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A.Pedone: http://investire.aduc.it
17 ottobre 2003 0:00
Rispondo al commento del sig. Marco del 16 Ottobre 2003.
Se non ho frainteso il messaggio, il sig. Marco mi chiede di conoscere la mia formazione professionale dicendo anche di avermela richiesta per posta. Francamente non ricordo il messaggio e non ho motivo di dubitare che lo abbia fatto, mi sforzo di rispondere alle centinaia di messaggi che ricevo, a volte fisicamente non ce la faccio a rispondere a tutte le email e preferisco dare la precedenza alle richieste di aiuto dei risparmiatori che ad altre questioni, magari personali. Al fine di non apparire evasivo, cerchero’ di illustrare brevemente il mio percorso professionale in questo intervento. Qualora avessi frainteso il senso della domanda ed invece la richiesta era indirizzata a qualcun'altro, mi scuso in anticipo con il sig. Marco e con tutti i lettori. Non trovo ne’ elegante ne’ professionale parlare pubblicamente della propria persona.

Dunque, come ho gia' illustrato nell'articolo parzialmente citato dal Sig. Marco, in Italia non esistono percorsi formativi completi dedicati alla formazione di nuovi pianificatori finanziari. Qualcosa, negli ultimi anni, si e' visto, ma si tratta di corsi piuttosto brevi. Ad esempio il Master in Financial Planning fatto dall'Universita' di Siena puo' essere considerato probabilmente la punta di diamante in Italia per questo tipo di formazione. Io ho partecipato (con una tesina sul “Mercato efficiente e gestione indicizzata: ripercussioni sull’attivita’ di promotore finanziario”, con il prof. Franco Caparrelli come relatore scientifico, chi fosse interessato puo’ leggerla all’indirizzo: http://www.alessandropedone.it/TesiSiena.pdf ) nell'edizione 2001 e posso testimoniare che si tratta di un corso serio ma troppo breve per formare dei veri professionisti.
Alcune associazioni di categoria, come Assoconsulenza o AssoCPA fanno corsi di formazione per i propri associati. Ho da prima frequentato quello di Assoconsulenza e successivamente ho fatto in piu’ occasioni attivita’ di docenza al loro “Master per Consulenti Finanziari Indipendenti” proprio in “Pianificazione Finanziaria ed Asset Allocation”.
La mia formazione professionale in materia di pianificazione finanziaria deriva essenzialmente da studi individuali svolti negli Stati Uniti dove ho vissuto per un breve periodo ed ho conosciuto la figura professionale del Financial Planner.
Sono associato alla Financial Planning Association ( www.fpanet.org) e devo dire che il loro supporto e’ veramente importante per l’aggiornamento professionale.
Naturalmente ho sostenuto e superato l’esame di promotore finanziario e sono anche iscritto all’albo (naturalmente senza avere nessun mandato da nessuna societa’ e quindi senza operare), ma questo non lo ritengo in nessun modo collegato con la mia attivita’ professionale. Lo dico in questa sede visto che in precedenza gia’ qualcuno (in questo forum ed in altri forum in giro per la rete a seguito di alcuni miei interventi ripresi, ad esempio, su WallStreetItalia) mi ha consigliato “prima di parlare” di superare tale esame :)
Non so se questo e’ sufficiente a soddisfare la curiosita’ del sig. Marco, spero di si’. Ad ogni modo e’ tutto quello che penso di dover dire riguardo alla mia persona, non credo che sia giusto occupare questo spazio per questioni personali e quindi questo e’ il primo e l’unico intervento su questo argomento che faro’ sul questo forum. Sul sito Aduc - Investire Informato, in fondo alla prima pagina c’e’ una mia mini-biografia (http://www.investire.aduc.it/templates/curricul um.html?n=1) e credo che contenga tutte le informazioni che permettono ai lettori di farsi un giusto quadro sul responsabile del sito.
Infine, vorrei precisare che il mio intento non e’ quello di denigrare i promotori finanziari.
Io ritengo semplicemente che sia profondamente contrario agli interessi dei risparmiatori farsi consigliare da persone che hanno un diretto interesse personale nelle scelte sulle quali consigliano.
Ritengo inoltre che, poiche’ i promotori finanziari guadagnano grazie alla loro attivita’ di vendita e non a quella di consulenza, e’ normale che le loro competenze si concentrino nelle capacita’ di vendita piuttosto che in quelle tecniche.
Chiunque e’ (o e’ stato) un promotore finanziario sa benissimo che dicendo queste cose sto semplicemente dicendo che “il re e’ nudo”, non ho nessuna intenzione polemica nel fare queste constatazioni.
Dal momento che scrivo su alcune riviste di settore come “Investimenti Finanziari” (http://www.investimentifinanziari.it) su questi temi, ricevo quasi ogni giorno mail di promotori finanziari che sono stanchi di questo sistema e che vorrebbero intraprendere l’attivita’ di consulente indipendente. Molti di questi non hanno il coraggio o non possono farlo per molte ragioni, ma tutti sono assolutamente stufi di pressioni per l’attivita’ di vendita, budget su prodotti assurdi come strutturati, polizze di vario tipo, PAC costosissimi, ecc.
