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Sharman*
9 gennaio 2011 6:00
Andrà anche bene che il presidente della repubblica italiota venga sempre scelto tra le innocue "vecchie befane" della politica, e andrà anche bene che il napolitano sia forse un discendente illegittimo di savoia, però sentirlo fare la marionetta di regime senza alcun rispetto per la Storia e senza vergogna per le proprie stupidaggini dette in occasioni ufficiali, fa veramente più che pena, fa compassione: una ridicola marionetta senza vergogna.
Infatti che cosa dice il napolitano? "Anche il Nord ricordi come nacque l'italia"

Io, che sono di Milano, me lo "ricordo" bene: la Lommbardia fu invasa dai Francesi, Napoleone III in persona entrò in Milano, strappadolo agli Austriaci, razzia delle vacche. In culo ad ogni ipotetico "risorgimento".
Poi viscidamente la storiografia italiota ricorda solo l'invasione del meridione, tanto per dare un appoggio alla lagna meridionalistica.

Esprimo un desiderio in sintonia con la befana napolitana per la celebrazione di questi 150 anni di italia: vorrei che ognuno di voi si "ricordasse" di come sia diventato italiano.
sugar magnolia
4 gennaio 2011 21:46
se venissero stampati e riuniti tutti gli articoli che ho postato in questo Thread, si avrebbe una visione d'insieme davvero eccellente sugli sprechi enormi, se non vere e proprie ruberie) delle amministrazioni meridionali, e tutto sulla pelle della stragrande maggioranza dei meridionali onesti.......e' una vera congerie di vergogne.....un insieme di cose scandalose e vergognose.
lucillafiaccola1796
4 gennaio 2011 19:18
non me ne vogliano... ma...
milanesi: ufficio complicazione cose semplici
romani : ufficio semplificazione cose complicate
ah ah ah ah
lo affermo con cognizione di causa... come suol, dirsi...
sugar magnolia
4 gennaio 2011 12:04
REGIONE SICILIA .....


Ha ventunomila dipendenti, ma per compilare le buste paga si rivolge all'esterno pagando un milione di euro. Succede alla Regione siciliana, e precisamente all'Azienda foreste demaniali, che ha deciso di esternalizzare il servizio di "gestione ed elaborazione" delle paghe.

L'Azienda foreste ha appena pubblicato un bando da un milione di euro per affidare il servizio di "elaborazione informatizzata delle paghe". Entro il 18 gennaio le ditte private interessate dovranno presentare la loro offerta, considerando un costo base di 3,5 euro per ognuna delle 21 mila buste paga che sono a carico dell'Azienda foreste, tra assunti a tempo indeterminato e determinato. Chi si aggiudicherà la gara dovrà "creare file xlm per le comunicazioni obbligatorie al ministero del Lavoro, realizzare un sito web e fornire un sistema software con relativo servizio assistenza". Il bando è stato pubblicato, tra gli altri, sul giornale Libero. Oltre all'Azienda foreste, anche il comando del Corpo forestale di Messina (5 mila dipendenti) ha appena varato una gara per affidare all'esterno il servizio di elaborazione delle buste paga. Diversi rami della Regione insomma sembra non abbiano abbastanza personale per curare le paghe dei propri dipendenti, nonostante i numeri da record dei lavoratori a carico di Palazzo d'Orleans.

Adesso il caso sbarca all'Ars con un'interrogazione che chiede lumi al direttore generale Salvatore Giglione: "Mi sembra davvero assurdo che nonostante l'esercito di lavoratori a libro paga della Regione non ci sia personale sufficiente per elaborare le buste paga - dice Fabio Mancuso (Pdl), presidente della commissione Ambiente - Si tratta di uno spreco anche perché, se davvero occorrono software particolari, ricordo a tutti che la Regione ha una società ad hoc, che è Sicilia e-Servizi. Invece l'Azienda foreste cosa fa? Si rivolge a privati, spendendo soldi in un momento in cui la Regione non ha fondi nemmeno per coprire le spese ordinarie". Nell'interrogazione si fa riferimento anche a un'altra "anomalia": "Chiedo di sapere perché sui giornali locali non c'è traccia di questo bando, e si pagano inserzioni solo su quelli nazionali", aggiunge Mancuso.
sugar magnolia
30 dicembre 2010 11:52
Questi sono i politici del meridione, ESPRESSIONE DELLA SOCIETA', E' INUTILE NEGARSELO, i politici locali vengono dalla societa' locale.

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Ora raccontiamo un po’ attraverso quali vicende Porfidia ha mollato Idv ed è diventato uno dei casi più eclatanti di quella “questione morale” a cui si riferiscono Luigi De Magistris, Sonia Alfano e Giulio Cavalli nella loro lettera ad Antonio Di Pietro. Nel 2009 si apprende che Porfidia è coinvolto in un’indagine per tentata estorsione con l’aggravante di aver favorito la camorra. Scrisse Rosaria Capacchione su Il Mattino il giorno della notifica dell’avviso di concluse indagini: “In ballo c’era il controllo del pacchetto di maggioranza di «Villa del Sole», una delle maggiori cliniche private convenzionate della provincia di Caserta. Il gruppo Riello in bilico, il gruppo rivale di Americo Porfidia in assetto di guerra. Era il giugno del 2004 e nella riunione del cda si sarebbero decise le sorti societarie dell’azienda. Fu allora che Porfidia, socio della casa di cura assieme alla moglie, sindaco di Recale e deputato in carica eletto nella lista dell’Italia dei Valori, si sarebbe rivolto alla camorra. Nello specifico ad Antimo Perreca, capozona del suo paese, e a Gaetano Piccolo, esponente del clan Belforte di Marcianise. Aveva chiesto e ottenuto, sostiene la Procura antimafia di Napoli, che i due boss facessero pressione su un altro socio di Pietro Riello, Giuseppe Maccauro, perché rinunciasse al controllo delle quote azionarie. In cambio, aveva garantito posti di lavoro e l’ingresso di una società di pulizie legata dal gruppo camorristico”.

Quando le prime avvisaglie dell’inchiesta finiscono sui giornali, tra Porfidia e Idv si consuma uno strano gioco delle parti. Il deputato che si autosospende e si iscrive al gruppo misto, il partito regionale che lo difende, la segreteria provinciale di Idv che resta comunque in mano a persone di sua strettissima fiducia. Fatta salva la presunzione di innocenza di Porfidia, non è stato uno bello spettacolo. Tra ipocrisie su ipocrisie, il deputato da un lato controllava indisturbato Idv a Caserta e dall’altro si allontanava progressivamente dal partito a livello nazionale. Fino al passaggio in maggioranza con Berlusconi.

E Di Pietro? Ancora nel novembre 2009, pochi giorni prima dell’avviso conclusa indagine, affermava sul sito di Micromega: “Quanto alla posizione processuale dell’on.le Amerigo Porfidia, ribadisco innanzitutto che non è vero che egli sia mai stato processato e nemmeno indagato per associazione mafiosa ex art. 416 c.p. Tale affermazione è un’autentica falsità, pubblicata a suo tempo da alcuni organi di informazione, a cui l’on.le Porfidia ha immediatamente e tempestivamente risposto anche querelando e citando in giudizio per diffamazione gli autori”.

