Commenti
|<   <- 981-1010/1211 ->   >|
bersanotto
26 luglio 2007 0:00
Per Giuseppe

NON E' CONCEPIBILE UN ESAME DI ABILITAZIONE PER ESERCITARE UNA FUNZIONE PUBBLICA, E' NECESSARIO UN CONCORSO PERCHE' C'E' UNA PIANTA ORGANICA.

I notai forse non sono dei luminari, ma almeno, vincendo un durissimo concorso, hanno dimostrato di essere, nel campo delle competenze notarili I MIGLIORI.

CHI VUOLE, SI RIMBOCCHI LE MANICHE E STUDI !

Lanciamo l'idea su questo blog: LIBERALIZZIAMO TUTTO ! La magistratura, la polizia, la sanità...Ognuno faccia quello che gli pare, E A TARIFFE STRACCIATE ! Veneriamo il DIO MERCATO ! Ma che pressappochismo, che ingenuità ! Tutto per slogan ! E tutto ciò PER INVIDIA !

Per Alex

"Medioevo": IL NOTARIATO E' UNA ISTITUZIONE PRESENTE NELLA GRAN PARTE DEI PAESI AVANZATI. Faccia calmare il livore e l'invidia. E se è laureato in jspr., basta che studi.
Giuseppe
25 luglio 2007 0:00
X Max

tu scrivi

DAVVERO? MAGARI CI TROVERAI UN MEDICO GENERICO, MA TROVAMI UN LUMINARE DI CARDIOCHIRURGIA A CANICATTI’. ALLO STESSO MODO POTRAI TROVARCI UN LAUREATO IN LEGGE O UN AVVOCATO MA NON CI TROVERAI MAI UN ESPERTO DI DIRITTO COME IL NOTAIO. INVECE OGGI A CANICATTI’ CI SONO QUATTRO NOTAI PROPRIO PERCHE’ E’ UN PUBBLICO UFFICIALE E LE SEDI SONO STATE ASSEGNATE DALLO STATO.
SE FUNZIONASSE SOLO LA LEGGE DEL MERCATO, CREDI CHE UN ESPERTO COME IL NOTAIO ANDREBBE IN UNA SEDE DISAGIATA COME CANICATTI’ O PREFERIREBBE FARSI PAGARE PROFUMATAMENTE LA PROPRIA CONSULENZA NELLA PROVINCIA VERONESE? PENSACI…

Se fosse vero quello che dici, tutti gli attuali 5000 notai dovrebbero essere universalmente riconosciuti come luminari del diritto ed all'infuori di questo numero non sarebbe possibile trovare altre menti eccellenti in grado di confrontarsi con i primi! Mi pare abbastanza presuntuoso da parte tua. Su un punto peraltro ti mostri un po' evasivo e ti chiedo maggiore chiarezza. Rispondi a questa domanda: cosa cambierebbe se il ministero, senza cambiare le attuali modalita' di svolgimento della selezione, mantenendo quindi inalterata la composizione delle commissioni (che tra l'altro prevede la presenza masssiccia di notai) ed il numero delle prove scritte ed orali da superare, abolisse semplicemente quell'odiosa espressione "230 Posti per Notaio" e la sostituisse con "Esame di idoneita' per l'abilitazione alla Libera professione di Notaio"?
alex
25 luglio 2007 0:00
è per certi aspetti impressionante la veemenza e l'arroganza con la quale i notai si scagliano contro tutti i tentativi di modernizzazione del nostro paese.
Si ritengono depositari del sapere assoluto, diritto, economia, politica...non c'è materia nei quali LORO sono i fari del popolo bue.
Ignorano, invece, i principi fondamentali delle economie moderne, ignorano che la selezione della loro professione è frutto di una commissione che conta SEI notai e di concorsi che vengono banditi con la frequenza dei mondiali di calcio.
Citano esempi di disonestà, ma ben si guardano dal ricordare che hanno anche in casa loro clamorosi incidenti.
Insomma, in questi casi, c'è poco da discutere e solo da votare chi si impegnerà a cancellare questo residuato medioevale dal nostro Paese.
LUIGI IOVINO
25 luglio 2007 0:00
QUESTO E’ UN APPELLO!!!

HO DOVUTO DENUNCIARE UN NOTAIO SIA ALLA MAGISTRATURA CHE AL CONSIGLIO DELL'ORDINE DI NAPOLI...

NON SE NE SONO FREGATI PIU' DI TANTO...

MENTRE I EATI SI AGGRAVANO...

Ricevo e pubblico, da “La voce di Megaride” www.lavocedimegaride.it

Egregio signor Iovino, perchè non contatta, per il suo INCREDIBILE CASO DI INGIUSTIZIA, la redazione di Giustizia Giusta all’attenzione dell’avv. Alessio Di Carlo [email protected] ?

Anche se la vicenda è farraginosa, dovrebbe riassumere il caso in maniera sintetica; analogamente, pubblicherei il suo caso anche sul giornale-blog abbinato al magazine meridionalista www.vocedimegaride.it

L’importante, in situazioni quali quella che sta vivendo è darne massima pubblicità, appellandosi all’opinione pubblica…fare un gran fracasso.

Se me lo consente, cambierei anche un po’ l’impostazione della sua web, sovraccarica di emotività e di notizie che si accavallano, rendendo uno schema più pulito e razionale dei fatti, di facile lettura degli eventi;

Tenga presente che la gente non ama leggere libri e giornali…figuriamoci un fastidioso schermo!!!

La Voce di Megaride

……….

In risposta a questa mail ho già inviato una richiesta di attenzione ed aiuto all’avv. Alessio di Carlo (sperando che gli pervenga…)

Inoltre ho risposto a LA VOCE DI MEGARIDE con la seg. mail

“Gentile redazione, per me è un grande sostegno morale ricevere la Vs
lettera…

Al punto in cui sono ogni volta che mi viene offerto un aiuto (anche solo un
consiglio che lascia trasparire un pò di commiserazione e
compartecipazione…) mi commuovo, e, non sono più in grado di ragionare…;

Come è possibile che neanche un giudice fin’ora capisca la gravità dei reati
a cui è sottoposta la mia famiglia???

