Commenti
|
|
|
lucillafiaccola1796 13 gennaio 2010 19:22
Te lo dico Io chi è Berlusconi!
E' uno che ora si sta apprestando [si dice]
a far attacchinare manifesti metri 6x3 col suo kiappetto...
ooops ...visetto insanguinato dal ketch up rosso su tutti
gli spazi d'italia per far eleggere le sue "mercedes" "opel"
"escort" alle regionali
Oh.... quelle cianoo 4 cicciebaffe mika una come noi povere
donne "mottaccil'lòro"!!!!!!
|
gws2005 13 gennaio 2010 11:35
é una vergogna che il principale social network del
mondo,Facebook,abbia eliminato più di 65.000 account solo
perchè membri del gruppo di discussione "Berlusconi chi
è?".é una vergogna che in un paese occidentale si adoperi
lo strumento della censura del pensiero politico critico di
un governo,ed è ancora più vergognoso che 65.000 persone
vedano cancellati amicizie,affetti,interessi solo per via
del loro orientamento politico.è una vergogna il fatto che,
mentre succede tutto questo, il governo italiano pensi solo
a leggi che impediscano al premier di farsi processare al
pari di ogni altro cittadino della repubblica,il che può
solo sostenere la tesi della ragionevolezza delle
discussioni.è una vergogna il fatto che,mentre succede
tutto questo nessun media oltre a internet ne parli....ma
questo d'altronde era alquanto prevedibile.Solo in Iran si
osa tanto...è una vergogna che facebook si sottometta al
pari di qualsiasi altro servo di regime ad un governo di
censura politica.Sono un cittadino indignato,la nostra
libertà di pensiero è messa a repentaglio,ogni giorno.
|
vincenzoaliasilconta 1 novembre 2009 9:07
PM: CORONA, INFRANTO UN SOGNO. PERCHÉ? CHI TOCCA I FILI
MUORE!
Avvocati di Stato o Procuratori appena sotto Dio? Ricevere
in residenza miliardi, mercedes Cellulari, lavoretti,Case ad
eco canone e Sim card Elvetiche per non farsi intercettare
e, poi da chi? Questi sono Valori? Mi chiedo,ma perché non
fu applicato la regola non poteva non sapere?
Come avete visto, sentito, costatato, ora saprete che Pm
vuol dire, che la tua vita è di costui; nelle Proprie Mani!
Inoltre, non sperare che le prove a tuo favore non siano
secretate, i poiché la Casta dal periodo pazzo del
terrorismo i cosiddetti anni di piombo, quando le Mele
Marce, definite per comodo, extraparlamentare, in realtà
erano infiltrati, nella clandestinità per sovvertire,
altrimenti avremmo trovato il bandolo della matassa
criminale, invece, guarda caso dalla formula “ Siamo un
prigioniero Politico ”, eccolo apparire magicamente, a
fulminato sulla via di Damasco verso il Parlamento! Ma come
mai nel nostro Paese: non si possono fare nessuna riforma?
Semplice, perché bisogna toccare quegli equilibri di casta
che, sono business: carriera, fama e gloria altro che P2
quelli usavano la P38 e kalashnikov, ti uccidevano o ti
gambizzavano e vedevi quanti coglioni erano impauriti,
uomini senza palle come i miei professori che li
consideravano eletti e molto istruiti, come e se mio padre o
nonno Nicola analfabeta non imparò nei primi ‘900 il pane
e gruzzoletto emigrando a New York, costruendo grattacieli
per e rendere grande mela famosa nel mondo! Questi per me
erano e rimangono pendagli da forca er erano da eliminare
come scarti di società chirurgicamente come un cancro al
pancreas! Infatti, provate a toccare il Corsera, Express
Group, Csm o Anm o disciplinare il Sindacato e renderli
liberi come imporre di farsi eleggere dalla base, ma che
vulite scherzà? Eleggerli vuol dire meno potere reale,
poiché decentrati ai lavoratori e soggetti alla regola
della meritocrazia! Io lo so ben che alcuni miei professori
guadagnavano meno di me, come pure i Pm, poi dopo gli anni
di piombo, ebbero più poteri e noi meno giustizia sino ad
arrivare a “ Tangentopoli ” con il Mani Pulite fare il
gioco duro: super scortati come se il tangentaro incallito
fosse Totò Rejna e pare che continuano i privilegi: troppi!
In quel periodo avete mai sentito parlare o visto qualcuno
fare girotondi o dire che “ l’informazione era al
guinzaglio o balbettarlo dalla Fnsi? Certo, c’era solo “
Ghino di Tacco “ alias firma dell’ex Presidente del
Consiglio con le palle di nome Bettino Craxi, che divenne il
mio amico: costui, era considerato il gran Capo di “ Casa
Noscia “ che un fax tentava si aprire gli occhi e farsi
ascoltare: ma come diceva mia mamma: “ Da qui, mi entra? E
da qui, mi esce! “ indicando le orecchie! Tutti avevano
l’autobavaglio: diritti e libertà a farsi friggere:
poiché, le veline degli interrogatori arrivavano puntuale e
direttamente sulle scrivanie di redazione media, mai
scoperto la talpa, anche se tutto sapevano e vedevano, chi
li lasciava, no? Sistema che garantiva vendite e gloria, ma
avete sentito il Pci ribellarsi? Avete sentito la FNSI dire
non si fa così? Io che ero nel Palazzaccio di Milano, sia
per studio che per una testimonianza tecnica che per poco,
mi dovevano dare la pensione per un processo durato 7 anni!
