente,
culturalmente ed anche in termini di vita religiosa. Cosa
hanno in comune un ebreo newyorkese ed un ebreo etiope che
li possa far definire come "popolo distinto"?
L'altra grossa difficolta' che incontra questa
tesi giace nella seconda parte della pretesa, in cui si
afferma che tutti i popoli "distinti" hanno
diritto ad avere un proprio stato. Cio' e'
universalmente scorretto. Vi sono probabilmente centinaia,
se non migliaia, di "popoli distinti" al mondo,
che hanno culture, religioni, retaggi "distinti"
dalle maggioranze tra cui vivono. Non di rado, sono essi
stessi maggioranza nelle aree in cui vivono: basti pensare
al crogiolo di popoli dell'India. Nel caso ebraico, dal
momento che essi non costituivano maggioranza in alcuno dei
paesi in cui viveno, potevano stabilire un loro stato solo
conquistando il territorio di un altro popolo e/o
espellendolo. Cosi' e' stato costituito lo stato
d'Israele in Palestina, in cui, con la copertura del
Mandato Britannico, fu espulsa la stragrande maggioranza
degli abitanti autoctoni. Molti stati arabi?
Gli arabi hanno gia' molti stati. Se non fossero
stati motivati dall'anti-semitismo, non si sarebbero
opposti alla creazione di uno stato ebraico ed avrebbero
accolto i palestinesi resi profughi dalla creazione di
Israele. Questo e' un argomento razzista.
Esso sostiene che il bisogno da parte ebraica di uno stato
ha precedenza morale sul diritto naturale di un popolo al
possesso della sua terra ancestrale, delle sue citta' e
villaggi. Da' la colpa agli arabi di non aver mostrato
sufficiente deferenza verso il desiderio ebraico ad un
proprio stato, uno stato che avrebbe potuto costituirsi solo
sulla pelle del popolo palestinese. Anche gli europei
hanno molti stati - anche piu' degli arabi, in
realta' -, ma sarebbe accettabile per un singolo stato
europeo donare il suo territorio ad un popolo senza stato,
diciamo i curdi, e riparare altrove? Attaccato
nel 1948? Per poter descrivere Israele come la
vittima, la narrativa sionista sostiene che gli eserciti di
Siria, Egitto e Giordania attaccarono Israele il giorno dopo
la sua creazione, il 14 maggio 1948. Non
consideriamo la realta' di quella guerra, e cioe' il
fatto che poche truppe arabe, malequipaggiate e mal guidate,
combatterono solo nella parte della Palestina che il piano
di partizione aveva assegnato agli abitanti autoctoni, senza
mai spingersi al di la' di quella linea verde
(dimostrando, gia' alllora, di rispettare la
partizione); il fatto che tali ordini furono dati da capi
arabi gia' segretamente accordatisi con sionisti e
britannici; che la superiorita' militare israeliana era
gia' nettissima, grazie ai rifornimenti continui di armi
dalla Turchia e dalla Russia. Consideriamo solo
la narrativa sionista, dimenticandoci del resto: gli arabi
attaccavano uno stato con diritti morali, legali e storici
con la Palestina, o si difendevano semplicemente da
un'occupazione aliena supportata da due superpotenze
quali la Gran Bretagna e gli USA? L'aggressione
sionista contro la Palestina comincio' ben prima del
1948. Nel Primo Congresso Sionista del 1897, a Basilea, i
sionisti dichiararono apertamente i loro obiettivi, primo
tra tutti quello di "creare uno stato in Palestina
assicurato dalla pubblica legge". Per "pubblica
legge" si intendeva il consenso ed il supporto
britannico, la potenza imperialista leader dell'epoca.
Nello stesso anno, Theodor Herzl scrisse: "A Basilea ho
fondato lo stato ebraico". Nel 1917, esattamente
vent'anni dopo, i britannici diedero al sionismo il
supporto imperialistico necessario all'impresa ed
occuparono la Palestina, che venne vergognosamente aperta
alla colonizzazione ed alla creazione di infrastrutture
militari, civili e di sicurezza che, piu' tardi, si
sarebbero trasformati nello stato d'Israele.
L'invasione sionista era appena cominciata, senza che
nessun paese arabo muovesse un solo dito. Per
restare solo al 1948, i massacri e la pulizia etnica dei
palestinesi cominciarono gia' alla fine dell'anno
precedente, e si intensificarono tra il febbraio e
l'aprile di quell'anno, ben prima che gli stati
arabi entrassero formalmente in guerra. Di auto-difesa.