Mi auguro di trovare tanti come Voi e che possiate dedicare un pò di spazio
alla mia vicenda…

GRAZIE

LUIGI IOVINO - www.luigiiovino.it
Giuseppe
25 luglio 2007 0:00
Chi ha detto che la più alta aspirazione per un laureato in giurisprudenza sia la professione notarile? Chi ha una passione autentica per la giustizia tende a scegliere la magistratura o la professione forense. Ma non e' questo il punto.
Forse a te sfugge che nel nostro ordinamento sono da considerare pubblico ufficiale il capotreno, il comandante di una nave, il pilota d'aereo, lo scrutatore, l'avvocato (per es. nel procedimento di notificazione ex artt. 1-6 della Legge n. 53/1994, il difensore nel compilare la relata di notifica è considerato Pubblico Ufficiale), il curatore fallimentare. Esiste forse il numero programmatto per dette attivita'? Non mi pare proprio! Voler ostinatamente giustificare il numero chiuso con la funzione di pubblico ufficiale e' palesemente ridicolo.
Giuseppe
25 luglio 2007 0:00
Per Giacomo,

Egregio Giacomo, grazie per la risposta. In risposta alla sua, specifico meglio la questione:
non ho detto che le attività sono simili, ma che quando si dice, per distinguere il notaio dagli avvocati, che (lo dice lei) l'avvocato è di parte e il notaio è super partes, non è vero. Le ho detto infatti che avvocati e commercialisti anche svolgono istituzionalmente attività di PU, come ad esempio curatori fallimentari o CTU. Ma penso che ce ne siano altre di attività del genere. E gli avvocati ad esempio, le dette attività le possono fare anche dove svolgono attività di patrocinio. E questo nessuno sostiene che sta sconvolgendo il sistema.
Mi fa piacere poi che alle altre osservazioni che ho fatto con esempi sul sistema delle riserve, professioni e rischi sociali non mi ha scritto nulla in contrario.
Grazie
Max
25 luglio 2007 0:00
PER GIUSEPPE



da: Giuseppe
Data: 24 Luglio 2007

Fare il notaio non e' certo una mia aspirazione, anche perche' non sono laureato in giurisprudenza.

E QUESTO ERA EVIDENTE POICHE’ SE FOSSI STATO UN LAUREATO IN GIURISPRUDENZA SAPRESTI CHE LA STRADA CHE SI APRE DOPO LA LAUREA E’ A TRE DIREZIONI: MAGISTRATO, AVVOCATO, NOTAIO. LA SELEZIONE DEL CONCORSO E’ TALE CHE IL NOTAIO RAPPRESENTA IL GRADINO PIU’ ALTO NELLE ASPIRAZIONI DI UN LAUREATO IN LEGGE.
COSA PENSI CHE STIA FACENDO QUEL 95% DI ESCLUSI AL CONCORSO NOTARILE, IL BARMAN O L’AVVOCATO OPPURE IL MAGISTRATO?


Le mie sono solo opinioni di una persona che crede nel mercato, una persona che ritiene piu' che normale che un giovane laureato in farmacia che ha superato l'esame di stato possa aprire una farmacia ed un giovane laureato in giurisprudenza possa fare il notaio se dopo un periodo di praticantato supera un esame di idoneita'. Il numero programmato, che di fatto e' un numero chiuso, non consente di fare questo.

LA CONCORRENZA NON PUO’ ESSERE APPLICATA ALLE FUNZIONI PUBBLICHE.
MA RITORNIAMO AL CONCETTO DI PUBBLICO UFFICIALE CHE SEMBRI NON “VOLER” COMPRENDERE ED ALLORA TI RIPORTO LA DEFINIZIONE DEL CODICE PENALE:
ART. 357. (NOZIONE DEL PUBBLICO UFFICIALE). AGLI EFFETTI DELLA LEGGE PENALE, SONO PUBBLICI UFFICIALI COLORO I QUALI ESERCITANO UNA PUBBLICA FUNZIONE LEGISLATIVA, GIURISDIZIONALE O AMMINISTRATIVA. AGLI STESSI EFFETTI È PUBBLICA LA FUNZIONE AMMINISTRATIVA DISCIPLINATA DA NORME DI DIRITTO PUBBLICO E DA ATTI AUTORITATIVI, E CARATTERIZZATA DALLA FORMAZIONE E DALLA MANIFESTAZIONE DELLA VOLONTÀ DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E DAL SUO SVOLGERSI PER MEZZO DI POTERI AUTORITATIVI E CERTIFICATIVI.
HAI MAI SENTITO PARLARE DI LIBERALIZZAZIONI DELL’ATTIVITA’ MILITARE O DI MEDICO OPSEDALIERO O DI MAGISTRATO? OVVIAMENTE NO… TI SEI CHIESTO PERCHE’?

Non mi si puo' dire che in Italia non ci sono piu' di 5.000 persone in grado di fare il notaio, sarebbe un'offesa per le migliaia di giovani che escono fuori brillantemente dalle facolta' di giurisprudenza del nostro paese.

QUESTO NON LO HA MAI DETTO NESSUNO, MA E’ PUR VERO CHE IN ALCUNI CONCORSI NOTARILI NON SI E’ RIUSCITI NEPPURE A COPRIRE IL NUMERO DELLE SEDI MESSE A CONCORSO. COME MAI? CONSIDERA CHE IL CONCORSO E’ GESTITO DIRETTAMENTE DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA E NON DAI NOTAI E QUINDI NON C’E’ ALCUN INTERESSE A TENERE VACANTI LE SEDI.

Nessuno ha mai detto che l'esame di idoneita' dovrebbe essere semplice e non vedo perche' non si possa organizzare un esame con la stessa serieta' con la quale si organizza un concorso. Nessuno vuole una nuova Catanzaro.

QUINDI SAI BENE CHE L’ESAME DI AVVOCATO IN CONFRONTO E’ UNA FARSA… CHIUNQUE DI NOI ABBIA PARTECIPATO AD ENTRAMBI, ED IO PER PRIMO, TI POTRA’ CONFERMARE LA DIFFERENZA ABISSALE DI DIFFICOLTA’ TRA IL CONCORSO NOTARILE E L’ESAME DI ABILITAZIONE FORENSE.

L'equazione esame serio=professionista capace e' un obiettivo che, non senza sforzi, si puo' raggiungere.

COL CONCORSO NOTARILE ATTUALE QUESTA EQUAZIONE E’ GIA’ DIMOSTRATA DA DECENNI.

