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savpg8801
30 ottobre 2009 18:00
Tutte belle e condividibili analisi. Però la risoluzione non è quella di cercare di indurre le politiche internazionali dei governi a far produrre e consumare meno carne o insegnare ai bimbi di ingozzarsi con zero hamburger magari mettendoli in punizione!. Per di più è necessario anche dire COME FARE. Se non si mangia carne, si dovrà ingerire qualcos’altro che ne apporti almeno gli stessi componenti nutritivi e di appetibilità. Ripeto che il comparto produzione-commercializzazione-consumo della carne non è pilotabile forzosamente in regime di liberismo e del tornaconto. Se la richiesta c’è è impossibile legalizzarne od ordinarne la sua mancanza. In altre parole bisognerebbe porre dei veti di stato, con conseguenze simil-proibizionistiche di evidenti effetti deleteri. Non si può impedire nei sistemi di consumismo occidentalisticheggiante, di consumare carne anche cercando di etichettarne gli effetti “deleteri”sul pianeta convincendo, forse con ingenui e banali spot ministeriali, la gente a consumare pasta e fagioli magari da pratiche transgeniche. Poi eliminando le carni, come potrebbe esistere tutto un mondo alimentare essenziale dei derivati facendo solo esempi come latte,uova,burri,formaggi, pelli cosmetica,saponi, moda, ecc. e quanto altro l’animale mette a disposizione dell’esistenza umana; si è sempre detto che del porco non si butta via nulla.
Peraltro le pratiche agricole di ogni tipo di produzione non sono certo scevre da problemi ambientalistici, anzi! Anche fosse possibile diventare tutti vegetariani (a me non andrebbe per nulla e certamente anche a molti altri) non avremmo risolto i problemi derivanti dal sovraffollamento planetario che è il principale problema. Ma si è visto che non serve vietare o far programmare nascite limitate. La popolazione mondiale risulta già superiore alle potenzialità di mantenimento circa le risorse disponibili e le limitazioni alla procreazione son risultate, evidentemente, fallimentari.
E non pagherebbe, infine, la proposta di qualcuno di far pagare più cara, diminuendone la produzione, la carne. Si innescherebbe un mercato nero cn squilibrio enorme dei mercati.
sergio2
30 ottobre 2009 16:19
Il tema proposto è di estrema importanza e attualità.

Il consumo di carne investe direttamente il tema energetico, della lotta alla povertà, del modello di sviluppo e in ultima analisi il tema dello sviluppo sostenibile e del futuro del pianeta.

Il consumo di carne mondiale è quadruplicato in meno di mezzo secolo; nello stesso periodo la Cina da sola ha moltiplicato per sei i consumi di carne: da 9 chili procapite è passata a 55 chili procapite (l’Italia è a 90 circa e gli USA e la Spagna – in cima alle classifiche mondiali – sono sopra i 120).
Nello stesso periodo, il consumo di cereali è triplicato.

Cosa è successo?

Nulla che non fosse previsto e prevedibile.

Innanzitutto, dal 1950 a oggi la popolazione mondiale è passata da 2.555milioni agli attuali 6.665milioni.
Ma, quel che più conta, si è radicalmente modificata la struttura sociale e si va affermando in tutto il mondo il modello di sviluppo occidentale.

Il sistema occidentale consumistico-produttivo, modello chiuso che corre tra produzione e consumo, fortemente ancorato al PIL (misuratore degli scambi), privilegia la produzione di merci e servizi, stimolando stili di vita consumistici basati su un indotto sentimento perenne di insoddisfazione.
Anziché ricavare soddisfazione dall’uso delle cose, ricaviamo soddisfazione dal consumo delle cose: buttare cose ritenute vecchie per far posto a cose nuove dalle capacità fantasmagoriche che useremo più o meno come prima.
In una corsa senza fine dove ciascuno di noi diventa un “prodotto”: cogito ergo sum è divenuto consumo ergo sum.

Questo sistema si basa sull’idea dell’inesauribilità delle risorse e sulla presunzione della loro infinita sostituibilità.

