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Privato sottufficiale
16 giugno 2008 0:00
Tra le tante sciocchezze dette da Sal ne segnalo una:
"l'assicurazione obbligatoria (con i Lloyd's) ed un fondo di garanzia a tutela dei cittadini ed a carico totale dei notai".

Un minimo di pudore avrebbe dovuto suggerire di modificare l'affermazione nella maniera seguente: "assicurazione obbligatoria a tutela del patrimonio del notaio ed a carico (indiretto) dei cittadini".
Sal
16 giugno 2008 0:00
I numeri del notariato italiano:

- quasi 5 miliardi di euro (10.000 miliardi delle vecchie lire: lo 0,35 % del PIL) di imposte indirette e plusvalenze vengono versati senza alcun aggio allo Stato, anche se non riscossi dal cliente;

- 2,5 milioni di atti immobiliari e societari inviati ai pubblici registri ogni anno, 21 milioni di visure effettuate.
L'utilizzo della firma digitale a norma, di cui il Consiglio Nazionale è certificatore, costituisce il primo ed unico esempio di e-government nel settore.

- L'affidamento nel 2001 della responsabilità dell'iscrizione nel Registro Imprese delle costituzioni e dei verbali societari ai notai ha ridotto radicalmente il tempo necessario: da 30/150 giorni a poche ore: per il notariato "un'impresa in un giorno" è già realtà.

- L'intervento dei notai nei procedimenti esecutivi per delega dei giudici ha ridotto i tempi di recupero dei crediti da 6/8 anni a 12/18 mesi.

- Il confronto con i sistemi di common-law testimonia che procedure apparentemente più leggere determinano nel medio-lungo periodo minore sicurezza giuridica, costi più alti anche del doppio, ricorso elevatissimo a procedure giudiziarie, con squilibri del tutto a favore dei soggetti più forti economicamente e scarsa tutela dei soggetti deboli.

- Come ha ripetutamente ribadito l'Europa nei suoi documenti - un'Europa nella quale i notai servono l'80% della popolazione - questa funzione accomuna i notai ai MAGISTRATI nella fondamentale tutela dello Stato di diritto.

- l'accesso mediante concorso, che garantisce una preparazione ed una selezione rigorosa, all'altezza dei compiti sempre più complessi che l'ordinamento affida al notaio (soltanto il 17,5% di notai è figlio di notaio);

- il radicamento sul territorio mediante l'assegnazione ad una sede (come i MAGISTRATI), dove il cittadino e le imprese possano trovare un riferimento stabile e l'archivio dei loro atti;

- la definizione di un numero programmato, adeguato al volume degli affari e delle esigenze dei cittadini, ma al tempo stesso garante delle esigenze di indipendenza e di imparzialità nell'esercizio dei doveri;

- la fissazione di una tariffa certa, a garanzia del cittadino, per quella parte di attività che è obbligatoria per il notaio in quanto legata alla pubblica funzione;

- l'esclusione della partecipazione a società multidisciplinari o con soci di capitale , per evitare conflitti di interesse incompatibili con la funzione.

- Negli U.S.A. i danni da identity theft (utilizzo fraudolento di identità altrui) sono ammontati nel 2003, secondo l'FBI, ad oltre 52 miliardi di dollari e hanno colpito 10 MILIONI DI PERSONE; nel Canada, dove è stato affidato ad una semplice iscrizione telematica nei pubblici registri il compito di garantire la proprietà immobiliare, i danni per frodi sono aumentati dal 2000 al 2005 dal 6% al 33%, con un peso divenuto insostenibile per le casse dello Stato.

In Italia, al contrario, nel campo societario, gli atti controllati dai notai sono privi di contenzioso e quelli immobiliari fanno registrare una percentuale di errori, pagati dalla assicurazione obbligatoria che al cliente nulla costa, dello 0,0029% (40 casi su 1.700.00 all'anno).

I costi degli atti notarili oscillano tra lo 0,4 e l'1% del valore della pratica.

In tema di efficienza e di costi dunque il notariato non ha rivali ed è da molto tempo l'esempio di una "privatizzazione" ben riuscita che tutela cittadini ed imprese.

- il sostegno ai giovani con scuole di notariato collegate tra loro in videoconferenza che operano da oltre 50 anni e un piano di borse di studio per meritevoli e non abbienti, che nel triennio supererà il milione di Euro;

- la formazione continua, attraverso la Fondazione per il notariato e l'adozione di "best practice" per accrescere la qualità della prestazione;

- la pubblicità informativa, ammessa ben prima del decreto Bersani;

- la trasparenza sulla tariffa (definita dal Ministero della Giustizia) posta da tempo sul sito internet www.notariato.it per ampliare l'informazione al cittadino;

- l'assicurazione obbligatoria (con i Lloyd's) ed un fondo di garanzia a tutela dei cittadini ed a carico totale dei notai;

- un sistema disciplinare sganciato dalla giustizia domestica, con commissioni regionali di disciplina presiedute da un magistrato.

Tutto il resto sono chiacchiere da Bar.
Alessandro81
16 giugno 2008 0:00
Premesso che voglio evitare di scagliarmi contro la categoria notarile per eventuali errori (seppur gravi) di singoli operatori, mi trovo in forte disaccordo con la struttura e l'accesso a detta professione.

Quanto alle puntualizzazioni di "notaio impoverito" mi scuso se il mio precedente intervento è stato frettoloso e poco argomentato.

Tuttavia da alcune repliche deduco di non essermi spiegato con chiarezza:
- in riferimento alla "giovane coppia" è verissimo il fatto che spesso le competenze dell'agenzia di intermediazione sono ben più alte (e forse meno giustificate) rispetto a quelle notarili. Tuttavia mentre le prime non sono obbligatorie, le seconde sono imposte per legge. E in ogni caso non si tratta di vedere "chi ci specula di più", ma di cercare di risolvere alcune storture del mercato immobiliare.
- in riferimento all'art. 33 Cost. Lei coglie nel segno: il problema è proprio che una categoria di professionisti (come essi stessi spesso si definiscono) non rispetta, di fatto, i dettami della Carta. Per l'ammissione ad un ordine presuppone un esame e NON un concorso. Non credo sia sufficiente cambiare il nomen in "registro" o quant'altro per mutarne la sostanza. Come inutile parlare di "pubblico ufficiale" quando non è lo Statp direttamente a pagare.
- il fatto che esistano file più lunghe dall'idraulico e dall'oculista è vero, lo ammetto: ma qui non è la legge ad imporlo
- quanto al riferimento del dentista mi scuso, uno sfogo più che altro. Volevo solo fare un parallelo con un'altra categoria professionale analogamente protetta da leggi palesemente votate a limitare la concorrenza
- per la rendita garantita o, meglio, di "posizione", intendevo ciò che più volte Ugo ha spiegato, ossia non certo qualcosa di fisso, liquido ed esigibile, bensì una posizione particolarmente favorevole di oligopolio territoriale che garantisce DI FATTO un certo reddito medio. Ovvio non è uno stipendio.
- quanto ai praticanti, suvvia tutti sanno che la teoria è molto diversa dalla pratica. Forse non si toccano le aberranti situazioni degli studi legali, ma spesso poco ci manca. Per carità, poi ci sono anche notai che da questo punto di vista sono impeccabili.
-notaio ed innovazione: non mi riferivo certo ai computer!!! Mi riferivo alla alla spartizione geografica del territorio italiano che inevitabilmente (sbaglierò)mi fa pensare al feudalesimo... X abitanti.... Y feudi

