Commenti
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alfonso scala lombardo 13 marzo 2009 0:00
Accetterò,insieme alle altre porcherie che già vi sono,
anche una centrale nucleare vicino a casa mia, purchè se ne
costruisca una ad Arcore, e le altre presso chi vi è tanto
favorevole. In quattro e quattro otto, risolviamo il
problema.
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Harakiri 13 marzo 2009 0:00
X Per chi suona a orecchio Continui a
scrivere cazzate prive di senso. Non perdo
neanche tempo a replicare perchè già ti è stato risposto
ampiamente in precedenti interventi ma a te non interessa
confrontarti sulle questioni concrete che sono state poste,
quindi non c'è alcuna possibilità di dialogo. E
non si può discutere con chi dimostra di ignorare cosa
siano le radiazioni e come le scorie sviluppano i loro
effetti. E non si può discutere con chi continua ad
esercitarsi su teorici sollevamenti di 4\5 km di roccia
ignorando i danni che terremoti di lieve entità possono
provocare sui depositi sottosuolo delle scorie e ignorando
le raccomandazioni e gli standard di sicurezza previsti
dagli enti internazionali che si occupano di nucleare.
Lo vuoi capire o no che gli enti internazionali raccomandano
che le scorie non siano depositate in aree sismiche?
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Topesio 13 marzo 2009 0:00
Dalle cazzate che spari, direi che faresti bene TU a tornare
a scuola.
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per chi scrive a cazzo 13 marzo 2009 0:00
CAZZO, ORECCHIONE, MA SCRIVI PROPRIO A CAZZO!
"Ma se non si comprende una simile ovvietà...Ma
se non si comprende una simile ovvietà..." Le
scorie vanno a fondo? Bene, te ne servo metà in un
bicchiere d'acqua, e ti voglio vedere a berti la metà
sopra. "Ma se non si comprende una simile
ovvietà...Ma se non si comprende una simile
ovvietà..." Il vapore non può trascinarsi le
scorie? E che mi dici della RADIOATTIVITA', Rubbia dei
poveri? La nube di Chernobyl non trascinava
"scorie", era RADIOATTIVA. Ed era più leggera
dell'acqua, visto che non se ne è andata in giro per il
mondo col taxi! "Ma se non si comprende una
simile ovvietà...Ma se non si comprende una simile
ovvietà..." Se questo è quello che hai imparato
dal prof di fisica, tanto valeva che anche tu a
"SQUOLA" avessi fatto solo "assemblee,
okkupazioni e cortei di protesta". E forse
avresti imparato un pochino di UMILTA', prima di venir
qua coi tuoi toni arroganti a spalare merda che ti si
ritorce contro come un boomerang. Un nick davvero
appropriato, complimenti.
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x chi suona a orecchio. 12 marzo 2009 0:00
Vedo che qualcuno a scuola, fra un'assemblea
studentesca, un'okkupazione e un corteo di protesta
abbia pure avuto il tempo di frequentare qualche ora dal
prof. di fisica. Hanno scoperto che l'acqua
può circolare e che evapora pure. Peccato
che: -l'acqua porta le scorie a depositarsi nel
punto più profondo che può raggingere, quindi ancora più
in profondità di dove si trovano; -il vapore invece
può risalire fino alla superficie, ma non può certo
portarsi dietro le scorie, visto che l'acqua evapora a
100 gradi centigradi, mentre le scorie (non potendo
evaporare)resterebbero dove sono. Ma se non si
comprende una simile ovvietà; se si pensa che un
terremoto con epicentro a 4/5 km di profondità è un
terremoto che solleva di 4/5 km le rocce; si può
davvero credere che le scorie prenderanno un taxi e verranno
ad alloggiare nell'insalata. Il sito di
Scanziano: scusate se non vi ho risposto. Potrei dire che
800 metri di profondità è sempre meglio di 0, e che,
visto che non esitono solo le scorie prodotte dalle
centrali (ma anche ad es. quelle prodotte negli ospedali),
da qualche parte le scorie dovranno pure andare (a meno che
non si pensi di chiudere anche gli ospedali) Ma una
delle tecniche degli ecologisti è da sempre quella di
scartare le possibili soluzioni immediate esitenti,
rinviando a una soluzione futura, che verrà fra 10, 20 o 30
anni. E quando quelle soluzioni dovessero materializzarsi,
c'e sempre una soluzione futura ancora più avanzata
come scusa per non fare nulla. Un poco come quei negozianti
che espongono nela loro bottega il cartello "Oggi non
si fa credito. Domani sì" Nucleare? non
quello di terza generazione, meglio aspettare la quarta o
la quinta, o la fusione nucleare. Carbone? meglio
l'eolico. Stanno costruendo centrali eoliche? fermi
tutti, visto che le pale dei rovinano il paesaggio!
Autostrade no, meglio i treni. Stanno facendo le ferrovie?
ma siamo pazzi? e l'impatto ambientale? Meglio lasciare
tutto com'è in attesa che si inventi il teletrasporto
di star trek.
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Harakiri 11 marzo 2009 0:00
X Mah Perchè, i francesi non vogliono più
venderci l'energia? E che se ne fanno?
La mangiano innaffiandola con lo chablis?
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Sergio 9 marzo 2009 0:00
Gaetano, in quel che scrivi c’è del vero. Però dal
momento che inviti noi a svegliarci, prova a svegliarti.
Il tema posto non verte su nucleare sì o nucleare no
ma sulle scelte e le decisoni preliminari a ogni progetto
che intenda rilanciare il nucleare o qualsiasi progetto
industriale. Questioni propedeutiche e
metodologiche. Ciò che si critica è la litania
(falsa) che attribuisce ai referendum “emotivi”
l’uscita dal nucleare (sono stati citati i vari passaggi
che hanno portato a questa decisione e quindi non mi ripeto)
mentre è stata una decisione maturata nel tempo da diverse
maggioranze parlamentari. Non sarebbe opportuno,
allora, cominciare a dire come stanno le cose? Non
sarebbe opportuno un dibattito che analizzi il “perché”
la classe politica ha deciso di uscire dal nucleare?
Non sarebbe opportuno avviare un dibattito che faccia
chiarezza sul perché oggi si può tornare al nucleare senza
ripetere gli errori del passato? Perché si fornisce
una lettura falsa di quanto avvenuto? Le scorie e
le modalità di scelta dei siti dove installare le centrali
erano alcuni dei problemi posti nei decenni passati.
