JOKER 9 agosto 2010 13:03
Ho pescato un bell'intervento dal blog di Paolo
Franceschetti; è di un anno e mezzo fa ma penso che ci stia
ancora bene qui:
===
1. Premessa. Il dibattito.
Da decenni c’è un dibattito tra complottisti e
anticomplottisti. Il termine complottista indica in genere
qualcuno che vede complotti dietro ad eventi come l’11
settembre, le guerre, le stragi, ecc… Indica colui che non
accetta le verità ufficiali e ne va a cercare di
alternative, ipotizzando un complotto tra vertici del
potere. Spesso questo termine è usato in modo spregiativo
per indicare uno un po’ paranoico che vede UFO, maghi,
massoni ovunque. Non c’è dubbio che io, con il mio sito e
con quello di cui mi occupo, sia considerato un
complottista. Basta vedere gli insulti che mi becco
quotidianamente sui vari siti di controinformazione.
Allora presento alcune riflessioni. Cercherò di spiegare
come uno come me, che non ha mai amato i gialli perché in
genere mi scordo i particolari e non ricordo i nomi, diventa
all’improvviso grazie al suo lavoro di avvocato, un
complottista.
E farò un po’ di considerazioni sul problema del
complottismo.
Il dibattito tra complottisti e anticomplottisti è stato
affrontato già da molti. Sinteticamente, c’è da dire che
spesso l’anticomplottista è un nient’altro che un
cretino che pensa che la realtà sia solo quella che ha
capito lui. E’ uno quindi che quando una cosa non l’ha
mai vista né sentita, anziché farsi venire qualche dubbio,
inizia a cercare argomenti per confutarla a priori.
Il complottista, è vero, spesso vede alieni e rettiliani
dietro ai problemi mondiali.
Il problema però è quello della prova. Mi spiego. Prima di
deridere la teoria degli UFO, dovrei avere delle prove
contrarie. Ma il punto è che le prove contrarie non
esistono.
Perché il fatto è che, anche se tutti coloro che vedono
gli Ufo fossero in mala fede o matti, aver dimostrato la
loro pazzia non equivarrebbe a dimostrare che gli Ufo non
esistono. Avrei solo dimostrato che tutti coloro che ne
parlano sono matti. Ma magari gli ufo esistono davvero.
Un po’ come il problema del mostro di Loch Ness. Qualcuno
ci crede. Qualcuno no. Chi ci crede forse è un visionario o
un ingenuo. Ma chi non ci crede è senz’altro un
imbecille, perché non si può mai dimostrare che una cosa
non esiste. Posso tutt’ al più dimostrare che una cosa
esiste.
Insomma. E’ vero, il complottista può essere un pazzo o
un visionario. Ma è anche vero che l’anticomplottista,
essendo uno che critica ciò che non conosce è di
conseguenza un cretino perché pensa che la realtà finisca
dove lui ha deciso che debba finire.
Ma su questo ci hanno discusso in molti.
Qui invece voglio affrontare il problema da una prospettiva
diversa.
2. Banche.
Partiamo dalle banche. Mi sono reso conto che una disciplina
come quella che regola la Banca d’Italia non poteva essere
casuale, ma era il parto di una mente criminale, il cui
scopo era depredare i cittadini e coprire i peggiori
reati.
Vediamo perché.
La Banca d’Italia, come è noto, dovrebbe controllare il
funzionamento delle altre banche italiane. E dovrebbe
emettere moneta.
Il problema, però, è che la proprietà della Banca
d’Italia è delle banche private e dei grandi gruppi
assicurativi italiani, San Paolo, Generali, Intesa, ecc.. E
allora qui i conti non tornano. Perché il controllato non
può essere anche controllore al tempo stesso. E’ come se
lo stato decidesse che la mafia dovesse essere combattuta da
Riina e Provenzano.
Inoltre, analizzando le leggi che regolano la Banca
D’Italia, si scopre che il governo non ha praticamente
alcun potere sulla dirigenza della Banca d’Italia.
Ora, siccome è ovvio che tutto il denaro italiano (a parte
quello che viene portato all’estero) viene messo nelle
banche, è altrettanto ovvio che togliere allo stato il
potere di controllo su di esse equivale a perdere
un’occasione importante di controllo dei flussi
finanziari, che sarebbe invece fondamentale per poter
arginare la criminalità.
