Commenti
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Sharman* 9 gennaio 2011 6:00
Andrà anche bene che il presidente della repubblica
italiota venga sempre scelto tra le innocue "vecchie befane"
della politica, e andrà anche bene che il napolitano sia
forse un discendente illegittimo di savoia, però sentirlo
fare la marionetta di regime senza alcun rispetto per la
Storia e senza vergogna per le proprie stupidaggini dette in
occasioni ufficiali, fa veramente più che pena, fa
compassione: una ridicola marionetta senza vergogna.
Infatti che cosa dice il napolitano? "Anche il Nord
ricordi come nacque l'italia"
Io, che sono di Milano, me lo "ricordo" bene: la Lommbardia
fu invasa dai Francesi, Napoleone III in persona entrò in
Milano, strappadolo agli Austriaci, razzia delle vacche. In
culo ad ogni ipotetico "risorgimento".
Poi viscidamente la storiografia italiota ricorda solo
l'invasione del meridione, tanto per dare un appoggio alla
lagna meridionalistica.
Esprimo un desiderio in sintonia con la befana napolitana
per la celebrazione di questi 150 anni di italia: vorrei che
ognuno di voi si "ricordasse" di come sia diventato
italiano.
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sugar magnolia 4 gennaio 2011 21:46
se venissero stampati e riuniti tutti gli articoli che ho
postato in questo Thread, si avrebbe una visione d'insieme
davvero eccellente sugli sprechi enormi, se non vere e
proprie ruberie) delle amministrazioni meridionali, e tutto
sulla pelle della stragrande maggioranza dei meridionali
onesti.......e' una vera congerie di vergogne.....un insieme
di cose scandalose e vergognose.
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lucillafiaccola1796 4 gennaio 2011 19:18
non me ne vogliano... ma...
milanesi: ufficio complicazione cose semplici
romani : ufficio semplificazione cose complicate
ah ah ah ah
lo affermo con cognizione di causa... come suol, dirsi...
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sugar magnolia 4 gennaio 2011 12:04
REGIONE SICILIA .....
Ha ventunomila dipendenti, ma per compilare le buste paga si
rivolge all'esterno pagando un milione di euro. Succede alla
Regione siciliana, e precisamente all'Azienda foreste
demaniali, che ha deciso di esternalizzare il servizio di
"gestione ed elaborazione" delle paghe.
L'Azienda foreste ha appena pubblicato un bando da un
milione di euro per affidare il servizio di "elaborazione
informatizzata delle paghe". Entro il 18 gennaio le ditte
private interessate dovranno presentare la loro offerta,
considerando un costo base di 3,5 euro per ognuna delle 21
mila buste paga che sono a carico dell'Azienda foreste, tra
assunti a tempo indeterminato e determinato. Chi si
aggiudicherà la gara dovrà "creare file xlm per le
comunicazioni obbligatorie al ministero del Lavoro,
realizzare un sito web e fornire un sistema software con
relativo servizio assistenza". Il bando è stato pubblicato,
tra gli altri, sul giornale Libero. Oltre all'Azienda
foreste, anche il comando del Corpo forestale di Messina (5
mila dipendenti) ha appena varato una gara per affidare
all'esterno il servizio di elaborazione delle buste paga.
Diversi rami della Regione insomma sembra non abbiano
abbastanza personale per curare le paghe dei propri
dipendenti, nonostante i numeri da record dei lavoratori a
carico di Palazzo d'Orleans.
Adesso il caso sbarca all'Ars con un'interrogazione che
chiede lumi al direttore generale Salvatore Giglione: "Mi
sembra davvero assurdo che nonostante l'esercito di
lavoratori a libro paga della Regione non ci sia personale
sufficiente per elaborare le buste paga - dice Fabio Mancuso
(Pdl), presidente della commissione Ambiente - Si tratta di
uno spreco anche perché, se davvero occorrono software
particolari, ricordo a tutti che la Regione ha una società
ad hoc, che è Sicilia e-Servizi. Invece l'Azienda foreste
cosa fa? Si rivolge a privati, spendendo soldi in un momento
in cui la Regione non ha fondi nemmeno per coprire le spese
ordinarie". Nell'interrogazione si fa riferimento anche a
un'altra "anomalia": "Chiedo di sapere perché sui giornali
locali non c'è traccia di questo bando, e si pagano
inserzioni solo su quelli nazionali", aggiunge Mancuso.
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sugar magnolia 30 dicembre 2010 11:52
Questi sono i politici del meridione, ESPRESSIONE DELLA
SOCIETA', E' INUTILE NEGARSELO, i politici locali vengono
dalla societa' locale.
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Ora raccontiamo un po’ attraverso quali vicende Porfidia
ha mollato Idv ed è diventato uno dei casi più eclatanti
di quella “questione morale” a cui si riferiscono Luigi
De Magistris, Sonia Alfano e Giulio Cavalli nella loro
lettera ad Antonio Di Pietro. Nel 2009 si apprende che
Porfidia è coinvolto in un’indagine per tentata
estorsione con l’aggravante di aver favorito la camorra.
Scrisse Rosaria Capacchione su Il Mattino il giorno della
notifica dell’avviso di concluse indagini: “In ballo
c’era il controllo del pacchetto di maggioranza di «Villa
del Sole», una delle maggiori cliniche private
convenzionate della provincia di Caserta. Il gruppo Riello
in bilico, il gruppo rivale di Americo Porfidia in assetto
di guerra. Era il giugno del 2004 e nella riunione del cda
si sarebbero decise le sorti societarie dell’azienda. Fu
allora che Porfidia, socio della casa di cura assieme alla
moglie, sindaco di Recale e deputato in carica eletto nella
lista dell’Italia dei Valori, si sarebbe rivolto alla
camorra. Nello specifico ad Antimo Perreca, capozona del suo
paese, e a Gaetano Piccolo, esponente del clan Belforte di
Marcianise. Aveva chiesto e ottenuto, sostiene la Procura
antimafia di Napoli, che i due boss facessero pressione su
un altro socio di Pietro Riello, Giuseppe Maccauro, perché
rinunciasse al controllo delle quote azionarie. In cambio,
aveva garantito posti di lavoro e l’ingresso di una
società di pulizie legata dal gruppo camorristico”.
Quando le prime avvisaglie dell’inchiesta finiscono sui
giornali, tra Porfidia e Idv si consuma uno strano gioco
delle parti. Il deputato che si autosospende e si iscrive al
gruppo misto, il partito regionale che lo difende, la
segreteria provinciale di Idv che resta comunque in mano a
persone di sua strettissima fiducia. Fatta salva la
presunzione di innocenza di Porfidia, non è stato uno bello
spettacolo. Tra ipocrisie su ipocrisie, il deputato da un
lato controllava indisturbato Idv a Caserta e dall’altro
si allontanava progressivamente dal partito a livello
nazionale. Fino al passaggio in maggioranza con
Berlusconi.
E Di Pietro? Ancora nel novembre 2009, pochi giorni prima
dell’avviso conclusa indagine, affermava sul sito di
Micromega: “Quanto alla posizione processuale dell’on.le
Amerigo Porfidia, ribadisco innanzitutto che non è vero che
egli sia mai stato processato e nemmeno indagato per
associazione mafiosa ex art. 416 c.p. Tale affermazione è
un’autentica falsità, pubblicata a suo tempo da alcuni
organi di informazione, a cui l’on.le Porfidia ha
immediatamente e tempestivamente risposto anche querelando e
citando in giudizio per diffamazione gli autori”.
E’ andata a finire come sappiamo. Ma con una coda
sorprendente, rivelata stamane dal bravo collega Nello
Trocchia sulle pagine del quotidiano Terra. Porfidia, scrive
Trocchia, ha avuto un ruolo decisivo nel procacciare un
altro transfuga dipietrista alla causa berlusconiana e così
salvare il governo. Antonio Razzi, l’abruzzese eletto
all’estero, ha confessato: “Sono stato avvicinato
dall’amico Porfidia e ci siamo trovati con la famiglia”.
