Commenti
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Ugo 24 giugno 2008 0:00
Bersanotto, sono settimane che sto in tema, è lei che fa
finta da non capire. 10000 notai da 100.000 € l'uno
offrirebbero un servizio migliore e costerebbero molto meno
dei 5000 notai da 500.000 € l'uno di oggi. Quanto
costerebbero meno? Circa un miliardo e mezzo di euro, più o
meno. E con un miliardo e mezzo di euro si possono fare
tante cose, bersanotto, tante cose....Quante scuole, quanti
ospedali, quante strutture si potrebbero costruire con un
miliardo e mezzo di euro all'anno? Molte, bersanotto,
molte.... E tutto, sottolineo, senza farvi morire di
fame, e senza ledere la vostra dignità professionale, ma
semplicemente facendovi lavorare in condizioni un po'
meno "anomale" e un po' più simili a quelle
degli altri ordini professionali... Io non ce l'ho
assolutamente con i notai. Io ce l'ho con le ingiustizie
e con i privilegi. E pur riconoscendo l'utilità della
funzione notarile, non posso rimanere indifferente di fronte
all'ingiusto privilegio della rendita di posizione di
cui, in Italia e solo in Italia, godete alle spalle della
collettività.
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bersanotto 24 giugno 2008 0:00
State in tema. Chi costa di più ? CHI CI GUADAGNEREBBE A
CAMBIARE IL SISTEMA ATTUALE ? State in tema, senza slogan.
COSTI/BENEFICI: più costi, meno certezze. Perchè cambiare
? State in tema. Grazie. Per informare Antonella,
così la prossima volta eviterà brutte figure, ecco cosa è
OBBLIGATO A FARE PER LEGGE IL NOTAIO sulle cesioni di
quote: - identifica i firmatari (assumendone la
responsabilità; - verifica la legittimazione a
disporre (assumendone la responsabilità); - studia lo
statuto sociale per verificare evntuali limiti alla
circolazione delle quote o altri patti rilevanti; -
esamina il libro soci (costringendo il commercialista ad
aggiornarlo in conformità a legge); - verifica il
regime patrimoniale dei comparenti, fornendo al riguardo
ogni spiegazione e chiarimento; - provvede al
pagamento dell'imposta di registro, essendone
RESPONSABILE di imposta in solido con le parti contraenti;
- provvede all'iscrizione del Registro delle
Imprese; - conserva per tutta la sua vita (e dopo lo
farà l'Archivio notarile distrettuale) l'originale
dell'atto, che viene sottoposto al controllo biennale
del Ministero; - annota sull'originale gli estremi
dell'avvenuta registrzione; - è RESPONSABILE di
tutte le attività connesse. Ed è giusto così: perche egli
rappresenta lo STATO, è terzo, imparziale e disinteressato.
E quando gli si chiedono imbrogli, egli può rispondere
NO. Prima della legge Mancino: - si
assisteva a innumerevoli cessioni di quota da parte dei
"moribondi" in favore dei proprio parenti per
eludere l'imposta di successione; - si
costituivano le società con due fantocci, i quali subito
firmavano una cessione di quota senza data: al momento
opportuno, arrivava l'annotazione nel libro soci a cura
del solerte consulente DI PARTE; - non vi era alcuna
"tracciabilità" e sicurezza sulla intestazione
delle quote sociali, lasciandole così nell'anonimato,
con grave pregiudizio per le indagini penali antiriciclaggio
e per gli accertamenti fiscali. PIU' COSTI
(immediati e di sistema) - MENO CERTEZZE. DOV'E' LA
NECESSITA' DI CAMBIARE ? Chi è che preme ? Riflettetci
un po'...
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bersanotto 24 giugno 2008 0:00
Ugo, vorrei proprio conoscerla di persona. Lei
non crede a qualsiasi DATO le venga fornito, a qualsiasi
spiegazione le venga offerta. Guardi che le cifre esposte
sono verissime. Tanto è vero che nella sua replica il
presidente dei commercialisti non le ha affatto smentite, ha
detto che è stato "indelicato" pubblicarle. Lei
ce l'ha con i Notai: ma che le hanno fatto ? Perchè
ritiene che siano delle sanguisughe che svolgono un lavoro
inutile ? Come mai si fa abbindolare da tutti quelli che
denigrano i Notai ? E non ragiona con la sua testa ? Perchè
mai per svolgere quelle funzioni partecipa l'elite dei
laurati in giurisprudenza ? Non crede che chi resta escluso
abbia del livore e scarichi contro tutte le sue personali
frustrazioni ? Succede in tutti i campi, no ?
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Sal 24 giugno 2008 0:00
Dal Sole 24 ore di oggi: (stalcio dell'intervista a
Claudio Siciliotti, Presidente dei commercialisti):
"D. Dal confronto dei prezzi stilato dai notai,
però, i commercialisti risultano molto più cari.