La sola democrazia? La propaganda sionista
ha ripetuto fino alla nausea che Israele e' la sola
democrazia del Medioriente. Cio' avviene ogni volta in
cui qualche discussione scivola sulle gravissime violazioni
dei diritti umani perpetrate in Palestina. Questa
propaganda ha molti scopi utili. Il suo obiettivo e'
quello di ricordare al pubblico occidentale le sue
affinita' con Israele. "Democrazia" e' una
parola chiave in Occidente. Dichiarandosi democratico,
Israele si propone come paese occidentale, uno di noi, che
condivide la nostra visione della vita. Se e' una
democrazia, non puo' fare nulla di sbagliato. Come
democrazia, rappresenta una civilta' piu' evoluta.
Eroicamente, si propone come il baluardo di tale valore nel
mezzo di brutali dittature arabe. Il fatto che tutto
possa essere solo, appunto, una propaganda, non sfiora la
mente dei disattenti pubblici esteri. Tralasciando il come
ed il perche' della sua creazione, il fatto stesso di
considerarsi stato "etnico" e' una violazione
della democrazia, laddove stato etnico significa accordare
privilegi speciali ai cittadini di "prima classe"
e considerare cittadini di "seconda (o terza) classe
altri gruppi etnici o religiosi. Proprio per questo motivo,
Israele non ha una costituzione, dal momento che una
costituzione scritta non ammetterebbe discriminazioni e
violazioni gravi contro le minoranze quali quelle che
avvengono, con la complicita' della legge, in Israele.
Israele e' uno stato aggressivo ed
espansionista: e' l'unico stato i cui confini
ufficiali non sono mai stati dichiarati, che attualmente
occupa i territori di due stati sovrani, che occupa la
restante parte della Palestina non ancora ufficialmente
annessa, imponendo oppressione brutale, violazioni
sistematiche e gravi dei diritti umani, legge marziale da
piu' di 35 anni. Lo stato d' Israele pratica,
nei territori palestinesi occupati nel 1967, in cui tre
milioni di cittadini non hanno diritti politici, civili ed
umani, e sottoposti alla piu' letale forma di
colonizzazione mai verificatasi in tempi moderni, la
piu' brutale forma di apartheid e di pulizia etnica,
quella che fa tracciare sempre piu' stretti collegamenti
tra stato sionista e Sudafrica dell'apartheid.
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Sangue arabo 23 febbraio 2006 0:00
Francia : ebreo ucciso, dopo essere stato
sequestrato.Motivazione dell'accusato "perchè
hanno molti soldi".Conclusione : si tratta di
antisemitismo. Perchè per un ebreo ucciso si
tratta di antisemitismo e per qualsiasi altra razza è un
fatto normale? Comunque vi favorisco un saggio :
La propaganda sionista ha, da sempre,
cercato di negare l'esistenza dei palestinesi,
contestando addirittura che fosse mai esistita la Palestina.
Facendo cio', non soltanto cercava di demolire il senso
d'identita' e di appartenza di un intero popolo, ma
cercava altresi' di rendere veritiero lo slogan di
partenza del sionismo: Una Terra senza popolo per un popolo
senza terra. Dopo essersi accorti, invece, che non soltanto
la Palestina esisteva come entita', ma che essa non era
una terra vuota, e dopo essersi riavuti dal trauma davanti
al quale poteva infrangersi il loro sogno, I sionisti hanno
dedicato le loro energie ad estirpare il sentimento
nazionale dei palestinesi e le tracce della loro storia e
della loro millenaria presenza in Palestina, cui faceva da
contraltare una millenaria assenza dei sionisti dallo stesso
territorio. Arrivati in Palestina a ridosso degli anni 40,
gli ebrei erano eterogenei rispetto alla popolazione
indigena in tutto e per tutto. Globalmente appartenevano al
mondo europeo. Consapevoli essi stessi di essere alieni al
territorio ed alla popolazione, si diedero da fare per
mutare la storia a loro favore. Desiderando creare una sorta
di legame ideale col territorio, che giustificasse in un
certo senso la loro presenza in Palestina agli occhi degli
occidentali, si fecero interpreti di una ricostruzione del
passato che non aveva attinenze con la realta',
ingigantendo a dismisura il periodo storico (peraltro molto