Così vidi con Schiavettones Enzo Carra ed altri
malcapitati: avvocati definiti principi del foro fare
cilecca, salvo per l’amico di Di Pietro Lucibello, tanto
che mise un gruzzoletto da parte, miliardi con le
scarcerazioni di inquisiti eccellenti liberati: erano
apprendisti alla Scala dei Valori, cantavano come Luciano
panzarotti pur la bacchetta di ma cantavano a comando del
Maestro Kavakos, infatti, cavano informazioni pur di non
finire a San Vittore in uno dei due cerchi disegnati
dall’Amaro Petrus, tanto che divenne brevetto: se un
mafioso indica, e pure l’autro, vuol dire che è vero sei
ritenuto colpevole: ecco la formula perfetto è strumento
non investigativo della Giustizia Italiana: “ non poteva
non sapere ” e come “ Associazione esterno alla mafia
“ questo, perché , l’odio cresceva a dismisura dallo
strapotere d’alcuni Politici, basta vedere il Deficit
Pubblico e il canto del cigno: “ ’O Sud! ‘O Sud! “
perché? La regola Catto-Comunista nel dare assistenzialismo
erano alla ricerca perenne del voto ecco la veritas del Sud,
poi fatevi un breve conto, quanti Politici ci sono in
Calabresi Pugliesi, Siciliani, Sardegna (due capi di Stato e
un Marx leader del Pci) Campania solo di Napoli c’era
mezza maggioranza, eppure non sono stati capito o meglio non
voluto farla diventare munnezzara e cosa dire della mia
Regione che le hanno fregato persino il suo famoso nome “
Lucania “ ed ora riempita di scandalo di greggio e non sta
con Enzino come le veline? Eppure, ha avuto con illustri e
Politici di alto livello come Emilio Colombo ex Presidente
dei Cattolici, ma votava per un Governo Comunista? Mo, Fini
e altri a venirci a dire: non questione solo del Sud, ma
Nazionale! Allora perché in 60 anni si prendevano voti ed
ora petrolio e lasciare povertà e melma ed Amministratori
in Parlamento con incarichi di Governo? By
http://vincenzoaliasilcontadino.ilcannocchiale.it/ Matera
|
yannis 24 ottobre 2009 16:34
Marrazzo si è autosospeso. Ha fatto bene, sotto un certo
punto di vista potrebbe essere un gesto che gli fa onore se
non fosse messo in ombra dalle precedenti negazioni del
fatto e della richiesta , almeno così dicono alcuni media,
di "chiudere un occhio". Ad ogni modo non so comew poteva
uscirne i fatti erano inconfutabili, non erano narrazioni di
persone pagate allo scopo. Comunque bravo Marrazzo, un
nobile gesto anche se fatto da un "birbaccione".
|
yannis 24 ottobre 2009 15:31
Premetto che Marrazzo a mio modesto parere può continuare
benissimo a fare il Presidente di Regione se è in grado di
farlo e farlo bene. Fatti personali, anche se in questo caso
non sono in ballo donzelle ma trans e droga,non dovrebbero
incidere sulla condotta dell'uomo politico quando è sul suo
posto di "comando".Sono cose prettamente personali, anche se
documentate, che devono restare nell'ambito della famiglia e
non messe sulla bocca dei media.
In questa vicenda stupisce non poco il comportamento di
certi bavosi che per delle allusioni, mai provate, su
Berlusconi chiedevano le dimissioni se non addirittura la
pena di morte; particolare folcloristico nel caso di
Berlusconi si trattava di belle gnocche nel caso di Marrazzo
soltanto di Trans e droga, vabbè questione di gusti. Ora,
come accennavo, davanti a questo "scandalo", che per me
scandalo non è, questi bavosi fanno finta di nulla al
massimo mettono in risalto il comportamento criminoso di 4
carabinieri che tentavano il riscatto. Il riscatto su un
fatto documentato. Questi soloni bavosi non provano un pò
di vergogna? Impossibile, per vergognarsi occorre vaere
dignità e loro non sanno nemmeno cosa sia.
Un acosa però marrazzo doveva evitare quella di negare il
fatto e quello di chiedere, almeno sembra, ai carabinieri di
chiudere un occhio. Un Presidente di Regione deve avere i
batacchi per affrontare qualsiasi situazione.
Povero PD, da un pò di tempo altro che alluvioni, terremoti
e cicloni vari hanno bisogno veramnete di fare un
pellegrinaggio a Lourdes a piedi scalzi ed avedo sul
groppone un macigno di almeno 50 Kg. servirà a qualcosa?
penso che l'unico risultato saranno le vesciche sotto i
piedi, tanto loro ragionano con quelli.
|
vincenzoaliasilconta 24 ottobre 2009 15:20
“ MI MANDA RAITRE ” CHE PENA SANTORO GRUBER UE, E IO
PAGO!
Calmi! Non vorrei essere tacciato di niente, sono per la
privacy e per Diritti di tutti, quindi per la Libertà, ma
scusate perché niet alla privacy di Berlusconi, ripreso di
proposito a km con un teleobiettivo? Non giudico, né la sua
scelta di vita sessuale, né tanto meno di Marrazzo o
chicchessia: ma mi consenta Popolo Kompagnuzzi, se voi che
andate a fare girotondi ed imbastito una campagna perché
avete il bavaglio e negata la liberta dal Governo di
Berlusconi e non solo per sputtanare il Cavaliere, mai
pensato che così facendo, così avete pure sputtanato
l’Italia vale a dire; il vostro Paese? Possibile che i
Socialisti nell’ex PSI, erano tutti ladri farabutti e
altro, poi riciclati nella vostra coalizione persino il
figlio di Benedetto Craxi: è sottosegretario del peggiore
dei Comunisti, ovvero, D’Alema quello che di Democrazia
non sa, nemmeno dove sta di casa? Primo ha buttato a gambe
all’aria tavolo della bicamerale per le Riforme
Istituzionali, poi ha disarcionato Prodi, eletto dai
cittadini, ultimo autorizzò di bombardare i Balcani, senza
chiedere nulla al Parlamento, roba che in altri Paesi
kumpagnuzzi, sarebbe stato fucilato immediatamente! Poi se
leggiamo gli atti della magistratura ai qua sottoufficiali
dei carabinieri che ha fatto finire i quattro carabinieri in
prigione: “ intenzionale messa in scena”, hanno scritto
i pm Sabelli e Capaldo, che il giorno dopo
l’interrogatorio di Marrazzo, giovedì, hanno chiuso in un
lampo la delicata indagine: sono stati arrestati per
estorsione, violazione di domicilio e della privacy, rapina
e spaccio di droga.
