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Lavinia
27 febbraio 2008 0:00
quello che volevo dire che il quello che volevo dire è proprio come ha semplificato il Sig. Sergio, e per il resto posso rispondere al Sig DePravato che una legge che permette lo stupro non c'è, e neppure ci sono più le leggi razziali perchè non rispecchiano (per fortuna) le esigenze della società. Evidentemente, se una legge come la 194 esiste, è perchè la società ne richiedeva l'esistenza. Tanto anche se abolissimo la legge, gli aborti non sparirebbero!!!forse morirebbero solo un pò più di donne, e sicuramente molti medici si arricchirebbero, praticandolo in nero! inoltre la sua interpretazione sul mio commento si basa su una sua convinzione, perchè io non hoo usato la parola omicidio, è lei che l'ha usata.
Le chiedo, allora:qual'è la soluzione alternativa che ci salverà dalla "piaga" dell'aborto?
DE pravato
27 febbraio 2008 0:00
X Sergio: omicidio sul piano che si ammazza uno, poi fa un pò tu a quale piano lo vuoi ammazzare!... primo, secondo o sottoscala sempre ammazzato lo hai!...
La questione è solo questa. La vita della gente! Poi le interpretazioni della tua signora, i tuoi preservativi, le opportunità, i comodacci di tizio o caio le mutande di Ferrara ed il posteriore di Pecoraro Scanio, e le prediche del viceparroco… fanne quello che vuoi, tutte le chiacchiere ed i ragionamenti che credi.
Basta che non uccidi!... e non rompere sennò mi innervosisco!, e non ti chiamo solo assassino, ma dico anche le parolacce e Gabriellì si scandalizza!... ma guarda che domande che fai!


X Gianni: Impari a leggere, Esimio!... immagino Lei si stia riferendo al mio CITO - INTERPRETO - COMMENTO.
Per questa volta l'aiuto, ma non se ne approfitti!

Il mio citare era di un brano dell'intervento di una certa signora Lavinia (abbia la compiacenza di guardare più in basso) che sembra giustificare ogni cosa... perché c'è la legge!

Il mio interpretare era l' "allusione" (Lei conosce vero, le figure retoriche della lingua italiana?) per dimostrare quanto la presunta evidenza espressa dalla Signora, qualsiasi azione (sostituzione di OMICIDIO ad aborto) è estendibile ad ogni e qualsiasi azione.

Infine il mio conclusivo commento era la contestazione lampante dell'ovvietà espressa nelle parole (SEMPRE DELLA SIGNORA LAVINIA, BADI BENE!!!):
"...Comunque ognuno può fare e pensare quello che gli pare, nel limite della legge, o no?"
Equivarrebbe a rispondere:
"Nossignora, no! non basta la legge a giustificare ogni azione umana, perché se così fosse, valideremmo come lecita ogni possibile azione perversa, purché debitamente ammessa dall'autorità. Come ad esempio..."

Vede, signor Gianni, io so di saper scrivere, e sono certo che Lei sa leggere benissimo ed interpretare esattamente quello che legge. Ed allora, mi faccia la squisitezza di non ciurlar nel manico e fare questi interventini da tre soldi falsi smaccatamente e banalmente in malafede.

Oltre a far perdere tempo a me ed alle altre persone civili del forum, cosi lei ci fa anche la figura dell'imbecille!



Gianni
27 febbraio 2008 0:00
Strano concetto di cosa servono le leggi sig. DE pravato.
Allora seguendo quel ragionamento si potrebbe far approvare una legge che chi si chiama DE pravato deve essere frustato sulla pubblica piazza ogni giovedì.
Oppure al sabato prendere a calci nel sedere tutti quelli che si chiamano Giuseppe.
Fortunatamente a fare delle leggi di solito c'è qualcuno di buon senso, purtroppo capitano anche fanatici razzisti o fondamentalisti cattolici o mussulmani.
Vedi ebrei, lapidazioni e moratoria aborto o chi plaude a leggi per regolamentare lo stupro e l'omicidio.
Gianni
APS
27 febbraio 2008 0:00
Caro Sergio, d'accordo, diciamo che la battaglia di Ferrara potrebbe essere nobile, vanno vagliate le reali intenzioni. Quanto al resto del tuo intervento concordo in linea di massima con quello che dici. Conosco delle persone che hanno abortito, alcune volontariamente ed alcune per necessità, ed entrambe sono concordi in un fatto. L'aborto è uno schifo e il nostro sistema sanitario fa di tutto per aumentarne lo schifo, fa parte della tragedia no? La vera tragedia non nobilita la morte la vera tragedia la rende orribile. Vorrei vivere in una società dove l'aborto non esiste perchè non si ha paura della vita, nemmeno se la vita è frutto di "un corno" o arriva senza programmazione. Lo so, è un sogno.
Sergio
27 febbraio 2008 0:00
x DE pravato

il tuo ragionamneto è corretto, ma solo partendo dalla premessa che l'aborto sia un omicidio.
E qui bisogna intendersi: omicidio sul piano etico o su quello giuridico o su entrambi.

