Commenti
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claudio 1 luglio 2008 0:00
Liberalizzazioni? Lord, fatti i cazzi tuoi. Ma che io ti
vengo a rompere i coglioni sul reddito da morto di fame che
pigli?
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lord 30 giugno 2008 0:00
Mi pare che qua tutti i notai siano piuttosto terrorizzati
dalle liberalizzazioni, termine che alle loro orecchie suona
come una bestemmia. Non metto nemmeno io in dubbio il
ruolo e le competenze dei notai ai quali io stesso mi
rivolgerei per ricevere garanzie solide su un certo tipo di
trasferimenti (in particolar modo immobiliari). Ma che senso
essere obbligati all'atto notarile se devo comprare casa
da un soggetto di cui ho cieca fiducia. Sul
trasferimento di quote o anche in caso di recesso sono
favorevole a una maggiore libertà di scelta. Non trovo
così indispensabile l'intervento del notaio quando è
il notaio stesso a chiedere informazioni al commercialista,
su una situazione contabile, o sulle consistenze
patrimoniali in essere. Si parla di identità delle parti.
Ma ormai anche per gli adempimenti antiriciglaggio anche i
commercialisti svolgono compiti di identificazione.
Ricordiamo come un tempo, prima della legge Mancino, non
fosse necessario l'intervento del notaio per gli atti di
affitto d'azienda. Non mi risulta che prima di questa
disposizione legislativa la gente si strappasse i
capelli... Una domanda: è vero che l'ordine dei
notai garantisce un reddito minimo ad ogni notaio?
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ugo 29 giugno 2008 0:00
Bersanotto, lei ha capito cosa intendevo dire. Ma, come al
solito, finge di non comprendere e distorce ciò che viene
detto da chi le si contrappone. Non ho detto che "il
notaio non deve guadagnare più di 100.000 €". Ho
detto che "10000 notai da 100.000 € offrirebbero un
servizio migliore e costerebbero meno dei 5000 notai da
500.000 € di oggi". Facendo sottintendere che
aumentando il numero dei notai e creando le ocndizioni per
una concorrenza che tuteli comunque la loro professionalità
la collettività sarebbe servita meglio ed ad un costo
inferiore. Lo scontro dialettico, ad un certo livello, deve
essere scontro di idee, e non un giochino in cui si
manipolano le parole per distorcere e mettere in cattiva
luce il pensiero altrui quando dà fastidio. Mi auguro, per
i suoi clienti, che quando lei svolge le sue funzioni
notarili sia molto meno approssimativo nella interpretazione
delle parole ed abbia un atteggiamento più onesto ed
oggettivo. Se così non fosse, ci sarebbe veramente da
preoccuparsi. Stupisce che debba essere io, umile medico, a
dover ricordare a lei, immenso notaio, che
l'oggettività e l'onestà intellettuale sono alla
base del leale confronto di idee...
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bersanotto 28 giugno 2008 0:00
allora, ed infine, Ugo ha concluso: un Notaio non può
guadagnare più di Euro 100.000 l'anno. Non merita di
più. Ok, grazie Ugo. Può non disturbarsi più. Lei è un
medico, avrà cose più importanti da fare che scrivere qua
le sue astruse teorie, a volte liberistiche e a volte
dirigistiche. Tutte con un denominatore comune: la
presunzione (di chi parla di cose che non sa, ed una volta
ricevute le dovute e documentate spiegazioni, ottusamente
ripete senmpre le stesse cose), la mancanza di umiltà (di
chi diprezza il lavoro altrui), l'invidia.
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claudio 28 giugno 2008 0:00
A Ugo dico: ma fatti i cazzi tuoi. A te che te ne frega di
quanto guadagna un notaio? Ma che male ti ha fatto? E se poi
si può permettere di far vivere di rendita i suoi figli, a
te che cazzo te ne frega? Vivi e lascia vivere, ti
conviene....
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Privato sottufficiale 26 giugno 2008 0:00
Per Massimo. Egregio chierichetto del tempio del
sacro sigillo, reggistrascico di gran sacerdote,
seminarista di lunghissimo corso, diacono degli aspiranti
membri della casta degli eletti, mancato docente
universitario e mancato avvocato, come al solito ad
argomenti seri lei continua a rispondere con osservazioni
ironiche infantile, che valgono esattamente quanto le sue
orripilanti incursioni in campo giuridico.
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Ugo 26 giugno 2008 0:00
Sal, bersanotto, notaio impoverito, massimo, è evidente che
non siete abituati al confronto diretto. Uno vi provoca, e
voi ci cascate come pere mature.... Petrelli, questo
l'ho capito anch'io, dice che la prestazione dei
notai austriaci è diversa da quella dei notai italiani.