Anche la ratio della copertura territoriale mi pare priva di solidita': il mercato regola bene questi fenomeni, non mi pare che in giro per l'italia esistano problemi di scarsa diffusione delle altre categorie professionali, ci sono avvocati, commercialisti, oculisti e psicologi ovunque.
Non vedo perche' i Notai, una volta liberalizzato l'accesso, vorrebbero trasferisi in massa a Roma o a Milano. Non abbia timore, Bersanotto, il mercato trovera' sempre un giovane e brillante neonotaio desideroso di aprire il proprio studio a Canicattì.

DAVVERO? MAGARI CI TROVERAI UN MEDICO GENERICO, MA TROVAMI UN LUMINARE DI CARDIOCHIRURGIA A CANICATTI’. ALLO STESSO MODO POTRAI TROVARCI UN LAUREATO IN LEGGE O UN AVVOCATO MA NON CI TROVERAI MAI UN ESPERTO DI DIRITTO COME IL NOTAIO. INVECE OGGI A CANICATTI’ CI SONO QUATTRO NOTAI PROPRIO PERCHE’ E’ UN PUBBLICO UFFICIALE E LE SEDI SONO STATE ASSEGNATE DALLO STATO.
SE FUNZIONASSE SOLO LA LEGGE DEL MERCATO, CREDI CHE UN ESPERTO COME IL NOTAIO ANDREBBE IN UNA SEDE DISAGIATA COME CANICATTI’ O PREFERIREBBE FARSI PAGARE PROFUMATAMENTE LA PROPRIA CONSULENZA NELLA PROVINCIA VERONESE? PENSACI…


Inoltre, ad abundantiam (come piace dire a voi), nella remota possibilita' in cui un paese dovesse rimanere scoperto si potrebbe pensare all'introduzione di una figura nuova: il notaio comunale.

MAGARI UNO DI QUELLI CHE NELLO SCANDALO DELLE FIRME AUTENTICATE PER LE LISTE ELETTORALI HA DETTO «NON HO VERIFICATO L´IDENTITÀ DI CHI SOTTOSCRIVEVA I MODULI, NON CI HO NEPPURE PARLATO. SONO STATA IN UN TEATRO E A UN BANCHETTO DI PIAZZA ASPROMONTE, E MILITANTI E SIMPATIZZANTI DI ALTERNATIVA SOCIALE VENIVANO A LASCIARE I LORO NOMI AGLI ADDETTI. NEPPURE SCRIVEVO IO I NOMI E I COGNOMI, IO STAVO LÌ SOLO A CERTIFICARE, CONVINTA CHE FOSSERO IN BUONA FEDE». AN SE L´È PRESA PERCHÉ AVEVA AUTENTICATO 2.800 FIRME IN TRE GIORNI E QUASI 2MILA IN UNO SOLO. «AUTENTICARE NON VUOL DIRE RACCOGLIERE: IO NON HO RACCOLTO FIRME».
bersanotto
25 luglio 2007 0:00
Ma basta, co' sto mercato ! Al mercato andatevi a comprare le mele... Ma da quando la stella polare è il DIO MERCATO ? Da quando le fasce più deboli si riempiono la bocca di questa parola ? Povero Paese, così male informato !
Giuseppe
24 luglio 2007 0:00
Fare il notaio non e' certo una mia aspirazione, anche perche' non sono laureato in giurisprudenza. Le mie sono solo opinioni di una persona che crede nel mercato, una persona che ritiene piu' che normale che un giovane laureato in farmacia che ha superato l'esame di stato possa aprire una farmacia ed un giovane laureato in giurisprudenza possa fare il notaio se dopo un periodo di praticantato supera un esame di idoneita'. Il numero programmato, che di fatto e' un numero chiuso, non consente di fare questo. Non mi si puo' dire che in Italia non ci sono piu' di 5.000 persone in grado di fare il notaio, sarebbe un'offesa per le migliaia di giovani che escono fuori brillantemente dalle facolta' di giurisprudenza del nostro paese. Nessuno ha mai detto che l'esame di idoneita' dovrebbe essere semplice e non vedo perche' non si possa organizzare un esame con la stessa serieta' con la quale si organizza un concorso. Nessuno vuole una nuova Catanzaro. L'equazione esame serio=professionista capace e' un obiettivo che, non senza sforzi, si puo' raggiungere. Anche la ratio della copertura territoriale mi pare priva di solidita': il mercato regola bene questi fenomeni, non mi pare che in giro per l'italia esistano problemi di scarsa diffusione delle altre categorie professionali, ci sono avvocati, commercialisti, oculisti e psicologi ovunque. Non vedo perche' i Notai, una volta liberalizzato l'accesso, vorrebbero trasferisi in massa a Roma o a Milano. Non abbia timore, Bersanotto, il mercato trovera' sempre un giovane e brillante neonotaio desideroso di aprire il proprio studio a Canicattì. Inoltre, ad abundantiam (come piace dire a voi), nella remota possibilita' in cui un paese dovesse rimanere scoperto si potrebbe pensare all'introduzione di una figura nuova: il notaio comunale.
Privato sottufficiale
24 luglio 2007 0:00
Per Bersanotto.

Discutere della differenza tra numero chiuso e numero programmato equivale a vedere il dito e non vedere la luna.
Max
24 luglio 2007 0:00
PER GIUSEPPE

TI RISPONDO TRA LE RIGHE…


da: Giuseppe
Data: 24 Luglio 2007

C'e' un altro giuseppe nel forum. Io sono quello che si e' lamentanto del numero chiuso, o programmato che dir si voglia. Ripeto ancora una volta la mia doglianza. Limitare numericamente l'accesso alla professione notarile non ha nessun tipo di giustificazione. Il paragone con il numero dei magistrati non ha senso, in quanto questi ultimi sono dei dipendenti pubblici ed e' naturale che l'accesso sia regolato con concorso, anche per esigenze di bilancio pubblico. Non mi pare che i Notai siano dipendenti pubblici.

LE STESSE IDENTICHE RAGIONI VALGONO ANCHE PER IL NOTAIO, POICHÉ ESISTONO UNA MIRIADE DI UFFICI PUBBLICI CHE SONO TENUTI ALL’ISPEZIONE DEGLI ATTI E DEI REPERTORI, ALLA CONSERVAZIONE DEGLI STESSI PER I NOTAI DECEDUTI O CESSATI DALLA FUNZIONE, ECC.
CHI PENSI CHE PAGHI GLI STIPENDI DI QUEI DIPENDENTI? QUEGLI STIPENDI SONO VOCI A CARICO DEL BILANCIO DELLO STATO, QUINDI UN AUMENTO DEI NOTAI SIGNIFICA NECESSARIAMENTE UN AUMENTO DI QUEI SOGGETTI E DEI RELATIVI STIPENDI.

