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bersanotto
19 settembre 2007 0:00
E' facile notare che quelli che ripetono sempre le stesse cose su questo blog sono:

- Privato Sottufficiale, che per invidia e livore vuole coinvolgere il Notariato nello sfascio in cui si trova l'avvocatura (sfascio del quale egli è ben consapevole, come dimostra nei suoi messaggi): ad un avvocato bravo (bravo a fare il SUO mestiere) non gliene frega niente delle vendite immobiliari, quelli che le reclamano solo per lo più degli scalzacani;

- matteo, che è un caso sociale (non è colpa sua), tristissimo esempio della disinformazione e di come attecchiscono slogan strillati dai politici e dai giornalisti al servizio dei poteri forti.

E'provato che l'ordinamento del notariato in Italia funziona egregiamente, tanto è vero che vengono da tutto il mondo a studiarlo da noi. Certo, tutto è migliorabile, ed infatti è prossima una revisione della pianta organica per venire incontro alle esigenze dell'utenza (come è sempre stato). E' di tutta evidenza che se il reddito medio dei Notai del Trentino è così elevato (900.000), significa che c'è bisogno di più sedi in quel distretto; ed è di tutta evidenza che se il reddito medio nazionale è di Euro 428.000 in altre zone del Paese detto reddito è molto più basso, e non occorrono altre sedi.

Se il problema, invece, è il costo del singolo atto notarile, confrontatelo pure con gli onorari degli avvocati di common law o con quelli dei notai di diritto latino: NON TEMO CONFRONTI (anzi, un po' mi vergogno). Soffermatevi sui costi dei mediatori immobiliari e creditizi, piuttosto (quello sì che è un problema), e chiedetevi come mai il vostro "dio mercato" non riesce a contenerne i costi.

Ripetiamo, per l'ennesima volta:
se non ci fosse il numero programmato:
- l'accesso non sarebbe rigoroso come oggi;
- i controlli non sarebbero neanche configurabili (o cmq. non così efficaci), salvo raddoppiare o triplicare gli organici del Ministero della Giustizia con relativi costi a carico dei cittadini;
- il Notariato cadrebbe presto nella giungla in cui si trova l'avvocatura, con inevitabile sacrificio dell'indipendenza ed imparzialità connesse alla funzione (ed emblematica è la vicenda delle cessioni di quote societarie in punto di morte, quando se ne occupavano i commercialisti);
- l'affidabilità complessiva dei pubblici registri ne sarebbe irrimediabilmente compromessa.

Sono argomenti facili, incontrovertibili, e stiamo ancora a parlarne.

Ritengo proficuo intervenire solo quando ci sarà qualche spunto nuovo.
Max
19 settembre 2007 0:00
Matteo B., lei afferma che “con un numero sufficiente di notai in concorrenza tra loro è estremamente probabile che ci sia una copertura totale del territorio, così come ad oggi non risultano aree "scoperte" per ciò che riguarda gli avvocati od i commercialisti.” L’ufficio pubblico, però, non è una semplice attività professionale e quindi non è sufficiente che sia “estremamente probabile” trovare un notaio in una sede disagiata, deve essere sicuro, cioè GARANTITO dallo Stato come può essere garantita la presenza di un presidio sanitario o di una scuola. Ripeto fino all’ossessione perchè è proprio questo il punto che non si vuole comprendere: il notaio è un pubblico ufficiale, non un “libero” professionista e quindi ha l’OBBLIGO DI ASSISTERE LA SEDE assegnatagli dallo Stato.
Le riporto il testo dell’art. 26 della Legge 89/1913:
“Per assicurare il funzionamento regolare e continuo dell'ufficio, il notaro deve tenere nel Comune o nella frazione di Comune assegnatagli, studio aperto con il deposito degli atti, registri e repertori notarili, e deve assistere personalmente allo studio istesso nei giorni della settimana e coll'orario che saranno fissati dal presidente della Corte d'appello, previo parere del Consiglio notarile, giusta le norme da stabilirsi nel regolamento. Il notaro potra` recarsi, per ragioni delle sue funzioni, in tutto
il territorio del distretto in cui trovasi la sua sede notarile, sempreche` ne sia richiesto. Il notaro non puo` assentarsi dal distretto per piu` di cinque giorni in ciascun bimestre, quando nel Comune assegnatogli non sia che un solo notaro, e per piu` di dieci giorni, se vi sia altro notaro, salvo per ragioni di pubblico servizio o per adempiere ai suoi obblighi presso i pubblici uffici. Volendo assentarsi per un tempo maggiore deve ottenere il permesso dal presidente del Consiglio notarile, che glielo puo` concedere per un termine nori eccedente un mese. Per i congedi da uno a tre mesi,
la facolta` di concederli spetta al Consiglio notarile. Per un termine piu` lungo, il permesso non puo` essere concesso che dal Ministro di grazia e giustizia, udito sempre il parere del Consiglio
notarile. Tanto il presidente del Consiglio notarile quanto il Consiglio notarile non possono, per ciascuno, concedere allo stesso notaro che un permesso d'assenza nel periodo di dodici mesi.
Nei Comuni dove risiedono piu` di sei notari effettivamente esercenti, il Consiglio notarile potra` concedere permissioni di assenza fino ad un anno, purche` concorrano giustificati motivi e rimanga in esercizio la meta` dei notari assegnati al Comune. Tanto il Ministero quanto l'autorita` che ha concesso la permissione di assenza potranno in ogni caso revocarla, ove in qualunque modo si dimostrasse l'opportunita` di farlo. Nei luoghi dove non esiste altro notaro, il presidente o il
Consiglio notarile, secondo i casi, potranno supplire al notaro assente, delegando un notaro viciniore a compierne in tutto o in parte le funzioni, preferendo pero` fra i viciniori quello proposto
dallo stesso notaro assente.”
M;assimo
19 settembre 2007 0:00

Privato sottouff.

Non ce provà.

Capisco Le piaccia cazziare il giovanotto pronotariato, ma alla fine, a furia di forzare la mano, lo scivolone c'è stato.

Per farglielo capire parto dall'ABC

- il concorso viene bandito ogni 2/3 anni per tot sedi
- per ciascun bando di concorso si presentano in 8.000 candidati circa
- la preselezione la passono in 1.300 minimo
- i 3 scritti li superano in 200 circa, con punteggi a scalare molto simili
- agli orali difficile avere incidenti, anche se capita
- bla bla bla....
- nomina di un numero spesso inferiore rispetto alle sedi disponibili)

Ora va da sè che essendo partiti in 8.000 i 200 vincitori saranno estremamente preparati,
plausibile che il 200° abbia un qualcosa in meno del 1°, pur sempre rimanedo un gran manico del diritto....
o meglio, semmai direi che è il 1° ad avere qualcosa in più del 200°
(dunque BEN DIVERSO rispetto a quello che Lei ha tentato di far passare come mia affermazione)

Appare ovvio che la selezione sia rigidissima considerato che le prove da sostenere in tutto sono 5.


Ora ammettiamo di concretizzare le sue (e di Matteo B.) richieste,
così da aumentare il numero dei Notai.

Ipotizziamo dunque che il Ministero deliberi di mettere a concorso non più 200 sedi, ma 1.000 a ciascun bando.

