Commenti
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sergio2 23 aprile 2010 0:29
Sono totalmente favorevole al riconoscimento legale delle
coppie di fatto, prescindendo dal grado di assortimento
sessuale.
Magari, non chiamiamo “matrimonio” queste unioni tra due
persone dello stesso sesso o le unioni di fatto tra persone
di sesso diverso, ma non vedo alcuna ragione logica, sociale
e giuridica per relegare in posizione inferiore chi non
intende fare la scelta matrimoniale o chi non può farla,
stante il non-riconoscimento legale dell’unione tra
persone dello stesso sesso.
Le civiltà umane hanno conosciuto e conoscono molte forme
di famiglia e di matrimonio.
Per inciso, il matrimonio in molte società e tradizioni
(anche a noi vicine) è il luogo degli interessi e non degli
affetti.
Riflettete sull’etimologia di due termini: matrimonio e
patrimonio.
I diritti cambiano perché noi cambiamo, la società cambia.
Questa è la realtà; non vi sono nuovi diritti, ma nuove
consapevolezze.
Non vi è nulla di immobile, immutabile e immodificabile…
Riconoscere il valore sociale dei legami affettivi è una
necessità della società moderna, o meglio lo è sempre
stato, ma oggi vi è consapevolezza maggiore.
Con il matrimonio il fatto privato tra due persone diviene
di rilevanza pubblica: lo Stato prende sotto tutela le due
persone che si dichiarano amore eterno, ma deve essere amore
tra persone di sesso diverso perché per lo Stato l'amore
tra due persone dello stesso sesso vale meno di zero.
Perché?
Gli affetti hanno rilevanza sociale in ogni caso e lo Stato
dovrebbe tutelare la libertà delle persone di vivere
seguendo le proprie inclinazioni, senza discriminazioni di
alcun genere.
Sebbene io consideri inaccettabile (per me, s’intende)
l’istituto matrimoniale, ritengo necessario dare una
risposta positiva alle legittime aspettative di chi vive una
dimensione affettiva non riconducibile ai canoni classici
della famiglia tradizionale.
Il problema, quindi, non è il tipo di accordo o contratto
che vi può essere tra due persone, ma l’inopponibilità
dei terzi, il riconoscimento legale, il valore pubblico
dell’accordo.
Da ciò nasce l’esigenza di riconoscere le unioni diverse
dal matrimonio.
Il fatto che una coppia eterosessuale non sposata o una
coppia omosessuale voglia un riconoscimento della propria
unione è la dimostrazione palpabile di quanto vogliano
“regolare” il loro rapporto di vita.
E’ il trionfo della famiglia, altro che
deresponsabilizzazione e minaccia per la famiglia!
Tutti vogliono “metter su” famiglia, ma una famiglia
nuova, diversa, vicina al nuovo sentire e al nuovo modo di
essere donne e uomini, certamente donne e uomini dai ruoli
meno definiti e granitici rispetto a una volta.
Se un tempo poteva essere giusto far discendere determinati
diritti dal matrimonio, oggi che sovente l’adesione
all’istituto matrimoniale è spesso formale e altre forme
di convivenza sono socialmente accettate, nel senso che non
destano scandalo e riprovazione, oggi che anche tra gli
eterosessuali sono diffusi comportamenti incoerenti con gli
obblighi assunti con il matrimonio (pensate al fenomeno
degli scambisti o alla libertà sessuale individuale
rivendicata e vissuta all’interno di molte coppie sposate)
non si comprende perché l’accesso a certi diritti e
tutele debba discendere dalla scelta matrimoniale.
Vogliamo ridurre il matrimonio a una formalità
opportunistica?
Insistendo su questa strada si rende un pessimo servizio
all’istituto matrimoniale.
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Adriana... 22 aprile 2010 21:36
Abbasso le convenzioni, viva la libertà, la coerenza e la
essenza!
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lucillafiaccola1796 22 aprile 2010 20:26
E' la parola "matrimonio" che va cancellata....
Le parole sono importanti.... occorre sapere il significato
preciso di una parola per esprimersi, visto che siamo dei
pochissimi animali che debbono parlare per
comprendersi...
Se io ti dico di darmi veleno anziche cibo, fa la differenza
eccome... quindi il significato che convenzionalmente si dà
ad un fatto è ESSENZIALE
Non seguite pedessiquamente...
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daniela1944 22 aprile 2010 10:11
Ho letto nella maggior parte dei vs commenti parlare di
bambini o ragazzini cattivi, spietati... bè non è così,
se questi cuccioli diventano spietati la colpa è solo di
noi adulti. Ovviamente sentendo parlare negativamente
intorno a loro di gay, di trans etc etc, loro come spugne
assorbono e di conseguenza guardano a queste cose
negativamente... ecco perchè diventano spietati. Il
matrimonio tra gay? Perchè no? Se due persone si amano a
chi crea davvero problemi? E poi la Chiesa!!! Oh Dio mio,
soprattutto in questi ultimi periodi in cui proprio essa è
nel mirino, può davvero giudicare e sentenziare due gay? I
trans???? Non penso proprio, cosa fa più male due gay che
si amano e come qualsiasi altra coppia desidera coronare il
sogno di stare insieme? o un prete che abusa degli
omosessuali, dei bambini, un prete che fa discriminazioni?
Non nascondiamoci dietro false ipocrisie e non limitiamoci a
vedere solo ciò che ci fa comodo. Ci sono cose MOLTO ma
MOLTO peggiori di un matrimonio tra gay. Per quanto riguarda
l'adozione.... non condivido. Nella vita si fanno
continuamente delle scelte, quindi se 2 uomini o 2 donne
decidono di stare insieme secondo me dovrebbero farlo
coscienti del fatto che non potranno godere della maternità
o paternità che sia. Stesso discorso per le trans. Ho visto
in tv qualche gg fa un trans incinto... devo ammettere che
la cosa mi ha molto infastidita. Come dicevo prima, fai
delle scelte e se decidi di essere un uomo dovresti essere
cosciente del fatto che GLI UOMINI NON POSSONO PARTORIRE.
come glielo spieghi a sto bambino che è stato partorito dal
padre anzichè dalla madre? Che trauma! Libertà si ma nei
limiti della decenza.