Non si tratta di denigrare i promotori finanziari come persone, credo che si tratti di dire con forza che il sistema finanziario (che comprende in parte in minima parte i promotori finanziari, ed in massima parte le banche) e’ strutturato per mungere i risparmiatori e che e’ giusto che nasca una libera professione che metta in condizione gli investitori di tutelare realmente i loro risparmi.
fabio
17 ottobre 2003 0:00
x Bernardo
premesso che non capisco il motivo per cui lei debba sentirsi in dovere di assumere le parti della difesa, visto che non c è nessuna accusa, la mia sembra una richiesta più che legittima e le spiego perche'.
Io sono un riparmiatore e seguendo proprio il consiglio dello stesso P. mi chiedo che tipo di studi debba aver fatto chi si fregi della qualifica di consulente indipendente, è sufficente far parte di una associazione che per quanto stimabile non ha, credo, dei paletti all'ingresso sulla cultura finanziari.
Mi spiego forse meglio con un esempio, se vado da un medico so per certo che nella peggiore delle ipotesi ha almeno una laurea in medicina quindi ha approfondito la materia per 5 anni, poi se è uno specialista, ulteriori 2/3 anni.
Idem se devo ricorrere ad un commercialista.
Se mi avvalgo di un promotore fin. so che ha sostenuto un esame per essere iscritto ad un albo che ha valenza "pubblica" e quindi soggetto a dei vincoli e controlli da parte da soggetti statali. Non entriamo nel merito dei casi di lauree in medicina comprate e difficoltà dell'esame suddetto altrimenti si farebbe lungo il discorso.
Allora mi chiedo che titoli ha il consulente indipendente per avere la mia fiducia? ha una laurea in economia? è un'autodidatta e se si che tipo di studi ha fatto e per quanto tempo, a me sembrano domande piu che lecite.
Concludo dicendo che anche per fare l'informatore del farmaco che è una mera attività di vendita necessita una laurea, allora mi chiedo è mai possibile che il ns legislatore si preoccupi di inquadrare chi fa porta a porta di farmaci, ed io, in mancanza del legislatore stesso (scandaloso), non debba preoccuparmi di chi gestisce i mie sudati risparmi??
Un saluto
Bernardo
17 ottobre 2003 0:00
x marco
(in italia esiste già una scuola x consulenti indipendenti)
caro Marco, Pedone nella homepage di questo sito fornisce già le informazioni (basta cliccare in fondo e si apre una popup).
Comunque penso che questi interventi vogliano solo alimentare polemiche inutili: andiamo alla sostanza, valutiamo ciò che dice, interveniamo costruttivamente sul sito! Penso che i promotori debbano solo essere riconoscenti a Pedone, dato che finalmente c'è qualcuno che dà loro uno spazio per parlare...

x Fabio
sono convinto che carlo, nonostante le mazzate prese dai suoi parenti, sia ancora sicuro che pagare la consulenza sia inutile... forse quando il suo capitale sarà arrivato a zero, allora potrà pensare che sarebbe stato meglio pagare un consulente.
ciao
marco
16 ottobre 2003 0:00
da un articolo del Sig. Pedone del 14/4/2003...."Allo stato attuale, e’ consigliabile fare molte domande al consulente prima di sceglierne uno che fa al proprio caso. E’ necessario informarsi affondo sul tipo di prestazione professionale che e’ in grado di svolgere e sul costo della stessa. E’ importante chiedere anche informazioni sulla sua formazione professionale. Da dove viene la preparazione professionale che dice di avere? In Italia, non esistono scuole che formano consulenti finanziari o pianificatori finanziari...."
Non capisco come chi dopo aver denigrato a lungo in vari interventi i pf e ritenga cosi importante la formazione dei "professionisti della consulenza" non si presenti, in quanto redattore del sito, dando maggiori informazioni di quella di semplice associato.
Ho già fatto richiesta con lettera di conoscere la sua formazione professionale ma non mi è stato risposto.
Al di la dello specifico trovo giusto che chi si erge a paladino della corretta informazione finanziaria ci dia una specifica informazione sulle proprie basi professionali.
Saluto cogliendo l'occasione di appoggiare del tutto la posizione del Sig. Lucenti
Fabio
16 ottobre 2003 0:00
Caro Carlo
da ex promotore ed attuale consulente indipendente (quindi molto critico verso la realtà della promozione finanziaria italiana) non mi sento di condividere la tua opinione tesa a scaricare tutte le colpe sul PF.
Infatti in quel periodo molti clienti mi telefonavano pure di notte per investire in fondi azionari. Certamente il PF è stato poco attento alla situazione economica dei tuoi cari, ma non appena perso il 20% perchè non avete chiuso tutto? Non serve la laurea in economia per leggere un risultato di gestione!!! In realtà uno degli errori tipici degli investitori è scaricare sugli altri i propri errori.
Ultima considerazione, il PF è e resta un venditore, tu o i tuoi parenti, avreste pagato una parcella di circa 800 euro per essere consigliati da un professionista. Ti prego di pensarci senza usare il senno di poi.
La mia domanda nasce dal fatto che la stragrande maggioranza delle persone continua a pensare che pagare la consulenza è inutile visto che le banche ed i PF la erogano GRATIS!!!!!
Senza polemica
Fabio
Giuseppe D'Orta
16 ottobre 2003 0:00
La situazione contrattuale dei tuoi parenti non è favorevole, da quello che riporti. Devi verificare, al di là di cosa sia realmente accaduto e di cosa hanno creduto, se:
1) I tuoi parenti abbiano comunicato i propri dati finanziari (esperienza, obiettivi, ecc.) oppure
2) Abbiano optato, firmando, per la non comunicazione dei dati.
