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sergio2 2 agosto 2010 16:50
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Gli ultimi due interventi mettono molta carne al fuoco e…
dopo il minestrone sgradevole, abbiamo l’arrosto
bruciato.
Sarò lungo, una sorta di compito per l’estate. Ovvero,
spero di riuscire a suscitare qualche interrogativo, senza
alcuna pretesa di avere ogni risposta.
Una premessa, chiarificatrice.
Savpg scrive affermando di aver reagito a prese di posizioni
altrui nei suoi confronti.
A me non sembra.
Sin dal suo primo intervento Savpg ha scritto di
omosessualità con riferimenti a nei e metastasi;
omosessualità intesa come comportamento contrario a natura
perché improduttivo, come capriccio, malattia o
devianza.
A queste sue affermazioni categoriche qualcuno ha reagito
con argomentazioni e mi sembra sempre con misura.
Non è una questione di chi è senza peccato, ma per favore
finiamola di lanciare i sassi e nascondere la mano.
Savpg, non mi sembra che qualcuno abbia espresso giudizi
pesanti sulla tua persona, mentre tu hai espresso giudizi
sugli omosessuali e sull’omosessualità, considerando i
primi malati o deviati e la seconda sporca, inutile...
Infine, è lecito esprimere qualsiasi giudizio sulle
opinioni altrui, altra cosa esprimere giudizi su chi le
esprime e peggio ancora su un’intera categoria di persone
unite da un comportamento o, perché no allora, da una
professione, religione, nazionalità, passione, colore della
pelle…
Se affermo che Tizio ha detto una cretinata, non sto
sostenendo che Tizio è cretino; a tutti può capitare di
dire una cretinata.
Il rispetto è dovuto al diritto di esprimersi, non
necessariamente al frutto dell’esercizio del diritto.
Fatte queste premesse, veniamo all’ultimo intervento di
Savpg e a quello di Ivan.
Savpg, se vuoi considerare “incentivo”
all’omosessualità il riconoscimento giuridico che
ciascuno è libero di vivere la propria sessualità come
meglio crede, ivi compreso il diritto di non viverla, è
affar tuo.
Per quel che mi riguarda, la sessualità è un mondo
complesso e ciascuno ha il diritto di viverla in base alla
propria sensibilità e preferenza, nel rispetto delle regole
comuni, che devono servire alla tutela dell’interesse
collettivo.
Quindi, se è indecoroso che due omosessuali si scambino
effusioni in luogo pubblico, lo è anche quando a scambiarsi
effusioni, sono due eterosessuali.
In altre parole, non può essere l’orientamento sessuale a
rendere decoroso un comportamento pubblico; come non può
essere l’avere belle gambe il discrimine legale per essere
autorizzate a portare la minigonna.
Chiaro il concetto?
Il fatto che la legge non punisca qualcosa non significa che
quel qualcosa sia eticamente giusto (ovviamente vale anche
il contrario; ovvero, il fatto che la legge punisca qualcosa
non significa che quel qualcosa sia eticamente sbagliato).
Il compito della legge non è stabilire cosa sia giusto sul
piano etico ma cosa sia lecito perché non in contrasto con
l’interesse della collettività, dovendosi sempre operare
un bilanciamento tra interesse individuale e interesse
collettivo.
Laddove l’interesse collettivo prevarica quello
individuale, senza che vi sia un bene comune da tutelare,
abbiamo oppressione sociale. In questi casi, spesso succede
che quanto presentato come “interesse collettivo” è
invece funzionale a un gruppo di potere.
Esattamente a ciò ho fatto riferimento.
Le regole che hanno disciplinato fino a ieri la famiglia
(comprese alcune norme tuttora in vigore) non rispondevano a
interessi collettivi da tutelare, ma a un sistema di potere
che imponeva per legge una discriminazione tra sessi.
Per esempio, l’uomo poteva avere rapporti sessuali
extra-coniugali, la donna no.
La violenza sessuale era reato contro la morale pubblica e
non contro la persona.
Potremmo fare tanti altri esempi e tutti dimostrerebbero
come la legge fosse stata posta a sostegno di un sistema di
potere illiberale e oppressivo, imponendo una concezione
morale dei rapporti tra individui e tra sessi.
La legge può non essere etica.
Anche i campi di concentramento, il confino, la lapidazione,
la pena di morte, la tortura, la schiavitù… erano tutte
previsioni normate per legge. E come già ricordato, da
Harakiri mi sembra, anche la schiavitù traeva la propria
legittimazione dal riferimento alla natura.
L’etica affermata per legge è solitamente immorale,
poiché dove non c’è scelta non c’è etica.
La morale imposta per legge non risponde a esigenze e
interessi etici, ma al mantenimento di un sistema di potere,
ammantato con valori morali che si pretende di affermare
erga omnes.
Non è un caso che Savpg scriva di “giustezza” di un
comportamento, dopo aver definito l’omosessualità come
sopra riportato.
Eppure gli è stato già chiesto cosa c’entri il concetto
di giusto con quello di natura.
Non ho mai affermato che l’omosessualità è un
comportamento “giusto”; ho detto che l’omosessualità
è una variante del comportamento umano e ho aggiunto che
non può essere considerato “contrario a natura”,
infatti, in natura è presente.
Evidentemente, Savpg preferisce ricorrere al concetto di
“natura” per motivare la sua censura morale di un
comportamento. Non sarebbe più semplice spiegare le ragioni
morali della tua “condanna” dell’omosessualità?
Anche Ivan equivoca su quanto da me scritto e parte in
quarta con “deduzioni”…
Se l’omosessualità è naturale perché presente in natura
dovremmo considerare naturali anche altri comportamenti
come, per esempio, uccidere i cuccioli (non solo quelli
deboli, aggiungo io), scrive più o meno Ivan.
Ragionamento apparentemente logico, ma terribilmente
pericoloso e nella sostanza illogico.
Intanto, ho scritto di omosessualità presente in natura per
confutare la tesi che l’omosessualità sia contraria alle
regole della natura.
Se è contraria come mai questo comportamento è diffuso in
natura?
Esistono animali che violano le regole della natura? E lo
fanno con consapevolezza? Allora non siamo l'unica specie
dotata di libero arbitrio.
Attenzione, quindi, a una lettura antropomorfa della natura.
Non confondiamo la natura con la nostra visione etica della
natura e dei rapporti umani.
In natura c’è tutto e il contrario di tutto.
Negli animali, uomo escluso, il comportamento etico fa parte
del codice biologico.
Le ragioni per cui tra gli animali è presente
l’omosessualità possono essere le più svariate; non
sempre a noi chiare e non sempre adeguatamente indagate.
L’uomo, invece, deve darsi delle regole sociali per vivere
in comunità.
Deve essere educato a non uccidere e a rispettare i propri
simili e la natura, della quale non può fare a meno. Anche
se somiglia a Dio... l'uomo non è Dio.
Pericoloso quindi fare ricorso alla natura per censurare un
comportamento umano.
Non solo perché quel comportamento, che si vorrebbe
censurare e bollare come “innaturale”, è presente in
natura, ma perché ciò equivale ad appiattire l’uomo
sulla pura dimensione biologica.
Ivan (che credo abbia avuto uno choc termico; non è solito
scrivere a quelle ore) e Savpg stanno confondendo
l’osservazione del dato naturale con la valutazione morale
di quanto osservato.
Il gatto che mangia i propri cuccioli non è un mostro; è
un gatto.
Quel comportamento non è giusto, è naturale, in
determinate condizioni a noi non sempre chiare.
Allora, se confondessimo il dato naturale con la valutazione
morale, giungeremmo a legittimare l’omicidio.
Apparentemente logico, ma riflettendo cogliamo con facilità
l’illogicità di questo ragionamento tutto fondato sulla
trasposizione del piano naturale con quello etico.
Ergo, l’omosessualità non può essere considerata
contraria alla natura, per la duplice ragione che
a) in natura è presente
b) non è la natura a indicarci cosa sia giusto.
Non è dalla natura che possiamo ricavare le regole del
comportamento umano perché l’uomo è un unicum in natura.
Questa è la forza e anche la debolezza del genere umano.
Dobbiamo operare delle scelte che contemplino il rispetto
dell’individuo e il diritto individuale di vivere secondo
la propria cultura e sensibilità, coniugando i diritti
individuali con l’interesse collettivo.
Il dato che un essere umano sia attratto da altri individui
del proprio sesso è pienamente compatibile con la tutela
dell’interesse collettivo.
Il legame affettivo che s’instaura tra due persone, anche
dello stesso sesso, è un valore per l’intera
collettività che trae profitto dal benessere di ogni membro
e dalla reciproca accettazione.
Lungi dall’incentivare un comportamento o l’altro, la
collettività ha tutto l’interesse a promuovere leggi che
riconoscano e tutelino le scelte affettive di ogni
individuo, senza discriminazioni di genere e purché le
scelte effettuate siano rispettose della volontà altrui.
Dopo aver sovrapposto il livello giuridico e quello etico,
dopo aver confuso il livello etico e quello “naturale”,
Savpg compie un ulteriore scarto logico qunado scrive di
comportamenti “dedotti”.
Quanto si osserva direttamente non è dedotto.
L’osservazione dell’omosessualità non è una deduzione
da qualcosa.
Si osserva e basta.
Chiarisco, spero.
La conclusione che la sessualità ha un fine procreativo è
una “deduzione”, ricavata dall’osservazione che da un
rapporto omosessuale non si registrano nascite mentre questo
talvolta avviene da rapporti eterosessuali.
La deduzione che il rapporto sessuale tra eterosessuali
consente di riprodursi è corretta; la deduzione che la
sessualità abbia la funzione di riprodursi è una deduzione
arbitraria che non ha nulla in comune con il metodo
scientifico per la semplice ragione che si osserva anche
l’altro comportamento che non ha mai consentito di
registrare nascite.
I riferimenti storici che ho fatto avevano lo scopo non di
dimostrare che l’omosessualità sia sempre esistita, ma di
confutare le tesi di Savpg, che scriveva:
“i valori che un tempo erano per svariati motivi più
seguiti e messi in pratica, ai tempi d'oggi si sono molto
affievoliti sin quasi a scomparire, tanto se non c'è
punizione, non c'è aldilà, non si crede più a remore
moralistiche, tanto a far quello che mi pare non succede
nulla..."
e proseguiva
"contro i principi, da generazioni precedenti inculcati ed
esaltati, di sacrificio, abnegazione, rispetto di sè e del
prossimo"
A quanto sopra ho risposto evocando epoche storiche in cui
era molto diffusa l’omosessualità, anche quando punita
severamente.
A quali tempi si riferisce Savpg?
Ai valori di quale epoca?
A quali tempi senza “punizione” se persino con la pena
di morte l’omosessualità era ed è diffusa?
Savpg, non devi giustificare nulla, ma se scrivi in un
forum, non puoi esonerarti dall’essere commentato.