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Adriana... 16 aprile 2010 21:35
No, io non sono d'accordo al matrimonio tra gay, così come
non sono d'accordo per Divorzisti per gay, così come non
sono d'accordo che omosessuali adottino una bimba.
Due persone dello stesso sesso si amano??? non problem, ma
che sia un amore di fatto e non di diritto!
Adriana
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lucillafiaccola1796 16 aprile 2010 17:50
Oh... l'hanno detto anche l'altro ieri alla radio1
istruzioni x luso di man.calcetti....!
Gli omosessuali hanno a disposizione un bel contratto da
registrare... come si era già intuito e compreso...
Al limite se proprio si vuole fare come tutti...
Matrimonio x lesbiche, patrimonio x pederasti...
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Lucio Musto 27 marzo 2010 17:02
PS - Volevi sottolineare anche, danilo, che ci vorrebbero
delle leggi illuminate, per regolare la sorte dei minori in
odore di adozione?...
Si. Ci vorrebbe, ma siamo lontanissimi anche solo dal
cercarla e desiderarla, una legge che tratti tutta la
materia della vita umana indifesa o fragile. Dal
concepimento alla tomba.
Non ce l'abbiamo, una legge chiara sulla vita, e temo non ce
l'avremo, in Italia, perché troppo ci piace e ci fa comodo
grufolare nel torbido, per interessi politici, economici e
personali, e la trasparenza ci è costituzionalmente
indigeribile.
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Lucio Musto 27 marzo 2010 16:54
grazie danilo di aver citato TUTTO il periodo che ho
scritto. Infatti è nel senso che dici tu che va
inteso.
Ogni possibile alternativa è "MENO PEGGIO DI QUELLE PIU'
PEGGIO!!..."
cioè, (l'ho detto che era un esempio chiarificatore?...) se
è da scegliere fra la morte e l'appoggiarsi ad un vecchio
povero, lebbroso e rincoglionito... meglio il vecchio.
Troppo ovvio, di logica conseguenza che se ci fosse una
soluzione migliore di quella del vecchio povero, lebbroso e
rincoglionito... andrebbe scelta quella meno estrema!...
Sufficiente come precisazione?
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danilo 27 marzo 2010 15:38
Lucio, cito un tuo passaggio del post precedente parchè,
ostinandomi a non intender ragioni, credo abbisogni di una
precisazione.
****
Ed allora (tocco solo un punto, per chiarire), è vero che
un bambino adottato non è al top delle sue speranze di
svilupparsi e crescere al meglio, ma il
"non-essere-adottato" quali altri inconvenienti presenta?...
per esempio finire in un orfanatrofio?, in un ghetto?,
essere abbandonato in strada?... malattie e
malnutrizione?... cose anche molto peggiori?...
Allora ben venga l'adozione!... qualunque adozione sia!
****
Non stiamo parlando se è meglio la marmellata piuttosto che
la nutella!
non si può dire "Allora ben venga l'adozione!... qualunque
adozione sia!" :persino per l'adozione di un gattino salvato
da un bidone della spazzatura i volontari cercano la
migliore sistemazione possibile per l'animale discernedo tra
chi si propone.
Innanzi tutto, viste le chilometriche liste di attesa per
avere un abbinamento ad un minore da parte di famiglie
disponibili all'adozione, non si dovrebbe nemmeno parlare di
" non adozione "; basta fare un giretto nei forum per
conoscere le angosce di potenziali genitori costretti ad
aspettare 3,4,5 o più anni per vedere esaudita una loro
lecita aspettativa. Quindi appare chiaro che, a volerlo
fare, ogni bambino in difficoltà avrebbe già da subito
soluzione al suo problema esistenziale.
Questa situazione, già paradossale per quanto riguarda
l'adozione in paesi esteri,diventa assurda per le adozioni
nazionali; quì, nella ricca e civile italia.
Si, perchè, di fatto, nel nostro paese le adozioni di
bambini sono pressochè nulle...come dire..." uno su mille
ce la fà ".
Vengono dati solo quelli nati da un genitore che non li
riconosce alla nascita, dopo un paio di mesi di vita. E'
logico; questi quì cacano e piangono molto, ti tengono
sveglio di notte ogni due ore: troppo lavoro per le
strutture pubbliche.
Restano, invece, a marcire nelle case-famiglia tutti gli
altri grandicelli, a creare lavoro per gli operatori sociali
fino a che, essendo troppo cresciutelli, non avranno
veramente più chance per il loro futuro.
Mi scuso per questo off-topic, ma era solo per ribadire che
"Allora ben venga l'adozione!... qualunque adozione sia!"
così come tu la poni non ha senso.
Per Sugar:
***
La cultura cattolica imperante nel ns. paese impedira' l'uno
e l'altro
***
non ci metterei la mano sul fuoco.
per il resto...è una delle rare volte che la pensiamo allo
stesso modo; comincio a preoccuparmi ;-)
danilo.
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sugar magnolia 27 marzo 2010 11:08
dr. Michele Maero, psicologo.
Hai ripescato questo mio Topic andato in cantina da
gennaio.
tanto e' stato detto sotto, direi che la maggior parte degli
intervenuti (tranne Lavinia e un altro, se non ricordo male)
erano contrari alle adozioni omosex.
Insomma osserviamo in ns. contesto sociale,..... credo che
nessuno possa ritenere che sia abbastanza evoluto , NEL SUO
COMPLESSO, da accettare che 2 uomini crescano un figlio
adottato.
Per due donne e' pero' diverso (chissa' perche').
Hanno fatto un esperimento:
sono andati in giro con una telecamera nascosta per
osservare le reazioni della gente alle effusioni pubbliche
di 2 gay
Disprezzo, disgusto per dire di peggio.