I voltagabbana del Sud sono come le ciliegie. Uno tira
l’altro.
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sugar magnolia 30 dicembre 2010 11:44
Vi posto questo bellissimo, quanto chiaro articolo preso dal
Blog di Angela VITALIANO.
Quanto sotto potrebbe rifarsi NON SOLO LA MERIDIONE, ma a
tutti noi italiani che non siamo tutti incivili, sia
beninteso, pero' il livello medio e' inferiore che non nei
paesi anglosassoni.
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Non è vero che tutto il mondo è paese
Ore 13 di un qualsiasi mercoledì. O quasi. New York e’
stata sepolta, o quasi, da una delle piu’ cospicue
nevicate degli ultimi decenni e i segni sono ancora visibili
ovunque. Si lamentano ritardi nella pulizia delle strade e
il sindaco Bloomberg si presenta in televisione e si prende
la colpa, anche quella che non gli appartiene. Lo ascolto e
penso a Napoli, sepolta da altro: sacchetti di spazzatura
maleodorante dove i bambini non possono divertirsi e che,
data la solita insania dei botti di Capodanno, rischiano di
trasformarsi in pericolosissimi falo’.
Alla fermata dell’autobus c’e’ la solita fila,
complicata dalle pozzanghere ghiacciate che la neve sciolta
comincia a creare un po’ ovunque; pazientemente, uno
dietro l’altro, con i piedi nell’acqua gelata, si
aspetta il proprio turno per salire. A New York si sale uno
per volta per dare modo al conducente di controllare la
vidimazione del biglietto o dell’abbonamento. Anche se non
lo sai, lo capisci facilmente perche’ sono tutti li’ in
fila indiana senza spingere ne’ affrettarsi. Non lo
capiscono, pero’, come spesso accade, due italiani, una
coppia che per non “sostare” con i piedi nella
pozzanghera, supera con assoluta indifferenza la fila e sale
in autobus senza nemmeno accennare a un rossore di vergogna.
Quella che, invece, prende me nel sentire qualche breve e
pacato commento che sottolinea un gesto maleducato e privo
di qualsiasi rispetto.
Nessuno fa riferimento al fatto che i due campioni di
‘civilta’’ siano italiani, ma io lo so e questo mi fa
rabbia. Non per la fila non rispettata qui. Mi fa rabbia
perche’ so che quel piccolo gesto e’ frutto di una
mentalita’ e di un modo di vivere in cui il non rispetto
delle regole e’ parte integrante della quotidianeita’:
aggirarle e’ la scelta vincente; rispettarle, una faccenda
da perdenti.
Capisco che possa suonare esagerato ma io sono convinta che
quindici anni di Berlusconi siano spiegabili con
l’incapacita’ degli italiani a rispettare le file.
Spesso, mi confronto con altre persone che vivono
all’estero (non solo negli Stati Uniti) e conveniamo sul
fatto che, altrove, si gode di una qualita’ della vita
migliore perche’ c’e’ un oggettivo rispetto delle
regole che si traduce anche in maggiore senso di
responsabilita’ da parte dei cittadini.
Se rispetti le regole, fra l’altro, e pretendi che tutti
le rispettino, dal vicino di casa al presidente del
Consiglio, ti puoi aspettare anche di riceverne i
benefici.
Il commento che sento piu’ spesso quando discuto di questi
argomenti e’ che “tutto il mondo e’ paese”. Non
c’e’ nulla di peggio che provare a scrollarsi di dosso
le proprie responsabilita’, globalizzando la propria
diseducazione alla civilta’. E sbagliando, ovviamente.
Pochissimi esempi. Oggi, la MTA, che si occupa dei trasporti
cittadini, mi ha mandato un assegno di 30 dollari a rimborso
del restante periodo di un abbonamento che si era
smagnetizzato; Verizon, operatore telefonico, mi ha inviato
un assegno di 17 dollari per un rimborso mai nemmeno
richiesto; l’ufficio delle tasse mi ha mandato un assegno
per il rimborso delle tasse 2010 (badate bene, dico 2010)
dopo due mesi dal pagamento delle suddette. A Manhattan, ma
anche in molte zone del Queens, di Brooklyn e del Bronx, si
puo’ girare in metro a qualsiasi ora e la soglia del
rischio e’ una delle piu’ basse degli Stati Uniti. Ieri,
ho dimenticato il mio IPhone nel camerino di un negozio, mi
hanno rincorso per restituirmelo.
Cio’ detto, se la neve (che e’ caduta a valanga) dopo 48
ore non e’ ancora completamente scomparsa dalle strade, il
sindaco si prende la colpa; se un governatore accetta 5
biglietti gratuiti per una partita, come ha fatto Paterson,
paga 65mila dollari di multa e se qualcosa non va nel paese
il presidente fa una conferenza e dice “ho sbagliato
io”.
Se solo in Italia si iniziassero a rispettare le file.
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sugar magnolia 29 dicembre 2010 13:15
che schifo, mi viene il vomito, se a questo paese togli i
Pozzi senza Fondo (voluti cosi' dal sistema...) di
CAMPANIA
CALABRIA
SICILIA
beh', sicuramente non risolvi tutti tutti i problemi , ma
tanti sicuramente si'.
Questo federalismo Fiscale, se venisse approvato cosi' come
vorrebbero i leghisti, toglierebbe troppe risorse a chi da
anni pasteggia a caviale e champagne a spese degli altri.
cazzo che rabbia mi viene dentro quando leggo queste
cose.....pensate che gli assessoeri della mia citta'
(Modena) quando vanno in trasferta fuori dal comune,
spediscono le fatture dei ristoranti + hotel e varie alla
Gazzetta locale affinche venga pubblicato quanto hanno
speso.
E l'opposizione si accapiglia nel dire che a ristorante
hanno speso Eur 50 quando avrebbero potuto accontentarsi di
Eur 30
CAPITOOOOOOOO ?????????????
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sugar magnolia 29 dicembre 2010 13:10
....continua da sotto
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La cartiera – Tornardo ai record delle amministrazioni
calabresi (e non solo perché il Sud, in generale, eccelle
nel sistema) vi è la produzione di fatture presentate
all’Ue per la riscossioni di rimborsi spesa a fronte di
lavori e/o progetti imprenditoriali-aziendali mai eseguiti o
del tutto inutili. La cartiera, appunto. Racconta un
bell’articolo del giornalista e scrittore Antonio Galdo
che la specialità della Regione Calabria sono le dighe
fantasma. Pare che la regione abbia urgenza di contenere le
proprie acque, al punto che oggi sono 36 le dighe in fase di
attuazione e 6 sono già state terminate. L’anno prossimo
dovrebbe essere ultimata anche la diga del Menta, iniziata
nel 1985 e costata 270 milioni di euro. Quando e se tutte le
opere saranno concluse la Calabria potrà vantare di avere
una diga ogni 50 mila cittadini e un equilibrio
idro-geologico compromesso dalle colate di cemento.
Quando, invece, l’uso dei fondi Ue è praticato alla luce
del sole appare evidente lo sperpero dovuto ad incuria o
incapacità amministrativo-progettuale. Per esempio, i fondi
FAS (Fondi per le aree sottosviluppate) potrebbero elargire
circa 1 miliardo 700 mila euro ma sembra sia quasi
impossibile raggiungerli per l’assenza di qualsivoglia
programma di spesa coerente. I 3 miliardi dei FERS (Fondi
europei per lo sviluppo regionale), invece, sono stati
riscossi ma spesi piuttosto male come la sponsorizzazione
della Nazionale di calcio per la cifra di 8 milioni di euro.
Motivo: tra i giocatori vi è il campione calabrese Rino
Gattuso, dunque, fonte di buona pubblicità per la regione.
Pretesto contorto e piuttosto costoso.