In tale ipotesi mi pare ovvio che:

*far passare gli scritti a 1.000 persone su 1.300 (numero minimo di chi supera la preselezione), mi sembra cosa ben diversa che farli passare a 200.
In quest'ipotesi dire che definire il 1.000° meno preparato del 1° sia verosimile

*mettere a disposizione 800 sedi in più ogni bando di concorso serve a poco,
poichè per iniziare ad avere un sensibile aumento dei Notai (il doppio) sarebbero necessari almeno 20 anni
(oggi i Notai sono meno di 5.000, 800 posti ogni 2/3 anni, 6 concorsi saqrebbero necessari per raddoppiare i 5.000, cioè 20 anni, che diventano ancor di più se consideriamo i già Notai che muoiono e vanno in pensione nel detto lasso di tempo)


Se dunque si vuole aumentare il numero di Notai in modo sensibile e non con tempi da bradipo azzoppato
è necessario, oltre all'aumento delle sedi messe a concorso, una maggiore frequenza temporale del concorso stesso.
Ad esempio concorsi da 6/700 posti ogni anno(anche così i tempi richiesti non sarebbero brevi).

Rischioso inoltre mettere in piedi una situazione in cui il 50% di coloro i quali hanno superato la preselezione possa vincere il concorso.
Per di più, per raddoppiare l'attuale numero sarebbero comunque necessari diversi anni.

In quest'ultima ipotesi, inoltre,
mi pare ovvio sostenere che il risultato finale, e cioè il livello di preparazione dei neoNotai sarebbe decisamente inferiore rispetto a quanto risultante dagli attuali concorsi,
poichè ben diverso sarebbe l'avere 2.000 vincitori ogni 3 anni anzichè gli attuali 200.


Per rendercene conto è sufficiente osservare quanto accade nel settore legale,
settore in cui il numero di avvocati è cresciuto in modo inversamente proporzionale alla preparazione degli stessi...

E come meravigliarsi quando in certe corti d'appello si raggiungeva il 98% di promossi (Bari) a fronte del 30% di altre (Milano).


Per concludere posso capire che Lei Privato sottufficiale sia fortemente risentito per il declino della sua categoria (come biasimarla?),
ma in questo non si può trovare giustificazione a che Lei voglia medesimo destino per il Notariato, che, anche se non lo vuole riconoscere, funziona egregiamente così com'è.

matteo b
19 settembre 2007 0:00
Max, che sull'allargamento del numero dei notai ci trovassimo d'accordo mi era chiaro da tempo
Non ci troviamo d'accordo su due non secondari aspetti:
- per garantire la preparazione è sufficiente un esame di abilitazione, il numero chiuso non è assolutamente necessario (io deve verificare che la persona sia preparata e formata, non che sia migliore di altri)
- non sta scritto da nessuna parte che previa riforma del sistema e previo superamento dell'esame di abilitazione un avvocato non possa svolgere funzioni notarili. E qui, mi spiace, devo riproporre l'esempio della Svizzera su cui nessuno ha adotto argomentazioni razionali, a parte le facezie sull'Emmenthal...
Quanto al contadinotto dell'Aspromonte, lei solleva un potenziale problema concreto che riconosco, ma che ribadisco essere solo potenziale, perchè con un numero sufficiente di notai in concorrenza tra loro è estremamente probabile che ci sia una copertura totale del territorio, così come ad oggi non risultano aree "scoperte" per ciò che riguarda gli avvocati od i commercialisti. Ma anche ammettendo che il problema c'è (sia pure potenziale) le chiedo: ma per poter garantire i servizi notarili sull'aspromonte io devo accettare un regime di monopolio che fa esplodere i costi notarili che gravano sulle spalle della collettività? Facendo un banale bilancio costi-benefici globale, è chiaro che la risposta è no. Al che le dico che anche ipotizzando che il problema da lei sollevato esista, la soluzione non può certo essere il mantenimento dello status quo. E scommetto che anche lei, se lavora un po' di fantasia, una qualche soluzione alternativa la riesce a trovare...
matteo b.
19 settembre 2007 0:00
Bersanotto, non voglio rigirare il coltello della piaga ma non è populismo aver confutato in modo coerente e razionale le sue argomentazioni circa il mantenimento dello status quo.
Lei, molto semplicemente, non è stato in grado di offrire argomentazioni serie a sostegno della sua tesi. Lei si è limitato ad elencare come peculiari della figura notarile caratteristiche (gli "immani" sacrifici, le grandi responsabilità, la necessità di una adeguata preparazione, la incorruttibilità) che in realtà si possono estendere a decine se non centinaia di altre professioni molto meno remunerate (e costose) di quella del notaio. Con l'aggravante di aver sostenuto, nonostante il suo status di pubblico ufficiale, che il grado di incorruttibilità è direttamente proporzionale al reddito (che è già di per sè una mostruosità colossale, che rivela però il suo grado di sensibilità sociale...e francamente a pensare che ci sono in giro pubblici ufficiali come lei mi viene un brivido nella schiena)
Bersanotto, il mio non è populismo, il mio è un argomentare in modo razionale. Se lei non è in grado di argomentare in modo altrettanto razionale ammetta i suoi limiti o, più propriamente, ammetta la debolezza delle argomentazioni a sostegno dello status quo, e non usi il populismo e la invidia sociale come alibi per non dover dire a chiare lettere che il mantenimento della situazione attuale serve solo a coloro che sono già dentro il sistema notarile ad esclusione di tutti gli altri...
Come giustamente dice Privato, è molto più onesto ammettere che si vuole difendere la propria rensita di posizione che non accusare strumentalmente gli altri di populismo...
Max
18 settembre 2007 0:00
Privato,
per quello che mi riguarda RIBADISCO la mia posizione di favore verso l’allargamento del numero dei notai, ma non posso concepire l’attribuzione di funzioni pubbliche a chi non è valutato a tal fine dallo Stato attraverso un concorso severo come è quello odierno.
Qui nessuno ha mai pianto povertà… ma un conto è parlare di giustizia sociale ed un conto di proporzionalità del costo rispetto al servizio: il notaio italiano non costa un fico secco rispetto ai notai degli altri paesi Europei. Quanto alle esecuzioni immobiliari, La informo che da quando quell’attività è stata delegata ai notai i tempi per l’esecuzione forzata si sono ridotti da una media di 6/8 anni a 12/18 mesi. Se questa non me la chiama efficienza…! Per concludere, visto che ha citato l’esempio delle esecuzioni immobiliari, Le riporto integralmente una comunicazione della Dottoressa Orsi, Presidente della III sezione civile del Tribunale di Milano, alle soglie del suo recente pensionamento:
“Ai Notai delegati del Tribunale di Milano
Nel momento in cui lascio, dopo ben tredici anni la Presidenza della III sezione civile, desidero ringraziarvi per il prezioso lavoro svolto per il Tribunale di Milano.
Da quando, dopo la riforma del 98, abbiamo iniziato insieme questa …avventura, la sezione esecuzioni ha raggiunto risultati impensabili solo qualche anno fa.
Basti dire che in questi anni abbiamo eliminato oltre quindicimila procedure, e raggiunto un volume di vendite di centocinquanta milioni annui. Non è tanto dei numeri che vado fiera, quanto della funzione di garanzia e di rinnovamento che con il vostro aiuto la sezione ha svolto in questi anni.
Certo, molto è stato fatto ma molto resta ancora da fare, però il Tribunale di Milano è diventato un punto di riferimento e un modello per molti altri Uffici Esecuzioni, e sono sicura che continuerà su questa strada sotto la guida del nuovo Presidente, Dr. Bichi, al quale vanno i miei migliori auguri di buon lavoro. Grazie: senza di voi non ce l’avremmo fatta!
Cordialmente
Il Presidente della III sezione civile
Gabriella Orsi”

Mi sembra sufficiente come risposta alla sua domanda...
Privato sottufficiale
18 settembre 2007 0:00
Per Massimo.