Poi, la stessa telecamera nascosta ha filmato 2 donne.
EBBENE REAZIONI COMPLETAMENTE DIVERSE.
Pero' ribadisco, in accordo con Danilo, che il piccolo
adottato, gia' traumatizzato per suo conto, potrebbe non
riuscire a rielaborare il fatto di avere 2 padri, anziche'
un opadre e una madre come tutti gli altri bambini.
Gli si chiederebbe una cosa piu' grande di lui.
Non parliamo poi delle umiliazioni a cui verrebbe sottoposto
dall'eta' di 12/14 anni in poi.
I ragazzini sono cattivi tra loro, in questo caso, saputo
che i "suoi genitori" sono 2 gay ............ VERREBBE
MASSACRATO CONTINUAMENTE.
No, questo e' troppo, e credo sia giusto che non venga
permesso.
Per il matrimonio poi,....... mah' io sarei per il no,
magari un unione civile con diritti riconosciuti, ma
chiamarlo matrimonio no.
La cultura cattolica imperante nel ns. paese impedira' l'uno
e l'altro
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Lucio Musto 27 marzo 2010 1:40
@ danilo
innanzi tutto voglio ricordare a te ed agli altri che io ho
firmato il primo commento di questo topic, ed ho
risposto:
"no" alla prima domanda e "no" alla seconda.
Ma quello è, e resta, il mio punto di vista.
Che non mi impedisce di fare dei distinguo e non essere
d'accordo (almeno in parte) sul tuo ultimo intervento.
Qui tu parli di diritti, di una società, di leggi, di
situazioni personali, di problemi di bambini e dei problemi
di adulti... cioè di realtà attuali, non di valori
assoluti.
Mi spiego.
Una società è una struttura che "ha già" le sue leggi,
pessime, buone o migliorabili che siano, e di là bisogna
partire, Da "quella" realtà, e dalle condizioni che la
determinano.
Ed allora (tocco solo un punto, per chiarire), è vero che
un bambino adottato non è al top delle sue speranze di
svilupparsi e crescere al meglio, ma il
"non-essere-adottato" quali altri inconvenienti presenta?...
per esempio finire in un orfanatrofio?, in un ghetto?,
essere abbandonato in strada?... malattie e
malnutrizione?... cose anche molto peggiori?...
Allora ben venga l'adozione!... qualunque adozione sia!
E' sicuramente auspicabile che ogni bambino venga tirato su
nel migliore dei modi, ma occorre che ci si preoccupi di
correggere il resto... cominciando a combattere le realtà
peggiori. Se non altro per ridurre il danno
complessivo.
Io continuo a dire "no" ad adozioni gay, ad adozioni di
single, ad adozioni da parte di persone troppo anziane... ma
che l'alternativa, per il piccolo, sia migliore e più
luminosa e completa, non per partito preso.
Perché innanzi tutto, conta il bambino, e che il suo futuro
sia, per lo meno, il meno peggiore possibile.
Anche in questo caso, come in tanti altri, ricordiamo che
l'ottimo può essere nemico del bene.
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danilo 27 marzo 2010 1:03
E' bene non andare off-topic nelle discussioni: può
succedere, ma cerchiamo di attenerci al titolo.
Il titolo, non chiede cosa si vuol fare per tutelare i
minori e la sua famiglia, tantomeno se occorre farlo per il
bene e per il futuro della nazione: quì ci viene chiesto,
in seconda istanza,se si è favorevoli ad affidare in
adozione un minore ad una coppia omosessuale.
In una società dove ognuno di noi si sente autorizzato a
far valere dei diritti, vi sono alcuni che credono sia un
proprio diritto poter essere genitore, a tutti i costi,
anche quando la natura o il caso impongono le loro leggi.
E', invece, questo un caso dove i diritti degli adulti
devono assogettarsi a quelli dei minori.
Un minore abbandonato e reso adottabile si porterà il
trauma di questa sua situazione,che ha vissuto, per tutta la
vita: prima o poi irromperà nella sua esistenza ( ed in
quella della sua famiglia ), anche se egli tende a
reprimerla con tutto se stesso.
I bambini adottati sono soggetti a crisi di identità,
scarsa autostima, tendenza a colpevolizzarsi per l'abbandono
subìto; hanno dentro di loro un tumulto che assorbe quasi
totalmente le loro energie nel tentativo di essere
arginato.
Per questo motivo i genitori adottivi sono soggetti a lunghe
preparazioni per assumere questo ruolo e questa
responsabilità: a volte si ha l'impressione che i servizi
sociali e gli psicologi facciano del tutto per dissuaderli
dalla decisione presa invece che incoraggiarli.
Perchè conoscono i problemi dei bambini e, sopratutto,
quello degli adulti ( anche loro, generalmente hanno un
tumulto da sedare ).
E' allora auspicabile fare del tutto affinchè a problema
non si sommi problema, che un bambino in difficoltà non sia
costretto ad elaborare concetti che la sua tenera mente non
è in grado di concepire, non catapultarlo in una situazione
per lui innaturale e costringerlo ad assimilarla a tutti i
costi.
Nessuno ci può assicurare che la capirebbe e non stà a noi
tentare di farglielo fare.
danilo.
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Lucio Musto 26 marzo 2010 18:20
Benissimo lucillafiaccola, e molto interessante dr. Maero
(nuovo ospite, o nuovo nick?... comunque benvenuto!)
L'unione fra omosessuali non è un matrimonio ma un'altra
cosa, e quindi ha diritto ad un nome diverso, tutto suo, con
preciso significato e specifica dignità.
Ha diritto anche a regole tutte sue per i comportamenti e
per la connotazioni dei diritti e dei doveri reciproci.
Come anche diritti e doveri nei confronti del resto del
consesso sociale.
Adozione e pedofilate... certo che di porcherie ed abusi se
ne vedono tanti in giro e se ne sentono ancora di più, ma
mi sembra alquanto superficiale risolvere la questione
dicendo "visto che c'è stato un certo numero di abusi
gravi, lasciamo perdere tutto il resto."