limitato) in cui effettivamente tribu' ebraiche
abitarono la Palestina e facendo della diaspora un evento
centrale nella loro storia. Naturalmente i
palestinesi erano esclusi dalla loro ricostruzione storica,
essendo considerati, dalla propaganda sionista, discendenti
degli arabi che conquistarono il paese nel VII secolo e
quindi di molti secoli posteriori agli ebrei. "L'
ignoranza - talvolta aiutata da una propaganda in
malafede", scrive lo storico francese Maxime Rodinson,
"ha diffuso a questo proposito molte concezioni
errate". Infatti, in realta', I palestinesi sono I
discendenti originari delle popolazioni semitiche autoctone
della Palestina: Edumei, Cananei, Amorrei, Filistei (che,
tra l'altro, hanno dato il nome al territorio),
stanziatesi in Palestina nel 3000 a.C., quindi 1500 anni
prima che le tribu' ebraiche provenienti dalla
Mesopotamia si stabilissero li', ovviamente condividendo
il territorio con gli altri popoli. Inoltre, a differenza
delle popolazioni autoctone palestinesi che erano stanziali
e sedentarie, le tribu' ebraiche erano nomadi, per cui
si dispersero in varie zone del vicino oriente prima, in
tutto il mondo poi, non lasciando dietro di se' alcun
monumento, alcuna prova che dimostrasse la loro presenza
stabile per un tempo accettabile in Palestina. Per 2000 anni
sono vissuti in Europa, in Russia, in America, in Africa,
diventando europei, russi, americani, africani, poiche'
era implicito che essere ebrei significava condividere un
credo religioso, non un'appartenenza etnica. Prova ne
sia che i pochi ebrei rimasti in Palestina dopo la diaspora,
erano ebrei palestinesi. Deve essere chiaro,
dunque, che gli arabi che conquistarono la Palestina nel VII
secolo erano un ridotto contingente ed essi, a causa delle
affinita' etniche con la popolazione palestinese,
riuscirono ad arabizzare rapidamente la regione. La quale
regione, ovviamente, all'arrivo dell'esercito arabo,
non era vuota. I palestinesi dunque sono
"arabizzati" nella lingua e nella religione, e
senza dubbio condividono lo stesso ceppo etnico degli arabi
che conquistarono la Palestina, ma dire che essi hanno
popolato il territorio a partire dal VII secolo equivale ad
affermare una falsita' che non ha fondamento storico,
dal momento che la Palestina non e' mai stata
"vuota", in nessun momento della sua storia.
I sionisti si sono serviti di molte menzogne e di
molte falsita' nella costruzione della loro storia: essi
possono ingannare l'occidente, ma gli arabi sanno, ed
anch'essi sanno, che la Palestina appartiene ai
palestinesi. A QUESTO PROPOSITO, ECCO COSA
SCRIVE, NEL 1896, THEODOR HERZL, FONDATORE DEL SIONISMO, IN
"LO STATO EBRAICO": "E' da
preferire la Palestina o l'Argentina? La Societa'
prendera' cio' che le verra' dato, tenendo conto
della pubblica opinione del popolo ebraico. La Societa'
verifichera' entrambe le cose.
L'Argentina e' uno dei paesi piu' ricchi di
risorse naturali della terra, dotata di enormi distese,
scarsa popolazione e clima temperato. La Repubblica
argentina sarebbe molto interessata a cederci una parte del
suo territorio. L'attuale infiltrazione ebraica ha
prodotto solo irritazione; bisognerebbe informare
l'Argentina sulla sostanziale differenza della nuova
immigrazione ebraica. Se invece sua
Maesta' il Sultano ci concedesse la Palestina, ci
potremmo impegnare, per sdebitarci, a risistemare le finanze
della Turchia. In favore dell'Europa costruiremmo
la' una parte del vallo per difenderci dall'Asia,
costituendo cosi' un avamposto della cultura contro la
barbarie…
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nadia 23 febbraio 2006 0:00
l'opinione non può essere insulto e negare la storia è
un insulto a chi ha subìto.......
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bancario 23 febbraio 2006 0:00
nadia sei favore delle condanne per i reati d'opinione?
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FABRIZIO 23 febbraio 2006 0:00
.....da: Sangue arabo Data: 21 Febbraio 2006
O almeno è stato convinto a dire che si era sbagliato...la
libertà di stampa tanto osannata dove stà?......