Riguardo al tema dell’essere vecchio, non scrivo nulla
perché non so se sono più giovane o più vecchio di Savpg
e perché conosco persone ottuagenarie che la pensano in
modo analogo al mio.
Ogni epoca è plasmata dal concorso delle generazioni:
giovani fascisti e vecchi fascisti si fronteggiavano con
vecchi democratici e giovani democratici… tutti hanno
concorso a dare avvio a una nuova epoca.
Così è stato e così probabilmente sempre sarà.
Ivan, basta una banale ricerca su Wikipedia o su Google per
avere delle dritte sull’omosessualità animale.
Riguardo poi alla quantità di animali omosessuali (ma tanti
sono anche bisessuali) che forse non sarebbe sufficiente per
affermare che sia un comportamento “naturale”… ci
riporti a domande rimaste senza risposte.
Come si definisce cosa sia naturale?
Quanti casi devono presentarsi in natura perché un evento
possa essere considerato "naturale"?
Nascere con due teste è naturale?
O poiché questo accade in pochi casi allora è innaturale?
O si tratta di una deviazione da un comportamento
“naturale” e “normale”?
OK, ammesso che certi soggetti sono anormali, malati,
deviati… e quel che volete voi… gli omosessuali nascono
tali o lo diventano?
E se è vero anche solo per una parte degli omosessuali che
non nascono tali ma lo diventano, cosa in un contesto
eterosessuale fa “deviare” verso l’omosessualità?
In altre parole, perché gli eterosessuali “producono”
omosessuali?
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IVAN. 30 luglio 2010 16:40
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Per la miseria, Sergio...non essere così integralista.
Non condivido la posizione di SAV, però non puoi confutarla
dicendo che l'omosessualità è naturale in quanto praticata
anche dagli animali.
Se la giustifichiamo solo per quel motivo, allora dovremmo
giustificare nell'Uomo anche tutti gli ALTRI comportamenti
animali, tipo eliminare alla nascita i cuccioli deboli e
malformati, o accoppare i rivali in amore.
L'omofobia è uno sciocco pregiudizio popolare su cui si è
sempre speculato;
addirittura ho sentito gente esprimere una preferenza verso
una certa corrente politica solo perchè “questi je danno
contro a li froci” (sostituisci pure “froci” con
“immigrati”, “islamici”, “assenteisti”,
“drogati”...il concetto di fondo è sempre lo stesso:
manipolare le menti deboli promettendo di mettere al rogo la
loro “strega” preferita).
Nulla di strano, quindi, che chi su questo pregiudizio “ci
marcia sopra”, faccia di tutto per fomentarlo e
giustificarlo.
Se vuoi opporre una forza contraria alla “interessata”
disinformazione promossa da questi sciacalli, dovresti
puntare su altre argomentazioni, che non il semplice
definire l'omosessualità “naturale” perchè praticata
anche dagli animali.
(A parte che non mi risulta sia poi così diffusa da
definirla “naturale”, ma ammetto che su questo sono poco
informato...Hai qualche fonte?)
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savpg8801 30 luglio 2010 10:53
"""Savpg, nessuno sta proponendo una legge che obblighi ad
avere rapporti omosessuali, quindi rilassati e se proprio di
danno fastidio determinate cose… non ti curar di
loro."""
Sergio, potremmo anche vedere questo, magari non come
obbligo, ma come incentivo.Leggi e decreti se ne promulgano
talmente tanti e spessissimo contrari addirittura a buon
senso, costituzione, usi e costumi, ecc. a seconda delle
parti che li hanno votati, che non mi meraviglierei neppure.
In fondo per ridurre la natalità nel mondo questa potrebbe
essere una soluzione.
Ma allora citando il tuo ""L’osservazione è alla base del
metodo scientifico. Poi si sperimenta e qualche volta
s’impara."" Principio scientifico filosofico che sin
già dal XIII secolo ad opera di Ruggero Bacone (nasce
attorno al 1214 o 1210) viene descritto, enunciato e
sviluppato (in linea con i tempi) nel suo trattato circa 'La
Scienza Sperimentale' e innumerevoli opere e studi. Chi,
perciò, enuncia questi princìpi ha letto qualcosa a questo
riguardo.
Tornando al tema, è condivisibile che l'osservazione dei
fenomeni relativi a sessualità, omosessualità, omofobia
ecc. sia variabile nel tempo, nelle culture, nelle opinioni
dei singoli e delle masse.
Riportando elenchi di comportamenti "d e d o t t i" non si
può argomentarne la giustezza o meno. Non si può dire che
sia o meno giusto o ingiusto asserire la validità o la
correttezza di comportamenti a seconda dei loro numeri o o
della loro collocazione temporale o zonale o religiosa o di
tornaconto o se fossero o meno inquisiti.
Quello che alla fin fine è prevalente è l'opinione
personale (errata o giusta quanto vuoi) che può promuovere
o mettere al bando comportamenti cosiddetti "morali" (nel
senso di: o tempora, o mores!-Cicerone ) .
Le azioni dei legislatori(non solo in democrazie) sono
spesso dettate da interessi e convinzioni personali che
portano, con malaugurate manovre o assenze o incurie, a
renderle pubbliche e condivise, e quindi approvabili come
leggi giuste,necessarie, e a favore dei cittadini.
La diffusione in natura di comportamenti non etero , non
stabilisce una giusta risoluzione di giustezza o meno.
Più volte ho detto( e ribadisco la mia opinione che-ripeto
per l'ultima volta- non deve essere derisa o ironizzata o
commentata in modo altero, arrogante e offensivo solo per il
fatto che contrasta con quella di qualche illuminato al
riguardo) che (a parte tecniche manipolative) il mio
convincimento è volto a non inquadrare l'omosessualità
(pur rilevandone la pur ampia frequenza e tollerandola entro
i limiti della decenza ostentativa) nel novero delle
pratiche accettabili anche solo perchè "si apprende" da
sempre consumate. Vedansi inoltre le infinite diatribe fra
assertori di patologie ed assertori di normalità.
Dici:......interrogati su come controllo e repressione
sessuale siano funzionali all’oppressione sociale....
già...proprio così potrebbe essere!
Se il complesso delle regole(una sarebbe quella succitata)
che danno ordine alle masse e cercano di evitare il caos
viene chiamato "oppressione sociale", non siamo messi bene.
Oppressione sociale dicesi quando le regole sono vessative,
non quando tendono al benessere e alla giustezza. Ma quì si
entrerebbe in altro tipo di ragionamenti da ricondurre al
permissivismo.
Per finire con la tua frase in esordio: ...però non puoi
attenderti garbo se esprimi giudizi pesanti su persone e
comportamenti umani...
Innanzitutto se ho involontariamente offeso, reagendo a
prese di posizione nei miei confronti (e chi è senza
peccato scagli la fatidica prima pietra) atte a farmi
passare per un cretino e a screditarmi, qualcuno in prima
persona, ne chiedo scusa.
Per quanto riguarda "giudizi pesanti su comportamenti
umani"(e chi è senza peccato scagli ancora la fatidica
prima pietra) , ribadisco che, non intendo giustificare a
chicchessia le mie opinioni generiche di ogni tipo sui
comportamenti umani( annoverandovi anche il
sottoscritto)come è diritto di tutti esprimere, diritto che
noi vecchi abbiamo contribuito a formare e perfezionare a
favore di TUTTI anche di alcuni più giovani che lo
giudicano naturale e "normale" come quello di fare ciò che
gli pare.
A proposito di "minestrone sgradevole"... spero oggi a
tavola non me ne venga preparato uno simile.
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sergio2 30 luglio 2010 1:33
...
Dove eravamo rimasti?
Ringrazio Savpg per il link gentilmente segnalato.
A quelle perle di saggezza premetterei in ogni caso la
regola delle 10P.
Tornando al tema in discussione, Savpg ha messo insieme un
mucchio di parole, ma ha preparato un minestrone
sgradevole.
Non voglio infierire, caro Savpg, però non puoi attenderti
garbo se esprimi giudizi pesanti su persone e comportamenti
umani.
Non comprendo la tua ansia di fissare “norme” e
“regole” per catalogare e giudicare ogni comportamento,
fino a ricavare “regole” dall’osservazione dei
comportamenti.
Io osservo per comprendere, non per ricavare regole.
L’osservazione è alla base del metodo scientifico. Poi si
sperimenta e qualche volta s’impara.
Le regole sono altra cosa; talvolta sono spontaneamente
adottate da un gruppo perché ritenute efficaci per la
convivenza; talaltra sono imposte dall’autorità.
La regola dell’obbligo del celibato per i sacerdoti, per
esempio, non è sempre esistita e non si ricava
dall’osservazione dei comportamenti.
Dall’osservazione si possono ricavare regole o leggi; si
tratta solitamente di regole scientifiche (fisiche,
chimiche…).
Ma dall’osservazione di comportamenti non si traggono
regole di comportamento, se non in forma emulativa.
Possiamo ricavare dati numerici sulla frequenza dei
comportamenti, quindi dati statistici, che nulla però ci
dicono sulla “giustezza” dei comportamenti, tranne
ritenere che ciò che è più diffuso è giusto e tutto il
resto è cacca.
Osservando, notiamo, piuttosto, che la variabilità dei
comportamenti, anche sessuali, è estremamente varia.
D’altra parte, la consapevolezza che dall’atto sessuale
possa derivare la progenie è una acquisizione scientifica
relativamente recente e la variabilità dei comportamenti
sessuali (etero, omo, bi…) è molto diffusa anche in
natura.
In base a cosa allora si può definire l’omosessualità
come un comportamento contrario alla natura?
Forse contrario a una concezione arbitraria e soggettiva di
cosa sia naturale.
OK, ciascuno ha il diritto di dipingersi la natura che
vuole.
La sessualità è espressione di un insieme di fattori
(sociali, culturali, individuali, emotivi, biologici,
fisiologici, psichici, politici, religiosi) e ha molteplici
funzioni, una delle quali è la procreazione, se si
verificano determinate condizioni.
Dal momento che la sessualità, anche quella etero, può
essere vissuta solo come fonte di piacere fisico e\o
psichico, ne deriva che l’omosessualità non è meno utile
della eterosessualità, né meno pulita, né meno
normale.
Anche sul piano prettamente biologico, fisiologico e
psichico è facile constatare che non c’è relazione tra
fertilità e sessualità, tra desiderio sessuale e
fertilità.
Certamente, chi vuole riprodursi deve fare sesso (tecniche
scientifiche moderne escluse) con una persona di sesso
opposto al proprio, ma ciò significa che una delle funzioni
della sessualità è la riproduzione, non che sia l’unica
e nemmeno che sia quella “giusta”; non significa nemmeno
che i milioni di persone che fanno sesso per non avere figli
sbaglierebbero e sarebbero dei degenerati.
Ho fatto riferimento alla religione cattolica per citare
qualcosa solitamente più noto a tutti noi; possiamo parlare
anche della sessualità secondo le chiese cristiane
riformate o secondo l’islamismo, il buddismo, il
confucianesimo, il taosimo.