Il problema, a mio avviso è molto più grosso, ed
estremamente serio, socialmente parlando.
Anzi, è il problema più serio che ci si possa porre,
poiché tratta del futuro stesso del consesso sociale.
La pregiudiziale da porsi è questa:
"COSA SONO I BAMBINI PER LA COLLETTIVITA' E QUANTO E COME LA
COLLETTIVITA' INTENDE FARSENE CARICO"
Cercherò di spiegarmi con due esempi emblematici:
- Nell'antica Sparta i bambini maschi erano visti
soprattutto come futuri guerrieri, difensori della città.
Nessun bambino inabile a quel fine veniva lasciato
sopravvivere. Per Sparta era un peso inutile ed
inaccettabile. Il piccolo veniva ammazzato subito e tutti
erano d'accordo; genitori compresi. Per le bambine il
discorso era diverso, ed anche le "norme attuative" della
legge seguivano altre logiche.
- Nell'Austria di oggi ogni neonato è considerato ricchezza
della nazione e suo membro fragile da proteggere. Alla
neo-mamma lo Stato fornisce un sostanzioso aiuto economico
(siamo a livello di stipendi base) per i primi trentasei
mesi di vita del piccolo, ed insieme, il divieto di lavoro
pubblico. Giustamente gli austriaci pensano che la mamma
abbia il suo buon da fare per allevare il neonato
decentemente e non debba essere distratta da altri
incarichi... nell'interesse dell'Austria! Quando il bimbo
sarà più grandicello, e potrà usufruire delle strutture
pubbliche (nido, asilo, ecc), gli si lascerà un qualche
aiuto economico e la mamma potrà riprendere la sua usuale
attività.
Questi, sono sistemi seri, chiari... e naturalmente onerosi
per la popolazione.
Ed anche noi dobbiamo porci lo stesso interrogativo:
“Per il Popolo Italiano, cosa sono i nostri bambini?...
come la Nazione intende governarli?...”
Non papà e mamma, quindi; ma la struttura stessa
dell’Italia
Quindi non affrettatamente liquidare la questione "siccome
colì potrebbe essere peggio di così, ognuno faccia come
gli pare... " ma, come italiani, prendere ben coscienza del
problema.
E come giustamente dice il nostro utente, qui non c'entra
né l'ideologia né la parrocchia. Solo la coscienza e la
responsabilità di essere italiani.
Cordialità
Lucio Musto 26 marzo 2010
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lucillafiaccola1796 26 marzo 2010 17:38
Non chiamiamo le UNIONI "matrimonio" Dà l'idea che ci si
voglia adeguare alle chiese... loro si odiano a morte gli
omosessuali, specialmente le lesbiche ovviamente...che oltre
che non produrre carne da pedofilia e da macello sono anche
le discendenti della terribile disobbediente Lilith...
Ricordate il "detto san" cirillo che cosa è stato capace di
fare alla IMMENSA IPAZIA di Alessandria??
Chiamandole UNIONI, perché no? E' un CONTRATTO come un
altro, applicabile anche a persone che vogliano convivere
senza necessariamente fare sesso fra di loro...
Riguardo l'adozione... dopo certe "pedofilate"...
ADOTTATELI...! E' più facile spiegare ad un bambino perché
ha due papà o due mamme, che dovergli spiegare perché il
buon pretino se l'è "ink iappettato"...!
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studio3160 26 marzo 2010 11:11
Prima di lanciare la proposta di adozione da parte di una
coppia gay, studierei un po' di psicologia e, in
particolare, l'evoluzione del complesso edipico, che è già
normalmente ricco di problemi quando i genitori sono padre e
madre, ma che diventerebbe patologico quando i genitori
(adottivi) sono di un solo sesso.
perciò, lasciamo pure da parte, se vogliamo aspetti
ideologici e religiosi, ma cerchiamo di essere almeno
scientificamente seri.
dr. Michele Maero, psicologo.
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Adriana... 7 gennaio 2010 21:30
"In bocca al lupo" Lucio.
Adriana.
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lucillafiaccola1796 7 gennaio 2010 19:15
Ben detto Lucio Musto! Auguri sinceri per i tuoi motivi
sanitari! Che la Sorte sia a Tuo Favore!
A presto!
Riprendiamoci la nostra Libertà, nella Massimna Espressione
della Sua INTEREZZA!!!
A Marzo smuoverò le stankekiappe ed andrò a votare per la
Presidentessa della Regione Lazio: Emma Bonino!!!! Gli
avvoltoi catto-antiproibizionisti-antiabortisti la stimano
ma non la vogliono [ipse dixit alle radio stamane]!!!
Ed allora pur non essendo io RADICALE MA.. radicalmente ed
eticamente Onesta in corpo e mente, INVITO TUTTI gli U-mani
di BuonaVolontà a fare come faccio IO!!!!! VOTIAMO EMMA
BONINO PRESIDENTESSA ALLA REGIONE LAZIO!!!
Se il PD non la include nella sua lista, NOI la includiamo
nella nostra e ne facciamo la nostra I-Dea!!!
Datevi da fare... e fatemi sapere le vostre
strategie!!!!!
Avvocatamente... posso/possiamo voTare una Presidentessa
della Regione che non appare nelle liste degli
eleggibili?
SIETE VOI GLI ESPERTI... !!!!
ILLUMINATECI!!!!
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danilo 7 gennaio 2010 1:03
maledetto copia-incolla....ho raddoppiato tutto!
bah...
danilo.
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danilo 7 gennaio 2010 1:00
il mio intervento in risposta a quella di Adriana era solo
per evidenziare la sua frase , che ho virgolettato.
Volevo soltanto che qualcuno mi dicesse di aver capito male
il senso di quanto ella aveva scritto.
Me lo sono riletto, ma francamente mi rimane difficile
condividere che le persone "capaci" di procreare debbano
essere legittimate nel farlo solo in virtù di un
sacramento.