***************************************** No
Sig. S. Arabo, La libertà osannata non c'é
! Alla sua agenzia turistica l'hanno imbrogliata
! Da noi non c'é alcuna libertà ! Da
noi si sta malissimo ! Il nostro é un paese pessimo,
abbiamo regimi dittatoriali, governi fantocci, predominio
del potere spirituale. ecc. ecc. E chi più ne
ha, più ne metta, faccia lei.... !!! Anzi, già
che c'é, perché si ostina a vivere qui ?
Meglio ritornare (o trasferirsi) in quei bellissimi e
meravigliosi paesi che si dice essre migliori del nostro
! Non so quali, ma io non resterei qui,
potendo "star meglio" altrove. A noi
invece, il nostro paese, piace così com'é ! Bruttino
ma simpatico ! Una simpatica..fetecchia ! E
per piacere, non ce lo cambiate, lasciatecelo così,
sciagurato comè !!!! Ci sono affezionato !
|
nadia 21 febbraio 2006 0:00
a me ciò che ha fatto piacere sapere, poichè non lo
sapevo, è che in austria chi nega l'olocausto può
essere condannato fino a 10 anni di carcere.....però questi
austriaci......
|
Sangue arabo 21 febbraio 2006 0:00
O almeno è stato convinto a dire che si era sbagliato...la
libertà di stampa tanto osannata dove stà?
|
FABRIZIO 21 febbraio 2006 0:00
HO sentito bene ? Ieri Irving si sarebbe scusato
dicendo che si era sbagliato ?
|
Sangue arabo 20 febbraio 2006 0:00
L’arresto in Austria dello storico inglese David Irving ha
riaperto la questione del confronto della Shoah. David
Irving è stato fermato l’11 novembre in Stiria dalla
polizia stradale in virtù di un mandato d’arresto
lanciato contro di lui nel novembre 1989. Stava andando a
una riunione di una confraternita di studenti, associazione
di estrema destra e pangermanista. Attualmente è detenuto a
Graz. Già condannato in Gran Bretagna e in Germania,
rischia 20 anni di carcere. In Austria vige una legge per
cui negare l’Olocausto significa fare apologia di
sterminio. Probabilmente molti diranno che è un
provvedimento esagerato, che occorre rispettare le opinioni
di tutti; che le tesi di Irving sono deprecabili, ma che va
difeso il suo diritto di parola. Forse. Ma prima vorrei
soffermarmi sul profilo di ciò che Irving sostiene.
Nato a Londra nel 1938 dalla fine degli anni ’70
Irving definisce un falso storico quello che denominiamo
Shoah, sterminio, in breve lo sterminio degli ebrei durante
la Seconda guerra mondiale. Nel suo linguaggio, più
precisamente, Auschwitz non sarebbe che una realtà di carta
del tutto inventata, un non-luogo dove sarebbe avvenuto un
non fatto storico (lo sterminio, appunto). La guerra di
Hitler (tradotto in Italia nel 2001 dalle edizioni Settimo
Sigillo, nel 2001) è il testo in cui Irving ha esposto in
forma sistematizzata le sue tesi. Irving
raggiunge la notorietà nel 1963 con il suo primo volume
Apocalisse a Dresda (trad. it. Mondadori 1992), in cui
denuncia i sistematici bombardamenti alleati del febbraio
’45 contro migliaia di civili inermi, e con cui ottiene
notevoli riconoscimenti da parte di numerosi storici di
livello internazionale. Due le tematiche di fondo della
sua visione storica. La prima sottopone le dimensioni
soprattutto numeriche della Shoah ad un drastico
ridimensionamento, allo scopo di renderle sostanzialmente
commensurabili ad altre stragi. La seconda sposta le
responsabilità dello scoppio della Seconda Guerra mondiale
dalla Germania nazista alla Gran Bretagna, facendole gravare
in particolar modo sulle spalle di Churchill, e sulle sue
velleità di conservare la leadership mondiale della Gran
Bretagna. Tuttavia, il punto centrale su cui si poggia
la sua critica alla storiografia sul nazismo, e che a suo
parere scrive una parola definitiva sulla vera natura
dell’Olocausto, è il fatto che non esiste nessuno scritto
che documenti inequivocabilmente un ordine esplicito di
Hitler riguardo alla cosiddetta “soluzione finale”, e
che dunque dimostri l’esistenza di una volontà e di un
programma di sterminio sistematico degli ebrei.