Sottolineo che non me la prendo col singolo notaio: ho conosciuto personalmente persone davero preparate e serie. Me la prendo con un sistema che fa impallidire la "casta" politica
luigina Galloni
16 giugno 2008 0:00
AL SIG BERSANOTTO:SI DEVE VERGOGNARE AD AFFERMAREcERTE COSE,UNA SIGNORA 70enne,con la seconda elementare,compra casa e dopo 10 anni rischia di perderla,perchè il notaio,(difensore dei deboli,si rilegga il codice deontologico della professione)non ha fatto ciò per cui è pagato,ossia controllare che la casa fosse liberata dalle ipoteche del costruttore:la dott.GIOVANNA ACQUISTI può dormire tranquilla HA probabilmente buttata in mezzo alla strada una ottantenne e lei continua imperterrita a sottoscrivere rogiti!!COMPLIMENTI AL SISTEMA!
ugo
16 giugno 2008 0:00
Bersanotto, lasci stare le battute d’umorismo, non sono certo il vostro forte, così come non è il vostro forte la onestà intellettuale, evidentemente.
L’articolo del Sole 24 Ore parla chiaro: per la cessione di quote d’aziende un notaio austriaco chiede 35 Euro, un notaio italiano ne chiede 2000. Non è vero? Può presentare denuncia per diffamazione contro chi ha scritto l’articolo. Vada oggi stesso in Questura, e ci faccia sapere….
Quanto alla concorrenza, c’entra con le libere professioni, eccome. Altrimenti non è più “libera” professione, ma “impiego pubblico”. Volete essere pubblici ufficiali fino in fondo? Fatevi assumere dallo Stato. Volete fare i liberi professionisti? Accettate le regole di tutti gli altri liberi professionisti, competizione inclusa. Troppo comodo, Bersanotto, avere la botte piena e la moglie ubriaca…
E comunque, non si parla di liberalizzazione selvaggia, si parla di introdurre dei meccanismi di competizione che portino benefici alla collettività. Glielo ripeto: 10000 notai da 100.000 € l’uno offrono alla collettività un servizio di gran lunga migliore e più economico di 5000 notai scarsi da 500.000 €. E su questo non può contestare, a meno che non mi dimostri che esiste una matematica “parallela”, ad uso e consumo dei notai…
Quanto al “rigido e selettivo” concorso, non è né più rigido né più selettivo di altri concorsi, che però non garantiscono una rendita a vita da 500.000 € l’anno. E comunque la sfido a passare una sola giornata in sala operatoria, per rendersi conto di quanto “rigida e selettiva” è la professione di un chirurgo, che ogni giorno non ha a che fare con le carte bollate ma con la vita delle persone.
Un ultima nota: ma com'è che siamo tutti invidiosi? Io, Antonella, Privato Sottufficiale, gli altri partecipanti al forum, Catricalà, la Comunità Europea, la Commissione Antitrust, Il Sole 24 Ore, Il Mondo, Italia Oggi, Gian Antonio Stella. Tutti invidiosi…ma non le viene il dubbio che la chiave di lettura di tutto questo incazzarsi col notariato italiano possa essere invece un’altra? Lo chiedo a Lei, Supremo ed Infallibile Profeta del Diritto e della Verità Infusa…..
bersanotto
16 giugno 2008 0:00
Ugo

Lei si è concentrato sulla battuta finale, di cui evidentemente non ha compreso il senso. Perciò continua ad essere rancoroso. Ma comunque, informato malissimo.

"Pare che i suoi colleghi austriaci la pensino diversamente visto che fanno pagare, a parità di prestazione, cifre molto inferiori a quelle fatte pagare dai notai italiani". A PARITA' DI PRESTAZIONE. E' falso. Il "notaio" austriaco autentica la firma, il Notaio italiano fa ben di più. Senza volerla tediare, e limitandomi agli aspetti più significativi, egli garantisce in proprio la legittimità dell'operazione, esegue tutti i controlli necessari, incassa (e ne è responsabile) le imposte senza alcun aggio da parte dello Stato, esegue tutti gli adempimenti richiesti dalla legge fiscale, immobiliare e commerciale, conserva gli originali dei contratti (che sottopone al controllo periodico del Ministero della Giustizia), ne rilascia copie che costituiscono titolo esecutivo. Come fa ad affermare la PARITA' DI PRESTAZIONI ? Che cosa ne sa di sistemi, ordinamenti e sistemi differenti ? Un po' di umiltà, Ugo, non Le farebbe male.

"Nessuno di questi due estremi fa l'intreresse della collettività, solo il giusto equilibrio tra domanda ed offerta."

Come più volte spiegato, la concorrenza c'entra poco nelle libere professioni (e Lei, come medico, lo dovrebbe sapere): non c'entra NIENTE con chi svolge una pubblica funzione. E le ricordo, in modo che abbia dei toni meno sprezzanti, che chi esercita tale funzione ha superato un rigido e selettivo concorso, puntando solo sulle proprie capacità.

Privato.
Sinceramente, non ho capito. Se questo Notaio ha sbagliato qualcosa, la lettera che ci ha riportato non può di certo spaventare un Principe del Foro come Lei. Lo faccia nero.