R. Non entro nel merito del costo medio della parcella del
notaio perché mi sembrerebbe INDELICATO al pari
dell'operazione compiuta dai notai nei nostri confronti.
Innanzitutto, andare dal commercialista è un atto
volontario. Dal notaio, sinora, è un obbligo. Noi abbiamo
derogato ai minimi tariffàri, i notai no. La realtà
è che per queste operazioni il cliente chiede quasi sempre
consulenza al commercialista di fiducia, con cui ci si
accorda su prezzo e modalità di pagamento. Dal notaio si va
solo per la firma e l'invio. E spesso il commercialista
"sconta" dalla sua parcella l'onorario che il
cliente deve al notaio. Dovrebbe essere il cliente a
decidere chi dei due è più conveniente."
N.B. IL PRESIDENTE DEI COMMERCIALISTI SI GUARDA BENE
DALL'AFFERMARE CHE LE CIFRE FORNITE DAL NOTARIATO NON
SIANO CORRETTE (...E' "INDELICATO" FORNIRE
QUELLE CIFRE....MA CI FACCIA IL PIACERE....). E SE NON
LE SMENTISCE LUI, VOGLIO PROPRIO VEDERE CHI, IN QUESTO
FORUM, PUO' SMENTIRLE.
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ugo 24 giugno 2008 0:00
Bersanotto, ecco, appunto, non aggiunga altro, tanto più
che vuote banalità non riesce a dire…Ma che c’entra che
mestiere fa Antonella? Come fa a dire che noi non sappiamo
di che cosa si sta parlando? Ma chi crede di essere per
sottrarre a quella collettività che lei ha giurato di
servire la possibilità di esprimere la propria opinione e
di giudicare ciò che voi notai fate, e soprattutto, quanto
costate? Il tempo delle caste autoreferenziali è finito da
un pezzo, sa? Siamo in democrazia, ed ogni categoria sociale
e professionale deve accettare il confronto. Se poi uno il
confronto non è capace di sostenerlo con argomenti seri,
questo è un vostro problema, non nostro.
Relativamente a quanto dichiarato dal consiglio nazionale
del notariato, è lecitissimo avere dei dubbi. Nessun oste
dirà mai che il proprio vino non vale per ciò che viene
pagato. E sulle cifre fornite mi permetta di farle una
fragorosa, sonorosissima risata. Perchè vorrei proprio
capire su quali basi i notai si sono permessi di pubblicare
le loro stime sugli onorari degli altri. Ennesimo esempio di
presunzione e disprezzo per la pubblica opinione. Ma ci
siamo abituati….. Comunque, bersanotto, ripeto il
concetto: ma se siete così bravi e così economici, perché
vi fa tanto paura il confronto? Non dovreste temere
nulla….
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ugo 24 giugno 2008 0:00
Certo che questi notai sono delle belle sagome....Qualche
mese fa un notaio ha riportato in modo completamente
distorto le dichiarazioni dell'FBI sui mutui subprime,
rimediandoci una figura barbina. Quando poi vengono
pubblicati alcuni articoli che mettono in luce certe
distorsioni del sistema notarile attuale, fanno fuoco e
fiamme minacciando querele per diffamazione, minacce che poi
si squagliano come neve al sole non appena gli si chiede di
dare concretezza alle proprie minacce (allora, bersanotto,
l'ha presentata questa denuncia per diffamazione??? ci
faccia sapere, mi raccomando). Ora, Sal presenta come
dati del Sole 24 Ore elaborazioni che in realtà sono
dell'Ordine dei notai, sulla cui imparzialità,
permettetemi, è lecito avere più di un dubbio (mai
chiedere all'oste se il suo vino è buono, e,
soprattutto, se lo paghiamo il giusto...). Bah, meno
male che questi qui sarebbero i garanti della certezza del
diritto.... E poi, Sal, Antonella ha ragione. Ma se
siete così bravi e così economici, perchè starnazzate
così tanto ogni volta che si parla di mettervi in
concorrenza con Avvocati e Commercialisti? Se è vero che
costate così poco non dovreste avere nulla da
temere....
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Antonella 24 giugno 2008 0:00
Bersanotto caro, visto che secondo lei io non so di cosa
parlo, mi illumini. Mi dice che tipo di controlli fa prima
di procedere con una cessione di quote? Quanto ai dati
pubblicati dal sole 24 ore, ci ho tenuto a smascherare la
malafede di sal, che voleva far passare una elaborazione del
consiglio nazionale del notariato come numeri provenienti da
una fonte imparaziale. Il sole 24 ore di oggi, per esemspio,
ha pubblicato un'intervista al presidente del consiglio
nazionale dei dottori commercialisti che critica quei dati e
la reazione del notariato al disegno di legge: sarei
corretta secondo lei se dicessi che il sole 24 ore ha
criticato la presa di posizione del cnn?