Non vedo nemmeno nessi fra accesso limitato e funzione di pubblico ufficiale: per quale motivo il numero di pubblici ufficiali deve essere limitato?

INFATTI NON È LIMITATO, BENSÌ PROGRAMMATO E PROPRIO DALLO STATO. LE SEDI CHE VENGONO POSTE A CONCORSO SONO SOGGETTE A PREDETERMINAZIONE NUMERICA IN CONSIDERAZIONE DELL’ESISTENZA DI UNA PIANTA ORGANICA, CHE VIENE AGGIORNATA DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA OGNI SETTE ANNI SECONDO CRITERI PREVISTI DALLA LEGGE, VOLTI AD ASSICURARE LA PRESENZA NOTARILE SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE, MA TENUTO CONTO IN PARTICOLARE DELLE ESIGENZE DELLE ATTIVITÀ ECONOMICHE E DEL NUMERO DI CITTADINI. I NOTAI SONO IN NUMERO LIMITATO A RAGIONE DELLA PUBBLICA FUNZIONE SVOLTA E SONO LEGATI ALLA LORO SEDE DI ASSEGNAZIONE, COME I GIUDICI, PER GARANTIRE L’ASSISTENZA CONTINUA A TUTTO IL TERRITORIO DI COMPETENZA, ANCHE IL PIÙ DISAGIATO. IL NOTAIO HA QUINDI L’OBBLIGO DI ASSISTENZA ALLA SEDE, OLTRE A DOVER APRIRE A PROPRIE SPESE LO STUDIO E SOPPORTARE INGENTI COSTI AL FINE DI ASSUMERE IL PERSONALE NECESSARIO E DI DOTARSI DI TUTTI GLI STRUMENTI, ANCHE INFORMATICI, IDONEI PER SVOLGERE LA PROPRIA FUNZIONE A GARANZIA DI SICUREZZA E DI EFFICIENZA PER IL CITTADINO. L’ATTUALE PIANTA ORGANICA PREVEDE 5.312 SEDI NOTARILI DISTRIBUITE IN 1.723 COMUNI. LA VALUTAZIONE CIRCA LA SUFFICIENZA O MENO DELLA PIANTA ORGANICA È DI COMPETENZA DEL MINISTERO DI GIUSTIZIA E NON DEI NOTAI, COSÌ COME AVVIENE PER LA VALUTAZIONE CIRCA LA SUFFICIENZA O MENO DEI MAGISTRATI OVVERO DEL CORPO DIPLOMATICO.


Io non penso che la professione notarile debba essere svuotata mediante l'estensione delle loro competenze esclusive ad altri professionisti, cio' che contesto e' la regolamentazione dell'accesso. Il concorso con numero programmato non serve.

ED INVECE SERVE MOLTISSIMO, PROPRIO NELL’OTTICA DEL PUBBLICO SERVIZIO. LO STATO DEVE GARANTIRE LA POSSIBILITÀ PER CHIUNQUE DI RIVOLGERSI AD UN NOTAIO (OSSIA AD UN PUBBLICO UFFICIALE A CIÒ PREPOSTO DALLO STATO STESSO), ANCHE NELLE SEDI MAGGIORMENTE DISAGIATE E DEPRESSE ECONOMICAMENTE. SE FOSSE UN SEMPLICE ESAME DI IDONEITÀ SENZA ASSEGNAZIONE AD UNA SEDE SPECIFICA, CIASCUN NOTAIO ANDREBBE NELLA ZONE RITENUTE PIÙ VANTAGGIOSE IN OSSEQUIO ALLE PURE LEGGI DI MERCATO, LASCIANDO SCOPERTE PROPRIO QUELLE SEDI MAGGIORMENTE DISAGIATE.

Un esame di idoneita' organizzato in maniera seria sarebbe piu' che sufficiente per eliminare tutte le critiche, non del tutto infondate, relative alla mancanza di concorrenza ed alla presenza di un privilegio inaccettabile per il nostro sistema sociale.
Quanto alle eventuali difficolta' di controllo dovute all'incremento del numero dei notai, mi sembra un'argomentazione pretestuosa: equivale a dire che controllare un fenomeno numericamente esteso non e' fattibile, quindi, lo Stato dovrebbe rinunciare a combattere fenomeni come l'evasione fiscale o la criminalita' organizzata. In alternativa potrebbe depenalizzare un buon 80% degli attuali reati e focalizzare la propria attenzione sulla parte rimanente.


A MIO PARERE IL NUMERO DEI NOTAI PUÒ SICURAMENTE AUMENTARE, MA DEVE SEMPRE PASSARE ATTRAVERSO IL CONCORSO PUBBLICO, OSSIA UN METODO TOTALMENTE ANONIMO E RIGIDISSIMO ATTRAVERSO IL QUALE LO STATO PUÒ VALUTARE LE EFFETTIVE CAPACITÀ DEL CANDIDATO. PER DARTI SOLO UNA IDEA DELLA SELEZIONE, TIENI CONTO CHE LA MEDIA DEI CANDIDATI AMMESSI AGLI ORALI È DEL 5%.
COME BEN SAI, NEL 2003 LA SITUAZIONE DELLE IRREGOLARITÀ CIRCA GLI ESAMI DI IDONEITÀ ALLA PROFESSIONE DI AVVOCATO ERA TALE DA IMPORRE UNA LEGGE CHE NE CAMBIASSE LE REGOLE PER LA CORREZIONE. IN QUELL’ANNO NELLA SEDE D’ESAME DI SALERNO SONO STATI AMMESSI AGLI ORALI IL 96,25% DEI CANDIDATI… FAI UN PO’ TU!!

Giacomo
24 luglio 2007 0:00


i Notai non sono dipendenti pubblici

bensì

PUBBLICI UFFICIALI,

rivestono cioè un ruolo ben più importante,
un ruolo che dovrebbe competere allo Stato, ma che di fatto è stato demandato a cittadini privati.

Proprio in virtù di tale importanza e responsabilità la LEGGE STATALE prevede che la nomina dei notai avvenga a mezzo del concorso ed in base ad un numero programmato.