E’ andata a finire come sappiamo. Ma con una coda sorprendente, rivelata stamane dal bravo collega Nello Trocchia sulle pagine del quotidiano Terra. Porfidia, scrive Trocchia, ha avuto un ruolo decisivo nel procacciare un altro transfuga dipietrista alla causa berlusconiana e così salvare il governo. Antonio Razzi, l’abruzzese eletto all’estero, ha confessato: “Sono stato avvicinato dall’amico Porfidia e ci siamo trovati con la famiglia”. I voltagabbana del Sud sono come le ciliegie. Uno tira l’altro.
sugar magnolia
30 dicembre 2010 11:44
Vi posto questo bellissimo, quanto chiaro articolo preso dal Blog di Angela VITALIANO.
Quanto sotto potrebbe rifarsi NON SOLO LA MERIDIONE, ma a tutti noi italiani che non siamo tutti incivili, sia beninteso, pero' il livello medio e' inferiore che non nei paesi anglosassoni.


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Non è vero che tutto il mondo è paese
Ore 13 di un qualsiasi mercoledì. O quasi. New York e’ stata sepolta, o quasi, da una delle piu’ cospicue nevicate degli ultimi decenni e i segni sono ancora visibili ovunque. Si lamentano ritardi nella pulizia delle strade e il sindaco Bloomberg si presenta in televisione e si prende la colpa, anche quella che non gli appartiene. Lo ascolto e penso a Napoli, sepolta da altro: sacchetti di spazzatura maleodorante dove i bambini non possono divertirsi e che, data la solita insania dei botti di Capodanno, rischiano di trasformarsi in pericolosissimi falo’.

Alla fermata dell’autobus c’e’ la solita fila, complicata dalle pozzanghere ghiacciate che la neve sciolta comincia a creare un po’ ovunque; pazientemente, uno dietro l’altro, con i piedi nell’acqua gelata, si aspetta il proprio turno per salire. A New York si sale uno per volta per dare modo al conducente di controllare la vidimazione del biglietto o dell’abbonamento. Anche se non lo sai, lo capisci facilmente perche’ sono tutti li’ in fila indiana senza spingere ne’ affrettarsi. Non lo capiscono, pero’, come spesso accade, due italiani, una coppia che per non “sostare” con i piedi nella pozzanghera, supera con assoluta indifferenza la fila e sale in autobus senza nemmeno accennare a un rossore di vergogna. Quella che, invece, prende me nel sentire qualche breve e pacato commento che sottolinea un gesto maleducato e privo di qualsiasi rispetto.

Nessuno fa riferimento al fatto che i due campioni di ‘civilta’’ siano italiani, ma io lo so e questo mi fa rabbia. Non per la fila non rispettata qui. Mi fa rabbia perche’ so che quel piccolo gesto e’ frutto di una mentalita’ e di un modo di vivere in cui il non rispetto delle regole e’ parte integrante della quotidianeita’: aggirarle e’ la scelta vincente; rispettarle, una faccenda da perdenti.



Capisco che possa suonare esagerato ma io sono convinta che quindici anni di Berlusconi siano spiegabili con l’incapacita’ degli italiani a rispettare le file.



Spesso, mi confronto con altre persone che vivono all’estero (non solo negli Stati Uniti) e conveniamo sul fatto che, altrove, si gode di una qualita’ della vita migliore perche’ c’e’ un oggettivo rispetto delle regole che si traduce anche in maggiore senso di responsabilita’ da parte dei cittadini.



Se rispetti le regole, fra l’altro, e pretendi che tutti le rispettino, dal vicino di casa al presidente del Consiglio, ti puoi aspettare anche di riceverne i benefici.



Il commento che sento piu’ spesso quando discuto di questi argomenti e’ che “tutto il mondo e’ paese”. Non c’e’ nulla di peggio che provare a scrollarsi di dosso le proprie responsabilita’, globalizzando la propria diseducazione alla civilta’. E sbagliando, ovviamente.



Pochissimi esempi. Oggi, la MTA, che si occupa dei trasporti cittadini, mi ha mandato un assegno di 30 dollari a rimborso del restante periodo di un abbonamento che si era smagnetizzato; Verizon, operatore telefonico, mi ha inviato un assegno di 17 dollari per un rimborso mai nemmeno richiesto; l’ufficio delle tasse mi ha mandato un assegno per il rimborso delle tasse 2010 (badate bene, dico 2010) dopo due mesi dal pagamento delle suddette. A Manhattan, ma anche in molte zone del Queens, di Brooklyn e del Bronx, si puo’ girare in metro a qualsiasi ora e la soglia del rischio e’ una delle piu’ basse degli Stati Uniti. Ieri, ho dimenticato il mio IPhone nel camerino di un negozio, mi hanno rincorso per restituirmelo.



Cio’ detto, se la neve (che e’ caduta a valanga) dopo 48 ore non e’ ancora completamente scomparsa dalle strade, il sindaco si prende la colpa; se un governatore accetta 5 biglietti gratuiti per una partita, come ha fatto Paterson, paga 65mila dollari di multa e se qualcosa non va nel paese il presidente fa una conferenza e dice “ho sbagliato io”.
Se solo in Italia si iniziassero a rispettare le file.
sugar magnolia
29 dicembre 2010 13:15
che schifo, mi viene il vomito, se a questo paese togli i Pozzi senza Fondo (voluti cosi' dal sistema...) di

CAMPANIA
CALABRIA
SICILIA

beh', sicuramente non risolvi tutti tutti i problemi , ma tanti sicuramente si'.

Questo federalismo Fiscale, se venisse approvato cosi' come vorrebbero i leghisti, toglierebbe troppe risorse a chi da anni pasteggia a caviale e champagne a spese degli altri.

cazzo che rabbia mi viene dentro quando leggo queste cose.....pensate che gli assessoeri della mia citta' (Modena) quando vanno in trasferta fuori dal comune, spediscono le fatture dei ristoranti + hotel e varie alla Gazzetta locale affinche venga pubblicato quanto hanno speso.
E l'opposizione si accapiglia nel dire che a ristorante hanno speso Eur 50 quando avrebbero potuto accontentarsi di Eur 30

CAPITOOOOOOOO ?????????????
sugar magnolia
29 dicembre 2010 13:10
....continua da sotto

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La cartiera – Tornardo ai record delle amministrazioni calabresi (e non solo perché il Sud, in generale, eccelle nel sistema) vi è la produzione di fatture presentate all’Ue per la riscossioni di rimborsi spesa a fronte di lavori e/o progetti imprenditoriali-aziendali mai eseguiti o del tutto inutili. La cartiera, appunto. Racconta un bell’articolo del giornalista e scrittore Antonio Galdo che la specialità della Regione Calabria sono le dighe fantasma. Pare che la regione abbia urgenza di contenere le proprie acque, al punto che oggi sono 36 le dighe in fase di attuazione e 6 sono già state terminate. L’anno prossimo dovrebbe essere ultimata anche la diga del Menta, iniziata nel 1985 e costata 270 milioni di euro. Quando e se tutte le opere saranno concluse la Calabria potrà vantare di avere una diga ogni 50 mila cittadini e un equilibrio idro-geologico compromesso dalle colate di cemento.
Quando, invece, l’uso dei fondi Ue è praticato alla luce del sole appare evidente lo sperpero dovuto ad incuria o incapacità amministrativo-progettuale. Per esempio, i fondi FAS (Fondi per le aree sottosviluppate) potrebbero elargire circa 1 miliardo 700 mila euro ma sembra sia quasi impossibile raggiungerli per l’assenza di qualsivoglia programma di spesa coerente. I 3 miliardi dei FERS (Fondi europei per lo sviluppo regionale), invece, sono stati riscossi ma spesi piuttosto male come la sponsorizzazione della Nazionale di calcio per la cifra di 8 milioni di euro. Motivo: tra i giocatori vi è il campione calabrese Rino Gattuso, dunque, fonte di buona pubblicità per la regione. Pretesto contorto e piuttosto costoso.
La spesa pubblica – Questa è una voce di spreco che sembra non avere limiti. Si comincia coi trasporti che negli ultimi anni hanno avuto un’impennata dei costi abnorme: da 313 milioni del 2001 a 1 miliardo 82 milioni nel 2008, con un aumento percentuale del 246,1%, per arrivare agli aereoporti. Ognuno di essi è dotato di una società di gestione individuale che – a sua volta – tiene in piedi 3 consigli direttivi. Con la stessa misura si regola tutto il panorama delle assunzioni e dei finanziamenti pubblico-locali. Così, se pare impossibile smaltire la giungla di dipendenti sanitari dalle Asl, è ancora più difficile ridurre le esigenze economiche della Guardia Forestale che ingolla 100 milioni l’anno. Per non parlare delle frodi orchestrate da sedicenti imprenditori per intascare i contributi statali, cosa per cui la magistratura ha dedotto un danno erariale di circa 150 milioni di euro. E si potrebbe ancora continuare.
sugar magnolia
29 dicembre 2010 13:10
LEGGETE SOTTO, QUESTO E' IL MERIDIONE, questo e' il sdistema criminale nato emantenuto vivo per gli interessi dei pochi che ci guadagnano e alle spalle dei tantissimi che ci rimettono (calabresi onesti in primo luogo)