In nessuna di queste religioni trovi la sessualità proposta
in funzione esclusivamente riproduttiva, anche se magari
giungono alla condanna dell’omosessualità, e non perché
hanno ammorbidito le posizioni per avere più
“audience”.
Savpg fa riferimento a una miriade di mali, vizi, mollezze
che caratterizzano la nostra epoca quando scrive dei valori
di un tempo… ma non si rende conto o non vuole rendersi
conto che questo suo modo di (s)ragionare non spiega come
mai l’omosessualità sia sempre stata presente in ogni
epoca e civiltà a ogni latitudine e longitudine e
certamente non per il contagio dovuto alla TV, ai cattivi
modelli “edonistico-consumistici” o altre diavolerie.
Nel 1500, in Giappone come a Venezia, la “sodomia” era
molto diffusa eppure le pene erano severissime.
A Venezia nel 1500 le prostitute erano autorizzate a
mostrarsi a seno nudo (ponte delle tette) per invogliare i
maschi. Il Senato veneziano si riuniva ogni settimana per
inquisire i “pederasti” o raccogliere le delazioni dei
medici (a ciò obbligati per legge): per gli omosessuali era
prevista l’impiccagione.
Se il Giappone e l’italica Venezia non bastano, volgete lo
sguardo alla “finocchia” Firenze o alla “frocia”
Roma papalina. Se preferite l’estero, andate a Istanbul o
nei paesi arabi dove l’omosessualità è sempre stata
diffusa e lo è tuttora nonostante le pene spesso
severissime.
Nemmeno Hitler e Stalin riuscirono a frenare la diffusione
dell’omosessualità nonostante i loro metodi pedagogici
non propriamente indulgenti.
Anche la Cuba castrista ha perseguitato gli omosessuali
inviandoli ai campi di rieducazione (credo che ancora oggi
l’omosessualità sia a Cuba un reato penale).
Se preferite, andate indietro nel tempo e troverete
testimonianze dell’omosessualità nell’antica Grecia,
Persia, Egitto. Tra i fenici e i babilonesi. Nell’antica
Manciuria o nella Mongolia del pacifico Gengis.
Anche il Regno Unito non scherzava e non era previsto un
premio per chi fosse scoperto omosessuale.
Insomma, c'è solo l’imbarazzo della scelta.
In ogni caso, le cause che Savpg presenta per spiegare la
diffusione dell’omosessualità non spiegano nulla, se non
il suo essere aprioristicamente contro, per nostalgia dei
bei tempi andati in cui c’erano tante certezze e si sapeva
cosa fosse il bene e il male.
Ma è proprio così?
Sono esattamente quei tempi che hanno prodotto il
presente.
Savpg, nessuno sta proponendo una legge che obblighi ad
avere rapporti omosessuali, quindi rilassati e se proprio di
danno fastidio determinate cose… non ti curar di loro.
L’omosessualità si è diffusa nonostante persecuzioni e
pene severissime che giungevano (e giungono) alla pena di
morte; è sempre stata presente in ogni civiltà umana in
ogni epoca e probabilmente sarà sempre così perché è una
variabile del comportamento umano.
A essere cambiata è solo la consapevolezza dei diritti
umani da parte di tanti omosessuali, che non hanno nulla di
cui vergognarsi e hanno il diritto di esigere rispetto e non
essere discriminati per i loro orientamenti sessuali.
Consapevolezza che per fortuna riguarda anche tanti
eterosessuali.
Savpg, se vuoi comprendere qualcosa di più del
comportamento umano e della sessualità interrogati su come
controllo e repressione sessuale siano funzionali
all’oppressione sociale.
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IVAN. 26 luglio 2010 23:51
.
(da SAV:)
1) «IVAN, togliti dalla testa che ce l'ho con te. Non posso
avercela con un interlocuore virtuale»
2) «Quando avevo la metà dei miei attuali anni ricordo
come avessi anch'io degli atteggiamenti simili ai tuoi(...)i
miei interlocutori di un tempo sbagliavano sempre(...)ma
attenzione che le storie si ripetono. Fino a qualche tempo
fa esistevano i "consigli dei vecchi" e le loro opinioni
erano seguite, accettate, fattene tesoro»
___________________________
1)
SAV, a PAROLE puoi dire tutto quello che vuoi, ma alla fine
a fare testo sono solo le AZIONI (o le NON-azioni).
E anche su un forum ciò che "fai" (o "non fai") traspare
oltre le parole.
E ciò che traspare è: avversione personale.
Questa non è la sede per indagare se mi sbaglio, o se tu
possa avere delle "buone ragioni";
solo, comincio a stufarmi di offrirti a vuoto delle chances
di confrontarci in modo corretto.
-----
2)
Qui l'età e i conflitti generazionali c'entrano ben poco.
Sono io il primo ad allarmare che si sta perdendo la memoria
di un certo tipo di "valori umani" che solo una o due
generazioni fa si tramandavano in modo SPONTANEO, mentre ora
sembrano essere rigettati come un peso per gonzi
retrogradi.
Tuttavia questi "valori" non sono esclusiva degli attempati
(o rincojoniti, che dir si voglia); la Ragionevolezza e il
Senso Critico sono doti già INNATE, il punto semmai sta nel
loro grado di sviluppo, che - grazie a dio - non è
assolutamente vincolato a fattori temporali.
(Limitando in discorso al tema del thread:)
Mi ricordo che da giovane-fra-i-giovani c'era la tendenza a
usare l'argomento "OMO" come oggetto di scherno, parodie,
barzellette, e talvolta anche di denigrazione.
Addirittura, le offese più pesanti erano colorite
derivazioni della parola "pederasta" (culattone, frocio,
finocchio, etc.)
In quel contesto, era "fortemente sconsigliato" non solo il
manifestare pulsioni omosessuali, ma persino accennare a
discorsi di TOLLERANZA nei confronti dei "diversi".
Da buon pischello, anch'io mi accodavo alle usanze del
"gruppo"; a quel tempo, di sapere di COSA stessi parlando
non me ne poteva importare di meno.
Però il bello (o il brutto?) dell'Età-della-Stupidera è
che FINISCE, e fra le tante attitudini impersonali che
crescendo (in tutti i sensi) ho rimesso in discussione, c'é
stata anche quella omofobia "da bar", gratuita e
infondata.
E lo stesso hanno fatto anche i miei ex compagni di
stupidera; pochissimi hanno conservato la loro avversione
verso l'omosessualità (sono quelli che, probabilmente, si
porteranno certe attitudini acquisite durante la
fanciullezza fino alla tomba).
Ancora meno sono i miei conoscenti che manifestano
avversione vero l'omosessualità a seguito di una attenta,
lucida ed imparziale analisi della questione (...e che
comunque non la buttano certo su discorsi di "sporca,
inutile e malata"; rendo l'idea, SAV?)
Morale; non sempre il passare degli anni si accompagna alla
saggezza della "maggiore esperienza".
Si presume che "dovrebbe" essere così, ma un vegliardo
davvero illuminato sa che deve anche DIMOSTRARLO, e non
soltanto avvalersi dell'anagrafe.
Ciao.
.
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savpg8801 26 luglio 2010 17:26
IVAN, togliti dalla testa che ce l'ho con te. Non posso
avercela con un interlocuore virtuale; eppoi ti sarai
accorto che sono meno pungente di te e di qualcun altro....?
C'è una sottile differenza che hai avuto il pregio di farmi
notare. E' il ricordo di quando avevo la metà dei miei
attuali anni che mi fa tornare alla mente come avessi
anch'io degli atteggiamenti simili ai tuoi o di alcuni
altri(non di tutti-peraltro). Certo un po' di difetti li ho
rimasti e qualche fossilizzazione mentale me la riconosco,
come l'arroganza, e alcuni aspetti di cui al link che ho
richiamato ecc.-
Ma l'esuberanza di un tempo e la sicurezza di quanto
asserivo era maggiore e chissà cosa pensavano i miei
interlocutori di un tempo che, per me, sbagliavano sempre,
tutto, insomma erano dei dementi matusa non più informati e
al passo con i tempi. Qualcosa è pur vero, ma attenzione
che le storie si ripetono.
Non infierite troppo su di un povero vecchietto.
Chissà poi perchè fino a qualche tempo fa esistevano i
"consigli dei vecchi" e le loro opinioni erano seguite,
accettate, fattene tesoro; fors'anche forzatamente, ma
tant'è.
Ora questo periodo è passato senza che io ne abbia potuto
beneficiare. L'ho saltato a favore di odierne giovani menti
esuberanti e nate sapienti.
Ciao.
|
IVAN. 26 luglio 2010 15:51
.
Giusto. Dimenticavo:
-IPOCRISIA:
Incoerenza tra i valori enunciati e le azioni svolte.
Es: attribuire e contestare ad altri difetti di
comportamento tipicamente propri.
-----
...E daje col tuo sciocco rancore personale, eh, SAV?
È perfettamente inutile che sbandieri di avere "il doppio
dei nostri anni", se poi dimostri la disponibilità al
Dialogo di un bimbo dell'asilo.
.
|
savpg8801 26 luglio 2010 13:43
http://www.drzap.it/Ragitort.htm
--
Da Sapere.it:
arroganza
------------------------------------------------------------
--------------------
n.f. [pl. -e] atteggiamento insolente e presuntuoso:
parlare, agire con arroganza
¶ Dal lat. arrogantia(m). Rubrica sinonimiSin. presunzione,
alterigia, superbia, tracotanza; (lett.) protervia;
prepotenza, insolenza, impudenza Contr. modestia, umiltà;
garbo, gentilezza, mitezza.
....non a tutti è dato.....
|
IVAN. 26 luglio 2010 0:59
.
Cos'è che "ti pare anche a te", Isaia? Soggetto, verbo e
complemento, grazie.
(Oppure ti premeva solo aggiungere un altro "+1" al tuo
post-counter?)
.
|
El Cubano 26 luglio 2010 0:10
mi pARE ANCHE A me
|
IVAN. 25 luglio 2010 23:39
.
(cit.) «Io non ho pregiudizi, ho convinzioni. E la mia
convinzione è che l'omosessualità è una cosa sporca,
inutile e deviata.»
_______________________________
(Eh?...)
Dal dizionario Garzanti di lingua itaglianica:
- CONVINZIONE:
Effetto del Convincere (dimostrare con ragione, argomenti,
prove).
Sin. di persuasione, certezza.
(Rifl.): essere convinto, non lasciare spazio a dubbi,
provare certezza su qlc., anche non supportata da prove (v.
Pregiudizio).
- PREGIUDIZIO:
Giudizio o opinione errata dovuta a scarsa conoscenza dei
fatti o ad accettazione non critica di errate convinzioni
altrui (es: pregiudizio popolare); credenza superstiziosa;
opinione non fondata sui fatti.
