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yannis 12 ottobre 2009 17:40
fai dei ragionamenti troppo profondi che non riesco a
seguire. sapresti spiegarmi prechè D'Alema ha fatto ricorso
all'immunità per il fatto unipolo e Di pietro è cosro a
bruxelles. In questi due casi si trattava di immunità, si
è chiesto ed ottenuto di nion entrare in tribunale. Il Lodo
nAlfano, non vorrei sbagliare sembra se preveda soltanto la
sospensione dei processi durante il periodo in carica e la
motivazione,mi sembra di aver capito, però non me ne
intendo,è per dare ai quattro personaggi di GOVERNARE.
Governare, per intenderci non significa fare le nefandezze
che ha fatto il governucchio Prodi che non ha rispettato una
sola promessa elettorale. Qui stiamo andando fuori tema ma
la sostanza è facile capirla, come è facile capire che
Berlusca suscita invidia perchè appena entrato in politica
ha spazzato via tutti, così come ha fatto per la munnezza
che forse la Campania e Prodi volevano lasciare ai posteri
così come hanno fatto gli egiziani con le piramidi. C'è
una differenza che il governicchio di allora non aveva
capito la munnezza puzza e porta infezioni, nel contempo
però avevano capito che facecava sparire denaro. Te capii,
dicono dalle mie parti.
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Sophia 12 ottobre 2009 16:22
Perchè, in attesa che il lodo alfano venga approvato con
l'iter adeguato previsto dalla nostra Costituzione, cosa
vieta al nostro capo di governo di programmare le udienze
compatibilmente con i suoi impegni tra una beauty farm in
compagnia di Giampy e le sue amiche e l'altra?
Hai mai sentito parlare di "contrappesi" per garantire il
rispetto delle Regole democratiche di un paese?
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yannis 12 ottobre 2009 16:13
per quanto riguarda il caso Previti la Consulta scrisse che"
nel caso che un imputato sia anche componente di un ramo del
Parlamento il Giudice ha l'onere di programmare il
calendario....." Berlusconi non è per caso il Capo del
Governo? E' già stato democraticamente rimosso? Vabbè,
sappiamo come si muove la giustizia , inutile girarci
intorno. Se vogliamo dire che la Consulta è sopra le parti
diciamolo pure, basta pensare che 5 membri li nomina il Capo
dello Stato e già il sopra le parti va a farsi benedire.
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Sophia 12 ottobre 2009 16:03
Nei giorni scorsi diversi "giuristi" hanno già chiarito che
la bocciatura del lodo non SMENTISCE.
Nel caso del Lodo Schifani chiesero un parere su alcuni
articoli. e la Consulta li diede.
SE quel testo fosse stato "approvato" con la maggioranza
prevista nei casi di "MODIFICHE COSTITUZIONALI" sarebbe
passato.
la consulta ha contestato l'iter INADEGUATO.
Se vuoi cambiar la costituzioni la cambi secondo le REGOLE
previste dalla Carta Costituzionale altrimenti vai a
studiare/ripassare meglio i FONDAMENTI di DIRITTO che male
non fa.
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yannis 12 ottobre 2009 15:48
Giusto Sophia, bisogna ascoltare anche cosa ne pensano gli
interessati. Bene però tu dai per sacrosante alcune
versioni e non menzioni minimamente che la Consulta ha
smentito quanto pronunciato dalla stessa nel 2005 , se non
erro,.Questo fatto è incontestabile ,il retso sono, come
già detto, chiacchiere da lavatoio.
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Sophia 12 ottobre 2009 14:30
Forse bisognerebbe anche ascoltare che ne pensano i diretti
interessati:
"Dura replica del Colle dopo gli attacchi di Berlusconi e
del Giornale
Le ragioni della Consulta: "Soluzione in sentenza
Previti"
Lodo Alfano, si muove il Quirinale
"Mai fatto patti con il governo"
Giorgio Napolitano
ROMA - Nessun patto. Nessun accordo nascosto tra il Colle,
il premier e il suo Guardasigilli per consentire il via
libera al lodo Alfano. Dopo gli attacchi di Berlusconi e i
veleni del Giornale, il Quirinale decide che la misura è
colma e decide di replicare. "E' del tutto falsa
l'affermazione che al Quirinale si siano stipulati patti su
leggi la cui iniziativa, com'è noto, spetta al Governo, e
tanto meno sul superamento del vaglio di costituzionalità
affidato alla Consulta". Nessun patto, dunque. Semmai, come
di consueto, una collaborazione tra gli uffici della
presidenza e dei ministeri competenti: "Prassi da lungo
tempo consolidata di semplice consultazione e leale
cooperazione, che lascia intatta la netta distinzione dei
ruoli e delle responsabilità".