MALEDETTI ................

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Catanzaro – Parlare della Calabria e delle sue varie fonti di spreco istituzionale è un po’ come sparare sulla Croce Rossa. Facile. In effetti, le spese inutili nella Regione dell’attuale governatore Giuseppe Scopelliti (PDL), in carica dallo scorso marzo 2010, sono tante, rintracciabili pressocchè in ogni settore della vita pubblica e in buona parte causate da un mix esplosivo di burocrazia intenzionalmente faragginosa e criminalità più o meno organizzata. Dunque, nel mare di numeri in eccesso e di atti giudiziari correlati, cominciamo dal comparto che – in ogni dove si discuta di sprechi – resta comunque il più colpito, quello socio-assistenziale.

La sanità – L’ex presidente Agazio Loiero (Pd) ha concluso il mandato iniziato nel 2005, lasciando il settore sanitario nella seguente situazione: abusi nella gestione delle gare d’appalto, illeciti nella gestione dei beni immobiliari, vizi nelle amministrazioni degli ospedali perpetrati da dirigenti e direttori sanitari spesso privi dei requisiti necessari per coprire gli incarichi e varie infiltarzioni mafiose persino nei reclutamenti del personale. E via così. Da scandalo a scandalo senza linea di continuità fino all’inevitabile Commissariamento e il controllo costante della Guardia di Finanza. Nel 2008, la Corte dei Conti aveva stimato la cifra di 42 milioni di euro il buco della sanità calabrese con un aumento esponenziale del 27% rispetto al debito dell’anno precedente. La fotografia diventa ancora più desolante se si guarda quello che accade negli ospedali. A Lamezia Terme, per esempio, il nosocomio Taurianova possiede 29 posti letto e 149 dipendenti. Due anni fa ha richiesto alle casse regionali un costo di 9 milioni 950 mila € per fatturare un totale di 1 milioni 595 mila €. Il dato si potrebbe tradurre anche così: un deficit di inefficienza pari al 523,8 %. E non è l’unico caso. Attualmente, a Oppido Mamertina (Reggio Calabria), la struttura ospedaliera conta 94 dipendenti, 20 posti letto e una spesa corrente di 8 milioni e 685 mila euro per delle prestazioni il cui valore non supera il milione 496 mila €. Inefficienza pari al 480,5%. Ancora. Il nosocomio di Chiaravalle (Catanzaro), popolato di 163 assunti per 38 letti disponibili, spende la bellezza di 12 milioni 700 mila € e produce poco più di 2 milioni di euro.

Quando poi si confronta la sanità pubblica con quella privata le cifre diventano ancora più esorbitanti. In Calabria vivono sulle tasche dei cittadini 37 ospedali e 32 case di cura private. Nel 2008 i primi hanno richiesto un esborso complessivo di 1,3 miliardi di euro, le seconde 210 milioni. Insomma, il privato costa meno del pubblico, si sobbarca di molti pazienti che scappano dagli ospedali e contrae dalla Regione dei debiti di servizio che l’amministrazione impiega circa 770 giorni a rimborsare.Un record.
Si potrebbe andare avanti a lungo a ritroso nei lustri nell’elenco dei disastri sanitari calabresi, peccato che sia quasi impossibile farlo poiché buona parte dei rendiconti esistenti sul comparto assistenziale sono il frutto dei calcoli fatti dalla magistratura nel corso delle inchieste giudiziarie, dunque piuttosto recenti. Secondo quanto evidenziato dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, lo scorso settembre, pare che la Regione Calabria abbia ritenuto per lungo tempo “facoltativi” i bilanci amministrativi, preferendo tenere il conto dei costi sanitari in maniera orale e assolutamente privi di seri riferimenti di verifica e riscontro annuale.

.........CONTINUA
lucillafiaccola1796
27 dicembre 2010 20:41
fra un po' tutti a casa...

la trippa sta finendoooo...
la casa chiuderààààààààà
la mamma sta fuggendooooo
il pappa kreperààààà
sugar magnolia
27 dicembre 2010 10:32
Qualcuno ci guadagnerà, in molti ci rimetteranno, ma per il sistema dei Comuni italiani il federalismo fiscale rischia di essere una vera e propria stangata: potrebbe ammontare a 445 milioni la perdita secca di risorse per i sindaci italiani e per i servizi essenziali che i municipi forniscono ai cittadini.

I dati sono frutto di un’elaborazione del senatore Pd Marco Stradiotto, realizzata sulla base della Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale (Copaff). E a guadagnarci, denuncia Stradiotto, saranno i Comuni più ricchi, in particolare quelli con una forte vocazione turistica come dimostra il caso di Olbia, la maggiore beneficiata grazie all’alto numero di seconde case.

A rimetterci, i municipi già in difficoltà: due nomi per tutti, Napoli e L’Aquila, i due Comuni che più di tutti dovrebbero invece aver beneficiato delle ‘attenzioni’ del premeier Silvio Berlusconi. E più in generale, vantaggi al nord e ancora maggiori difficoltà al sud.

Stradiotto ha messo a confronto i trasferimenti dallo Stato ai Comuni nel 2010 da un lato, e dall’altro il totale del gettito dalle imposte devolute in base al decreto attuativo sul fisco comunale (tassa di registro e tasse ipotecarie, l’Irpef sul reddito da fabbricati e il presunto introito che dovrebbe venire dalla cedolare secca sugli affitti). Risultato, dai 6 miliardi e 400 milioni di trasferimenti del 2010 si passerebbe a 5 miliardi 960 milioni gettito garantito dalle imposte devolute: perdita secca di 445 milioni.

Chi ci rimetterà di più, come detto, sarà il Comune di Napoli, già alle prese con l’emergenza rifiuti. I partenopei dovranno rinunciare a 390 milioni (-61%), nonostante la loro Imu (la nuova imposta che assomma tutte quelle esistenti sugli immobili) sarà la più alta con 669 euro per abitante.
Un’altra mazzata arriverà su L’Aquila, distrutta dal terremoto del 2009: -66%, per una perdita di 26 milioni.

Sempre al centro sud le altre città più penalizzate: nonostante lo status di Capitale, Roma perderà 129 milioni, e Palermo addirittura 185 milioni, mentre Catania ‘solo’ 62 milioni in meno. In percentuale, andrà malissimo anche a Cosenza (-55%), Messina (-59%), e Taranto(-50%).