Penso che Lavinia si riferisse a una valutazione etica (ma sarà lei a delucidarci, se lo vorrà). Infatti, afferma che se per una persona un comportamento è scorretto non lo pratica a prescindere dalla facoltà concessa dalla legge. L'uso del preservativo è consentito, ma un cattolico non ne farà uso anche se la legge lo consente.
Questo piccolo esempio consente di cogliere la differenza tra valore morale e valore giuridico.
O pensiamo che i valori etici debbano essere affermati con la legge e i carabinieri?
Che ciò che è peccato debba tramutarsi in reato?

L'annosa questione sta tutta in questi termini.
Possiamo concordare che l'aborto sia eticamente un omicidio, ma da questo a derivarne che lo debba essere anche sul piano giuridico la distanza è enorme.
In nessun luogo del mondo l'aborto è punito come un omicidio e non lo propone neanche Ferrara.
Quindi, perché accanirsi su questo punto?
Strumentalmente per tenere alto lo scontro?
Per fare presa su determinati settori dell'opinione pubblica, però turlupinandola in quanto non chiede (Ferrara) la punibilità dell'aborto?

Chiede (Ferrara) l'applicazione della legge 194 in modo integrale e rigorosa.

Allora parliamo di ciò: come rendere più rigorosa l'applicazione della legge.
In quali casi si viola la norma di legge o la si applica con troppa faciloneria. E' questo il territorio di confronto, partendo dalle affermazioni di Ferrara.

E' così difficile scendere sul terreno concreto?

Se vogliamo parlare d'altro, liberissimi di farlo, ma lasciamo stare Ferrara perché con la sua proposta (ancora tutta da comprendere nei termini reali e concreti) non c'entra nulla.

Se poi vogliamo considerare l'aborto come un omicidio anche sul piano giuridico, allora ne discendono delle conseguenze alle quali ancora nessuno accenna a una risposta. Non ripeto queste conseguenze perché le ho già enunciate innumerevoli volte, e quindi lo ritengo superfluo; se ti sono sfuggite leggi i miei precedenti interventi su questa discussione e su altre su analoghe (quella sulla moratoria, per esempio).
DE pravato
27 febbraio 2008 0:00
CITO - INTERPRETO - COMMENTO

Cito:

Senza contare il fatto che chi è contrario all'aborto non lo praticherebbe a prescindere dal fatto che sia regolamentato o meno, giusto? Quindi cosa glie ne dovrebbe importare del fatto che altra gente lo pratichi? Così facendo impedisce agli altri di esercitare la loro libertà di scelta. Trovo quindi le sue posizioni davvero egoiste. E retrograde. Comunque ognuno può fare e pensare quello che gli pare, nel limite della legge, o no?

Interpreto:

Senza contare il fatto che chi è contrario all'OMICIDIO non lo praticherebbe a prescindere dal fatto che sia regolamentato o meno, giusto? Quindi cosa glie ne dovrebbe importare del fatto che altra gente lo pratichi? Così facendo impedisce agli altri di esercitare la loro libertà di scelta. Trovo quindi le sue posizioni davvero egoiste. E retrograde. Comunque ognuno può fare e pensare quello che gli pare, nel limite della legge, o no?

Commento:

Se quindi si riuscisse a far approvare una legge per liberalizzare lo stupro pubblico di tutte le Signore Lavinie d'Italia, ognuno lo potrebbe tranquillamente fare, stando nel limite della legge, o no?

EVVIVA IL NAZISMO, DELLA SIGNORA LAVINIA, POICHE' ANCHE LI' ERA NEI LIMITI DELLA LEGGE AMMAZZARE GLI EBREI PER STRADA, ED EVVIVA LA SIGNORA LAVINIA CHE PLAUDE A CHE SI LAPIDINO LE DONNE ADULTERE... SE C'E' LA LEGGE!... o no?

Ho intuito bene il suo pensiero, signora Lavinia?... è così che filava il suo ragionamento?...