Presumo sia accaduto il caso 2, a loro molto sfavorevole.
Nel caso 1, invece, si potrebbe valutare l'inadeguatezza dell'operazione, che a quel punto andava autorizzata a parte (altra firma): se questa firma c'è, le probabilità di risarcimento sono praticamente nulle, mentre se non c'è si può valutare il da farsi, ma a quel punto bisogna studiare attentamente tutti i documenti in loro possesso.
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Giuseppe D'Orta, consulente Aduc per gli investimenti finanziari.
ginetto
15 ottobre 2003 0:00
caro Carlo,
mi dispiace per i soldi persi dai tuoi parenti, ma è ormai ovvio che affidarsi ad un promotore porta a questo... infatti il pf dovrà pur mangiare... o no? è logico che se ti consigliasse qualcosa di buono sarebbe lui a fare la fame!
ed allora meglio scaricare il problema sui suoi clienti.
non stupirti è la regola (poi ci sono anche le eccezioni).
è inutile fare causa, non sprecare altri soldi.
ciao
Pierluigi
15 ottobre 2003 0:00
Secondo me NO !
Carlo
15 ottobre 2003 0:00
Ormai più di 3 anni or sono, dei miei parenti sono stati diciamo "convinti" a convertire il rimborso di un'assicurazione del tipo "pensione integrativa", durata diversi anni e parecchi sacrifici economici (e parliamo di una liquidità finale di circa 80 milioni delle vecchie lire), in una gestione patrimoniale basata sui fondi della stessa società assicuratrice (ometterò il nome solo per discrezione...), piuttosto nota nel nostro paese (e credo anche all'estero).
Il problema sta nel fatto che i suddetti parenti (moglie e marito) hanno ormai una certa età (oltre 60 anni) e non sono, né mai sono stati, esperti o conoscitori della materia finanziaria, anzi ne sono del tutto alieni, quindi persone facili da convincere, specie per un esperto e furbo promotore finanziario (il loro, quello dell'assicurazione...).
Il suddetto promotore li ha dunque convinti a investire TUTTO il loro sudato patrimonio nella gestione finanziaria Azionaria e quindi AD ALTO RISCHIO!
Lo stesso promotore ha approfittato di un momento storico in cui si era reduci da facili guadagni in borsa/azioni, perché eravamo proprio prima dello scoppio, con conseguente catastrofe finanziaria mondiale, della bolla speculativa della new economy e nessuno avrebbe mai potuto prevedere quello (il disastro) che sarebbe successo di lì a poco. Eravamo quindi sull'orlo del baratro ma nessuno, nonostante i primi avvertimenti, si manifestava pessimista, anzi erano tutti fiduciosi nella veloce ripresa.
Tornando al discorso, i miei parenti (anche loro forse influenzati dalla precedente "meraviglia" del mercato azionario) si sono fatti convincere e il promotore non se l'è fatto ripetere due volte (immagino che maggiore fosse stato il grado di rischio nell'investimento e maggiori sarebbero stati i suoi guadagni in percentuale).
Quello che complica le cose, mio malgrado (non finirò mai di pentirmi per la stupidaggine) è il fatto che ero presente anch'io all'incontro, influenzato e fiducioso anch'io (purtroppo!!!).
La storia seguente la conosciamo (ahinoi!)....
Oggi, dopo una "leggera" ripresa dei mercati, la situazione finaziaria dei miei anziani e pensionati parenti è penosa, in quanto dell'investimento iniziale rimangono forse i 2/3, se non la metà: e loro contavano praticamente SOLO su quei soldi per la loro vecchiaia!
Ora, da quello che ho saputo informandomi, sembrerebbe (da contratto e da regolamento) che i promotori finanziari DEVONO necessariamente accertare lo stato della situazione finanziaria dei clienti e il loro grado di propensione al rischio SEMPRE prima di proporre investimenti, soprattutto se questi sono ad alto rischio.
Ebbene, ciò non è stato ASSOLUTAMENTE fatto dal nostro promotore, il quale non si è preoccupato minimamente di accertare quanto detto, altrimenti avrebbe capito che quelli erano giu unici fondi su cui contavano due "poveri" anziani per la loro vecchiaia, che non avevano NESSUNA esperienza in materia finanziaria e quindi NESSUNA propensione al rischio.
Controllando poi sul contratto originale ho verificato che esiste una clausola (ovviamente scritta in caratteri microscopici) che esprime tacitamente l'accettazione da parte del cliente dell'operato del consulente e di aver subito (più o meno) la valutazione del proprio grado di propensione al rischio e conoscenza degli strumenti finanziari (come già detto cosa non avvenuta).
A me viene ora tanta voglia di denunciare e far causa sia all'assicurazione che al consulente finanziario (che forse non pensava di fare un truffa ma certamente non si è preoccupato di appurare le condizioni del suo cliente).
Ho ragione oppure no?
C.
antonio lucenti
6 ottobre 2003 0:00
Egregi, tutti voi che leggete,
mi dispiace di non aver avuto le contestazioni puntuali, che avevo richiesto nella mia ultima.
La perdita di sensazionalità probabilmente ha fatto perdere l'interesse: mi dispiace per Albi, che ringrazio per l'attenzione, ahimè insoddisfatta.
E mi dispiace anche un po' vedere come il menar fendenti alla cieca sia più apprezzato di quanto lo sia un discorso pacato e lineare.