Diversa e di valore inferiore, e questo è il motivo,
secondo lui, che sta alla base del costo più basso. Ad
essere pignoli Petrelli ha detto la sua solo su una delle
due prestazioni citate dal giornale Libero Mercato, ma non
è questo il punto. Il punto è che l'amirevole sagacia
giuridica, l'indiscutibile competenza tecnica e la
luminosa chiarezza espositiva di Petrelli non negano quello
che è un inconfutabile dato di fatto: in Austria i notai
costano di meno. Punto. Perchè costano di meno? Sarà
perchè, come dice Petrelli, le loro prestazioni valgono di
meno, affermazione coerente col senso della misura e con la
modestia dimostrati la lorsignori notai italiani in codesto
forum. Ma forse sarà anche perchè le condizioni in cui si
trovano ad operare sono differenti, un po' più
"europee", se avete la bontà di volermi perdonare
questo termine. Un po' più "aperte" ad una
sana concorrenza, un po' più "liberali", e
meno "corporative". Uso questi termini a
proposito, sapendo che siete in grado di comprenderli, anche
se sospetto che, ancora una volta, farete finta di non
riuscire a capirli. Tutti tranne Massimo, che, per
l'appunto, non è notaio, e che sa fare solo interventi
insulsi, tipo quello su Antonella. D'altronde, se fosse
più sveglio, avrebbe capito da un pezzo che una parziale e
cauta "liberalizzazione" della professione
notarile non potrebbe che giovargli. NOn è colpa sua,
poverino, è che proprio non ci arriva.... Quale è
l'obiettivo della liberalizzazione? NOn certo
distruggere i notai, o ridurli alla fame. L'obiettivo è
migliorare il servizio ed abbassare i costi, nel rispetto
della professionalità dei notai e salvaguardando la
corretta erogazione dei loro servizi. Vi ripeto, ancora una
volta, l'esempio: 10000 notai da 100.000 €
servirebbero meglio e ocn costi inferiori la collettività
rispetto ai 5000 notai da 500.000 € di oggi. Cosa c'è
di sbagliato, dal punto di vista del servizio alla
collettività in questo? Nulla. Morireste di fame con
100.000 € l'anno? Assolutamente no. Ed allora che
c'è di male a pretendere un servizio migliore a costi
inferiori? Questo è il piano su cui dobbiamo confrontarci,
non i tecnicismi giuridici di Petrelli.
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Massimo 26 giugno 2008 0:00
Bersanotto in merito al mestiere di Antonella le
ipotesi sono 3: - Avvocato, ma di quelli
che, genere Privato Sottufficiale, lavorano poco e
necessitano di sottottrarre ad altri competenze;
- Notaio mancato, ed esattamente come Catricalà,
avendo mancato il bersaglio si scaglia contro di esso con, e
come, un panzer corazzato. Comprensibile dal punto di vista
umano, non giustificabile da quello morale, buffo
professionalmente; - moglie di Notaio rinsavito e
fuggito con una 25enne con 2 pere da gara e chiappette a
prova di tanga Victoria's Secret. Il perchè
dell'ira, in quest'ipotesi, mi sembra ovvio.
Stando agli elementi sinora forniti non è possibile
effettuare altre accreditate ipotesi. Qualora Antonella
volesse fare chiarezza.... credo possa far piacere a tutti
stringere la mano al Notaio rinsavito con gnocca 25enne al
seguito.
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Massimo 26 giugno 2008 0:00
Ottimo intervento l'ultimo di Ugo. Palese dimostrazione
di come 1.200 messaggi siano del tutto inutili per chi non
vuol capire, o forse, non ci arriva.
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bersanotto 25 giugno 2008 0:00
Ugo, mi creda: lei è davvero formidabile.
"Checchè lei dica..." ma insomma, lei crede solo
a tutto ciò che sia contro i notai ? Le è stato spiegato
con dovizia di norme che il sistema in Austria è D I V E R
S O e Lei continua ancora sullo stesso binario ? Ma allora
Lei è vittima della disinformazione. E quello che mi
terrorizza è che Lei fa parte della classe dirigente di
questo Paese, dovrebbe essere una persona che ragiona con la
propria testa, avendo l'umiltà di riconoscere le
proprie errate valutazioni quando riceve, con garbo,
adeguate informazioni. E' inutile sputare veleno.
Per Lei il problema-notariato è rappresentato dal reddito.