Mi corregga, la prego, se mi è sfuggito qualche dettaglio
-------------------------


Visto Gabriellì?... pulito come una colomba!.....
e chi sa che qui una parolaccettina non ci stava proprio bene!!! tu che dici?
Sergio
27 febbraio 2008 0:00
Caro APS, concordo con tutto ciò che scrivi tranne che sull'affermazione che la battaglia di Ferrara sia nobile.

No, ha tutto il sapore della opportunistica propaganda politica per fini diversi da quelli dichiarati.
Ha il sapore della contesa intellettuale per vincere la noia e trarne qualche profitto personale.

Se fosse realmente interessato a combattere l'aborto metterebbe al primo posto la prevenzione e il potenziamento delle strutture per l'aiuto alla procreazione responsabile e alla maternità.
Spiegherebbe in cosa dovrebbe concretizzarsi la moratoria che altro non è che un invito alla riflessione e al ripensamento di una ipotesi di pena senza imporre niente a nessuna autorità statale(ha forse la moratoria sulla pena di morte annullato le esecuzioni capitali?).
Spiegherebbe con quali mezzi dovremmo intervenire nei casi di gravidanze indesiderate; o tutto si limita a dire "cavolacci tuoi dovevi pensarci prima"?
Spiegherebbe come comportarsi nei casi in cui c'è pericolo per la vita della madre. Se in questa evenienza accettiamo che si possa ricorrere all'aborto, ne consegue che il feto e la madre non hanno la stessa tutela. Ne consegue che l'aborto può essere considerato un omicidio solo sul piano etico, valutazione che compete all'individuo e non certo all'autorità statale.
Spiegherebbe come dovrebbe essere riscritto l'intero ordinamento legislativo se si affermasse l'idea che il concepito deve avere le stesse tutele di una persona.
Non si esibirebbe su farneticanti disquisizioni sull'aborto terapeutico che lui definisce "eugenetica" per poi affermare che servirebbe un elenco delle patologie per le quali è consentito l'aborto. Questa sì sarebbe eugenetica. La legge attuale non consente di abortire per una malattia del nascituro, ma per gli effetti che questa può avere sulla salute della madre e lascia alla donna decidere con l'ausilio di una consulenza psichiatrica che deve certificare l'esistenza del rischio.
Se passasse quel che sostiene Ferrara, avremmo persone affette da determinate patologie che sarebbero di serie "B", in quanto per loro le tutele sarebbero a priori minori tanto da essere inserite in un elenco di soppressi per legge. Supponiamo che in questo nazi-elenco figuri la sindrome di down. Cosa sarebbe di una madre che decide di proseguire la gravidanza. Metterebbe al mondo una mezza-persona, infatti qualcuno ha deciso a priori che poteva essere soppressa. Ma ci rendiamo conto della bestialità di una simile proposta?

Ferrara lancia solo slogan senza contenuti perché sa da esperto animale da palcoscenico, da astuto conoscitore dei meccanismi della comunicazione che lanciando slogan e sventolando bandierine riesce a raccogliere consensi tra chi è sempre pronto a svolgere il ruolo del tifoso, a prescindere e a priori.

Per combattere l'aborto servono proposte concrete e serve cominciare a rendersi conto che l'aborto è soprattutto praticato da donne adulte, sposate, lavoratrici e casalinghe, con titolo di studio medio basso.
A costoro non serve essere etichettate come assassine.