Chi invece può sorridere è Olbia, che segna il record di incremento con il 180% in più, dai 9 attuali ad oltre 25 milioni. Si piazza al secondo posto Imperia, con un più 122% di gettito ‘devoluto’ rispetto ai trasferimenti attuali. Anche Milano avrà un saldo positivo di 169 milioni. E le altre città beneficiate si ritrovano sempre al nord: Parma (+105%), Padova (+76%), Siena (+68%) e Treviso (+58%).

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Non credo che riusciranno a fare una cosa cosi' bella....sono decenni che gettiamo miliardi nel meridione, miliardi che vengono poi regolarmente "mangiati" dai soliti potentati locali.

Inoltre Campania Calabria e Sicilia sono zone in qui milioni di voti sono controlati dalle mafie.
Chi fa una legge del genere perderebbe il loro voto......SAREBBE TROPPO BELLO SE VENISSE FATTO COSI' COME DICE SOPRA.

E quando un qualche comune dichiarera' bancarotta ROMA SARA' COSTRETTA AD INTERVENIRE per evitare disordini sociali....e alla fine i soldi li dovra' cacciare.

E li dovra' prendere dove ci sono, cioe' dal Nord......sono certo che questa impostazione verra' "sforbiciata" nelle varie commissioni.....alla fine la classe politica inetta incapace e collusa del meridione continuera' a mangiare soldi pubblici......MALEDETTI INCAPACI !!!!
Sharman*
26 dicembre 2010 22:30
Chissà se la magistratura rileverà qualche vizio di incostituzionalità e di discriminazione: sembra che per andare ai bagni a Ostia ti chiederanno un documento, sei non sei cittadino romano devi pagare una tassa (per pagare i dissesti finanziari dei romani!).
Idem ovviamente per gli alberghi: non sei romano, paga!
Stupidi oltre che parassiti, perchè ovviamente chi va in albergo nella propria città? Potevano mettere una tassa di soggiorno per tutti e avrebbero glissato, sempre una parassitata alle spalle degli altri sarebbe stata, ma potevano almeno nascondersi dietro la solita foglia di gramigna...

Se lo avessero fatto al Nord sarebbero saltati su come degli ossessi magistrati, politici,televisioni.. Se poi un provvedimento simile fosse stato fatto contro gli stranieri tutta la magistratura si sarebbe messa ad abbaiare forte al guinzaglio dei poteri forti globalizzati. Avrebbe abbaiato anche Saviano..

La magistrartura è da anni uno dei problemi più grossi che ha l’italia, non per niente quel furbetto di Grillo vorrebbe darle il potere di veto in politica, come da agenda mondialista.

Voglio proprio vedere se qualcuno solleva il dubbio di costituzionalità.

Intanto il corriere
http://www.corriere.it/economia/10_dicembre_26/federalismo-n apoli-aquila_ad04c9c0-10fe-11e0-a637-00144f02aabc.shtml
e la repubblica
http://www.repubblica.it/economia/2010/12/26/news/federalism o-10595467/
titolano all’unisono di “penalizzazioni” per i comuni del sud con il cosiddetto “federalismo fiscale” (che non ha niente a vedere con il federalismo), salvo poi, almeno il corriere, riconoscere nell’articolo che
Napoli ora è il Comune che riceve i trasferimenti statali più alti: 668 euro per abitante di fronte a una media di 387
Ovviamente non sono stati contati tutti gli interventi straordinari ,come l’esercito che sta in questi giorni raccogliendo la munnezza napolitano. Su i soldi buttati “arroma” stendiamo una coperta pietosa, sono molto, ma molto, di più di quelli che figurano nei numeri ufficiali.
Quindi i comuni del sud non verranno penalizzati per niente, rimangono sempre privilegiati.
sugar magnolia
25 dicembre 2010 2:58
Dopo aver letto il post di Sherman n. 470 (perlatro molto pertinente) ho visto un altro poet n. 471......ED HO SUBITO IMMAGINATO FOSSE LA LUCY............vado a vedere ed infatti ..... cmq ho trascurato il thread, oramai sono cosi' disilluso che non cerco neanche notizie sul meridione a confutazione della mia teoria........gli okki li abbiamo tutti !!!!
lucillafiaccola1796
24 dicembre 2010 17:07
se piasse tutto bozzi puro er pappa! che pace!
che laboriosità... perché i Romani, quelli veri sono l'ufficiosemplificazione cose complicate, mentre i "con duce nti" sono l'ufficio complicazione cose semplici... si dice la la xeda più la si man eggia e più ..uzza... e loro si mangeggino a vicenda....!
max e salvio 2 amo rini in bi.camerale!
Sharman*
24 dicembre 2010 5:58
Bella notizia questa: per ripianare i disavanzi della eterna mala amministrazione romana, in aggiunta agli enormi denari che già vengono dati (non si sa perchè) al comune de roma, viene introdotta una tassa sul soggiorno in roma, alberghi, pensioni, addirittura i viscidi bagni di ostia...

Vale a dire che la fogna romana non viene meno alla propria vocazione parassitaria.

Mentre si celebrano cupamente i 150 anni di unità italiana, unico paese al mondo in cui l’unità fu fatta prima, senza e contro la “gabidale” (roma fu l’ultimo paesone conquistato alla causa italiana, paesone farlocco, “gabidale” farlocca), quest’ultima, roma, ingrata di esere stata sollevata dalle sue miserabili vicende di ignoranza, povertà e ingiustizia, e resa gabidale parassitaria dello stato italiano, adesso pretende pure di far pagare una ulteriore imposta a tutti quelli che per necessità devono trascorrere qualche giorno nella cloaca romana: il fallimento più conclamato del ruolo di gabidale, la sputtanata più totale, il disgusto più profondo. ( e pure esentano i minori di dieci anni che invece sono i più rompicoglioni di tutti nelle località turistiche, musei, chiese, alberghi, ristoranti, ...)
Spostatela quella “gabidale” se non è neanche capace di svolgere il proprio ruolo.

Ma cosa ve ne fate di una gabidale come quella? Non capite che è uno dei più grossi problemi italiani?

Roma non produce niente, marcisce solamente. E vi fa marcire anche voi.
Roma vive solo come “sede”, di questo, di quello, di governo, di chiesa, di sindacati, di enti, di magistrature, di federazione del pallone, di onlus, di manifestazioni, di ogni degenere di parassitismo... di per sè sarebbe più improduttiva di Napoli.

E’ per questo che quando le consorterie massoniche europee brigarono per costituire l’italia, la Gran Bretagna impose l’unità itraliana invece dei tre stati separati come da piano francese.
Sapeva bene che appioppando il meridione alla Padania avrebbe neutralizzato ogni possibilità di successo dell’italia ( e così è stato), e trasferendo la capitale nella fogna romana avrebbe sempre avuto un servilistico appoggio e avrebbe tolto alla costituenda italia la propulsione della propria capitale naturale Milaan (oppure Venexia).
Il tutto ovviamente, come da secoli, per impedire la gravitazione della Padania verso la Mitteleuropa...

Adesso leggo pure che hanno fatto scoppiare due pacchi esplosivi alle ambasciate di Svizzera e Chile... In neanche 30 min. si è già dato in pasto al pubblico la pista “anarchica”, ovvero sono i servizi segreti. Oggi usano come definizioni “anarchico” e “al qaeda”, solo marchiature in codice. Anni fa usavano anche “estremismo nero” (stazione di Bologna), adesso è passato di moda. In verità sono solo avvertimenti pesanti all’italia, pesantissimi.

Che il Cielo vi aiuti perchè da soli sembrate non farcela...

Ma ancora non vi siete rotti i coglioni di quel cazzo di un paese di italia? Con le sue fogne, le sue gabidali, le sue chiese, il suo meridione...
Siete lì senza soldi e con un potenziale enorme, da nord a sud.