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bersanotto 24 giugno 2008 0:00
Antonella (che ostinatamente non ci vuol dire che mestiere
fa, rivelando dunque la sua malafede), dixit:
Forse la mia e' una visione un po' troppo positiva
sulle capacità di avvocati e commerciliasti, ma sono
fermamente convinta che questi professionisti siano in grado
di portare a compimento sia le cessioni immobiliari sia le
cessioni di quote societarie. Sono procedure
standardizzate." Non ho altro da aggiungere.
Lei non ha idea di che cosa sta parlando. Presunzione di
sapere tutto, disprezzo del lavoro altrui, supponenza. Un
po' di umiltà non Le guasterebbe. "i
dati da lei postati, che Il sole 24 ore ha pubblicato
insieme ad un'intervista a Paolo Piccoli, non sono il
frutto di una ricerca della testata ma di una elaborazione
del Consiglio nazionale del Notariato". Lei
stia in tema. Provi a smentire quei dati, se ci riesce.
Provi. La perla di ieri di un ragioniere
commercialista: "Dottore, ma in assemblea il socio
deve proprio esserci ? Non possiamo fargli una telefonata
?".
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maurizio 24 giugno 2008 0:00
per Massimo Mi deve perdonare: ma cosa intende
che non posso liberamente decidere per la sfera giuridica
altrui? Prova a fare due esempi e poi lei mi
chiarisce. Compro un immobile - io sono
l'acquirente. Corro tutti i rischi del caso. Sono adulto
e vaccinato. Mi vuole spiegare quali diritti altrui
ledo? Inoltre: costituisco una SRL con un mio
amico. Quali sono le sfere giuridiche che ledo e a
chi? Grazie
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Antonella 23 giugno 2008 0:00
Sal, sal, sal!!! Non le hanno insegnato come si fa la
citazione di una fonte? Perche' non ha detto che i
dati da lei postati, che Il sole 24 ore ha pubblicato
insieme ad un'intervista a Paolo Piccoli, non sono il
frutto di una ricerca della testata ma di una elaborazione
del Consiglio nazionale del Notariato? Eppure la tabella lo
dice chiaramente. E poi, mi scusi, se davvero i notai
sono piu' economici dei commercialisti, non avranno
nulla da temere: gli italiani continueranno a rivolgersi a
loro per cedere le quote di s.r.l.
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Sal 23 giugno 2008 0:00
A proposito di cessioni di quote: COSTI A
CONFRONTO. Importi richiesti in Euro per pratiche
relative alle cessioni di quote di SRL
Trasmissione telematica della pratica al Registro delle
Imprese NOTAI: 62,65 Euro COMMERCIALISTI: 100
Euro AVVOCATI: - Consulenza e atto notarile
su cessione quote da 100mila a 140mila Euro NOTAI:
1.000,00 Euro Consulenza contrattuale su cessione
quote di 100mila Euro COMMERCIALISTI: da 2.100 a 5.200
Euro AVVOCATI: da 3.500 a 8.652 Euro
Consulenza e atto notarile su cessione quote di 5milioni di
Euro NOTAI: 3.000,00 Euro Consulenza
contrattuale su cessione quote di 5milioni di Euro
COMMERCIALISTI: da 20.500 a 72.700 Euro AVVOCATI: da
24.365 a 87.745 Euro Fonte: Sole 24 Ore del
22.06.2008 P.S. Come al solito, i numeri contro
le chiacchiere.
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ugo 23 giugno 2008 0:00
Quelle di Piccoli sono cifre in libertà. Quando si citano
dei dati è buona norma citare anche le fonti, altrimenti si
danno veramente i numeri al lotto. Ma i notai italiani sono
ormai talmente abituati ad essere autoreferenziali da non
ritenere necessario nemmeno più specificare da quale
cilindro da mago tirano fuori i dati. Partono dal
presupposto che qualunque cosa sia detta da un notaio sia
vera di per sè...Quando si dice il delirio di
onnipotenza... Eppure, a pensarci bene, c'era un
esempio molto più vicino a noi che poteva essere fatto.
QUello della Svizzera, paese civilissimo, nel quale, guarda
guarda, l'avvocato può svolgere anche funzioni
notarili, e nel quale, guarda guarda, non c'è concorso
a numero chiuso per poter accedere all'esercizio delle
stesse, ma solo il superamento di un esame di abilitazione.
Ma a citare la Svizzera forse i notai si sarebbero fatti
male da soli, molto male, poichè sarebbe venuto fuori che,
ai fini del bene collettivo, tutta questa esigenza di
limitare il numero dei notai e di separare gli Avvocati dai
notai, tutto sommato, non c'è....
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Antonella 23 giugno 2008 0:00
Forse la mia e' una visione un po' troppo positiva
sulle capacità di avvocati e commerciliasti, ma sono
fermamente convinta che questi professionisti siano in grado
di portare a compimento sia le cessioni immobiliari sia le
cessioni di quote societarie. Sono procedure
standardizzate Sono sconceratata dal
pressapochismo di Piccoli, che solitamente mostra di essere
persona seria e pacata. "La storia dimostra che
ove ci si è affidati alla forma libera e all’inserimento
in un pubblico registro informatico e telematico
mediante firme digitali, i danni hanno avuto una crescita
esponenziale. " Ma che affermazione e'? Sulla
base di quali dati dice addirittura che la storia insegna?