Continuo a non capire perché tutta questa gente che dichiara di voler combattere l'aborto quando si parla di prevenzione e di educazione alla responsabilità e alla sessualità consapevole, tutto quello che sanno fare è scuotere la testa, sorridere con sufficienza e al massimo bisbigliare "non ci siamo".
Può darsi che questi non siano mezzi adeguati per combattere l'aborto, ma allora volete spiegarci come andrebbe combattuto l'aborto?
Pasquino
26 febbraio 2008 0:00
Al di la della questione aborto che, come afferma Lavinia, anche se c'è non è detto che sia obbligatorio farlo, comunque... mi chiedo: Ma il programma di Ferrara è basato solo su questo tema? Mi sembra assai riduttivo, degli altri problemi, e sono tanti, il Sig. Ferrara non ne parla o lo fa sottovoce
Con questi argomenti non vedo perché dovrei votarlo, anche ricordando il suo, più d'uno, cambiacasacca.
Lavinia
26 febbraio 2008 0:00
Gentile Sig. Carson, ma io mi chiedo, si rendo conto di ciò che scrive? Personalmente lo trovo aberrante, vuole ritornare alle "mammane"?
Senza contare il fatto che chi è contrario all'aborto non lo praticherebbe a prescindere dal fatto che sia regolamentato o meno, giusto? Quindi cosa glie ne dovrebbe importare del fatto che altra gente lo pratichi? Così facendo impedisce agli altri di esercitare la loro libertà di scelta. Trovo quindi le sue posizioni davvero egoiste. E retrograde. Comunque ognuno può fare e pensare quello che gli pare, nel limite della legge, o no? Oppure lei auspica di tornare ad un regime teocratico?(per quello siamo davvero sulla buona strada)
(p.s.l'"astinenza" che è il "rimedio" ufficiale della chiesa, non ha mai funzionato e molto probabilmente non funzionerà mai.Se lei avesse una soluzione alternativa, la prego di farla sapere anche a noialtri. )
APS
26 febbraio 2008 0:00
La battaglia di Ferrara è nobile. L'aborto è una merda, sarà, è vero, anche necessario per prevenire le morti negli scantinati, ma l'aborto è una merda. L'aborto è un omicidio non punito dalla legge, ma non per questo non è un omicidio. Dopotutto si allunga ad una lista di omicidi che avvengono quotidianamente sulle strade, nelle famiglie, nelle fabbriche etc.etc. Per cui non mi strapperei i capelli a definirlo tale. Certo, l'aborto è un dramma per la donna che lo affronta, e provo vergogna di uno stato e di un sistema sanitario che lascia la donna sola in un momento così drammatico. E' un dramma senza soluzioni. E resterà sempre tale, perchè alla morte non c'è soluzione mentre vivendo c'è sempre una soluzione. Questa è la tragedia che si nasconde dentro all'aborto, la mancanza di soluzioni.
medico complice di omicidio
26 febbraio 2008 0:00
x carson

commetti un errore d'impostazione metodologica.

i cav non servono a prevenire l'aborto ma ad evitarlo prospettando una soluzione alternativa all'aborto.

i consultori riescono a svolgere un'azione preventiva in funzione di futuri aborti in quanto riescono a convincere a utilizzare metodi anticoncezionali.

la certificazione della ivg avviene nel 35% dei casi tramite consultori; questo riflette l'inadeguata distribuzione sul territorio o la diversa percezione della efficienza di queste strutture. infatti passiamo da circa il 45% delle ivg tramite consultori nell'italia centro-settentrionale ad appena il 15% nell'italia meridionale.

comunque sia, consultori e cav intervengono a gravidanza in atto; prevenzione significa evitare una gravidanza indesiderata.
sarebbe come dire che le comunità per i tossicodipendenti prevengono l'uso della droga. non è così e l'errore d'impostazione mi sembra evidente.

le cause che portano all'aborto vanno individuate nei motivi per cui pur non desiderando una gravidanza non si prendono adeguate contromisure.
Viva il Veneto
26 febbraio 2008 0:00
Tu voti FERRARA? E io voto ROVIGO!!!!! Viva il Veneto!!!
Sergio
26 febbraio 2008 0:00
Caro Il Vermo,
credevo di aver dettagliatamente esposto il mio pensiero, ma poiché mi rimproveri il contrario evidentemente non sono stato chiaro.
Intervengo nuovamnete nella speranza di riuscire ad essere chiaro e, visto amche quanto affermano alcuni disonesti ignoranti, presenterò anche i dati elaborati dal ministero della salute
sull'applicazione della 194.

La dimensione sociale

L’aborto è stato ed è tuttora presente in ogni luogo della palla terrestre. Anche laddove l’aborto è in ogni circostanza proibito dalle leggi, l’aborto è diffuso in forma clandestina, esattamente come avveniva in Italia sino al 1978, anno dell’entrata in vigore della legge 194.
Per restare in Italia, a partire dagli anni sessanta del secolo scorso, il mutamento dei costumi sessuali ha determinato una consistente crescita dell’aborto clandestino. A metà degli anni settanta si stimavano in Italia circa 350.000 aborti clandestini.
Alla diffusione dell’aborto si accompagnava un profondo ostracismo nei confronti delle pratiche anticoncezionali: anch’esse proibite, come l’aborto, dal codice penale.
Alcuni commentatori sostengono che non è vero che l’aborto sia diminuito da quando è legale. Spiegano che in realtà l’apparente diminuzione sarebbe dovuta a due fenomeni demografici: l’invecchiamento della popolazione e il calo demografico.
Si tratta di argomentazioni spudoratamente false.
Infatti, il tasso di abortività (cioè il numero di aborti ogni mille donne in età fertile, 15-49 anni) e il rapporto di abortività (cioè il numero di aborti ogni mille nati vivi) neutralizzano ogni effetto distorsivo dovuto a invecchiamento e andamento demografico (ma per qualche ignorante un chilo di piume è più leggero di un chilo di piombo).