GIUSEPPE


quando Lei sostiene che non vi sono grosse differenze fra Notai Avvocati Commerciliasti,

prendendo spunto da un frase di altri:

"abbiamo in comune solo la preparazione universitaria"

ed aggiungendo Lei:

"(hai detto niente!!)"

non solo dimostra di esprimere giudizi sulla base di scarse conoscenze,

ma, mi consenta,
quale dottore in legge, non posso che farle sapere che la preparazione universitaria conta forse il 5% di quanto richiesto per essere un buon Avvocato o Notaio.

Lo studio universitario ha un'importanza assolutamente minima, a formare il professionista sono gli anni di pratica e studio che,

lo ripeto,

nel caso dei professionisti qui più volte citati danno vita ad ambiti formativi e culturali estremamete differenti.


bersanotto
24 luglio 2007 0:00
Giuseppe
il suo messaggio:
"Quanto alle eventuali difficolta' di controllo dovute all'incremento del numero dei notai, mi sembra un'argomentazione pretestuosa: equivale a dire che controllare un fenomeno numericamente esteso non e' fattibile, quindi, lo Stato dovrebbe rinunciare a combattere fenomeni come l'evasione fiscale o la criminalita' organizzata. In alternativa potrebbe depenalizzare un buon 80% degli attuali reati e focalizzare la propria attenzione sulla parte rimanente. "

Lei ha le idee confuse. Ammetta che scrive contro i notai perchè è invidioso, come la gran parte dei partecipanti a questo blog. Si rimbocchi le maniche, studi, partecipi al concorso e lo vinca: tutto il resto è demagogia. Privilegi, casta, rendite di posizione, concorrenza...sono tutte balle. Argomenti così delicati dovrebbero essere trattati con maggiore competenza ed equilibrio (non mi riferisco solo a lei, sia chiaro!), e non possono essere dati in pasto a slogan qualunquistici.
Giuseppe
24 luglio 2007 0:00
C'e' un altro giuseppe nel forum. Io sono quello che si e' lamentanto del numero chiuso, o programmato che dir si voglia. Ripeto ancora una volta la mia doglianza. Limitare numericamente l'accesso alla professione notarile non ha nessun tipo di giustificazione. Il paragone con il numero dei magistrati non ha senso, in quanto questi ultimi sono dei dipendenti pubblici ed e' naturale che l'accesso sia regolato con concorso, anche per esigenze di bilancio pubblico. Non mi pare che i Notai siano dipendenti pubblici. Non vedo nemmeno nessi fra accesso limitato e funzione di pubblico ufficiale: per quale motivo il numero di pubblici ufficiali deve essere limitato? Io non penso che la professione notarile debba essere svuotata mediante l'estensione delle loro competenze esclusive ad altri professionisti, cio' che contesto e' la regolamentazione dell'accesso. Il concorso con numero programmato non serve. Un esame di idoneita' organizzato in maniera seria sarebbe piu' che sufficiente per eliminare tutte le critiche, non del tutto infondate, relative alla mancanza di concorrenza ed alla presenza di un privilegio inaccettabile per il nostro sistema sociale. Quanto alle eventuali difficolta' di controllo dovute all'incremento del numero dei notai, mi sembra un'argomentazione pretestuosa: equivale a dire che controllare un fenomeno numericamente esteso non e' fattibile, quindi, lo Stato dovrebbe rinunciare a combattere fenomeni come l'evasione fiscale o la criminalita' organizzata. In alternativa potrebbe depenalizzare un buon 80% degli attuali reati e focalizzare la propria attenzione sulla parte rimanente.
bersanotto
24 luglio 2007 0:00
Giuseppe,

evidentemente lei non ha letto con attenzione il forum.
1) il numero dei notai non è chiuso, ma PROGRAMMATO, in base a quanto deciso con decreto dal Ministero della Giustizia;
2) La programmazione del numero è necessaria, cosi' come è necessaria la determinazione del numero dei magistrati (o vogliamo "liberalizzare" anche la magistratura ?): se così non fosse, non sarebbe possibile il complicato (e ignoto ai più) sistema di controlli e vigilanza cui il notaio è tenuto nei cfr. del Ministero della Giustizia.
3) Se il numero è programmato, è consequenziale che per l'esercizio della pubblica funzione notarile è NECESSARIO l'accesso mediante pubblico e rigoroso CONCORSO, mentre per l'esercizio di altre professioni (PARIMENTI IMPORTANTI, MA DIVERSE) è SUFFICIENTE UN'ESAME DI ABILITAZIONE, IN QUANTO NON SVOLGONO ALCUNA PUBBLICA FUNZIONE E NON SONO SOGGETTI AL PREDETTO SISTEMA DI CONTROLLI.
4) Mi creda, Giuseppe, AD OGNUNO IL SUO MESTIERE: l'avvocato è un giurista DI PARTE, professionalmente formato per assistere UNA PARTE NEL SUO ESCLUSIVO INTERESSE; il notaio è PUBBLICO UFFICIALE IMPARZIALE, formato nei suoi studi e nell'esercizio quotidiano della professione PER REDIGERE CONTRATTI EQUILIBRATI.