La spesa pubblica – Questa è una voce di spreco che
sembra non avere limiti. Si comincia coi trasporti che negli
ultimi anni hanno avuto un’impennata dei costi abnorme: da
313 milioni del 2001 a 1 miliardo 82 milioni nel 2008, con
un aumento percentuale del 246,1%, per arrivare agli
aereoporti. Ognuno di essi è dotato di una società di
gestione individuale che – a sua volta – tiene in piedi
3 consigli direttivi. Con la stessa misura si regola tutto
il panorama delle assunzioni e dei finanziamenti
pubblico-locali. Così, se pare impossibile smaltire la
giungla di dipendenti sanitari dalle Asl, è ancora più
difficile ridurre le esigenze economiche della Guardia
Forestale che ingolla 100 milioni l’anno. Per non parlare
delle frodi orchestrate da sedicenti imprenditori per
intascare i contributi statali, cosa per cui la magistratura
ha dedotto un danno erariale di circa 150 milioni di euro. E
si potrebbe ancora continuare.
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sugar magnolia 29 dicembre 2010 13:10
LEGGETE SOTTO, QUESTO E' IL MERIDIONE, questo e' il sdistema
criminale nato emantenuto vivo per gli interessi dei pochi
che ci guadagnano e alle spalle dei tantissimi che ci
rimettono (calabresi onesti in primo luogo)
MALEDETTI ................
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Catanzaro – Parlare della Calabria e delle sue varie fonti
di spreco istituzionale è un po’ come sparare sulla Croce
Rossa. Facile. In effetti, le spese inutili nella Regione
dell’attuale governatore Giuseppe Scopelliti (PDL), in
carica dallo scorso marzo 2010, sono tante, rintracciabili
pressocchè in ogni settore della vita pubblica e in buona
parte causate da un mix esplosivo di burocrazia
intenzionalmente faragginosa e criminalità più o meno
organizzata. Dunque, nel mare di numeri in eccesso e di atti
giudiziari correlati, cominciamo dal comparto che – in
ogni dove si discuta di sprechi – resta comunque il più
colpito, quello socio-assistenziale.
La sanità – L’ex presidente Agazio Loiero (Pd) ha
concluso il mandato iniziato nel 2005, lasciando il settore
sanitario nella seguente situazione: abusi nella gestione
delle gare d’appalto, illeciti nella gestione dei beni
immobiliari, vizi nelle amministrazioni degli ospedali
perpetrati da dirigenti e direttori sanitari spesso privi
dei requisiti necessari per coprire gli incarichi e varie
infiltarzioni mafiose persino nei reclutamenti del
personale. E via così. Da scandalo a scandalo senza linea
di continuità fino all’inevitabile Commissariamento e il
controllo costante della Guardia di Finanza. Nel 2008, la
Corte dei Conti aveva stimato la cifra di 42 milioni di euro
il buco della sanità calabrese con un aumento esponenziale
del 27% rispetto al debito dell’anno precedente. La
fotografia diventa ancora più desolante se si guarda quello
che accade negli ospedali. A Lamezia Terme, per esempio, il
nosocomio Taurianova possiede 29 posti letto e 149
dipendenti. Due anni fa ha richiesto alle casse regionali
un costo di 9 milioni 950 mila € per fatturare un totale
di 1 milioni 595 mila €. Il dato si potrebbe tradurre
anche così: un deficit di inefficienza pari al 523,8 %. E
non è l’unico caso. Attualmente, a Oppido Mamertina
(Reggio Calabria), la struttura ospedaliera conta 94
dipendenti, 20 posti letto e una spesa corrente di 8 milioni
e 685 mila euro per delle prestazioni il cui valore non
supera il milione 496 mila €. Inefficienza pari al 480,5%.
Ancora. Il nosocomio di Chiaravalle (Catanzaro), popolato di
163 assunti per 38 letti disponibili, spende la bellezza di
12 milioni 700 mila € e produce poco più di 2 milioni di
euro.
Quando poi si confronta la sanità pubblica con quella
privata le cifre diventano ancora più esorbitanti. In
Calabria vivono sulle tasche dei cittadini 37 ospedali e 32
case di cura private. Nel 2008 i primi hanno richiesto un
esborso complessivo di 1,3 miliardi di euro, le seconde 210
milioni. Insomma, il privato costa meno del pubblico, si
sobbarca di molti pazienti che scappano dagli ospedali e
contrae dalla Regione dei debiti di servizio che
l’amministrazione impiega circa 770 giorni a rimborsare.Un
record.
Si potrebbe andare avanti a lungo a ritroso nei lustri
nell’elenco dei disastri sanitari calabresi, peccato che
sia quasi impossibile farlo poiché buona parte dei
rendiconti esistenti sul comparto assistenziale sono il
frutto dei calcoli fatti dalla magistratura nel corso delle
inchieste giudiziarie, dunque piuttosto recenti. Secondo
quanto evidenziato dal ministro dell’Economia, Giulio
Tremonti, lo scorso settembre, pare che la Regione Calabria
abbia ritenuto per lungo tempo “facoltativi” i bilanci
amministrativi, preferendo tenere il conto dei costi
sanitari in maniera orale e assolutamente privi di seri
riferimenti di verifica e riscontro annuale.
.........CONTINUA
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lucillafiaccola1796 27 dicembre 2010 20:41
fra un po' tutti a casa...
la trippa sta finendoooo...
la casa chiuderààààààààà
la mamma sta fuggendooooo
il pappa kreperààààà
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sugar magnolia 27 dicembre 2010 10:32
Qualcuno ci guadagnerà, in molti ci rimetteranno, ma per il
sistema dei Comuni italiani il federalismo fiscale rischia
di essere una vera e propria stangata: potrebbe ammontare a
445 milioni la perdita secca di risorse per i sindaci
italiani e per i servizi essenziali che i municipi
forniscono ai cittadini.
I dati sono frutto di un’elaborazione del senatore Pd
Marco Stradiotto, realizzata sulla base della Commissione
tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo
fiscale (Copaff). E a guadagnarci, denuncia Stradiotto,
saranno i Comuni più ricchi, in particolare quelli con una
forte vocazione turistica come dimostra il caso di Olbia, la
maggiore beneficiata grazie all’alto numero di seconde
case.
A rimetterci, i municipi già in difficoltà: due nomi per
tutti, Napoli e L’Aquila, i due Comuni che più di tutti
dovrebbero invece aver beneficiato delle ‘attenzioni’
del premeier Silvio Berlusconi. E più in generale, vantaggi
al nord e ancora maggiori difficoltà al sud.
Stradiotto ha messo a confronto i trasferimenti dallo Stato
ai Comuni nel 2010 da un lato, e dall’altro il totale del
gettito dalle imposte devolute in base al decreto attuativo
sul fisco comunale (tassa di registro e tasse ipotecarie,
l’Irpef sul reddito da fabbricati e il presunto introito
che dovrebbe venire dalla cedolare secca sugli affitti).
Risultato, dai 6 miliardi e 400 milioni di trasferimenti del
2010 si passerebbe a 5 miliardi 960 milioni gettito
garantito dalle imposte devolute: perdita secca di 445
milioni.
Chi ci rimetterà di più, come detto, sarà il Comune di
Napoli, già alle prese con l’emergenza rifiuti. I
partenopei dovranno rinunciare a 390 milioni (-61%),
nonostante la loro Imu (la nuova imposta che assomma tutte
quelle esistenti sugli immobili) sarà la più alta con 669
euro per abitante.
Un’altra mazzata arriverà su L’Aquila, distrutta dal
terremoto del 2009: -66%, per una perdita di 26 milioni.
Sempre al centro sud le altre città più penalizzate:
nonostante lo status di Capitale, Roma perderà 129 milioni,
e Palermo addirittura 185 milioni, mentre Catania ‘solo’
62 milioni in meno. In percentuale, andrà malissimo anche a
Cosenza (-55%), Messina (-59%), e Taranto(-50%).