Scenderà. Dal 2006 sono state sottratte competenze. Il
numero è aumentato. Stia sereno. Antonella
invece non mi fa rabbia: lei è in malafede. Ed è evidente,
perchè non ci vuol dire che mestiere fa.
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Sal 25 giugno 2008 0:00
"interessantissima (e, soprattutto, sinteticissima) la
digressione di Petrelli. Sta di fatto che in Austria i notai
costano molto meno" Ovvero, "non ho
capito niente di quello che ha scritto Petrelli".
Vi invito a non continuare il confronto con persone di
tale ottusità.
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notaio impoverito 25 giugno 2008 0:00
Beh, se quanto scritto da Gaetano Petrelli (per inciso, una
delle migliori menti giuridiche italiane) non interessa, non
so che farci. Mi pare, però che - ad essere
sintetici - quanto lui scrive significhi che il notaio
austriaco (quando, come negli esempi di cui si parla, si
limita ad autenticare una firma, e non riceve atti pubblici,
nel qual caso ha onorari simili a quelli italiani) non fa
quello che fa il notaio italiano, e quindi i relativi
onorari non siano paragonabili (è ovvio che un impermeabile
comprato ai grandi magazzini costi meno di un cappotto
firmato, o no?). Che poi si possa vivere senza il
notaio italiano o, meglio, senza la funzione notarile (che
è quella svolta dal notaio italiano), lo si è scritto
milioni di volte; salvo valutare se si viva meglio o peggio,
se per il cittadino vi siano risparmi o aggravi di costi, se
le contrattazioni siano più o meno sicure, se l'assenza
di controlli preventivi di legalità sugli atti negoziali
più importati giovi al contraente debole (che non ha altri
strumenti di tutela) o a quello forte (che può pagarsi i
migliori avvocati), ecc. ecc..
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ugo 25 giugno 2008 0:00
"E' opportuno, credo, ragionare nell'ottica in
primis del consumatore e della crescita della
ricchezza"... Alessandro81, come non essere
d'accordo con lei, su questo punto?
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Ugo 25 giugno 2008 0:00
Notaio impoverito, interessantissima (e, soprattutto,
sinteticissima) la digressione di Petrelli. Sta di fatto che
in Austria i notai costano molto meno. Non mi sembra che
l'Austria sia un paese del terzo mondo, nè credo che i
notai austriaci siano dei fuori legge. Pare, addirittura,
che anche l'Austria faccia parte dell'Europa, ed a
pieno titolo. Pensi che a livello di reddito pro-capite
stanno meglio di noi. E non mi sembra, francamente, che sia
un Paese in cui la legalità non viene rispettata.
Chissà come faranno, senza i costosi notai italiani...
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notaio impoverito 25 giugno 2008 0:00
Ritrascrivo come promesso e previa autorizzazione del Notaio
Gaetano Petrelli mercoledì 25 giugno
2008 Le autentiche dei notai austriaci: cosa
garantiscono? Si assiste sempre più spesso, sui
mass media, ad una disinformazione sistematica circa il
ruolo svolto dal notaio in Italia, a confronto con il
notariato, ed in genere il sistema legale, di altri Stati.
Un esempio che viene spesso citato, e che merita un breve
commento, è quello dei notai austriaci. Questi ultimi –
si dice – hanno parcelle di poche centinaia di euro, a
fronte delle quali assicurerebbero lo stesso tipo di
servizio assicurato dai notai italiani. Affermazione
totalmente falsa, dovuta a ignoranza o, peggio, mala
fede. E’ opportuno, allora, fare una verifica
puntuale, fondata sulle norme di legge, dei rispettivi
compiti, e delle responsabilità dei notai italiani e
austriaci. L’elenco delle norme è, certo, un po’
noioso, ma serve per parlare in modo documentato di questo
problema. Il notaio italiano è tenuto a verificare la
legalità degli atti che riceve o autentica (art. 28 della
legge n. 89/1913), e quindi è obbligato a verificare la
loro conformità al codice civile ed alle leggi speciali,
con riguardo, ad esempio, alla materia delle garanzie, agli
accertamenti ipotecari e catastali, alla disciplina
urbanistica (artt. 30 e 46 del d.p.r. n. 380/2001), al
rendimento energetico negli edifici (art. 6, comma 3, D.
Lgs. n. 192/2005), ai poteri di rappresentanza di chi firma
l’atto (art. 54 del R.D. n. 1326/1914), alla relativa
volontà e capacità di agire (art. 47 della legge n.