Allora, come mai su Berlusconi dubbi e, persino acquisto
pagine di media estero, per sputtanare Silvio berlusconi!
Come mai in Rai Tv, Santoro e Travaglio pagati dai
contribuenti, insiste ma guai a toccarlo? By Vincenzo Alias
Il Contadino. Matera.
http://vincenzoaliasilcontadino.ilcannocchiale.it/
http://www.flickr.com
http://www.facebook.com
http://vincenzoaliasilcontadino.splinder
|
vincenzoaliasilconta 2 ottobre 2009 20:48
Domani la FiNSI-one dei ricchi signori giornalisti in Rosso?
Fnsi, Franco Siddi nuovo segretario afferma: “ il nostro
lavoro è già cominciato - ha aggiunto il neo segretario -
ed è destinato a riempire pagine nuove della storia, che
tra due mesi sarà centenaria, di questo sindacato ". Ma mi
faccia il piacere! La Sardegna ha avuto Capi di Stato, tutta
la famiglia Rossa di Berlinguer non ha fatto risollevare il
Popolo Sardo di un gradino, con una supertrada che andava da
Olbia verso Cagliari, ferma diecina d’anni e terminata dal
Cavaliere, mentre il PCI, PDS, Unione, Pus e Pd dov’erano
in sciopero o a preparare scosse e Papyate a SME-**re
Berlusconi che ha rotto le uova che sapeva distinguere Di
Pietro? “ Recita la locandina: “ La manifestazione per
la libertà di stampa, sarà seguita con delle dirette
televisive da Sky Tg24 a partire dalle 16 (canali 100 e 500)
e dal Tg4 a partire dalle 16 fino alle 17,30. Queste dirette
si aggiungono a quelle già programmate da Repubblica tv, da
Youdem, dal sito della Cgil e da Popolare network: “
Contraddizzione “ Ma caro segretario non avevate il
bavaglio? Lei crede che ieri prima o dopo i festeggiamenti
dei Vostri kompagnuzzi in Piazza Tienamen in Cina, vi
sarebbe stato permesso? Ma va la, raccontiamola giusta
legate l’asino dove vuole il vostro Padrone! Altrimenti
non vi saresti buttate a capofitto per cavolate simile con
oscenità aderendo a migliaia all’appello in difesa di
Repubblica querelata dal Cav e l’istituzione e difesa ad
oltranza per uno stupratore come Roman Polanski
giustificazione peregrina “ E‘ un artista di valore! “
Berlusconi chi è pappagone che da mangiare 80.000 famiglie
molti di Sinistra, ma convinto che conviene spu**re non solo
Berlusconi, ma tutto il Paese nel mondo, perché gli
stranieri imbeccati da altri kompagnuzzi belli! By Vincenzo
Alias Il Contadino. Matera
.http://vincenzoaliasilcontadino.splinder.com/
http://vincenzoaliasilcontadino.ilcannocchiale.it/
http://www.flickr.com http://www.facebook.com
|
OLANDESE 15 settembre 2009 2:41
Che paese del cazzo e' l'itaggia.....
|
chiara 3 settembre 2009 0:00
I "rapporti tesi" tra Chiesa e Berlusconi sono sulla prima
pagina del quotidiano La Croix. Il conflitto - secondo il
più grande giornale cattolico francese - potrebbe essere
"insanabile", "a causa della vita dissoluta del premier e
dell'alleanza con il partito xenofobo Lega Nord".
Sono preoccupata!
|
lo spagnolo 2 settembre 2009 0:00
Il nano e le ministre:....comunione e prostituzione.
|
la satira e il satiro 30 agosto 2009 0:00
da: giovanna d'orleans data: 28 Agosto 2009 IL
‘NEW YORK TIMES’ LANCIA UN INVITO ALLE DONNE ITALIANE:
RIBELLATEVI AL PORCO! - Perbacco! Perbaccone!!
La fama non conosce confini!!! AHIME'!!!!
|
stupefatto e incredulo 30 agosto 2009 0:00
da REPUBBLICA del 23 agosto 2009:te Repubblica
L'Avvocato e il Cavaliere di GIUSEPPE
D'AVANZO SI E' insediato ieri alla
direzione del Giornale della famiglia Berlusconi, Vittorio
Feltri, un tipo che - a quanto dice di se stesso - "non
ha la stoffa del cortigiano". Lo dimostra subito.
Feltri scatena, fin dal primo editoriale, un violentissimo,
sbalorditivo assalto a Silvio Berlusconi, suo editore e capo
del governo. Per dimostrare che, nel lavoro che lo attende,
non sarà né ugola obbediente né sgherro libellista, il
neo-direttore sceglie un astuto espediente. Le canta a nuora
perché suocera intenda. O, fuor di metafora, ad Agnelli
(morto) perché Berlusconi (vivo) capisca e si prepari.
Feltri si dice stupefatto per "quanto sta
avvenendo sul fronte fiscale". Trasecola per quel che
si dice abbia combinato in vita Gianni Agnelli che
"avrebbe esportato o costituito capitali all'estero
sui quali non sarebbero state pagate le tasse". Decide
di liberarsi una buona volta di quell'inutile fardello
che è il garantismo, favola buona soltanto per il Capo e
gli amici del Capo, e picchia duro, durissimo.