Questa perla mancava alla mia collezione ("Fare meno selezione significa abbassare il livello di preparazione (se ci sono oggi 200 posti passano i 200 migliori, se i posti si portano a 1.000 converrà che l'ultimo in graduatoria, il millesimo, sarà decisamente meno preparato del primo").
A rigor di logica, seguendo il tuo fantasmagorico ragionamento, l'attuale duecentesimo non garantisce un accidenti rispetto al primo.
Ma non te le puoi risparmiare queste sciocchezze?
bersanotto
18 settembre 2007 0:00
dopo l'ultimo intervento di matteo, non ho più niente più da dire. E' veramente sconcertante.
Con amarezza denoto che la cattiva informazione e la politica populista influenzano a tal punto le persone ed impediscono a queste ultime di ragionare, con la presunzione di sapere tutto di tutto.
Max
18 settembre 2007 0:00
Caro Matteo B., mi fa piacere se insieme alla commozione sono riuscito a strapparle anche un sorriso! Se avesse avuto la pazienza di rileggere i miei interventi precedenti in questo forum, saprebbe che io sono a favore di un allargamento del numero dei notai, ossia di un aumento di sedi.
Lei dice che non c’è correlazione tra numero chiuso (programmato) e copertura territoriale: scusi ma se non ci fosse l’istituzione e l’assegnazione di quella sede ad un determinato notaio ed il correlativo obbligo di assistenza da parte del pubblico ufficiale, come potrebbe lo Stato GARANTIRE lo svolgimento di quel servizio in quel territorio?
Quanto all’allargamento delle competenze agli avvocati, io sono convinto che sui 120.000 avvocati iscritti attualmente in italia ci sia un 10% che ha la preparazione adeguata per svolgere quelle mansioni come sono convinto che gli altri centomila farebbero fare un testamento nullo al solito malcapitato vecchietto dell’aspromonte! Unico modo per valutare la competenza di un avvocato e la possibilità di affidargli il potere di ricevere un testamento è il superamento del concorso: le garantisco che molti notai sono ex avvocati, ma sono stati ritenuti idonei alla pubblica funzione attraverso la rigorosa selezione concorsuale.
Sono anche convinto che sempre al famoso vecchietto la redazione del testamento da parte dell’avvocato non costerebbe meno dei 173 euro che attualmente versa al notaio…
Privato sottufficiale
18 settembre 2007 0:00
Per Max.

Non mi troverei affatto in imbarazzo a votare matteo b., egregio signor Max.
Dimostra di avere attenzione ai problemi, capacità di analisi ... e tanta pazienza.
Riesce perfino a continuare a sviluppare i suoi ragionamenti ben sapendo che i suoi interlocutori non hanno nessuna voglia di capire e si rifugiano nei luoghi comuni per cercare di dire qualcosa.
A me cadono le braccia quando sento persone che, mentre sbandierano la loro laurea con lode, argomentano e scrivono come studentelli impreparati di terza media.
Sarebbe bastato che i notai (ed i loro agguerriti fans) avessero ammesso che la loro situazione è privilegiata e che non hanno nessun interesse a rinunciarvi, perché nessuno desidera il peggioramento della propria situazione economica.
Invece, continuano a parlare di "immani sacrifici" (i minatori, invece, se la spassano allegramente), di "costi altissimi", di "incorruttibilità" (Robespièrre è un dilettante nei loro confronti), di "garanzia di imparzialità" e di "difesa dell'ordinamento" (le oche del Campidoglio che strarnazzano all'arrivo dei barbari).
Sembra di capire che solo dove mettono le mani i notai le cose vanno bene. Da alcuni anni si occupano della vendita degli immobili pignorati.
Mi piacerebbe sapere da questi signori se la loro attività garantisce oggi più di quanto garantiva qualche anno fa (ed ancora oggi nei casi in cui questa attività non viene delegata ai notai)l'aggiudicazione fatta dal giudice dell'esecuzione.

Massimo
18 settembre 2007 0:00

Matteo B.

eliminare il numero programmato significa aumentare il numero delle sedi,

aumentare il numero delle sedi significa necessariamente fare minor selezione al concorso

Fare meno selezione significa abbassare il livello di preparazione (se ci sono oggi 200 posti passano i 200 migliori, se i posti si portano a 1.000 converrà che l'ultimo in graduatoria, il millesimo, sarà decisamente meno preparato del primo.
Le ricordo che nelle varie prove si ottiene un punteggio ed in base a questo si entra in graduatoria, dunque il millesimo ha un punteggio ben inferiore al primo)

minor livello di preparazione = minori garanzie

minori garanzie = aumento del contenzioso


Secondo Lei quale sarebbe il numero giusto di Notai?


Se il Notaio per cui lavoro gadagnasse 1/5 di quanto percepito oggi, son sicuro che gli converrà chiudere l'ufficio e mettersi a fare il maestro di sci, sua gran passione che di certo gli renderebbe di più...a responsabilità zero.

Massimo
18 settembre 2007 0:00

Privatosottufficiale

cosa vuole che le risponda?

- che l'esame di stato non l'ho mai sostenuto perchè schifato dal settore e dal modo di operare degli avvocati (direi la stragrande maggioranza)

- che sono ben contento di non aver sostenuto il suddetto esame anche considerato come gli avvocati si siano dimostrati squallidi avvoltoi nei confronti del Notariato quando quest'ultimo ha trovato grosse difficioltà

- che il settore notarile è caratterizzato da una correttezza che gli avvocatio si sognano

- che se qualche errore di sintassi, ortografia è presente è per via del fatto che il tempo da investire qui per scrivere è poco e bisogna far veloci (cazzeggiare non mi è concesso poi molto)

- che se 1 porta si è aperta per lei, mi chiedo per chi possa rimanere chiusa


Vuole impossessari di funzioni notarile previa liberalizzazione del settore?

Prego si facia avanti, ma applichiamo il ben noto principio del "do ut des" e consenta che i Notai facciano parte del vostro lavoro.


Non lo veda come un attacco personale,
ma penso che lei sia un avvocato mediocre,
poichè se fosse un "maestro del foro" di certo ben se ne guarderebbe di chiedere l'attribuzioni di funzioni Notarili,
che agli occhi degli Avvocatoni sono per lo più dei grossi grattacapi con margini di guadagno minimi.