E’ cambiato qualcosa oggi rispetto a quei problemi? Sì,
ma in peggio. La stessa maggioranza che ha commesso
gravi errori nella scelta del sito di stoccaggio delle
scorie (Scanzano Jonico) oggi fa finta di nulla senza
indicare come pensa di risolvere il problema. La
scelta dei siti è, con la riforma del Titolo V della
Costituzione, più difficile e complessa di allora.
Non sarebbe meglio decidere con le Regioni e gli altri Enti
Locali queste modalità di scelta prima di annunciare a
mezzo stampa il rilancio del nucleare? Se la
convenienza del nucleare è prevalentemente economica,
poiché tu stesso affermi che compriamo l’energia
dall’estero (non perché gli altri si privano di qualcosa
ma perché ne producono in eccesso), la convenienza
economica è esclusivamente nella differenza di costo tra il
prezzo di acquisto e il costo di produzione in proprio. In
altre parole, la Francia ci vende energia con un ricarico
(profitto); se noi la producessimo in proprio avremmo al
massimo il costo di produzione che hanno i francesi (in
realtà ci costerebbe comunque di più perché non possiamo
contare sulla filiera nucleare civile\militare); spendendo
miliardi, risparmieremmo esclusivamente questo “margine di
profitto” che riconosciamo ai francesi. Ben poca
cosa che porterebbe a non avere alcuna convenienza nel
costruire le centrali e nell’assumerci tutti gli oneri di
gestione ordinaria e straordinaria a fine ciclo produttivo.
Secondo IEA il costo del nucleare è 60-70
euro\MWh e non 20-30 euro\MWh come viene sbandierato dai
fautori del nucleare. Il costo IEA è ottenuto
calcolando le ore effettive di funzionamento (che riducono
la capacità nominale di produrre energia; in Francia la
media è di 7150 ore anno e non 8000 come invece presentano
i nostri conti), i costi di gestione delle scorie, il costo
di gestione passiva a ciclo concluso, il costo di
smantellamento delle centrali (per lo smantellamento delle
nostre centrali nel 1999 furono stimati 3,5miliardi di euro;
l’avanzamento dei lavori, vedi compensi a SOGIN, ci
portano a ritenere che questa stima è ancora una volta
calcolata per difetto), il costo della sicurezza delle
popolazioni e dei territori in cui sono poste le centrali.
Un minimo errore nella progettazione o
nell’analisi del sito, che determini un allungamento dei
tempi, riduce sensibilmente il risultato economico atteso.
Non ha alcun senso parlare di costo medio del nucleare
perché ogni centrale ha un suo proprio costo, in stretta
relazione al territorio in cui è posta la centrale. Una
centrale collocata in prossimità del sistema idrico
connesso al Po richiede, per esempio, tutele particolari per
evitare che una fuoriuscita di acque possa provocare danni
irreparabili in tutto il sistema idrico e agricolo della
pianura padana; se poi consideriamo le periodiche siccità
che riducono sensibilmente la portata dei fiumi,
servirebbero anche sistemi di stoccaggio di acqua per il
raffreddamento (problema che si è posto anche in Francia
nell’estate 2007) con conseguente aumento dei costi di
costruzione (in Finlandia sono stati già sforati alla
grande i preventivi). Quindi, è un’assurdità scientifica
parlare di costo medio di una centrale senza considerare il
luogo dove sarà costruita. Se vogliamo
parlare di convenienza economica bisogna iniziare a fare i
conti in modo corretto e soprattutto spiegarci perché
adesso non si ripeterà quel che è successo nel passato:
Caorso costò 7 volte la cifra preventivata; Montalto quando
ne fu fermata la costruzione era già costata 6 volte la
cifra preventivata per l’intera costruzione; Trino rimase
ferma 6 anni su venti di attività; Garigliano fu fermata
nel 1982 (quindi, la scusa dei referendum non può neanche
essere tirata in ballo) dopo appena 18 anni di
attività. A fronte di tutto ciò, c’è ancora
qualcuno che è disposto a sostenere che l’unico problema
che ha bloccato il nucleare è rappresentato dai soliti
sciocchi ambientalisti? O c’è stata molta
leggerezza e criminale superficialità? Possiamo
affermare che l’avventura nucleare per l’Italia sia
stata una meravigliosa storia interrotta da fanatici
ambientalisti? Possiamo ripartire come se nulla fosse
successo? O serve lucidità, chiarezza,
trasparenza? Riguardo alle emissioni di CO2, hai
ragione, Gaetano, ma non è solo il modo in cui si produce
energia che conta ma i modi complessivi in cui si consuma
l’energia. Infatti, la stessa Francia nonostante usi il
nucleare in dosi massicce produce CO2 per abitante in
quantità analoghe alla media pro capite dell’Italia. Il
nucleare da solo non basta a ridurre le emissioni se poi il
consumo non avviene in modo avveduto anche negli altri
settori che producono CO2 (usi civili per riscaldamento e
trasporti). Per quanto mi riguarda, quel che non
va è la mancanza di trasparenza e di dibattito; è il
continuo far finta che non ci siano stati problemi nel
passato; è il risentire gli stessi generici discorsi degli
anni passati senza alcuna analisi delle modalità che allora
portarono all’entrata nel nucleare e poi all’uscita dal
nucleare. Come vedi tutte questioni
propedeutiche, metodologiche. Dove sono i piani
di emergenza previsti per legge già adesso? Cosa facciamo
in caso di incidente in Francia o in Slovenia? Quanti soldi
sono previsti su questo fronte? E quali azioni?
Cosa prevediamo per le scorie? Quanto stanziamo per la
sicurezza passiva e lo smantellamento? I progetti
delle nuove centrali oltre ai costi di costruzione (al
momento ancora generici), indicano le procedure e i costi
per la gestione passiva e lo smantellamento? O vogliamo
continuare a costruire centrali come nel passato fingendo di
ignorare che un giorno dovranno essere smantellate?
Come possono essere considerati attendibili i costi di
costruzione se non conosciamo dove le costruiremo?