Dal legno al carbone, dal carbone al petrolio e poi all’energia nucleare e poi… si vedrà. Tutto si riduce a una questione di tecniche da inventare. Ma la tecnologia può sostituire una risorsa con un’altra ma non può creare nuove risorse.
Dunque, le risorse sono limitate.

Lo sviluppo delle capacità industriali e della tecnologia ha nel corso del XX secolo indotto molti a ritenere che non ci fossero più limiti allo sviluppo del genere umano e che presto fame, carestie, miseria… sarebbero state un triste ricordo.

Se è vero che le capacità produttive sono notevoli, e dipendono in larga misura dalla volontà umana, la stessa affermazione non può essere fatta per le risorse alimentari che hanno un limite oggettivo nel pianeta.

Le risorse del pianeta non sono infinite e per l’alimentazione umana servono territorio, acqua, energia.
Possiamo, infatti, produrre quel che vogliamo, ma non possiamo mangiare ogni cosa che produciamo.

La vera ricchezza, la crescita economica, non può prescindere dalla capacità di produrre risorse alimentari.

Lo sviluppo delle economie emergenti determina un accrescimento del ceto medio e una maggiore capacità di spesa (per quanto contenuta) in tutta la popolazione: un indiano di oggi sta molto meglio di un indiano degli anni ’60. Ciò determina una maggiore richiesta di cereali: il primo consumo alimentare che aumenta con il miglioramento delle disponibilità economiche.
Stesso discorso vale per la Cina, il Brasile, la Russia il sud est asiatico. Le realtà citate rappresentano il 60% della popolazione mondiale.

Il fenomeno è noto: la stessa cosa avvenne in Italia a cavallo tra gli anni 50 e 60; poi i consumi di cereali si stabilizzano e continuano a crescere i consumi di carne.

L’Europa per rispondere alla maggiore richiesta di carne, iniziata nel dopoguerra, ha intensificato la produzione in allevamento: gli animali non crescono più al suolo, ma in gabbie e stalle con alimentazione forzata e conseguente somministrazione di medicinali e prodotti chimici di ogni genere per accelerare la crescita.
Negli anni 50 un pollo viveva 3 mesi prima di finire in tavola; oggi solo 45 giorni (mucca pazza, vitello agli estrogeni, pollo all’antibiotico… sono solo prodotti di questa industrializzazione della zootecnia).

Per aumentare la produzione di carne servono territori e risorse idriche e alimentari.

Oggi gli allevamenti assorbono un terzo della produzione mondiale di cereali.
Un terzo della produzione mondiale di cereali serve a nutrire gli animali.
Per produrre un chilo di carne di maiale occorre l’equivalente di energia prodotta da 4 litri di benzina.
Ogni italiano consuma 140 litri di benzina all’anno per nutrirsi di carne.
I 17miliardi di animali destinati all’alimentazione umana inquinano l’atmosfera tanto quanto l’intero parco di autoveicoli circolanti; inquinano il suolo e le falde acquifere in modo rilevante ponendo un serio problema di trattamento dei liquami, con rilevante lievitazione dei costi se vogliamo contenere il devastante effetto sull’ambiente.

L’agricoltura e la zootecnia sono sempre più dipendenti dal petrolio: per i macchinari, le pompe che estraggono acqua dalle falde, i fertilizzanti azotati e i pesticidi prodotti dall'industria chimica, la produzione di mangimi; il trasporto, la trasformazione, il confezionamento e la refrigerazione dei prodotti agricoli. Tutto dipende dal petrolio.
L’aumento del prezzo del greggio ha determinato un forte impulso alla produzione di biocombustibili. Già adesso si calcola in circa il 7% la quota della produzione mondiale di cereali (già in sé insufficiente) destinati alla sola produzione di etanolo.