ugo
15 giugno 2008 0:00
"chi di noi non è stato invidioso dei primi della classe ?"...
Bersanotto, il suo è un vero e proprio complesso di superiorità, per non dire di un delirio di onnipotenza...
Da medico, le consiglio di farsi vedere da uno specialista, prima che la cosa peggiori. Perchè, vede, se lei non riesce a capire che ci stiamo confrontando sulle indiscutibili unicità dei meccanismi che determinano il funzionamento delle prestazioni notarili, e su quanto queste unicità siano giustificabili, lei coninuerà a verersi circondato solo ed esclusivamente da brutti invidiosi che la odiano per via del suo reddito, e la discussione non potrà andare avanti. E, soprattutto, lei corre il serio rischio che queste sue manie di persecuzione provochino tangibili conseguenze sul suo stato di salute....si rilassi, bersanotto, non siamo malvagi, siamo semplicemente persone di buona cultura e buona intelligenza, abituate a ragionare in modo libero, ed in modo libero ad esprimere la propria opinione....
ugo
15 giugno 2008 0:00
Notaio impoverito, le riconosco,a differenza di altri partecipanti a questo forum, la disponibilità a confrontarsi in modo oggettivo ed a non farne una questione di invidia o di competizione tra le professioni. Ma, vede, la questione che stiamo sollevanto da tempo è, banalmente, una questione di equità, di efficienza e di giustizia sociale. Lei si sforza vanamente di voler mettere i puntini sulle "i", ma, francamente, è tutt'altro che convincente. E, soprattutto, trincerandosi dietro le sue precisazioni, insiste a non voler affrontare il problema nel suo insieme. Cinquemila notai (in realtà anche meno, visto che non si riescono a coprire tutte le sedi) che tengono in ostaggio cinquantacinque milioni di italiani sono un numero ridicolo. Sono un numero ridicolo a fronte del fatto che cinquantacinque milioni di italiani sono costretti, prima o poi nella loro vita, a doversi avvalere dei servizi del notaio. Sono costretti, non scelgono. E cinquemila notai che si spartiscono un mercato di cinquantacinque milioni di italiani, per non dire delel persone giuridiche, checchè lei dica, non competono. In questo caso i Cittadini non possono andare dall'equivalente notarile dell'avvocato d'ufficio. Non possono confrontare tra di loro gli onorari richiesti ai notai, perchè costoro sono talmente pochi che hanno il coltello dalla parte del manico. Lei dice che il costo della prestazione notarile è tenuto artificialmente basso dai limiti imposti dal Ministero. Pare che i suoi colleghi austriaci la pensino diversamente visto che fanno pagare, a parità di prestazione, cifre molto inferiori a quelle fatte pagare dai notai italiani (come riportato da un articolo del Sole 24 Ore). E comunque, se lei ritiene di essere sottopagato (anche se mi viene da ridere a scriverlo), può sempre cambiare mestiere...
Quanto al funzionamento delle leggi economiche, è un discorso che può essere sintetizzato in questo modo: in ogni settore il numero degli operatori deve essere nel giusto equilibrio tra una situazione di mono od oligopolio ed uan situazione di eccessiva frammentazione degli operatori. Nessuno di questi due estremi fa l'intreresse della collettività, solo il giusto equilibrio tra domanda ed offerta.
Nel sistema bancario, per esempio, la fusione tra due banche genera risparmi (di cui i rispoarmiatori più accorti si saranno resi conto, se confrontano i costi di oggi con quelli del passato) perchè si sfruttano sinergie ed economie di scala. Se, però, in Italia operasse una sola grande banca, questa sarebbe inefficiente e costosa, perchè non stimolata dalla competizione a migliorarsi ed ad adeguare costantemente i propri costi. Ecco, ad oggi l'erogazione dei servizi notarili è a carico dell'equivalente di una sola grande banca, che non è assolutamente stimolata a migliorarsi sui costi dalla competizione interna od esterna. Spero di essere stato chiaro.


P.S.: tra le sue precisazioni c'è anche il fatto che i notai saranno "tra poco" 6000...Beh, caro notaio impoverito, vorrei capire quale è la unità di misura di quel "tra poco" . Anni, decenni, secoli? Perchè una cosa è chiara: non c'è alcuna volontà da parte dell ordine dei notai di voler aumentare il numero delle sedi, e già adesso si avvertono i segni delle manovre ostruzionistiche che si stanno opponendo a tale misura...chissà perchè....già, chissà perchè....
ugo
15 giugno 2008 0:00
Notaio impoverito, le riconosco,a differenza di altri partecipanti a questo forum, la disponibilità a confrontarsi in modo oggettivo ed a non farne una questione di invidia o di competizione tra le professioni. Ma, vede, la questione che stiamo sollevanto da tempo è, banalmente, una questione di equità, di efficienza e di giustizia sociale. Lei si sforza vanamente di voler mettere i puntini sulle "i", ma, francamente, è tutt'altro che convincente. E, soprattutto, trincerandosi dietro le sue precisazioni, insiste a non voler affrontare il problema nel suo insieme. Cinquemila notai (in realtà anche meno, visto che non si riescono a coprire tutte le sedi) che tengono in ostaggio cinquantacinque milioni di italiani sono un numero ridicolo. Sono un numero ridicolo a fronte del fatto che cinquantacinque milioni di italiani sono costretti, prima o poi nella loro vita, a doversi avvalere dei servizi del notaio. Sono costretti, non scelgono. E cinquemila notai che si spartiscono un mercato di cinquantacinque milioni di italiani, per non dire delel persone giuridiche, checchè lei dica, non competono. In questo caso
Privato sottufficiale
15 giugno 2008 0:00
Perché solo 29 casi su 100.000?

Una possibile spiegazione:

Mittente: Studio Notarile XXX YYY
Luogo e data: ....., 18 Marzo 2008.
Destinatario: Avv. ZZZ JJJ

"Con riferimento all'atto di citazione presso il Tribunale di ..... relativamente alla vendita del ....., repertorio ... rappresento quanto segue: ...(omissis)
Nell'anno ...ero notaio in ... di prima nomina, quindi le agenzie che si rivolgevano allo studio dovevano svolgere tutte le attività connesse con il trasferimento dei beni. Rimetto in allegato la certificazione richiesta dall'agenzia per la stipula dell'atto. Resto comunque a disposizione per effettuare un atto di rettifica con spese fiscali a mio carico ..."
Se qualche gran sacerdote custode del sacro sigillo pensa che si tratti di una cosa inventata, tanto per gettare fango sulla casta, può sempre fare denuncia.
Così avrò modo di sostituire x, y e j con nomi veri e sostituire i puntini con i dati omessi.
Maledetta privacy!
bersanotto
15 giugno 2008 0:00
Antonella (che ancora non vuole dirci che mestiere fa, denotando in tal modo la sua malafede) dixit:

"Cara Luigina,
non e' la prima persona ad incappare nelle malefatte di un notaio superficiale."

Infatti. E non sarà neanche l'ultima. Ben 29 casi su 100.000 (avete letto bene, ventinove su centomila) transazioni affidate al ministero del Notaio sono oggetto di contenzioso. Una percentuale minore credo si possa raggiungere, avvicinandosi così alla percentuale di errore del Creatore.
Anche in questi pochissimi casi, la signora Luigina potrà richiedere il ristoro dei suoi danni all'assicurazione professionale, che il Notariato (unica professione in Italia) sottoscrive per tutti gli iscritti all'ordine. Al Consiglio Distrettuale si deve ricorrere tutte le volte in cui il Notaio non compie con probità i compiti cui è obbligato in ragione della sua funzione (ad esempio quando chiede troppo poco per la sua prestazione, perchè questo è il principale indice di chi non svolge il suo dovere: ecco perchè la concorrenza sui prezzi non c'entra niente con i Notai, e lo dice la Cassazione ed il Parlamento europeo, mentre voi state ad ascoltare l'Antitrust - ma che cos'è ?). Insomma: se c'è responsabilità professionale del Notaio, l'assicurazione provvede. Se l'assicurazione non ha provveduto, evidentemente il Notaio non aveva colpa.