Sostenendo che lo sterminio degli ebrei nei territori
occupati fu una soluzione creata ad hoc nel momento che
tutte le altre possibilità erano sfumate (mentre
l’ipotesi di Hitler sarebbe stata quella della
deportazione di massa sull’isola del Madagascar, soluzione
che avrebbe una volta per tutte impedito agli ebrei di
‘infastidire’ popoli vicini), Irving così finisce per
ipotizzare la possibilità di una politica di sterminio
decisa da “un gruppo di fanatici nei territori orientali
che avevano interpretato con rozza brutalità la frase di
Hitler ‘gli ebrei devono scomparire
dall’Europa’”. Come sia stato possibile che
il Führer non sapesse o accettasse ciò che stava accadendo
agli ebrei in tutta l’Europa dell’Est è spiegato dallo
storico inglese laddove definisce Hitler “probabilmente il
più debole capo che la Germania abbia conosciuto nel
ventesimo secolo”, e la Germania stessa “una dittatura
senza dittatore”. Più volte in questi ultimi
dieci anni Irving ha provato ad affermare la sua
ricostruzione. In forma più eclatante l’ultimo tentativo
risale al marzo 2000, quando lo storico inglese chiamò in
tribunale Deborah Lipstadt e la Penguin Books con l’accusa
di diffamazione. L’occasione era la pubblicazione del
libro della Lipstadt (Denying the Holocaust, Penguin Boks
1993) e in cui Irving era qualificato come razzista e
“Negatore dell’Olocausto” che era dedicato al tema del
negazionsimo della Shoah in base alle sue stesse
dichiarazioni secondo le quali Auschwitz non è che “una
Disneyland per turisti” e non ha mai avuto camere a gas in
funzione. In quell’occasione per otto
settimane le tesi di Irving, ritenuto uno dei massimi
esperti di Adolf Hitler, sono state al centro di furiose
udienze che hanno ruotato attorno ad un'unica, esplosiva
questione: i nazisti tentarono davvero lo sterminio di tutti
gli ebrei? Che ruolo ebbe il Führer? Ad Auschwitz erano o
no in funzione camere a gas per la sistematica eliminazione
dei reclusi? Irving in quell’occasione difese il suo
approccio “revisionista” e attaccò il libro della
Lipstadt. Nel processo all'Alta Corte durato dall'11
gennaio alla prima metà di marzo Irving – che non ha
ingaggiato un avvocato e si è difeso da solo – ha
accusato la collega e la Penguin Books di diffamazione
chiedendo un risarcimento. Quell'epiteto di
“rinnegatore” – si è lamentato lo storico, che una
volta ha provocatoriamente proposto la fondazione di
un'associazione di “superstiti di Auschwitz,
superstiti dell'Olocausto e altri bugiardi” – gli
sarebbe costato l'emarginazione dalla comunità
internazionale degli storici e la mancata diffusione delle
sue opere in tutto il mondo. Negli stessi giorni
del 2000 la questione Irving tornò – in concomitanza del
processo londinese – a far discutere gli storici in
Italia. Hobsbawm, per esempio, in occasione della sua lectio
magistralis all’Università degli Studi di Torino (era la
fine di marzo 2000), sostenne che dare spazio a Irving
costituiva uno stimolo alla discussione. Dello stesso parere
lo storico Franco Cardini. Ma il problema non è dare
la patente di storico a Irving. La scrittura della storia è
un mestiere che si può fare bene o meno, in forma efficace,
convincente, o demagogica. Il problema è il
“fascino” della controstoria come rovesciamento
ipotetico dei fatti. La scrittura di Irving è il sintomo di
una dimensione culturale dell’Europa che non riesce a fare
i conti con la sua stessa storia, come se la storia fosse
spiegabile se si ammettono ipotesi audaci. La
contemporaneità, epoca dell’alfabetizzazione di massa,
del feticismo della carta stampata produce eventi anche in
assenza di documenti scritti. La paura, che non è un
documento ma un sentimento, è per esempio un motore
operativo potente della storia. Nell’Europa degli anni
’30 la paura è la dimensione che lo storico revisionista
tedesco Ernst Nolte usa molto per spiegare lo sterminio
nell’est-Europa e l’antisemitismo dei tedeschi come
effetto della posizione politica degli ebrei nel movimento
comunista internazionale. Sulla base della capacità
mobilitante della paura, Nolte costruisce il complesso del
suo ragionamento revisionista e alla fine giustificazionista
della Shoah. Un sentimento che non è un documento, è una
fonte che nessun storico seriamente attrezzato si sentirebbe
di negare, ma che sicuramente leggerebbe in maniera molto
diversa, sommandola ad altri documenti e fonti con cui
incrociarla e verificarla. Non sono i documenti
scritti che fanno la storia, sono gli uomini con le loro
ossessioni, con le loro emozioni e con le loro convinzioni.