Sin. prevenzione, preconcetto. Dal lat "praeiudicium",
giudizio anticipato.
- CONTRADDIZIONE:
Atto, effetto del contraddire.
(Rifl.): contraddirsi; manifestare qlc. in antitesi a quanto
si è detto precedentemente.
(C. in termini: affermazione contemporanea di due o più
concetti fra loro opposti ed inconciliabili.)
.
|
lucillafiaccola1796 25 luglio 2010 19:31
harakiri! Un trattato di diritto e sensibilità.
Copiato!
Bravoooooooooooooooooooooooooooooooo!
|
harakiri 25 luglio 2010 19:08
Credo che savpg abbia fatto uscire dai gangheri sergio, che
con la sua proverbiale pazienza è riuscito a mantenere un
livello di disponibilità che francamente io farei fatica a
mantenere.
Non ricordo altri interventi di sergio con una quantità
simile di errori.
Sergio deve aver scritto il suo ultimo intervento reprimendo
la voglia di mandare qualcuno ad arare il mare.
Ecco allora che il gruppo di autostegno degli addetti ai
lavori scende in pista, ma c’è poca soddisfazione: savpg
fa autogol in rapida successione.
Savpg per le proprie opinioni rivendica (23 luglio)
accettazione senza riserve, ironie o atteggiamenti
vendicativi (sic!) ma pretende di catalogare le persone in
base ai comportamenti che arbitrariamente classifica come
utili o inutili.
Gli stessi criteri che savpg applica agli altri possono
allora essere applicati a lui.
Savpg considera “l'omosessualità sporca, libertina,
ineducativa, fine a se stessa e non utile alla
società”.
Ho il diritto di considerare sporche, ineducate, illiberali
e socialmente inutili le persone che la pensano come
savpg?
Savpg sembra urtato da riferimenti statistici (che ho
richiamato solo per contestare il suo definire
“naturale” il solo sesso etero, intervento del 21
luglio; se fosse così, come si spiega la diffusione
notevole dell’omosessualità tra tante specie animali?),
ma mi piacerebbe capire in base a cosa stabilisce il
criterio di norma e normalità dal momento che lui stesso fa
riferimento ai comportamenti di massa e alla variabilità di
giudizio di questi comportamenti cioè al fatto che quanto
ieri poteva essere considerato disdicevole oggi potrebbe
essere considerato accettato.
Con questi concetti, caro savpg, a cosa fai riferimento se
non a un dato di diffusione statistica?
Puoi ripeterti fin che vuoi con i termini moda, norma ma
bisognerebbe anche che tu ti ascoltassi perché con le tue
parole stai ribadendo che quel che conta per te è
l’aspetto numerico.
Non vedo nemmeno l’ombra delle convinzioni religiose,
culturali, sociali, etiche nelle tue parole ma solo un
dannato conformismo. Idem quando scrivi, in modo contorto,
facendo supposizioni sull’osservare comportamenti e
ricavarne regole.
Che campionario di illogico conformismo privo di moralità.
Dimostri totale assenza di cultura del diritto e della
democrazia, che certo non nasce per tutelare le maggioranze,
già tutelate, ma proprio le minoranze e le loro libertà di
vivere secondo la propria sensibilità e cultura dal momento
che nulla tolgono agli altri.
Il pluralismo per te proprio non esiste; esiste solo la
massa e il conformarsi ad essa.
A me di come una persona viva la propria sessualità non me
ne frega assolutamente nulla; mi basta che non usi violenza
sugli altri.
Bizzarro poi voler valutare la sessualità in base a un
criterio di utilità sociale.
O forse savpg sta parlando dei bordelli?
Continua inoltre savpg a confondere il diritto per la
libertà di opinione (per me totale e vorrei che una persona
potesse definirsi liberamente fascista, razzista, nazista,
antisemita ecc ecc senza che ciò rappresenti reato) con
l’accettazione delle opinioni.
Vedi savpg tu per me sei libero di esprimere tutte le
fregnacce che vuoi, ma non puoi negarci il diritto di
valutare le tue affermazioni, che io trovo ridicole,
demenziali e squallide.
La Chiesa Cattolica ha ammorbidito le proprie posizioni per
timore di perdere seguito, scrivi più o meno.
Evidentemente deve essere un timore che nutre da almeno un
secolo. Ma sai di cosa parli?
Il codice canonico in base al quale può essere annullato un
matrimonio in caso di impotentia coeundi ma non in caso di
impotentia generandi, hai idea a quando risale e come si
concilia con la tua visone della sessualità procretiva?
E la dottrina della pianificazione familiare ti dice
qualcosa?
E la valutazione cattolica dei metodi naturali di
pianificazione familiare, significa qualcosa per te?
Affermare che la sessualità ha valore solo se praticata per
la nobile finalità riproduttiva è un’opinione che tra le
tante cazzate che si affermano può starci.
Attendersi che questa opinione sia accettata senza riserve
è invece una aspettativa infondata e irragionevole,
soprattutto se la declamata opinione non è accompagnata da
argomentazioni che ne spieghino la validità e
fondatezza.
Definire la sessualità a fini procreativi un comportamento
socialmente utile significa esaltare l’irresponsabilità
genitoriale che tanti disastri ha provocato e provoca con
una crescita familiare fuori controllo (e le inevitabili
ripercussioni sull’intera società: alla faccia
dell’utilità sociale!).
Definire il valore della sessualità in stretta relazione
alla finalità procreativa significa sul piano etico e
culturale ignorare millenni di civiltà umana che, nel bene
e nel male, hanno elevato l’uomo dal rango di puro e
semplice animale. Significa ignorare la natura umana, la
storia e la cultura del genere umano.
Non sapevo che Romeo e Giulietta si fossero uccisi perché
non potevano riprodursi.
Ignorare e sminuire tutte le situazioni in cui c’è
sessualità, c’è amore, c’è passione ma non c’è la
possibilità o la volontà di generare significa non aver
capito nulla della vita e del genere umano.
L’ultimo intervento di savpg è poi un campionario di
illogicità da far venire il mal di testa.
Può essere, può variare ma certo che può essere, certo
che il senso del pudore cambia.
Appunto perché legato alla società e al modo d’intendere
vivere la sessualità che evidentemente non è sostanziata
da un aspetto biologico, immutato da qualche millennio.
Ma che bestiali banalità.
Giusto ieri in corso monforte a milano ho visto una donna
seduta al bar che allattava un bambino.
Il senso del pudore passa in secondo piano quando una donna
tira fuori una tetta per dar da mangiare alla creatura e i
più vedono quella scena con dolcezza e tenerezza; ciò non
esclude che qualcuno possa pensare che gli piacerebbe essere
al posto del bambino.
Ma se una donna sta seduta al bar a seno nudo, allora le
cose cambiano; quella ghiandola mammaria assume un ruolo
erotico; in quale altro animale succede ciò?
Non ho mai visto un toro attaccato alle “tette” della
mucca.
Vacca troia!
Ma quante banali bestialità che scrivi!
Ti avventuri a fare supposizioni su omosessualità maschile
e femminile ma evidentemente non hai alcuna visione della
società, della storia e dell’evoluzione sociologica e
antropologica.
Dell’omosessualità femminile, da sempre molto diffusa,
non è mai fregato nulla a nessuno come d’altra parte a
nessuno interessava la sessualità femminile.
Persino Freud dovette riconoscere che della sessualità
femminile si sapeva decisamente poco. L’omosessualità
femminile è sempre stata tollerata, come la nudità
femminile (fino a epoche recenti in tanti paesi era invece
reato il nudo maschile integrale), tanto la donna o era
moglie o suora o troia e qualche volta era una moglie o
suora troia, ma queste erano eccezioni che confermavano le
tue amate regole.
L’omosessualità maschile è stata quasi sempre
perseguitata perché l’omosessuale mette in discussione il
ruolo codificato del maschio nella società;
l’omosessualità inclina il mito della virilità. Una ben
precisa concezione sessuale, di cui tu sembri un estimatore,
era dunque funzionale al mantenimento di un sistema di
potere: il maschio comanda e va in guerra, la femmina a casa
a fare la serva e a sfornare figli.
Per la stessa ragione la violenza contro le donne è sempre
stata tollerata e quasi incentivata (dalla violenza sessuale
considerata offesa alla pubblica morale per giungere allo
stupro etnico che ci vollero secoli per ufficialmente
bandirlo dal codice di guerra).
Afferma quel che ti pare, savpg, ma meno ipocrisia e
perbenismo a buon mercato, per favore.
|
savpg8801 25 luglio 2010 16:45
Premetto una precisazione: con riferimento alla disciplina
statistica, che non è solo quella del pollo, mi duole
ripetere che dicesi tecnicamente "moda" o "norma" il
risultato derivante dalla ripartizione in classi o gruppi
secondo una unità di misura prescelta, di un modulo di
aggregazione e aggruppamento disposto in ordine di
grandezza. La classe che presenta maggior addensamento di
dati ne costituisce, appunto, queste denominazioni.
Perciò non attribuisco ai lemmi moda o norma il significato
popolare e corrente di "compro le scarpe di moda" o
"definisco normale ciò che è comunemente praticato".
Cerco di rispondere ad alcune tue domande, per quanto
possa:
...comportamenti inutili erano molto diffusi... Chi
stabilisce se un comportamento sia utile o inutile?
...sessualità non è mai stata vissuta in modo "naturale",
Il genere umano inizia ipoteticamente milioni di anni fa,ma
le cosiddette civiltà possono datarsi a soli poche decine
di migliaia. I comportamenti sessuali delle masse (escluso
quindi qualche personaggio noto e cantato da
poeti,scrittori, biografi ecc.) sono molto ipotetici e
spesso mitizzati o incertamente dedotti. Inoltre dipendevano
dai fattori esistenziali di ogni civiltà principali o
secondarie e neppure sempre le stesse col trascorrere delle
ere. Quindi asserzione non provata.
Il senso del pudore...può derivare anche quì da
usi,costumi,tempo per tempo e civiltà per civiltà
succedutisi con significati anche opposti. L'esposizione
delle pudende non ha avuto sempre lo stesso significato, e
detto sentimento varia, in esistenza libera, da persona a
persona.
....sesso solo per riprodursi? Nessuno, in genere, sta in
mezzo alla coppia (salvo nei filmetti porno), spero neanche
chi se lo domanda. Ad ogni buon conto potrei evincerlo da
conoscenze di cui non ho dubbi. Chi può dire che masse che
fanno sesso non mettano in pratica dettami e valori, spesso
religiosi, per essi basilari di utilizzo solo a fini
procreativi?
Va da sè che i valori che un tempo erano per svariati
motivi più seguiti e messi in pratica, ai tempi d'oggi si
sono molto affievoliti sin quasi a scomparire, tanto se non
c'è punizione, non c'è aldilà, non si crede più a remore
moralistiche, tanto a far quello che mi pare non succede
nulla...Il concetto del piacere e del successo ad ogni
costo promosso da ogni parte, senza remore, induce sempre
maggiori avvicinamenti e cozza contro i principi, da
generazioni precedenti inculcati ed esaltati, di sacrificio,
abnegazione, rispetto di sè e del prossimo, riservatezza,
vergogne, magari anche difficoltà per facile reperimento di
mercanzia.