Ci si accorge, quindi, che il cuore del sistema criminale
mondiale è nelle banche. Non a caso la Svizzera è una
cassaforte impenetrabile, e il segreto bancario lì ha dei
vincoli ancora più forti dei nostri. Perché la Svizzera è
la cassaforte della criminalità organizzata europea. In
altre parole, un’associazione mafiosa, sistemerà i suoi
conti in questo modo: 1) a livello locale metterà i
risparmi minimi, quelli per le spese correnti (pochi milioni
di euro). 2) In Svizzera metterà i capitali maggiori,
quelli però che devono essere sempre a portata di mano e
prelevabili nel giro di poche ore dal bisogno. 3) nei
paradisi fiscali come la Caiman verranno messe le somme più
ingenti.
Quando poi si scopre che la Banca d’Italia ha una sua
emanazione nientemeno che alle Caiman, viene qualcosa di
più di un sospetto.
Per creare un sistema bancario del genere, però, ci vuole
la complicità di TUTTI i governanti. E deve esistere un
sistema quasi perfetto, senza smagliature, che comprenda la
complicità anche degli organi di informazione. E occorre
che i banchieri siano più potenti dei politici. In altre
parole, analizzando le leggi che regolano il sistema
bancario risulta evidente che la politica è subordinata
alle banche, e sono loro che dettano le leggi nei vari paesi
Europei.
E questo non è un discorso da complottista, ma da
giurista.
3. Le stragi.
Un’altra cosa che non torna è la storia dello stragismo
in Italia. In tutti i maggiori disastri italiani non si sono
MAI trovati i mandanti. Al massimo qualche esecutore, mentre
Gelli è stato condannato per depistaggio in un unico
caso.
L’altra cosa che salta agli occhi a chi si occupa di
stragi è che tutti i testimoni fanno regolarmente una
brutta fine. Una mattanza infinita, e sempre con le stesse
tecniche. E sempre con una pervicace volontà degli
inquirenti di archiviare come suicidi o incidenti dei palesi
omicidi.
Allora i conti qui non tornano.
A meno di non voler dire che tutti gli inquirenti erano dei
dementi, e che per una casualità tutti i testimoni muoiono
inevitabilmente con le stesse cinque o sei tecniche, vuol
dire che c’è un filo rosso che collega tutti questi
casi.
Questo filo rosso sono i servizi segreti che uccidono e
depistano.
Ma i servizi segreti (non si scappa su questo punto) sono
– o dovrebbero essere – sotto il controllo dello
Stato.
Poi, per carità, si parla sempre di servizi segreti
deviati. Ma i servizi non deviati? Che fanno? Dormono? Non
sono mai riusciti a fermare la mattanza ad opera dei servizi
segreti deviati.
E allora a fronte di questa situazione è
l’anticomplottista che è un imbecille. Non il
complottista. Perché quando i servizi segreti fanno
regolarmente secchi tutti coloro che si oppongono al
sistema, con una tecnica che dopo un po’ la riconoscerebbe
anche mia nipote di otto anni, allora vuol dire che il
problema non è la mafia. E’ lo stato stesso.
4. Il terrorismo e la regia unica. Il programma P2.
Dagli anni sessanta ad oggi contiamo decine di stragi in
Italia. Ustica, Piazza della Loggia, Italicus, Banca
dell’Agricoltura, Moby Prince, Strage di Bologna, ecc…
Mai nessun colpevole. Ma sempre gli stessi elementi comuni:
la presenza dei servizi segreti a depistare. I testimoni che
muoiono come mosche con la stessa tecnica identica in ogni
vicenda.
I terroristi sono per la maggior parte liberi all’estero,
allegramente latitanti; quando sono stati in galera sono
stati trattati con i guanti bianchi e vanno addirittura a
parlare alle università perché, che diamine, non dobbiamo
serbare rancore, il passato è passato. E qualcuno lo hanno
addirittura messo in parlamento, con la carica di segretario
alla Presidenza della Camera (alludo a D’Elia).
Negli ultimi anni viene fuori che dietro a tutte le stragi,
sia rosse che nere, c’era Gladio. Lo scopo del periodo
stragista era arrivare all’attuale forma di governo
bipolare, per instaurare un governo di destra secondo quello
che era il programma della P2. Ma gli anticomplottisti
questo non lo sanno. E se lo sanno non lo considerano. E se
lo considerano… eh bè, che diamine, esistono pure le
coincidenze. Ti pare che dobbiamo cercare per forza un
complotto per questa situazione kafkiana?
A leggere il programma della P2 è sorprendente come esso
sia proprio identico alla situazione attuale: bipolarismo,
indebolimento della magistratura, indebolimento della scuola
pubblica, controllo dell’informazione.
Inoltre Gelli non solo è libero, potente e considerato, ma
parla in programmi TV.
Allora delle due l’una: o la P2 ha realizzato il suo
programma. Oppure è una coincidenza.