Mi auguro che non si chiuda qui l'argomento, perchè ci sono molte cose da dire.
Spesso, quelle fondamentali sono trattate con sufficienza e rimangono confuse nella mente dei risparmiatori, proprio perchè date per scontate.
Con cordialità e disponibilità, saluto tutti Antonio Lucenti
Edoardo Grigione
22 settembre 2003 0:00
Ho letto il dossier di Plus ( Il sole24ore) come consigliato dall'ultimo post.
Devo dire che fa piacere che professionisti della promozione finanziaria si siamo messi in proprio nella consulenza indipendente e abbiamo avuto successo.
Serbo ancora qualche dubbio su figure come quella dell'ex amministratore delegato di una nota Sim fallita, che fino ad ieri faceva della promozione e delle polizze assicurative il suo cavallo di battaglia....
Ad ogni modo riconosco (e non posso che condividere) l'impegno diretto (ha il 36% delle azioni) e mi auguro che tutto venga fatto nel rispetto della professionalità e del risparmiatore.....
Mi farebbe piacere avere commenti da parte di chi ha letto il dossier...
Saluti,
Edoardo Grigione
CFI
rassegna stampa
20 settembre 2003 0:00
interessante l'inchiesta apparsa su "Plus" del Sole24ore di oggi sulla consulenza indipendente.
Albi
18 settembre 2003 0:00
Attendendo una risposta seria alla lettera di Antonio Lucenti, vi invio un link molto divertente... Saluti... http://62.210.133.45/bahianese.htm
antonio lucenti
17 settembre 2003 0:00
Ho visto che non è stata pubblicata la mia richiesta di chiarimenti, forse avevo sbagliato il luogo di invio.
Allora ricopio qui, lettera e richiesta di chiarimenti.
Penso che la risposta sarà utile a tutti i lettori.
Mi aspetto commenti, da chiunque.
Cordialità

Gentile signor Lucenti, > pubblichiamo la sua lettera come tutte quelle che ci arrivano. > Non siamo d'accordo su quasi nessuna delle cose che scrive e non vediamo proprio come, in questo caso, il Sole 24 ore e Marco Liera possa essere criticato per aver detto la semplice verita'. > Il cuore del problema e' il fatto che la gestione attiva, specialmente per come e' fatta in Italia, e' una presa in giro per i risparmiatori, e le GPF sono quindi una doppia presa in giro.
> Questo e' il cuore del problema. Si veda, a questo proposito, questo articolo: http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=65941
> > Cordiali saluti.
> > http://www.aduc.it

Egregio,
Marco Liera non è l'autore dell'articolo, ma solo il destinatario delle mie precisazioni.
Ho contestato le generalizzazioni che Beltratti ha scritto, punto per punto, entrando nel merito con precisione.
Lei non è d'accordo per partito preso, o ha contestazioni da fare sulle mie precisazioni?
Cortesemente lei contesti punto per punto le mie spiegazioni: allora saremo sullo stesso piano.
Contesti il resoconto che, per legge, la gestione rende all'investitore. Dica dove è carente o nebuloso. Anche ai suoi lettori.
E anche le altre considerazioni.
Non è informazione corretta calare dall'alto le proprie convinzioni con dichiarazioni generiche e senza sostenerle con prove reali ed elementi tecnici.
Nel suo articolo ( mmagino suo) relativo a Sharp e ai suoi studi, le cui conclusioni io prendo per buone per fede, e non per conoscenza, lei dimentica che si tratta di statistiche e che se la media degli italiani mangia un pollo al giorno, mio fratello non ne ha mai mangiati in 50 anni.
Inoltre lei sa benissimo, e mi pare che lo rimproveri ai gestori, che con i numeri si può dimostrare tutto, e chi fa le statistiche lo sa anche meglio.
Allora quali saranno le conclusioni corrette? Quelle che piacciono di più, è ovvio e normale che nel marasma informativo ognuno scelga ciò che meglio si adatta alle proprie credenze.
Se lei dicesse che molte GPM sono gestite con criteri meccanici, da programmi computerizzati ( come d'altra parte i fondi più grossi), lei avrebbe ragione, è un fatto.
Ma che Beltratti o lei o chiunque altro criminalizzi una intera categoria di professionisti, bollandoli come ciarlatani o peggio disonesti nella loro attività, non è corretto moralmente, oltre a non essere vero.
Investire vuol dire impegnare il proprio denaro in una attività nella quale si vede la possibilità di incrementare il proprio patrimonio.
Non la certezza.
Troppi risparmiatori si accostano alla borsa come ad una tombola, con la speranza che il loro numero venga estratto.
Una attività richiede tempo per essere produttiva, ha momenti di crisi e momenti di attività frenetica, richiede impegno di risorse, di tempo, di informazione, di adeguamenti e rinnovamenti.
Se una persona qualunque, decidesse di aprire una attività, trattando una merceologia sconosciuta, senza conoscerne le caratteristiche intrinseche, nè il mercato, senza avere informazioni sull'amministrazione, le leggi sul lavoro e la sicurezza e la fiscalità, e pretendesse, continuando ad ignorare tutto ciò, di condurre in proprio e di trarre utile da questa attività, sarebbe considerato perlomeno sciocco.
Ma se la stessa persona si avvalesse di uno specialista nella merceologia, di un ragionire per i conti, di un commercialista per le tasse, eccetera, il discorso cambierebbe, e nascerebbe una azienda.
Perchè questa realtà dovrebbe essere rovesciata per chi investe solo denaro?