Vediamo allora i numeri, per comprendere di cosa stiamo parlando.
Nel 1982 gli aborti sono stati 234.801; nel 2005, 132.790.
Il tasso di abortività nel 1982 era 17,2; nel 2005, 9,6.
Il rapporto di abortività nel 1982 era di 380,2; nel 2005, 241,8.
Le IVG tra donne non-italiane sono state nel 2005 circa il 30% del totale; nel 1982 rappresenatvano circa il 10% (confrontando quindi gruppi omogenei di popolazione, la diminuzione dell’aborto tra le italiane è stato ancora più marcato).
Se analizziamo la diffusione dell’aborto per fasce di età, scopriamo che
>le ragazze fino a 19 anni sono responsabili di un modesto ma drammatico 8,2% del totale di IVG;
>mentre il 50,7% di IVG è compiuto da donne da 30 a 49 anni (non proprio ragazzine);
>il 18,7% è nella fascia 20-24 e il 22,4% nella fascia 25-29.

Il 53,1% delle donne che ricorre all’aborto è costituito da donne sposate o divorziate.

Infine, se analizziamo titolo di studio e occupazione, scopriamo che
>il 53,8% delle donne che ricorre all’aborto ha un titolo di studio compreso tra nessuno e terza media inferiore,
>il 39,7% ha la licenza media superiore, >nel 5,3% dei casi il dato non è rilevato.
Il 27,9% è casalinga, il 45,8% ha un lavoro, il 10,1% è studentessa, il 15,6% è disoccupata o in cerca di occupazione.
In definitiva, quasi il 74% delle donne che ricorrono alla IVG è casalinga o ha un lavoro.
Dopo questo quadro, possiamo ancora affermare che condizione culturale, economica, livello effettivo di tutele adeguate per la maternità, prevenzione, sessualità consapevole e responsabile non c’entrano nulla con il fenomeno dell’aborto? Dov’è questo oceano di ragazzine assatanate di sesso che abortiscono allegramente?

La dimensione giuridica

Premesso che va distinta la valutazione etica da quella giuridica (le ragioni mi sembrano ovvie e quindi non mi soffermo su questo punto), ho affermato che l’aborto non è un diritto, ma solo una opzione che è riconosciuta alla donna a determinate condizioni.
Alla legalizzazione dell’aborto si è giunti dopo una lunga storia di penalizzazione di questa condotta, dopo battaglie femministe, ma anche attraverso un autonomo percorso giuridico che già nel 1975 aveva sancito l’incostituzionalità dell’obbligo di portare a termine la gravidanza.
La Suprema Corte sancì che sebbene il nascituro avesse diritto a una speciale tutela, questa non poteva coincidere con quella riconosciuta a chi “è già persona”.
Il nostro ordinamento non riconosce il “diritto potestativo” della madre sul feto, riconosce la tutela del nascituro nel rispetto dei diversi gradi di tutela che va riconosciuta ai due soggetti.
Ho affermato che ben venga ogni ambito di maggior tutela, ma bisogna individuare precisamente come realizzare questa maggiore tutela.
Ho precisato che se dovessimo riconoscere al concepito la stessa tutela che si riconosce a chi è già nato, cioè giuridicamente persona, si realizzerebbe uno stravolgimento dell’ordinamento sociale con effetti devastanti: dovremmo prevedere l’ingerenza di una autorità terza che garantisca la tutela del nascituro contro ogni condotta lesiva per lo sviluppo del feto. In caso contrario l’affermazione “tutelare il concepito come ogni altra persona” è pura retorica. Per le stesse ragioni, non può sul piano giuridico essere considerato l’aborto come un omicidio.
A proposito di aborto terapeutico, ho affermato che si tratta di una sintesi infelice del linguaggio comune.
La nostra legge non riconosce la facoltà di aborto quando il feto ha una patologia, ma solo se le condizioni del feto possono costituire pericolo per la salute della madre. Ho aggiunto che l’affermazione “anomalie e malformazioni” del feto è troppo generica, sarebbe opportuno cercare di definire in modo più stringente questa categoria, ma muovendosi con attenzione e prudenza e soprattutto senza fare apologia del nazismo come fanno coloro che affermano che bisognerebbe fare un elenco delle patologie per le quali è consentito abortire. Questa sì sarebbe eugenetica, come giustamente ha osservato l’interlocutore “medico complice…” (se l’argomento interessa e non comprendi il perché di questa affermazione, non ho problemi ad approfondire il punto).
Sul piano giuridico mi fermo, ma credo che con qualche piccolo sforzo chiunque voglia comprendere è in grado di farlo; se servono altri approfondimenti, sono a disposizione.