89/1913); per non parlare della consulenza fiscale
qualificata (che il notaio italiano è obbligato a fornire:
Cass. 13 gennaio 2003 n. 309), grazie alla quale spesso i
contraenti risparmiano migliaia di euro. Cosa
garantisce invece l’autentica del notaio austriaco? Niente
di tutto ciò. Leggiamo, testualmente, cosa dice l’art.
79, comma 6, della legge notarile austriaca (legge 25 luglio
1871 sull’ordinamento del notariato, come successivamente
modificata), a proposito delle autentiche notarili
austriache: “Il notaio deve prendere conoscenza del
contenuto dell’atto solo per quel tanto che gli occorre
per l’annotazione nel registro delle autentiche; egli non
risponde né del contenuto dell’atto né della
legittimazione della parte. Non si applica il disposto
dell’art. 34 (cioè non vi è nessun divieto di ricevere
atti contrari alla legge o compiuti da incapaci di agire:
n.d.r.)”. In pratica, il notaio austriaco non controlla
nulla e non risponde di nulla che abbia a che fare con il
contenuto dell'atto. Allora come si spiega che gli atti
notarili austriaci possono essere utilizzati in Italia? La
risposta è semplice: in base ad una legge speciale,
attuativa di una convenzione nazionale bilaterale (art. 3,
comma 9, del D.L. 31 dicembre 1996 n. 669, convertito con
modificazioni in legge 28 febbraio 1997 n. 30),
l’autentica del notaio austriaco vale esclusivamente per
consentire di trasferire gli immobili situati nelle nuove
province italiane in cui si applica il regime tavolare ex
austriaco (Trentino, Friuli); ciò perché in questi casi il
controllo di legalità, non effettuato dal notaio austriaco,
viene svolto dal giudice tavolare (art. 94 della legge
tavolare, allegata al R.D. n. 499/1929). Un sistema che non
può in nessun modo essere riprodotto sul resto del
territorio nazionale, perché i pubblici registri
immobiliare e delle imprese hanno una regolamentazione
completamente diversa, che assegna ai pubblici funzionari
compiti limitati affidando ai notai tutte le verifiche del
caso. A questo punto, appare chiaro perché il notaio
austriaco percepisce solo poche centinaia di euro: perché
per autenticare una scrittura privata fa, veramente, ben
poco, praticamente verifica soltanto l’identità delle
parti e non dà alcuna garanzia ai contraenti.
L’acquirente di un immobile, spesso ignaro dei tecnicismi
legislativi, rischia di spendere i propri risparmi di una
vita per l’acquisto della casa trovandosi poi, per
esempio, una bella ipoteca della quale nessuno gli ha mai
parlato, o un atto con errori catastali, o firmato da chi
non è proprietario. Insomma, con un pugno di mosche in mano
… Pubblicato da Gaetano Petrelli
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notaio impoverito 25 giugno 2008 0:00
cari Ugo e Antonella, mi sembra che qui si continuino a
ripetere luoghi comuni, ignorando tutte le argomentazioni
portate a loro smentita. Voglio provare ancora a
smentirli, e se mi sfugge qualche vostro argomento
(ultimamente ho un pò perso il filo), vi prego di
ricordarmelo. PARCELLE ALTRUI: sono stati i
commercialisti, per primi, ad introdurre l'argomento sui
costi del notaio, ed a sparare la bufala dei 2.000 euro ad
atto (bufala ripetuta ancora oggi dal sottosegretario
Molgora, commercialista, nell'intervista al Sole 24
Ore); non si possono prima sparare cifre a casaccio, e poi
parlare di "indelicatezza" quando quelle cifre
vengono smentite, dati alla mano.
ATTENDIBILITA' DEI DATI FORNITI: la tabella riportata
domenica scorsa dal Sole è frutto di elaborazione del CNN
è vero, ma non necessitava certo di grandi competenze
statistiche: la tariffa notarile è più o meno quella,
reperibile da anni su internet, elaborata dal Consiglio
Notarile di Como, cui in questa discussione si è fatto
spesso riferimento; quella dei commercialisti è quella
ufficiale, neanche rielaborata. Lo stesso raffronto
può essere effettuato da chiunque, sol che abbia voglia di
reperire la tariffa dei dottori commercialisti.