Adesso mi risponda, con sincerità: CHE COSA C'E' CHE NON VA NELL'ATTUALE SISTEMA ?
Giuseppe
23 luglio 2007 0:00
Ora i Notai si difendono dicendo che le loro competenze sono "diverse" da quelle di un avvocato o di un commercialista. Non sono d'accordo, è una scusa: in molti casi si accavallano: l'avvocato fa nella sua attività controlli di legge, contratti (in conformità alla legge) e poi molto spesso sia avvocati che commercialisti hanno nel loro campo professionale attività che sono di "fede pubblica": vengono nominati curatori o CTU (pubblici ufficali, responsabili della legalità dei loro atti e terzi rispetto alle parti in gioco), quindi queste caratteristiche che i Notai rivendicano come esclusive della loro professione in realtà non lo sono. Per quanto riguarda la "diversa" competenza neanche con questo mi sento di concordare, a volte ho sentitodire da notai, mi pare proprio in questo forum, "abbiamo in comune solo la preparazione universitaria" (hai detto niente!!). Se pensiamo al caso dei medici per esempio, uno specialista ortopedico potrebbe in teoria operare una persona al cuore: il fatto di avere superato l'esame di stato glielo consentirebbe, la sua coscienza, professionalità e sensibilità magari no. Ma in teoria lo può fare. E in questo caso il profilo di rischio per l'utente non è di poco conto! ogni medico in base alla propria coscienza e professionalità rifiuta di fare una cosa che non sa fare. Non vedo perchè non dovrebbe capitare per tutti gli altri professionisti (tra l'altro a me è capitato di notai che hanno rifiutato di fare atti, che poi altri hanno fatto: penso che sia una cosa normale). Tra l'altro introdurre il principio che ovunque ci sia un rischio si debba restringere la concorrenza e il mercato ci fa incamminare per strade perigliose. In linea astratta il riferimento al rischio potrebbe valere in una vasta pluralità di casi (ho accennato al rischio salute che come abbiamo visto l'ordinamento tratta in modo abbastanza liberista...., consentendo ad un ortopedico di operare una persona al cuore e nessuno si spaventa per questo!!). Ad esempio il rischio che il notaio copre è solo uno dei tanti rischi cui si va incontro quando si compra un immobile (esiste il rischio geologico, il rischio nell'uso dei materiali da costruzione, che potrebbero anche essere cancerogeni, il rischio che effettivamente l'immobile che si rogita sia effettivamente l'immobile che l'acquirente pensa di comprare, il rischio che l'immobile sia di fatto occupato, o locato, rischio che il notaio non prende in esame, il rischio, in alcuni casi, che il bene sia legalmente conforme all'uso che se ne vuole fare (ci siano autorizzazioni etc.), che è cosa diversa dalla verifica della destinazione urbanistica (che spesso si sente dire essere un valore aggiunto dell'attività notarile), il rischio che l'immobile sia oggetto di una ulteriore trascrizione, il rischio sulle iscrizioni contro: il notaio le elenca semplicemente ma spesso non fa attività di consulenza sul significato delle stesse, se queste sono complicate per il cliente da capire, invita a fare un approfondimento da un avvocato, quella che in gergo si chiama la due diligence!!). Ad esempio si dice che il contenzioso viene ridotto: ma se uno compra un immobile con atto fatto senza problemi e poi quell'immobile risulta occupato, o inagibile con le mura che se ne cadono ci sarà un contenzioso di fatto, ma risulterà nelle statistiche che sfornano i notai che non c'è contenzioso. Mi dispiace di avere sintetizzato il discorso, magari a scapito della comprensione. Vi saluto
Giuseppe
23 luglio 2007 0:00
Ho letto tutti i messaggi di questo forum. Su un punto nessun notaio e' riuscito a convincermi: il numero chiuso. Non ha giustificazioni accettabili.
Giacomo
23 luglio 2007 0:00
Nei passaggi di proprietà della automobili si è voluto estendere la competenza ad altre figure oltre a quella del Notaio,

nella demagocica convinzione che questo avrebbe potuto portare ad una riduzione dei costi,

MA NESSUNO HA EVIDENTEMENTE CONSIDERATO CHE IL COSTO PER L'AUTENTICA NOTARILE AMMONTAVA AD UN MAX DI 40 EU,

E CHE LE CENTINAIA DI EURO RESTANTI DIPENDEVANO DAI COSTI DI VOLTURA DEL LIBRETTO.


OGGI COSA SI E' OTTENUTO?


NULLA!!!!!


I 40 euro non corrisposti al notaio vengono fagocitati da spese da sostenersi in Comune, o dal coso delle prestazioni offerte dalle agenzia di priatiche auto private.


Dunque ad oggi i costi sono rimasti invariati,

ma SE I COSTI SONO RIMASTI INVARIATI NON LO STESSO SI PUO'AFFERMARE PER L'ASPETTO GARANTISTA,

INFATTI OGGI

l'acquisto di una macchina è diventato di certo più rischioso poichè l'attività di controllo a cui il notaio era tenuto,

E' VENUTA DEL TUTTO MENO in comune e presso le agenzie private.


ERGO:

PAGHI UGUAL SOMMA E RISCHI MOLTO DI PIU'!

un bel passo in avanti....Complimenti!


dani
20 luglio 2007 0:00
Ma che banalità: Casta dei notai, lobby dei notai, corporazione dei notai etc.
Vorrei far notare che le lobby in democraia sono legittime (quella dei consumatori è una lobby) e che esistono anche caste, lobby e corporazioni che stanno premendo "contro" i notai. Il parlamento, in democrazia, decide quale interesse sottoposto alla sua attenzione sia più meritevole di tutela per il paese.
Per le macchine è stato ritenuto corretto seguire l'interesse presentato dalle lobby dei consumatori e delle agenzie di pratiche auto, per gli immobili l'inverso. Forse perchè la casa per l'italiano è un bene troppo importante da far circolare senza adeguata e scrupolosa tutela.
Antonella
18 luglio 2007 0:00
Che il buon senso debba essere la linea guida non ci sono dubbi. Io non voglio un sistema ancora piu' instabile di quello attuale. Le riforme da me auspiscate devono essere fatte sempre e comunque nell'interesse dei cittadini; trovo davvero apprezzabile, per esempio, la campagna sulla trasparenza del valore nelle vendite immobiliari avviata in questi giorni dal consiglio nazionale del notariato. La mera redistribuzione del reddito dei notai fra professionisti meno ricchi non è certo il mio ideale da perseguire. Tutto questo non scalfisce minimamente le mie perplessita' sull'opportunita' del mantenimento di alcune esclusive funzionali ai notai. Ma, ovviamente, sono punti di vista.
Gourry
17 luglio 2007 0:00
Beh cara Antonella, se veramente i commercialisti studiano assiduamente il commerciale e poi commettono tutti questi errori assurdi allora sono proprio ingiustificabili. E te lo scrive uno che ne ha viste di robe da far accapponare la pelle ad un semplice studente di legge. E' ovvio che ci possa essere un commercialista anche più bravo di un notaio nella conoscenza del societario, ci mancherebbe, ma sarebbe l'eccezione che conferma la regola, niente di più. E questo, lo ripeto per l'ennesima volta, semplicemente per il fatto che ognuno conosce meglio di altri i propri specifici compiti e quando ciò non accade si tratta di eccezioni. Buon senso prima di tutto.
bersanotto
17 luglio 2007 0:00
e poi, antonella, non sarà "bello dubitare della preparazione delle altre categorie professionali", ma credo sia ancora peggio saltare sul carro del populismo e partecipare alla denigrazione cercando di invadere competenze di altre DIVERSE (non migliori nè peggiori: DIVERSE !) professioni, approfittando della loro esiguità numerica e pertanto del loro minor "peso" elettorale !
Antonella
17 luglio 2007 0:00
No, caro notaio De Falco, dove ho trovato il mio notaio non glielo dico, anche perche' e' una persona simpaticissima. Non mi pare nemmeno pedofilo. Diciamo che e' un ottimo esempio di pubblico ufficiale creativo. Quanto al controllo di legalità, non credo che esso debba essere sempre e comunque di esclusiva competenza dei notai. La funzione di pubblico ufficiale è preminentemente quella di dare pubblica fede agli atti da lui redatti o ricevuti. Il controllo di legalita' notarile e' un fatto imprescindibile, ineludibile, ma accessorio e, secondo me, non esclusivo. Anche il controllo del collegio sindacale (non nelle sas!), per esempio, è un controllo di legalità perché i sindaci verificano il rispetto della legge e dello statuto e possono impugnare dinanzi al tribunale le delibere non conformi alla legge e allo statuto. Ora, attribuire ad un avvocato, che qualosa di leggi sapra' pure, il controllo preventivo di legalita' su una cessione di quota di societa' a responsabilita' limitata non mi pare un vulnus.
bersanotto
17 luglio 2007 0:00
Antonella, guardi, i suoi ragionamenti in questo blog si distinguono dagli altri interventi perchè lei affronta nel merito alcune specifiche questioni, sulle quali ci possono legittimamente essere diversi punti di vista. I miei riferimenti all'invidia sono rivolti a questa becera campagna denigratoria in atto contro il notariato da qualche tempo, guarda caso da quando sono stati dati in pasto all'opinione pubblica i redditi del 2004 (ripeto, prima che sottraessero le auto e le cancellazioni di ipoteca alla competenza notarile).