Il fatto che dopo la scoperta della P2 tutti gli iscritti
abbiano fatto carriera e addirittura la tessera 1816 ce la
troviamo come Presidente del Consiglio… ma sì… forse è
una coincidenza.
5. La mafia.
Per decenni ce l’hanno menata con questa storia che al sud
c’è la mafia. Il che è pure vero.
Poi sempre per decenni ce l’hanno menata con la storia
della gente del sud che è omertosa, e complice della mafia.
Il che è pure vero.
Solo che, ad un certo punto, i conti non tornano più.
Perché oggi esistono tecnologie sofisticatissime e a basso
costo che permettono di effettuare intercettazioni
telefoniche e ambientali da qualsiasi parte del pianeta. I
nostri servizi segreti contano migliaia di dipendenti, senza
calcolare tutte le persone che sono comunque pagate dai
servizi. Aggiungiamo che abbiamo un esercito che non fa
praticamente quasi nulla tranne mantenere se stesso ed
andare in missione all’estero.
E allora si capisce che lo Stato ha i mezzi per fermare le
varie mafie, se vuole, in pochi mesi. Ma se non lo fa è
evidentemente per una volontà precisa di non fermarla.
Allora si capisce anche che hanno ragione i meridionali a
non denunciare i fatti che vedono. Perché capiscono che il
problema non è la mafia, ma è lo stato.
Ed è dallo stato che i cittadini del sud si difendono,
prima ancora che dalla mafia.
Ecco perché i meridionali non parlano e sono omertosi. E
hanno ragione.
Tra l’altro, da quando mi occupo di questi argomenti non
vivo più sicuro; e la gente attorno a me mi dice “ma chi
te lo fa fare? Ma voltati dall’altra parte” Come fanno
al sud.
Eppure io abito al centro. Allora il problema della mafia
non è che la gente è omertosa. La gente infatti è
omertosa anche al nord e al centro, a quanto posso
constatare nella esperienza personale. Il problema è un
altro. La mafia esiste perché lo Stato lo vuole.
6. Complicità della Chiesa.
Qui il problema è delicato.
Sono stato un cattolico, con tanto di tessera Azione
cattolica per anni. Uno zio prete. Una madre insegnante di
religione. Insomma, un discreto background.
A un certo punto ho iniziato ad avere qualche sospetto.
Il messaggio di Cristo è preciso. Amore, pace, porgere
l’altra guancia.
Allora le domande sono: “1) Ma la Chiesa non dovrebbe
essere contro ogni forma di violenza? Che senso ha benedire
i soldati che partono per il fronte? Afghanistan, Iraq,
Vietnam, sono enormi bagni di sangue, che non dovrebbero
essere concepiti. Ci vorrebbe la scomunica per chiunque
anche solo osasse pensare di attaccare un altro paese.
Invece niente; Benedetto XVI trova addirittura unità di
intenti con Bush, cioè con uno che ha dichiarato guerra ad
un paese straniero con una scusa ridicola, e che ha mandato
a morire milioni di suoi cittadini; che è come dire che un
PM Palermitano trova unità di intenti con Cosa Nostra.
Poi c’è il problema rosacrociano. E qui, si sa, gli
anticomplottisti in genere neanche sanno chi siano questi
rosacroce.
Ma quando uno ha un po’ di cultura più della media
capisce che la massoneria rosacrociana è la più potente
nel mondo, e capisce altresì che i rosacroce si avvalgono
di simboli cristiani, e un uomo di Chiesa e di cultura non
può ignorare questo fenomeno. Allora dici a te stesso: ma
come mai la Chiesa non denuncia questi fatti? Come mai non
parlano mai di Rosacroce? (ad esempio la gesuitica Civiltà
cattolica, di cui mio padre possiede centinaia di numeri
nella sua biblioteca, non ne fa mai cenno).
E la risposta non è piacevole.
La risposta che uno trova è da complottista, sì; e quella
parte cattolica che ancora vive in te perché sei stato
educato per decenni così, dentro di sé prega che la
risposta non sia quella che pensi. Che sia tutto un
abbaglio.
Ma a pensare da anticomplottista mi sembra di pensare come
un imbecille. E allora purtroppo preferisco essere
complottista.
7. La letteratura.
Quando parlo di massoneria, e in particolare di massoneria
rosacrociana, come la chiave della spiegazione della maggior
parte dei misteri d’Italia, mi si risponde che sono
ipotesi non suffragate da nulla. In fondo, chi li conosce
questi Rosacroce?
In realtà basta entrare in una libreria molto fornita per
accorgersi che di titoli su templari e rosacroce ce ne sono
centinaia.
I templari sono un ordine esistito ufficialmente fino al
1300.
Mentre i Rosacroce addirittura, secondo alcuni, non
esisterebbero.