Questo "furfante" di un Agnelli, scrive Feltri,
"ha sottratto soldi al fisco", e quindi "ha
procurato un danno allo Stato", "ai cittadini che
le tasse le pagano"; ha saccheggiato "per montagne
di quattrini neri" le casse di società quotate in
Borsa, "derubando gli azionisti". E allora, si
chiede, è più grave "rubare al popolo o toccare il
sedere a una ragazza cui va a genio di farselo
toccare"? Conclude quel diavolo di un Feltri: "Ne
riparleremo". E' l'impegno che
Feltri assume dinanzi ai suoi lettori e la minaccia che il
neo-direttore del Giornale riserva, nel primo giorno, al suo
povero editore. Feltri non è ingenuo e non è uno
sprovveduto. E' un professionista tostissimo e
soprattutto ha memoria lunga. E statene certi - questo
annuncia il suo editoriale - parlerà presto di quel
"furfante" del suo editore. Gli getterà in
faccia, senza sconti, le 64 società off-shore "All
Iberian" che Berlusconi si è creato all'estero,
governandole direttamente e con mano ferma. Gli
ricorderà, e lo ricorderà ai suoi lettori, come lungo i
sentieri del "group B very discreet della
Fininvest" siano transitati quasi mille miliardi di
lire di fondi neri, sottratti al fisco con danno di chi paga
le tasse; i 21 miliardi che hanno ricompensato Bettino Craxi
per l'approvazione della legge Mammì; i 91 miliardi
(trasformati in Cct) destinati non si sa a chi (se non si
vuole dar credito a un testimone che ha riferito come
"i politici costano molto... ed è in discussione la
legge Mammì"). E ancora, la proprietà
abusiva di Tele+ (violava le norme antitrust italiane, per
nasconderla furono corrotte le "fiamme gialle" );
il controllo illegale dell'86 per cento di Telecinco (in
disprezzo delle leggi spagnole); l'acquisto fittizio di
azioni per conto del tycoon Leo Kirch contrario alle leggi
antitrust tedesche; le risorse destinate poi da Cesare
Previti alla corruzione dei giudici di Roma che hanno messo
nelle mani del capo del governo la Mondadori; gli acquisti
di pacchetti azionari che, in violazione delle regole di
mercato e in spregio dei risparmiatori, favorirono le
scalate a Standa, Mondadori, Rinascente. In
attesa di sapere se Agnelli sia stato o meno un
"furfante", Feltri, che non è un maramaldo,
ricorderà quanto sia furfantissimo il suo editore, come al
fondo della fortuna di Berlusconi ci siano evasione fiscale
e falso in bilancio, corruzione della politica, della
Guardia di Finanza, di giudici e testimoni; manipolazione, a
danno degli azionisti, delle leggi che regolano il mercato e
il risparmio in Italia e in Europa. E, giurateci,
quel diavolo di Feltri non si fermerà qui. Ricorderà le
diciassette leggi ad personam che hanno salvato il suo
editore da condanne penali, protetto i suoi affari,
alimentato i profitti delle sue imprese. Ricorderà, con il
suo linguaggio concreto e asciutto, quanto quell'uomo
che ci governa sia, oltre che "un furfante", un
gran bugiardo. Rammenterà ai lettori del
Giornale quando Berlusconi disse: "Ho dichiarato
pubblicamente, nella mia qualità di leader politico
responsabile quindi di fronte agli elettori, che di questa
All Iberian non conoscevo neppure l'esistenza"
(Ansa, 23 novembre 1999, ore 15,17). O quando giurò sulla
testa dei figli: "All Iberian? Galassia off-shore della
Fininvest? Assolute falsità". La trama
dell'offensiva di Feltri contro il suo editore già fa
capolino. Presto leggeremo un altro editoriale, altri
editoriali all'acido muriatico. Nel solco delle menzogne
diffuse dal premier che evade le tasse, Feltri ricorderà
che è stato Berlusconi a mentire agli italiani negando di
frequentare o di aver frequentato minorenni, giurando sulla
testa dei figli di condurre una vita morigerata da buon
padre di famiglia, prossima alla "santità", per
intero dedicata alla fatica di governare il Paese.
Feltri concluderà che un uomo, un "furfante" che
trucca bilanci, deruba i contribuenti e le casse dello
Stato, si cucina legge immunitarie perché governa il Paese
e per di più mente senza vergogna sull'origine della
sua fortuna e sulla sua vita privata, diventata pubblica,
non può essere affidabile quando parla del destino
dell'Italia, qualsiasi cosa dica o prometta.
Ma davvero Feltri persona notoriamente onesta, pacata,non
schierata ,obbiettiva e non faziosa farà tutto
questo? Resto stupefatto e incredulo!
|
Adriano 29 agosto 2009 0:00
Il sito del nuovissimo Giornale registrava ieri come
"il più letto" l'articolo intitolato
"Boffo, il supercensore condannato per molestie".