Ancora non la capite che dovete prendere decisioni importanti se non volete finire ancora peggio di quello che siete adesso?

Europa, euro, globalizzazione, meridionalizzazione, immigrazione, gabidali, chiese, destre/sinistre,..

E su, forza!, rendetevi conto che siete uno dei paesi più avanzati del mondo...!!!

E io il mondo l'ho girato...
sugar magnolia
25 novembre 2010 10:19
QUESTA E' LA CLASSE POLITICA MERIDIONALE, DI DESTRA O DI SINISTRA (oramai concezioni ampiamente superate dai fatti), completamente collusa con la Camorra ed un cancro, un vero cancro quale e' Nicola Cosentino (ripeto, e' un cancro a prescindere dal partito al quale fa capo) e' padrone assoluto della miseria e della bassezza sociale e morale che si e' impadronita della regione Campania nell'espressione della sua classe dirigente.
Dico questo in piena solidarieta' con i cittadini campani che devono subire questa onta, di questo essere immondo che in paese civile sarebbe in carcere da quel pezzo.
Il punto e' che sono troppi i soggetti e troopi gli interessi in gioco e i giochi di ricatto incrociato ai quali Nik puo' dare luogo.
E las Campania intanto affonda, lo Stato e' impotente e i cittadini sono vittime.
Bene hanno fatto le regioni che hanno rifiutato di smaltire i rifiuti campani, se li aiutiamo e ci mettiamo una pezza le cose non cambieranno mai.

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Passi il checkpoint Charlie, che non è sulla berlinese Friedrichstrasse, ma è qui sulla cosiddetta via americana del casertano, e ti trovi finalmente a Cosentino-City dopo aver costeggiato, tra Succivo e Gricignano d'Aversa, la U. S. Navy Support City, dove stazionano i marines. Eccolo, sotto un cielo plumbeo di pioggia e di miasmi, il cuore, o meglio la testa, dei rifiuti napoletani, padani e forse europei, dove il percolato fu trasformato in oro, le discariche in business miliardari, gli orti di carciofi, finocchi e cavolfiori, i frutteti e le vigne, in un'anticamera dell'inferno.

Quasi tutto questo, dicono le inchieste, avvenne ad opera di Nicola Cosentino, detto Nick 'o americano, ex sottosegretario all'Economia tuttora supremo coordinatore berlusconiano in Campania e inventore del modulo aureo terra-rifiuti-soldi-politica-potere.

Quando gli americani sbarcarono qui, trovarono abilissimo a trafficare non Nicola, nato nel 1959, ma suo padre Silvio, detto 'o americano, che con gli alleati e i traffici di tutti i tipi del dopoguerra nella patria dell'arrangiarsi, s'intese con loro alla grande. Furono i socialdemocratici ai tempi di Saragat, quando i finanziamenti americani transitanti per Giulio Andreotti passavano pro quota al partito più filoamericano d'Italia, che lanciarono negli affari e in politica la dinastia dei Cosentino, oggi capace di condizionare le sorti del governo Berlusconi. Altro che Mara Carfagna e Italo Bocchino, sodali politici. Le chiavi del vero potere bisogna venire a cercarle qui nell'umido autunno partenopeo, dove un imprenditore in odore di affari e di camorra può condizionare con le sue manine romane i decreti decisi in Consiglio dei ministri, come quello sui rifiuti campani che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dovuto dichiarare di non aver mai visto, dopo che per alcuni giorni il testo fu bloccato in una copertina lasciata per giorni interi alla decisiva delibazione dei plenipotenziari locali delle cosche camorriste.

Per capire dove nasce l'economia del percolato e delle discariche a cielo aperto occorre seguire per pochi chilometri dalle periferie napoletane coperte di sacchetti immondi e purulenti, l'autostrada Roma-Napoli, fino a questo paesone di 21 mila abitanti che sembra un serpente senza testa. Un checkpoint di guerra. Entri nel territorio comunale e t'imbatti in un posto di blocco di polizia ed esercito munito di blindato. Dicono che si tratta del cosiddetto modello-Caserta del ministro dell'Interno Bobo Maroni: polizia più esercito coadiuvanti in funzione deterrrente. Le truppe maroniane, stancamente, controllano qualche trasportatore di latte o mozzarelle e lasciano sfrecciare nugoli di Porsche 911 che si avventano sicure nel degrado di centinaia di scheletri di cemento armato. Del resto i casalesi, oltre la camorra, hanno l'oscar del calcestruzzo, i muratori di qui vanno a lavorare, richiestissimi, in ogni parte d'Italia. Qui, case costruite senza alcuna regola e mai terminate, forse sequestrate a capetti camorristi, avvolte in una calda coperta di munnezza organica e disorganica. Un cimitero che non ha forse l'eguale neanche nell'Africa del nord, fatto di plastica, di odori che ti prendono quasi materiali, di cadaveri animali, compresi cani morti da trenta chili, che giacciono a sfaldarsi sotto la pioggia in un turbinio di zoccole festanti, nel senso proprio del termine, non in quello che le gentili lady della Casa delle libertà hanno tradotto negli ultimi giorni, rivolgendoselo, con il sinonimo campano di vajassa, che se si declina in vajassona e che si traduce in troiona. A cotè, nell'ingresso alla Cosentino-City, a guardia di improbabili rotonde per regolare il traffico di Porsche camorriste e di trasporti di latte e mozzarelle di bufale cresciute su terreni che la regione ha recintato perché intrise di rifiuti tossici, un crescendo di santità.

Santi e martiri ritratti scultoreamente in dimensioni reali. Tolto Gesù, ci imbattiamo, alla seconda rotonda, nel papa tedesco Ratzinger e - non poteva mancare - in Padre Pio. Devozione dovuta. A chi si doveva rivolgere il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, quando doveva sistemare una paio di nipoti disoccupati? Naturalmente al satrapo di Casal di Principe, ai suoi accoliti e all'antico sodale Guido Bertolaso, l'uomo di tutte le emergenze che qui evitò rigorosamente di certificare una sola emergenza: quella rappresentata dal sistema camorrista dei rifiuti come grande affare campano e nazionale del secolo.

Lo stato maggiore dell'ex sottosegretario Nicola Cosentino, dimissionario dopo la richiesta di arresto per camorra, ma tuttora ineludibile boss campano del partito di Berlusconi che con la rivendicazione dei suoi diritti elettorali ha provocato la crisi delle vajasse animata dal ministro Mara Carfagna, ex showgirl amata dal capo, e Alessandra Mussolini, vajassa di antica nomina, è all'inizio di via Umberto primo. È proprio l'inizio di un serpentone di chilometri e chilometri, dove ha sede la sua società AP, Aversana Petroli, capofila di un gruppo ormai da centinaia di milioni di euro.

Bombole di gas, lubrificanti, simpatie dell'Eni berlusconizzata con la direzione di Paolo Scaroni, che ha ceduto centinaia di punti vendita superando agevolmente lo scoglio dell'antitrust: è qui che nidifica il business dei rifiuti. Nella putrefazione morale e non solo mondezzaia (copyright Piero Calamandrei e "La Peste", il libro di Sodano e Trocchia che giustamente cita il detto). È qui che Cosentino ha scoperto l'oro del percolato e delle discariche come veri strumenti di potere.