Ma centinaia di titoli su un ordine cavalleresco che non
esiste più da secoli sono decisamente troppi.
Specialmente poi non c’è rapporto tra la diffusione di
titoli su queste due istituzioni, a fronte dell’interesse
che l’argomento suscita nei media ufficiali. TV e giornali
dedicano ad esempio molta attenzione a fenomeni come
l’astrologia, la moda, i motori, ecc… ma quasi nulla a
templari e rosacroce, mentre il rapporto è invertito in
libreria. Di libri su moto e auto ne troverete qualche
decina. Ma centinaia su Templari e Rosacroce. Molti di più
anche rispetto ad argomenti pure importanti come la seconda
guerra mondiale.
Viene il dubbio che i media ufficiali vogliono presentare
una realtà che non corrisponde alla reale importanza dei
problemi trattati. Cioè viene il dubbio che i media si
occupino di cazzate, e tralascino le cose veramente
importanti.
E a chi replica che in fondo la massoneria non è così
importante, viene da rispondere che se sulla moneta da un
dollaro abbiamo raffigurati una marea di simboli massonici
come la piramide, la scritta novus ordo seclorum, ecc…,
bè, allora forse così insignificante non è. La moneta è
infatti il bene materiale più importante per uno stato,
quello che andrà comunque nelle mani di tutti, e quello
che, in qualche modo, rappresenta lo stato nel mondo.
Insomma, non hanno messo sulla moneta da un dollaro il
simbolo di un’organizzazione buddista, o di
un'associazione di tutela della flora e della fauna, ma
simboli massonici. E un motivo ci deve essere.
8. Alcune spiegazioni ufficiali che non quadrano.
Poi a me alcune spiegazioni ufficiali della storia non mi
hanno mai convinto.
Ad esempio, prendiamo i colori della bandiera italiana. Mi
era sempre sembrata una gran cazzata che avessero scelto
quei colori perché il rosso rappresentava il sangue dei
nostri caduti, il bianco la neve delle nostre montagne, e il
verde il colore delle nostre valli.
Prima di tutto abbiamo dei mari stupendi e allora non si
capisce perché non hanno messo anche il blu. Poi la neve ce
l’abbiamo sì, ma in poche zone d’Italia, e non per
tutto l’anno. Allora perché non rappresentare anche i
colori della Calabria, della Sicilia, ecc..?
Inoltre gli stessi colori li hanno scelti anche altre
nazioni. Anche l’Algeria, il Burundi, La Costa D’avorio
e il Madagascar hanno gli stessi colori della nostra
bandiera ma non mi vengano a dire che il bianco è quello
della neve, perché lì fa un caldo che si schiatta e la
neve manco sanno cosa è. Poi scopro che l’Ungheria ha la
bandiera identica alla nostra, solo che ha i colori per
lungo anziché per largo.
No. Decisamente… mi era sempre sembrata una spiegazione
demenziale anche quando ero alle elementari.
Se invece capisci che i Rosacroce sono i vertici del potere
internazionale, e che i loro colori d’elezione sono il
rosso, il verde e il bianco… allora i conti tornano. Ci
hanno semplicemente raccontato un mucchio di cazzate.
Chissà che gli raccontano in Madagascar…
Quando studiavo la storia, al liceo, mi annoiavo. Da una
parte mi affascinava, ma da un’altra c’era qualcosa che
mi respingeva. Non capivo il perché.
Ad esempio la seconda guerra mondiale. Non si sa quanti
libri ho letto sulla seconda guerra mondiale e sull’ascesa
del nazismo. Ero affascinato dal fenomeno del nazismo e ho
letto libri di tutti i tipi; da quelli di Wiesenthal, alle
varie biografie di Hitler…. Eppure i conti non mi
tornavano mai e alle fine regolarmente mi scordavo tutto
quello che avevo letto.
Già. Perché la storia come ce la presentano la maggior
parte dei libri è una serie di avvenimenti messi in fila
senza apparente logica, a meno di non pensare di essere
stati per secoli governati da degli idioti.
Alcuni esempi. Non sono mai riuscito a capire come cazzo
avesse fatto Garibaldi con soli mille uomini a compiere la
sua impresa.
E che dire della prima guerra mondiale? Non ho mai capito
come si possa far scoppiare una guerra per colpa di un
anarchico che spara all’arciduca Francesco Ferdinando.
Ma il capolavoro della demenza umana è la seconda guerra
mondiale. Non ho mai capito come avesse fatto Hitler ad
armarsi, poi conquistare l’Austria, poi la Polonia, nella
assoluta tranquillità degli stati attorno, che avrebbero
dovuto fermarlo molto ma molto prima. Quello si armava,
conquistava un paese e poi rassicurava tutti: “state
tranquilli… ho conquistato l’Austria ma ora mi fermo
qui…. Vogliamo la pace noi….”.