In realtà le contestavo la forma, più che il contenuto del
suo post.
condivido, quindi i vostri successivi interventi.
Sebbene non mi sia espresso, nei pecedenti post, in materia
di matrimonio, la mia idea dovrebbe trasparire....
il mio intervento in risposta a quella di Adriana era solo
per evidenziare la sua frase , che ho virgolettato.
Volevo soltanto che qualcuno mi dicesse di aver capito male
il senso di quanto ella aveva scritto.
Me lo sono riletto, ma francamente mi rimane difficile
condividere che le persone "capaci" di procreare debbano
essere legittimate nel farlo solo in virtù di un
sacramento.
In realtà le contestavo la forma, più che il contenuto del
suo post.
condivido, quindi i vostri successivi interventi.
Sebbene non mi sia espresso, nei pecedenti post, in materia
di matrimonio, la mia idea dovrebbe trasparire....
Lucio, auguri per il buon esito dei tuoi problemi
sanitari;il morale pare alto e questo ti aiuterà
senz'altro.
danilo.
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Adriana... 6 gennaio 2010 22:35
ultimissima cosa; avrei bisogno di un favore
virtuale...CERCO VISITATORI NEL MIO THREAD "POLIZZA CLASSE
TRE A VALORE REALE" ( UNA SCHIFEZZA IN PRATICA..) .
vi chiedo solo un INGRESSO.
GRAZIE a prescindere
Adriana.
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Lucio Musto 6 gennaio 2010 22:34
bene, lucillafiaccola, esatto!.
Matrimonio deriva effettivamente da mater, anzi da "mater
munus" (dono della madre), con evidente attinenza alla
procreazione dei figli.
Ed infatti, nell'accezione originaria racchiudeva una
valenza giuridica, poiché riservava la legittimità ai soli
figli nati a seguito di matrimonio. Il che a pensarci bene
non è poco, socialmente parlando.
Ma fortunatamente nel tempo questi privilegi si sono
attenuati, ed ora si è più elastici, a giusto vantaggio di
quegli incolpevoli figli nati fuori del matrimonio.
Resta però il concetto di matrimonio come unione
eterosessuale finalizzata o "in previsione" di una prole
propria.
Voglio con questo penalizzare le unioni gay?...
Assolutissimamente no!... i gay hanno tutto il diritto di
amarsi e vivere insieme come meglio loro aggradi e
regolamentare la cosa con delle regole apposite,
augurabilmente giuste ed imparziali.
Ma questo fatto non ha niente da spartire col matrimonio!...
sono altre regole, per altre forme di unioni!... Inutile e
pernicioso cercare di scimmiottare un qualcosa di già
esistente per travisarlo e sovvertirlo!...
Si lasci stare il Matrimonio così com'è e si scrivano
nuove regole adatte alle unioni gay.
Ed io mi auguro, con ancora altre regole, possibilmente
equilibrate e chiare, vengano anche regolamentate tutte le
altre "unioni di fatto", che danno sostentamento economico e
conforto morale reciproco a tantissime altre persone, che
non si identificano né in due coniugi, né in una coppia
omosessuale.
Mi riferisco ad esempio ai rapporti fra anziani soli, fra
anziani e governanti, a rapporti di fraternità o di
condivisione...
Io, sono per la chiarezza, sempre. E non mi va che per
contentare qualcuno, scarrupiamo qualcun altro.
Sono anche d'accordo con la nostra amica Adriana.
Per i cattolici il matrimonio è un sacramento
indissolubile, ed il diritto dei cattolici va rispettato
come ogni altro diritto.
Ma naturalmente è valido solo per i cattolici, per i quali
infatti non è affatto previsto il divorzio!, e chi
divorzia, coerentemente non può dichiararsi cattolico!
Così, analogamente a quanto detto per il matrimonio, ognuno
rimanga nel suo ambito, in piena libertà sua, ma senza
andare a ledere le libertà altrui.
Questo, il mio pensiero.
Cordialmente
Lucio Musto 6 gennaio 2010
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PS - chiedo anticipatamente scusa se non potrò, a breve
replicare sull'argomento.
Da domani, e per un certo tempo sarò impedito per motivi
sanitari. Saluti a tutti
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Adriana... 6 gennaio 2010 21:46
p.s. scusate gli errori grammaticali..ma questa tastiera del
cavolo mi gioca questi scherzetti.
ciao di nuovo.
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Adriana... 6 gennaio 2010 21:41
Danilo, ma chi decide di procreare senza andare davanti al
prete,no problem! passerà certo in Comune; difatti il
matrimonio, come sacramento, è solo il dopo-Comune...il
Quale medesimo riconose esclusivamente unioni etero!!!ed io
credo che sia giustissimo...POI LA chiesa, che è sempre
stata importante qui in italia, dà il suo, come dire
"beneplacido, alias benedizione " alla "benevola famigliucca
formata da madre, padre e pargoletto""""" ( un pargoletto,
però, nato seguendo CHIAMIAMOLA COSì....LA "MORALE
GENETICA")..
Poi penso una cosa : in un mondo laico, in cui la maggiore
parte delle coppie etero decide per la convivenza,
perchè gli OMO si ostinano col matrimonio??? è vero che
gli avvocati divorzisti devono lavorare,ma ne hanno per anni
lavoro da smaltire ( considerate tutte3 quelle coppie che
dopo tanti anni decidono di divorziare: sembra diventata una
MODA...IL DIVORZIO!!O SBAGLIO)..
invece la MODA degli omo sembra diventato il MATRIMONIO,
come unica soluzione per sancire il loro amore; vero che
bisogna premunirsi..ma LASCIATE AI VOSTRI COMPAGNI OMO, DA
VECCHI, BUONI POSTALI FRUTTIFERI, O, PER LA GIOIA DEI
VENDITOI POSTALI, FATE UNA BELLA POLIZZA AI VOSTRI
CONVIVENTI OMO!!!