Dietro l’accusa di interdetto da parte di Irving torna
invece, senza spiegarsi, la retorica della potenza occulta,
argomentazione propria del complottismo, una retorica che ha
molto a che fare con l’agire persecuzionista di chi prima
racconta di essere minacciato e poi giustifica lo sterminio
come replica a uno scampato pericolo. Alla fine nella
rivolta di Irving rimane dunque lo stesso meccanismo che un
secolo fa mise in corso la locomotiva delle intolleranze.
Quella locomotiva e quei treni hanno percorso in molte
direzioni l’Europa continentale, verso i campi della morte
nel cuore dell’Europa e verso i territori artici della
Russia stalinista. E questa convinzione a suo modo
costituisce un documento. Che non lascia intravedere niente
di buono.
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nadia 19 febbraio 2006 0:00
mi dispiace ma non sarò mai dalla parte dei
terroristi.......lo stato di israele ha diritto a difendersi
e comunque non augurerei a nessuno di incappare in un
carcere islamico.........ai tempi dei nazisti mi sarei fatta
in quattro per proteggere gli ebrei e mi vergogno di
appartenere all'europa per ciò che è successo, ma ora
tutto appartiene alla storia e il futuro non sarà dei
terroristi .........viva israele e la democrazia abbasso
l'oscurantismo religioso.......
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spitfire 19 febbraio 2006 0:00
"Eccone un altro che si rifugia negli
insulti." ripeto la stessa frase, tanto per
intenderci: non sei neanche degno di essere insultato. Se
c'e' qualcuno che si rifugia nel
vittimismo-da-insulti-per-una-nobile-causa, quello sei tu.
Io non ho bisogno di insultarti. Tu da solo sei piu' che
sufficiente e non potrei certo superare la tua bravura.
"Portami una prova delle camere a gas se sei
capace. Ci hanno gassato sei milioni di ebrei,
dovrebbe essere facile no?" ma guarda,
'l mi' cocco, mio nonno fu dei 13 sopravvissuti di
un battaglione di fanteria che i tedeschi punirono per
"avere tradito" la causa nazifascista dopo l'8
settembre. partirono in 233 per la Germania,dopo 21 mesi
torno' lui e gli altri. Pesava non piu' di 45 chili,
aveva segni di frustate, sigarette spente sulla pelle, una
malattia al cuore che in seguito lo avrebbe fatto morire.
Non dimentico' MAI quello che gli ex-camerati gli
avevano inflitto e non parlo' mai piu' con qualcuno
che fosse tedesco. Vicno a noi abitava una
famiglia di ebrei- o almeno di origine ebraica, 12 persone
in tutto. Li portarono via nel 1944, uno riuscì a fuggire
dal carro bestiame, gli altri morirono tutti. Questo lo
sappiamo per certo. così non ho bisogno di
sapere se e quanti furono gassati dai nazisti. Quel che so
e' che furono degli incredibili FIGLI DI TROIA con
chiunque gli capitasse sotto mano. E questo per me basta e
avanza. Tu continua a divertirti.
"Perche' non sono io che posto merda, e' a te
che te la fanno mangiare !" No tu posti
merda, e merda resta. Quello che ingoio io non ti riguarda,
sappi comunque che non inverto l'uso di bocca e culo
come fai tu ""a qualche anno ti
ricorderai e ti scuserai con me in cuor tuo, sempre che tu
abbia la dignita' di informarti , magari leggendo i
resoconti di chi nei lager c' e' stato davvero; o
forse perche' il potere decidera' di togliere il
sostegno a Israele."" aspetta e
spera, nullita' "he cosa credi, che io
non sia vissuto e non viva nella tua stessa cultura? che non
sia capitato lo stesso anche a me? Ci si rimane
molto male quando si va a studiare in prima persona tante
baggianate che ci hanno fatto passare per autentiche: -
la favola di cristo - la lurida menzogna
dell'olocausto - le foto hollywoodiane
dell'Apollo 11 e altre ancora! Comunque
nel frattime grazie per partecipare e aiutarmi a capire
meglio su cosa si basa l'ipnosi di massa.
forza fratello, e' facile GUARDA! non
credere." quarda che se c'e'e un
poveraccio che non ha il senso del ridicolo e che sembra
effettivamente ipnotizzato dalle sue stesse stronzate,
quello sei proprio te, ciao nullita'
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