Cosa fare?

La 194 ha consentito di ridurre il ricorso alle pratiche abortive. Ha consentito di gestire un problema drammatico che prima era relegato alla clandestinità. Ha consentito di far crescere la consapevolezza intorno a problemi etici di primaria importanza. Prima l’aborto avveniva nel silenzio generale.
Il mutato comportamento sessuale ha ampliato il rischio di gravidanze indesiderate. Non è colpa della pillola se la verginità non è più un valore per la stragrande maggioranza delle persone. Un processo storico di emancipazione femminile ha prodotto un profondo mutamento sociale. Non è questa la sede per discutere se sia stato un bene o un male (anche perché, per quanto mi riguarda, è un interrogativo stupido).

Ho fatto più volte riferimento alla necessità di:
>promuovere la cultura della responsabilità: in estrema sintesi significa educare a non fare ciò di cui non siamo disposti a rispondere in termini di assunzione delle conseguenze; anche la castità e l’astinenza, può rientrare in questa logica;
>promuovere la cultura sessuale e la sessualità consapevole: quale che sia il comportamento sessuale che ciascuno decide di assumere, bisogna che ciascuno sia preparato a un esercizio responsabile della sessualità; non è dall’ignoranza che scaturisce un comportamento etico;
>promuovere la prevenzione: se scegli di fare sesso, devi essere preparato per evitare le conseguenze indesiderate; l’alto numero di aborti tra donne adulte e sposate fa sorgere qualche dubbio sulla capacità di amministrare la propria sessualità;
>promuovere una diffusa rete di affidamento e aiuto: di fronte a una situazione inattesa, serve tempo per decidere e riorganizzare la propria esistenza; poter contare su una rete di aiuti, assistenza che non si esaurisca con il parto o i primi mesi di vita, significa spesso concedere quel tempo che diversamente non c’è e rimane solo l’aborto; in questo ambito rientra anche l’attività dei Centri di Aiuto alla Vita, ma penso che bisogna andare anche oltre, incentivare e promuovere l’affidamento, sostenere l’attività dei CAV e affiancare a questi centri altre attività promosse dallo Stato (perché abbandonare questo fronte al volontariato?);
>vigilare sull’applicazione della 194 per assicurarne l’applicazione precisa e integrale, senza demagogici stravolgimenti tipo la farneticante lista delle patologie;
>valutare concreti ambiti di estensione delle tutele del nascituro in modo socialmente e giuridicamente razionale, non a forza di slogan insignificanti e inapplicabili.

Si può fare altro? Bene, discutiamone, sono interessato a proposte concrete, meno alle visioni…
Senza alcuna pretesa che queste siano bacchette magiche, però vorrei conoscere anche altre proposte oltre a sentirmi dire che queste sono balle!

Sono riuscito a essere chiaro?

Lucio Gherardi
25 febbraio 2008 0:00
Signor Carson, lei si lamenta di coloro che la offendono gratuitamente, eppure le faccio cortesemente notare che, pur essendomi rivolto a lei in modo garbato, non ho ancora ottenuto una sua risposta. A differenza dei partecipanti che hanno espresso il proprio dissenso in modo meno diplomatico.
Spero di non aver mal riposto le mie aspettative di instaurare un confronto serio.

Lucio Gherardi
carson
25 febbraio 2008 0:00
x il medico

prevenzione la farei sopratutto potenziando consultori e cav, se è vero che solo il 33% delle donne ne fa ricorso prima di abortire; prevenzione è anche indagare sulle CAUSE che inducono a compiere certe scelte...
medico complice di omicidio
25 febbraio 2008 0:00
x carson

nello stesso periodo abbiamo avuto in italia circa 6 milioni di aborti.

ben vengano i 90000 salvati, ho infatti detto che quella dei cav è un'ottima iniziativa. questi numeri dimostrano però che questa strada riesce a intercettare un numero importante ma esiguo di casi.
è una strada da percorrere e incentivare ma perché non affiancare anche la prevenzione?