L'ho letto anch'io. E ho letto anche, come tutti i
giorni da molti anni, l'Avvenire. Alla fine
mi sono chiesto se le "rivelazioni" su Dino Boffo,
direttore dell'Avvenire, anche a prescindere dalla loro
dubbia accuratezza (e in assenza della versione
dell'imputato) avessero influito sulla mia lettura del
quotidiano, tirando addosso ai suoi argomenti un sospetto di
ricatto o di coda di paglia. Mi sono risposto francamente di
no. Ci ho letto, con il solito interesse, una pagina
dedicata a Timor dieci anni dopo: infatti l'Avvenire è
fra i quotidiani più attenti ai problemi internazionali, e
fa tesoro delle fonti peculiari di comunità e missioni
cattoliche. Ho letto gli articoli che ogni giorno trattano
di questioni cosiddette bioetiche, e come ogni giorno ne ho
tratto argomenti al mio dissenso. Ho letto con riconoscenza
le pagine sull'umanità immigrata e sull'umanità
incarcerata. Ho letto gli articoli sulla Perdonanza di
Celestino, che piuttosto vistosamente eludevano la cena fra
Bertone e Berlusconi, andata poi felicemente di traverso. Ho
letto le pagine culturali di Agorà e quella delle lettere,
fino alla rubrica quotidiana di Rosso Malpelo, che mi
pizzica ogni tanto, ripizzicato. Stando così le
cose, che le "rivelazioni" del nuovissimo Giornale
siano vere o false o, peggio ancora, mezzo vere o mezzo
false, non mi importa niente. La vita sessuale di Boffo,
sulla quale non a caso non mi sarei mai interrogato, non ha
alcun rilievo per me - e per qualunque altra persona seria-
se non quando si provasse che inficia la sua lealtà e
serenità professionale. In questo l'alibi
dell'aggressione giornalistica contro di lui è del
tutto fittizio: "Voi frugate nel letto di Berlusconi, e
noi facciamo altrettanto nei vostri". Boffo non è il
capo del governo, e nemmeno un sottocapo: non ha barattato
le proprie relazioni private con prebende pubbliche. I suoi
fatti sono fatti suoi. I suoi aggressori
perfezionano l'alibi della ritorsione con la pretesa di
una magnanima campagna contro "il moralismo". Il
moralismo è uno di quei gomitoli di cui si è perso il
capo, a furia di ingarbugliare. Ha un fondo da tenere fermo:
che, con pochissime patologiche eccezioni, le persone di una
società sanno che cosa è bene e che cosa è male. Che lo
sappiano, non assicura affatto che seguano il bene e si
astengano dal male. "Non bisogna giudicare gli uomini
dalle loro azioni. Tutti possono dire come Medea: video
meliora proboque, deteriora sequor". Vedo bene che cosa
è il meglio, ma poi vado dietro al peggio. (Ho citato
Diderot che cita la Medea innamorata di Ovidio: un po'
di sbieco illuminista fa bene, ai nostri giorni. Ma bastava
l'evangelista Giovanni). Tuttavia,
reciprocamente, che le persone agiscano male non significa
affatto che ignorino che cosa è bene, e addirittura lo
proclamino. Quando lo proclamano troppo stentoreamente,
dimenticandosi di allegare la propria incoerenza, allora il
moralismo diventa una disgustosa ipocrisia. E' avvenuto
platealmente nelle manifestazioni sull'indissolubilità
sacra delle famiglie guidate da poligami ferventi, o
sull'inesorabilità della punizione di prostitute e
clienti da parte di puttanieri e cortigiane (scortum
impudens satis - una escort davvero svergognata: così il
cronista Liutprando a proposito di Marozia, concubina di
papi e papessa lei stessa, in quel secolo X che si chiamò
pornocrazia ). Ora l'equivoco cui Berlusconi (d'ora
in poi B.: ragioni di spazio) e i suoi difensori si
aggrappano è appunto quello dell'invasione moralista
nei suoi vizi privati, a scapito delle sue pubbliche virtù.
E dunque la rappresaglia - almeno dieci per uno, come nelle
migliori rappresaglie- affidata alla Grande Berta del
nuovissimo Giornale. Ma io, per esempio (che sono
ufficialmente pregiudicato, e personalmente peccatore in
congedo, per effetto se non altro delle stesse vicissitudini
cliniche che hanno dotato altri più fortunati del premio
della satiriasi senile, che i desideri avanza) non mi sarei
mai piegato a rovistare nei costumi e nelle pratiche
sessuali di B. o di altri, qualunque piega avessero. Come
me, direi, questo intero giornale. E non mi sarei mai
augurato una pubblica campagna che approdasse a
un'invadenza e una persecuzione delle scelte sessuali di
adulti capaci, o supposti capaci, di intendere e di volere.
Ma si è trattato d'altro, fin dall'inizio: intanto,
dall'inizio, dell'allusione diretta a frequentazioni
di minori, a una condizione patologica, all'usanza
invalsa e contagiosa di fare di incontri sessuali ossessivi,
grossolanamente e ridicolmente maschilisti e per giunta
mercenari l'introduzione, metà elargita metà estorta,
a pubbliche carriere elettorali, governative, spettacolari.
E di un contraccolpo irreparabile di discredito e di
ricattabilità. B. non governa più, benché dia in
certi momenti più inconsulti l'impressione di
spadroneggiare, che è altra cosa. E' lì - sia detto a
proposito del 25 luglio - per questo: perché altri
sgovernano e spadroneggiano assai più licenziosamente alle
sue spalle, e di quegli altri bisognerebbe tenere ogni conto
già mentre lo sgombero è incompiuto, e minaccia di
travolgere tutti. B., come succede, vuole
vendere cara la pelle. E siccome è molto ricco, la venderà
molto cara. L'inversione della sua politica degli
ingaggi all'indomani della rotta - fuori Kakà, dentro
Feltri - lo proclama. E già un solo giorno ha visto
scattare la controffensiva così a lungo dilazionata del
nuovo attacco. Gran colpi, combinati: la denuncia delle
dieci domande di Repubblica alla magistratura, l'assalto
molto sotto la cintura a Boffo, e con lui alla Chiesa
cattolica romana, che dopotutto non aveva lesinato
indulgenze ed elusioni nei confronti dello scandalo politico
e civico, oltre che morale, del capo del governo.