L'Antitrust (eroe dei nostri tempi!) è un'autorità formata da tecnici che provengono prevalentemente dal mondo universitario e selezionati dalla politica: "università" e "politica", quanto di più lontano possa esistere dal merito e dalla imparzialità, non crede ? Bene, questi signori hanno il compito - importante - di sorvegliare e punire gli ostacoli alla concorrenza. MA CHE COSA C'ENTRA LA CONCORRENZA CON IL NOTARIATO ? Per lo svolgimento di una pubblica funzione così delicata, e per giunta obbligatoria, ogni riferimento al "dio mercato" è una emerita cretinata: legga l'ultimo intervento di Catricalà in merito, che ha ammesso che nell'ambito dei servizi professionali vadano distinti per le loro peculiarità gli avvocati, i medici ed i notai.

Concludo: tutte le opinioni sono rispettabili quando si riferiscono a specifiche materie, ben meditate e competenti: è invece inaccettabile denigrare dei professionisti seri, preparati e selezionati con il solo criterio del merito, facendo leva sui loro redditi DICHIARATI mediamente (mediamente) elevati.
Antonella
16 luglio 2007 0:00
Ormai le nostre opinioni sono ben definite e non mi pare ci siano grandi possibilita' di avvicinamento, non credo che mi dilunghero' ulteriormente sugli stessi argomenti. E poi non mi va di passare per invidiosa. A tal proposito vorrei chiedere nuovamente a Bersanotto se ritiene l'Antitrust un'authority costituita esclusivamente da gente invidiosa. Io, lo ripeto per l'ultima volta, ho la massima stima per i notai, davvero, la loro preparazione in tutte le branche del diritto civile è davvero notevole. Ritengo, comunque, che per alcune funzioni tutto il loro sapere non sia necessario, un avvocato o un commercialista potrebbero fare altrettanto bene. Per inciso, i commercialisti, hanno a che fare tutti i giorni con il diritto societario, la loro conoscenza non e' limitata a qualche reminiscenza degli esami di stato, anche perche' sono soggetti, ormai da qualche anno, ad un percorso di formazione continua obbligatoria che li porta a seguire costantemente corsi e convegni di aggiornamento. Recentemente anche il consiglio nazionale forense ha avviato la formazione obbligatoria per i propri iscritti. In ogni caso, non e' bello dubitare della preparazione delle altre categorie professionali.
Roberto de Falco
16 luglio 2007 0:00
Sicuramente il suo notaio, cara Antonella, ma questo lo sapeva da sola!
Ma scusi, questo campione dove lo avete trovato?
Non è che la prossima volta ci dice che è anche pedofilo?
Perchè qui non si tratta più di violazione del codice deontologico, ma del codice penale, e non di quelle bagatellari!
Comunque, se così stanno le cose, non è un discorso di incompetenza, ma - come hanno scritto altri prima di me - di disonestà (vizio da cui non può essere immune nessuna categoria).

Il discorso sui casi singoli, però è fuorviante (anche se forse vi ho contribuito con il mio aneddoto), perchè allontana dal fulcro del discorso.
Serve un controllo di legalità? Non può che farlo il notaio, perchè a questo scopo selezionato dallo stato con un pubblico concorso.
Non serve? Benissimo, i privati si scriveranno gli atti da soli, o rivolgendosi ai professionisti che riterranno più adatti (notai, avvocati, commercialisti, ragionieri, geometri), che però in questa sede non eserciteranno alcuna pubblica funzione, ma solo una consulenza nell'interesse del cliente.

Perciò è bene intendersi: cosa vuol dire quando scrive che "Un bravo commercialista non avrebbe nessuna difficolta' a portare a buon fine tali operazioni"?
Se intende dire che non è in tal caso necessario alcun controllo di legalità, cioè l'esercizio di alcuna funzione di adeguamento, e che quindi le parti possono rivolgersi all'uopo ad un commercialista (ma anche ad un notaio, o un ragioniere o un avvocato), posso essere o meno d'accordo con il merito della sua valutazione, ma in ogni caso l'eventuale scelta "liberalizzatrice" non avrebbe alcun effetto dirompente sul sistema.
Se intende dire, invece, che il controllo di legalità può essere affidato ad altri professionisti, la mia obiezione è di principio, non di merito, perchè un professionista diverso dal notaio, che non riveste la qualifica di pubblico ufficiale, che non ha superato il rigoroso controllo notarile, che non è soggetto agli obblighi ed ai controlli del notaio, che non è come il notaio in posizione di terzietà rispetto agli interessi in gioco, non può svolgere la funzione di adeguamento per la quale l'ordinamento ha predisposto il sistema notarile.