Chi invece può sorridere è Olbia, che segna il record di
incremento con il 180% in più, dai 9 attuali ad oltre 25
milioni. Si piazza al secondo posto Imperia, con un più
122% di gettito ‘devoluto’ rispetto ai trasferimenti
attuali. Anche Milano avrà un saldo positivo di 169
milioni. E le altre città beneficiate si ritrovano sempre
al nord: Parma (+105%), Padova (+76%), Siena (+68%) e
Treviso (+58%).
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Non credo che riusciranno a fare una cosa cosi'
bella....sono decenni che gettiamo miliardi nel meridione,
miliardi che vengono poi regolarmente "mangiati" dai soliti
potentati locali.
Inoltre Campania Calabria e Sicilia sono zone in qui milioni
di voti sono controlati dalle mafie.
Chi fa una legge del genere perderebbe il loro
voto......SAREBBE TROPPO BELLO SE VENISSE FATTO COSI' COME
DICE SOPRA.
E quando un qualche comune dichiarera' bancarotta ROMA SARA'
COSTRETTA AD INTERVENIRE per evitare disordini sociali....e
alla fine i soldi li dovra' cacciare.
E li dovra' prendere dove ci sono, cioe' dal Nord......sono
certo che questa impostazione verra' "sforbiciata" nelle
varie commissioni.....alla fine la classe politica inetta
incapace e collusa del meridione continuera' a mangiare
soldi pubblici......MALEDETTI INCAPACI !!!!
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Sharman* 26 dicembre 2010 22:30
Chissà se la magistratura rileverà qualche vizio di
incostituzionalità e di discriminazione: sembra che per
andare ai bagni a Ostia ti chiederanno un documento, sei non
sei cittadino romano devi pagare una tassa (per pagare i
dissesti finanziari dei romani!).
Idem ovviamente per gli alberghi: non sei romano, paga!
Stupidi oltre che parassiti, perchè ovviamente chi va in
albergo nella propria città? Potevano mettere una tassa di
soggiorno per tutti e avrebbero glissato, sempre una
parassitata alle spalle degli altri sarebbe stata, ma
potevano almeno nascondersi dietro la solita foglia di
gramigna...
Se lo avessero fatto al Nord sarebbero saltati su come degli
ossessi magistrati, politici,televisioni.. Se poi un
provvedimento simile fosse stato fatto contro gli stranieri
tutta la magistratura si sarebbe messa ad abbaiare forte al
guinzaglio dei poteri forti globalizzati. Avrebbe abbaiato
anche Saviano..
La magistrartura è da anni uno dei problemi più grossi che
ha l’italia, non per niente quel furbetto di Grillo
vorrebbe darle il potere di veto in politica, come da agenda
mondialista.
Voglio proprio vedere se qualcuno solleva il dubbio di
costituzionalità.
Intanto il corriere
http://www.corriere.it/economia/10_dicembre_26/federalismo-n
apoli-aquila_ad04c9c0-10fe-11e0-a637-00144f02aabc.shtml
e la repubblica
http://www.repubblica.it/economia/2010/12/26/news/federalism
o-10595467/
titolano all’unisono di “penalizzazioni” per i comuni
del sud con il cosiddetto “federalismo fiscale” (che non
ha niente a vedere con il federalismo), salvo poi, almeno il
corriere, riconoscere nell’articolo che
Napoli ora è il Comune che riceve i trasferimenti statali
più alti: 668 euro per abitante di fronte a una media di
387
Ovviamente non sono stati contati tutti gli interventi
straordinari ,come l’esercito che sta in questi giorni
raccogliendo la munnezza napolitano. Su i soldi buttati
“arroma” stendiamo una coperta pietosa, sono molto, ma
molto, di più di quelli che figurano nei numeri
ufficiali.
Quindi i comuni del sud non verranno penalizzati per niente,
rimangono sempre privilegiati.
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sugar magnolia 25 dicembre 2010 2:58
Dopo aver letto il post di Sherman n. 470 (perlatro molto
pertinente) ho visto un altro poet n. 471......ED HO SUBITO
IMMAGINATO FOSSE LA LUCY............vado a vedere ed infatti
..... cmq ho trascurato il thread, oramai sono cosi'
disilluso che non cerco neanche notizie sul meridione a
confutazione della mia teoria........gli okki li abbiamo
tutti !!!!
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lucillafiaccola1796 24 dicembre 2010 17:07
se piasse tutto bozzi puro er pappa! che pace!
che laboriosità... perché i Romani, quelli veri sono
l'ufficiosemplificazione cose complicate, mentre i "con duce
nti" sono l'ufficio complicazione cose semplici... si dice
la la xeda più la si man eggia e più ..uzza... e loro si
mangeggino a vicenda....!
max e salvio 2 amo rini in bi.camerale!
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Sharman* 24 dicembre 2010 5:58
Bella notizia questa: per ripianare i disavanzi della eterna
mala amministrazione romana, in aggiunta agli enormi denari
che già vengono dati (non si sa perchè) al comune de roma,
viene introdotta una tassa sul soggiorno in roma, alberghi,
pensioni, addirittura i viscidi bagni di ostia...
Vale a dire che la fogna romana non viene meno alla propria
vocazione parassitaria.
Mentre si celebrano cupamente i 150 anni di unità italiana,
unico paese al mondo in cui l’unità fu fatta prima, senza
e contro la “gabidale” (roma fu l’ultimo paesone
conquistato alla causa italiana, paesone farlocco,
“gabidale” farlocca), quest’ultima, roma, ingrata di
esere stata sollevata dalle sue miserabili vicende di
ignoranza, povertà e ingiustizia, e resa gabidale
parassitaria dello stato italiano, adesso pretende pure di
far pagare una ulteriore imposta a tutti quelli che per
necessità devono trascorrere qualche giorno nella cloaca
romana: il fallimento più conclamato del ruolo di gabidale,
la sputtanata più totale, il disgusto più profondo. ( e
pure esentano i minori di dieci anni che invece sono i più
rompicoglioni di tutti nelle località turistiche, musei,
chiese, alberghi, ristoranti, ...)
Spostatela quella “gabidale” se non è neanche capace
di svolgere il proprio ruolo.
Ma cosa ve ne fate di una gabidale come quella? Non capite
che è uno dei più grossi problemi italiani?
Roma non produce niente, marcisce solamente. E vi fa marcire
anche voi.
Roma vive solo come “sede”, di questo, di quello, di
governo, di chiesa, di sindacati, di enti, di magistrature,
di federazione del pallone, di onlus, di manifestazioni, di
ogni degenere di parassitismo... di per sè sarebbe più
improduttiva di Napoli.
E’ per questo che quando le consorterie massoniche europee
brigarono per costituire l’italia, la Gran Bretagna impose
l’unità itraliana invece dei tre stati separati come da
piano francese.
Sapeva bene che appioppando il meridione alla Padania
avrebbe neutralizzato ogni possibilità di successo
dell’italia ( e così è stato), e trasferendo la capitale
nella fogna romana avrebbe sempre avuto un servilistico
appoggio e avrebbe tolto alla costituenda italia la
propulsione della propria capitale naturale Milaan (oppure
Venexia).
Il tutto ovviamente, come da secoli, per impedire la
gravitazione della Padania verso la Mitteleuropa...
Adesso leggo pure che hanno fatto scoppiare due pacchi
esplosivi alle ambasciate di Svizzera e Chile... In neanche
30 min. si è già dato in pasto al pubblico la pista
“anarchica”, ovvero sono i servizi segreti. Oggi usano
come definizioni “anarchico” e “al qaeda”, solo
marchiature in codice. Anni fa usavano anche “estremismo
nero” (stazione di Bologna), adesso è passato di moda.
In verità sono solo avvertimenti pesanti all’italia,
pesantissimi.
Che il Cielo vi aiuti perchè da soli sembrate non
farcela...
Ma ancora non vi siete rotti i coglioni di quel cazzo di un
paese di italia? Con le sue fogne, le sue gabidali, le sue
chiese, il suo meridione...
Siete lì senza soldi e con un potenziale enorme, da nord
a sud.