"Per esempio in Canada, nello Stato
dell’Ontario , sono passati dal 6% al 33% in cinque anni,
dopodiché la forma libera è stata annullata."
Una nazione piu' vicina non poteva citarla? Va
be', e quelle percentuali chi le ha calcolate? a che
tipo di pratiche si riferiscono? era prevista
l'iscrzione digitale da parte di un professionista
abilitato?
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Pippo 23 giugno 2008 0:00
Questa storia dell'aumento del contenzioso è un
alibi. Si devono preoccupare i notai dell'aumento
del contenzioso?
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Ugo 23 giugno 2008 0:00
Alessandro, concordo con lei per quel che riguarda il
rischio che, di fronte alla ottusa difesa dello status quo
da parte dei notai, si arrivi ad eliminare ciò che di buono
c'è nella funzione notarile, e cioè la tutela della
certezza del diritto. Ne abbiamo avuto un assaggio
l'anno scorso, quando la proposta dell'on. Lulli è
stata cassata all'ultimo momento. Ma, ancora una volta,
i notai non hanno capito l'avvertimento, e si sono
trincerati dietro la acefala difesa dell'ordinamento
attuale, spalando fango sugli avvocati. Non hanno capito che
certe iniziative nascono non dall'invidia sociale ma
dalla sorda rabbia provocata dalla posizione di estremo ed
iniquo privilegio di cui godono. Non hanno capito che
difendere ottusamente un sistema in cui 55.000.000 italiani
sono tenuti in ostaggio da 5000 notai è un sistema che
porta all'esasperazione chi deve farsi carico dei costi
di mantenimento di sistema basato sul privilegio e
sull'iniquità sociale. Che saremmo poi noi tutti.
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Alessandro81 23 giugno 2008 0:00
Richiamo l'attenzione di tutti sul recente dibattito
circa la cessione di quote societarie. Cosa ne pensate?
Personalmente credo che si passi direttamente da un eccesso
all'altro: da un lato una professione che dovrebbe
essere liberalizzata, dall'altra una materia
liberalizzata... ma senza una professione che la
tuteli!!! Capisco perfettamente che le imprese
debbano abbattere costi, in primis quelli legati a privilegi
di casta, ma il pericolo di derive anarchiche è dietro
l'angolo! Si rischia di rendere il mercato poco
credibile e gli investitori ancor più diffidenti.
Si arriverà all'assurdo di eliminare le competenze
notarili per non liberalizzare la professione! E' già
successo se non erro in Francia con conseguenze negative
(aumento del contenzioso)
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Ugo 22 giugno 2008 0:00
Illuminante intervento, Massimo...E ci potrebbe spiegare, di
grazia, in questo caso specifico, ceh vantaggio darebbe un
notaio rispetto ad altri "intermediari abilitati al
deposito degli atti al registro delle imprese."? E
ci potrebbe spiegare, inoltre, sempre di grazia, per quale
motivo il buon Tremonti dovrebbe nutrire sentimenti di
rivalsa nei confronti dei notai? Che gli hanno fatto? Gli
hano rigato la macchina? Ed a Bersanotto, già che ci
siamo chiedo: allora, l'ha presentata questa denuncia
per diffamazione contro i giornalisti del Sole 24 Ore, del
Mondo, e delle altre testate? Mi pare di capire che al di
là delle accuse di invidia sociale e di rivalsa (chissà
perchè, poi) le argomentazioni a giustificazione
dell'assetto attuale siano inesistenti....Un po'
poco per lasciare tutto così com'è, non vi pare?
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Massimo 20 giugno 2008 0:00
Antonella come non concordare con
l'intervento di Piccoli. La legge Mancino pose fine
a mal costumi da tempo consolidati, ma evidentemente
il sentimento di rivalsa del buon Tremonti e dei suoi
colleghi nei confronti dei Notai è tanto elevato da
giustificare, di nuovo, il ritorno al caos. Lampante
esempio di come anche un buon politico possa cedere sempre
difronte ai sentimenti personali.
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Massimo 20 giugno 2008 0:00
Murizio l'essere libero di compravendere un
immobile senza l'intrevento del Notaio in qualità di
garante super partes non è richiesta liberale bensì
anarchica, ciò dovuto al fatto che la sua scelta ricadrebbe
anche su altri. In sostanza dunque libero di
disporre liberamente di ciò che concerne la sua sfera
giuridica, ma non quella altrui.
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Ugo 20 giugno 2008 0:00
Notaio impoverito, francamente non capisco dove stia la
contraddizione di cui parla lei. La situazione attuale
prevede che i servizi di notariato, resi, non
dimentichiamolo, obbligatori dalla legge, siano erogati da
un numero di professionisti estremamente esiguo, organizzati
in un ordine professionale che è, nei fatti, autoreferente.