matteo b
18 settembre 2007 0:00
max, sono calmissimo...ma senta un po', per diventare spiritosi come lei bisogna gare dei corsi o è tutto frutto del suo "talento" naturale???
quanto al povero vecchiettino dell'Aspromonte, sono commosso di fronte a cotanta generosità e spirito di servizio da parte dell'ordine notarile...l'esempio è ben centrato, devo dire, e riesce a far vibrare le corde della commozione...mi stanno venendo i lucciconi, pensi un po'...
peccato che poi mi chieda...ma quanti vecchiettini dell'Aspromonte avranno veramente bisogno del notaio? e quante volte? e, volendo rimanere sul piano della facezia a lei così cònsono, mi verrebbe da dire che è meglio che il notaio dal vecchiettino non ci vada, altrimenti quando gli spara la parcella il vecchiettino mi muore all'istante...
cercando invece di essere un po' più seri, la inviterei a lavorare un pochino di fantasia...perchè,vede, in base alle banalissime leggi del mercato, se il settore fosse liberalizzato qualche notaio a coprire il bacino dell'aspromonte ci andrà, e se sparasse parcelle troppo elevate troverebbe subito un secondo notaio che gli fa concorrenza...ma queste sono cose che lei non può capire....non se la prenda, non è colpa sua, sa? è che quando si lavora in settori "protetti" la comprensione si certi "meccanismi" è difficile...
comunque, mio caro max, il suo esempio non spiega due cose:
- perchè è necessario il numero chiuso per garantire il notaio al veccheitto dell'aspromonte (anzi, in quest'ottica si dovrebbe pensare ad un aumento del numero); perchè un conto è la copertura territoriale da lei citata, ed un conto è il numero chiuso...ma, perdoni, non c'è alcuna correlazione tra le due cose.
- perchè non è pensabile un allagamento parziale delle competenze notarili anche agli avvocati (anche qui, scusi, il suo esempio tenderebbe a dimostrare che questo permetterebbe un migliore servizio al contadino dell'aspromonte)
ergo, il suo esempio dimostra che un sistema simile a quello svizzero sarebbe più efficiente...
Max
18 settembre 2007 0:00

Caro Matteo B., si calmi altrimenti mi muore sulla tastiera prima di aver riformato il nostro sistema giuridico…! Mi spiace che lei non abbia “sense of humour” (iniziamo a riformare anche nel linguaggio per avvicinarci al sistema inglese..!) e mi preoccupavo di non tediare gli altri partecipanti, visto che queste cose sono state già scritte dozzine di volte.
Quanto alle ragioni serie e concrete che lei auspica, le rispondo che non ce ne sono di reali, quindi “sotto al rinnovamento”! Tenga conto che Beppe Grillo patrocinerà le nuove liste civiche: magari ne fonda una Lei e la chiama “Piove! Notaio ladro!”, mi sa che il voto di Privato sottufficiale lo raccoglie di certo! Ah, dimenticavo… Visto che c’è, nell’ambito della riforma dell’intero ordinamento, preveda anche una bella monarchia, pare che in Inghilterra si trovino benissimo!
Vuole una risposta seria? Al numero chiuso non corrisponde un numero di persone, bensì un numero di sedi ossia di Comuni!! La sede (e quindi il luogo dove il notaio DEVE stare) è predeterminata dal Ministero di Giustizia perchè se un notaio non è costretto, come lo è ora, ad assistere alla sede assegnata dallo Stato ma seguisse solo regole di mercato, andrebbe dove si lavora di più e si guadagna meglio, quindi non troverebbe alcun pubblico ufficiale pronto a raccogliere le volontà testamentarie di un vecchietto anche nel paesino sperduto dell’Aspromonte. Lo Stato invece deve garantire la presenza dei suoi pubblici ufficiali su tutto il territorio nazionale, quindi deve fregarsene delle logiche di mercato che sono oggi tanto di moda e assegnare una sede specifica al notaio, che ha L’OBBLIGO (non la facoltà) di assiterla. E’ chiaro ora??
matteo b
18 settembre 2007 0:00
Max, se si sta tediando nessuno la obbliga a continuare a partecipare a questo forum. Io, se permette, intervengo quante volte mi pare e piace. E comunque qui chi sta tediando eprchè a corto di argomentazioni sono i difensori dell'ordinamento notarile italiano attuale. Perchè nessuno ha ancora spiegato seriamente perchè in svizzera gli avvocati possono esercitare in regime di libero mercato anche la funzione notarile ed in italia invece no. Ed a questo punto mi aspetto una risposta seria e non una facezia sull'emmenthal o sul borneo che non dà nessun valore aggiunto alla discussione e francamente non fa neanche ridere. E vorrei anche precisare che non voglio una risposta sulle ragioni per cui AD OGGI questo non è possibile, perchè è chiaro che per via delle leggi vigenti ad oggi questo cambiamento non si può ipotizzare. Vorrei capire le ragioni SERIE e CONCRETE per cui l'ordinamento notarile italiano non può essere riformato in un futuro speriamo prossimo abolendo il numero chiuso (pardon, programmato...), introducendo l'esame di abilitazione e consentendo entro certi limiti anche agli avvocati di svolgere funzioni notarili, previo superamento dell'esame di abilitazione. Voglio risposte su fatti concreti, e non luoghi comuni facilmente smontabili tipo "senza numero chiuso non avremmo la corretta selezione" oppure "in svizzera il senso della legalità è superiore"...
Voglio anche risposte concrete che mi spieghino perchè non possiamo pensare di avere in Italia un sistema notarile simile a quello svizzero...previa, ovviamente, riforma dell'intero ordinamento notarile...
matteo b
18 settembre 2007 0:00
Bersanotto, con altrettanta calma e serenità, le invio in maiuscolo le mie rispose:

- il numero non è chiuso, ma programmato, così come avviene per la pianta organica della magistratura;
IL PARAGONE NON REGGE, I MAGISTRATI SONO DIPENDENTI PUBBLICI, I NOTAI NO. QUANTO ALLA DISTINZIONE TRA NUMERO CHIUSO E PROGRAMMATO, E' UN CLASSICO ESEMPIO DI POLITICHESE...IL RISULTATO NON CAMBIA, SEMPRE DI MONOPOLIO SI TRATTA.

- il numero infatti viene periodicamente rivisto a cura del Ministero della Giustizia, nella cui organizzazione rientra il notariato;
QUESTO E' COME FUNZIONA IL SISTEMA AD OGGI, NULLA VIETA DI CAMBIARE

- è prossima la revisione della tabella sulla base dei nuovi criteri fissati già dal governo Berlusconi
BUONO A SAPERSI MA NON RISOLVE IL PROBLEMA. NOTO COMUNQUE LA VELOCITA' CON CUI SI STA PROCEDENDO (IL GOVERNO BERLUSCONI E' CADUTO DA PIU' DI UN ANNO)

- "Il privilegio" di cui parlate non è altro che l'espletamento di una delicatissima funzione pubblica, delegata dallo Stato: detta funzione condiziona l'affidabilità dei pubblici registri, che è un valora inestimabile nell'economia moderna e nella capacità di valutare la serietà di un Paese
ANCORA UNA VOLTA NON CAPISCE O FA FINTA DI NON CAPIRE: IL PRIVILEGIO CONSISTE NEL FATTO CHE QUELLA "DELICATISSIMA" FUNZIONE VIENE ESERCITATA IN REGIME DI MONOPOLIO DA UN NUMERO TROPPO RISTRETTO DI PERSONE CHE SCARICA DEI COSTI "EXTRA" SULLA COLLETTIVITA' MENTRE POTREBBE ESSERE ESERCITATA IN REGIME DI LIBERO MERCATO (FERMO RESTANDO LA GARANZIA DELLA CORRETTA PREPARAZIONE TRAMITE ESAME DI ABILITAZIONE) CON COSTI DECISAMENTE INFERIORI

- lo Stato vuole che detta funzione venga svolta da soggetti preparati ed incorruttibili, che si dotino - a proprie spese - di strutture moderne ed efficienti
ANCORA UNA VOLTA LE RIPETO: QUESTO E' AL REGOLA DI ADESSO, NULLA VIETA DI CAMBIARE. SULLA INCORRUTTIBILITA' MI PERMETTA DI FARLE NOTARE CHE NON E' PREROGATIVA DEI NOTAI, A MENO CHE LEI NON VOGLIA DIRMI CHE I MAGISTRATI SONO CORRUTTIBILI. QUANTO ALL'EFFICIENZA ED ALLA MODERNITA', MI PERMETTA DI FARLE PRESENTE CHE CHI OPERA IN REGIME DI MONOPOLIO NON HA NESSUNO STIMOLO AD ESSERE EFFICIENTE E MODERNO DATO CHE PUO' SCARICARE I COSTI DELLA PROPRIA INEFFICIENZA SULLE SPALLE DELL'UTENTE...