In capo a chi sono posti i costi assicurativi e i
risarcimenti per eventuali incidenti? Quanto è
accantonato per i costi di bonifica? O come sempre
qualcuno incasserà i profitti e le perdite saranno
“socializzate”? Esistono errori umani ed
esistono errori di progetto; nel passato a ogni incidente di
rilievo si è dovuto procedere a modifiche significative dei
sistemi di sicurezza (leggiti la storia di Trino, per
esempio); sono gli incidenti che ci hanno portato a
comprendere che i sistemi di sicurezza posti in campo erano
inadeguati. Vogliamo far tesoro dell’esperienza?
Allora, sappiamo che c’è sempre qualcosa che sfugge in
ogni progetto industriale o c’è sempre il rischio
dell’errore umano. Chi pagherà i costi in caso di
incidente? Perché fare i conti su 8000 ore anno
di produzione se la realtà francese ci indica come dato
reale 7150 ore anno? Questioni concrete, dunque
che nulla hanno da spartire con un generico pro o contro.
Sono disposto a prendere in considerazione l’opzione
nucleare solo se non si continuerà a ignorare tutti questi
aspetti. E quasiasi persona ragionevole solo dopo aver
analizzato le risposte a queste domande potrà, nel caso,
affermare che il nucleare è una buona scelta.
Poiché io nel piano del governo non ho ancora trovato una
sola parola in risposta a queste ragionevoli domande, o tu
Gaetano sei in possesso di documenti che io non conosco
oppure devi svegliarti perché diversamente scriveresti cose
da grullo.
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Auro 8 marzo 2009 0:00
Gaetano ha le idee chiare e sarebbe opportuno che gli altri
ascoltassero le argomentazioni serie e ponderate.
Svegliatevi e non state a sentire le fregnacce che per tanti
anni persone "illuminate" hanno sparato a vanvera
e senza alcun scrupolo.
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IVAN 8 marzo 2009 0:00
(da MAH:) "Investiamo in maniera decisa
sulle energie alternative (ma non è detto che il nucleare
non debba comunque avere un certo ruolo) Finora non è
stato fatto nulla, e spero che non saper prendere decisioni
non sia da considerare una grande conquista."
________________ Discorso già affrontato:
boicottando lo sviluppo delle energie rinnovabili, si
possono tenere alti i costi dell'energia prodotta con
metodi antidiluviani dai soliti noti che ne detengono il
monopolio. In pratica: "O ci paghi una bolletta
salata, o torni ad accendere le candele." E ora
questi stessi "benefattori" vorrebbero propinarci
il nucleare per "farci risparmiare"? Secondo
te?
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mah 7 marzo 2009 0:00
criticare, proporre soluzioni alternative, discutere va
sempre bene. quello che non va bene è tutto ciò che
abbiamo fatto dal referendum in poi. non abbiamo fatto
niente in tema di energia ed abbiamo continuato a comprare
energia nucleare da chi ce le costruisce al confine. i
casi sono due: 1) costruiamo noi le centrali 2)
investiamo in maniera decisa sulle energie alternative (ma
non è detto che il nucleare non debba comunque avere un
certo ruolo) finora non è stato fatto nulla, e spero
che non saper prendere decisioni non sia da considerare una
grande conquista.
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Supervik 7 marzo 2009 0:00
Gaetano ha perfettamente ragione! Il suo modo di esprimersi
non mi pare offensivo per nessuno. E' un po'
colorito ma daltronde che male c'e' a colorare la
discussione?
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NON contrario al nucleare 7 marzo 2009 0:00
Gaetano, non entro nel merito di quel che hai
scritto. Infatti l'ho appena sbirciato. Avendo
riscontrato fin da subito un atteggiamento arrogante
("Sciocchezze", "svegliatevi",
"castronate"), era inutile considerare le tue
argomentazioni. Che ti costava scrivere le STESSE
cose, ma senza affogarle nel fango? Potresti
anche aver "ragione", ma scritte COSI', le tue
"ragioni" non stimolano proprio NESSUNO a
riflettere su alcunchè. Tienilo presente nei
tuoi prossimi post, se desideri ottenere qualcosa dai tuoi
sforzi letterari. Saluti.
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Gianni 6 marzo 2009 0:00
Sig. Gaetano come pensa di smaltire le scorie o tutto
quello che poi rimane contaminato per millenni. Lo
sfruttamento dell’energia nucleare produce rifiuti
radioattivi che devono convenientemente essere sistemati
sino al decadimento del loro livello di radioattività a
valori comparabili con quelli delle formazioni geologiche
naturali di loro provenienza. Una grande centrale da
1000 MWe che funzioni a pieno regime produce in un anno
circa duecento metri cubi di rifiuti a basso livello di
radioattività, 100 metri cubi di livello intermedio e 4
metri cubi ad alto livello, immobilizzati in blocchi di
vetro al borosilicato (oppure trenta tonnellate di
elementi di combustibile esauriti, se non riprocessati in
appositi impianti di ritrattamento). Questi ultimi vanno
collocati, dopo una cinquantina di anni, in apposite
cavità, a grandi profondità in opportune formazioni
geologiche non lambite da acqua e dove si presume non
avvengano modifiche in tempi molto lunghi, tempi
geologici. Credo che sia ora di smetterla di sotterrare
spazzatura, in tutti i sensi da quella tradizionale a quella
radioattiva. Le possibili fonti di energia rinnovabili
sono diverse non c'è solo il fotovoltaico, con buona
volontà ed un bel po' di soldi, si potrebbe ricavare
più energia di quella che 4 centrali nucleari possono
produrre e ad un costo più basso come investimento per gli
impianti. Incidenti in centrali dopo Chernobil ce
ne sono stati molti, meno gravi forse. Elenco gli
incidenti in centrali nucleari dall'anno 2000 in poi.
2000, 15 Febbraio, USA. Reattore Indian Point 2, fuga
vapore radioattivo. 2001 Germania. Esplosione
di una parte dell'impianto di Brunsbuettel.
2003, aprile. Paks (Ungheria). L’unità numero 2 del sito
nucleare di Paks (costituito da quattro reattori è
l’unico in Ungheria a 115 chilometri da Budapest) subisce
il surriscaldamento e la distruzione di trenta barre di
combustibile altamente radioattive. Solo un complesso
intervento di raffreddamento scongiura il pericolo di
un’esplosione nucleare, limitata ma incontrollata con
gravi conseguenze per l’area intorno a Paks.
2003, 17 ottobre. Arcipelago de La Maddalena (Italia).