Correranno forse cinquecento metri tra lo stato maggiore dell'ex sottosegretario berlusconiano, dimissionario dopo aver rischiato l'arresto per camorra, e il bar dove fu trucidato da un commando camorrista Michele Orsi, imprenditore dei rifiuti che aveva dichiarato come suoi veri padroni Cosentino e l'ex leader di An Mario Landolfi. Aveva confermato il camorrista Gaetano Vassallo: "Ho agito per conto della famiglia Bidognetti quale loro referente nella società Euro 4 gestita dai fratelli Orsi. Posso dire che la società Euro 4 era controllata dall'onorevole Nicola Cosentino e anche l'onorevole Mario Landolfi vi aveva svariarti interessi".

Testimoni dicono che in un'occasione pubblica questo Cosentino esclamò: "Eco 4 song'io!". E Eco 4 significa il consorzio per la raccolta dei rifiuti controllato dalla camorra.

Tra Giggino 'o drink, Giggino a Purpetta (l'attuale presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro, della cordata Cosentino), Peppe 'o Padrino, confessiamo che è difficile identificare questa nuova classe dirigente campana, rispetto ai tempi pur turpi dei Gava, dei Di Donato e dei Cirino Pomicino. Questi, rispetto ai capiscuola di una repubblica fa, sono come dire?, ben oltre.

L'impero Cosentino, salvo errore o omissione, è oggi composto da Aversana Gas, Aversana Petroli, Ip Service, Immobiliare 6 C, Agripoint e chissà che altro, in un turbinio di affari opachi che qui a Cosentino-City, tra le statue del Papa germanico e di Padre Pio, confondono tutto. Salvo una sorta di una holding che sul decreto governativo rimasto incerto tra le azioni delle manine camorriste per alcuni giorni, tratta un affare miliardario di discariche e termovalorizzatori. Prima l'affare era non farli, i termovalorizzatori. Oggi può diventare un grande affare farli.

Cos'è il genio imprenditoriale se non quello di sfruttare le occasioni che periodicamente mutano? E alla cupola camorrista tutto mancherà, ma non la capacità di subodorare gli affari in fieri, come quelli delle nuove discariche e dei nuovi termovalorizzatori, centinaia di milioni di euro, che alla vecchia maniera possono essere assegnati agli amici e agli amici degli amici. Capite ora perché la crisi Carfagna, prodotto berlusconiano che minaccia di abbandonare il berlusconismo, entra come un coltello nella carne stessa del sistema di potere berlusconiano ?

Per la prima volta gli affari senza controllo che hanno segnato tre lustri di berlusconismo senza regole, appaltati alle mafie locali a onore del motto "andate e arricchitevi", incontrano all'interno stesso del moloch di potere qualche inceppo.

A Santa Lucia, il presidente della regione Stefano Caldoro, un ex socialista sul quale Cosentino preparò i dossier per distruggerlo, ci confessa: "Saviano, diciamolo, non fa che fotografare la realtà. Questa è una terra invasa per decenni dai veleni provenienti da tutta l'Italia e da mezza Europa e nessuno può negarlo. La camorra ci sta sempre, soprattutto quando l'emergenza diventa lucro, come accade sempre a Napoli e in Campania. Noi non siamo in Trentino e giorno dopo giorno dobbiamo subire la controspinta camorristica. Ci vorranno tanti anni e centinaia di milioni. Ma giuro che ce la faremo".

Mentre il giovane governatore Caldoro, figlio di un socialista di quelli che all'etica ci tenevano, ci diceva a Napoli queste parole, a Roma il sottosegretario Gianni Letta, stretto tra la Carfagna, la Mussolini e il suo padrone, trattava con Nick 'o Americano le deleghe per le operazioni antirifiuti in onore a Casal di Principe
sugar magnolia
28 ottobre 2010 13:06
ECCO UN VIRTUOSO POLITICO CALABRESE, E GLI ALLOCCHI (allocchi mica tanto, la torta se la devono spartire tutti quanti, poco importa se fa a pugni contro ogni logica, ovvio che gli sscontrini presentati non sono tutti suoi) CHE HANNO DELIBERATO IL RIMBORSO !!!

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ESISTE la politica a chilometri zero?

"Io non uso l'auto blu. E finché posso ne farò a meno". Marchiato col fuoco, l'impegno d'onore che Giuseppe Bova, già presidente del Consiglio regionale della Calabria, annunciò a Repubblica quasi cinque anni fa è stato mantenuto. Da quel giorno, e per tutti i giorni della settimana, week end inclusi, Bova, dragone dell'anticasta, protagonista di una delle più feroci lotte alle spese inutili, tagliatore di teste solitario nella regione più sprecona d'Italia, si è diretto alla pompa di benzina da solo. E dal marzo del 2006 fino al marzo del 2010 ha fatto il pieno conservando però ogni ricevuta per dimostrare il certo. Ha speso 211mila euro di carburante.

Sono state 1460 giornate durante le quali non si è dato mai malato e ha anzi pigiato sull'acceleratore per connettere lungo l'asse Reggio Calabria-Catanzaro le energie vitali del proprio corpo. Alla fine ha tirato le somme. Anzi le ha fatte tirare al dirigente del servizio tesoreria della Regione: gli spostamenti sono infatti costati 211.842 e 42 centesimi di euro. Tanta benzina è stata bruciata da Bova in ragione della sua passione ipercinetica per la politica. Si è subito osservato che la mole del bonus rendeva incerta ogni comparazione con altri possessori di motori a scoppio.

Duecentomila euro alla pompa dell'Agip? Nemmeno lo yacht di Briatore abbisogna di tanto propellente energetico, possibile che l'utilitaria di Bova, l'uomo politico senza auto blu, consumi di più? Possibile. Il dubbio però resisteva: vuoi vedere che è uno scherzo di carnevale? E' una burla che i nemici di Bova, glorioso rappresentante della sinistra calabrese, già del Pd (ora però fuori dal partito), e prima dei Ds, e ancor prima del Pds, hanno voluto mettere in scena? Niente. La delibera sembra vera.

Bollettino ufficiale della Calabria, edizione del 16 giugno 2010, determinazione n. 299 del 13 aprile scorso, la numero 103. All'onorevole Bova più di 211 mila euro cash. Il suo benzinaio starà festeggiando, pensando alla legislatura che è appena iniziata e ai chilometri che l'ex presidente del consiglio regionale, ferocemente all'opposizione della Giunta Scopelliti, ha in animo di fare, per tenere fede alla sua idea di politica: tutta on the road.
sugar magnolia
27 ottobre 2010 14:36
Un caso di malasanità ogni due giorni.
E dunque 15 al mese. Sono i numeri finiti sotto la lente d'ingrandimento della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario e i disavanzi sanitari regionali, diffusa dall'Adnkronos Salute. In poco più di un anno, dal primo ufficio di presidenza di fine aprile 2009 a metà settembre 2010, si contano 242 casi all'esame. Episodi di presunta malasanità, di cui 163 hanno fatto registrare la morte del paziente. O per errore diretto del personale medico e sanitario, o per disservizi o carenze strutturali. Episodi che dopo un esposto, una segnalazione, o magari un articolo di giornale, arrivano sul tavolo del presidente della Commissione Leoluca Orlando.