quello delle ragazzine è poi un concetto che non comprendo. se ci sono leggerezze da parte dei medici, queste vanno perseguite ma non trasformerei dei casi singoli in una regola.
se per ragazzina intendi le minorenni, sappi che serve il consenso dei genitori o del giudice. nel 70% dei casi il consenso arriva dai genitori.

il 73% delle ivg è praticato da donne di età superiore ai 25 anni (la fascia più interessata è quella dai 30 ai 49 anni, oltre il 50% dei casi).

il 19% cira ha un'età compresa tra 20 e 24 anni.

circa l'8% ha meno di vent'anni.

presentare il problema della ragazzina come se fosse il cuore del problema mi sembra riduttivo e distorsivo.

il maggior numero di aborti è praticato da donne mature e sposate.

sicuri che la prevenzione non serva?

non comprendo questo accanimento. nessuno sostiene solo prevenzione; perché va bene tutto ma non la prevenzione?

firmato
medico esasperato forse non ancora animale ma sempre complice di omicidio
Gianni
25 febbraio 2008 0:00
Sig. carson
La mia non era una offesa ma una constatazione.
Ripeto la domanda, siamo sicuri che direbbero tanti vaffanculo oppure ringraziamenti per non essere al mondo con qualche problemino.
Forse che corre lei ad assisterli oppure poi ci deve pensare qualche altro disgraziato\a che non ha avuto il coraggio di una scelta dolorosa.
Il vero egoista mi spiace è lei e quelli come lei che difendono la vita ad ogni costo, solo per seguire le indicazioni di una religione che le ha sabotato il cervello.
Gianni
carson
25 febbraio 2008 0:00
x il medico,

i 90.000 bambini salvati dall'aborto dai cav sono spalmati in trent'anni, il mangiagalli è un'oasi felice all'interno del mondo dei cav, tutti gli altri non hanno nessun tipo di finanziamento diretto dagli enti,sopravvivono grazie alla carità di molti, forse sarebbe il caso di estendere la tutela economica anche a tutti quelli sparsi per l'Italia.
sul fatto che i medici indirizzino le donne intenzionate ad abortire verso i cav ti fai delle grosse illusioni,so bene quanta leggerezza da parte dei sanitari accompagna le dolorose scelte di queste donne: quando si presenta la ragazzina alle 2 di notte al pronto soccorso in lacrime non è che ci si spreca in consulenze e prevenzione sii sincero...si chiama lo psichiatra di guardia (o lo specializzando di sotto-guardia...) e gli si fa firmare il foglio e via...ammettilo!
concludo col dire che da viale non mi ci farei curare neanche un mal di gola hai visto mai che gli viene in mente di tirare fuori il kit per l'eutanasia fai-da-te e mi fa fuori perchè non ritiene che la mia vita sia degna di essere vissuta...

saluti
Il Vermo
25 febbraio 2008 0:00
Ma cinquant'anni fa l'Europa era così pieno di minorenni ingravidate?
Sarà, ma non ci credo!...
(Sergio, sei tu che devi dare le risposte per la tua visione del mondo, per quel che mi riguarda, constato solo il "progresso" raggiunto da questa mirabile società: dove tocca rompe, e per risolvere un problema ne produce altri due!...)
Bertoldo
25 febbraio 2008 0:00
CARSON, MI HAI CONVINTO!
VOTO FERRARA ANCH'IO!

VANTAGGI:
- Non devi più pensare con la tua testa. Tanta emicrania in meno.
- Puoi vendere il cervello all'istituto dei trapianti.
- Puoi dire una cosa e il suo contrario. Se qualcuno ti contraddice, scappi. Semplice.
- Ti pagano per dire cazzate (tipo “La guerra in Iraq è sacrosanta, Bush è un benefattore”)
- A furia di fare inchini ai potenti, rinforzi gli addominali (e qualcuno pensa che sia grasso!)
- Puoi fondare un partito basandolo sull'indispensabile programma: “Basta coi parcheggi in doppia fila”.

SVANTAGGI:
- Se ti guardi allo specchio, la tua immagine ti sputa in faccia. E che sarà mai?

Bertoldo O.
carson
25 febbraio 2008 0:00
x gianni

ora che sergio si assenta eccone un altro che mi offende gratuitamente "ringraziamenti per non essere al mondo con qualche problemino come carson."
forse ce l'ho davvero qualche problemino come dici te ma ringrazio i miei genitori per avermi comunque messo al mondo, grazie ancora per le tue parole...
medico complice di omicidio
25 febbraio 2008 0:00
x carson

certo che conosco i cav (centri di aiuto alla vita); chiunque operi nell'ambito della ivg li conosce.