Il costo dei servizi è erogato a fronte di un tariffario
definito formalmente dal Ministero della Giustizia, ma
praticamente dai notai stessi. Che questo tariffario sia
definito per tutelare il Cittadino, e per fare in modo che i
costi dei servizi di notariato siano congrui (cioè il più
bassi possibile, a fronte di una prestazione professionale
che deve essere ovviamente ineccepibile e salvaguardando
comunque la professionalità dei notai) è tutto da
dimostrare. Che tale tariffario sia definito a favore dei
notai, è invece dimostrato dalle cifre e dai fatti.
Ora, se in questo sistema che prevede che 55.000.000 di
Italiani siano costretti dalla legge a doversi rivolgere a
5000 notai, i quali stabiliscono in modo autoreferenziale
tariffe e numero dei professionisti, inseriamo altri 5000
professionisti, non possiamo non ottenere un livellamento
dei costi verso il basso ed un aumento della qualità del
servizio. La ragione è semplice: i nuovi 5000 notai, per
convincere i clienti dei notai già “consolidati” a
cambiare, dovranno offrire un servizio migliore ad un costo
più basso. Per tornare all’esempio ripetutamente
proposto, 10000 notai da 100.000 € costano meno ed offrono
un servizio migliore di 5000 notai da 500.000 €. E’
palese, e quindi non sto nemmeno a spiegarlo. Non si
tratta di introdurre una liberalizzazione selvaggia. Ben
vengano tariffe che stabiliscano onorari minimi e massimi
per ogni singola prestazione notarile in modo da tutelare
sia il CIttadino sia la professionalità del notaio. Ma
lasciamo i notai liberi di competere all’interno di quel
range di prezzi, e facciamo in modo che il numero dei notai
sia sufficientemente ampio da introdurre elementi di vera
concorrenza. Senza, per questo, farli morire di fame, ma
facendo in modo che i loro costi siano congrui. Non vedo,
francamente, alcuna contraddizione in tutto ciò. Uno può
essere più o meno d’accordo, e può non esserlo anche in
funzione del proprio personalissimo interesse (ma deve avere
l’onestà intellettuale di ammetterlo, senza tirare in
ballo il bene della collettività come “copertura” di
interessi ben più meschini), ma non mi sembra che questo
approccio sia contraddittorio. A proposito di
contraddizioni, qualche osservazione mi viene spontanea….I
notai sono pubblici ufficiali come i magistrati ed i vigili
urbani, ma a differenza di loro non sono pubblici dipendenti
ed esercitano in libera professione. I notai sono liberi
professionisti come gli avvocati, ma, a differenza di loro,
esercitano in rigidissimo regime di numero chiuso, invece
che in regime aperto in cui si accede alla professione con
Esame di Abilitazione. Sono liberi professionisti come gli
architetti, ma, a differenza di loro, hanno la clientela
garantita dalla legge. Offrono un servizio pubblico come i
medici, ma, a differenza di loro, il numero degli operatori
è rigidamente regolamentato indipendentemente dalle reali
esigenze della collettività. Come vede, se c’è qualche
contraddizione, o perlomeno qualche “anomalia”, è
proprio nel notariato. Lei dice che il notariato è uno
splendido esempio di privatizzazione “ante litteram”.
Ma, vede, le privatizzazioni possono essere fatto a favore
della collettività oppure a favore dell’erogatore del
servizio, oppure trovando un equilibrio tra questi due
ocntrastanti interessi. Nel caso del notariato italiano, è
palese che gli interessi dei notai hanno avuto il
sopravvento su tutto il resto.
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maurizio 20 giugno 2008 0:00
per Sal Non contesto la preparazione dei notai. Non
contesto neppure la loro utilità. Voglio solo affermare un
principio liberale che in Italai non esiste. Devo essere
libero di negoziare un atto (ad esempio societario) senza
l'OBBLIGO della figura come del notaio. Se lo ritengo
utile e/o necessario mi farò assitere altrimenti nulla.
Altre cose non reggono.
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notaio impoverito 19 giugno 2008 0:00
Ugo, senza costi per la collettività non significa a costo
zero. La differenza tra una funzione pubblica
esercitata direttamente dallo stato ed una resa in regime
libero-professionale (vera forma di liberalizzazione
ante-litteram) è proprio questa: la giustizia (così come
la sanità ospedaliera o la scuola) è un servizio a carico
della collettività, il cui costo quindi grava su tutti i
cittadini, su quelli che ne hanno bisogno e su quelli che
non se ne servono (ma lo pagano lo stesso); la funzione
notarile è a carico solo degli utenti, cioè di chi ne ha
bisogno, ed è senza costi per la collettività (che ne
ricava anzi denaro attraverso l'IRPEF dei notai e dei
dipendenti, la tassa archivio, l'imposta di registro,
ipotecaria e catastale, ecc., e servizi, attraverso
l'aggiornamento affidabile dei pubblici registri,
immobiliari e commerciali). Se poi sia preferibile
l'una o l'altra soluzione è discutibile, ma non
solo sulla base del costo della singola prestazione; se
provasse a calcolare il costo, per la collettività, della
singola sentenza o della singola operazione chiururgica
(alla luce del costo dell'intero sistema giudiziario o
sanitario a carico della collettività, fatto non solo degli
stipendi dei giudici e dei medici, ma di quello di tutto il
personale, delle strutture, delle attrezzature, ecc.)