I NUMERI - Ben 163 vittime di cui 88 - praticamente la metà - concentrate in due sole regioni: Calabria (50) e Sicilia (38). L'analisi, se da una parte fa emergere il grande lavoro e la capillare attenzione da parte della Commissione, dall'altra mostra un lato sinistro della sanità nazionale: su 242 casi 'attenzionatì, ben 64 si sono verificati in Calabria, 52 in Sicilia, 24 nel Lazio, 15 in Campania, Puglia e Lombardia, 14 in Veneto, 12 in Toscana, 9 in Emilia Romagna, 8 in Liguria, 6 in Piemonte, 2 in Friuli Venezia Giulia e in Abruzzo, 1 in Trentino Alto Adige, Umbria, Marche e Basilicata.
sugar magnolia
14 ottobre 2010 11:54
So di un Sud che spende 32 miliardi di euro del contribuente per il terremoto dell'Irpinia e che ne ha "assorbiti" 140 con la Cassa per il Mezzogiorno e l'Agensud senza far decollare l'economia meridionale, che incendia 180 compattatori di rifiuti nel napoletano, che e' devastato da Mafia, Camorra, Ndrangheta e Sacra corona unita, che ha un tesoro a portata di mano (arte, gastronomia, clima, natura, ecc.) che lascia andare in malora.
lucillafiaccola1796
13 ottobre 2010 19:37
si vogliono sparpagliare? e chi glielo impedisce?
magari tutti i nordici in svizzera ed i sudici in africa e noi centrali con chi? ma col pappa of course! li vivacci de tutti sti' pezdem...enti!
sugar magnolia
13 ottobre 2010 11:36
2) continua da sotto ....

Vivere senza il pronto soccorso: capita, nel 2009, in Italia. Capita a Scalea, nel cosentino. Qui gli abitanti devono percorrere 15 chilometri di strade imbottigliate nel traffico nel periodo estivo per arrivare a Praia a Mare, poiché l’ospedale, il cui progetto risale alla fine degli anni 60 - 20 miliardi spesi della Cassa del Mezzogiorno - è oggi un grande scheletro di cemento che accoglie degrado invece dei 120 posti letto che gli ingegneri gli avevano assegnato.
Ma le storie degli sprechi sanitari italiani non affondano tutte nei decenni passati. Accadono benissimo anche oggi: come il caso dell’«ospedale del mare», a Napoli. La posa della prima pietra dell’ambizioso progetto di dotare il quartiere di Ponticelli di una struttura da 450 posti letto con tanto di eliporto, albergo per i parenti dei malati e centro commerciale risale a maggio 2006. Doveva entrare in funzione 30 mesi dopo, regalare all’area un polo di eccellenza, ma ad oggi solo il 40% della struttura è realizzata. Sul caso indaga la magistratura, e se anche il costo finale dell’opera per ora non è stato aumentato - 210 milioni di euro -, l’entrata in servizio sì: si parla del 2012. E comunque la data di fine lavori non sempre corrisponde all’entrata in servizio dei reparti: basta prendere a esempio quello che accade a pochi chilometri in un altro ospedale napoletano, il San Gennaro: qui, denuncia il capo gruppo al Consiglio Comunale del Pdl Ciro Varriale, sono «più di 5 anni che i locali della rianimazione sono stati ristrutturati, arredati con attrezzature specifiche per otto posti letto, ma a causa di cosiddetti problemi tecnici e per mancanza di personale, restano chiusi e inutilizzati». L’usanza di riempire locali di costosissime apparecchiature, prima di abbandonarli, è una delle declinazioni più assurde del fenomeno: a Oppido Mamertina, provincia di Reggio Calabria, alle spalle del vecchio ospedale, oggi a rischio chiusura, sorge quello che doveva essere il nuovo ospedale di un paese di poco più di 5mila abitanti. Un casermone di tre piani, ora fatiscente e pericolante, dotato di tutti i macchinari che servono per una moderna sala operatoria. Mai usati, e ora inutilizzabili. Inutilizzabili come gran parte dei locali dell’ex ospedale di Roccaromana, ancora in provincia di Caserta: qui fino a 15 anni fa esisteva una struttura ospedaliera. Era anche piena, appunto, di attrezzature. Le apparecchiature sono state depredate, e ora alla popolazione resta solo un altro, eccellente, rudere di proprietà pubblica.

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ECCO, QUESTO E' IL MODO NEL QUALE LE AMMINISTRAZIONI MERDIONALI MANGIANO I SOLDI IN UN FUIUME DI SPRECHI.

Ma questi soldi da dove li prendono ???
Loro non ne hanno, ....quindi ???
sugar magnolia
13 ottobre 2010 11:35
SOLO UNA PICCOLA PARTE DEGLI SPRECHI DEL SUD CHE PIANGE MISERIA

leggete bene prego ....

1)

Calcestruzzo depotenziato, ovvero scadente, marcio, pericoloso, e un ospedale fatto evacuare «per gravissimo rischio sismico». Il club delle meraviglie degli sprechi sanitari ha celebrato ieri l’iscrizione di un nuovo, prestigioso, socio: l’intero complesso ospedaliero di San Giovanni di Dio, ad Agrigento, messo sotto sequestro dai giudici prima che crollasse in testa ai suoi 400 posti letto.
Un acquisto, da parte del circolo delle strutture incompiute, dei nosocomi fantasma, dei reparti lager, nel solco della tradizione, nel rispetto delle peggiori prestazioni registrate negli anni dal lato oscuro della sanità italiana. Non manca nulla al caso del San Giovanni: una storia di ritardi ultraventennale - inaugurato nel 2004, il progetto originale fu approvato dalla Cassa del Mezzogiorno nel 1983 -, fiumi di denaro - oltre 100 miliardi di lire - e fiumi di veleni e polemiche.
La sanità meridionale soffoca, chiede soldi, pretende altri finanziamenti che poi spesso vengono utilizzati male. Due regioni commissariate in questi giorni, lo scandalo di fondi malgestiti e di ospedali inutili, il grande caos del Sud che ha fatto carne da macello della gestione della sanità, adesso mostra anche il suo lato peggiore: quello della costruzione di ospedali fatiscenti già nella fase di progettazione, o di lavori cominciati e mai finiti, o di stabili completati e mai usati.
Certo il caso di Agrigento non può competere con un campione assoluto come l’ospedale di San Bartolomeo in Galdo, in provincia di Benevento. Intitolato in pompa magna nel 1997 a Padre Pio - forse con l’augurio che il santo dipanasse magicamente una matassa di ritardi, appelli, proteste, negligenze e corruzioni - deve ancora oggi entrare in funzione. La posa delle prima pietra avvenne nel 1958, i milioni di euro spesi sono arrivati a essere in tutto ventiquattro (gli ultimi quattro nel 2008 per l’ennesima girandola di lavori di «messa a norma»), e ancora adesso è un colosso inattivo da 150 posti letto; e i sanbartolomeani continuano a fare 45 minuti di strada - anche se con un infarto in corso - per raggiungere il più vicino pronto soccorso.
Sharman*
11 ottobre 2010 18:48
La disponibilità di mano d'opera è l'ultimo dei fattori che promuovono lo sviluppo industriale.

Infatti se così non fosse i paesi e le aree relativamente sottosviluppate e ricche di mano d'opera disoccupata si svilupperebbero più velocemente di quelle con basso tasso di disoccupazione.

Invece la maggior parte dei periodi di espansione economica in qualsiasi paese sono avvenuti con bassi tassi di disoccupazione, a volte parzialmente bilanciati dall’immigrazione.
L’immigrazione abbassa i salari, alza gli affitti, abbassa il livello culturale e sociale di ogni area che ne è colpita, non porta capacità lavorative superiori, crea criminalità e abuso dei servizi sociali con aggravio di imposte, e in aultima analisi porta uno sottosviluppo economico.
L’immigrazione meridionale arriva al Nord quando tutte le principali grandi industrie erano già sviluppate da decenni : fiat, olivetti, dalmine, falk, breda, alemagna, motta, alfaromeo,rinascente, mondadori, rizzoli... e molte altre. Sono quasi tutte originarie di fine 800 inizio 900. La seconda guerra mondiale fu solo una orribile cesura in un processo di sviluppo iniziato ben prima.
E’ invece cronologicamente evidente, ma non per questo causalmente certo, che l’immigrazione meridionale coincide con la fine di quel processo di industrializzazione e innovazione tecnologica, e non ha nessun efetto propulsivo o migliorativo
Infatti da fine anni ’60 inizio ’70 incomincia il processo di decadimento industriale del nord italia.
L’unico settore, a maggior riprova di quanto dico, che dalla fine anni ’60 ad adesso si è sviluppato e si è migliorato è stato quello delle piccole e medie imprese, settore a bassissima penetrazione meridionale.
Quindi l’apporto economico (diviso pro capite, si intenda bene) dell’immigrazione meridionale è per lo meno nullo, secondo me negativo.
Invece il gravame sociale è stato altissimo.