...I BAMBINI PURTROPPO NON SONO DESTINATI A TUTTI!BISOGNA,
PURTROPPO, ACCETTARE QUESTA FORMA DI DESTINO , SIA PER GLI
ETERO CHE PER GLI OMO= E ALMENO IN QUESTE LEGGI DELLA
NATURA, SIAMO TUTI UGUALI.
CIAO
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lucillafiaccola1796 6 gennaio 2010 18:48
Il matrimonio non è un sacramento... è un contratto...
infatti deriva da "mater" mica da "orgasmo". Patrimonio
deriva da "pater" mica da orgasmo! Ed allora se siete
ma.pa.trimoniati avrete l'orgasmo, altrimenti vattakkate!!!!
Non è così per'... anzi...
Ed allora con chi se prenderà adriana? col suo pio solo
maschio o con quella incosciente della natura egoista e
matrigna che fa provare il piacere anche a coloro che non
siano "sacramentalmente contrattuati"?
Quello che mi meraviglia è che gli omosessuali parlino di
"matrimonio" Questo dimostra che l'essere u-mano etero o omo
è essenzialmente ignorante!
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danilo 5 gennaio 2010 23:41
Adriana, spiegami per favore cosa c'entra in tutto questo
discorso il matrimonio inteso come sacramento.
Dici:
"Visto che lo scopo della vita è la procreazione naturale,
il sacramento del matrimonio dovrebbe sancire, appunto, il
legittimo diritto tra due persone "capaci" di
procreare!!!!!"
Spiegami come mai è permesso procreare anche a chi non è
andato di fronte al prete; è stata una svista del nostro
Dio o la natura è più forte delle leggi che ci siamo
imposti?
come ho già detto, le scelte religiose di chi è disposto
ad adottare un minore non sono una discriminante neppure nel
nostro cattolicissimo ordinamento civile: cerchiamo di non
volerle far diventare tali a tutti i costi.
danilo.
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Adriana... 5 gennaio 2010 20:02
Il matrimonio è un sacramento, e come tale, ha dei canoni:
tipo l'unione tra due eterosessuali..Credo che non sia mai
stata considerata quella tra due omo, dal momento che
eventuale procreazione non è possibile...
Visto che lo scopo della vita è la procreazione naturale,
il sacramento del matrimonio dovrebbe sancire, appunto, il
legittimo diritto tra due persone "capaci" di
procreare!!!!!
Io sono quindi assolutissimamente contraria al matrimonio
tra due omo..( che poi possano convivere, quello è un loro
diritto e vanno rispettati,,,senza burocrazia);
in riferimento all'adozione, sono anche lì contraria, dal
momento che ogni bambino,non avendo la possibilità di
scegliere, è giusto che degli adulti scelgano per lui ( il
bambino) seguendo determinati canoni "normali" ( per quanto
la normalità , a questo punto, sia diventata soggettiva!ma
la mamma è la mamma, il papà è papà---- con diffeernze
fisiche; e non dimentichiamo, a livello psicologico, di come
la FISICITà SIA IMPORTANTE..dall'infanzia...
ciao ciao e buon anno a tutti, evviva i bei
sentimenti..evviva l'amore, di qualsiasi genere, ma
GIUSTAMENTE CON I SUOI LIMITI NATURALI.
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lucillafiaccola1796 5 gennaio 2010 19:09
Ho per caso trovato queste informazioni che riguardano anche
i contratti di convivenza...[5.1] come io avevo intuito...
c'entra l'ufficio del registro.... dove appunto si
registrano i contratti.... Il diritto deriva dalla logica e
chi mi prese in giro...aveva torta! Attenti agli Sugar!
Ekke kuà:
DIRITTI – INILUNGOEINLARGO’S WEBLOG
2.0 I SINGLE E LA TUTELA DEI LORO DIRITTI
Un single è un cittadino come lo sono tutte le persone che,
pur vivendo un rapporto di coppia, non trovano nella
legislazione riconoscimento e tutela a quel legame, unione o
rapporto. Il cittadino in quanto tale ha dei diritti;
analizziamo che cosa può fare un cittadino per tutelarsi in
caso di malattia, per disporre del proprio patrimonio o per
farsi coadiuvare nella gestione amministrativa.
2.1 Trattamenti sanitari: la procura sanitaria Di frequente
avvengono casi in cui l’amico o l’amica, il compagno o
la compagna si sono visti rifiutare un colloquio con i
medici e la possibilità di assistere il proprio partner
durante le degenze ospedaliere. La questione, non
completamente pacifica, è quella relativa
all’individuazione dei soggetti cui spetti prestare il
proprio consenso in vece del paziente che si trovi in
condizioni di incapacità, sia legale sia derivante da causa
terapeutica. Partiamo dal presupposto che “Il paziente è
titolare del diritto ad autodeterminarsi in ordine ai
trattamenti sanitari e pertanto, ove sia capace di intendere
e di volere, il suo consenso non può essere sostituito da
quello del familiare”. (Tribunale Milano, 4 dicembre
1997). Tuttavia, nel caso di incapacità di decidere, erano
i familiari che venivano chiamati a prendere decisioni in
merito ai trattamenti sanitari da praticare, a conoscere le
condizioni di salute del familiare e ad assisterlo durante
la degenza ospedaliera.
La giurisprudenza ha cercato di superare la rigida
attribuzione di competenze che prevedeva che fossero solo i
familiari a poter conferire con i medici e decidere sui
trattamenti sanitari da praticare sul congiunto malato che
si trovi nell’incapacità di poter decidere per se. E’
stato quindi valorizzato “il ruolo svolto dalle persone
più vicine al malato, che di fatto saranno sollecitate ad
assumersi la responsabilità della decisione”(10).
L’individuazione del soggetto chiamato a fornire il
proprio consenso viene fatta quindi sul metro della
“vicinanza di fatto“, per legame di sangue o
consuetudine di vita; il nuovo codice deontologico medico,
orientato nell’assoluto rispetto del paziente, consente
non tanto il consenso del terzo (che possiamo qualificare
come il partner del paziente), quanto l’informazione su
diagnosi e prognosi ed intervento medico in genere, al terzo
previamente ed espressamente indicato dal paziente(11).