- che l'esercizio di tale funzione è soggetta a penetranti controlli da parte dell'organizzazione del Ministero della Giustizia;
MI FA PIACERE SAPERE CHE I NOTAI SONO PERIODICAMENTE PENETRATI DAI CONTROLLI DEL MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA (E SPERO CHE I NOTAI NE TRAGGANO GODIMENTO), MA, MI PERMETTA, QUESTO NON C'ENTRA ASSOLUTAMENTE NULLA CON IL MONOPOLIO. I NOTAI POTREBBERO ESSERE PENETRATI DAI CONTROLLI DEL MINISTERO ANCHE SE OPERASSERO NON IN REGIME DI NUMERO CHIUSO, E PERSINO SE FOSSERO CONTEMPORANEAMENTE DEGLI AVVOCATI...

- che è di tutta evidenza la considerazione che "triplicare" il numero dei Notai comporterebbe l'esigenza di "triplicare" l'attività di controllo
PREMESSO CHE SI DOVREBBE FARE UNA ANALISI DI DETTAGLI SULLA MODALITA' DI TALI "PENETRANTI" CONTROLLI ONDE INDIVIDUARE AUMENTI DI EFFICIENZA CHE SICURAMENTE ESISTONO, E' DIMOSTRABILE CHE IL BILANCIO COMPLESSIVO SAREBBE COMUNQUE POSITIVO

- che è di tutta evidenza che "triplicare" il numero ne abbasserebbe la qualità (come infatti oggi avviene per l'avvocatura);
QUESTO NON E' ASSOLUTAMENTE DIMOSTRABILE. SE NEGLI ULTIMI TRENT'ANNI I LAUREATI IN LEGGE SONO TRIPLICATI POSSONO BENISSIMO TRIPLICARE ANCHE I NOTAI MANTENENDO COSTANTE LA PERCENTUALE DI SELEZIONE. QUESTA, MIO CARO BERSANOTTO, E' PURA MATEMATICA...QUANTO ALLA DIMINUZIONE DI QUALITA' DELLA AVVOCATURA, VORREI SAPERE CHI E' LEI PER PERMETTERSI DI GIUDICARE UAN PROFESSIONE DI CUI LEI NON E' A NESSUN TITOLO RAPPRESENTANTE...

- che è di tutta evidenza che "triplicare" il numero renderebbe la professione notarile poco soddisfacente dal punto di vista economico riguardo alle pesanti responsabilità che sono connesse;
BALLE. LA PROFESSIONE NOTARILE RIMARREBBE COMUNQUE APPETIBILE, SEMPLICEMENTE SI RIALLINEEREBBE IL RAPPORTO COSTO/RESPONSABILITA' A QUELLO DI TANTE ALTRE PROFESSIONI NON MENO IMPORTANTI E GRAVOSE DI QUELLA DEL NOTAIO (ESEMPI GIA' CITATI: CHIRURGHI, MAGISTRATI, PILOTI, ECC.). E' NOTORIO CHE I GIOVANI MEDICI AD ESEMPIO GUADAGNANO POCO, MA NON PER QUESTO C'E' UNA CRISI DI VOCAZIONI PER QUELLO CHE RIGUARDA TALE PROFESSIONE (E MENO MALE...). SE ANCHE LA PROFESSIONE NOTARILE GARANTISSE UN REDDITO MEDIO PARI AD UN QUINTO DI QUELLO ATTUALE SAREBBE COMUNQUE APPETIBILE PER UN GIOVANE LAUREATO IN LEGGE. E COMUNQUE, MIO CARO BERSANOTTO, IL REDDITO NON E' (SPERO) LA SOLA RAGIONE PER CUI SI SCEGLIE UNA PROFESSIONE...

- che conseguentemente quei soggetti preparati che oggi ambiscono a fare il Notaio si rivolgerebbero a fare qualcos'altro, anche ugualmente o meno remunerativo, ma sicuramente meno responsabilizzante;
ANCORA BALLE, PER I MOTIVI DETTI PRIMA

- che di conseguenza la funzione sarebbe svolta da scalzacani impreparati e facili da corrompere (lei non ha idea, probabilmente, quante sono le proposte "indecenti" che provengono ogni giorno dai clienti e dai loro professionisti "di fiducia" - rectius, complici, ed in particolare in alcune zone del Paese)
ARGOMENTAZIONE RISIBILE: LE HO GIA' DETTO (MA LEI NON RECEPISCE) CHE NON PUO' LEGARE IL GRADO DI INCORRUTTIBILITA' AL REDDITO, ALTRIMENTI ACCETTEREBBE IMPLICITAMENTE IL CONCETTO CHE I MAGISTRATI, IN QUANTO MENO PAGATI DEI NOTAI, HANNO IL DIRITTO DI ESSERE CORROTTI, E COSI' A SCENDERE MAN MANO CHE DIMINUISCE IL REDDITO (FINANZIERI, FORZE DELL'ORDINE, ECC.). RAGIONANDO COSI', MIO CARO BERSANOTTO, CI RITROVEREMMO IN UN VERO E PROPRIO FAR WEST, ED ALLORA LA FIGURA NOTARILE RAGGIUNGEREBBE L'APICE DELLA INUTILITA'

- la legge Mancino sulle cessioni di quote sociali o aziende, infatti, fu introdotta proprio perchè, quando non c'era l'autentica notarile, accadeva misteriosamente che in punto di morte tutti provvedessero a cedere le proprie quote in favore degli eredi: oggi ciò non avviene -
BERSANOTTO, ANCORA UNA VOLTA: MA CHE C'ENTRA QUESTO CON IL FATTO CHE I NOTAI OPERANO IN REGIME DI MONOPOLIO?