Sfiorato incidente nucleare: il sottomarino americano
Hartford s’incaglia nella Secca dei Monaci a poche miglia
dalla base di La Maddalena dove solo l’abilità del
comandante riesce a portare in porto il mezzo avariato. Il
licenziamento di alcuni militari induce a pensare che il
rischio corso non sia stato risibile. 2004,
9 agosto, Giappone. Nel reattore numero 3 nell’impianto di
Mihama, 350 chilometri a ovest di Tokyo, una fuoriuscita di
vapore ad alta pressione, con una temperatura superiore ai
200 gradi, è costata la vita a quattro operai. Altri sette
operai sono in condizioni molto gravi. Si è trattato del
più tragico incidente nella storia dello sfruttamento
dell'energia nucleare a fini civili in Giappone.
L’azienda Kansai Electric Power, che gestisce la centrale,
si è affrettata a comunicare che non c’è stata
contaminazione radioattiva. 2004, 9 agosto,
Giappone. altra centrale non precisata. A quanto ha riferito
l'agenzia Kyodo, le fiamme sono divampate nel settore
dove vengono smaltite le scorie, adiacente al reattore
numero 2, in un impianto situato nella prefettura di
Shimane. Anche in questo caso non c’è stata alcuna fuga
radioattiva. 2004, 9 agosto, Giappone. Incidente
nella centrale nucleare della Tokyo Electric Power Company
(Tepco), la più grande impresa produttrice di energia in
Giappone. La società ha comunicato che il generatore
dell’impianto di Fukushima-Daini è stato fermato per una
perdita di acqua. 2005, aprile, Gran Bretagna.
Sellafield. Viene denunciata la fuoriuscita di oltre 83mila
litri di liquido radioattivo in 10 mesi a causa di una
crepatura nelle condotte e di una serie di errori
tecnici. 2006, maggio. Laboratori Enea
della Casaccia (Italia). Fuoriuscita di plutonio, ammessa
solo quattro mesi dopo, che ha contaminato sei persone
addette allo smantellamento degli impianti.
2006, maggio. Mihama (Giappone). Ennesimo incidente con fuga
di 400 litri di acqua radioattiva nella ex centrale nucleare
di Mihama. 2006, 26 luglio. Oskarshamn
(Svezia). Corto circuito nell’impianto elettrico della
centrale a 250 chilometri a sud di Stoccolma per cui due dei
quattro generatori di riserva non sono stati in grado di
accendersi. Vengono testate tutte le centrali nucleari del
Paese e quella di Forsmark viene spenta.
2006, 7 ottobre. Kozlodui (Bulgaria). Viene intercettato un
livello di radioattività venti volte superiore ai limiti
consentiti e le verifiche portano a scoprire una falla in
una tubazione ad alta pressione. La centrale, che sorge nei
pressi del Danubio, scampa a una gravissima avaria. Secondo
la stampa locale la direzione cerca di nascondere
l’accaduto e di minimizzarlo nel rapporto all’Agenzia
nazionale dell’Energia Atomica. 2007, 28
giugno. Kruemmel (Germania). Scoppia un incendio nella
centrale nucleare di Krummel, nel nord della Germania vicino
ad Amburgo. Le fiamme raggiungono la struttura che ospita il
reattore e si rende necessario fermare l’attività
dell’impianto. In pochi mesi si verificano avarie anche
nelle centrali di Forsmark, Ringhals e Brunsbuttel.
Secondo il rapporto 2006 del ministero federale
dell’Ambiente, l’impianto di Kruemmel è il più
soggetto a piccoli incidenti tra le 17 centrali. Stando ai
piani di uscita dal nucleare, fissati in una legge del 2002,
il reattore dovrebbe essere spento al più tardi nel
2015. 2007, 16 luglio. Kashiwazaki
(Giappone). La centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, la
più grande del mondo che fornisce elettricità a 20 milioni
di abitanti, viene chiusa in seguito ai danneggiamenti
provocati dal terremoto. L’Agenzia di controllo delle
attività nucleari giapponesi ammette una serie di fughe
radioattive dall’impianto, ma precisa che si tratta di
iodio fuoriuscito dal una valvola di scarico. Il direttore
generale dell’AIEA, Mohammed El Baradei, dice che il
sisma: “è stato più forte di quello per cui la centrale
era stata progettata”. Il terremoto provoca un grosso
incendio in un trasformatore elettrico, la fuoriuscita di
1.200 litri di acqua radioattiva che si riversano nel Mar
del Giappone e una cinquantina di altri incidenti. Si teme
che la faglia sismica attiva passi proprio sotto la
centrale. Gianni
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Topesio 6 marzo 2009 0:00
Gaetano, parla d'altro!
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Gaetano 6 marzo 2009 0:00
NUCLEARE, quante sciocchezze che si scrivono. Il mio
intervento non vuole insegnare a qualcuno niente ma
solo far ragionale sul fatto che quello che si scrive
è dettato da informazioni smozzicate e
frammentarie che in parte condividiamo senza saperne il
perchè, in molti casi senza pensare. 1) A tutti
gli ambientalisti e simpatizzanti vorrei rivolgere un
appello: "SVEGLIATEVI", anche tappezzando la
cina di pannelli solari si è calcolato che non si
riuscirebbe a produrre tanta energia per serire 1/5 del
fabbisogno dei cinesi, figuriamoci nel territorio
italiano. 2) Non ce l'ho contro il
fotovoltaico, intendiamoci, ritengo che sia una
fonte alternativa (ecco il punto alternativa e non
sostitutiva); però vorrei suggerire a tutti i fotofili
che, belli miei, quando vi comprate il pannellino sono
tutte rose e fiori, ma quando dovrà essere
smaltito a fine vita, lì arrivano i dolori. Si è
stimato, infatti, che lo smaltimento di un pannello
costi tanto e produca rifiuti equivalenti se non
superiori a quelli prodotti bruciando carbone in una
centrale. Uh.... poverini, non lo sapevate? Allora
documentatevi prima di dire delle grandissime
castronate... Forse solo quando i produrranno i
pannelli organici si vedranno dei risultati migliori,
in termini di biodegradabilità. 3)
Chernobil... l'opinione comune è: ma se si dovesse
verificare un altro evento chissà quante persone
morirebbero... Eppoi il nucleare non è sicuro. Provate
ad immaginare un autobus in corsa a cui vengono tolti
il freno, il volante del conducente, e sia portato a
velocità di 160 km, in curva... poi non ci si può
lamentare che muoiono le persone... imputando la colpa al
motore... Vi do un ulteriore consiglio, documentatevi
prima di dire castronate perchè Chernobil... non è
stato un evento incidentale, ma un evento voluto
frutto di un dirigente di orientamenti marxisti
che, per farsi bello, ha volutamente forzato il
processo, togliendo le sicurezze all'impianto
e causando una sciagura che è stata un crimine per
l'umanità. Ma la cosa più grave e che dopo aver
fatto questa marachella... non lo ha detto nemmeno in
giro... se ne sono accorti gli scandinavi che hanno
richiesto ufficialmente quanto fosse successo e gli è
stato negato. Si poteva evitare il peggio ma non lo
è stato fatto. 4) E poi non mi dite che il
rischio del nucleare è superiore degli altri... Le
centrali sono supercontrollatissime, dotate di sistemi
di emergenza interna ed esterna impressionanti.