Ancora non la capite che dovete prendere decisioni
importanti se non volete finire ancora peggio di quello che
siete adesso?
Europa, euro, globalizzazione, meridionalizzazione,
immigrazione, gabidali, chiese, destre/sinistre,..
E su, forza!, rendetevi conto che siete uno dei paesi più
avanzati del mondo...!!!
E io il mondo l'ho girato...
|
sugar magnolia 25 novembre 2010 10:19
QUESTA E' LA CLASSE POLITICA MERIDIONALE, DI DESTRA O DI
SINISTRA (oramai concezioni ampiamente superate dai fatti),
completamente collusa con la Camorra ed un cancro, un vero
cancro quale e' Nicola Cosentino (ripeto, e' un cancro a
prescindere dal partito al quale fa capo) e' padrone
assoluto della miseria e della bassezza sociale e morale che
si e' impadronita della regione Campania nell'espressione
della sua classe dirigente.
Dico questo in piena solidarieta' con i cittadini campani
che devono subire questa onta, di questo essere immondo che
in paese civile sarebbe in carcere da quel pezzo.
Il punto e' che sono troppi i soggetti e troopi gli
interessi in gioco e i giochi di ricatto incrociato ai quali
Nik puo' dare luogo.
E las Campania intanto affonda, lo Stato e' impotente e i
cittadini sono vittime.
Bene hanno fatto le regioni che hanno rifiutato di smaltire
i rifiuti campani, se li aiutiamo e ci mettiamo una pezza le
cose non cambieranno mai.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
°°°°°°°°°°°
Passi il checkpoint Charlie, che non è sulla berlinese
Friedrichstrasse, ma è qui sulla cosiddetta via americana
del casertano, e ti trovi finalmente a Cosentino-City dopo
aver costeggiato, tra Succivo e Gricignano d'Aversa, la U.
S. Navy Support City, dove stazionano i marines. Eccolo,
sotto un cielo plumbeo di pioggia e di miasmi, il cuore, o
meglio la testa, dei rifiuti napoletani, padani e forse
europei, dove il percolato fu trasformato in oro, le
discariche in business miliardari, gli orti di carciofi,
finocchi e cavolfiori, i frutteti e le vigne, in
un'anticamera dell'inferno.
Quasi tutto questo, dicono le inchieste, avvenne ad opera di
Nicola Cosentino, detto Nick 'o americano, ex
sottosegretario all'Economia tuttora supremo coordinatore
berlusconiano in Campania e inventore del modulo aureo
terra-rifiuti-soldi-politica-potere.
Quando gli americani sbarcarono qui, trovarono abilissimo a
trafficare non Nicola, nato nel 1959, ma suo padre Silvio,
detto 'o americano, che con gli alleati e i traffici di
tutti i tipi del dopoguerra nella patria dell'arrangiarsi,
s'intese con loro alla grande. Furono i socialdemocratici ai
tempi di Saragat, quando i finanziamenti americani
transitanti per Giulio Andreotti passavano pro quota al
partito più filoamericano d'Italia, che lanciarono negli
affari e in politica la dinastia dei Cosentino, oggi capace
di condizionare le sorti del governo Berlusconi. Altro che
Mara Carfagna e Italo Bocchino, sodali politici. Le chiavi
del vero potere bisogna venire a cercarle qui nell'umido
autunno partenopeo, dove un imprenditore in odore di affari
e di camorra può condizionare con le sue manine romane i
decreti decisi in Consiglio dei ministri, come quello sui
rifiuti campani che il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano ha dovuto dichiarare di non aver mai visto, dopo
che per alcuni giorni il testo fu bloccato in una copertina
lasciata per giorni interi alla decisiva delibazione dei
plenipotenziari locali delle cosche camorriste.
Per capire dove nasce l'economia del percolato e delle
discariche a cielo aperto occorre seguire per pochi
chilometri dalle periferie napoletane coperte di sacchetti
immondi e purulenti, l'autostrada Roma-Napoli, fino a questo
paesone di 21 mila abitanti che sembra un serpente senza
testa. Un checkpoint di guerra. Entri nel territorio
comunale e t'imbatti in un posto di blocco di polizia ed
esercito munito di blindato. Dicono che si tratta del
cosiddetto modello-Caserta del ministro dell'Interno Bobo
Maroni: polizia più esercito coadiuvanti in funzione
deterrrente. Le truppe maroniane, stancamente, controllano
qualche trasportatore di latte o mozzarelle e lasciano
sfrecciare nugoli di Porsche 911 che si avventano sicure nel
degrado di centinaia di scheletri di cemento armato. Del
resto i casalesi, oltre la camorra, hanno l'oscar del
calcestruzzo, i muratori di qui vanno a lavorare,
richiestissimi, in ogni parte d'Italia. Qui, case costruite
senza alcuna regola e mai terminate, forse sequestrate a
capetti camorristi, avvolte in una calda coperta di munnezza
organica e disorganica. Un cimitero che non ha forse
l'eguale neanche nell'Africa del nord, fatto di plastica, di
odori che ti prendono quasi materiali, di cadaveri animali,
compresi cani morti da trenta chili, che giacciono a
sfaldarsi sotto la pioggia in un turbinio di zoccole
festanti, nel senso proprio del termine, non in quello che
le gentili lady della Casa delle libertà hanno tradotto
negli ultimi giorni, rivolgendoselo, con il sinonimo campano
di vajassa, che se si declina in vajassona e che si traduce
in troiona. A cotè, nell'ingresso alla Cosentino-City, a
guardia di improbabili rotonde per regolare il traffico di
Porsche camorriste e di trasporti di latte e mozzarelle di
bufale cresciute su terreni che la regione ha recintato
perché intrise di rifiuti tossici, un crescendo di
santità.
Santi e martiri ritratti scultoreamente in dimensioni reali.
Tolto Gesù, ci imbattiamo, alla seconda rotonda, nel papa
tedesco Ratzinger e - non poteva mancare - in Padre Pio.
Devozione dovuta. A chi si doveva rivolgere il cardinale di
Napoli Crescenzio Sepe, quando doveva sistemare una paio di
nipoti disoccupati? Naturalmente al satrapo di Casal di
Principe, ai suoi accoliti e all'antico sodale Guido
Bertolaso, l'uomo di tutte le emergenze che qui evitò
rigorosamente di certificare una sola emergenza: quella
rappresentata dal sistema camorrista dei rifiuti come grande
affare campano e nazionale del secolo.
Lo stato maggiore dell'ex sottosegretario Nicola Cosentino,
dimissionario dopo la richiesta di arresto per camorra, ma
tuttora ineludibile boss campano del partito di Berlusconi
che con la rivendicazione dei suoi diritti elettorali ha
provocato la crisi delle vajasse animata dal ministro Mara
Carfagna, ex showgirl amata dal capo, e Alessandra
Mussolini, vajassa di antica nomina, è all'inizio di via
Umberto primo. È proprio l'inizio di un serpentone di
chilometri e chilometri, dove ha sede la sua società AP,
Aversana Petroli, capofila di un gruppo ormai da centinaia
di milioni di euro.
Bombole di gas, lubrificanti, simpatie dell'Eni
berlusconizzata con la direzione di Paolo Scaroni, che ha
ceduto centinaia di punti vendita superando agevolmente lo
scoglio dell'antitrust: è qui che nidifica il business dei
rifiuti. Nella putrefazione morale e non solo mondezzaia
(copyright Piero Calamandrei e "La Peste", il libro di
Sodano e Trocchia che giustamente cita il detto). È qui che
Cosentino ha scoperto l'oro del percolato e delle discariche
come veri strumenti di potere.