noterebbe che i costi non sono affatto irrilevanti (ed il
servizio, mi consenta, non proprio efficiente: ha idea di
quanto ci voglia per avere una sentenza in un tribunale o
una TAC in una struttura pubblica? Se i miei tempi di
risposta ai clienti fossero solo paragonabili a questi,
dovrei attendere i 65 anni per chiedere la pensione
sociale). Per quanto riguarda, poi, numero chiuso
e concorrenza, mi pare che lei si contraddica: la matematica
non è un'opinione, l'economia in parte sì, ed io
comunque non sono un economista, ma un esame di Economia
Politica qualche anno fa l'ho anche superato. Lei
infatti lamenta che manchi la concorrenza ed auspica una
maggiore offerta di servizi notarili perchè la legge della
domanda e dell'offerta porterebbe ad un abbassamento dei
costi. Ma, mi scusi, la legge della domanda e
dell'offerta opera, appunto, in un sistema di libero
mercato (ossia in un sistema di concorrenza perfetta, che,
tra l'altro, le mie reminiscenze universitarie mi
ricordano che semplicemente NON ESISTE); in un sistema di
tariffe imposte la legge della domanda e dell'offerta
NON OPERA, che gli operatori economici siano uno, due o
centomila. Quanto ai notai austriaci, hanno costi
paragonabili a quelli dei notai italiani, quando svolgono in
pieno la funzione notarile (prevista e regolamentata anche
nel loro ordinamento); se si limitano ad autenticare una
firma, come negli esempi televisivi di cui si è a lungo
parlato anche su questo forum, senza fare accertamenti
preliminari, senza verificare la legalità dell'atto,
senza curarne la conservazione e gli adempimenti successivi,
civilistici e tributari, senza, in pratica, fare nulla di
quello che fa il notaio italiano, quello che prendono è
anche troppo.
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Antonella 19 giugno 2008 0:00
CONSIGLIO NAZIONALE DEL NOTARIATO COMUNICATO STAMPA
Cessioni quote con firma digitale, indebolimento
per la credibilità dei mercati Roma, 18 giugno 2008
– Le cessioni delle quote di srl sottoscritte con la firma
digitale rappresenterebbero un grave passo indietro rispetto
agli obiettivi di controllabilità e tracciabilità dei
trasferimenti delle partecipazioni aziendali perseguito
dalla Legge Mancino del 1993 per reprimere ogni
possibile forma di utilizzazione strumentale dei circuiti
finanziari ed economici per finalità illecite.
“Riaprire alla forma libera”, ha dichiarato Paolo
Piccoli, presidente del Consiglio Nazionale del Notariato,
“renderebbe sostanzialmente anonime le partecipazioni
in srl che incorporano ricchezze rilevantissime. E’
singolare che mentre si rafforzano i controlli in tema
di sicurezza e di trasferimenti patrimoniali, fino alla
confisca dei beni prevista dal recente decreto sulla
sicurezza, si pensi di allargare le maglie in un settore che
riguarda la prevalente attività economica del
Paese. La storia dimostra che ove ci si è affidati
alla forma libera e all’inserimento in un pubblico
registro informatico e telematico mediante firme
digitali, i danni hanno avuto una crescita esponenziale. Per
esempio in Canada, nello Stato dell’Ontario, sono
passati dal 6% al 33% in cinque anni, dopodiché la forma
libera è stata annullata. L’autentica notarile
e la firma digitale hanno in comune soltanto la capacità di
attribuire la provenienza del documento a colui che
risulta titolare della smart card al momento della
sottoscrizione senza neppure garantire l’utilizzo
diretto o personale della stessa in quanto nel secondo caso
nessuno è in grado di controllare l’identità di chi
effettivamente esegue l’operazione. Anzi, diverranno
consistenti i rischi (anche alla luce delle esperienze
americane di identity theft segnalate dall’FBI) di
sottrazione di partecipazioni societarie all’insaputa
del socio. Non solo. Non ci sarebbe più alcun
controllo sulla validità del negozio giuridico, né alcuna
responsabilità del professionista che lo pone in
essere con possibili danni allo Stato, sia in termini di
gettiti erariali e di rispetto degli adempimenti in
materia di antiriciclaggio, e nei confronti degli stessi
cittadini che rischieranno di dover accertare i loro
diritti davanti a un giudice. Infatti, soltanto con l’atto
notarile il registro delle imprese è in grado di
garantire la certezza del negozio giuridico, in tutti gli
altri casi il registro è privo di affidabilità e
chiunque voglia avere certezza della situazione sarà
costretto a indagini costose con margini di opinabilità
in merito all’esito dell’accertamento. I
risparmi ipotizzati sono infine del tutto irreali. In primo
luogo perché i costi notarili non sono quelli
demagogicamente indicati, in secondo luogo perché gli atti
di trasferimento sono meno di 70.000 all’anno (dati
Unioncamere 2007) non 160.000, infine perché non è
ipotizzabile che i professionisti contabili forniscano le
proprie prestazioni gratuitamente”. Da ultimo, sotto il
profilo fiscale, emerge evidente il danno erariale dovuto
alla mancata registrazione del contratto.