Ripensare il modello di agricoltura (combattendo gli sprechi e riconvertendo le coltivazioni in eccesso) e di zootecnia per migliorare la competitività, la qualità e la produttività; educare all’alimenatzione sana e corretta (favorendo la diversificazione alimentare e riducendo l’apporto di proteine animali); sfruttare al meglio le risorse della tecnologia mi sembrano linee politiche da seguire con urgenza. Aggiungo, la necessità di avviare politiche che favoriscano la denatalità.
Non dimentichiamoci che mentre c’è ancora chi muore di fame, il mondo industrializzato rischia di morire per eccesso di cibo: diabete e obesità saranno a breve due emergenze sanitarie che rischieranno di mettere in ginocchio il nostro sistema sociale per l’insopportabile livello del costo della sanità.
doctor
30 ottobre 2009 10:46
Considerando TUTTA la tua replica ti confermo a grandi linee di trovarmi in accordo con te (dico a grandi linee perchè potrebbe creare fraintendimenti la tua frase sui dubbi rasentati in conflitto di interesse).

Difatti i confronti di opinione differente sono anche produttivi, se esposti con una determinata educazione (o al massimo un po' di goliardia), perchè vanno a sviscerare l'argomento il più possibile finquando qualcuno degli interlocutori non trova più ragionamenti LOGICI per sostenere le proprie ragioni e si può giungere a "fissare un determinato concetto"...un po' come stava succedendo in quell'implicitamente citato topic nel quale MAI si è giunti alla PROVOCAZIONE ESPLICITA O ESTREMA, come si può notare tra me e Sugar nel mio thread o tra te e Pinetree in quello recente dell'ECOLAMP (per adesso), in cui si stanno semplicemente confrontando le rispettive opinioni partendo da punti di vista differenti.

Ben diverso invece è il subdolo tentativo (ed a questo punto abitudinale e costante) di "cercare" alleati sui vari thread per mettere in minoranza un'interlocutore con cui si è deliberatamente scelto di entrare in SGARBATO disaccordo.

Ma come hai citato tu, tutti i nodi vengono prima o poi al pettine...ed io aggiungo...VEDREMO...OPPURE...ATTENDIAMO...
savpg8801
30 ottobre 2009 10:11
Doctor riferisce…”proprio comprendendo alcuni messaggi lì postati ho capito che qualcuno si è "scocciato" quando si è discusso sulla qualità o meno dell'acqua del rubinetto”... Ma bisogna anche comprendere che le opinioni delle persone, a meno che non appaiano come mere ipocrisie, provocazioni pesanti, offese, o tentativi di passatempo salottiero sterile ed inutile ovvero dimostrativi delle proprie capacità di taglia e cuci, dicevo tali opinioni ancorchè discordanti, vanno rispettate per quanto possibile. Certo che gli “scocciati” del sistema globale della vita esistenziale sono sicuramente più di uno e non c’entra la finalizzazione specifica a questo forum. Va da se che la discussione sull’acqua portò a discrepanze di opinione, come del resto così deve essere( non si pensa certo a quei post dove c’è solo uno che parla e tutti …hai ragione ..hai ragione…bravo..bene…bis) , anche se si sono rasentati dei dubbi in conflitto di interesse, ma penso che le persone ragionevoli posseggano una malleabilità mentale atta a risolvere tali problemi di opinione.
Per il resto del tuo ragionamento, penso di ritenermi propenso a credere nella massima che sentenzia: tutti i nodi vengono prima o poi al pettine.
doctor
29 ottobre 2009 18:00
savpg8801

Non intervengo sicuramente in tutti i thread ma però, di tanto in tanto, faccio una capatina in quelli in cui intervengono le persone con le quali interloquisco; proprio comprendendo alcuni messaggi lì postati ho capito che qualcuno si è "scocciato" quando si è discusso sulla qualità o meno dell'acqua del rubinetto...

Io invece mi sono parimenti scocciato, ma proprio in questi giorni, verificando gli effetti deleteri risultanti da un errato tentativo di interazione avvenuto circa 1 mese fa, con una persona che in questo forum manifesta contraddizioni con "spiccata" sistematicità, palesando pure un carattere scontroso e che rasenta la maleducazione o comunque l'incapacità di gestire con sincerità i rapporti virtuali che intraprende con i vari utenti.