PAURA DELLA CONCORRENZA: Antonella, mai sentito parlare di
asimettrie informative? La libera concorrenza, anche tra
professionisti diversi, funziona se gli utenti sono a piena
conoscenza di costi e benefici dell'una e dell'altra
soluzione, e qui oso affermare che il notariato non teme
confronti; ma il commercialista, che custodisce i libri
sociali e che è indubbiamente il professionista più vicino
al cliente-società (al quale presta un'attività
continuativa e non saltuaria come quella del notaio, e la
cui presenza, checchè ne pensi, non è affatto
facoltativa), è necessariamente il tramite della cessione
di quota, per cui avrà sempre modo di intercettare la
prestazione professionale, avendo cura di evitare che esca
dal suo studio. RECLUTAMENTO PER CENSO: si è
scritto innumerevoli volte che il problema esiste, ma che
oggi è meno forte che in passato, e che, soprattutto, è
comune ad altre carriere. Il notaio non raggiunge
l'indipendenza economica prima dei 30 ed è pertanto a
carico della famiglia fino a quell'età? Vero, ma lo
stesso è per i magistrati, oggi che si richiede il diploma
di specializzazione biennale post-laurea solo per accedere
al concorso; e ritenete forse che un giovane avvocato riesca
a raggiungere l'indipendenza economica prima di
quell'età? E i medici? I PASSAGGI DI
SICILIOTTI * "andare dal commercialista è un atto
volontario. Dal notaio, sinora, è un obbligo"
FALSO: non conosco una società di capitali che possa
prescindere dal lavoro del comercialista (anzi, oggi, forse
neanche la bottega del ferramenta) * "Noi
abbiamo derogato ai minimi tariffàri, i notai no."
Più corretto dire che i commercialisti POSSONO derogare ai
minimi tariffari, non che lo abbiano fatto o che lo facciano
sempre, e soprattutto con la clientela dotata di minor
potere contrattuale; e comunque speigatemi come farebbero i
soci di una società, che si fa seguire da un certo
commercialisti, a chiedergli la documentazione sociale per
farsi seguire solo per una cessione di quota da altro
professionista perchè farebbe loro risparmiare 100
euro. * "Dal notaio si va solo per la firma
e l'invio" QUESTA E' UNA MENZOGNA DI CHI
MENTE SAPENDO DI MENTIRE: è stato spiegato più volte quale
è il compito del notaio, e mi sembra supefluo stare a
ripeterlo. Sul tema provate a leggere a questo
indirizzo: http://www.questionenotariato.blogspot.com/
Se l'autore mi autorizza, prossimamente farò un
copia e incolla
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Alessandro81 25 giugno 2008 0:00
Concordo con Bersanotto quando dice "tutte le
società hanno bisogno del commercialista, per il loro
ordinario funzionamento. In caso di cessione di quote, il
commercialista dirà "la cessione la faccio io, così
Lei risparmia quel parassita del Notaio" e si ciuccia
(lui sì) 2-3 mila Euro SENZA ASSUMERE ALCUNA
RESPONSABILITA' AL RIGUARDO E SENZA CHE I REGISTRI
PUBBLICI SIANO DOTATI DELLA LORO ODIERNA CERTEZZA eED
INCONTRIOVERTIBILITA'..." Lo scopo della
riforma in questione penso sia proprio quello di rendere
sempre più "libere" le imprese. Precedenti ce ne
sono tanti in questo senso (es. falso in bilancio, o i più
recenti sulle intercettazioni) Sono tuttavia
convinto che la maggior parte dei notai non si renda conto
che vi è un enorme differenza fra le liberalizzazioni
necessarie come quella dell'accesso alla professione e
quelle nocive ala stabilità del mercato. E'
opportuno, credo, ragionare nell'ottica in primis del
consumatore e della crescita della ricchezza: è chiaro che
bisogna evitare che privati ed imprese vengano spremuti da
cartelli e caste, ma allo stesso tempo bisogna garantire
controllo e trasparenza. E questo vale per TUTTI gli
attori del mercato: aumentare una concorrenza leale serve in
tutti i settori, da quello notarile, ai distributori di
energia, alle compagnie telefoniche....
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Ugo 25 giugno 2008 0:00
Bersanotto, vedo che non le riesce proprio di impostare la
discussione rimanendo su fatti concreti e su valutazioni
oggettive senza gettare fango sulle altre professioni.
Glielo ripeto, non viene messa in discussione la funizone
notarile nè la preparazione dei notai stessi. Vengono messi
in discussione i criteri di accesso alla professione che
sono, glielo ribadisco, selettivi non in termini di
meritocrazia ma in termini di censo. I notai di prima
nomina del 2007 erano di umili origini ed avevano 26-27
anni???? Ma in che film? Ma secondo lei dovremmo crederci?