Ciò che maggiormente indigna negli interventi di Antonella ed Ugo è la considerazione del lavoro del Notaio come di qualcosa di inutile, o ancora come un lavoro che potrebbe essere svolto da chiunque (da 10, 20, 100 mila persone, mentre adesso è svolto egregiamente - con le ricordate percentuali di errore - da 5.000, che presto diventeranno più di seimila). Ed effettivamente, se così fosse, non sarebbe giustificata la necessità di una laurea, 18 mesi di pratica, il superamento di un rigoroso e selettivo concorso, dove l'elite dei laureati in giurisprudenza concorre sulla sola base del merito, premiando I PIU' BRAVI. Peccato che non è proprio così. E se tali interlocutori avessero l'umiltà di non parlare con disprezzo del lavoro altrui, di cose che non conoscono, forse si riuscirebbe a fare qualche passo avanti nella discussione. Invece, ad ogni spiegazione, pur quando lucidamente e pazientemente esposta, si torna sempre lì: agli slogan ripetuti a memoria da qualche blog o irretiti da qualche soggetto in palese conflitto di interessi, per poi finire al reddito. Insomma, il tutto viene mosso dall'invidia. Ma probabilmente l'invidia non è rivolta nei confronti del reddito dei Notai: Ugo e Antonella sanno benissimo che altre categorie professionali (ovviamente i migliori tra questi) guadagnano molto di più dei Notai dichiarando al fisco molto meno: l'invidia che vi consuma è nei confronti di chi svolge un lavoro sottratto alla "concorrenza" ed al "Dio Mercato", proprio perchè siete ben a conoscenza che questi concetti sono incompatibili con chi svolge una libera professione, figuriamoci con chi esercita una pubblica funzione. Ecco che piuttosto che dire "tutti possono fare i Notai", denotando presunzione e mancanza di rispetto nei confronti del lavoro altrui, dovreste riconoscere che "troppi fanno gli avvocati" (in Italia ve ne sono più che nell'Europa intera), oppure che laddove tra i medici prevale l'ottica del profitto succedono i disastri che sono alle cronache. Del resto l'invidia è un sentimento umano molto diffuso, non dovreste vergognarvene, e vedrete che il livore che traspare dai vostri interventi si placherà: suvvia, chi di noi non è stato invidioso dei primi della classe ?
notaio impoverito
15 giugno 2008 0:00
Per Ugo

Rispondo nel testo:

Il meccanismo che garantisce la ricca rendita del notaio è il seguente:

- La prestazione del notaio è resa obbligatoria dalla legge, per cui la clientela è garantita dalla legge stessa.

La clientela è garantita al notariato nel suo insieme (come del resto è garantita all'avvocatura dal fatto che per agire in giudizio e per difendersi nel processo sia necessario un avvocato, ai geometri ed agli ingegneri che determinate attività siano loro riservate per legge, e così via per QUALSIASI categoria professionale, medici compresi); non è garantita affatto al singolo notaio, avendo ciascun cittadino a disposizione 5.000 (tra poco, 6.000) notai da Capo Passero al Brennero cui rivolgersi.

- Tale prestazione può essere erogata solo ed esclusivamente in regime di libera professione, contrariamente a quanto avviene per altre prestazioni di liberi professionisti (es. Avvocati, Medici), per le quali il Cittadino può rivolgersi a strutture od a funzioni pubbliche.

Falso per gli Avvocati (non esistono strutture pubbliche di avvocati) e per qualsiasi altra professione; vero per i Medici. Ma la sanità pubblica è gratuita? Non credo. Piuttosto sposta il costo della singola prestazione dal singolo utente alla collettività: scelta politica, sicuramente legittima, probabilmente condivisibile, ma dal punto di vista del costo complessivo a carico dei cittadini nel complesso assolutamente ininfluente (anzi, forse, dannoso, dal momento che sono notori i costi assolutamente spropositati del sistema sanitario pubblico, a fronte di un livello di efficienza del servizio quantomeno mediocre)

- Il numero dei professionisti che possono erogare questa prestazione resa obbligatoria dalle legge è artificiosamente tenuto basso in modo da eliminare qualunque forma di concorrenza sugli onorari.

Non è vero che il numero dei notai è tenuto artificialmente basso: è regolato dalla legge in base alle necessità, ed ho scritto ieri che non mi pare determinato attualmente (ed è comunque in aumento) in misura insufficiente, visto che (mi ripeto) oggi si stipula generalmente un atto (rispetto al primo contatto con il cliente) in meno tempo di quanto ce ne voglia per avere un appuntamento dall'oculista o la visita di un idraulico a casa.
Sulla concorrenza è vero (anzi sarebbe vero, perchè poi di fatto anche la concorrenza sulle tariffe esiste) che non dovrebbe esistere sugli onorari: ma non in quanto il numero dei notai è troppo basso, ma perchè "E' sicuramente da escludere che, in relazione all'attività notarile - concretantesi nello svolgimento di una pubblica funzione, per l'esercizio della quale l'ordinamento prevede l'istituzione di pubblici ufficiali, in possesso di particolari requisiti soggettivi, nominati a seguito di un esame di idoneità, soggetti a vigilanza e periodici controlli ispettivi, sottoposti a rigorose regole disciplinari - sia ipotizzabile la possibilità di una libera prestazione di servizi, in regime di concorrenza, da parte di altri professionisti dello stesso paese o di altri paesi della Comunità, la quale renda incompatibile la inderogabilità delle tariffe con le menzionate disposizioni CE (articoli 81 e 82 del Trattato CE)" (cito la recente sentenza della Cassazione, n. 9878/2008).

- In sintesi, il meccanismo è il seguente: il Cittadino è obbligato a rivolgersi al notaio (che quindi ha la clientela garantita per legge), il quale eroga la propria prestazione in regime di monopolio evitando qualunque forma di coompetizione ed accettando, come palliativo, una blanda (e discutibile) regolamentazione sugli onorari.

Ho risposto sopra nel testo; e comunque la regolamentazione attualmente vigente non mi pare blanda (la tariffa forense prevede per la sola consulenza in campo contrattuale onorari tripli o quadrupli rispetto a quelli dei notai, che svolgono un'attività ben più ampia); forse discutibile, nel senso che tutto è migliorabile, e ovviamente lo è anche la tariffa notarile, che potrebbe essere resa più semplice e comprensibile.

- Questa, notaio impoverito, si chiama rendita di posizione. Si chiama oligopolio. L'effetto di questo oligopolio è che si fa pagare cento ciò che potrebbe, a parità di prestazione, pagare dieci. Se invece di 5000 notai da 500.000 € l'uno avessimo 10000 notai da 100.000 € la collettività risparmierebbe un mare i soldi. E venire a dire che la competizione farebbe schizzare verso l'alto gli onorari è una affermazione che fa rivoltare nella tomba gli economisti degli ultimi duecento anni. Per cui, o lei non conosce le regole più elementari della economia, od è in mala fede.