Correranno forse cinquecento metri tra lo stato maggiore
dell'ex sottosegretario berlusconiano, dimissionario dopo
aver rischiato l'arresto per camorra, e il bar dove fu
trucidato da un commando camorrista Michele Orsi,
imprenditore dei rifiuti che aveva dichiarato come suoi veri
padroni Cosentino e l'ex leader di An Mario Landolfi. Aveva
confermato il camorrista Gaetano Vassallo: "Ho agito per
conto della famiglia Bidognetti quale loro referente nella
società Euro 4 gestita dai fratelli Orsi. Posso dire che la
società Euro 4 era controllata dall'onorevole Nicola
Cosentino e anche l'onorevole Mario Landolfi vi aveva
svariarti interessi".
Testimoni dicono che in un'occasione pubblica questo
Cosentino esclamò: "Eco 4 song'io!". E Eco 4 significa il
consorzio per la raccolta dei rifiuti controllato dalla
camorra.
Tra Giggino 'o drink, Giggino a Purpetta (l'attuale
presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro, della
cordata Cosentino), Peppe 'o Padrino, confessiamo che è
difficile identificare questa nuova classe dirigente
campana, rispetto ai tempi pur turpi dei Gava, dei Di Donato
e dei Cirino Pomicino. Questi, rispetto ai capiscuola di una
repubblica fa, sono come dire?, ben oltre.
L'impero Cosentino, salvo errore o omissione, è oggi
composto da Aversana Gas, Aversana Petroli, Ip Service,
Immobiliare 6 C, Agripoint e chissà che altro, in un
turbinio di affari opachi che qui a Cosentino-City, tra le
statue del Papa germanico e di Padre Pio, confondono tutto.
Salvo una sorta di una holding che sul decreto governativo
rimasto incerto tra le azioni delle manine camorriste per
alcuni giorni, tratta un affare miliardario di discariche e
termovalorizzatori. Prima l'affare era non farli, i
termovalorizzatori. Oggi può diventare un grande affare
farli.
Cos'è il genio imprenditoriale se non quello di sfruttare
le occasioni che periodicamente mutano? E alla cupola
camorrista tutto mancherà, ma non la capacità di
subodorare gli affari in fieri, come quelli delle nuove
discariche e dei nuovi termovalorizzatori, centinaia di
milioni di euro, che alla vecchia maniera possono essere
assegnati agli amici e agli amici degli amici. Capite ora
perché la crisi Carfagna, prodotto berlusconiano che
minaccia di abbandonare il berlusconismo, entra come un
coltello nella carne stessa del sistema di potere
berlusconiano ?
Per la prima volta gli affari senza controllo che hanno
segnato tre lustri di berlusconismo senza regole, appaltati
alle mafie locali a onore del motto "andate e arricchitevi",
incontrano all'interno stesso del moloch di potere qualche
inceppo.
A Santa Lucia, il presidente della regione Stefano Caldoro,
un ex socialista sul quale Cosentino preparò i dossier per
distruggerlo, ci confessa: "Saviano, diciamolo, non fa che
fotografare la realtà. Questa è una terra invasa per
decenni dai veleni provenienti da tutta l'Italia e da mezza
Europa e nessuno può negarlo. La camorra ci sta sempre,
soprattutto quando l'emergenza diventa lucro, come accade
sempre a Napoli e in Campania. Noi non siamo in Trentino e
giorno dopo giorno dobbiamo subire la controspinta
camorristica. Ci vorranno tanti anni e centinaia di milioni.
Ma giuro che ce la faremo".
Mentre il giovane governatore Caldoro, figlio di un
socialista di quelli che all'etica ci tenevano, ci diceva a
Napoli queste parole, a Roma il sottosegretario Gianni
Letta, stretto tra la Carfagna, la Mussolini e il suo
padrone, trattava con Nick 'o Americano le deleghe per le
operazioni antirifiuti in onore a Casal di Principe
|
sugar magnolia 28 ottobre 2010 13:06
ECCO UN VIRTUOSO POLITICO CALABRESE, E GLI ALLOCCHI
(allocchi mica tanto, la torta se la devono spartire tutti
quanti, poco importa se fa a pugni contro ogni logica, ovvio
che gli sscontrini presentati non sono tutti suoi) CHE HANNO
DELIBERATO IL RIMBORSO !!!
--------------------------------------------
ESISTE la politica a chilometri zero?
"Io non uso l'auto blu. E finché posso ne farò a meno".
Marchiato col fuoco, l'impegno d'onore che Giuseppe Bova,
già presidente del Consiglio regionale della Calabria,
annunciò a Repubblica quasi cinque anni fa è stato
mantenuto. Da quel giorno, e per tutti i giorni della
settimana, week end inclusi, Bova, dragone dell'anticasta,
protagonista di una delle più feroci lotte alle spese
inutili, tagliatore di teste solitario nella regione più
sprecona d'Italia, si è diretto alla pompa di benzina da
solo. E dal marzo del 2006 fino al marzo del 2010 ha fatto
il pieno conservando però ogni ricevuta per dimostrare il
certo. Ha speso 211mila euro di carburante.
Sono state 1460 giornate durante le quali non si è dato mai
malato e ha anzi pigiato sull'acceleratore per connettere
lungo l'asse Reggio Calabria-Catanzaro le energie vitali del
proprio corpo. Alla fine ha tirato le somme. Anzi le ha
fatte tirare al dirigente del servizio tesoreria della
Regione: gli spostamenti sono infatti costati 211.842 e 42
centesimi di euro. Tanta benzina è stata bruciata da Bova
in ragione della sua passione ipercinetica per la politica.
Si è subito osservato che la mole del bonus rendeva incerta
ogni comparazione con altri possessori di motori a
scoppio.
Duecentomila euro alla pompa dell'Agip? Nemmeno lo yacht di
Briatore abbisogna di tanto propellente energetico,
possibile che l'utilitaria di Bova, l'uomo politico senza
auto blu, consumi di più? Possibile. Il dubbio però
resisteva: vuoi vedere che è uno scherzo di carnevale? E'
una burla che i nemici di Bova, glorioso rappresentante
della sinistra calabrese, già del Pd (ora però fuori dal
partito), e prima dei Ds, e ancor prima del Pds, hanno
voluto mettere in scena? Niente. La delibera sembra vera.
Bollettino ufficiale della Calabria, edizione del 16 giugno
2010, determinazione n. 299 del 13 aprile scorso, la numero
103. All'onorevole Bova più di 211 mila euro cash. Il suo
benzinaio starà festeggiando, pensando alla legislatura che
è appena iniziata e ai chilometri che l'ex presidente del
consiglio regionale, ferocemente all'opposizione della
Giunta Scopelliti, ha in animo di fare, per tenere fede alla
sua idea di politica: tutta on the road.
|
sugar magnolia 27 ottobre 2010 14:36
Un caso di malasanità ogni due giorni.
E dunque 15 al mese. Sono i numeri finiti sotto la lente
d'ingrandimento della Commissione parlamentare d'inchiesta
sugli errori in campo sanitario e i disavanzi sanitari
regionali, diffusa dall'Adnkronos Salute. In poco più di un
anno, dal primo ufficio di presidenza di fine aprile 2009 a
metà settembre 2010, si contano 242 casi all'esame. Episodi
di presunta malasanità, di cui 163 hanno fatto registrare
la morte del paziente. O per errore diretto del personale
medico e sanitario, o per disservizi o carenze strutturali.
Episodi che dopo un esposto, una segnalazione, o magari un
articolo di giornale, arrivano sul tavolo del presidente
della Commissione Leoluca Orlando.
I NUMERI - Ben 163 vittime di cui 88 - praticamente la metà
- concentrate in due sole regioni: Calabria (50) e Sicilia
(38). L'analisi, se da una parte fa emergere il grande
lavoro e la capillare attenzione da parte della Commissione,
dall'altra mostra un lato sinistro della sanità nazionale:
su 242 casi 'attenzionatì, ben 64 si sono verificati in
Calabria, 52 in Sicilia, 24 nel Lazio, 15 in Campania,
Puglia e Lombardia, 14 in Veneto, 12 in Toscana, 9 in Emilia
Romagna, 8 in Liguria, 6 in Piemonte, 2 in Friuli Venezia
Giulia e in Abruzzo, 1 in Trentino Alto Adige, Umbria,
Marche e Basilicata.
|
sugar magnolia 14 ottobre 2010 11:54
So di un Sud che spende 32 miliardi di euro del contribuente
per il terremoto dell'Irpinia e che ne ha "assorbiti" 140
con la Cassa per il Mezzogiorno e l'Agensud senza far
decollare l'economia meridionale, che incendia 180
compattatori di rifiuti nel napoletano, che e' devastato da
Mafia, Camorra, Ndrangheta e Sacra corona unita, che ha un
tesoro a portata di mano (arte, gastronomia, clima, natura,
ecc.) che lascia andare in malora.