Ma non si rende conto di essere ridicolo? Forse,
raddoppiando il numero dei notai, ed abolendo il numero
chiuso, questo forse potrà accadere. Ma non accade certo
oggi, checchè lei dica.... Quanto ai redditi, vedo che
continua a non capire: il problema non sono i redditi in
sè, sono che quei redditi sono il costo scaricato dai notai
sulla collettività. E, le ripeto per l'ennesima volta
l'esempio, 10000 notai da 100000 € costerebbero molto
meno ed offrirebbero un servizio molto migliore di 5000
notai da 500.000 €. La matematica, bersanotto, non è una
opinione. Provi a fare anche lei questi conti, basta saper
fare le moltiplicazioni, è quel tasto con la "X"
sulla sua calcolatrice....
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Ugo 25 giugno 2008 0:00
Massimo, il pressapochismo bestiale lo sta dimostrando lei,
che fa interventi assolutamente incoerenti con ciò che si
sta discutendo. Qui si sta parlando della necessità di
aumentare il numero di notai e di metterli in competizione
tra di loro in modo che offrano un servizio migliore e più
capillare ad un costo inferiore. Ed un sistema più aperto
anche i 140 poverini da lei citati troverebbero uno spazio
adeguato alle loro capacità. Solo lei non riesce a
capirlo...
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Antonella 25 giugno 2008 0:00
Bersanotto, è vero: tutte le società hanno bisogno
del commercialista, ma le quote sono dei soci, mica della
società (pensavo lo sapesse!!!) ed i soci non
necessariamente hanno bisogno del commercialista. In ogni
caso, quando il commercialista dice che la cessione la fa
lui, il socio di srl puo' anche rispondere che
preferisce andare dal notaio per risparmiare!!!
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Massimo 25 giugno 2008 0:00
Siciliotti dice: "Non entro nel merito del
costo medio della parcella del notaio perché mi sembrerebbe
indelicato al pari dell'operazione compiuta dai notai
nei nostri confronti" chissà se qualcuno
avrà voglia di spiegare a Siciliotti che ci vuole una bella
faccia di bronzo a lamentarsi di detto confronto,
considerato che sono loro, i dottori Commercialisti con i
compari Avvocati, a svolazzare come avvoltoi sui Notai
pronti a ciucciarne le competenze.
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Antonella 25 giugno 2008 0:00
Bersanotto, per una volta provi lei a rispondere ad una
domanda precisa: se davvero i notai sono piu' economici
dei commercialisti per le cessioni di quote, cosa è che li
preoccupa tanto? Gli italiani non sono mica stupidi,
continueranno venire nei vostri studi!
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Massimo 25 giugno 2008 0:00
UGO di seguito la palese dimostrazione di quanto
lei sia fuoristrada e continui a scrivere senza sapere.
"INvece per i notai è diverso, si vince il
concorso e poi ci si mette a posto per tutta la vita,
indipendentemente da ciò che si dimostra nella professione
di tutti i giorni, perchè la competizione è
esclusa". Vorrei farla parlare con qualcuno
dei 140 notai sotto integrazione (numero in continuo
aumento). Hanno redditi da impiegato, altrochè a posto
tutta la vita! Bestiale il pressapochismo
raggiunto in questo 3D.
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bersanotto 25 giugno 2008 0:00
Antonella Le rispondo subito: tutte le società hanno
bisogno del commercialista, per il loro ordinario
funzionamento. In caso di cessione di quote, il
commercialista dirà "la cessione la faccio io, così
Lei risparmia quel parassita del Notaio" e si ciuccia
(lui sì) 2-3 mila Euro SENZA ASSUMERE ALCUNA
RESPONSABILITA' AL RIGUARDO E SENZA CHE I REGISTRI
PUBBLICI SIANO DOTATI DELLA LORO ODIERNA CERTEZZA eED
INCONTRIOVERTIBILITA', A SEGUITO DEI CONTROLLI DEL
NOTAIO PUBBLICO UFFICIALE, CON IRREPARABILI DANNI PER IL
SISTEMA - PAESE. Ugo invece di
parlare di cose che non conosce, di ripetere luoghi comuni
triti e ritriti, La invito a frequentare una Scuola di
Notariato in tutta Italia. Resterà sorpreso per la passione
e l'approfondimento degli studi che vi si svolgono, la
cura certosina per la formazione di giuristi imparziali: vi
troverà figli di Notai IN MISURA ESTREMAMENTE INFERIORE ai
figli di medici che si trovano nelle scuole di
specializzazione e vi troverà inoltre in larghissima
maggioranza dei ragazzi di umili o normalissime origini
(come il sottoscritto) che pensano solo a studiare, certi di
trovarsi in un settore dove conta SOLO ED ESCLUSIVAMENTE IL
MERITO E L'IMPEGNO, senza necessità di trovare la
raccomandazione (prima) o l'amicizia importante (dopo).