Non mi pare ci sia niente di scandaloso nel sostenere che le tariffe, lasciate al mercato, si adeguerebbero ai valori di mercato; ed il valore di mercato della prestazione notarile è sicuramente superiore a quello della tariffa attualmente vigente; la tariffa ministeriale rappresenta un calmiere, un prezzo amministrato, che impedisce l'adeguamento al valore di mercato. E non è scritto da nessuna parte che il valore di mercato di un servizio calmierato è inferiore a quello autoritativamente stabilito.
In ogni caso il continuo ricorrere alla teoria della domanda e dell'offerta (aumentando l'offerta dovrebbero scendere le tariffe) mi pare risenta di una visione un pò riduttiva delle leggi economiche: esistono biblioteche intere di studi economici, e non parlano solo di legge della domanda e dell'offerta (non mi pare che gli economisti degli ultimi duecento anni abbiano trattato solo di questo); esiste un problema di copertura delle spese generali: se aumenta il numero dei soggetti che offrono un determinato servizio, aumentano i costi complessivi del sistema (mai sentito parlare di economie di scala?), e questi costi devono essere coperti dal fatturato.
Se i costi complessivi del sistema (affitto di studi, acquisto di libri, hardware, software, utenze, ecc.) aumentano, non c'è legge della domanda e dell'offerta che possa far reggere il sistema con un fatturato inferiore ai costi (o anche pari, perchè nessuno lavora gratis).
In realtà nessuno ha mai spiegato perche quando si fondono due tra le principali banche del paese si parla in modo entusiastico non della riduzione del numero di soggetti che offriranno il servizio bancario, ma delle sinergie che porteranno riduzioni dei costi di impresa e quindi riduzioni dei costi alla clientela; quando si parla di costi eccessivi del carburante li si imputa alla eccessiva frammentazione (e quindi eccesso di offerta) della rete distributiva, che andrebbe razionalizzata per ridurre i costi di distribuzione del carburante e quindi il prezzo finale alla clienetela; quando si parla di autotrasporto si lamenta ancora l'eccessivo numero di cc.dd. padroncini, che lavorano in proprio, con forti diseconomie di scala, e si auspica anche qui una razionalizzazione (nel senso di riduzione del numero di imprese operanti nel sistema) per una riduzione dei costi.
Per i notai (che pur hanno tariffe sensibilmente più basse di quelle di altri professionisti, pur notevolmente più numerosi, si pensi ai circa 180-200.000 avvocati) sembra invece un dogma sostenere il contrario.
Ma come funzionano allora queste leggi economiche? Forse la formuletta della legge della domanda e dell'offerta non è l'unica che governa l'economia?

- Concordo con lei su un punto: la liberalizzazione selvaggia sarebbe estremamente pericolosa, e potrebbe non essere nell'interesse dei cittadini. Ma una liberalizzazione controllata, in cui si raddoppia il numero dei notai e li si lascia competere a fronte di un tariffario che fissi dei massimali, non potrebbe che portare benefici a tutta la collettività. Tranne che, ovvio, a coloro che sono notai ora e che esercitano una sorte di "ius primae noctis" sulle compravendite immobiliari di medievale memoria. Ma stia tranquillo, nessuno vuole farvi morire di fame. Vorremmo semplicemente pagarvi per quello che vi meritate, in base alle regole di mercato, e non in base a ciò che voi pretendete di essere pagati, senza alcuna giustificazione che non sia il regime di oligopolio in cui esercitate la vostra professione.

Ho gia risposto prima sulla concorrenza, ma qui voglio fare l'avvocato del diavolo: perchè 10.000 e non 5.000? e allora perchè non 20.000 o 50.000? Qui allora non si contesta più il principio: mi pare che Lei convenga su predeterminazione numerica, tariffa e altro; se è solo un problema di numero, nulla quaestio: lasciamo decidere a chi è preposto alla fissazione di detto numero, sulla base di criteri di legge, ovvero il Ministro della Giustizia, che proprio di recente lo ha fatto, ampliando la pianta organica da circa 5.300 a circa 6.200 posti.
Antonella
15 giugno 2008 0:00
Cara Luigina,
non e' la prima persona ad incappare nelle malefatte di un notaio superficiale.
Sono molti infatti gli atti in cui i notai, per rapidita' e convenienza loro, inseriscono l'esonero dall'effettuazione delle visure ipocatastali. E' una cosa che andrebbe fatta solo nei casi piu' urgenti e comunque su richiesta del cliente. Mi riesce difficile accettare che una signora anziana e quasi analfabeta possa fare una richiesta simile. Assai piu' grave sarebbe il caso in cui il notaio sapendo dell'ipoteca non si fosse accertato che la signora avesse ben inteso il significato del diritto reale di garanzia gravante sull'immobile che stava per acquistare.
luigina Galloni
14 giugno 2008 0:00
UNA STORIA TRISTE questa è la storia di una signora anziana,contadina,quasi analfabeta,che 10 anni fa riesce finalmente a comprarsi una casa con i soldi risparmiati da una vita di sacrifici.Orbene 2 anni fa,codesta signora si è vista recapitare un pignoramento da parte della banca sulla casa,perchè il costruttore non aveva estinto l'ipoteca che gravava sulla casa e il NOTAIO,SIG GIOVANNA ACQUISTI di Firenze,non aveva specificato che la sig.ra comprava libera da ipoteche.Bene adesso la sig.ra Galloni deve pagare 6000 euro al mese per 20 mensilità ,se si vuole tenere la casa,mentre tutto il Consiglio notarile di Firenze,malgrado il vistoso errore della collega,si è stretta intorno al suo adepto,dicendoci praticamente.....sono affari vostri perchè il notaio Giovanna Acquisti ha svolto il suo compito senza irregolarità,capito?Uno compra una casa affidandosi a coloro che difendono i piu deboli(cosi è scritto sul sito notarile) e si ritrova dopo 10 anni in mezzo alla strada,bello vero?????
Antonella
14 giugno 2008 0:00
Scusami, Ugo. Ovviamente il mio post era rivolto a notaio impoverito.
Antonella
14 giugno 2008 0:00
Ugo, non ci prenda in giro: lei più di tutti sa che non c'e' stata nessuna riduzione dell'onorario notarile in seguito al decreto bersani. L'abbattimento del 30% si applica, infatti, alle sole transazioni immobiliari fra privati che avvengono con il cosiddetto sistema del prezzo-valore. In pratica, prima del decreto bersani per le transazioni immobiliari che avvenivano fra privati il valore indicato nell'atto di compravendita era pari al valore catastale dell'immobile trasferito, che è una valore sensibilmente piu' basso del valore di mercato. Era una pratica non corretta, i notai lo sapevano ma chiudevano un occhio; tale irregolarità comunque non era passibile di accertamento da parte delle autorità tributarie. La nuova normativa consente ora di pagare le imposte sul valore catastale e di indicare comunque il prezzo effettivamente pagato che, ripeto, è sempre piu' alto del valore catastale. Ovviamente il compenso del notaio e' calcolato sul prezzo pagato dall'acquirente. In sintesi: il prezzo-valore e' stato un vero affare per i notai, perchè è aumentata la base imponibile.
Ugo
14 giugno 2008 0:00
Notaio impoverito, quel che lei dice circa le rendite garantite dei notai non è assolutamente vero ed è smentito dai fatti. E francamente non è chiaro se lei non capisce o se lei fa finta, come molti altri, di non capire.
Il meccanismo che garantisce la ricca rendita del notaio è il seguente:

- La prestazione del notaio è resa obbligatoria dalla legge, per cui la clientela è garantita dalla legge stessa

- Tale prestazione può essere erogata solo ed esclusivamente in regime di libera professione, contrariamente a quanto avviene per altre prestazioni di liberi professionisti (es. Avvocati, Medici), per le quali il Cittadino può rivolgersi a strutture od a funzioni pubbliche

- Il numero dei professionisti che possono erogare questa prestazione resa obbligatoria dalle legge è artificiosamente tenuto basso in modo da eliminare qualunque forma di concorrenza sugli onorari.