è un'opera degnissima quella che svolgono anche se non conosco i numeri complessivi (90000 in quanti anni?).

dalla mia esperienza posso dire che hanno più successo sulle immigrate forse perché più deboli, indifese e sole e quindi più disposte a ricevere questo tipo di aiuto.

il cav della mangiagalli ha ricevuto 500.000 euro di finanziamento da parte della regione lombardia; ottimo ma perché non impegnare una cifra analoga per la prevenzione?

il cav interviene a gravidanza avvenuta ed è una soluzione alternativa all'aborto; tutti i medici indirizzano e sondano la disponibilità della donna verso questo tipo di soluzione (la legge obbliga a tentare strade alternative prima di autorizzare la ivg) ma con risultato statisticamente limitato rispetto al numero di richieste di ivg che trattano.
evidentemente non conosci quanto avviene in una struttura pubblica quando una donna si presenta e chiede di abortire.

rimane il problema della prevenzione, rimane il problema che a ricorrere alla ivg nel 53% dei casi è una donna coniugata o seperata, spesso già con figli.

nella sola lombardia nel 2005 abbiamo avuto 641 aborti tra le minorenni: 5,5 aborti ogni 1000 minorenni; sempre nella sola lombardia sono state 42 le ivg tra ragazze con meno di 15 anni.

perché non impegnare mezzi pubblici anche per la prevenzione?

non capisco perché consideri il collega viale un animale; forse perché non è un obiettore? pensi che se tutti fossero obiettori sparirebbe l'aborto?

anch'io allora sono un animale.

firmato
medico animale esasperato complice di omicidio
maria
25 febbraio 2008 0:00
bravo gianni
amaro
24 febbraio 2008 0:00
tutto bello depravato, ma ancora siamo alle solite: qualcuno decide per chi non può esprimersi. così possiamo dire tutto ed il contrario di tutto, ma il parere dell'interessato non lo sapremo mai.
Gianni
24 febbraio 2008 0:00
Bello questo articolo, definisce bene il botolo.
E fu così che il marito della credente Anselma, l’obeso Giuliano Ferrara, portò la sua immensa mole ad autointervistarsi da Lucia Annunziata, che ha fatto qualcosa (ma solo qualcosa) per distinguersi dal cellulitico neo portavoce dell’Opus Dei. Il Goebbels dall’immenso deretano ha sproloquiato sull’inutilità del profilattico agli africani (forse perché tanto sono neri), sulla sua immensa ambizione (è indeciso se fare il sindaco di Roma o il ministro della sanità), sul suo essere devotamente (ed ateamente) ai piedi di Ratzinger, e sull’invenzione della lista pro life (sembra il marchio di uno di quei strani metodi per dimagrire che non funzionano mai). Ha poi continuato a sparare maleodoranti cazzate contro l’aborto e contro le donne che sono costrette a ricorrervi, il tutto con il rigore scientifico, l’onestà intellettuale e la foga di un Tomas de Torquemada.
Gianni
Gianni
24 febbraio 2008 0:00
Sig. DE pravato mi sorprende sentire che da dell'intelligente a qualcuno, solitamente i suoi giudizi sono sempre abbastanza critici, notare la cautela del termine critici, non mi dirà che condivide la recita di Ferrara.
Gianni
Gianni
24 febbraio 2008 0:00
Siamo sicuri che direbbero tanti vaffanculo oppure ringraziamenti per non essere al mondo con qualche problemino come carson.
Gianni
DE pravato
24 febbraio 2008 0:00
bravo "amaro"... riflessione molto intelligente!

Infatti quelli che sono stati abortiti difficilmente parlano... e menomale!

Sennò sa quanti vaffanculo vi direbbero?... a sufficienza per autoestinguerlo proprio il vizietto dell'aborto, terapeutico, volontario, estetico o di convenienza che sia!
Gianni
24 febbraio 2008 0:00
Qualcuno la pensa diversamente.
I tavolini per le firme letteralmente presi d'assalto. Decine di cartelli e striscioni colorati, slogan contro gli aborti clandestini. E' l'essenza della manifestazione tenutasi in piazza De Ferrari a Genova a tutela della legge 194. Migliaia i genovesi e soprattutto le genovesi che hanno preso parte alla manifestazione culminata appunto con una maxi raccolta firme.
Gianni
amaro
24 febbraio 2008 0:00
Intanto tutti quelli che parlano non sono certo passati da un aborto....
Commenti
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