E ciò ne garantisce INDIPENDENZA ED IMPARZIALITA', a
tutela del cittadino e del sistema Paese. Solo il 16%
dei Notai in esercizio è figlio di Notaio: può dire
altrettanto per docenti universitari, medici, avvocati,
imprenditori, architetti o commercialisti ? NON TEMO
SMENTITE. Inoltre, Lei è nel giusto quando afferma che
la strada per diventare Notaio è lunga. ED INFATTI LA
PRATICA OBBLIGATORIA E' STATA RIDOTTA A SOLI 18 MESI (di
cui sei possono essere svolte GIA' DURANTE
L'UNIVERSITA', unico caso nel panorama delle
professioni in Italia), mentre per gli avvocati 2 anni e (mi
pare, ma non ne sono certo) 3 ANNI per i commercialisti, non
ne parliamo nemmeno per i medici (e mi lasci dire, meno
male, così non ci sono scalzacani in giro): inoltre sono
state istituite Borse di Studio per gli aspiranti M E R I T
E V O L I. Insomma: un ragazzo che studia e si impegna,
diventa Notaio a 26-27 anni. Può dire altrettanto per altre
professioni ?
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Ugo 25 giugno 2008 0:00
Bersanotto, lei chiede "Perchè mai per svolgere quelle
funzioni partecipa l'elite dei laurati in giurisprudenza
"... A parte l'ormai proverbiale senso della
misura, a cui non faccio più caso, dobbiamo chiederci quale
è il significato di elite. Oggi, accedere alla professione
di notaio significa accettare di passare una decina
d'anni sulle spalle dei genitori a fare i galoppini
presso altri notai ed a frequentare "certe"
scuole, spesso molto costose. Va da sè che chi è
meritevole ma non ha alle spalle una famiglia facoltosa di
andare a fare il notaio non se lo sogna nemmeno. Va da sè,
anche, che, senza voler essere malizioni, l'elenco di
notai che si passano il mestiere di padre (o di madre) in
figlio è abbastanza lungo, checchè si dica. Per cui i
posti a disposizione dei "figli di un dio minore"
si assottiglia. E questa sarebbe l'èlite? Io al termine
di èlite dò un significato diverso. Elite sono i migliori,
definiti in base al merito, in base a ciò che dimostrano
sul campo nella attività di tutti i giorni. Quanta gente si
rivela brillante all'Università per poi essere
fallimentare nella professione? INvece per i notai è
diverso, si vince il concorso e poi ci si mette a posto per
tutta la vita, indipendentemente da ciò che si dimostra
nella professione di tutti i giorni, perchè la competizione
è esclusa. E questa sarebbe l'èlite? No, scusi, usiamo
i termini giusti. Questa è una minoranza di privilegiati a
cui è concesso di accedere ad uan professione molto
"particolare" in base a criteri di censo o di
parentela. E questo a causa del numero chiuso. Checchè lei
dica
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ugo 25 giugno 2008 0:00
Non si stupisca Antonella, non è la prima volta che alcuni
notai partecipanti a questo forum interpretano le parole
degli altri in modo "creativo"... C'è da
sperare (e possiamo solo sperare, visto che non abbiamo
alternative) che nell'esercizio della professione siano
meno creativi ed un pochino più precisi....
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bersanotto 24 giugno 2008 0:00
Ah, a proposito di eleganza: il primo a tirare fuori cifre
è stato proprio Siciliotti. E pure STRAMPALATE "Euro
2.000" per il Notaio. Euro 2.000 è l'onorario del
Notaio per una cessione di quota del valore di Euro 700.000.
A parità di valore, il commercialista ne prende 5 volte di
più per la sola consulenza, SENZA ASSUMERNE ALCUNA
RESPONSABILITA' O ESSERE SOGGETTO AL BENCHE' MINIMO
CONTROLLO.
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bersanotto 24 giugno 2008 0:00
"Sottolineo inoltre altri tre passaggi del Presidente
dei Commercialisti, due passaggi molto significativi: *
"andare dal commercialista è un atto volontario. Dal
notaio, sinora, è un obbligo". E' ovvio: il Notaio
è un pubblico ufficiale, il commercialista no. Fino a
quando ci sono dei Registri Pubblici, vi può mettere mano
solo chi è delegato per tale funzione dallo STATO a seguito
di PUBBLICO CONCORSO. * "Noi abbiamo
derogato ai minimi tariffàri, i notai no." E certo: il
commercialista può rifiutare la sua prestazione, se non gli
conviene: il NOTAIO è OBBLIGATO, perchè svolge UNA
PUBBLICA FUNZIONE. E comunque, il massimo del Notaio è un
quinto del minimo del commercialista. * "Dal
notaio si va solo per la firma e l'invio". Ritorno
al precedente messaggio: Ugo, ma lei pur di non credere ai
Notai si fa fare fesso dal Presidente dei Commercialisti ?