Questi signori che millantano questo allarmismo provino
a stimare i danni provocati da portomarghera o tutti i
poli industriali italiani che hanno buttato in aria,
nelle acque e nei suoli veleni e continuano a farli...
Vorrei ricordare che i disastri ambientali
globali sono dovuto all'aumento di gas serra per cui
procedendo con centrali elettriche carbone o
termoelettriche non si risolve il problema anzi si
alimenterebbe il paradosso: moriremo tra 200 anni
sommersi dalle acque degli uragani generati dal
crescente effetto serra oppure tra 1mld di anni con le
scorie radioattive? Domanda... le scorie radioattive
producono gas serra? No. Verranno posizionate sotto il
sedere di qualcuno... NO. Sono più nocive della
radioattività naturalmente presente nelle case (pensate che
anche i graniti sono radioattivi... quindi non crediate che
la radioattività sia solo quella delle scorie, ce
l'avete anche in casa, sotto forma di piastrelle,
smalti e Radon... che è un gas radioattivo naturale
che inalate giornalmente) 5) Vi siete scaldati?
Posso continuare... Allora sulla questione
dell'energia è noto che noi acquistiamo energia e
gas dall'estero perchè dagli anni 90 non
produciamo energia nostra, se non un 10-20% dalle fonti
rinnovabili che, ripeto, sono alternative e non
sostitutive (a coloro che pensano il contrario consiglio di
munirsi di candela ed abitare nelle grotte con il pannellino
solare per scardarsi le natiche) Allora... noi
compriamo energia dalla francia che, guarda un po'
produce dal nucleare, e noi.. antinuclearisti convinti... la
compriamo ad un prezzo superiore... siamo furbi... Ah però
qualche pargolo obietterà... però almeno non abbiamo i
rischi degli impianti... Ebbene se ipoteticamente scoppierà
una centrale francese... indovinate un po' chi avrà
maggiori conseguenze? Noi... 6) Non bisogna
neanche dire che il nucleare sia l'unica forma di
energia, Dio mi scansi dall'affermarlo, ma
certamente è una di tante che devono essere
utilizzate, coi dovuti accorgimenti, ma anche con la
sicurezza che non si verificheranno più fatti tragici,
col dovuto controllo. 7) L'atomo non fa male
quanto l'inquinamento che c'è nelle nostre città,
come la cappa di Milano, i fiumi inquinati, il pesce al
mercurio, la diossina... l'atomo e l'atomica è
vista male perchè ricorda utilizzi impropri...
Cerchiamo di utilizzarlo in maniera appropriata e toglierci
di dosso tutte queste falsità. Saluti Gaetano
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Harakiri 6 marzo 2009 0:00
Ha sempre dell’incredibile constatare l’impegno
che alcune persone mettono nell’eludere le questioni poste
preferendo esibirsi in slogan o in discorsi teorici che non
hanno alcuna attinenza con quanto in discussione.
Evidentemente c’è chi pensa che le scorie costituiscano
un problema solo nel caso in cui dovessero trovarsele nella
minestra. Mi chiedo se “Per chi suona a orecchio”
sappia cosa siano le radiazioni e come esercitano i loro
effetti benefici sull’ambiente e in tutto ciò che
incontrano, piante, animali, esseri umani, acqua,
aria… Cosa c’entri il principio di Archimede
con i rischi da scorie radioattive lo sa solo lui.
Ancora una volta si finge di prendere in considerazione
quanto espresso da altri, limitandosi a esercitarsi, con
stupido sarcasmo, in finte risposte. L’esempio delle
infiltrazioni di acqua era appunto un esempio relativo a una
questione più generale posta: “Perché prendi in
considerazione l'ipotesi che un terremoto molto
superficiale debba far affiorare i fusti delle scorie o
sollevare lo strato di rocce?”. La questione di
fondo è che non possiamo disinteressarci del rischio
sismico partendo dalla premessa, sbagliata, che tanto un
eventuale terremoto a 4\5 km di profondità provocherebbe
catastrofi di tale entità che il nucleare a quel punto non
costituisce più una preoccupazione. Ho
spiegato, anche citando un recente fenomeno sismico
registratosi in Friuli, che il problema non è solo la
profondità a cui origina il terremoto ma anche la sua
entità. Quindi, non è vero che un terremoto a brevi
profondità non debba preoccuparci. Ho fatto presente
che la realtà concreta pensata in Italia per lo stoccaggio
delle scorie non è un sito posto a 4\5 km di profondità ma
appena a 800 metri, che si tratta di un sito in zona sismica
e con un giacimento di gas ad appena 1 km di distanza. Sito
costituito da uno spesso strato di salgemma adagiato su uno
strato di argilla (dati desunti dalle relazioni tecniche di
SOGIN). Mi sembra superfluo illustrare il rischio che
l’acqua può rappresentare se entra in contatto con fusti
di scorie in ambiente costituito da salgemma e argilla.
Mi sembra superfluo illustrare gli effetti che un terremoto
può avere su un sito posto in zona sismica ad appena 800
metri di profondità. Non è un caso che gli organismi
internazionali escludano le zone sismiche tra quelle
candidabili per lo stoccaggio a lungo termine delle scorie.
Come escludono che un sito possa essere ritenuto
idoneo se nelle vicinanze c’è un deposito di gas.