La nota del Colle ricostruisce così la vicenda. A partire
dalla "palese incostituzionalità dell'emendamento 'blocca
processi'". Successivamente, nel giugno 2008, il cdm adottò
il disegno di legge Alfano in materia di sospensione del
processo penale nei confronti delle alte cariche dello
Stato. Napolitano ne autorizzò la presentazione al
Parlamento, e successivamente, dopo l'approvazione da parte
delle Camere, promulgò la legge. Un via libera che "non
poteva in nessun modo costituire 'garanzia' di giudizio
favorevole della corte in caso di ricorso". Ed ancora: "Il
rispetto dell'indipendenza della Corte Costituzionale e dei
suoi giudici, doveroso per tutti, ha rappresentato una
costante linea di condotta per qualsiasi Presidente della
Repubblica".
Le ragioni della Consulta. Ed emergono alcuni elementi sulla
decisione della Consulta che ha bocciato il Lodo. Ironia
della sorte, tra le chiavi del "no" c'è stata una sentenza
che riguardava uno dei fedelissimi del Cavaliere, Cesare
Previti. Da quanto si apprende la sentenza n. 451 del 2005,
sarebbe stata individuata dai giudici come precedente utile
per la loro pronuncia.
In quella sentenza la Corte aveva infatti stabilito un modo
per trovare un equilibrio tra le esigenze pubbliche da parte
delle alte cariche dello Stato e quelle di un corretto
svolgimento di un eventuale processo penale a loro carico.
Allora la Corte Costituzionale scrisse che, nel caso un
imputato sia anche componente di un ramo del Parlamento, il
giudice ha "l'onere di programmare il calendario delle
udienze in modo da evitare coincidenze con i giorni di
riunione degli organi parlamentari".
Muovendo dalla sentenza di quattro anni fa - secondo quanto
trapelato da ambienti vicini alla Corte, che affronterà
l'argomento nel motivare la bocciatura del lodo Alfano - il
conflitto tra esigenze processuali ed extraprocessuali nel
caso di alte cariche dello Stato potrebbe essere risolto
senza violare il principio di uguaglianza: i processi a
Berlusconi, ad esempio, andrebbero avanti, ma i giudici
avrebbero l'obbligo di fissare, d'intesa con il premier, un
calendario delle udienze che tenga conto degli impegni
istituzionali del presidente del consiglio, in modo da
evitare coincidente e non compromettere il diritto di
difesa.
(12 ottobre 2009)
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yannis 12 ottobre 2009 14:22
Per Gianni, come argomenti il fatto che la Consulta ha
smentito se stessa?. Nel 2005, allora si chiamava "Lodo
Schifani" la Consulta fece delle osservazioni che sono state
accettate al 100%, la legge è stat firmata dal capo dello
Stato e poi è stata bocciata. Non senti puzza di bruciato?
Perchè non ti informi proima di sparere sentenze? Chi si
dovrebbe dimettere è solo Napolitano che si è pertmesso di
fare e/o gli hanno fatto fare pessima figura.
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Sophia 12 ottobre 2009 14:15
Oggi ho letto questo articolo:
http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/politica/giustizia-
13/sentenza-previti/sentenza-previti.html
Pare, da quel che leggo, per ironia della sorte, a dare il
via libera alla bocciatura del lodo Alfano da parte della
Consulta, sarebbe stata una sentenza che riguardava uno dei
fedelissimi del Cavaliere, Cesare Previti.
Da quanto si apprende la sentenza n. 451 del 2005, sarebbe
stata individuata dai giudici come precedente utile per la
loro pronucia sul lodo.
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