CONCLUDO: LA AFFERMAZIONE CHE IL NUMERO PROGRAMMATO E' UNA ESIGENZA INSOPPRIMIBILE E' UNA COLOSSALE BAGGIANATA. NON SI TRATTA, E GLIELO RIPETO ANCORA UNA VOLTA, DI INVIDIA. SI TRATTA DI AVERE REGOLE UGUALI PER TUTTI. VOGLIONO I NOTAI ESSRE LIBERI PROFESSIONISTI? CHE ACCETTINO LE REGOLE DELLA LIBERA PROFESSIONE. VOGLIONO ESSERE SOLO (E SOTTOLINEO SOLO) DEI PUBBLICI UFFICIALI? CEH FACCIANO I PUBBLICI DIPENDENTI. NON SI TRATTA DI INVIDIA. SI TRATTA DI RABBIA NEL VEDERE CHE IN ITALIA C'E' CHI FA FATICA AD ARRIVARE ALLA FINE DEL MESE NONOSTANTE "IMMANI" SACRIFICI PER STUDIARE (AD ESEMPIO I GIOVANI CHE AFFRONTANO LA CARRIERA DI MEDICO) E C'E' CHI VIVE DI RENDITA ALLE SPALLE DEGLI ALTRI GRAZIE ALL'ASTUTO E FURBO ESERCIZIO DI UN MONOPOLIO GARANTITO PER LEGGE...
LE HO CITATO L'ESEMPIO DELLA SVIZZERA: E' LA DIMOSTRAZIONE CHE TUTTE LE ARGOMENTAZIONI ADDOTTE PER GIUSTIFICARE L'ESISTENZA IN ITALIA DEL NUMERO CHIUSO E L'INCOMPATIBILITA' CON LA FIGURA DELL'AVVOCATO SONO SOLO DEI PRETESTI EPR PERMETTERE AI NOTAI ITALIANI DI CONTINUARE A GODERE DELLA RENDITA DI POSIZIONE CON CUI SCARICANO A LORO VANTAGGIO COSTI AGGIUNTIVI SULLA COLLETTIVITA'. C'E' DA SPERARE CHE QUALCUNO PRENDA DI PETTO QUESTA SITUAZIONE ED ABBIA IL CORAGGIO DI TAGLIARE IL CANCRO DEI PRIVILEGI VOSTRI E DI ALTRE CATEGORIE COME LA VOSTRA (I FARMACISTI, EPR ESEMPIO, NON SONO DA MENO) ALTRIMENTI L'ITALIA SI TROVERA' SEMPRE DI PIù DIVISA IN DUE, DA UN LATO CHI FA FATICA AD ARRIVARE ALLA FINE DEL MESE (MAGARI NONOSTANTE UNA LAUREA, SACRIFICI, ED UN BUON LAVORO), DALL'ALTRA CHI VIVE DI RENDITA ALLE SPALLE DEGLI ALTRI. CI HA PROVATO LULLI UNA PRIMA VOLTA E GLI E' PURTROPPO ANDATA MALE. IO OVVIAMENTE SPERO CHE CI RIPROVI.


Privato sottufficiale
18 settembre 2007 0:00
Per Massimo.

Può capitare di essere sfigati.
Infatti, c'è chi fa il praticantato forense e non supera un esame di abilitazione che tutti considerano troppo facile, che consegue una laurea in giurisprudenza senza capire un'acca di diritto pubblico, che diventa assistente universitario soltanto perché si è laureato con 110 e lode, che fa pure la pratica notarile guidato dalla convinzione che, a forza di insistere, qualche porta dovrà pure aprirsi, che considera una modifica dell'attuale sistema notarile come segnale del passaggio da un sistema di civil law ad uno di common law, che scrive messaggi come quello del 17 settembre dove anche l'italiano lascia a desiderare.
geppo
17 settembre 2007 0:00
prima c'era la mafia.....ora i notai.
Max
17 settembre 2007 0:00
Matteo B, non si preoccupi, da buon pescatore ce ne vuole per farmi perdere la pazienza…
Le suggerivo semplicemente di andare a leggersi gli innumerevoli messaggi già postati su questo forum per evitare di tediare anche gli altri con le stesse identiche considerazioni.
Quanto al fatto che esistano altri esempi di ordinamenti che fanno a meno del notaio e funzionano comunque, sappia che in alcune regioni del Borneo c’è un solo soggetto che fa l’avvocato, il notaio, il giudice, il medico ed un’altra dozzina di funzioni: è lo stregone. Sembra che si trovino benissimo… !!
bersanotto
17 settembre 2007 0:00
"quello che non va sono i costi. I notai italiani sono troppo troppo troppo costosi"

NON TEMO SMENTITA: VADA IN SVIZZERA, IN USA, OPPURE IN ALTRI PAESI DI COMMON LAW E SENTA: QUANTO PRENDONO GLI AVVOCATI PER LA SINGOLA PRESTAZIONE; QUAL'E' IL CONTENUTO DELLA LORO PRESTAZIONE PROFESSIONALE; SE SONO ASSICURATI; SE LA LORO PRESTAZIONE HA DEI CONTROLLI.

"lei, che del funzionamento di un'economia di mercato pare capire veramente poco."

E' vero, lo ammetto, io di economia di mercato capisco poco, PERCHE' NON C'ENTRA NULLA CON IL NOTARIATO. Mi piacerebbe che una corrispondente ammissione provenga da chi scrive sempre le stesse boiate.

E comunque, il mio richiamo ai mutui subprime, OVVIAMENTE, non era riferito al notariato, bensì alla NECESSITA' IN ALCUNI SETTORI DI FORTE IMPATTO SOCIALE (e la casa lo è) DI UNA LEGISLAZIONE PIU' RIGOROSA, ALTRO CHE LIBERALIZZATRICE, perchè il vostro "DIO MERCATO" protegge e fa prosperare le grandi compagnie, le banche, le assicurazioni, i costruttori, MA CERTAMENTE NON I CONSUMATORI. Inoltre il riferimento alle perizie taroccate dimostra proprio il SENSO DI LEGALITA' CHE C'E' IN ITALIA, anche in alcune categorie professionali (che infatti non sono soggette ad alcun controllo). Proviamo a fare una legge dove le perizie sono GIURATE, e poi vediamo.

"Semplicemente si vuole che il notaio costi meno, e che ci sia più concorrenza"

Il costo del singolo atto notarile è bassissimo.
Insisto: se fosse solo 1/3 dei mediatori immobiliari, sarebbe perfetto.
La concorrenza è incompatibile con la pubblica funzione, perchè, come vi è stato ripetuto più volte, chi svolge una pubblica funzione non può scegliere se prestare o meno la sua opera: quando va al Comune a chiedere un certificato, Lei chiede uno sconto ? E per le prestazioni del SSn ? E' la stessa, identica cosa: solo che proprio non le va giù che il Notaio abbia un reddito (rectius, dichiari un reddito imponibile) adeguato alle sue responsabilità.
"ROGITI A 100 EURO....VENITE, VENITE, MESE DI SCONTIIIIIIII !!" Mi pare che in Svizzera questo sia il mese delle promozioni, si affretti !! Ogni due rogiti una forma di Emmenthal in regalo...
Massimo
17 settembre 2007 0:00
Bersanotto

*innanzitutto
lodabile per la pazienza che dimostra,

*aggiungo:
bello il suo intervento, che di fatto riassume tutti quelli precedenti a difesa del Notariato,

*concludo:
cosa risponderanno i "No NOTAIO" è cosa scontata.


P.S. ma i Notai sono davvero tutti così ricchi?
Possibile che l'unico "somaro" che di media stiupula 1,8 atti al dì, ha 4 dipendenti e gira con una semplice audi A4 l'ho cattato io?
bersanotto
17 settembre 2007 0:00
Mi congratulo con Max per aver riportato l'intervento di questo prof: spero proprio che sia stato più esauriente di me.

Quanto a Privato Sottufficiale:

"Non mi va il numero chiuso, che attribuisce ingiustificate posizioni di rendita a pochi privilegiati."