Sembra l’America di oggi: “siamo un popolo democratico
noi. Vogliamo pace e prosperità. Ora conquistiamo uno
staterello, ma poi basta. Poi un altro e ancora basta. Poi
un altro ancora….” E nessuno dice nulla, tranne qualche
lurido comunista, o qualche anarchico; gente ingrata che
anzichè ringraziare l'America per averci liberato dagli
americani, li considera dei guerrafondai imperialisti solo
per qualche misero milione di morti e qualche decina di
guerre negli ultimi 60 anni.
Quando capisci che Hitler fu armato dalle banche inglesi
allora sì che i conti tornano e capisci perché nessuno lo
fermò.
E quando poi capisci che le stesse banche che hanno
finanziato Hitler hanno finanziato anche gli
angloamericani... bè... un pochino ti incazzi... ma giusto
un po'.
Poi Garibaldi. Quando capisci che l’impresa di Garibaldi
fu preparata dalla massoneria e le truppe borboniche non
combattevano neanche perché avevano ricevuto ordine di
ritirarsi, allora i conti tornano. Ecco perchè mille uomini
hanno avuto la meglio sulle truppe borboniche.
Per non parlare del conflitto Israeliano Palestinese. Dopo
decenni di guerre sanguinose credo che tutti si siano
stancati e pur di una tregua, sia palestinesi che israeliani
darebbero chissà cosa. Ma è evidente che non c’è questa
volontà, anzi, c’è una fortissima volontà contraria da
parte di tutti i governanti del mondo. E quando studi il
problema alla luce della volontà massonica di creare un
focolaio di guerra permanente per poi scatenare un
gigantesco conflitto futuro, allora i conti tornano.
Allora essere complottisti nello studio della storia non è
una volontà di vedere complotti ovunque. Ma è una
necessità scaturita dalla volontà di capire le cause,
apparentemente inspiegabili, di certi avvenimenti.
9. I Giornali e le TV.
Per anni dall’età di venti fino ai trenta anni, ho letto
anche due quotidiani al giorno, oltre ai vari settimanali,
Panorama e l’Espresso. A un certo punto smisi di leggerli
perché mi pareva che dicessero sempre le stesse cose.
Tralasciando la politica, che pare che da circa un secolo
vada avanti con le stesse dichiarazioni e gli stessi
comportamenti (la maggioranza dice o fa qualcosa;
l’opposizione dice che è contro gli interessi del paese;
la maggioranza dice che l’opposizione non collabora, poi
ogni volta che va su qualcuno dice che la colpa dello
sfascio è del governo precedente che nega) anche nella
cronaca succedevano sempre le stesse cose.
I fatti seguono sempre lo stesso schema identico in 3
punti:
1) Esiste il problema mafia? 2) Chi indaga viene ammazzato.
3) Se non vengono ammazzati i giornali li attaccano e il
problema italiano diventano non la mafia, ma i giudici
stessi (ricordate Falcone e Borsellino?), poi si solleva il
problema dei giudici che devono lavorare in silenzio e che
sono troppo giustizialisti.
1) Esiste il problema massoneria? 2) Arrivano Cordova,
Woodcock, De Magistris. 3) I giornali li attaccano e il
problema italiano diventano Cordova, Woodcock, De Magistris,
i magistrati che devono lavorare in silenzio e che hanno
troppo potere.
Scoppia il casino di Tangentopoli? Arrivano quelli che
indagano, Di Pietro, Borrelli, il pool di Milano. Dopo un
po’ il problema diventa non che esiste un sistema
criminale che corrompe tutto e tutti; ma i magistrati,
troppo politicizzati, con troppi poteri, che non lavorano in
silenzio, ecc…
Sempre le stesse cose. Sempre uguali. Basta. Pietà. Non ne
possiamo più.
Insomma.
A un certo punto uno si rompe le palle e smette di leggere.
Tanto si può sempre anticipare cosa succede.
Però a questo punto uno si pone qualche domanda. Come mai
sempre le stesse cose, sempre gli stessi meccanismi?
Ovviamente per anni non avevo capito dove era il bandolo
della matassa. Non avevo capito che esisteva un sistema
perfetto come un orologio per azzerare qualsiasi tentativo
di legalità.
E allora se qualcuno formula una teoria complottista
occorrerebbe perlomeno farsi venire il beneficio del dubbio.
Altrimenti è l’anticomplottista che è un imbecille. Ma
si sa. Gli imbecilli non sanno di essere imbecilli. Se no
che imbecilli sarebbero?