In sintesi, il meccanismo è il seguente: il Cittadino è obbligato a rivolgersi al notaio (che quindi ha la clientela garantita per legge), il quale eroga la propria prestazione in regime di monopolio evitando qualunque forma di coompetizione ed accettando, come palliativo, una blanda (e discutibile) regolamentazione sugli onorari

Questa, notaio impoverito, si chiama rendita di posizione. Si chiama oligopolio. L'effetto di questo oligopolio è che si fa pagare cento ciò che potrebbe, a parità di prestazione, pagare dieci. Se invece di 5000 notai da 500.000 € l'uno avessimo 10000 notai da 100.000 € la collettività risparmierebbe un mare i soldi. E venire a dire che la competizione farebbe schizzare verso l'alto gli onorari è una affermazione che fa rivoltare nella tomba gli economisti degli ultimi duecento anni. Per cui, o lei non conosce le regole più elementari della economia, od è in mala fede.
Concordo con lei su un punto: la liberalizzazione selvaggia sarebbe estremamente pericolosa, e potrebbe non essere nell'interesse dei cittadini. Ma una liberalizzazione controllata, in cui si raddoppia il numero dei notai e li si lascia competere a fronte di un tariffario che fissi dei massimali, non potrebbe che portare benefici a tutta la collettività. Tranne che, ovvio, a coloro che sono notai ora e che esercitano una sorte di "ius primae noctis" sulle compravendite immobiliari di medievale memoria. Ma stia tranquillo, nessuno vuole farvi morire di fame. Vorremmo semplicemente pagarvi per quello che vi meritate, in base alle regole di mercato, e non in base a ciò che voi pretendete di essere pagati, senza alcuna giustificazione che non sia il regime di oligopolio in cui esercitate la vostra professione.
notaio impoverito
13 giugno 2008 0:00
Per Alessandro81:

Provo a rispondere nel testo alle domande:

- va bene ad una giovane coppia che deve comprar casa?
Facciamo un esempio: una giovane coppia compra il suo primo appartamento per circa 200.000 euro; per farlo mette insieme i sacrifici dei genitori e magari stipula un mutuo a lunga scadenza; spende qualche decina di migliaia di euro per arredarlo; spende 6-8.000 euro di agenzia immobiliare senza battere ciglio; e dovrebbe lamentarsi dei 1.500-2.000 euro (in caso di acquisto da privato opera la riduzione degli onorari notarili previsti dalla legge Bersani, successiva al prontuario tariffario inviato da Michele) dell'onorario del notaio che le assicura la tranquillità del suo acquisto (piena legalità dell'atto, assenza di ipoteche, assenza di pignoramenti, effettiva proprietà da parte del venditore, ecc.)? Non credo proprio.

- va bene che dalle mie parti ci sia un detto: "quanto costa un campo?"... "un campo!"
Non ne ho la più pallida idea.

- va bene in un periodo di disoccupazione che molti professionisti debbano vedersi negata la possibilità di lavorare (non solo in ambito notarile, ovvio)?
A nessun professionista (non solo in ambito notarile) viene negata la possibilità di lavorare; un professionista è tale dopo che ha superato l'esame di stato previsto dalla Costituzione (art. 33, quinto comma) per l'abilitazione professionale, dopodichè può esercitare liberamente. Il notaio è un pubblico ufficiale, e quindi per l'accesso è richiesto un concorso (diverso da una mera abilitazione professionale, comunque richiesta per tutti i professionisti dalla Costituzione).

- va bene alle segretarie dei professionisti che sono la categoria intellettuale MENO pagata d'Italia?
I dipendenti (non solo segretarie, perchè poi solo al femminile?) dei notai sono retribuiti a norma di contratto collettivo, e spesso gratificati di superminimi; sono sempre regolarmente assunti e comunque non credo che abbiano da lamentarsi.

- va bene ai praticanti che debbono lavorare gratis per un paio di anni?
I praticanti non debbono lavorare gratis; i praticanti non lavorano, ma si preparano al concorso; non hanno vincoli di orario; frequentano lo studio nella misura in cui è funzionale al superamento del concorso; il notaio dedica loro del tempo in funzione della loro preparazione al concorso, ed ha uno studio il cui funzionamento prescinde totalmente dalla presenza dei praticanti.

- va bene agli utenti doversi mettere in fila visto che di notai ce ne son troppo pochi?
Non mi risulta che i notai siano troppo pochi (e comunque il loro numero è stato aumentato di recente del 20%); per esperienza non solo mia, ma di tanti colleghi, si stipula un atto (rispetto al primo contatto con il cliente) in meno tempo di quanto ce ne voglia per avere un appuntamento dall'oculista o la visita di un idraulico a casa.

- va bene pagare 10.000 € per un ponte dal dentista? (altra categoria che non conosce concorrenza, se non estera)
Non lo so, non sono fatti miei e non so che lavoro faccia il dentista per costruire un ponte (e mi meraviglia che tanti invece ritengano di sapere che lavoro faccia un notaio per stipulare un atto di compravendita, e quale sia il suo giusto guadagno).

- va bene che singoli professionisti abbiano una rendita garantita simile a quella di un'industria? (reddito di posizione)
Nessun notaio (immagino si riferisca ai notai) ha alcuna rendita garantita; i notai hanno un elevato reddito medio (frutto peraltro di una fedeltà fiscale, magari non spontanea ma necessitata, ma comunque sconosciuta ad altre categorie), ma nessun reddito garantito.

- va bene in un contesto internazionale di estremo movimento e velocizzazione guardare al passato?
Se si riferisce ai notai, non guardano certo al passsato; sono la categoria professionale più informatizzata d'Italia, hanno una Intranet che funziona da oltre 10 anni attraverso la quale garantiscono servizi efficienti a cittadini, imprese e stato, con costi a loro carico; mi pare perciò che la critica non colga nel segno.