Io voglio parlare solo di comportamenti umani specialmente
non istintivi, in quanto regolati da convenzioni.
La pulsione sessuale, presente in tutti gli esseri viventi
mobili e con cervello, è spesso ai primi posti nella mente
dopo l'alimentazione e la sopravvivenza. La predisposizione
e la prontezza ad atti sessuali, rendono tanti individui
sani ad essere sempre pronti agli atti, quali che siano.
La indisponibilità spesso fisiologica delle femmine, forse
ha da tempo indirizzato la smania del maschio ad appagarsi
anche con altri dello stesso sesso. Fino a qualche decennio
fa si conoscevano prevalentemente atti chiamati da
pederasta, da finocchio, da culattone ecc. da parte di
individui di sesso maschile. Delle femmine non si parlava.
Ora le femmine giocano un grosso ruolo nell'omosessualità;
certamente si sa che storicamente esistevano, ma il concetto
dava persino fastidio.
.....letteratura che canta, enfatizza, esalta, amore,
passione.... Sono sentimenti universali , ma
-attenzione-sono la molla che poi si scarica presto. Lo
scrittore è insito in ognuno di noi. Lo scrivere lascia
qualcosa che le parole non lasciano. Ecco perchè moltissimi
miei amici e conoscenti hanno scritto libri, trattati, vuoi
umanistici, vuoi tecnici, vuoi frivoli. Nulla di strano; è
un modo come un'altro per lasciare la traccia di sè dopo
essere diventati terra da pipa.
....l'impostazione religiosa cattolica... perchè solo
cattolica? Ci sono altre mille religioni, sette, movimenti,
ecc. Va bene..cattolica perchè Il nostro stato è ancora
ancorato e definito tale....ma per quanto?
Vedi che le cose possono cambiare, e con esse anche le
conseguenze interpretative.
Il cattolico, in tutti gli altri campi ha ottenuto libertà
maggiori; perchè non anche religiose? La chiesa ha dovuto
allentare le proprie redini perchè sempre meno credenti lo
sono solo per modo di dire. La scienza sempre più
imperante, gioca un ruolo quasi fondamentale per confutare
le teorie religiose. L'impostazione "religiosa" di ruolo
importante della sessualità (quella etero, perchè quella
omo--benchè esistente, ma non per questo accettata--) è
necessaria per invogliare il rapporto di coppia a generare,
non per obbligo e morta lì, ma anche attribuendo qualcosa
di appagante, che è il piacere riferito però ad uno scopo
ritenuto fondamentale.
... infine.....la frase da me scritta:"Siccome esamino i
comportamenti(non le intenzioni) da essi deduco che si
formino così delle regole di esistenza e se queste sono
accettate, quantomeno da molti numeri, tendono a diventare
una norma......-- Questo per alcuni, ma per altri è il
contrario. Cioè se altri suppongono che la norma sia quella
di regole precedenti-più restrittive o più permissive, non
importa- tendono a ricondursi ad esse.--"" fino al punto(.)
è espressa in prima persona come se fosse stata detta (da
me interpretato), da te.
Mi sono parzialmente documentato su personaggi famosi che ne
facevano di tutte , con figli, moglie o mariti, amanti,
maschi e femmine, incesti, insomma, il bordello fino agli
anni 50 era, al cospetto, acqua santa.
Per finire, cose da me viste accidentalmente e quasi
ostentatamente in zone pubbliche non proprio appartate,
eseguite da omosessuali nel pieno delle loro pratiche, mi fa
restare confermato nelle mie idee. Altro che "radicati
pregiudizi".
|
sergio2 25 luglio 2010 12:49
...
Savpg,
Sergio 2 e Sergio sono la stessa persona; il 2 sottolinea la
partecipazione nella nuova epoca del Forum, quella con la
registarzione per intenderci.
Le convinzioni possono essere fondate su pregiudizi; nel
tuo caso data l'assenza di argomentazioni, le tue
convinzioni sembrano proprio dei pregiudizi.
Conitui ad utilizzare il termine "norma" e richaiamrti a
normalità e utilità sociale dei comportamenti. Credo sia
utile che tu spiegassi cosa intendi per "norma".
Mode? Sei troppo semplicistico e riduttivo. Persino il
racconto del Vecchio Testamento ci presenta città in cui i
"comportamenti inutili" erano molto diffusi.
La questione posta con il tuo ragionamento, affermato ma non
argomentato, è molto semplice.
Se la funzione della sessualità è quella procreativa, e al
massimo altri aspetti di contorno, il piacere per esempio,
servono ad addolcire il dovere naturale del riprodursi, ci
spieghi perchè la sessualità non è mai stata vissuta in
modo "naturale", spontaneo da quando esiste la civiltà
umana?
Ci spieghi da cosa nasce il senso dle pudore?
Ci presenti qualcuno che abbia fatto sesso o faccia sesso
solo per riprodursi?
Ci spieghi tanti comportamenti umani e animali che nulla
hanno a che fare con la procreazione?
Ci spieghi da dove salta fuori tutta la letturatura che
canta l'amore e la passione?
Ci spieghi l'impostazione religiosa cattolica, limitiamoci a
questa per non allargare troppo il discorso, che assegna
alla sessualità un ruolo ben più importante di quello che
gli attribuisci tu? Da Ratzinger a me siamo tutti indugenti
verso l'inutilità sociale?
Ci spieghi, visto che ci siamo, chi stabilisce se un
comportamento è utile alla società? Perché ogni
comprtamento debba essere valutato secondo il metro
dell'utilità sciale? Fare figli è utile alla società?
Fare sesso tra persone sterili è inutile alla società?
Non aggiungo nulla a commento del tuo disquisire su esame
dei comportamenti e non delle intenzioni e sul tema delle
regole... perché non hai messo insieme sul punto parole
comprensibili e non hai articolati frasi che abbiano un
senso compiuto: costruisci supposizioni su supposizioni
dando tutto per scontato e dimostrato. Ma che significa
"Siccome esamino i comportamenti (non le intenzioni)... ".
Scusami ma proprio non ci siamo. Bisognerebbe secondo te
esaminare le intenzioni?
|
lucillafiaccola1796 24 luglio 2010 19:32
Veniamo al suo ipotetico ragionamento per assurdo: se tutti
divenissero omosessuali il genere umano si estinguerebbe
Visti i risultati conseguiti dall'u-mano, per gli altri
esseri viventi, animali vegetali e minerali [considero
vivente anche il minerale, non come l'animale, ma...] la ns
estinzione sarebbe SOLO un vantaggio.
|
savpg8801 24 luglio 2010 14:12
Non chiamarli pregiudizi, Sergio2, ancorchè radicati.
Io li definisco convinzioni.
Pur riconducendoti al tema, spesso metti in campo altri
soggetti che meriterebbero argomentazioni a sè, ma
accorgendotene, rientri.
Chiaro che il perno di questa discussione è talmente
variegato e irto di verità, di paradossi, di
contraddizioni, di convinzioni, di dissertazioni filosofiche
(Video barbam et pallium: philosophum nondum video-Erode
Attico), di cultura, di ignoranza, di aspetti terra-terra
che falsano o magnificano ogni conclusione più o meno
accettabile. Quasi tutti gli aspetti della vita (e voglio
parlare di "umana" in quanto le specie animali sono troppe e
di infiniti comportamenti) sono ricchi di interpretazioni e
sfumature spesso irrisolvibili. E' anche vero che questi
aspetti sono occasione di eterne discussioni in quanto la
società umana si è data delle regole (minimalisticamente
parlando) proprio per una certa tranquillità esistenziale.
Ciò vale da sempre; dai primi semplici agglomerati umani,
alle più composite accozzaglie. E più c'è densità, più
regole necessitano. E' quì che entra in gioco il concetto
di "norma" o "moda" mutuati dalle seriazioni statistiche.
Quindi ogni concetto, sentenza, legge, che la società
esprime è frutto (negli immancabili compromessi) in genere
della propria cultura pregressa , ma anche degli
stravolgimenti che nuovi e consistenti ingressi
impongono.
Ecco che le mode o le norme possono cambiare nel tempo, ma
anche nello spazio. Ciò che ieri era anormale, oggi lo è,
come è vero il contrario.
Sergio, ma anche Sergio2 (stesso modo di esporre), ha la
caratteristica deduttiva. Cogito ergo sum. Siccome esamino i
comportamenti(non le intenzioni) da essi deduco che si
formino così delle regole di esistenza e se queste sono
accettate, quantomeno da molti numeri, tendono a diventare
una norma. Questo per alcuni, ma per altri è il contrario.
Cioè se altri suppongono che la norma sia quella di regole
precedenti-più restrittive o più permissive, non importa-
tendono a ricondursi ad esse.
L'autorità, sia essa laica, religiosa,
nulla o altro, in tendenza liberista, risponde fuori tempo
ai fenomeni. Si accorge, cioè, tardi delle mode e ne regola
in ritado e spesso con scarsi risultati, le eventuali
implicazioni per la società. Vedasi il mondo delle mafie,
sottovalutato; dell'inquinamento, sottovalutato; della
droga, sottovalutato; dell'ignoranza e vaghezza giovanili,
sottovalutate; dell'arroganza circolatoria, sottovalutata;
del consumismo becero ed inutile, sottovalutato; della
sempre diminuzione delle pene che inducono a delinquere e a
reiterare, sottovalutato, ecc.ecc.ecc.. Molti di questi
aspetti non sono nuovi, ma diviene difficile se non
impossibile la loro gestione futura; ed è questo l'aspetto
basilare di tutti i controlli delle masse.
Stando alle tue, in gran parte corrette, argomentazioni
circa il thread, mi prendo la briga di considerarle, più
che certezze, ricerche.
Il sempliciotto e fissato con il paraocchi, come posso io
apparire e forse essere, ma aperto ad ogni convincente
considerazione e interessato a vari problemi, ritiene
l'omosessualità sporca, libertina, ineducativa, fine a se
stessa e non utile alla società. Mi dirai che anche altre
pratiche hanno tali caratteristiche. Ma adesso stiamo
parlando di essa.
Dopo questa menata, lascio e vado a vedermi la F1.
|
sergio2 24 luglio 2010 0:42
...
Quanto scrive Savpg è sintomatico dei suoi radicati
pregiudizi, diversamente non scriverebbe di addetti ai
lavori, autosostegno, diversi e altre amenità simili.
Ma non è dei suoi reali o supposti pregiudizi che intendo
discutere.
Per sgomberare il campo da possibili equivoci, per la
seconda volta in questa discussione, preciso che non sono
omosessuale e credo non lo siano nemmeno gli altri
partecipanti.