Se l'investitore avrà la costanza e la volontà di impegnarsi a capire, imparare, aggiornarsi, allora sarà ottimo consulente di sè stesso.
Ma altrimenti, dovrà necessariamente scegliere chi, per lui, faccia queste cose.
Quanti, secondo lei, sono in grado di scegliere una buona obbligazione?
Quanti hanno voglia di ricercare informazioni e di fare paragoni sugli strumenti finanziari?
Gli stessi che per comperare la miglior lavatrice al miglior prezzo girano un mese per negozi, vanno in banca e dicono, ad un impiegato qualunque, "faccia lei"
E nella marea di professionisti che tutti i giorni ci aiutano, più o meno bene, assieme a medici ,tranvieri, avvocati, poliziotti, idraulici, pizzaioli, geometri, scuoleguida e quanti altri , ci sono anche i professionisti del risparmio: gestori, promotori, consulenti. Buoni e cattivi anche loro. Come gli altri.
E non sono indovini, come non lo sono gli avvocati e i medici, dai quali non si può pretendere il risultato, ma l'impegno ad usare la competenza nel modo migliore.
Io sono un promotore finanziario, le posso assicurare,( e presentare personalmente) che c'è chi fa gestione con competenza e attenzione per il cliente.
Fare di tutte le erbe un fascio e sensazionalizzare gli argomenti è cronaca, e non opera di informazione, al contrario. Le critiche devono essere produttive e propositive, altrimenti sono vuota polemica.
Io sono nato investitore e divenuto successivamente professionale.
Sono estremamente critico nei confronti dell'ambito finanziario, e mi meraviglio che certe storture, veramente deformanti, come quella che ho denunciato nell'altro articolo che avete pubblicato, non trovino vero interesse.
Quando vorrà parlare di questi problemi, lei troverà in me un interlocutore attento ed oggettivo.
Le sarò grato se vorrà pubblicare anche questa mia risposta. Cordialmente le auguro buon lavoro
Antonio Lucenti

Mancherò da Milano fino alla fine del mese, solo al ritorno potrò leggerla di nuovo.
antonio lucenti
17 settembre 2003 0:00
per france:
"parole sacrosante" si diceva una volta.
E quando si parla di calcio, può essere legittimo fare il tifo, e sparare qualche ca..nnonata.
Quando si parla di cose serie, bisogna abbassare la voce e collegare il cervello.
Molti trattano le due cose sullo stesso livello:
approssimativamente e visceralmente.
saluti cordiali
antonio lucenti
16 settembre 2003 0:00
Amatissimi cip&ciop (ma siete in due davvero?)
io non ho avuto neppure una parola di critica nei confronti della categoria dei consulenti.
Ma sono stato aggredito dal Grigione con accuse pesanti alla mia categoria.
La mia intenzione era di chiarire, la sua di colpire e denigrare. Non voglio essere messo sullo stesso suo piano.
E aspetto ancora le sue scuse.
Grazie ad ogni modo, Cip&Ciop, una noce a voi (a testa...)
cip & ciop
16 settembre 2003 0:00
x lucenti e grigione
vi proponiamo di non litigare più...!!!
caro lucenti, non essere così integralista circa l'utilizzo delle parole; è ovvio che non tutti i pf siano disonesti come è logico che non tutti i consulenti indipendenti siano onesti. Naturalmente ci sono tantissimi promotori ed è quindi molto + facile trovare molti "magliari" (è comunque evidente che la maggioranza dei pf operano, spesso loro malgrado, come dei veri e propri piazzisti). I consulenti indipendenti sono talmente pochi... è difficile trovare chi ha fatto malversazioni...

caro grigione, non ci è sfuggito che quando dici "riporto testualmente...", fai il copia e incolla di un sito che però non citi.
Al di là di questo, volevamo segnalarti che in GB tanti consulenti sono molto furbetti... dicono di essere indipendenti, ma appena possono riempiono i propri clienti di obbrobriose unit linked che, ormai è risaputo, sono delle indecenze. Tra l'altro, abbiamo visto che ultimamente anche in Italia ci sono personaggi che si autodichiarano consulenti indipendenti ma che appioppano unit linked... (poveri clienti).
quindi, occhio alla scelta: pf o cfi? a voi la sentenza
Edoardo Grigione
16 settembre 2003 0:00
Cari cip & ciop,
premesso che amo discutere con chi si firma con nome e cognome, ma se volete mantenere l'anonimato......
Io non ho citato le fonti perchè questi dati sono riportati su diversi siti e non solo su quello che credo intendete voi... e poi non voglio publicizzare nessuno.
E' sicuramente vero quello che sostenete sulle polizze infatti sarebbe corretto che qualcuno diffidasse di utilizzare l'appellativo indipendente vendendo prodotti di quel tipo...... ma si sa che tutto non è possibile!!!
Ad ogni modo credo che un sano e civile "scontro" di opinioni non può che fare chiarezza e vada a vantaggio del risparmiatore che sarà libero di scegliere quello che meglio crede. Penso che sia d'accordo anche il Sig. Lucenti contro il quale non ho assolutamente nulla e che saluto.
Edoardo Grigione
CFI
France
16 settembre 2003 0:00
credo che l'italiano medio dedichi al calcio circa 5 o 6 ore la settimana (mediamente).