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Antonella 19 giugno 2008 0:00
Roma, 19 giu - Non vi sara' piu' l'obbligo
di effettuare la cessione di quote di societa' a
responsabilita' limitata davanti a un notaio. In
opzione, come prescrive un articolo del decreto legge
collegato alla la manovra di finanziaria, ci si potra'
rivolgere ad altri intermediari abilitati al deposito degli
atti al registro delle imprese.
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ugo 19 giugno 2008 0:00
Notaio impoverito, concordo con lei, siamo grandi abbastanza
per non credere alle favole del "costo zero", ed
è proprio per questo che non capisco il tono paternalistico
con cui Sal ci ha propinato la favola del notaio che svolge
funzioni pubbliche (riscossione imposte, e quant'altro)
senza costi per la collettività. Non concordo, invece, sul
fatto che il numero chiuso e la mancanza di concorrenza
siano le condizioni ottimali per tenere bassi i costi del
notariato. Le ripeto l'esempio, molto concreto, che ho
già proposto: 10000 notai da 100.000 € l'uno
offrirebbero un servizio migliore e molto più economico dei
5000 notai da 500.000 € l'uno di oggi. La matematica
non è un'opinione, così come non è una opinione la
legge della domanda e dell'offerta. Se l'offerta di
servizi di notariato è tenuta artificiosamente bassa
tramite il numero chiuso e la domanda è tenuta
artificalmente alta dall'obbligo di legge, la
conseguenza sui prezzi non può che essere un aumento, come
dimostrato dal confronto con i costi dei notai austriaci,
dal quale il notariato italiano esce con le ossa rotte.
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notaio impoverito 18 giugno 2008 0:00
Ugo, dovremmo essere tutti abbastanza grandi da capire che
nulla è "a costo zero" e che il "costo
zero" non esiste (neanche nelle cancellazioni di
ipoteca secondo il decreto Bersani o nelle offerte dei
grandi magazzini). Quando si dice che qualcosa è a
carico dei notai (assicurazione obbligatoria, fondo di
garanzia o altro), mi pare evidente che sia finanziata con
gli introiti dei notai, cioè con i loro onorari (o i notai
dovrebbero lavorare per la gloria?); il loro costo è però
già compreso in quegli onorari che sono stati diffusi anche
in questa discussione, sui quali si applicano le riduzioni
previste dal decreto Bersani (riduzioni che, nonostante
quello che sostiene Antonella, effettivamente si applicano
sui valori indicati nella tabella inviata da Michele), e che
sono (basta fare un confronto con quelli percepiti da altri
professionisti, pure rintracciabili su Internet) niente
affatto trascendentali (e proprio in ragione del numero
chiuso e della mancanza di concorrenza tanto vituperata in
questo forum).
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ugo 18 giugno 2008 0:00
Concordo con Privato Ufficiale. Il senso della sua
osservazione era chiarissimo, ma Sal ha ritenuto
indispensabile intervenire con occhiuta e pedante precisione
a mettere i puntini sulle "i" dimostrando estrema
estrema attenzione per i particolari ma assoluta incapacità
a cogliere il quadro generale. O forse, come al solito, ha
fatto finta di non capire. Quello che emerge è che è
prassi diffusa far passare per prestazioni generosamente
elargite dai notai cose che in realtà sono più che
profumatamente pagate dai Clienti-Cittadini, cioè da noi.
L'assicurazione, la riscossione delle imposte, il
personale, ecc. ecc. Tutte cose che a sentire i notai sono
"a costo zero" ma che in realtà ci ritroviamo
sotto forma di onorario. Cose su cui, tra l'altro, i
notai hanno discrezionalità assoluta, vedi il personale
(non si contano i figli di notai senza arte nè parte che,
in attesa di vincere l'agognato concorso, risultano
formalmente assunti nello studio del padre in modo da
assicurarsi comunque il trattamento previdenziale, sempre a
spese della collettività, of course...) Certo che la
visione dei meccanismi economico che hanno i noati è molto
ma molto particolare...