- va bene che inevitabilmente per accedere ad una simile carriera a sei zeri qualcuno possa essere spinto a corrompere/raccomandare?
Che qualcuno possa essere spinto a corrompere/raccomandare può accadere nei campi più diversi, ma non mi pare che nulla di tutto ciò sia acacduto mai per il concorso notarile (le indagini cui si è fatto cenno più volte su questo forum non mi pare abbiano ancora evidenziato reati, per cui vedremo; nel frattempo tenga conto che i virgolettati riportati da alcuni utenti erano tratti dalle denunce dei candidati bocciati, e non possono quindi essere presi per oro colato)
notaio impoverito
13 giugno 2008 0:00
caro Michele, i compensi che ha riportato sono semplice sviluppo, elaborato nel 2006 dal Consiglio Nazionale del Notariato, come prontuario applicativo della Tariffa approvata dal Ministero della Giustizia e vigente dal 2002: sostanzialmente, poichè quella tariffa è molto complicata e difficilmente comprensibile da chi non la conosce a fondo (comprende voci diverse in base agli adempimenti da effettuare, al valore dell'atto, perfino alla sua lunghezza, al numero di copie necessarie, oltre che ovviamente alla sua difficoltà), il CNN ha cercato di chiarire quale può essere il risultato finale della sua applicazione, da un minimo (atto molto semplice, breve, non soggetto a particolari indagini e adempimenti) ad un massimo (atto particolarmente complicato, con molti colloqui preliminari con le parti, ecc.).
Tutto qui: sempre in applicazione della Tariffa Ministeriale, non deciso attorno ad un tavolo (quantomeno, non dai notai, ma dal Ministro della Giustizia) e non in base a regole di mercato (per fortuna del cittadino: regole di mercato porterebbero a tariffe molto più alte: vedi per prestazioni parallele ed a volte interferenti con quella notarile - come consulenze ed altro in materia contrattuale - avvocati o commercialisti, per non parlare di agenti immobiliari o mediatori creditizi
ugo
13 giugno 2008 0:00
La minchiata del secolo... "riscossione delle imposte indirette (effettuato dai notai a costo ZERO per lo stato)"...
Peccato però che il notaio non sia a costo zero per il cittadino. In pratica, il notaio, invece che farsi pagare dallo stato, si fa pagare direttamente dal cittadino, per riscuotere le tasse. Se mi sa spiegare la differenza in termini di costo per la collettività, o se mi sa dimostrare che il costo per la collettività è zero, lo sono grato...
A me sembra di avere a che fare con quei patetici individui che nelle stazioni della metropolitana ti fanno il gioco delle tre carte e ti invitano a giocare...
Altra minchiata, il fatto che la gestione del personale sia a carico del notaio. No, mio caro Sal, la gestione non è a carico del notaio, è a carico del cittadino. Il notaio non fa altro che girare al cittadino, sottoforma di onorario, tali costi...Per non sottolineare il fatto, poi, che tra quel "personale" ci sono spesso mogli, figli, nipoti, amici, e semplici conoscenti del notaio stesso, che così acquisiscono diritti pensionistici, sempre a carico della collettività. Od ha la spudoratezza di venirci a dire che non è vero????
Comunque, Sal, visto che ci invita a farlo, glielo faccio io un bel conticino. Se invece di avere 5000 notai mandarini a 500.000 € l'anno (costo annuo per la collettività 2.500.000.000 €)ne avessimo 10000 a 100.000 € l'anno (costo per la collettività 1.000.000.000 €) sa quanto risparmieremmo? Un miliardo e mezzo di Euro. Tremila miliardi delle vecchie lire. Che invece di finire nelle profonde tasche dei notai rimarrebbero nelle tasche dei Cittadini. Senza per questo far morire di fame i poveri notai, ma creando, al contrario, 5000 posti di lavoro in più, oltre all'indotto.
Ci pensi, mio caro notaio, ci pensi, se le riesce...
Sal
13 giugno 2008 0:00
Michele, l'abbiamo capito che lei è disinformato (o male informato), non c'è bisogno che ci convinga ulteriormente.

1) non esistono minimi e massimi, ma solo minimi. Le prime cire da lei citate sono gli imponibili (prima inesattezza);
2) i compensi sono tutti IVA COMPRESA (20%) (seconda inesattezza)
3) in quegli importi sono compresi:
- bollo (230 euro)
- tasse ipotecarie e catastali (90 euro)
- tassa archivio
(terza inesattezza)
4) i compensi sono stabiliti dal Ministero (quarta inesattezza).

Inutile dire che i compensi reali sono, spesso, più bassi dei minimi da lei citati.
Inutile dire, anche, che circa il 43% dei nostri guadagni va allo stato sotto forma di imposte sui redditi.

Se foste delle persone più sveglie impieghereste il vostro tempo a calcolare quanto risparmia il cittadino grazie al sistema notarile in ordine a:
- prevenzione del contenzioso (guardate le incredibili cifre degli USA, dove non c'è il notaio)
- riscossione delle imposte indirette (effettuato dai notai a costo ZERO per lo stato)
- gestione di un personale di circa 50.000 impiegati tutti a carico dei circa 5.000 notai in esercizio.

Fateli questi calcoli, e poi ditemi se costa di più il notaio pagato una volta nella vita o più tasse per mantenere l'apparato statale per ogni anno della vostra vita...
Alessandro81
13 giugno 2008 0:00
.... "se le cose sono così, vuol dire che funzionano, che va bene"...
Questo proprio è inaccettabile!
- va bene ad una giovane coppia che deve comprar casa?
- va bene che dalle mie parti ci sia un detto: "quanto costa un campo?"... "un campo!"
- va bene in un periodo di disoccupazione che molti professionisti debbano vedersi negata la possibilità di lavorare (non solo in ambito notarile, ovvio)?
- va bene alle segretarie dei professionisti che sono la categoria intellettuale MENO pagata d'Italia?
- va bene ai praticanti che debbono lavorare gratis per un paio di anni?
- va bene agli utenti doversi mettere in fila visto che di notai ce ne son troppo pochi?
- va bene pagare 10.000 € per un ponte dal dentista? (altra categoria che non conosce concorrenza, se non estera)
- va bene che singoli professionisti abbiano una rendita garantita simile a quella di un'industria? (reddito di posizione)
- va bene in un contesto internazionale di estremo movimento e velocizzazione guardare al passato?
- va bene che inevitabilmente per accedere ad una simile carriera a sei zeri qualcuno possa essere spinto a corrompere/raccomandare?
NON SCHERZIAMO

Ad Antonella: se ti candidi ti voto.
michele
13 giugno 2008 0:00
Riporto i compensi dovuti al Supremo notaio:
Trasferimenti immobiliari
PREZZO DELL’IMMOBILE COMPENSO MINIMO COMPENSO MASSIMO
Valore fino a 93.000,00 1.681,30 2.428,80
Valore fino a 139.500,00 1.805,50 2.617,40
Valore fino a 186.000,00 1.933,15 2.830,15
Valore fino a 232.400,00 2.029,75 2.991,15
Valore fino a 280.000,00 2.157,40 3.203,90
Valore fino a 370.000,00 2.254,00 3.364,90
Valore fino a 465.000,00 2.478,25 3.738,65
Tutti i valori della tabella sono espressi in Euro.
Sono da aggiungere le imposte dovute per la registrazione, le imposte di registro e di bollo e
le tasse dovute alle pubbliche amministrazioni (in particolare all’archivio notarile e alle
agenzie delle entrate e del territorio) e l’IVA (20% sul compenso).