L'ostentata persuasione di poter forzare un qualche
tribunale all'intimidazione della stampa libera, se non
la pura disperazione, hanno ispirato la denuncia contro
Repubblica: la quale non avrebbe desiderato di meglio che di
discutere ovunque, e anche in un tribunale, di quelle
domande senza risposta - o con la più nitida delle
risposte- ripetute non a caso ostinatamente, in bilico fra
una frustrazione e una determinazione catoniana. E insieme
la scelta di distruggere in effigie il direttore del
giornale dei vescovi italiani e di far intendere alla
suocera vaticana che, quando si spingesse ad applicare a B.
un centesimo della severità con cui maneggia le comuni
presunte peccatrici, la guerra diventerebbe senza quartiere.
A questa, chiamiamola così, strategia, presiede il
principio secondo cui non c'è maschio, credente o no,
laico o ch
|
Adriano 29 agosto 2009 0:00
Il sito del nuovissimo Giornale registrava ieri come
"il più letto" l'articolo intitolato
"Boffo, il supercensore condannato per molestie".
L'ho letto anch'io. E ho letto anche, come tutti i
giorni da molti anni, l'Avvenire. Alla fine
mi sono chiesto se le "rivelazioni" su Dino Boffo,
direttore dell'Avvenire, anche a prescindere dalla loro
dubbia accuratezza (e in assenza della versione
dell'imputato) avessero influito sulla mia lettura del
quotidiano, tirando addosso ai suoi argomenti un sospetto di
ricatto o di coda di paglia. Mi sono risposto francamente di
no. Ci ho letto, con il solito interesse, una pagina
dedicata a Timor dieci anni dopo: infatti l'Avvenire è
fra i quotidiani più attenti ai problemi internazionali, e
fa tesoro delle fonti peculiari di comunità e missioni
cattoliche. Ho letto gli articoli che ogni giorno trattano
di questioni cosiddette bioetiche, e come ogni giorno ne ho
tratto argomenti al mio dissenso. Ho letto con riconoscenza
le pagine sull'umanità immigrata e sull'umanità
incarcerata. Ho letto gli articoli sulla Perdonanza di
Celestino, che piuttosto vistosamente eludevano la cena fra
Bertone e Berlusconi, andata poi felicemente di traverso. Ho
letto le pagine culturali di Agorà e quella delle lettere,
fino alla rubrica quotidiana di Rosso Malpelo, che mi
pizzica ogni tanto, ripizzicato. Stando così le
cose, che le "rivelazioni" del nuovissimo Giornale
siano vere o false o, peggio ancora, mezzo vere o mezzo
false, non mi importa niente. La vita sessuale di Boffo,
sulla quale non a caso non mi sarei mai interrogato, non ha
alcun rilievo per me - e per qualunque altra persona seria-
se non quando si provasse che inficia la sua lealtà e
serenità professionale. In questo l'alibi
dell'aggressione giornalistica contro di lui è del
tutto fittizio: "Voi frugate nel letto di Berlusconi, e
noi facciamo altrettanto nei vostri". Boffo non è il
capo del governo, e nemmeno un sottocapo: non ha barattato
le proprie relazioni private con prebende pubbliche. I suoi
fatti sono fatti suoi. I suoi aggressori
perfezionano l'alibi della ritorsione con la pretesa di
una magnanima campagna contro "il moralismo". Il
moralismo è uno di quei gomitoli di cui si è perso il
capo, a furia di ingarbugliare. Ha un fondo da tenere fermo:
che, con pochissime patologiche eccezioni, le persone di una
società sanno che cosa è bene e che cosa è male. Che lo
sappiano, non assicura affatto che seguano il bene e si
astengano dal male. "Non bisogna giudicare gli uomini
dalle loro azioni. Tutti possono dire come Medea: video
meliora proboque, deteriora sequor". Vedo bene che cosa
è il meglio, ma poi vado dietro al peggio. (Ho citato
Diderot che cita la Medea innamorata di Ovidio: un po'
di sbieco illuminista fa bene, ai nostri giorni. Ma bastava
l'evangelista Giovanni). Tuttavia,
reciprocamente, che le persone agiscano male non significa
affatto che ignorino che cosa è bene, e addirittura lo
proclamino. Quando lo proclamano troppo stentoreamente,
dimenticandosi di allegare la propria incoerenza, allora il
moralismo diventa una disgustosa ipocrisia. E' avvenuto
platealmente nelle manifestazioni sull'indissolubilità
sacra delle famiglie guidate da poligami ferventi, o
sull'inesorabilità della punizione di prostitute e
clienti da parte di puttanieri e cortigiane (scortum
impudens satis - una escort davvero svergognata: così il
cronista Liutprando a proposito di Marozia, concubina di
papi e papessa lei stessa, in quel secolo X che si chiamò
pornocrazia ). Ora l'equivoco cui Berlusconi (d'ora
in poi B.: ragioni di spazio) e i suoi difensori si
aggrappano è appunto quello dell'invasione moralista
nei suoi vizi privati, a scapito delle sue pubbliche virtù.
E dunque la rappresaglia - almeno dieci per uno, come nelle
migliori rappresaglie- affidata alla Grande Berta del
nuovissimo Giornale. Ma io, per esempio (che sono
ufficialmente pregiudicato, e personalmente peccatore in
congedo, per effetto se non altro delle stesse vicissitudini
cliniche che hanno dotato altri più fortunati del premio
della satiriasi senile, che i desideri avanza) non mi sarei
mai piegato a rovistare nei costumi e nelle pratiche
sessuali di B. o di altri, qualunque piega avessero. Come
me, direi, questo intero giornale. E non mi sarei mai
augurato una pubblica campagna che approdasse a
un'invadenza e una persecuzione delle scelte sessuali di
adulti capaci, o supposti capaci, di intendere e di volere.
Ma si è trattato d'altro, fin dall'inizio: intanto,
dall'inizio, dell'allusione diretta a frequentazioni
di minori, a una condizione patologica, all'usanza
invalsa e contagiosa di fare di incontri sessuali ossessivi,
grossolanamente e ridicolmente maschilisti e per giunta
mercenari l'introduzione, metà elargita metà estorta,
a pubbliche carriere elettorali, governative, spettacolari.