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Privato sottufficiale 17 giugno 2008 0:00
Sal-timbanco. Chi ci legge non farà fatica ad
individuare chi, tra noi due, non capisce il senso delle
cose. Non mi pare così difficile capire che i
notai alimentano il fondo di garanzia (e pagano i
LLoyd's) con i proventi del loro lavoro (id est con le
parcelle pagate dai clienti). Non insisto con le
spiegazioni, perché il peggior sordo è colui che non vuol
sentire.
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Sal (quello che dice 17 giugno 2008 0:00
Privato, prendiamo atto che non capisce nemmeno le
espressioni linguistiche più elementari (figuriamoci il
nostro sistema giuridico). Ma la voglio aiutare
io passo passo. ..."l'assicurazione
obbligatoria (con i Lloyd's) ED un
fondo di garanzia a tutela dei cittadini ed a carico totale
dei notai". Dunque, è il fondo di garanzia
che TUTELA i cittadini, non l'assicurazione
obbligatoria. Dopo questa piccola, ma per lei
necessaria, spiegazione, ecco l'approfondimento.
"Responsabilità civile per i notai (Dlgs
182/2006 Gu 18.5.2006) Dal 2 giugno saranno più
tutelati i clienti dei notai: viene istituito un fondo di
garanzia a tutela degli utenti per i danni di origine
penale, accertati e non risarcibili da polizze assicurative,
causati da notai nell’esercizio delle loro attività
professionali. Lo prevede il decreto legislativo 4 maggio
2006, n.182. DECRETO LEGISLATIVO 4 maggio 2006,
n.182 Norme in materia di assicurazione per la
responsabilita' civile derivante dall'esercizio
dell'attivita' notarile ed istituzione di un Fondo
di garanzia in attuazione dell'articolo 7, comma 1,
della legge 28 novembre 2005, n. 246. ... Art.
3. Modifiche all'articolo 21 della legge 16
febbraio 1913, n. 89 1. L'articolo 21 della legge 16
febbraio 1913, n. 89, e' sostituito dal seguente:
«Art. 21. 1. Il consiglio nazionale del notariato
istituisce, regolamenta e gestisce, CON SEPARATA
CONTRIBUZIONE OBBLIGATORIA A CARICO DI TUTTI GLI ISCRITTI AL
RUOLO, un Fondo di garanzia per il ristoro dei danni
derivanti da reato commesso dal notaio nell'esercizio
della sua attivita' professionale, NON COPERTI DA
POLIZZE ASSICURATIVE ed accertati ai sensi dell'articolo
22, commi 3 e 4. 2. Le delibere del consiglio
nazionale del notariato di istituzione, modificazione e
regolamentazione del fondo di cui al comma 1, sono approvate
con decreto del Ministero della giustizia. 3. Il
Fondo e' amministrato dal consiglio nazionale del
notariato. 4. Il contributo e' determinato
dal consiglio nazionale del notariato e riscosso secondo le
modalita' di cui all'articolo 21 della legge 27
giugno 1991, n. 220.». La sua, ennesima,
figuraccia.
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ugo 17 giugno 2008 0:00
Sal, grazie per averci fatto apprezzare un'altra
qualità dei notai: il dono della sintesi... Vede, Sal,
il suo panegirico su quanto bello, buono e vantaggioso è il
sistema notarile italiano non aggiunge nulla di nuovo alla
discussione. Lei non fa che ripetere ciò che già sappiamo,
e cioè che il sistema notarile italiano funziona
discretamente bene, esattamente come discretamente bene
funzionano migliaia di altri servizi in Italia, senza che
l'organizzazione che governa tali servizi si basi su
privilegi di feudale memoria. Perchè, tra i fiumi di parole
che lei ha scritto, ad una osservazione si è ben guardato
dal rispondere , osservazione che è poi la base di partenza
di questa discussione. Diecimila notai da centomila Euro
l'uno costerebbero meno e servirebbero meglio la
collettività rispetto ai cinquemila notai da
cinquecentomila euro di oggi. Questo è il punto,
inconfutabile. Ed è il punto contro il quale lei ed i suoi
colleghi state facendo da tempo immemorabile ostruzionismo.
Perchè quell'aumento del numero dei notai segnerebbe la
fine della vostra rendita di posizione, riportando il costo
delle vostre prestazioni a livelli congrui. Finchè sarete
così pochi e così radicalmente annidati nelle pieghe del
sistema,continuerete a godere di una ingiustificata rendita
di posizione. COme segnalato dall'Antitrust, dalla
Comunità Europea, dalal stampa specializzata, e dalle
Associazioni dei COnsumatori. Questo è il punto sul quale
lei non è in grado di rispondere, perchè dovrebbe
ammettere che il bene collettivo, su questo specifico punto,
non c'entra nulla, mentre c'entra la rendita di
posizione di cui godete voi e spesso anche i vostri
famigliari. Il resto sono davvero chiacchere da bar, o, se
preferisce, da Golf Club, che lascio volentieri a lei...
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