Quello che vorrei cercare di capire è come sono calcolati questi compensi.
C'è un mercato che regola questi prezzi oppure vi siete seduti intorno ad un tavolo e avete deciso in tutta tranquillità?
Sto cercando di informarmi quanto costa un notaio in russia, Pakistan,Indonesia,Giappone.
A presto
Michele
Ugo
13 giugno 2008 0:00
Sal, sono rilassatissimo. Anzi, le dirò, partecipo a questo forum nei momenti di pausa dal mio lavoro, proprio per prendermi quei dieci minuti di relax che servono ad affrontare con la dovuta concentrazione le responsabilità del mio lavoro. Sa com'è, io non mi occupo di carte bollate...
Rifugiarsi in pseudo-battute sull'Antitrust (che tra l'altro non fanno ridere neanche un po') può essere una tecnica dialettica, quando non si è in grado di sostenere il confronto con argomenti più seri. Contento lei... A questo punto, le consiglierei di andare a "La sai l'ultima". Magari, lì, come freddurista, può avere più successo...
Sal
12 giugno 2008 0:00
Ugo, evito di risponderle a tono, anzi questa è l'ultima volta che le rispondo.

Di cose serie ne ho già scritte parecchie, quella era solo una battuta. Si rilassi...
ugo
12 giugno 2008 0:00
Fabio, chi si sta riempiendo la bocca di luoghi comuni è proprio lei. Se lei crede che la professione notarile sia "democratica" allora lei crede anche a Biancaneve ed i sette nani. Perchè mi deve spiegare come può essere "democratica" una professione in si rimane a carico dei genitori fino ai 35 anni. In cui la sola frequenza di "certe" scuole, che certo gratis non sono, garantisce il decuplicarsi delle probabilità di accedere all'esercizio di questa professione più o meno prestigiosa. Una professione in cui, una volta superato più o meno meritatamente il concorso, ci si assicura una ricchissima rendita vitalizia, nella quale la clientela è assicurata per legge e la competizione sui prezzi è eliminata alla radice. Ecco, mi spieghi un po' dove sta la "democraticità" di questa professione, perchè a me sfugge. A me che a 26 anni, fresco di laurea, me ne sono andato negli Stati Uniti a lavorare ed a fare esperienza, e che mi sono costruito una rispettabile carriera basandomi solo sulle mie capacità ed offrendo alla collettività un servizio, accettando al tempo stesso le regole sacrosante della competizione. Competizione che i notai non sanno neanche dove sta di casa. Sana competizione che ho imparato proprio lavorando all'estero. Estero in cui i laureati italiani sono fortissimamente ricercati, se hanno le lauree giuste. Un medico od un ingegnere italiano negli USA, od in Nord Europa sono ricercatissimi. Gli fanno ponti d'oro per convincerlo a trasferirsi. Ma, chissà perchè, se c'è' una professione che proprio non vengono a cercare in Italia è quella notarile, nonostante lei dica che sono tutti così innamorati del notariato italiano. Già, chissà perchè....
Provi a chiedersi per quale motivo. Ammesso che ne sia capace...
ugo
12 giugno 2008 0:00
Sal, insinuare che Catricalà stia usando l'Antitrust per vendicarsi del fatto di non aver vinto il concorso notarile (ammesso che lo abbia mai tentato) dà una idea molto chiara e precisa della pochezza intellettuale e della bassezza etica che caratterizza lei e, temo, qualcuno di coloro che lei vorrebbe difendere da attacchi precisi ma mai sleali. Se lei fosse all'altezza tenterebbe di intavolare una discussione seria e basata su un confronto leale e basato sui fatti. Ma, probabilmente, se lei fosse all'altezza avrebbe scelto un'altra professione. Lei è la dimostrazione del fatto che, nella vita, i soldi non sono tutto. Per fortuna.
Antonella
12 giugno 2008 0:00
Michele, è bizzarro che sia proprio io a doverla correggere: il notaio esiste in tantissimi ordinamenti giuridici. Aggiungerei anche che in questo forum sono pochi ad auspicare l'abolizione del notariato. Si discute piuttosto su una riforma sostanziale degli assetti su cui esso si regge, ossia riserva di alcune funzioni e numero chiuso.
Fabio
12 giugno 2008 0:00
salve a tutti, 3 spunti:

1. vicenda clinica Pipitone:
se è vero, altro che galera ci vorrebbe...

2.nesso col notariato:
- mr. P. non è più notaio da 12 anni;
- se anche lo fosse ancora, farebbe parte di quel manipolo di delinquenti col colletto bianco che purtroppo appestano il Paese. Sorprende che possa essere un notaio, così come sorprenderebbe se fosse un giudice, un alto ufficiale o un'altra figura istituzionale: perchè delle istituzioni ci si deve poter fidare. Temo che sorprenderebbe meno (purtroppo) se si trattasse di un imprenditore, un politico, un avvocato, un commercialista, un medico... sacra auri fames, già lo sappiamo.

3. agli imbambolati che credono:
- che il notariato non serva, soprattutto in tempi come questi in cui le fregature sono ad ogni angolo (in primis da parte di chi ha i soldi per pagarsi super-consulenti);
- che prevenire NON sia meglio che correggere;
- che un avvocato o un commercialista costino in proporzione meno di un notaio (!!!);
- che i notai guadagnino più degli altri professionisti affermati;
- che gli altri professionisti dichiarino al fisco tutti i redditi, o almeno nella stessa misura in cui dichiarano i notai (non perchè migliori, ma semplicemente perchè tecnicamente non possono evadere, visto che il loro lavoro viene inviato direttamente alle amministrazioni dello Stato... per cui non si può scappare);
- che trovano normale che in Italia ci siano tantissime auto di lusso e pochissime persone che dichiarano redditi adeguati a questo lusso;
- che il notariato esista solo in Italia e non invece in gran parte del mondo (inclusi la Cina ed alcuni stati USA, che - guarda un po'! - si stanno "convertendo" al notariato latino perchè oggettivamente più efficace e meno costoso del sistema anglosassone);
- che la professione notarile sia ereditaria e non democratica;
- altri luoghi comuni a piacere...

...a tutti costoro suggerisco di provare a fare la fatica di informarsi.
O di non lamentarsi quando vengono sbranati dal più forte di turno.
Sal
12 giugno 2008 0:00
Michele, credo sia vile attaccare una delle professioni più prestigiose d'Italia.

E grazie per aver dato a questo forum l'ennesima prova della disinformazione del cittadino medio.
Commenti
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