Anche la più recente normativa sulla privacy – D. Lgs. N.
196/2003 – prevede all’art. 82/2° c. inerente Emergenze
e tutela della salute e dell’incolumità fisica, che
“L’informativa e il trattamento dei dati personali
possono avvenire senza ritardo, successivamente alla
prestazione, in caso di: 1) impossibilità fisica,
incapacità di agire o di incapacità di intendere o di
volere dell’interessato, quando non è possibile acquisire
il consenso da chi esercita legalmente la potestà, ovvero
da un prossimo congiunto, da un familiare, da un convivente
(…)” Il paziente in stato di incoscienza difficilmente
potrà indicare la persona alla quale dovranno fornirsi
tutte le informazioni mediche e diagnostiche, ed in ogni
caso spesso trova il limite del pregiudizio o della mancanza
di disponibilità da parte del personale sanitario a dare
valore al legame esistente con il “terzo”. Per ovviare a
questo problema è possibile sottoscrivere una procura
sanitaria volta a dare al partner, all’amico o in genere
ad una persona di fiducia, la legittimazione a prestare il
proprio consenso nonché a conferire con il personale
medico. Opportunamente informato dal personale sanitario, il
fiduciario adotta – in nome e per conto dell’assistito
– le soluzioni verosimilmente più vicine a quella che
sarebbe stata la volontà della persona; in questa
operazione egli si avvarrà, di regola, delle specifiche
indicate dal malato e dovrà agire perseguendo rigorosamente
il bene di costui.
Si è tentato così di superare questa restrizione che
imponeva ai soli familiari l’onere ed il diritto di
conferire con i medici e di prendere decisioni che molto
spesso non sono mosse da spirito di affetto e solidarietà
familiare, ma da mire finanziarie più che morali.
2.2 Un MODELLO DI PROCURA SANITARIA che potete scaricare
come documento Word e compilare
2.3 La libertà di disporre per testamento
Faccio una piccola digressione. A molte di voi sarà
capitato di vivere direttamente o indirettamente una
situazione simile: quante volte uno zio o una zia, un
parente non è mai stato tenuto in considerazione e mai che
un nipote sia andato a trovarlo eppure nella fase terminale
della loro vita tutti gli stanno attorno, lo curano
premurosi e lo assistono? Pensateci e non mi dite che tutti
sono mossi dal pentimento di non averli trattati nelle
dovute maniere prima che arrivassero a quel punto della
malattia: l’eredità fa gola a molti. Allora cosa può
fare quella persona? Beh, potrebbe sorridere di fronte alla
stupidità di chi si affanna per arraffare un pezzo della
torta, visto che la torta ha già stabilito a chi darla e
come disporne.
Il nostro ordinamento prevede la possibilità di disporre
del proprio patrimonio mediante testamento. Tale
successione, che prende il nome di successione
testamentaria, è libera: questo significa che si è liberi
di lasciare il proprio patrimonio al compagno/a,
all’amico, ad una associazione, ad un ospedale, al Comune,
ad un partito, a chiunque. Vi sono tuttavia delle
limitazioni che analizzerò brevemente.
Il testatore (nel nostro caso una di noi), nella libertà di
disporre del proprio patrimonio non può in nessun caso
escludere dalla disposizione testamentaria gli ascendenti
ossia i genitori, i figli legittimi e naturali ed il
coniuge. La quota che a loro spetta non potrà in ogni caso
attribuirla ad altri; se lo facesse la successione potrebbe
venire impugnata e le disposizioni revocate per effetto di
una sentenza in cui il Giudice riconoscerebbe le quote dei
legittimari riducendo quella dei non legittimari. A questi
ultimi può spettare per legge una quota del patrimonio
variabile da un quarto a due terzi del totale, a seconda del
concorso dei vari soggetti (per una trattazione più
approfondita rinvio ad un mio prossimo articolo).
2.4 Nomina di curatore del proprio patrimonio
È possibile altresì nominare un curatore del proprio
patrimonio. Recentemente è stato istituito
l’amministratore di sostegno, una figura che coadiuva la
persona che, per effetto di una infermità o di una
menomazione fisica o psichica (anche la senilità è
considerata una condizione per poter accedere
all’istituto), non è in grado in tutto o in parte di
curare i propri interessi. La richiesta viene fatta dallo
stesso interessato o dagli eredi o da chi assiste la persona
ossia dalla persona stabilmente convivente. La domanda va
presentata al Giudice tutelare indicando eventualmente la
persona di fiducia che si intende designare quale
amministratore del proprio patrimonio. La persona può
disporre anche per il futuro nominando con scrittura privata
autenticata (sottoscritta di fronte ad un notaio) la persona
di fiducia che dovrà amministrare il patrimonio qualora non
fosse più in grado di farlo.
2.5. L’adozione da parte di single
In una recente pronuncia la Corte costituzionale ha ritenuto
ammissibile l’adozione internazionale negli stessi casi in
cui è ammessa l’adozione nazionale, quindi tanto
nell’ipotesi di adozione da parte di una coppia, quanto
nell’ipotesi di adozione “in casi particolari” da
parte di single. Il caso riguardava una donna italiana che
aveva richiesto l’adozione di una bambina bielorussa,
trovata in stato di abbandono nel suo paese di origine,
bisognosa di cure mediche tempestive, con la quale aveva
istaurato un rapporto consolidato di convivenza e
affetto.
L’adozione di una persona maggiorenne è regolata dagli
articoli 291 e seguenti del Codice Civile ed è possibile
solo se il divario di età è uguale o supera i 18 anni
(vedi ad es. qui:
http://www.filodiritto.com/diritto/privato/civile/cognomeado
zionepirisi.htm); può rappresentare una scappatoia da
prendere in considerazione per situazioni particolari, tipo
tasse di successione, nazionalità o altro.