Se ne dedicasse almeno la metà ad informarsi sui propri investimenti, su chi, come e perchè li gestisce, sarebbe + contento avendone migliori risultati. Probabilmente tanti tromboni cesserebbero di suonare, ci sarebbero meno lacrime ed irrazionalità di intenti, comportamenti e risultati.
ciao
F.
antonio lucenti
16 settembre 2003 0:00
per cip & ciop, e tutti gli uomini di buona volontà: non c'è bisogno di scegliere tra pf e cfi.
Visto che diverse sono le competenze, e mi pare di aver capito che i cfi diano consigli sull'asset, cioè sul piano, i cfi possono fare il piano, e i pf possono, istituzionalmente, riempirlo di contenuti.
Certo che così si diluiscono le responsabilità....
Un'altra noce.. di simpatia
Edoardo Grigione
16 settembre 2003 0:00
Che dire, credo sia meglio continuare questa discussione con DATI CONCRETI E NUMERI REALI.
Credo che le persone oggi siano interessate a ricevere professionalità e competenza sia che venga da un promofin oppure da un consulente indipendente.
Io per la mia carriera ho scelto la seconda perchè credo che dia CONCRETE possibilità DI REALIZZARE QUANTO SOPRA SCRITTO e perchè credo che se ci si guarda intorno (vedi paesi finanziariamente più evoluti come Usa e Uk) la figura del promotore è in gran parte sostituita da quella dell'indipendent financial advisor. Riporto testualmente:
"Solo in Inghilterra, dove la consulenza indipendente è una realtà dai primi anni ’50, il numero di promotori, facenti parte di forze di vendita dirette, è sceso da 190.000 unità nel 1991 a 37.000 unità nel 2001.
Di pari passo, è incrementato il numero di consulenti finanziari indipendenti in attività. Oggi si contano circa 36.000 IFA (indipendent Financial Adviser) regolarmente registrati al FSA (Financial Services Authority), con un aumento del 43% negli ultimi 3 anni, oltre a diverse migliaia di professionisti.
Attualmente per mezzo degli IFA transitano le decisioni di investimento di oltre il 54% dei risparmiatori privati(Fonte FSA).
In Italia si può evidenziare uno dei principali fattori chiave che oggi evidenziano la necessità di un'offerta di consulenza indipendente."
Questo per sfatare le accuse di "IDEE POCO CHIARE".
Quindi non mi resta che augurarle buon lavoro!
Edoardo Grigione
CFI
Antonio Lucenti
15 settembre 2003 0:00
"se fosse successo quello che lei sostiene ...omissis...." Grigione, io non sostengo "eventi" ma possibilità, e lei li confonde: si rilegga le mie parole.
Non ho mai venduto un fondo, io lavoro con le gestioni patrimoniali nè una assicurazione, e non faccio il gestore, nè il consulente, ma il promotore, dovrebbe averlo capito.
Sia più cauto nelle sue previsioni, visto che questo dovrebbe essere il suo mestiere.
"..omissis....riportati sui giornali dai disonesti promotori?" si usa per intendere che disonesti promotori (in quanto categoria) e non promotori disonesti (caratteristica individuale) hanno compiuto una azione disonesta.
Le parole servono a spiegare le idee, e le sue parole sono chiare, può darsi che le idee non lo siano altrettanto.
Continuo a pretendere le sue scuse alla categoria, non un indistinto marcia_- indietro parziale.
La sua frase, che inizia con "Son convinto.." purtroppo è inomprensibile, e se le parole riflettono le idee.....peccato per lei, non sarò l'unico a leggerle.
Lei continua ad essere aggressivo senza ragione, io non ho nulla contro i consulenti. Al mondo c'è posto per tutti.
Potrei, semmai ne avessi motivo, raccontare episodi accadutimi personalmente, ma la sua generalizzazione denota mancanza di argomenti.
Continuo a pretendere le sue scuse alla categoria.
Se lei scrive "saluti distinti" deve specificare distinti da chi o da cosa, se scrive distinti saluti, son già distinti da tutti gli altri.
E' più chiaro adesso?
Con malcelata simpatia,
Antonio Lucenti
Edoardo Grigione
11 settembre 2003 0:00
Egregio Sig. Lucenti,
non credo che l'affermazione da lei ripresa nel mio articolo confermi la sua tesi ed il motivo è abbastanza semplice perchè quello che sostiene è "DI FATTO" errato, mi spiego: se fosse successo quello che lei sostiene (riporto testualmente "Strumenti per l'investimento sono sia mobiliari che immobiliari, e la scelta di non investire la può proporre anche un promofin, ad esempio, con un parcheggio in un fondo obbligazionario") oggi non ci sarebbero risparmiatori, "affossati" e "ingessati" nelle loro perdite da fondi azionari o sicav che investono nella new economy!!!
Ora se sono stato troppo aggressivo e si è sentito offeso me ne scuso e sono CERTO che Lei ha consigliato a tutti i suoi clienti di spostarsi in fondi liquidità oppure obbligazionari (decurtando così il suo management fee a un quarto!), perchè se così non è stato, spero che nessuno dei suoi clienti legga questo intervento!
Per quanto riguarda i "buchi" FORSE non mi sono spiegato bene: io non intendevo un consiglio operativo (che peraltro dal promotore non può avvenire in quanto mero venditore di prodotti) ma dalla dazione o dal poassaggio di somme di danaro che nel caso del consulente mai avverrà o molto raramente rispetto ad un promofin.