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lucillafiaccola1796 13 ottobre 2010 19:37
si vogliono sparpagliare? e chi glielo impedisce?
magari tutti i nordici in svizzera ed i sudici in africa e
noi centrali con chi? ma col pappa of course! li vivacci de
tutti sti' pezdem...enti!
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sugar magnolia 13 ottobre 2010 11:36
2) continua da sotto ....
Vivere senza il pronto soccorso: capita, nel 2009, in
Italia. Capita a Scalea, nel cosentino. Qui gli abitanti
devono percorrere 15 chilometri di strade imbottigliate nel
traffico nel periodo estivo per arrivare a Praia a Mare,
poiché l’ospedale, il cui progetto risale alla fine degli
anni 60 - 20 miliardi spesi della Cassa del Mezzogiorno - è
oggi un grande scheletro di cemento che accoglie degrado
invece dei 120 posti letto che gli ingegneri gli avevano
assegnato.
Ma le storie degli sprechi sanitari italiani non affondano
tutte nei decenni passati. Accadono benissimo anche oggi:
come il caso dell’«ospedale del mare», a Napoli. La posa
della prima pietra dell’ambizioso progetto di dotare il
quartiere di Ponticelli di una struttura da 450 posti letto
con tanto di eliporto, albergo per i parenti dei malati e
centro commerciale risale a maggio 2006. Doveva entrare in
funzione 30 mesi dopo, regalare all’area un polo di
eccellenza, ma ad oggi solo il 40% della struttura è
realizzata. Sul caso indaga la magistratura, e se anche il
costo finale dell’opera per ora non è stato aumentato -
210 milioni di euro -, l’entrata in servizio sì: si parla
del 2012. E comunque la data di fine lavori non sempre
corrisponde all’entrata in servizio dei reparti: basta
prendere a esempio quello che accade a pochi chilometri in
un altro ospedale napoletano, il San Gennaro: qui, denuncia
il capo gruppo al Consiglio Comunale del Pdl Ciro Varriale,
sono «più di 5 anni che i locali della rianimazione sono
stati ristrutturati, arredati con attrezzature specifiche
per otto posti letto, ma a causa di cosiddetti problemi
tecnici e per mancanza di personale, restano chiusi e
inutilizzati». L’usanza di riempire locali di
costosissime apparecchiature, prima di abbandonarli, è una
delle declinazioni più assurde del fenomeno: a Oppido
Mamertina, provincia di Reggio Calabria, alle spalle del
vecchio ospedale, oggi a rischio chiusura, sorge quello che
doveva essere il nuovo ospedale di un paese di poco più di
5mila abitanti. Un casermone di tre piani, ora fatiscente e
pericolante, dotato di tutti i macchinari che servono per
una moderna sala operatoria. Mai usati, e ora
inutilizzabili. Inutilizzabili come gran parte dei locali
dell’ex ospedale di Roccaromana, ancora in provincia di
Caserta: qui fino a 15 anni fa esisteva una struttura
ospedaliera. Era anche piena, appunto, di attrezzature. Le
apparecchiature sono state depredate, e ora alla popolazione
resta solo un altro, eccellente, rudere di proprietà
pubblica.
-----------------------------------------
ECCO, QUESTO E' IL MODO NEL QUALE LE AMMINISTRAZIONI
MERDIONALI MANGIANO I SOLDI IN UN FUIUME DI SPRECHI.
Ma questi soldi da dove li prendono ???
Loro non ne hanno, ....quindi ???
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sugar magnolia 13 ottobre 2010 11:35
SOLO UNA PICCOLA PARTE DEGLI SPRECHI DEL SUD CHE PIANGE
MISERIA
leggete bene prego ....
1)
Calcestruzzo depotenziato, ovvero scadente, marcio,
pericoloso, e un ospedale fatto evacuare «per gravissimo
rischio sismico». Il club delle meraviglie degli sprechi
sanitari ha celebrato ieri l’iscrizione di un nuovo,
prestigioso, socio: l’intero complesso ospedaliero di San
Giovanni di Dio, ad Agrigento, messo sotto sequestro dai
giudici prima che crollasse in testa ai suoi 400 posti
letto.
Un acquisto, da parte del circolo delle strutture
incompiute, dei nosocomi fantasma, dei reparti lager, nel
solco della tradizione, nel rispetto delle peggiori
prestazioni registrate negli anni dal lato oscuro della
sanità italiana. Non manca nulla al caso del San Giovanni:
una storia di ritardi ultraventennale - inaugurato nel 2004,
il progetto originale fu approvato dalla Cassa del
Mezzogiorno nel 1983 -, fiumi di denaro - oltre 100 miliardi
di lire - e fiumi di veleni e polemiche.
La sanità meridionale soffoca, chiede soldi, pretende altri
finanziamenti che poi spesso vengono utilizzati male. Due
regioni commissariate in questi giorni, lo scandalo di fondi
malgestiti e di ospedali inutili, il grande caos del Sud che
ha fatto carne da macello della gestione della sanità,
adesso mostra anche il suo lato peggiore: quello della
costruzione di ospedali fatiscenti già nella fase di
progettazione, o di lavori cominciati e mai finiti, o di
stabili completati e mai usati.
Certo il caso di Agrigento non può competere con un
campione assoluto come l’ospedale di San Bartolomeo in
Galdo, in provincia di Benevento. Intitolato in pompa magna
nel 1997 a Padre Pio - forse con l’augurio che il santo
dipanasse magicamente una matassa di ritardi, appelli,
proteste, negligenze e corruzioni - deve ancora oggi entrare
in funzione. La posa delle prima pietra avvenne nel 1958, i
milioni di euro spesi sono arrivati a essere in tutto
ventiquattro (gli ultimi quattro nel 2008 per l’ennesima
girandola di lavori di «messa a norma»), e ancora adesso
è un colosso inattivo da 150 posti letto; e i
sanbartolomeani continuano a fare 45 minuti di strada -
anche se con un infarto in corso - per raggiungere il più
vicino pronto soccorso.
|
Sharman* 11 ottobre 2010 18:48
La disponibilità di mano d'opera è l'ultimo dei fattori
che promuovono lo sviluppo industriale.
Infatti se così non fosse i paesi e le aree relativamente
sottosviluppate e ricche di mano d'opera disoccupata si
svilupperebbero più velocemente di quelle con basso tasso
di disoccupazione.
Invece la maggior parte dei periodi di espansione economica
in qualsiasi paese sono avvenuti con bassi tassi di
disoccupazione, a volte parzialmente bilanciati
dall’immigrazione.
L’immigrazione abbassa i salari, alza gli affitti, abbassa
il livello culturale e sociale di ogni area che ne è
colpita, non porta capacità lavorative superiori, crea
criminalità e abuso dei servizi sociali con aggravio di
imposte, e in aultima analisi porta uno sottosviluppo
economico.
L’immigrazione meridionale arriva al Nord quando tutte le
principali grandi industrie erano già sviluppate da decenni
: fiat, olivetti, dalmine, falk, breda, alemagna, motta,
alfaromeo,rinascente, mondadori, rizzoli... e molte altre.
Sono quasi tutte originarie di fine 800 inizio 900. La
seconda guerra mondiale fu solo una orribile cesura in un
processo di sviluppo iniziato ben prima.