10. I giornalisti coraggiosi.
A un certo punto quando avevo trenta anni, il mondo
dell’informazione mi pareva diviso in due. Da una parte
Vespa, Fede, Liguori, Ferrara, Belpietro, Jas Gawronski,
Farina, Mario Giordano, cioè i giornalisti totalmente
asserviti al potere in modo conclamato. E poi i giornalisti
coraggiosi, quelli che dicono la verità e denunciano le
complicità tra la mafia e lo stato, ovvero Nando Dalla
Chiesa, Travaglio, Gomez, Santoro, ecc…
Certo, qualche domanda te la fai… Noti che non si occupano
di certi temi e quando li toccano lo fanno in modo
superficiale.
Noti che l’inchiesta del giudice Cordova aveva messo in
luce che la massoneria deviata è lo strumento di
collegamento tra mafia, politica e imprenditoria, e che
aveva toccato problematiche addirittura più pericolose di
quelle sollevate da Falcone e Borsellino.
Dopo un po’ capisci.
Capisci che questi giornalisti stanno lì come specchietti
per le allodole, per far vedere che il sistema è
democratico, che le voci fuori dal coro esistono. Ma capisci
che deviano accuratamente l’attenzione della gente dalle
problematiche principali: cioè la proprietà privata della
banche centrali, che è la vera ragione dello sfascio
economico programmato di questi ultimi tempi; il ruolo della
massoneria in politica; Gladio come regia unica di tutte le
stragi in Italia.
Ma loro, questi giornalisti d’assalto, non se ne sono resi
conto.
11. Le leggi.
Ma soprattutto l’esistenza di un sistema ben organizzato
risulta dalle leggi. Per risolvere buona parte dei problemi
italiani basterebbero riforme semplici.
Anzitutto la prescrizione dei reati. Ora tutti i reati vanno
in prescrizione a causa della lunghezza dei processi.
Sarebbe sufficiente fare una piccola modifica di poche
parole, e prevedere che la prescrizione si interrompa con
l’inizio del processo, come del resto è previsto in quasi
tutte le legislazioni del mondo. E una buona parte dei
problemi della giustizia penale sarebbero risolti.
Poi basterebbe semplificare i vari riti civili e prevedere
che la maggior parte delle udienze siano orali, con la
registrazione meccanografica delle udienze. Alla prima
udienza il giudice verifica il contraddittorio e le parti
dibattono il problema; la maggior parte delle cause
palesemente pretestuose o dilatorie scomparirebbero perchè
verrebbero eliminate dal filtro della prima udienza. La
maggior parte dei processi si risolverebbe in pochi giorni,
anziché durare anni.
La giustizia amministrativa poi è una vergogna. E’
inammissibile che occorrano anni di causa solo per capire se
il giudice che deve conoscere una certa causa è il giudice
amministrativo o civile. Qualche mese fa è uscita una
sentenza della cassazione a sezioni unite solo per decidere
a chi spettava il compito di decidere riguardo ad un diritto
di pascolo su un prato; in altre parole ci sono voluti anni,
e milioni di euro dei contribuenti, solo per capire a quale
giudice doveva essere affidata la causa.
Quando sei studente non capisci il sistema. Studi e basta. E
più studi più pensi che prima o poi capirai sempre di
più. Ma in realtà più capisci e più il sistema sembra
folle; e a un certo punto, quando – come ho fatto io –
ho scritto un manuale di diritto amministrativo ad uso degli
studi post–universitari, capisci che il sistema è quello
che è perché se lo si semplificasse, verrebbero fuori le
magagne del potere. E che potrebbe semplificarsi con un
semplice leggina, fatta da un articolo, che dicesse
semplicemente: tutte le cause che riguardano gli enti
pubblici sono devolute al Giudice amministrativo. Tutte le
cause che riguardano enti privati sono devolute al giudice
ordinario. Sarebbe la fine di anni, o decenni di processi
inutili che vanno avanti solo per capire il giudice chiamato
a decidere.
Il nostro sistema giudiziario è una immensa presa in giro
per non far capire nulla al cittadino di come vanno
realmente le cose. E’ una immensa macchina mangiasoldi che
serve solo per dare stipendi ai magistrati e soldi agli
avvocati. Ma non serve ad altro che a proteggere i
delinquenti e a non fare quasi mai una vera giustizia.
Sono i tempi del processo, è la mancanza di soldi, è
l’esigenza del rispetto del contraddittorio, si pensa
quando si è studenti. No. La verità è che l’unico
motivo di questo sistema allucinante è il mantenimento
dello status quo.