Gourry
16 luglio 2007 0:00
L'ultimo intervento di Sibilla si commenta da sé e mi dispiace sempre quando l'interlocutore non avendo più nulla da comunicare comincia ad insultare. Speriamo che rinsavisca e che chieda scusa ad Enrico.
X Antonella: qui si parla di competenze mentre lei ha fatto un esempio di disonestà. Sono due grandezze disomogenee quindi non confrontabili. Tornando alla competenza delle categorie professionali, mi pare sufficiente osservare che data la estrema complessità del concorso notarile è praticamente impossibile trovare un Notaio che metta un collegio sindacale in una sas o altri simili errori da bocciatura automatica all'esame di diritto commerciale, diversamente da altre categorie professionali. Ma questo non perché le altre categorie professionali siano inferiori, ma perché ciascuno sa fare il proprio mestiere. Il commercialista è sostanzialmente un economista, il diritto societario è un accessorio che spesso, vuoi per tempo vuoi per altro tipo di impegni, non studia approfonditamente. Gli basta quello che si ricorda di aver studiato all'università. Ma questo vale per ogni professione rispetto a quanto esula in tutto o in parte dalle proprie naturali e specifiche competenze. Cosa c'è di così vergognoso o assurdo nell'affermare che per espletare le funzioni (specie se pubbliche o di rilevanza pubblica) altrui bisogna sostenere, non dico lo stesso esame, ma le stesse prove? Gli esami, i concorsi, le abilitazioni servono a certificare che si è in possesso di un minimo di preparazione per espletare la professione cui si riferiscono, al fine di diminuire sensibilmente il rischio di cagionare danni ai terzi utenti. Che senso ha volere sostanzialmente abolire o creare forti irrazionalità nell'accesso? Per rendere l'Italia ancor più un paese ridicolo deriso da tutto il mondo?
Quanto all'esempio che ha fatto della disonestà di quel notaio in relazione alla successione di sua nonna, beh che dirle, ci sono stati Papi disonesti, figuriamoci i normali umani, notai o commercialisti che siano.
bersanotto
16 luglio 2007 0:00
Per Antonella

Non fa niente, lei è troppo convinta delle sue affermazioni: per l'episodio che lei cita, però, fino a prova contraria chi si è avvalso di un testamento fasullo sono i suoi genitori, il notaio di certo non ne ha certo avuto alcun vantaggio...

Comunque, lei faccia in modo di rispondere a questa specifica domanda: esattamente che cosa c'è che non va nell'attuale sistema del notariato italiano ? Dove c'è la necessità di "cambiare", e perchè ? Io la risposta già la conosco: "i notai guadagnano troppo": è l'invidia.

Le stiamo spiegando pazientemente che il notaio è una istituzione pubblica NECESSARIA: se poi, pacatamente, si vogliono discutere singoli argomenti, allora si deve valutare in termini di costi-benefici sulla collettività se il sistema Paese regge anche sottraendo quella determinata competenza al notariato. Le cessioni o affitti di azienda ? Se lei ritiene che le motivazioni della l. 310/93 che non siano più attuali, allora possiamo discutere sulla necessità del ministero notarile. Io non credo che la lotta alle attività malavitose ed al riciclaggio siano mutate da allora, anzi sono peggiorate. I mafiosi non vanno in giro con la coppola e la lupara, ma investono nel commercio. E' NECESSARIO IL CONTROLLO SU QUESTI FENOMENI DA PARTE DI SOGGETTI QUALIFICATI, INCORRUTTIBILI, PRESENTI SU TUTTO IL TERRITORIO ED ALIENI DA QUALSIASI CONCETTO DI "MERCATO".
Lei mostra di sottovalutare l'importanza delle cessioni di quote di società di persone: lo sa che in caso di fallimento di una s.n.c. falliscono tutti i soci in estensione ? LE PIACEREBBE ESSERE COINVOLTA IN UN FALLIMENTO DI UNA SNC perchè uno scalzacani qualsiasi, non soggetto a severi controlli e sanzioni come un Notaio, ha iscritto nel Registro Imprese una cessione di quote avvalendosi della sua carta di identità ? Oppure, le piacerebbe perseguire una SNC insolvente ed i suoi soci illimitatamente responsabili, per sentirsi opporre da questi ultimi che la firma è falsa, o altre scuse pretestuose (incapacità naturale o giuridica) PER ALLUNGARE LA GIà ETERNA DURATA DI UN PROCESSO ? Rifletta un momento, superando i sentimenti di invidia: lei non crede che sarebbe a rischio l'intero sistema Paese, il principio della sicurezza dei traffici ?

Allora, concludendo: si può discutere, come si è sempre discusso, con competenza e pacatezza, di singole materie e di specifiche problematiche, chiedendosi per ogni singolo argomento i costi-benefici per la collettività.
Ma se il dibattito muove dai redditi elevati (mi ripeto, di contribuenti onesti e cmq. prima che fossero sottratti ai notai i passaggi di proprietà dei veicoli e le cancellazioni di ipoteca), allora nessuno me lo toglie dalla testa: il motivo è l'invidia.

Chi vuole fare il notaio, svolgendo una funzione pubblica fondamentale, non deve fare altro che rimboccarsi le maniche e dimostrare di essere preparato e in gamba.
Sibilla
16 luglio 2007 0:00
il tuo intervento si commenta da solo coglione! Salutami il neoavvocato Enrico fessacchiotto
Antonella
16 luglio 2007 0:00
Il mio quasi resta tale: un commercialista bravo si distingue da uno cattivo con lo stesso criterio con cui si sceglie un notaio bravo da uno incompetente. Le faccio un esempio di cattivo notaio. Un po' di anni fa e' morta la mia povera nonna, non aveva fatto testamento e c'era qualche problema legato alla divisione ereditaria, il caro notaio di famiglia, lo stesso che mette negli atti sistematicamente la dispensa dall'effettuare visure, ha suggerito ai miei genitori di far sbucare dal nulla un testamento olografo. Soluzione senza dubbio pratica, dato che c'era accordo fra gli eredi, ma la deontologia e, soprattutto, la legalita' dove le mettiamo? Come vede, all'interno di tutte le categorie esistono le mele marce, mi chiedo allora se per la collettivita' e' piu' dannoso il mio notaio o il commercialista che vuole il collegio sindacale nella s.a.s.
Commenti
|<   <- 981-1010/1211 ->   >|