Non è un caso che tutte le ricerche internazionali sugli
effetti nucleari prendano in esame il territorio compreso
nel raggio di 50 km dal sito. Sembrano eccessivi 50
km? Vogliamo ridurli a 20, 10? Diteci voi quali siano i
termini di sicurezza accettabili, ma spiegateci anche
perché non dovremmo preoccuparci se si pensa a un sito
posto a solo 1 km da un giacimento di gas. A
tutto ciò si risponde rispolverando in modo maldestro una
nozione scolastica evidentemente poco compresa e per nulla
attinente con quanto posto in discussione. Mi sembra
la dimostrazione più evidente che il problema non sia
rappresentato dagli oltranzisti del “nucleare, no
grazie” ma dai fautori del nucleare a ogni costo che
puntualmente si sottraggono a ogni confronto civile e onesto
ottenendo così l’effetto di rinsaldare il fronte del
“no grazie” e irrobustire tutti i dubbi di coloro che
sono anche disposti a prendere in esame l’opzione nucleare
ma vorrebbero avere risposte e spiegazioni riguardo ai
problemi che da decenni sono sotto gli occhi di tutti.
Ecco perché sono convinto che alla fine del nucleare
in Italia non se ne farà nulla: Berlusconi e Scajola sono
interessati al nucleare solo per fini propagandistici. Si
stanno impegnando a fondo per determinare il fallimento di
questo nuovo sbandierato ritorno al nucleare, attribuendo
poi le responsabilità del fallimento a coloro che sanno
dire solo no.
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Topesio 6 marzo 2009 0:00
Francamente gli interventi di certi caproni che millantano
illuminate conoscenze stimolerebbe anche il buon umore, se
non fosse che poi di altri cervelloni simili a costoro ce ne
ritroviamo a frotte al governo e allora son dolori se scelte
importanti, da cui deriva la nostra salute, dipendono da
siffatta marmaglia.
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Sergio 6 marzo 2009 0:00
Evidentemente quelli dell’Agenzia Internazionale
dell’Energia Atomica (IAEA) dovevano aver bevuto non poco
quando hanno indicato che per la scelta di un sito geologico
per l’immagazzinamento di scorie radioattive la zona non
deve essere né sismica né vulcanica; non deve essere
vicina a fiumi, laghi o falde acquifere superficiali; non
deve essere vicino a centri abitati o in zone dove
ragionevolmente si prevede uno sviluppo urbano; non deve
essere in montagna o su coste soggette a frane, erosioni,
alluvioni; non deve essere in zone dove sono presenti
giacimenti petroliferi o di gas. Il sito di Scanzano
Jonico presenta tutti questi aspetti negativi (manca solo il
vulcanismo). Ma il nostro amico “Per chi suona ad
orecchio” ci tranquillizza che anche se le acque dovessero
infiltrarsi non ci sarebbe alcun pericolo perché, audite
audite, le scorie non arriverebbero in superficie.
E’ forse necessario che le scorie radioattive arrivino in
superficie perché ci sia rischio? Mi indichi uno
studio scientifico in cui si afferma ciò? Se le acque
di superficie entrano in contatto con acque circolanti in
relativa profondità (il sito di Scanzano è a soli 800
metri di profondità) non credi che ci sarebbe
contaminazione? E quelle acque che si sono infiltrate e sono
contaminate non potrebbero confluire in falde acquifere?
Forse è meglio lasciar perdere Archimede: non
stiamo parlando di acqua, olio o vino… Fai
tanti bei discorsetti, scrivi di teorici siti a 4\5 Km di
profondità… Ma qui è stato posto un problema concreto:
il sito di Scanzano Jonico è a 800 metri di profondità in
zona sismica e con un deposito di metano a 1Km, circostanza
che da sola rende improponibile il sito per lo stoccaggio
delle scorie. Eppure si continua a raccontare la
storiella che quella bellissima soluzione è naufragata per
l’opposizione “antiquata” delle popolazioni locali
strumentalizzate dai soliti signori del “no”. Per
favore, un po’ di serietà. Talvolta un bel tacer
ogni dotto parlar vince d’assai come diceva il Giusti o,
come dicono in Veneto, mejo taser e pasar per mona che
verzer boca e cavar ogni dubio.
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Per chi scrive a cazzo 6 marzo 2009 0:00
Ma cazzo, Orecchione, lo vedi che scrivi a cazzo?
L'acqua evapora, circola, viene assorbita, fa il giro
del mondo...E CON ESSA LE TUE CAZZO DI SCORIE! Non
serve un "direttore d'orchestra", per
capirlo. Di' un po', non è ora di cambiare
atteggiamento (magari cominciando dal presentarti con un
nick meno IPOCRITA?)
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x chi suona a orecchio 5 marzo 2009 0:00
qualcuno ha chisìesto che accadrebbe nell'ipotesi
reale che un sisma di lieve entità possa creare semplici
fratture nello strato di rocce tali da consentire
l'infiltrazione di acque? Proprio niente.
Pare che esista una curiosa legge della fisica,
scoperta da un certo Archimede di Siracusa circa 2200 anni
fa secondo la quale: "un corpo immerso in un
fluido in equilibrio subisce una spinta diretta dal basso
verso l'alto di intensità pari al peso del volume del
fluido spostato". Quindi se il volume del fluido
spostato ha un peso maggiore del volume del corpo, il corpo
galleggia. In caso contrario, va a fondo. L'acqua
non potrebbe mai portare in superficie le scorie,che non
possono galleggiare (visto che il peso del loro volume è
maggiore di un corrispondente volume di acqua) e dunque si
depositerebbero nel punto più basso raggiunto
dall'acqua.
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lucia 4 marzo 2009 0:00
.....ma perche' in italia non sfruttare le energie
rinnovabili? forse xche' non essendoci da fare
"grandi progetti" x "grandi
cantieri".....non possono essere fatte "grandi
mangiate con i soldi pubblici?"
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neve 4 marzo 2009 0:00
Topezio, se ti togliessi il paraocchi e tutte quellq balle
che ti girano per la testa, passati dieci anni di necessaria
riabilitazione, farai qualche ragioanmento sensato.
possibile che nel 2009 ancora non si riesce a ragionare
seriamente? C'è sta gente acculturata che ipotizzava la
fine del petrolio entro il 1990, grossaballa; si è
ipotizzato un'aaumento vertiginoso del buco
dell'ozono e più della metà degli scenziati dice che
è una balla. possibile che gli unici dotati di intelletto
siano coloro che predicono catastrofi?