Cmq i Signori usano sempre le stesse tecniche (è il popolo che se le dimentica)e adesso le ripete con l’immigrazione globalizzata.
Stai tranquillo che tra qualche anno anche i novelli immigrati ripeteranno anche loro in coro le sovrastrutture che i Signori avranno dato loro:
se non c’eravamo noi l’economia non funzionava, abbiamo fatto noi progredire l’Italia e l’Europa,... bla, bla, bla.
sugar magnolia
11 ottobre 2010 9:15
Stanislao (SHERMAN)

sei tornato !!! era da un po' che non ti sentivo......si vede che avevi di meglio da fare.
Giusto cosi'....hahahaha

Si, a proposito del tuo post pero' e' innegabile che il cosidetto Boom (1957 - 1963) e il "balzo in avanti" (senza scomodare pero' il Presidente Mao) dell'Italia tutta e del Nord, e' avvenuto anche per la massiccia immigrazione della forza lavoro (= braccia) che ha sspinto le aziende del Nord cosi' in alto.
Ovvio, non solo di questo si tratta, i fattori sono stati molteplici, ma e' indubbio che un apporto massiccio di manodopera, in un momento di espansione globale, e' fondamentale allo sviluppo !!!
Sharman*
11 ottobre 2010 7:42
---- "quando se non era per i terroni che sono andati a lavorare la,"

.....IL NORD NON SI SAREBBE SVILUPPATO COSI'.
E QUI, QUESTA COSA LA RICONOSCIAMO TUTTI QUANTI !!! ----


Tutte balle.
E' esattamente vero il contrario.

Il Nord si è sempre sviluppato senza l'apporto meridionale, anzi si è e si sarebbe sviluppato meglio.

Mentre se non fosse stato per il Nord Italia in Meridione sarebbero al livello del Marocco e degli altri paesi mediterranei.

Purtroppo i centri di disinformazione internazionali sfruttano sempre la bassa ignoranza, l'invidia e lo spirito di rivalsa per continuare a propalare menzogne e seminare gramigna e zizzania.
lucillafiaccola1796
9 ottobre 2010 19:29
se avete messo quello che chiami coglione a dirigere e comandare, voi siete anche peggiori del testicolo in chief! cor nuti e con tenti ma senza con tanti, mentree il bozz... magna magna magna a Roma Padrona ih ih ih ih...
so' taliani..pensano che l'organizzazione sia una supposta, che, ovviamente prendono per via orale!
sugar magnolia
8 ottobre 2010 14:45
"quando se non era per i terroni che sono andati a lavorare la,"

.....IL NORD NON SI SAREBBE SVILUPPATO COSI'.
E QUI, QUESTA COSA LA RICONOSCIAMO TUTTI QUANTI !!!

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"non dimentichiamoci dei veneti che sono la razza peggiore della padania"

anche questo lo riconosciamo tutti quanti !!

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RAGAZZI, MI SIETE PIACIUTI, peccato solo che vi scagliate contro le stronzate di quel coglione di Bossi, MA COME MAI NON SENTO NEMMENO UNA PAROLA CONTRO L'INETTITUDINE E GLI SPRECHI DELLE AMMINISTRAZIONI DEL SUD ??

Se passasse una qualche legge che imponesse (per quanto possibile) un miglioramento della gestione pubblica del meridione, NON SARESTE PER CASO VOI I PRIMI A BENEFICIARNE ??

Perche' dovete pagare le tasse per non avere nessun servizio ??

VI STA BENE COSI' ??

Oramai avete interiorizzato questo sfuttamento (voluto) DAI VARI POTERI DELLO STATO , che volutamente hanno tenuto il Sud in condizione di arretratezza economica, sono andati (E VANNO TUTTORA) a braccetto con le varie Mafie, hanno mandato finanziamenti a pioggia (un amre infinito di denaro) al sud, nel corso dei decenni, SOLO E SOLTANTO PER MANGIARSELO A PIENE GANASCE, senza che a voi, gente del sud, arrivassero nemmeno le briciole ??

VI STA BENE TUTTO CIO' ??

Qui nessuno ce l'ha con i meridionali in quanto tali, anche perche' quando questi vengono a lavorare qui al nord ......(io sono di Modena), tutti vediamo benissimo che lavorano COME E MEGLIO DI NOI, a dimostrazione del fatto che, inseriti in un contesto piu' effiente e organizzato, italiani del Sud e del Nord sono uguali.

Ma in un contesto inquinato da disorganizzazione, pressapochismo e/o inettitudine della classe dirigente, collusioni aperte con le varie Mafie.....ecco che tutto crolla e crolla anche la capacita' di produrre beni e di far crescere i posti di lavoro.

VI STA BENE TUTTO CIO' ???
PERCHE' MAI UNA PAROLA SU QUESTO e solo frasi contro quel coglione di Bossi ???

Non vorreste che qualcosa cambiasse per imporre un cambiamento, anche graduale, di quel "modus operandi" e di quelle politiche che hanno portato il Sud a questo punto ??
GaspareFalletta
8 ottobre 2010 14:12
Io avrei voluto che Garibaldi avesse cominciato dalla calabria cosi lasciava la sicilia per conto nostro è non avevamo niente a che fare con la Padania, poi c'è il fatto che i nostri politici comunciando da quel coglione di Lombardo non hanno le palle per fare della sicilia uno stato a se tanto se vogliamo possiamo farcela da soli le risorse c'è li abbiamo e potremmo stare da soli in santa pace senza dover sentire le stronzate di Bossi e della padania e di tutti questi polentoni che sono sicuro la metà saranno meridionali è non avere a che fare con nessuno. Questa per la sicilia sarebbe l'unica soluzione e non sentire questi stronzi che non fanno altro che offendere il sud, quando se non era per i terroni che sono andati a lavorare la, loro erano ancora apiantare mais e a mangiare polenta, ve lo dice una persona che ha tanto girato sia la Lombardia sia tutto il nord e non dimentichiamoci dei veneti che sono la razza peggiore della padania. Basta se no non finisco mai di parlare che cose da dire c'è ne sono a migliaia. Saluti Falletta Gaspare.
GaspareFalletta
8 ottobre 2010 13:10
Io me la prendo con Berlusconi che ha portato la lega al governo perche si fa ricattare e gli concede
quello che vogliono, speriamo che si vada al più presto alle elezioni cosi col culo che la lega va più a Roma dove i loro ministri e politici della lega si beccano un sacco di soldi da Roma ladrona e poi vogliono fare la padania. C
carmando
8 ottobre 2010 9:18
secondo me, da buon meridionale napoletano, era meglio che Garibaldi si fosse fatto i c... suoi.
in effetti io alzerei una muraglia, dopo il garigliano,per separarci completamente dal nord e fare uno stato indipendente del sud. stop. tanto ce la caveremo sicurament da soli, visto che tutti i soldi arrivati dal nord al sud comunque hanno fatto ritorno al nord. chiedere e/o verifcare come le più grosse imprese nazionali si sono accresciute compreso la fiat....
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