Ricominciamo, con calma e serenità:
- il numero non è chiuso, ma programmato, così come avviene per la pianta organica della magistratura;
- il numero infatti viene periodicamente rivisto a cura del Ministero della Giustizia, nella cui organizzazione rientra il notariato;
- è prossima la revisione della tabella sulla base dei nuovi criteri fissati già dal governo Berlusconi;
- "Il privilegio" di cui parlate non è altro che l'espletamento di una delicatissima funzione pubblica, delegata dallo Stato: detta funzione condiziona l'affidabilità dei pubblici registri, che è un valora inestimabile nell'economia moderna e nella capacità di valutare la serietà di un Paese;
- lo Stato vuole che detta funzione venga svolta da soggetti preparati ed incorruttibili, che si dotino - a proprie spese - di strutture moderne ed efficienti;
- che l'esercizio di tale funzione è soggetta a penetranti controlli da parte dell'organizzazione del Ministero della Giustizia;
- che è di tutta evidenza la considerazione che "triplicare" il numero dei Notai comporterebbe l'esigenza di "triplicare" l'attività di controllo (che Lei mi pare ignori, o quanto meno sottovaluti);
- che è di tutta evidenza che "triplicare" il numero ne abbasserebbe la qualità (come infatti oggi avviene per l'avvocatura);
- che è di tutta evidenza che "triplicare" il numero renderebbe la professione notarile poco soddisfacente dal punto di vista economico riguardo alle pesanti responsabilità che sono connesse;
- che conseguentemente quei soggetti preparati che oggi ambiscono a fare il Notaio si rivolgerebbero a fare qualcos'altro, anche ugualmente o meno remunerativo, ma sicuramente meno responsabilizzante;
- che di conseguenza la funzione sarebbe svolta da scalzacani impreparati e facili da corrompere (lei non ha idea, probabilmente, quante sono le proposte "indecenti" che provengono ogni giorno dai clienti e dai loro professionisti "di fiducia" - rectius, complici, ed in particolare in alcune zone del Paese);
- la legge Mancino sulle cessioni di quote sociali o aziende, infatti, fu introdotta proprio perchè, quando non c'era l'autentica notarile, accadeva misteriosamente che in punto di morte tutti provvedessero a cedere le proprie quote in favore degli eredi: oggi ciò non avviene - MA GUARDA UN PO'.

Riassumo e concludo:
- o riteniamo che "la funzione" non sia di alcuna utilità, e allora sotto anche con le guide turistiche, non soltanto gli avvocati....;
- oppure, più fondatamente, riteniamo che tale funzione sia meritevole e soggetta a controlli, per cui una rigida selezione è indispensabile ed il NUMERO PROGRAMMATO E' UN'ESIGENZA INSOPPRIMIBILE: ed inoltre, a tutela dell'imparzialità e dell'indipendenza, è necessaria l'incompatibilità con la professione di avvocato (giurista di parte);

"In subordine, considerato che spesso bisogna aspettare mesi per la stipula di un atto, che si mantenga basso il numero dei notai in servizio.
Visto che il loro reddito è altissimo, triplicare il numero dei notai non porterebbe alla fame chi già esercita, darebbe la possibilità ad altri di entrare in quella professione, porterebbe indubbi benefici in termini di tempo all'utenza (e forse un po' di concorrenza avrebbe qualche benefico effetto anche sul costo degli atti)."

- i mesi, forse, derivano dalla difficoltà dell'istruttoria, che lei ignora;
- mi conferma che per Lei "il problema notariato" sono i loro redditi;
- trascura di considerare che una cosa è essere ricchi, un'altra è essere chi dichiara di più;
- sul singolo atto non vi sarebbe alcun risparmio, perchè scendere al di sotto delle attuali tariffe non sarebbe possibile, sia perchè ne sarebbe pregiudicato l'approfondimento degli accertamenti (ed infatti, quando compro casa, se il professionista mi dovesse chiedere due lire, mi dovrei chiedere "ma chi è questo scalzacani ? Avrà fatto tutti gli accertamenti del caso ?), sia perchè la struttura dello studio (personale, informatica...venga a vedere che cosa ci impone la P.A.) ne sarebbe pregiudicata in efficienza e sicurezza.

Vorreste che l'attività di consulenza connessa ad un trasferimento immobiliare costasse quattro soldi, e non vi lamentate di pagare i mediatori immobiliari o creditizi. A me basterebbe guadagnare 1/4 dei mediatori e la metà degli avvocati...

Spero che basti. Tutto il resto è invidia.
Massimo
17 settembre 2007 0:00

Credo che ad una sola reiterata obiezione si debba rispondere:

ammesso e non concesso che sia possibile, prima di invocare un pezzetto di common law anche nel nostro ordinamento

partire col chiedermi
innanzitutto la convenienza
ed in secondo luogo le conseguenze di tale scelta.

Vi è qualche vantaggio? Allora è giusto augurarsi che questo accada,

ma poichè tale ventaggio non v'è,
ed a sostenerlo non sono i Notai, ma quanto accade nelgi altri paesi, direi che non sia il caso di andare a modificare un qualcosa che funziona egregiamente.

Se poi, da buoni masochisti, il motivo risiede nella volontà di perdere le attuali garanzie in materia immobiliare e societaria, che lo si dica così almeno la finiamo di "palleggiare".


Matteo B.

lei dice che il cambiamento possa essere facile e cioè che sia sufficiente la volontà del legislatore,

mah insomma, diciamo che non è così semplice come cambiarsi i calzini, però come spiegarlo?

matteo b
17 settembre 2007 0:00
Max,
non faccia l'offeso. Non è mica colpa mia se a fronte di un esempio dimostrabile e concreto lei si mette a fare della dozzinale analisi sociologica basata su consumatissimi luoghi comuni, arrivando ad insinuare che in svizzera l'avvocato può fare anche il notaio perchè là sono più onesti mentre in italia no...
Se dobbiamo confrontarci, sarebbe opportuno farlo su fatti e dati concreti. Evitando magari di trincerarsi dietro opinioni altrui...
Perchè dopo migliaia di parole un fatto è certo: che esiste in Europa almeno un esempio in cui per i notai non c'è il numero chiuso ed in cui, udite udite, l'avvocato può fare anche il notaio...ed è un sistema che funziona!!!
Ma la controargomentazione a questo fatto concreto non può essere "ma in svizzera hanno un senso della legalità maggiore"...
matteo b
17 settembre 2007 0:00
E dalli, ancora mi (o ci?) si chiede di dire che cosa non va nel sistema notarile italiano...
Ancora una volta, Bersanotto, glielo ripeto, quello che non va sono i costi. I notai italiani sono troppo troppo troppo costosi. E perchè sono costosi? Glielo ripeto per la ennesima volta: sono costosi perchè operano in regime di monopolio. Se operassero in regime di concorrenza esattamente come tutte le altre libere professioni i costi sarebbero decisamente inferiori.
Nessuno di voi è riuscito a dare valide ragioni per giustificare questo monopolio. IL che porta a pensare che il monopolio serva solo a tutelare le ricche rendite di posizione.
Nè riescono a giustificare il monopolio gli "immani" sacrifici necessari per diventare notai. Tali sacrifici sono "immani" esattamente come "immani" sono i sacrifici necessari per diventare medico, magistrato, pilota militare, commercialista, e via dicendo.Quanto all'esempio dei mutui subprime, mi permetta bersanotto, non c'entra un fico secco. Il che conferma la mancanza di argomentazioni serie da parte sua per motivare le ragioni del monopolio, oltre che di scarsa dimestichezza con la finanza e l'economia.
Per sua informazione, il problema dei mutui subprime nasce da tre fattori:
- la diffusione di mutui sempre più "esasperati" in termini di lunghezza del rimborso ed incidenza sul reddito
- la concessione un po' troppo "allegra" di tali mutui da parte delle banche che in molti casi non si sono tutelate abbastanza sul fronte delle garanzie
- la discesa dei prezzi delle case (questo è in realtà l'elemento detonante: quello che sta accadendo è che i debitori risultano indebitati per un valore che è superiore a quello della casa acquistata che fa da garanzia sul debito contratto, il che impedisce alle bnche di rientrare del debito in caso di insolvenza)
Come vede, caro bersanotto, il problema è tutto interno al sistema bancario. I notai non c'entrano assolutamente nulla. E se c'entrassero ci sarebbe precisato, come accaduto qualche giorno fa in questo forum, che "la tutela del notaio opera nei limiti delle competenze e della funzione del notaio".....e cioè che il notaio ci tutela sì, ma solo fino ad un certo punto....
Qua bersanotto nessuno vuole fare il notaio. Semplicemente si vuole che il notaio costi meno, e che ci sia più concorrenza. E da questo punto di vista se c'è qualcuno che deve studiare. e anche duramente, è proprio lei, che del funzionamento di un'economia di mercato pare capire veramente poco.
Max
17 settembre 2007 0:00
Per Privato sottufficiale.
Si faceva riferimento ad un modello, quello di common law, dove il notaio ha funzioni di mera certificazione circa l’autenticità delle firme e senza altre responsabilità.
Se hai letto i messaggi precedenti dovresti sapere che io sono convinto circa l’opportunità di un allargamento del numero dei notai, ma il sistema di accesso attraverso un concorso severo ed anonimo come è quello attuale deve rimanere a garanzia della collettività. Ti sentiresti più tutelato se sapessi che la percentuale dei promossi al concorso notarile passasse dall’attuale 5% al 50% come quello dell’esame di abilitazione forense?
Ti chiedi “in quale modo l'attuale assetto notarile abbia contribuito al superamento della situazione italiana” e ti riporto per intero l’intervento del prof Nocita che potrai trovare sul blog noisefromamerika:

"Da diversi mesi ho avuto occasione di collaborare ad alcune ricerche con il Consiglio Nazionale Notarile italiano. In particolare ho cercato di capire l'economic rationale dell'istituzione 'notariato latino' partendo da un approccio molto simile a quello di Gianluca. Dopo esere entrato in questo mondo, ho rivisto molte delle mie idee. Sto scrivendo un articolo per l'European Journal of Law and Economics e appena finito invierò qui il link. Alcune pillole: 1. transazione immobiliare (conveyancing): non c'è alcun obbligo giuridico ad avere la certificaizone di un notaio, se la si vuole vi è un attività riservata oggi ai notai 2. E' efficiente questa riserva? Dipende dagli obiettivi. Il più importante è la certezza giuridica dei diritti proprietari, importante non solo per il valore economico delle parti contraenti, ma per il buon funzionamento del mercato nel suo complesso. La domanda é: c'è un sistema alternativo che permette a parità di qualità migliore efficienza? Prima di eliminare il notariato latino occorre valutare l'impatto di modelli alternativi, considerando non solo il versante dei costi privati, ma anche quello dei costi sociali 3. Se guardiamo al titling system USA o a quanto sta avvenendo in Canada, notiamo qualche problema: crescono le frodi per assenza di controlli a fronte di (a) una limitata responsabilità dei lawyers in USA (dove il costo di transazione privato sembra comunque pari se non superiore a quello medio italiano), (b) un crescente costo pubblico da parte dello Stato (Canada). Proprio in questi giorni in Canada si stanno chiedendo se non convenga adottare un sistema notarile di tipo latino...per risolvere il problema dei costi assicurativi delle frodi che ricadono sullo Stato e quindi sulal collettività 4. Il notaio italiano assume sempre la massima responsabilità sugli atti che firma (il che lo induce a fornire il massimo effort) 5. Per capire l'economics del notaio occorre guardare a mio avviso ai two-sided markets e, contemporaneamente, al caso di contratti incompleti con asimmetria informativa ma occasionali (fresh contracts). la letteratura sui two-sided markets mostra come il notaio (metà professionista metà pubblico ufficiale) sia una piattaforma che intermedia gruppi tra i quali insistono esternalità negative e positive. La società beneficia dell'esternalità positive, ma il notaio può prezzare solo uno dei due gruppi (il prezzo oggi è definito cmq dal Ministero). Inoltre mercati con fresh incomplete contracts (Shavell 2005) richiedono sempre prezzi regolamentati e controlli su qualità o numero chiuso. La liberalizzazione non aiuta in quel caso. 6. L'antitrust comunitario e italiano dice che alcune riforme pro-concorrenziali sono tuttavia - se filtrate dagli obietttivi di qualità - da incoraggiare in taluni ambiti se servono ad evitare l'emersione di incentivi collusivi. Il caso olandese è un recente esempio di liberalizzazione: la riduzione dei tempi di accesso (ma sempre attraverso un concorso) si è accompagnata tuttavia ad un incremento del periodo di praticantato ex-post. I prezzi e il numero dei notai non hanno subito mutamenti rilevanti. 7. provocazione: prima di buttare a mare il notariato, perché non chiedersi se la sua strana forma mista istituzionale non possa essere un ibrido efficiente da imitare (per esempio per la giustizia civile, vero fardello anche secondo Doing Business?) ciao"

Max
17 settembre 2007 0:00
Matteo B., scurrilità a parte, il suo confine tra volontà di non ascoltare ed impossibilità di comprendere diventa sempre più flebile…
Sono stanco di ripetere sempre le stesse cose, vada a rileggersi i messaggi precedenti.
cordiali saluti

p.s.: quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito...
Privato sottufficiale
17 settembre 2007 0:00
Per bersanotto.
Non mi va il numero chiuso, che attribuisce ingiustificate posizioni di rendita a pochi privilegiati.
In subordine, considerato che spesso bisogna aspettare mesi per la stipula di un atto, che si mantenga basso il numero dei notai in servizio.
Visto che il loro reddito è altissimo, triplicare il numero dei notai non porterebbe alla fame chi già esercita, darebbe la possibilità ad altri di entrare in quella professione, porterebbe indubbi benefici in termini di tempo all'utenza (e forse un po' di concorrenza avrebbe qualche benefico effetto anche sul costo degli atti).

bersanotto
16 settembre 2007 0:00
INSISTO:

LA DOMANDA E':

CHE COSA C'E' CHE NON VI VA NELL'ATTUALE SISTEMA ? DOV'E' "IL PROBLEMA NOTARIATO" ?

Rispondete solo a questo, senza slogan e senza parole prive di significato come "liberalizzazioni", "corporazioni" e fandonie simili. Tutto il resto è stato detto e stradetto, ed ognuno rimarrà della propria opinione.
Privato sottufficiale
16 settembre 2007 0:00
Per bersanotto.

Lei cerca di mettere la discussione sul piano personale per evitare di affrontare i nodi del problema.
Per quanto riguarda l'invito a studiare la cosa non mi riguarda. Ho una laurea in lettere conseguita in corso a 23 anni, sono diventato insegnante di ruolo a 27, ho vinto il concorso a preside a 35 anni, ho conseguito una seconda laurea (in giurisprudenza, alla Sapienza, in corso, piano di studi tradizionale), ho conseguito l'abilitazione come procuratore legale (allora si chiamava così) al primo tentativo e sono soddisfatto del mio lavoro.
Non ho mai fatto pratica notarile e perciò non ho mai partecipato al relativo concorso.
Perché si vuole ostinare a pensare che chi vuole cambiare le cose è mosso soltanto da invidia?
Commenti
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