12. Quasi in conclusione. Le vittime.
Per un po’ di tempo pensavo che il problema fosse solo
processuale e culturale. Cioè pensavo, in altre parole, che
siamo ancora culturalmente lontani dal poter ragionare
collegando i vari pezzi della storia e ravvisando nella
massoneria questo filo rosso; inoltre pensavo che fosse
anche un problema di prove, nel senso che in effetti, in
passato, anche se di prove ne hanno lasciate tante, esse
erano tutte di difficile reperibilità e anche di difficile
lettura.
Tuttavia pensavo che mostrando dei documenti, facendo una
serie di collegamenti per me assolutamente evidenti, e
ascoltando le testimonianze di varie persone, nel singolo
individuo si potesse creare una visione non distorta della
realtà.
Ma qui mi sono scontrato con un dato di fatto che, lo
ammetto, non mi aspettavo.
La gente non vuole capire.
Anche quando porti delle prove documentali precise, anche
quando inviti a leggere libri scritti da autori accreditati,
la gente non ne vuole sapere lo stesso.
Quando ad un certo punto il sistema mi è stato chiaro, ogni
tanto mi sono imbattuto nelle mie ricerche in alcune verità
contrarie a quelle ufficiali. Per almeno tre volte mi è
capitato di vedere che delitti palesi e di gente famosa,
fatti passare per incidenti e suicidi, non erano tali. La
prima cosa che fareste voi quale sarebbe? Io ho chiamato i
diretti interessati, i familiari delle vittime.
La reazione di rifiuto di costoro, che pure, a loro dire,
cercano la verità, mi ha fatto capire che il problema non
è solo culturale e processuale. E’ psicologico e
sociologico.
Perché accettare la realtà è duro e, anche se uno si
lamenta delle ingiustizie subite dallo stato, degli
inquinamenti delle indagini, dei depistaggi, è molto più
facile accettare la realtà ufficiale e sperare che un
giorno tutto torni alla normalità.
In questo senso è un esempio mio padre. Pur avendo vissuto
accanto a me determinati avvenimenti, pur avendo ricevuto
minacce di vario tipo che gli hanno fatto perdere il sonno e
la tranquillità per sempre, non accetta l’idea della Rosa
Rossa. I miei incidenti sono casuali, nessuno ha mai tentato
i uccidermi, quella notte del 2 gennaio in un albergo di
Modena, e mi sono semplicemente suggestionato. E così può
continuare a votare quelle stesse persone che sono i
mandanti delle minacce da lui subite. E se un giorno mi
uccideranno, a parte il comprensibile sollievo per la fine
di un incubo che incombe nella loro vita, il mio sarà stato
senz’altro un incidente. E continuerà a votare le stesse
persone.
In tal modo sarà ristabilito lo status quo. E finalmente la
sua mente troverà pace.
Con la mia famiglia non ho più molti rapporti. In
particolare con mio padre non ci parliamo più perché
ritiene che io sia il problema. Non il sistema io cui
viviamo, e la necessità di non voltarsi dall’altra parte.
Io.
Come meravigliarsi allora se qualcuno legge i miei articoli
e poi passa agli insulti, alle derisioni, ecc…?
Invece di porsi il problema e studiare e approfondire,
meglio pensare che il problema sia io. E’ più comodo. Si
perde meno tempo e non si deve ribaltare convinzioni che
oramai sono acquisite da anni.
E quando qualche magistrato coraggioso fa un’inchiesta
coraggiosa… meglio mandare via lui, piuttosto che parlare
dei problemi da questo sollevati. Il problema è chi indaga,
mica l’indagato.
Il meccanismo è lo stesso in tutti i campi.
13. In Conclusione.
Ricapitoliamo dunque.
L’anticomplottista è quella persona intelligente e
razionale che:
- ritiene che non siano mai stati individuati i responsabili
delle stragi perché i mandanti sono davvero bravi ad
occultarsi e a non farsi scoprire. E i nostri poliziotti e
magistrati sono dei deficienti.
- ritiene che la mafia non può essere sconfitta perché i
meridionali sono omertosi. E poi la mafia ha ancora un forte
consenso sociale nelle campagne e nei paesi.
- ritiene che la politica demenziale della sinistra di
questi ultimi decenni è dovuta a scarsa coesione interna,
dissidi, ecc…
- ritiene che i giornali siano assolutamente uniformati
quanto a qualità e quantità di notizie, e quanto alla
ripetitività di esse, perché succedono sempre le stesse
cose;
- ritiene che la Chiesa non prenda posizione contro la
guerra, non condanni i guerrafondai, nello IOR nasconda i
soldi della mafia mondiale, perché il messaggio di Cristo
impone di amare prima di tutto il delinquente e la
prostituta; la parabola del figliuol prodigo non dice forse
che per il figlio perduto si allestisce il banchetto col
vitello grasso? E lei infatti la parabola l’ha presa alla
lettera. Ecco perché ad esempio Paolo VI diede delle
importanti cariche vaticane a Gelli e Ortolani, gli ideatori
della P2. Erano le pecorelle smarrite. Erano i figli perduti
e poi ritrovati e quindi gli ha allestito un bel banchetto
con le casse dello IOR.