E di un contraccolpo irreparabile di discredito e di
ricattabilità. B. non governa più, benché dia in
certi momenti più inconsulti l'impressione di
spadroneggiare, che è altra cosa. E' lì - sia detto a
proposito del 25 luglio - per questo: perché altri
sgovernano e spadroneggiano assai più licenziosamente alle
sue spalle, e di quegli altri bisognerebbe tenere ogni conto
già mentre lo sgombero è incompiuto, e minaccia di
travolgere tutti. B., come succede, vuole
vendere cara la pelle. E siccome è molto ricco, la venderà
mol
|
Adriano 29 agosto 2009 0:00
Il sito del nuovissimo Giornale registrava ieri come
"il più letto" l'articolo intitolato
"Boffo, il supercensore condannato per molestie".
L'ho letto anch'io. E ho letto anche, come tutti i
giorni da molti anni, l'Avvenire. Alla fine
mi sono chiesto se le "rivelazioni" su Dino Boffo,
direttore dell'Avvenire, anche a prescindere dalla loro
dubbia accuratezza (e in assenza della versione
dell'imputato) avessero influito sulla mia lettura del
quotidiano, tirando addosso ai suoi argomenti un sospetto di
ricatto o di coda di paglia. Mi sono risposto francamente di
no. Ci ho letto, con il solito interesse, una pagina
dedicata a Timor dieci anni dopo: infatti l'Avvenire è
fra i quotidiani più attenti ai problemi internazionali, e
fa tesoro delle fonti peculiari di comunità e missioni
cattoliche. Ho letto gli articoli che ogni giorno trattano
di questioni cosiddette bioetiche, e come ogni giorno ne ho
tratto argomenti al mio dissenso. Ho letto con riconoscenza
le pagine sull'umanità immigrata e sull'umanità
incarcerata. Ho letto gli articoli sulla Perdonanza di
Celestino, che piuttosto vistosamente eludevano la cena fra
Bertone e Berlusconi, andata poi felicemente di traverso. Ho
letto le pagine culturali di Agorà e quella delle lettere,
fino alla rubrica quotidiana di Rosso Malpelo, che mi
pizzica ogni tanto, ripizzicato. Stando così le
cose, che le "rivelazioni" del nuovissimo Giornale
siano vere o false o, peggio ancora, mezzo vere o mezzo
false, non mi importa niente. La vita sessuale di Boffo,
sulla quale non a caso non mi sarei mai interrogato, non ha
alcun rilievo per me - e per qualunque altra persona seria-
se non quando si provasse che inficia la sua lealtà e
serenità professionale. In questo l'alibi
dell'aggressione giornalistica contro di lui è del
tutto fittizio: "Voi frugate nel letto di Berlusconi, e
noi facciamo altrettanto nei vostri". Boffo non è il
capo del governo, e nemmeno un sottocapo: non ha barattato
le proprie relazioni private con prebende pubbliche. I suoi
fatti sono fatti suoi. I suoi aggressori
perfezionano l'alibi della ritorsione con la pretesa di
una magnanima campagna contro "il moralismo". Il
moralismo è uno di quei gomitoli di cui si è perso il
capo, a furia di ingarbugliare. Ha un fondo da tenere fermo:
che, con pochissime patologiche eccezioni, le persone di una
società sanno che cosa è bene e che cosa è male. Che lo
sappiano, non assicura affatto che seguano il bene e si
astengano dal male. "Non bisogna giudicare gli uomini
dalle loro azioni. Tutti possono dire come Medea: video
meliora proboque, deteriora sequor". Vedo bene che cosa
è il meglio, ma poi vado dietro al peggio. (Ho citato
Diderot che cita la Medea innamorata di Ovidio: un po'
di sbieco illuminista fa bene, ai nostri giorni. Ma bastava
l'evangelista Giovanni). Tuttavia,
reciprocamente, che le persone agiscano male non significa
affatto che ignorino che cosa è bene, e addirittura lo
proclamino. Quando lo proclamano troppo stentoreamente,
dimenticandosi di allegare la propria incoerenza, allora il
moralismo diventa una disgustosa ipocrisia. E' avvenuto
platealmente nelle manifestazioni sull'indissolubilità
sacra delle famiglie guidate da poligami ferventi, o
sull'inesorabilità della punizione di prostitute e
clienti da parte di puttanieri e cortigiane (scortum
impudens satis - una escort davvero svergognata: così il
cronista Liutprando a proposito di Marozia, concubina di
papi e papessa lei stessa, in quel secolo X che si chiamò
pornocrazia ). Ora l'equivoco cui Berlusconi (d'ora
in poi B.: ragioni di spazio) e i suoi difensori si
aggrappano è appunto quello dell'invasione moralista
nei suoi vizi privati, a scapito delle sue pubbliche virtù.
E dunque la rappresaglia - almeno dieci per uno, come nelle
migliori rappresaglie- affidata alla Grande Berta del
nuovissimo Giornale. Ma io, per esempio (che sono
ufficialmente pregiudicato, e personalmente peccatore in
congedo, per effetto se non altro delle stesse vicissitudini
cliniche che hanno dotato altri più fortunati del premio
della satiriasi senile, che i desideri avanza) non mi sarei
mai piegato a rovistare nei costumi e nelle pratiche
sessuali di B. o di altri, qualunque piega avessero. Come
me, direi, questo intero giornale. E non mi sarei mai
augurato una pubblica campagna che approdasse a
un'invadenza e una persecuzione delle scelte sessuali di
adulti capaci, o supposti capaci, di intendere e di volere.