Senza voler chiaramente incolpare nessuno, sia ben chiaro, mi sorge una domanda spontanea:
"MA PERCHE' A VOLTE LE PERSONE NON SI FANNO I CAZZI PROPRI?"

Adesso ce l'abbiamo e ce la dobbiamo pure tenere...!!!

Non era meglio se rimaneva lì dov'era prima?

Ovviamente, alcune riflessioni a cui sono giunto me le terrò per me.
savpg8801
25 ottobre 2009 13:33
Tutte le attività umane comportano utilizzi esagerati di beni comuni, dispendio di risorse, sprechi enormi di energie, inquinamenti mondiali, sottrazione di derrate alimentari potenzialmente utili e che vengono gettate via solo perchè le leggi le dichiarano tossiche anche solo dopo alcune ore da una data impressa sulla confezione; il medesimo formaggio impacchettato ha una scadenza, mettiamo dieci giorni; lo stesso formaggi venduto a fette al banco, non ha scadenza!
Il ciclo dei mezzi di trasporto, dalle miniere dove si consumano enormi energie anche umane all'ultimo degli utenti, ma quante energie e sprechi comporta, senza contare poi la pratica delle rottamazioni e smaltimenti di esse che innescano un ulteriore altro girone.
Il ciclo del legno e degli innumerevoli derivati, a partire dalle deforestazioni, e a finire a produrre diossina, passando per una catena infinita di manipolazioni, ma quanto viene a costare in termini di sprechi di materiale, impoverimenti del suolo, vite umane, costi stratosferici per i trasporti, le costruzioni, facendo passare e spacciando per ecologiche case con qualche trave in più di legno anzichè di cemento!
Il ciclo della frutta e delle verdure, senza contare le altre produzini, necessita di infinite applicazioni di concimi, acqua sottratta alle nostre locali popolazioni per portarla all'estero, prodotti tossici applicati, inquinamento da macchine agricole, trasporti che scorrazzano da un capo all'altro della penisola ed oltre.
Qualche benpensante provi ad esaminare scientificamente e completamente qualsiasi tipologia di attività umana e ne faccia una
corretta scaletta elencando ogni implicazione durante tutta la completa "filiera" di produzione e consumo e poi, onestamente, elenchi dei resoconti seri, dei report di spesa e dei bilanci che possano dimostrare se la bilancia dei costi rispetto ai benefici da quale parte penda.
Col cuore si può anche capire come sia disdicevole per l'umanità cibarsi di animali, ma è necessario anche guardare oltre.
doctor
24 ottobre 2009 21:45
Introduzione thread lunga ed argomentata.

Potrei senz'altro trovarmi in accordo sul fatto che il consumo "eccessivo" di carne può fare anche male e produce dei costi veramente alti.

Ma siccome gli allevamenti di animali si sono tecnologicamente attrezzati per "forzare" le tempistiche e rendere quindi disponibile per i consumatori quanta carne desiderano, mi sorgono giusto un paio di domande:

1. Perchè non riducono la produzione di carne rendendola meno disponibile affinchè ci abituiamo a mangiarne meno (se ce nè meno se ne mangia per forza d meno)?

2. Perchè alle bestie tenute in gabbia non gli vengono corrisposti pasti a base di merendine preconfezionate, biscotti, dolciumi, pasta, tortine, cibi OGM e PUTTANATE varie propinate a noi persone, anzichè qualche chilo di carne al giorno?

Ecco, vediamo chi me lo prova a spiegare...
savpg8801
24 ottobre 2009 21:17
La verdura e la frutta mi gonfiano la pancia e mi irritano il colon e il mio medico, che son quasi certo, mangia fiorentine da un kg, mi ha detto che devo mangiare carne e poca frutta e verdura (se no mi deve sempre curare e far spendere tanti bei soldini alle usl oltre che a me). Che farò? Morirò io di fame per salvare un mondo di cui tutti se ne fregano? Atroce dilemma sulla mia pelle!
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