- Ritiene sia un caso se molti membri che erano nella lista
della P2 ora ricoprono cariche importanti, da Berlusconi, a
Maurizio Costanzo.
- Ritiene che l’11 settembre è stato organizzato da uno
che vive in una caverna; poi gli aerei hanno centrato il
bersaglio, e per puro caso le torri sono venute giù
interamente. Dopodichè Bush, avendo a cuore la sua gente,
ha deciso di attaccare l’Iraq perché era uno stato
canaglia, sperando in tal modo di risolvere il problema
terroristico, non avvedendosi della leggerissima
contraddizione tra il voler combattere il terrorismo (cioè
un fenomeno interno) con lo scatenare una guerra (cioè un
fenomeno esterno); si sa che le guerre in genere aumentano
gli odi e i dissidi, ma si vede che i suoi analisti non
arrivano a un simile livello di profondità.
- Ritiene che la Banca d’Italia è privatizzata e la BCE
è fuori dal controllo dei governi perché si sa, il privato
è più efficiente del pubblico. Stesso discorso vale per la
privatizzazione dell’acqua, del servizio delle esattorie
degli enti locali, ecc… Meglio darli ai privati. Siamo in
un’epoca liberale, che diamine, e basta con questo
centralismo statale di tipo comunista!!!
- Ritiene che non si facciano leggi serie di riforma dei
codici perché i parlamentari non hanno tempo. Sono troppo
impegnati a combattere la mafia, il terrorismo, la
situazione economica attuale, ecc… hanno altre priorità
loro. Le riforme possono aspettare.
In realtà l’anticomplottista è due tipi. C’è
l’ignorante che non ha mai letto un atto giudiziario, che
non ha mai approfondito la cultura massonica, e quindi segue
le vicende politiche solo sui giornali ritenendo magari che
leggere due o tre quotidiani sia sufficiente per essere
informato veramente. E quindi il suo anticomplottismo è
sintomo unicamente di chiusura mentale e ignoranza ma non di
mala fede.
E poi c’è l’anticomplottista colto, il giornalista che
scrive libri e ci informa su tutte le vicende della vita
italiana, lo scrittore, ecc…. Questo anticmplottista in
genere non è deficiente. E’ intelligente, spesso anche
tanto, ma è solo in mala fede e fa parte del sistema. E il
sistema presuppone che chi ne fa parte debba negare i
fenomeni che abbiamo elencato.
Il complottista invece è quella persona che vede una regia
unica dietro tutti questi fatti, una precisa volontà di non
perseguire i reati dei colletti bianchi, ma di vessare la
povera gente, gli extracomunitari, la gente che non ce la fa
ad arrivare a fine mese. Il complottista arriva addirittura
– orrore orrore – a ipotizzare un accordo tra Chiesa
Cattolica e poteri massonici…. Davvero una cosa
inconcepibile, eretica.
Il complottista è quello che crede alle scie chimiche, alla
massoneria rosacrociana come regia unica delle mafie e delle
varie criminalità mondiali, all’esistenza di
un’organizzazione chiamata Rosa Rossa dietro a molti dei
delitti che la stampa ci propina come delitti comuni.
Talvolta, si sa, alcuni complottisti sfociano nel paranoico,
credono agli UFO, e pure ai rettiliani di Icke.
Ma se la scelta è questa… allora preferisco essere
paranoico. Meglio paranoico che deficiente. E sono
orgoglioso di essere un complottista.
Il giorno che andrò in giro a dire le stesse cose che dice
Icke non mi preoccuperò più di tanto. Al massimo mi curo
con qualche pastiglia di Serenase (un antidelirante).
Mi preoccuperei invece se cominciassi a dire le cose che
dicono Vespa, Gawronski, Facci, Giordano, Ferrara, ecc.
Perchè per questi casi non c'è cura: Sono troppo gravi, e
alcuni di loro, forse, sono pure in buona fede.
Ma se comincerò a parlare come Travaglio o Santoro, per
cortesia uccidetemi. Perché vorrà dire che mi hanno
comprato, o mi hanno fatto il lavaggio del cervello col
programma MK Ultra (che ovviamente a quel punto dirò di non
conoscere).
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