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IVAN 4 marzo 2009 0:00
Hai ragione, Neve, era ora che si tornasse al
Nucleare. Dopo il bluff del Ponte di Messina e
della linea TAV, sentivo proprio nostalgia di un po' di
stanziamenti pubblici a fondo perduto e di gare di appalti
pilotati a favore dei soliti noti. Giù dal pero,
figlioli. Io non sono contrario a priori al
Nucleare. Sono contrario al fatto che PRIMA non si
consideri CHI si debba occupare dei piani. - Se
ne occupa una commissione indipendente e disinteressata? Ben
vengano le proposte, ne discutiamo. - Se ne
occupa un governo di intrallazzoni e incompetenti, i cui
magnifici "piani" sono palesemente solo di
spartirsi gli stanziamenti iniziali e poi mollare tutto a
metà dell'opera? Discorso subito liquidato con una
pernacchia. Simple & clean.
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Topesio 4 marzo 2009 0:00
Neve, fai per lo più tenerezza per le sciocchezze che sei
stato in grado di scrivere.
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neve 4 marzo 2009 0:00
era ora che si tornasse al nucleare. l'unica nazione
,tra le grandi, ad essere assente da tale fonte di energia
non poteva essere che quella dove sedicenti acculturati,
progressisti, lungimiranti e sedicenti amanti della natura
avevano imbottito le teste e madare il famoso referendum in
una determinata direzione. paventano disertificazione,
disgelo e temperature torride e grazie al Padreterno, con
l'inverno che ci sta tormentando, sono stati ampiamente
sbuggiardati. Ora diranno che hanno misurato nuovamente i
ghiacciai e che si sono ritirati ancora. Che sciagura!
L'alternanza di poeriodi più freddi a quelli più caldi
non è stata mica inventata da Berlusca ma dal duon Dio.
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Harakiri 3 marzo 2009 0:00
X Per chi suona ad orecchio Scusami ma la
tua precisazione confonde ancor più le acque... o come si
dice la pezza è peggio del buco. Perchè prendi
in considerazione l'ipotesi che un terremoto molto
superficiale debba far affiorare i fusti delle scorie o
sollevare lo strato di rocce? Non ti basta
l'ipotesi reale che un sisma di lieve entità possa
creare semplici fratture nello strato di rocce tali da
consentire l'infiltrazione di acque? Perchè
poi parli di ipotetici depositi di cui in Italia non si è
parlato solo a livello accademico e non delle reali scelte
che hanno portato alle meraviglie di Scanzazno Jonico?
800 metri di profondità, caro amico, altro che 4\5
km! Con depositi di metano a 1 km. Con uno
strato di salgemma che negli USA è considerato deleterio.
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Musicista Dilettante 3 marzo 2009 0:00
Prima di rispondergli, gradirei che "Per chi
suona ad orecchio" rivedesse il proprio nick. Non
è che stimoli molto il confronto leale,
isn't...? ("Sandro" andrebbe già meglio, per
esempio.)
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X chi suona ad orecchio 3 marzo 2009 0:00
per harakiri: Vorrei chiarire meglio un mio
concetto . Non è in questione il fatto che i
terremoti abbiano un epicentro A 5 KM.di profondità (o a
70). Si sta parlando di un terremoto che abbia
una potenza tale da SOLLEVARE uno strato di rocce, su cui
giacciono scorie radioattive che giace 5 KM di profondità
e INNALZARLO al livello del suolo. Cioè un terremoto
capace di creare una catena montuosa come le Alpi.
Non ho mai visto un simile fenomeno. E spero di non vederlo
mai. perchè sarebbe l'ultima cosa che vedremmo. Altro
che centrali nucleari. Comunque, se ti può
far piacere, anche questa eventualità molto teorica sta
bloccando l'ipotesi del confinamento in profondità
|
Harakiri 3 marzo 2009 0:00
X Per chi suona a orecchio
Dimenticavo. La quasi totalità del movimenti
sismici avviene a una profondità fino a 70 km dal suolo e
si chiamano superficiali. Più profondo è
l'ipocentro minore è l'effetto in superficie.
Va però considerata anche la magnitudo del fenomeno
sismico. Quindi, non so cosa tu voglia dire
quando immagini effetti disastrosi con terremoti a 4\5 km di
profondità. Non so se tu pensi che ciò non si
verifica perchè i terremoti secondo te avvengono a una
profondità minore o che poichè avvengono a una profondità
superiore, allora ciò che è posto a 4\5 km è al
sicuro. In entrambi i casi sbagli alla
grande. Un terremoto di scarsa entità a
profondità così ridotta (4\5 km dal suolo o anche meno)
potrebbe provocare danni a quei simpatici confetti posti nel
sottosuolo. Per esempio lo scorso ottobre abbiamo avuto un
fenomeno sismico di lieve entità in Friuli con ipocentro
calcolato a 5 km di profondità... come vedi non è detto
che un terremoto originatosi a profondità così ridotte
debba necessariamente provocare cataclismi... ma se proprio
lì ci sono i simpatici confetti... Un terremoto
a profondità superiori, cosa più frequente, potrebbe
provocare modifiche dai danni incalcolabili al sito
sovrastante di stoccaggio. In entrambi i casi
potremmo trovarci nei guai. Non vanno scelte zone
sismiche per il deposito delle scorie. Punto e basta.
E dopo aver commesso già una volta questo errore (il
piano anni '70 prevedeva di stoccare le scorie in
Friuli), i nostri "politicazzi" ci ricascano con
Scanzano... A me la cosa fa riflettere, non so a
te. Forse forse, c'è un tantino di leggerezza?
Poca poca?
|
Harakiri 3 marzo 2009 0:00
X Per chi suona a orecchio Carissimo, cerchiamo
di intenderci. ASN è l'autorità per la sicurezza
nucleare francese. Questa autorità ha disposto
la chiusura di Tricastin dopo l'incidente della scorsa
estate. Chiusura per verifiche e ammodernamenti (che erano
già stati previsti... ma guarda caso fuori tempo massimo;
l'incidente si è verificato prima). La ASN ha
criticato duramente la gestione della centrale (e le
critiche erano in parte le stesse espresse l'anno
precedente). Questo incidente si sommava a quello di
Saint Alban e di Dampierre, e ad altri di minore
entità. La ASN con il governo francese ha
concordato un piano di verifica di tutte le centrali attive.