E' FALSO. Siciliotti, come Lei, IGNORA l'opera del
Notaio. Le ripeto ciò che il Notaio è OBBLIGATO PER LEGGE
A FARE in relazione alle cessioni di quota: -
identifica i firmatari (assumendone la responsabilità;
- verifica la legittimazione a disporre (assumendone la
responsabilità); - studia lo statuto sociale per
verificare evntuali limiti alla circolazione delle quote o
altri patti rilevanti; - esamina il libro soci
(costringendo il commercialista ad aggiornarlo in
conformità a legge); - verifica il regime patrimoniale
dei comparenti, fornendo al riguardo ogni spiegazione e
chiarimento; - provvede al pagamento dell'imposta
di registro, essendone RESPONSABILE di imposta in solido con
le parti contraenti; - provvede all'iscrizione del
Registro delle Imprese; - conserva per tutta la sua
vita (e dopo lo farà l'Archivio notarile distrettuale)
l'originale dell'atto, che viene sottoposto al
controllo biennale del Ministero; - annota
sull'originale gli estremi dell'avvenuta
registrzione; - è RESPONSABILE di tutte le attività
connesse. Ed è giusto così: perche egli rappresenta lo
STATO, è terzo, imparziale e disinteressato. E quando gli
si chiedono imbrogli, egli può rispondere NO.
E' lei che mi fa rabbia, Ugo: perchè Lei non è
interessato alla discussione come Antonella. E
dal suo precedente messaggio, mi pare di capire che il
problema-notariato, per Lei, è il NUMERO. E quello è
aumentato del 16%. Ma nopn può fare un infornata,
ammettendo un esecito di scalzacani. Se il sistema regge
egregiamente con 5000, PERCHE' CAMBIARE ? Cosa Le fa
credere che i controlli cui sono soggetti oggi 5000 soggetti
dovrebbero essere efficaci nei confronti di 10000, come dice
Lei ? Allora, ammetta che il problema notariato, per Lei,
E' IL LORO REDDITO.
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Antonella 24 giugno 2008 0:00
Sal, davvero dice che Siciliotti non ha smentito quei dati?
Cosa significa per lei l'affermazione: "Noi abbiamo
derogato ai minimi tariffari, i notai no"?, a mio
giudizio, significa che l'elaborazione del cnn non ha
alcun senso perche' basata sul confronto fra un
tariffario inderogabile (quello dei notai) ed uno
disapplicabile (quello dei commercialisti). Bersanotto,
mi chiedo come fa a non accorgersi che e' proprio lei a
parlare per slogan (riciclati peraltro): "Piu'
costi, meno certezze". E chi lo ha detto? Non e'
maggiormente condivisbilie l'opinione di Siciliotti
quando diche che "dovrebbe essere il cliente a decidere
chi dei due è più conveniente"?
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ugo 24 giugno 2008 0:00
Sal, se la sua mente non fosse così ottenebrata dalla
presunzione si sarebbe reso conto che il Presidente dei
COmmercialisti ha semplicemente affermato due cose:
1) Che l'ordine dei notai si è comportato in modo
molto meschino andando a stimare, non si sa bene come, gli
onorari di un'altra categoria professionale con cui
potrebbe, potenzialmente entrare in concorrenza. Nel non
cadere nella provocazione di controbattere su questo terreno
il Presidente dei Commercialisti ha dato una grandiosa
lezione di stile all'ordine dei notai,i quali, e non mi
stupisce, manco se ne sono resi conto 2) Che,
alla fine, è il cliente a dover decidere, in un'ottica
di libertà di scelta. "Dovrebbe essere il cliente a
decidere chi dei due è più conveniente"...non ci vedo
nulla di male in questo concetto. Se i notai sono veramente
più convenienti, non capisco perchè si agitino tanto di
fronte alla minaccia di dover competere con i
commercialisti. Sottolineo inoltre altri tre
passaggi del Presidente dei Commercialisti, due passaggi
molto significativi: * "andare dal commercialista
è un atto volontario. Dal notaio, sinora, è un
obbligo" * "Noi abbiamo derogato ai minimi
tariffàri, i notai no." * "Dal notaio si va
solo per la firma e l'invio" Come non
essere d'accordo con il Presidente dei COmmercialisti?
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