Aggiungo che non ho nemmeno interessi diretti nel farmi
sponsor della diffusione dell’omosessualità.
Confesso, invece, che ho un sottile interesse indiretto
giacché la diffusione dell’omosessualità è causa di una
riduzione nella concorrenza tra eterosessuali.
Scherzi a parte, Savpg afferma di non comprendere una mia
frase che riporta e la considera, errando, un’affermazione
pleonastica.
Ecco la frase: "è cosa naturale e ovvia che se si vuole
procreare si faccia sesso, ma la procreazione è talvolta un
effetto del fare sesso mentre il fare sesso prescinde dalla
volontà procreativa, sia da un punto di vista biologico sia
da quello culturale antropologico."
Nessun pleonasmo in questo mio periodo con il quale ho
evidenziato che la procreazione è solo un aspetto della
sessualità.
Sbaglia e non comprende perché non vuole ricavare le
conclusioni ovvie di quanto ha perfettamente inteso, come
dimostra il suo commento.
In ogni caso, il significato è evidente e semplice e se lui
vuole pensare di non aver compreso, allora cercherò di
spiegare.
Certamente la cosa più semplice che chi desidera figli
possa fare è avere rapporti sessuali etero.
Ciò non significa che la sessualità trovi la sua ragione
esclusivamente nella procreazione; infatti, come lui stesso
scrive, c’è anche il fattore “piacere”. Limitiamoci a
questo per non complicare ulteriormente un discorso
semplice.
Se è possibile fare sesso per il piacere di farlo, è
evidente che la procreazione non è la ragione della
sessualità ma una delle possibili ragioni.
Dunque, entrambe le affermazioni sono vere e sono
espressioni delle molteplici funzioni della sessualità e
questa molteplicità esclude la presunta esclusività che
Savpg ha la pretesa di affermare quando categoricamente
scrive: “Crescete e moltiplicatevi”; “Tutto il resto
sono capricci o malattie o devianze”.
D’altra parte, non conosco nessuno che faccia sesso solo
per avere figli, mentre conosco tanti che fanno sesso anche
quando vogliono avere figli.
Dubito che il primo rapporto con la persona amata sia in
funzione della procreazione.
Risulterebbe un mistero comprendere quale funzione svolga la
sessualità nelle persone sterili per malattia o per età o
nelle persone che non desiderano avere figli o quando una
donna è in gravidanza.
Allo stesso modo, non mi risulta che il piacere diventi un
premio di consolazione quando l’obiettivo di figliare non
è raggiunto.
Non conosco alcuna religione che consideri la sessualità
esclusivamente in funzione della procreazione.
Veniamo al suo ipotetico ragionamento per assurdo: se tutti
divenissero omosessuali il genere umano si estinguerebbe.
“non è questa la strada per perpetuare progenie umana. Il
genere umano, compresi gli omosessuali, è candidato
all'estinzione”, scrive Savpg.
Con i se si può argomentare, ma non si dimostra nulla e non
si costruisce nulla.
La natura ci ha regalato una buona dose di bio-diversità e
sino a oggi non è documentata alcuna specie animale che si
sia estinta perché l'omosessualità è divenuta
totalitaria.
Ammesso che ogni animale faccia sesso solo per l’istinto
di perpetuare la progenie (dato non dimostrato e ancora oggi
semplice supposizione negata da un’infinità di dati,
compresa la diffusione dell’omosessualità tra le specie
animali), allora anche nell’uomo la sessualità avrebbe
una funzione puramente procreativa?
Chi lo spiega a Ratzinger?
Persino Ratzinger riconosce che la funzione dell'eros va
oltre l’aspetto procreativo e tutto il pensiero cattolico
non appiattisce la sessualità sulla funzione procreativa.
Se poi vogliamo ragionare per assurdo, allora non possiamo
dare per dimostrata la tesi che perpetuare la progenie sia
una finalità assoluta e necessaria e non piuttosto solo una
opzione.
Resta il fatto che tante specie animali e vegetali si sono
nel tempo estinte ed è tutto da dimostrare che
l’estinzione del genere umano rappresenti una minaccia per
il pianeta o piuttosto un bene.
Il ragionamento di Savpg è tutto basato sulla presunzione
che la conservazione del genere umano sia un bene assoluto e
lo sia a tal punto che ogni minaccia alla moltiplicazione
umana rappresenti un male per l’umanità.
Quindi gli omosessuali sono dei malati, dei deviati che
possono essere tollerati per molteplici ragioni di
opportunismo sociale o politico ma che restino un “neo”
e non diventino “metastasi”.
Come vedete il ragionare per assurdo non porta a nulla, per
quel ragionamento che ho sviluppato nel mio precedente
intervento in cui scrivo di presupposti e altri "scontati
luoghi comuni", che evidentemente chi si nutre di assoluto
relativismo etico non può e non vuole comprendere.
Se questo ragionamento dovesse risultare poco chiaro,
traducetelo così: gli orsi, i lupi, le balene, i delfini...
sarebbero contenti se gli uomini divenissero tutti
omosessuali e la finissero di moltiplicarsi. Ho semplificato
troppo, lo so; ma così credo sia impossibile non
comprendere quanto inutile sia ragionare per assurdo
assumendo un qualsiasi presupposto come verità e necessità
assoluta.
Resta ancora da spiegare come mai l’omosessualità sia
diffusa tra tantissime specie animali.
Resta ancora da comprendere cosa nel mondo eterosessuale
orienti verso l’omosessualità perché, ancora per ovvie
ragioni, è evidente che è l’eterosessualità che genera
e forma l’omosessualità.
Per concludere, la sessualità deve essere ridotta a un
comportamento unicamente finalizzato alla procreazione?
La funzione della sessualità è solo biologica?
La nostra è una natura puramente animale?
Siamo animali, facciamo sesso per la conservazione della
specie e dunque potremo fare sesso liberamente in ogni
luogo, come i cani, perché l'accoppiamento tra un maschio e
una femmina è un gesto altamente educativo e quindi merita
la massima diffusione e incentivazione.
Ovviamente solo sesso sano, normale e giusto: certificato
etero originale.
Non è ammesso alcun taroccamento.
In realtà, la sessualità, in tutte le sue forme
espressive, è il risultato di una complessa miscela
ormonale, biologica, fisiologica, psichica e culturale.
L’aspetto culturale è rilevante.
Include non solo il contesto familiare, l’educazione e
tutti i condizionamenti che da essa derivano, ma anche
quello scolastico e sociale in genere.
Pensate come il dato sessuale anatomico influenza e
indirizza immediatamente le scelte educative.
Di tutti i comportamenti umani, quello sessuale è il meno
“naturale” nel senso che nel corso dei millenni la
sessualità è stata caricata di molti significati
culturali, politici, religiosi…
Se la sessualità fosse naturale, non esisterebbe il senso
del pudore (sconosciuto in ogni altro animale) e un pene
eretto non farebbe più scandalo di un uomo che sorbisce un
gelato: si tratta, infatti, di due atteggiamenti naturali
che hanno la stessa dignità.
La distinzione tra natura, biologia e scelta personale è
quindi artificiosa e improduttiva se vogliamo occuparci di
sessualità.
Il dato culturale è la molla più potente di ogni
comportamento sessuale.
|
savpg8801 23 luglio 2010 16:55
Assunto che in un modo o nell'altro ora esiste il genere
umano, filosofie e considerazioni ancestrali ammesse,
poniamo per assurdo che (manipolazioni artificiose a parte),
naturalmente si addivenisse ad uno stravolgimento
macroscopico ove, in breve tempo, si osservi che ogni
essere umano è diventato omosessuale, il fenomeno
omosessuale terminerebbe al pari dell'etero.
Dissento sul passaggio:..."è cosa naturale e ovvia che si
si vuole procreare si faccia sesso, ma la procreazione è
talvolta un effetto del fare sesso mentre il fare sesso
prescinde dalla volontà procreativa, sia da un punto di
vista biologico sia da quello culturale antropologico."
Cosa si vuol comunicare con detta frase perchè sono vere
entrambe le varianti ed esprimerle è pleonastico.
Certamente viste da punti di vista diversi quali quelli
della mela o quelli della salita e discesa (del resto
scontati luoghi comuni) possono portare ad un unico
risultato, quello per cui si evince finalmente il principio
informatore che riconduce all'agognata e caratteristica
spinta sessuale generalmente presente, sia essa mero
appagamento di piacere, o volontà esclusivamente
riproduttiva.
Pertanto, può essere scissa la seconda ipotesi in due
risultati: faccio sesso per riprodurmi; c'è risultato(ho
raggiunto due obiettivi:godimento e produzione) o può non
esserci(ho fallito lo scopo, ma ho goduto
"diciamo"legalmente) . E questo è in linea con, per chi ne
è convinto e crede nei principi della propria religiosità,
le proprie convinzioni e regole.
Nell'altro caso, faccio sesso fine a se stesso per pura
spinta del piacere carnale e di qualsivoglia pulsione
meramente ad esso riconducibile, sia esso fisico che
mentale.
Richiamandomi a quanto detto all'inizio,non è questa la
strada per perpetuare progenie umana. Il genere umano,
compresi gli omosessuali, è candidato all'estinzione.
Queste mie osservazioni sono di uno che trovasi al di fuori
del fenomeno omosessuale, forse geneticamente, ma
sicuramente volutamente, però non può escludersi da esso
in quanto componente sociale e quindi subirne le
implicazioni e, con esse, operare le proprie opinioni e
decisioni.
Comprendo, tuttavia, le alzate di scudi degli"addetti ai
lavori" con cui, volenti o nolenti, abbiamo occasione di
asettica promiscuità sia lavorativa che di occasionale
frequentazione.
Perciò il mio parere, come quello di altri, deve essere
accettato senza condizioni, offese o ironie di tipo
vendicativo. Riconducendomi a chi ha posto regole numeriche,
in questo caso mi trovo minoritariamente(almeno in questa
sede) con convinzioni che cozzano contro quelle di diversi
altri e che fanno autosostegno numerico.
Non voglio passare io dalla parte, appunto, del diverso.
|
sergio2 23 luglio 2010 13:12
...
Vedo che la discussione un po’ stancamente procede.
Ringrazio Ivan e Harakiri per i loro interventi con i quali
hanno approfondito alcuni aspetti della discussione.
Rigrazio Lucilla per i simpatici intermezzi evidenziatori e
per il suo essere più u-gatta che u-mana.
A Savpg non ho nulla da replicare avendo già con notevole e
pregevole ricchezza di argomenti risposto Harakiri.
Mi scuso, invece, con Enrico Falcinelli il cui intervento
del 15 maggio mi era sfuggito.
Grazie Ivan per il tuo contributo in risposta ad Enrico che
mi consente di essere breve (non prendetemi alla lettera)
nel rimediare alla mia manchevolezza, della quale ovviamente
nessuno ha sofferto.