E’ invece cronologicamente evidente, ma non per questo
causalmente certo, che l’immigrazione meridionale coincide
con la fine di quel processo di industrializzazione e
innovazione tecnologica, e non ha nessun efetto propulsivo o
migliorativo
Infatti da fine anni ’60 inizio ’70 incomincia il
processo di decadimento industriale del nord italia.
L’unico settore, a maggior riprova di quanto dico, che
dalla fine anni ’60 ad adesso si è sviluppato e si è
migliorato è stato quello delle piccole e medie imprese,
settore a bassissima penetrazione meridionale.
Quindi l’apporto economico (diviso pro capite, si intenda
bene) dell’immigrazione meridionale è per lo meno nullo,
secondo me negativo.
Invece il gravame sociale è stato altissimo.
Cmq i Signori usano sempre le stesse tecniche (è il popolo
che se le dimentica)e adesso le ripete con l’immigrazione
globalizzata.
Stai tranquillo che tra qualche anno anche i novelli
immigrati ripeteranno anche loro in coro le sovrastrutture
che i Signori avranno dato loro:
se non c’eravamo noi l’economia non funzionava,
abbiamo fatto noi progredire l’Italia e l’Europa,...
bla, bla, bla.
|
sugar magnolia 11 ottobre 2010 9:15
Stanislao (SHERMAN)
sei tornato !!! era da un po' che non ti sentivo......si
vede che avevi di meglio da fare.
Giusto cosi'....hahahaha
Si, a proposito del tuo post pero' e' innegabile che il
cosidetto Boom (1957 - 1963) e il "balzo in avanti" (senza
scomodare pero' il Presidente Mao) dell'Italia tutta e del
Nord, e' avvenuto anche per la massiccia immigrazione della
forza lavoro (= braccia) che ha sspinto le aziende del Nord
cosi' in alto.
Ovvio, non solo di questo si tratta, i fattori sono stati
molteplici, ma e' indubbio che un apporto massiccio di
manodopera, in un momento di espansione globale, e'
fondamentale allo sviluppo !!!
|
Sharman* 11 ottobre 2010 7:42
---- "quando se non era per i terroni che sono andati a
lavorare la,"
.....IL NORD NON SI SAREBBE SVILUPPATO COSI'.
E QUI, QUESTA COSA LA RICONOSCIAMO TUTTI QUANTI !!! ----
Tutte balle.
E' esattamente vero il contrario.
Il Nord si è sempre sviluppato senza l'apporto meridionale,
anzi si è e si sarebbe sviluppato meglio.
Mentre se non fosse stato per il Nord Italia in Meridione
sarebbero al livello del Marocco e degli altri paesi
mediterranei.
Purtroppo i centri di disinformazione internazionali
sfruttano sempre la bassa ignoranza, l'invidia e lo spirito
di rivalsa per continuare a propalare menzogne e seminare
gramigna e zizzania.
|
lucillafiaccola1796 9 ottobre 2010 19:29
se avete messo quello che chiami coglione a dirigere e
comandare, voi siete anche peggiori del testicolo in chief!
cor nuti e con tenti ma senza con tanti, mentree il bozz...
magna magna magna a Roma Padrona ih ih ih ih...
so' taliani..pensano che l'organizzazione sia una supposta,
che, ovviamente prendono per via orale!
|
sugar magnolia 8 ottobre 2010 14:45
"quando se non era per i terroni che sono andati a lavorare
la,"
.....IL NORD NON SI SAREBBE SVILUPPATO COSI'.
E QUI, QUESTA COSA LA RICONOSCIAMO TUTTI QUANTI !!!
-------------------------------
"non dimentichiamoci dei veneti che sono la razza peggiore
della padania"
anche questo lo riconosciamo tutti quanti !!
------------------------------
RAGAZZI, MI SIETE PIACIUTI, peccato solo che vi scagliate
contro le stronzate di quel coglione di Bossi, MA COME MAI
NON SENTO NEMMENO UNA PAROLA CONTRO L'INETTITUDINE E GLI
SPRECHI DELLE AMMINISTRAZIONI DEL SUD ??
Se passasse una qualche legge che imponesse (per quanto
possibile) un miglioramento della gestione pubblica del
meridione, NON SARESTE PER CASO VOI I PRIMI A BENEFICIARNE
??
Perche' dovete pagare le tasse per non avere nessun servizio
??
VI STA BENE COSI' ??
Oramai avete interiorizzato questo sfuttamento (voluto) DAI
VARI POTERI DELLO STATO , che volutamente hanno tenuto il
Sud in condizione di arretratezza economica, sono andati (E
VANNO TUTTORA) a braccetto con le varie Mafie, hanno mandato
finanziamenti a pioggia (un amre infinito di denaro) al sud,
nel corso dei decenni, SOLO E SOLTANTO PER MANGIARSELO A
PIENE GANASCE, senza che a voi, gente del sud, arrivassero
nemmeno le briciole ??
VI STA BENE TUTTO CIO' ??
Qui nessuno ce l'ha con i meridionali in quanto tali, anche
perche' quando questi vengono a lavorare qui al nord
......(io sono di Modena), tutti vediamo benissimo che
lavorano COME E MEGLIO DI NOI, a dimostrazione del fatto
che, inseriti in un contesto piu' effiente e organizzato,
italiani del Sud e del Nord sono uguali.
Ma in un contesto inquinato da disorganizzazione,
pressapochismo e/o inettitudine della classe dirigente,
collusioni aperte con le varie Mafie.....ecco che tutto
crolla e crolla anche la capacita' di produrre beni e di far
crescere i posti di lavoro.
VI STA BENE TUTTO CIO' ???
PERCHE' MAI UNA PAROLA SU QUESTO e solo frasi contro quel
coglione di Bossi ???
Non vorreste che qualcosa cambiasse per imporre un
cambiamento, anche graduale, di quel "modus operandi" e di
quelle politiche che hanno portato il Sud a questo punto ??
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GaspareFalletta 8 ottobre 2010 14:12
Io avrei voluto che Garibaldi avesse cominciato dalla
calabria cosi lasciava la sicilia per conto nostro è non
avevamo niente a che fare con la Padania, poi c'è il fatto
che i nostri politici comunciando da quel coglione di
Lombardo non hanno le palle per fare della sicilia uno stato
a se tanto se vogliamo possiamo farcela da soli le risorse
c'è li abbiamo e potremmo stare da soli in santa pace senza
dover sentire le stronzate di Bossi e della padania e di
tutti questi polentoni che sono sicuro la metà saranno
meridionali è non avere a che fare con nessuno. Questa per
la sicilia sarebbe l'unica soluzione e non sentire questi
stronzi che non fanno altro che offendere il sud, quando se
non era per i terroni che sono andati a lavorare la, loro
erano ancora apiantare mais e a mangiare polenta, ve lo dice
una persona che ha tanto girato sia la Lombardia sia tutto
il nord e non dimentichiamoci dei veneti che sono la razza
peggiore della padania. Basta se no non finisco mai di
parlare che cose da dire c'è ne sono a migliaia. Saluti
Falletta Gaspare.
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GaspareFalletta 8 ottobre 2010 13:10
Io me la prendo con Berlusconi che ha portato la lega al
governo perche si fa ricattare e gli concede
quello che vogliono, speriamo che si vada al più presto
alle elezioni cosi col culo che la lega va più a Roma dove
i loro ministri e politici della lega si beccano un sacco di
soldi da Roma ladrona e poi vogliono fare la padania. C
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carmando 8 ottobre 2010 9:18
secondo me, da buon meridionale napoletano, era meglio che
Garibaldi si fosse fatto i c... suoi.
in effetti io alzerei una muraglia, dopo il garigliano,per
separarci completamente dal nord e fare uno stato
indipendente del sud. stop. tanto ce la caveremo sicurament
da soli, visto che tutti i soldi arrivati dal nord al sud
comunque hanno fatto ritorno al nord. chiedere e/o verifcare
come le più grosse imprese nazionali si sono accresciute
compreso la fiat....
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