5.1 I contratti di convivenza
In mancanza di una legislazione, l’unico mezzo per
disciplinare i rapporti tra conviventi è la sottoscrizione
di un contratto di convivenza. La massima autonomia
contrattuale garantita dal nostro ordinamento (art. 1321
c.c.) consente di creare contratti ad hoc per situazioni che
sono via via diverse e presentano necessità ed esigenze
differenti quando vi sia la volontà delle parti e la
liceità dell’oggetto.
L’espressione CONTRATTO DI CONVIVENZA non viene qui
assunta a designare l’accordo con cui due persone si
impegnano a convivere more-uxorio (come un PACS, o un
matrimonio tra omosessuali): ogni vincolo di carattere
personale sfugge alla regolamentazione pattizia salvo
particolari formulazioni. Questo vuol dire che non posso –
stipulando un simile contratto – pretendere la fedeltà,
l’assistenza morale, prestazioni sessuali. Questi sono
diritti / obblighi che sfuggono ai contratti e che lo
renderebbero nullo.Con il contratto si intende piuttosto
disciplinare intese di contenuto patrimoniale allo scopo di
regolare i rispettivi rapporti economici quali la reciproca
contribuzione nell’interesse della famiglia specificandone
le relative modalità quantitative e qualitative, un regime
degli acquisti ed eventualmente disciplinare problemi che
possono insorgere durante il menage o dopo con la cessazione
della convivenza e la fine del rapporto.
5.4 La forma dei contratti
Non è prevista ex lege una forma particolare. Tuttavia ai
fini probatori sarà auspicabile la forma scritta per atto
pubblico. In Internet o presso uno studio legale è
possibile redigere contratti di convivenza adattabili alle
varie esigenze e situazioni: il costo riportato è di circa
300/360 euro. Non esiste un modello standard in quanto tale
contratto nasce dalla situazione e dalle esigenze della
coppia e pertanto verrà redatto ad hoc in base alle
volontà delle parti.
Le nuove voci del diritto VALORIZZAZIONE DELL’AUTONOMIA
RESIDUA.
Altro punto cruciale - in tutta una serie di frangenti -
quello relativo alla valorizzazione dei residui di autonomia
negoziale del malato:
(i) così anzitutto - posto che l’esiguità del tempo
disponibile non attenua, necessariamente, il gusto per le
buone abitudini, spingendo casomai l’infermo alla ricerca
di agi diversi o maggiori - per quanto concerne
l’amministrazione del proprio patrimonio, nonché rispetto
alle scelte di natura più intima: il che, de iure condendo,
invita verosimilmente alla rifinitura di nuovi strumenti di
difesa privatistica, ampliando la rosa degli “istituti di
protezione stabilizzata”, quali presenti oggi nel codice
civile (infra, § 9.3. ss.);
(ii) così, ancora, su terreni come quelli delle liberalità
e donazioni, degli atti mortis causa, delle indicazioni di
carattere non economico (valevoli per il dopo-morte), delle
volontà attinenti alle spoglie corporee, e così via: dove
- contro ogni automatismo fra terminalità e incapacità ad
agire – si tratterà di approdare, ancora una volta, a
forme inedite di curatela o vicariato (basate magari sul
sostegno di notai, psichiatri e psicologi, comunque nel
segno della snellezza gestionale) all’interno del sistema
(infra, § 9.4.3.);
(iii) così pure in ordine alle opzioni, grandi e piccole,
che interessino i settori dell’igiene, dello svago, degli
affetti, della cultura, del cibo, della spiritualità;
oppure alle determinazioni (più ardue) relative agli
istanti in cui il sipario verrà calando per sempre – dove
coerenza con i principi in gioco significa che andranno
riconosciute, al morente, tutta una serie di libertà e di
margini decisionali: scegliere dove esalare l’ultimo
respiro, stabilire l’uso del proprio tempo sino ad allora,
fissare il rango quotidiano per gli hobby, i capricci, le
passioni, decidere chi potrà (e chi non dovrà) trovarsi
accanto al capezzale durante gli ultimi momenti, e cos’ì
via (infra, §§ 9.3., 9.5. ss.);
(iiii) così infine sul terreno propriamente medico: dove il
problema sarà, in generale, quello di saggiare
l’attendibilità di nuovi moduli rappresentativi
(testamenti biologici, procure vigilate, living will,
mandati clinici o chirurgici, etc.), cui far capo per la
manifestazione anticipata delle proprie intenzioni, in
merito a questa o quella via d’uscita sanitaria -
soprattutto per le ipotesi in cui ogni attitudine
conoscitiva/volitiva dovesse risultare appannata, o
scomparsa, in prossimità della fine (infra, §§ 7. ss., 8.
ss.).
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danilo 27 novembre 2009 23:11
scrive Antopanta:
"due gay come dolce e gabbana, secondo me , potrebbero se
non adottare anche prendere in affidamento piano piano
....darebbero amore e benessere (economico)"
ciliegina sulla torta. Grazie di supportare così bene le
mie tesi.
danilo.
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antopanta 25 novembre 2009 14:01
premesso che se mai si inizia mai si cambierà...anche 50
anni fà era una vergogna avere un figlio down..oggi invece
vanno a scuola, per fortuna e sono inseriti.
poi penso che qualsiasi cosa sia meglio dell'orfanotrofio
dove non hai l'amore di nessuno, e dove non hai nessun
riferimento. due gay come dolce e gabbana, secondo me ,
potrebbero se non adottare anche prendere in affidamento
piano piano ....darebbero amore e benessere (economico)..poi
cosa fanno in camera da letto sono fatti loro....anche
coppie etero fanno di peggio: corna, violenze, droga, e
quindi.....
non sono di parte sono donna sposata e con due figli. e so
cos'è la solitudine e l'inesistenza personale, negli
orfanotrofi
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nick62 2 novembre 2009 13:33
una coppia gay che cosa dira' al figlioletto di trovarsi un
compagno???????????????????
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Commenti
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