**********
Confesso che mi sono venuti i brividi leggendo
l’intervento di Enrico, che ho anche riletto perché
assalito dal dubbio di non aver capito.
“Tutto dipende da che punto lo guardi…”
Questa frase mi ricorda affermazioni del tipo “in fondo
una salita se la guardi dall’altro lato è una
discesa”.
Proprio questo è il problema di coloro che confondono la
realtà con l’immagine che si costruiscono della realtà;
confondono le percezioni vissute (e i vocaboli atti a
descriverle) con la realtà oggettiva (e gli altri vocaboli
atti a definirla).
In altre parole, è vero che tutto dipende dal punto di
osservazione ma solo se si confonde la percezione
particolare, soggettiva e parziale, di qualcosa con la
dimensione reale e oggettiva di cui quella parzialità è un
frammento.
La salita diventa discesa perché non esiste salita e non
esiste discesa. Hanno, infatti, bisogno di un altro dato, la
direzione, per esistere ed è un dato soggettivo, parziale,
temporaneo, variabile, contingente...
A esistere è un piano inclinato, mentre la discesa e la
salita sono percezioni parziali e limitate della realtà
oggettiva che si chiama, appunto, piano inclinato.
Se due persone sono l’una di fronte all’altra e tra loro
è posta una mela, può verificarsi che uno dica di vedere
una mela bacata e l’altro dica di vedere una bella mela.
Entrambi dicono la verità perché i loro occhi mentali
mentono su quel che vedono.
Infatti, ciascuno vede una parte della mela e non la mela
intera, ma non si astengono dall’esprimere un giudizio
sulla mela, sebbene siano consapevoli di conoscerne solo una
parte.
Sono convinti entrambi di dire la verità perché confondono
l’immagine parziale della realtà conosciuta con la
realtà tutta, anche quella sconosciuta.
Allora, lasciamo perdere la filosofia spicciola e a buon
mercato ma, consapevoli che rischiamo sempre di confondere
le “cose” con le nostre percezioni delle cose, proviamo
ad analizzare il denso messaggio di Enrico.
Contrariamente a quanto affermato da Enrico, secondo me i
“presupposti” non illuminano alcuna considerazione
poiché per definizione l’ipotesi, l’immaginato o il
supposto anticipatamente può essere arbitrario e non può
pertanto dare solidità ad alcuna riflessione.
Inoltre, ritengo di non aver costruito delle considerazioni
basandomi su presupposti.
Se si vogliono sviluppare considerazioni logiche e motivate,
occorre che i presupposti siano verificati e dalla verifica
devono risultare confermati cosicché non possano più
essere considerati presupposti ma condizioni irrinunciabili,
divenendo così “principi” e non valori.
Principi e valori: tra di essi un oceano.
L’etica, in ogni caso, non si fonda sulle ipotesi.
Possiamo non concordare sui “principi” perché possiamo
avere principi differenti.
Probabilmente finiremmo per porre principi diversi alla base
delle nostre costruzioni etiche, ma nessuno potrà porsi
domande sulla “qualità di quanto sia all’origine di
quell’etica”, per riprendere ancora una volta le parole
di Enrico.
Esiste forse un ente certificatore dell’etica?
No, perché non esiste l’etica di qualità.
L’etica non si fonda su pensieri, ipotesi e presupposti.
Ha scritto molte volte Enrico il termine “etica” e non
ho compreso se lo usa come sinonimo di morale o in modo del
tutto improprio.
Escluderei che Enrico lo utilizzi per indicare quella branca
della filosofia che appunto va sotto il nome di etica.
Non esiste l’etica di qualità perché l’uomo è senza
qualità.
Non c’è alcuna qualità che si possa con assoluta
certezza attribuire a ogni uomo.
Siamo noi che abbiamo costruito un archetipo di “uomo”,
immaginando l’individuo come sintesi dell’intera
umanità.
In ogni individuo l’intera umanità.
“…se io devo considerare valido il senso che giudica con
favore la posizione omosessuale”
No, Enrico non ti scomodare non “devi” giudicare come
non ti è richiesto di giudicare il vento, la pioggia e
l’armadillo e se lo fai sei uno stolto perché il vento,
la pioggia e l’armadillo non possono essere giudicati
essendo estranei a ogni ambito etico di giudizio.
Il vento, la pioggia e l’armadillo non sono mai cattivi,
brutti, belli, buoni… al massimo utili o dannosi.
Ma ciò che è dannoso non è cattivo, lo sa anche un
bambino.
I criteri produttivistici di valutazione sono estranei
all’ambito etico.
“…si può percepire come anomala anche una qualsiasi
alternativa alla naturale soluzione procreativa che scelga
approcci diversi con l’altro sesso…”
Cosa sia la naturale soluzione procreativa proprio non lo so
poiché è un fatto che c’è l’accoppiamento che può
risultare fertile.
Che questo accoppiamento sia una soluzione di qualcosa è
solo in relazione a un problem solving tutto da verificare
nella volontà dei soggetti coinvolti.
In altre parole, è cosa naturale e ovvia che si si vuole
procreare si faccia sesso, ma la procreazione è talvolta un
effetto del fare sesso mentre il fare sesso prescinde dalla
volontà procreativa, sia da un punto di vista biologico sia
da quello culturale antropologico.
Come osserva giustamente Ivan, non è vero persino per il
coniglio che faccia sesso per mettere al mondo
coniglietti…
Figuriamoci quale dignità etica può avere la strampalata
presunzione che il sesso nell’uomo abbia un'esclusiva
finalità procreativa.
Non solo questa idea è infondata biologicamente ma è
profondamente offensiva per la dignità umana.
Affermare una tesi simile significa schiacciare l’uomo su
un dato biologico animalesco.
Senza alcun dubbio una tesi profondamente anti-cristiana.
Se Dio avesse voluto ciò non si sarebbe preso la briga di
creare un ennesimo animale dotandolo della libertà di agire
e scegliere il bene e il male.
Proviamo a banalizzare per comprendere il disegno divino.
Diciamo che Dio era profondamente annoiato da una
moltitudine di creature sensibili ma povere di coscienza e
incapaci di riconoscere la luce del Creatore.
Per avere la soddisfazione della gratitudine crea un nuovo
essere, animale nella dotazione fisica, ma attrezzato con un
"quid" specifico per renderlo simile a lui.
Crea l’uomo nella variante maschile e femminile, perché
da quel maschio e da quella femmina possa, mediante
relazioni incestuose (che apertura di mente!), derivare la
progenie, e li costringe a violare il suo divieto del quale
i due poveri esseri umani non hanno alcuna percezione non
avendo ancora attinto all'albero della conoscenza del bene e
del male non possono avere alcuna nozione
dell'obbedienza.
Adamo ed Eva: le prime incolpevoli vittime dell'ingiusta e
imperscrutabile giustizia divina.
Non rese Dio impossibile che l’attrazione fisica potesse
essere attivata da una moltitudine di fattori, che possono
prescindere da fisicità e corporalità.
Non rese Dio impossibile che si potessero instaurare legami
affettivi tra individui tali da esprimersi anche attraverso
una congiunzione corporale.
Lasciò aperta ogni ipotesi e possibilità di congiunzione
fisica e perfino la rinuncia alla congiunzione ovvero la
castità, unico spiraglio che ci consente, a rigore di
logica e di etica teologica, di non considerare la castità
una solenne bestemmia contro Dio; infatti, è legittimo
considerare la castità come un sacrificio per servire il
Creatore, anche se con evidenza ciò risponde all’esigenza
di obbedire a un'autorità umana e non alla certezza di
onorare Dio.
Pertanto, il disegno divino risulta con evidenza più
complesso e articolato rispetto alla “naturale soluzione
procreativa” in cui si esaurirebbe la sessualità.
“…modalità del rapportarsi sono legate a concezioni
dipendenti da un etica…”
Neanche per sogno.
La modalità del rapportarsi è pre-etica: esisteva ed
esiste prima che l’uomo e l’armadillo si chiedessero chi
sono dove vado perché vado… E aggiungo che sono certo che
l’uomo queste domande ha iniziato a porsele, mentre non
c’è traccia che l’armadillo faccia altrettanto, ma sul
punto potrei sbagliarmi considerata la mia scarsa
frequentazione con gli armadilli.
“cosa c’è alla base della pulsione alla ricerca della
corporalità di un'altro individuo?”
Qualsiasi cosa dal fascino di uno sguardo all’odore di una
scoreggia.
Nulla può essere escluso.
Non è vero che si tratti sempre di una pulsione.
Non è vero che la corporalità sia ricercata e che a
provocare la ricerca sia una pulsione.
Questa impostazione meccanicistica e determinista mi sembra
una volgare banalizzazione della sessualità.
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lucillafiaccola1796 22 luglio 2010 19:25
Non ci può essere dubbio sul fatto che l’uomo abbia
creato d'Io!
Gli esseri cosiddetti u-mani... [perché hanno le mani...
per combinare più misfatti che benfatti] non sono vegetali,
né minerali... SONO ANIMALI...
Io sono FIERA DI ESSER più Gatta che mana!
harakiri...hai molti talenti. Somigli tanto a Doctor, ma
anche ad un giusrista...Complimenti.
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harakiri 22 luglio 2010 13:09
Confondere gli esseri umani con le bestie?
Neanche per sogno.
Diciamo che ci sono esseri umani che sono delle bestie.
Bestie che non sanno valutare il senso delle parole che
esprimono formulando gracili e zoppicanti opinioni,
personalissime e immotivate, presentate come granitiche
verità.
Che l’omosessualità sia una malattia è una solenne
bestialità o nella migliore delle ipotesi una discutibile
opinione.
Invece c’è chi presenta questo personale punto di vista
come una verità indiscutibile, al punto da non degnarsi
nemmeno di spiegare secondo cosa la considera una malattia o
una devianza.
L’OMS ha escluso l’omosessualità dal novero delle
malattie.
Legittimo pensarla diversamente, ma si ha il dovere di
motivare il proprio dissenso. E’ una questione di onestà
e correttezza quando si esprime una personale opinione
difforme da un dato ufficiale. Impossibile diversamente
intendersi.
Devianza rispetto a che?
Al dato numerico maggioritario? O al fatto che in natura
questo comportamento deviato non è presente (il che è
falso)?
Boh!
Lo sa solo il nostro illustre opinionista che in capacità
di pensiero è messo proprio male.
Pretende di criticare il riferimento a dati numerici, ma in
conformità a cosa si definisce la normalità?
Il concetto di “normale” è squisitamente frutto della
cultura umana e non esiste in natura qualcosa che sia
normale e qualcosa che sia anormale. Basta leggere un
trattato di anatomia umana per apprendere che il cuore si
trova in una certa posizione nella stragrande maggioranza
dei casi e questa frequenza diviene volgarmente la
“normalità” che è quindi sempre riferito a un dato
statisticamente rilevante.