E poi mi scusi, ma ECCEPIRE sull'italiano la butta nel "limbo" di chi con le parole fa solo opera commerciale, come guardacaso i promotori!!
Sono convinto, anzi SICURO che la maggior parte dei promofin sia professionalmente (ovvero commercialmente) ONESTA ma DI FATTO non siete nella condizione di fare di più, e non è una colpa o un attacco alla categoria, è una scelta!
Quindi che si smetta di "confondere" i risparmiatori, ne andrebbe del beneficio di tutti anche del suo!
Saluti Distinti i distinti saluti??
Edoardo Grigione
CFI
antonio lucenti
11 settembre 2003 0:00
In appendice all'intervento precedente:
Egregi, ritengo utile riaprire per commentare la sua affermazione "Un ultima cosa sul multibrand: è sicuramente una ottima soluzione e credo che possa essere il futuro ma ad oggi le sim che attuano questa scelta hanno dimensioni ancora troppo piccole per competere con i colossi, o perlomeno a dar loro fastidio"
Oggi si trovano "ad ogni angolo di strada" azioni delle più disparate Sicav, distribuite, con maggiore o minore solerzia. E perchè poi le sim minori dovrebbero "dar fastidio" alle più commerciali?
La concorrenza è solo tra fasce omogenee di fornitura. Solo gli struzzi non lo sanno.
Come nelle altre attività, ci sono fasce di utenza che vogliono la propria fascia di fornitori. Chi vuole un gioiello importante lo cercherà da un gioielliere importante, chi vuole una catenina da poco per la caviglia, cercherà altrove.
E mai viceversa.
cordialmente
Antonio Lucenti promofin
antonio lucenti
11 settembre 2003 0:00
Egregio,
se l'ovvio è ovvio, evitiamo le criminalizzazioni e le generalizzazioni, sulle quali si è basato lo scontro fin qui. Io ho evitato di esprimere giudizi su una categoria, perchè lo ritengo un esercizio insensato.
Ho proposto dati oggettivi.
Riporto un periodo, del suo intervento, e commento alla fine. "Credo che non sia necessario dover per forza reperire un prodotto del risparmio gestito per fornire una REALE PIANIFICAZIONE FINANZIARIA, a volte è sufficiente non investire affatto, oppure consigliare un investimento alternativo (parlo di immobili, obbligazioni a rating elevato o large corporates). Interessanti gli hedge funds ma difficile reperire informazioni per fornirvi consulenza"
Con questo lei non toglie nulla alla mia affermazione "che la sua capacità di reperire il miglior strumento in assoluto, è puramente teorica." Anzi, la conferma.
Strumenti per l'investimento sono sia mobiliari che immobiliari, e la scelta di non investire la può proporre anche un promofin, ad esempio, con un parcheggio in un fondo obbligazionario. Non vedo differenze sostanziali tra le proposte che la competenza di un promotore e quella di un consulente possano fornire.
Che poi il consulente sia in grado di dar consigli e quindi esperto,in un unica persona, di successioni, di tasse, di argenti e tappeti, di finanza, di immobiliare urbano e rurale, eccetera, mi sembra una posizione diderottiana, un po' troppo enciclopedica, per i nostri giorni.
Quanto ai buchi patrimoniali, un consiglio scorretto, che venga da un promotore o da un consulente, avrà il suo effetto dannoso, indipendentemente dalla paternità.
E nel nostro campo, i tempi per i consuntivi, di solito, non sono misurabili in mesi....
Se ci si riferisce invece agli episodi da codice penale, anche i geometri sono, talvolta, uxoricidi.
I consulenti, invece.........?
L'uso della sintassi "disonesti promotori" invece che "promotori disonesti" è un errore di lingua o una espressione suggestiva e scorretta moralmente. O LEI DICHIARA DI NON CONOSCERE L'ITALIANO O LEI CHIEDE SCUSA A TUTTI I PROMOTORI ONESTI.
Sia meno aggressivo, e meno subdolo, non sarà così che appoggerà la sua categoria.
Antonio Lucenti promotore finanziario
Edoardo Grigione
9 settembre 2003 0:00
Volevo rispondere al Sig. Antonio Lucenti in merito a quello che ha postato oggi.
Sicuramente una regolamentazione del consulente indipendente è necessaria in modo da non poter essere una volta per tutte oggetto da parte dei PROMOTORI come "ultimo appiglio" per difendere la categoria.
Ma provocazioni a parte cito testualmente dove non concordo "Se è vero, come è vero, che il consulente non è legato a nessuna ditta, è vero anche che la sua capacità di reperire il miglior strumento in assoluto, è puramente teorica."
Credo che non sia necessario dover per forza reperire un prodotto del risparmio gestito per fornire una REALE PIANIFICAZIONE FINANZIARIA, a volte è sufficiente non investire affatto, oppure consigliare un investimento alternativo (parlo di immobili, obbligazioni a rating elevato o large corporates). Interessanti gli hedge funds ma difficile reperire informazioni per fornirvi consulenza.
Che poi di incapaci imbroglioni e disonesti esistano questo lo sappiamo tutti (credo che sia inutile e poco costruttivo sottolineare l'ovvio) ma vorrei chiederle come fa un consulente (quindi da solo consigli e non detiene ne assegni ne liquidtà) a creare dei "buchi" sui patrimoni dei sui clienti, fatti invece accaduti e riportati sui giornali dai disonesti promotori?