Tutti in Francia hanno concordato che quanto avvenuto
l'anno scorso e nel 2007 è anomalo. Gli
avvenimenti di questi due ultimi anni ripropongono il tema
di sempre: i dispositivi di sicurezza si basano su una serie
di parametri presi in considerazione e si scopre a evento
avvenuto che c'è qualche combinazione di fattori che
non è stata correttamente valutata. Insomma, è
l'esperienza che ci fa maturare consapevolezza dei
rischi. L'incidente del 1979 nella centrale
di Three Mile Island provocò, per esempio, il fermo di
moltissime centrali - tra cui quella di Trino - per
adeguamenti nei sistemi di sicurezza. Vero è che
in Francia mentre si analizza quali impianti dismettere si
prende in esame anche la possibilità di prolungare la vita
di altri. Spero che questa decisione sia presa con
senso di responsabilità e accuratezza nelle analisi e nelle
verifiche, ma rimane il fatto che ogni errore nelle
valutazioni può costare prezzi enormi. Resta il fatto
che la Germania ha fissato in 32 anni lo standard di durata
in vita delle loro centrali, anche se adesso stanno
riconsiderando se qualche centrale potrà proseguire
l'attività; mentre altre saranno fermate in
anticipo. Vero è che la Francia è in un certo
senso obbligata a perseguire la strada del prolungamento in
vita, salvo impegnarsi in un faraonico investimento per
sostituire da qui ai prossimi 15 anni un numero
considerevole di centrali. Caorso costa non
perchè è stata fermata ma perchè qualsiasi centrale prima
o poi deve essere messa in sicurezza passiva prima di
procedere allo smantellamento. Cerchiamo di non
prenderci in giro. Caorso è stata fermata perchè la
politica così ha deciso; ma se fosse stata fermata per
"fine vita naturale" costerebbe comunque quella
cifra per la sicurezza passiva (sicurezza che è stata
accelerata dalle decisioni del 1999 da Bersani\Letta,
governi D'Alema\Amato e poi confermata e attuata dal
successivo governo Berlusconi). Garigliano è stata
fermata nel 1982, ben prima dei referendum, dopo appena 18
anni di funzionamento: quella centrale costa da ferma ancora
oggi. Le scorie: 4000\5000 metri? Ti sembra
che questa sia la soluzione pensata per l'Italia con
Scanzano Jonico? Si tratta di un giacmento posto a 800
metri di profondità dal piano campagna (dalla relazione
SOGIN), con un giacimento metanifero a meno di un chilometro
di distanza e non parliamo della presenza di salgemma che
porta alcuni studiosi a definire infelice la scelta di
Scanzano Jonico come deposito per le scorie. Allora,
non parliamo di cose teoriche ma di cose concrete.
Il tema non è nucleare si o no. Le mie perplessità
sono queste. > Perchè dovrei avere fiducia in
chi ha fallito nella gestione delle scorie proponendo una
soluzione che ha diviso la comunità scientifica e provocato
la sollevazione della popolazione? E adesso quelle stesse
persone fanno finta di niente. E il problema ovviamente si
alalrga ai criteri per la scelta dei siti dove edificare le
nuove centrali. > Perchè dovrei avere fiducia in
chi rilancia il nucleare a mezzo stampa, senza un adeguato
confronto con le popolazioni, gli enti locali, il
Parlamento? Dopo i referendum ci fu una moratoria di 5 anni
nella costruzione di altre centrali (e non la delibera di
chiusura delle centrali esistenti); le centrali attive erano
state fermate ben prima dei referendum; la decisione del
definitivo blocco risale al 1990; la decisione dello
smantellamento al 1999; l'attuazione di questa decisione
fu presa dal governo Berlusconi nella successiva legislatura
- da non dimenticare che nel 2000 alcuni parlamentari di
centro-destra presentarono un disegno di legge, n. 3735,
per far ripartire Trino e Caorso... Dopo tutto questo
lavorio parlamentare un piccolo passaggio parlamentare per
decidere del nostro futuro energetico non sarebbe opportuno?
Un piccolo dibattito che chiarisca le scelte del passato (e
i recenti errori, nell'ottica di chi oggi vuole
rilanciare il nuccleare) non sarebbe necessario?
> Perchè dovrei avere fiducia nei conti che presentano
sulla convenienza nucleare quando non si tiene conto delle
indicazioni IEA sulla stima dei costi? (la IEA indica che
vanno inclusi i costi di gestione passiva, smantellamento,
trattamento delle scorie e successivo stoccaggio; oltre a
quelli della sicurezza; indica che la produzione di energia
deve considerare le ore effettive di funzionamento e non la
potenza nominale installata; la differenza è notevole visto
che si parla di un teorico 8000 ore di funzionamento annuo
quando in Francia per esempio la media annua è di 7150
ore). > Perchè dovrei avere fiducia in una
classe politica che continua a mentire sostenendo che la
scelta dell'uscita dal nucleare fu determinata
dall'onda emotiva di Chernobyl? Quando invece fu voluta
dalla classe politica che ha gestito il potere in questi
ultimi due decenni? Una classe politica che frettolosamente
entrò nell'avventura nucleare, frettolosamente ne uscì
cogliendo al balzo l'opportunità offerta dai
referendum, e frettolosamente oggi vuole riprendere
l'avventura. Se le premesse per il rilancio
del nucleare sono poco chiare e lasciano intatti tutti i
problemi del passato, allora forse questo rilancio serve a
interessi poco chiari. Se non è così, allora ci
spieghino dov'è questa convenienza economica comparando
correttamente (senza barare con i numeri) il nucleare con
altre opzioni possibili, come si sceglieranno i siti, come
si gestiranno le scorie, quali saranno i piani di sicurezza
che ancora non ci sono. Piccola domanda: ti
risulta che la popolazione italiana al confine con la
Francia e con la Slovenia abbia partecipato a esercitazioni
per essere pronta in caso di emergenze nucleari? Eppure
questo è un preciso obbligo di legge. Se fosse
successo qualcosa di veramente grave la scorsa estate in
Slovenia, cosa avremmo fatto? Come sarebbe stata pronta la
popolazione? Pronostico: in Italia non si
tornerà al nucleare perchè questo governo non è
interessato al nucleare; diversamente, non si comporterebbe
così. Oppure sono degli asini (senza offesa per gli
asini), il che è peggio.
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