Per devianza s’intende un comportamento che si allontana
dalle regole morali, sociali, civili, penali; in ogni caso
regole o leggi stabilite dall’uomo e dal potere non certo
dalla natura. L’incesto in natura è cosa presente e non
punita.
Se qualcuno vuole considerare l’omosessualità una
devianza rispetto alle proprie convinzioni etiche, politiche
o religiose, non ho nulla da obiettare, anche se non
considero simili posizioni apprezzabili, ma non possono
essere presentate come devianza dalle regole naturali
perché questa non è più un’opinione discutibile ma una
solenne falsità.
Pretende il nostro saggio pensatore di parlarci di devianze
umane che devono essere ammesse e considerate giuste e
meritevoli.
Che c’entra il concetto di giusto con quello di
naturale?
Che c’entra il fatto che ci siano persone con un
determinato orientamento sessuale con il fatto che debba
essere considerato meritevole, giusto o addirittura
adombrare che ci debba essere qualcuno che ha la facoltà di
ammettere o non ammettere un comportamento?
E tira in ballo la natura?
Anche chi sosteneva lo schiavismo tirava in ballo la natura.
Anche il razzismo si fonda su una visione della natura sullo
stile di quella adombrata dal nostro illustre pensatore.
Tirare in ballo le regole della natura significa (oltre a
dire una sciocchezza) confondere una funzione biologica
della sessualità con il ruolo e il valore della
sessualità, che sono dati culturali e non biologici.
Se la sessualità fosse esclusivamente un dato naturale, non
esisterebbe il senso del pudore e fare sesso o masturbarsi
in pubblico sarebbero comportamenti accettati come
giocherellare con il lobo dell’orecchio.
Se la funzione biologica della sessualità fosse l’unica
ad avere valore e a legittimare la sessualità come
“comportamento naturale e normale” allora la nostra
natura sarebbe squisitamente ed esclusivamente animale:
l’uomo, nella variante maschile e femminile, sarebbe uno
dei tanti animali che popolano il pianeta e nulla più.
Abbiamo trovato chi confonde l’uomo con le bestie!
In ogni caso, anche in molte specie animali la sessualità
non ha solo una funzione biologica e non risponde a un
semplice istinto comandato dalla fisiologia
dell’organismo.
Ho giusto ieri incontrato la signora Natura che mi ha
spiegato che tanti bofonchiano di regole della natura ma non
sanno di cosa parlano.
Quali sono queste regole della natura?
Che significa regole della natura?
Chi le decide?
Finitela di ripetere frasi fatte delle quali non comprendete
il significato.
Chiunque abbia un minimo di alfabetizzazione scientifica sa
che non esistono regole della natura (invenzione della
cultura teocratica). Infatti, il nostro esimio pensatore
paragona le regole della natura con quelle penali o
stradali. Che acume!
Le regole presuppongono l’esistenza di un’entità o
autorità regolatrice, in ogni caso di una volontà.
La Natura non ha volontà, non stabilisce regole e non viola
regole, non ha fini.
La natura agisce senza fini secondo codici causali
(causa\effetto, azione\reazione).
Non esistono disastri naturali e non esistono tragedie
naturali.
Esistono eventi naturali che provocano tragedie umane e
catastrofi nella vita umana.
La differenza è enorme e comprensibile anche ad un
bambino.
Ancora una volta non sapendo nulla di ciò di cui si ha la
pretesa di discutere ci si appella a fantomatiche regole
della natura, interpretata secondo gli schemi culturali
personali o meglio gli schemi imposti dalla cultura
dominante e supinamente accettati per mancanza
d’intelligenza e capacità critica.
Così si proiettano sulla natura concetti etici che sono
propri della cultura umana.
Vecchio fenomeno di antropomorfismo.
Della serie, non so se Dio ha creato l’uomo ma non ci può
essere dubbio sul fatto che l’uomo abbia creato Dio.
|
savpg8801 22 luglio 2010 9:39
Ma quali litanie dell'azzo!
Se si confondono le bestie con gli esseri umani ecco perchè
certa gente per convenienza (o per autodifesa?) spara
opinioni sulle opinioni. Noto che parte degli automobilisti
se ne frega delle regole, allora vuol dire che il mondo deve
andare cosi! Se parte della gente si droga, allora vuol dire
che è giusto che sia così!
Lo sciocco modo di vedere le cose, non per una loro
compulsata e giusta dinamica, ma solo sul fatto che se
esiste qualche ammalato allora è giusto e tollerabile
essere ammalati, oppure se ci si regola su casistiche
numeriche dove uno in più impone le regole a tutti e allora
così va bene... Se ogni devianza umana deve essere ammessa
e considerata giusta e meritevole, solo perchè ci sono
percentuali considerevoli...come pensiero siamo messi male.
|
harakiri 21 luglio 2010 23:42
Leggo ancora litanie di questo tenore:
"Crescete e moltiplicatevi. E' una regola naturale anche se
la si fa ricondurre ai sacri testi.
Questa è l'unica via."
-----------------------------
come la mettiamo che l'omosessualità è diffusa in tutte le
specie animali con percentuali in alcune specie così alte
da far impallidire i "nei" presenti tra il genere umano?
E non si tratta di comportamenti tra esemplari in cattività
ma osservati in "natura" come amano dire i nostri
mistificatori della natura e delle sue regole che ciascuno
osserva a propri fini di onanismo pseudo scientifico e
culturale (in altre parole per farsi le seghe mentali).
|
savpg8801 21 luglio 2010 22:14
Senza il naturale e giusto accoppiamento fra maschio e
femmina il genere umano è nato,cresciuto e si
perpetua(inquinamento a parte).
L'accoppiamento di due esseri uguali non genera e non
produce nascite, crescite e moltiplicazioni (manipolazioni
artificiali a parte). Il matrimonio è una convenzione che
regola tutti i molteplici aspetti della coppia etero. Tutto
il resto sono capricci o malattie o devianze.
Crescete e moltiplicatevi. E' una regola naturale anche se
la si fa ricondurre ai sacri testi.
Questa è l'unica via.
Se poi per questioni pratiche o di liberalismi si vogliono
confondere le idee per fare delle sanatorie a fini politici,
fiscali, umanitarie, pietistiche, di convenienza,
economiche, di piacere libero ed ostentativo, diamo libero
accesso all'uso e all'utilizzo degli orifizi corporali
omoclassificati come dice l'autore.
Finchè il neo rimane tale non c'è da temere, ma se
metastatizza.....
|
lucillafiaccola1796 20 luglio 2010 20:14
aboliamooooooo!
|
lucillafiaccola1796 20 luglio 2010 20:13
senza cercare che vado di fretta... de... monio... merci...
monio... domani ricerco Ciao!
|
harakiri 20 luglio 2010 16:36
Mais oui, ma chère Lucilla, certainement!
mater...
pater...
e "monio" cosa significa?
Dai che lo sai e se non lo sai ricercare saprai e così lo
saprai!
Se matrimonio ha a che fare con "madre" perchè adottare
questo termine per indicare l'unione legale, civile o
religiosa, di due persone di sesso diverso?
In ogni caso si adotta un punto di vista parziale e limitato
poichè il termine attiene a qualcosa che può essere una
finalità dell'unione tra due persone (il procreare) e un
particolare possibile ruolo di uno dei due soggetti (la
donna\moglie\madre) e sia come sia esclude uno dei soggetti
che nel procreare e nel gestire la famiglia un ruolo ha come
ricordi anche tu tirando in ballo il "patrimonio" (ma oggi
abbiamo donne\mogli\madri che "mantengono"
uomini\mariti\padri: come la mettiamo?).
Quindi, o aboliamo l'uso del termine matrimonio (appunto
riduttivo, discriminatorio e sessista) o utilizziamo il
termine in senso lato per indicare ogni contratto di unione
tra due persone.
Una sorta di antonomasia.
Ciao ciao
|
lucillafiaccola1796 19 luglio 2010 19:46
harakiri... è la logica ed il vedere guardando anziche
guardare e non vedere che fa il giurista.
IO pnso, nella mia ignoranza, che matrimonio derivi da
"mater" madre... che è SEMPRE di sesso femminile eh eh eh e
patrimonio da "pater" quello che ha i soldi... quindi
matrimonio quando c'è una femmina atta ad essere mater e
patrimonio... non c'è quasi mai ih ih ih... Ciao...
|
harakiri 19 luglio 2010 13:48
No, no è proprio dallo Stato che l'unione tra omosessuali
(maschi con maschi e femmine con femmine) è così
riconosciuta. Per una volta le Chiese stanno a guardare e
s'incazzano pure.
Però Lucilla ha ragione ma va detto che succede spesso che
un vocabolo assume un significato diverso da quello
originario dal punto di vista semantico.
Diversamente non sarebbe universalmente il termine
“matrimonio” quello più adatto per indicare il
contratto di unione tra persone di sesso diverso; e perché
allora non utilizzare il termine “patrimonio”?
Chi ha detto poi che con il termine matrimonio s’intenda
l’unione di due persone di sesso diverso?
Questa è una riduttiva banalizzazione per effetto di una
consuetudine maggioritaria.
La nostra Costituzione (art 29) non cita il sesso dei
contraenti matrimonio e afferma la pari dignità tra i
coniugi.
Anche la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo
utilizza una formula che si presta a ogni interpretazione
(art 16):
“Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di
sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione
di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali
diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e
all'atto del suo scioglimento.
Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero
e pieno consenso dei futuri coniugi.
La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della
società e ha diritto ad essere protetta dalla società e
dallo Stato.”
Uomini e donne hanno il diritto di sposarsi, non significa
che il matrimonio debba avvenire tra un uomo e una donna.
Diversamente avrebbero scritto: “Gli uomini in età adatta
hanno il diritto di sposarsi con le donne”.
Ugualmente, il termine “famiglia” non è univoco nel
senso di coppia finalizzata alla procreazione, infatti una
coppia di coniugi è famiglia anche se non ha figli; e il
termine “coniugi” è neutro dal momento che indica
semplicemente “uniti insieme”.
Dal momento che arbitrariamente è stato utilizzato il
temrine “matrimonio” per intendere il contratto di
unione tra due persone di sesso diverso, può benissimo
adesso essere utilizzato per indicare validamente le due
parti “contraenti” dello stesso sesso: così in
Argentina hanno deciso di modificare il codice civile
sostituendo le parole “marito e moglie” col termine “i
contraenti”.
Fosse per me abolirei il termine matrimonio e adotterei il
termine “pattimonio”.
Ben più grave mi sembra l’abuso che si fa di altri
vocaboli.
Pensate al termine pedofilia, utilizzato per indicare
qualcosa che non è contenuto nel significato originario del
termine.
Eutanasia per indicare il rifiuto di trattamenti sanitari.
O a espressioni tipo “processo breve” per indicare un
processo che assicuri l’impunità degli imputati.
O ancora “tutela della privacy” per indicare la volontà
di qualcuno di poter fare i cazzi propri senza che qualcuno
possa rompergli il cazzo.
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