Un ultima cosa sul multibrand: è sicuramente una ottima soluzione e credo che possa essere il futuro ma ad oggi le sim che attuano questa scelta hanno dimensioni ancora troppo piccole per competere con i colossi, o perlomeno a dar loro fastidio.
Ad ogni modo, la società che ho fondato ha proprio investito in una di queste, un piccolo contributo affinchè le cose cambino e l'ovvio prenda il posto alla professionalità, spero VIVAMENTE all'interno di un albo!
Distinti Saluti,
Edoardo Grigione (CFI)
antonio lucenti
9 settembre 2003 0:00
Buongiorno a tutti, anche a quelli che ce l'hanno con i promotori finanziari. Sono un promofin, e ho letto gli utimi interventi sul forum.
Vorrei fornire anche la mia visione: spero di non arrivare troppo tardi, e di non essere l'ultimo promotore rimasto.
Premetto che il pf è l'unico soggetto abilitato per legge a seguito di un esame, ed autorizzato a seguito dell'iscrizione all'apposito albo, a portare fuori dalle "mura" della sede dell'intermediario la proposta di investimento.
E' soggetto ad un codice deontologico professionale e ne risponde alla Consob.
Il p.f. si deve presentare con un attestato dell'i. che ne certifica la qualifica ufficiale: una specie di patente.
Il consulente indipendente non risponde a nessuno di questi requisiti.
Il pf è tenuto ad operare, per legge, in regime di monomandato. Il consulente indipendente può fare quel che vuole, con chi e come vuole; come limite ha di non poter sottoporre un contratto di d'investimento al cliente.
Le 2 figure hanno poco in comune, e solo la confusione creata dai media, e dalla propaganda, li accomuna.
Figure indistinte, come financial advisor, financial consultant(chissà perchè in inglese e non in italiano...) ed altre, servono a mascherare la qualifica di pf, che a molti sembra troppo casalinga.
Se è vero, come è vero, che il pf vende la merce della propria ditta, è vero anche che i prodotti finanziari multimarca a disposizione del pf, per la maggior parte degli i. riducono il monomandato a poca cosa.
Se è vero, come è vero, che il consulente non è legato a nessuna ditta, è vero anche che la sua capacità di reperire il miglior strumento in assoluto, è puramente teorica.
In realtà tutti e 2 hanno accesso alle stesse informazioni. Incapaci, imbroglioni, superficiali, disonesti, saranno in tutte e 2 le categorie.
Ma oggi, una categoria è sotto controllo, l'altra no.
Perchè la professionalità di un ci dovrebbe essere tout court più profonda di quella di un pf, se ci sono corsi che consegnano diplomi, a seguito di corsi di 3 giorni: successioni, fiscalità, mercati internazionali, strumenti derivati, mercati emergenti, oggetti d'arte, assicurazioni varie, ecc tutto in 3 giorni. Per favore, non scherziamo.
Come nel caso dell'idraulico, del medico, della pasta, dell'avvocato, dell'automobile, della caffettiera, del commercialista, del trapano, della moglie o del marito, ecc, sarà l'utente interessato che dovrà provvedere a scegliere il soggetto giusto e funzionante: non ci sono nè ci saranno mai scorciatoie.
Antonio Lucenti
Pierluigi
5 settembre 2003 0:00
Quattro mesi di rialzi sui mercati e fine delle polemiche questa è la razionalità degli investitori italiani, Le faccio i miei migliori auguri per la sua professione sig. Pedone.
Fabio
1 settembre 2003 0:00
Rispondo a Giovanna,
non ti ho risposto prima perchè non ho letto l'articolo di MF al quale ti riferisci. Comunque mi sembra che l'autore non abbia le idee chiare (o non le vuole avere considerato l'editore di MF), infatti gli ETF fisiologicamente non possono avere gli stessi costi dei prodotti di risparmio gestito, non fosse altro perchè non pagano stipendi a quei "geni" della finanza dei gestori dei fondi italiani lautamente pagati per non discostarsi dal benchmark!!!!
Facci sapere su quale analisi si basava l'articolista.
Cordiali Saluti
Claudio
1 settembre 2003 0:00
Vorrei provare a rispondere a Giovanna, al suo quesito relativo agli ETF. Se su un autorevole quotidiano finanziario si è scritto un articolo denigrando le qualità dell'ETF in merito ai costi eccessivi, beh a questo punto io eviterei in futuro di acquistare ulteriori numeri di quel giornale, poichè scrive il falso. Contrariamente ai fondi d'investimento e alle gestioni patrimoniali, costosissime e ormai prive di ogni senso, l'ETF invece mantiene dei costi annuali compresi tra lo 0.3% e l'1%; sono fondi passivi, cioè replicano esattamente l'indice a cui sono riferiti, e sono quotati in appositi segmenti della borsa italiana e/o estere, garantendo quindi una discreta liquidità e solvibilità (dico discreta poichè essendo strumenti collocati di recente, non sempre mostrano dei grossi volumi di scambio). Mi rattrista quindi sapere che certa stampa specializzata non perde mai l'occasione per dare informazioni fuorvianti, cercando sempre di spingere i lettori verso prodotti (fondi, gpf, private banking) che ormai hanno dato prova di inefficienza e di incapacità di crescita. Ritengo quindi che gli ETF possano essere un buon strumento al quale destinare una parte del proprio portafoglio, soprattutto quando vi sarà una diffusione capillare e quando gli investitori ne avranno capito le evidenti e semplici differenze rispetto agli attuali strumenti di risparmio gestito.
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