Ma si è trattato d'altro, fin dall'inizio: intanto,
dall'inizio, dell'allusione diretta a frequentazioni
di minori, a una condizione patologica, all'usanza
invalsa e contagiosa di fare di incontri sessuali ossessivi,
grossolanamente e ridicolmente maschilisti e per giunta
mercenari l'introduzione, metà elargita metà estorta,
a pubbliche carriere elettorali, governative, spettacolari.
E di un contraccolpo irreparabile di discredito e di
ricattabilità. B. non governa più, benché dia in
certi momenti più inconsulti l'impressione di
spadroneggiare, che è altra cosa. E' lì - sia detto a
proposito del 25 luglio - per questo: perché altri
sgovernano e spadroneggiano assai più licenziosamente alle
sue spalle, e di quegli altri bisognerebbe tenere ogni conto
già mentre lo sgombero è incompiuto, e minaccia di
travolgere tutti. B., come succede, vuole
vendere cara la pelle. E siccome è molto ricco, la venderà
mol
|
giovanna d'orleans 28 agosto 2009 0:00
IL ‘NEW YORK TIMES’ LANCIA UN INVITO ALLE DONNE
ITALIANE: RIBELLATEVI AL PORCO! -
|
celeste 26 agosto 2009 0:00
Basta con le cattiverie sparse a piene mani, sul nostro
Presidente che è persona buona e pia!Sò per certo che la
sua massima aspirazione è quella di beneficare tante
brave giovinette.Mi risulta anche che il nostro Presidente
è un ferventissimo devoto di Santa Maria Goretti e che
il suo più grande dispiacere è quello di non essere
stato il primo a conoscerla.
|
mic 25 agosto 2009 0:00
Nel fango affonda lo stivale dei maiali. Me ne vergogno
un poco, e mi fa male vedere un uomo come un
animale. Non cambierà, non cambierà......
|
norcino 22 agosto 2009 0:00
da: euterpe data: 17 Agosto 2009 Andrea, siculo
gagliardo e tosto,manda a dire che:«Il ricco porco,
eletto a capo dei suoi simili / alle scrofe da lui montate
ripagò il favore / ammettendole al truogolo riservato a
pochi / a suoi legulei, ai suoi giornalisti, ai suoi boia /
grufolanti e grugnenti. I porci, com’è noto / non sono
bestie di fiuto fine. Rovistano nel letame / vi si rotolano,
vivono alla giornata. Non sospettano / che un giorno saranno
mutati in salsiccia» ?????????????????? BOH??
|
Pace e bene 21 agosto 2009 0:00
Da Sicilia Informazioni.com un interessante
articolo: Non è un “persecutor” né
l'attorney-general della Chiesa cattolica ma ha
autorevolezza e ruolo per manifestare opinioni e giudizi in
nome e per conto della Chiesa, da presidente del Consiglio
per gli Affari giuridici della Cei, la Conferenza Episcopale
Italiana, cioè l’assemblea dei vescovi.
Monsignor Domenico Mogavero, vescovo siciliano di
Mazara del Vallo, si è assunto un onere difficile,
richiamare il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi,
alla necessità di fare chiarezza sulle accuse che gli
vengono mosse, smentirle portando prove convincenti.
Mons. Mogavero rappresenta, dunque, la
Chiesa che non tace ed esprime il suo disagio difronte a
ciò che definisce un decadimento dei costumi. Ciò che fa e
dice il Premier, afferma il prelato, acquista rilevanza
pubblica, la sfera privata del capo del Governo deve
costituire un modello di comportamento per gli italiani.
CousCous fest Le assicurazioni che
il Premier ha affidato al settimanale “Chi”, osserva
Mogavero, non sono sufficienti. “Se non ha niente da
nascondere - ha dichiarato a Repubblica - il Premier
risponda una volta per tutte alle accuse che gli sono state
mosse, smentisca con le prove chi mette in dubbio la sua
moralità, vada a dirlo in Parlamento, denunci alla
magistratura i suoi presunti calunniatori. E aspetti
fiducioso che la legge faccia il suo corso”.
“Non basta dirlo ai giornali patinati -
continua Mons.Mogavero - come Chi e Vanity, più abituati a
parlare di spettacoli e veline. Ormai sono mesi che
importanti organi di informazione come Repubblica, Famiglia
Cristiana, Avvenire - ma anche mass media stranieri –
raccontano dei comportamenti del Premier, mettendo a dura
prova non solo la coscienza dei cattolici, ma di tanta parte
dell’opinione pubblica. “È
ormai tempo che Berlusconi faccia piena luce nelle sedi
opportune a partire dal Parlamento, senza limitarsi ad
attaccare chi lo accusa senza entrare nel merito del caso.
Ormai non può più far finta di niente…”.
Le gerarchie ecclesiastiche gli daranno credito
se lo farà? Chiede Repubblica a Mons. Mogavero. Le
conclusioni del prelato sono perentorie: “Dipende da
quello che dirà e da come lo dirà. Per questo gli
consiglio di abbassare i toni, di evitare di indicare
modelli diseducativi come la corsa alla ricchezza, al
successo, al potere, l’uso della donna. Noi pastori
davanti a tutto questo siamo veramente preoccupati. Come lo
è qualsiasi persona di buonsenso”.
Nella storia d’Italia non era mai accaduto che la Cei
chiamasse, di fatto, sul banco degli imputati a discolparsi
difronte all’opinione pubblica ed al parlamento del suo
operato, pubblico o privato, il capo del Governo.
Monsignor Mogavero non esprime naturalmente il
suo pensiero personale, date le sue responsabilità, ma
quello della Chiesa cattolica italiana, che dopo una fase di
estrema cautela e di conseguente silenzio, sollecitata dai
fedeli, ha manifestato per intero il suo disagio.
La convinzione del Premier di “piacere agli
italiani così com’è” non è stata digerita dai
vescovi, destando perplessità anche fra coloro che
esprimono fiducia ed apprezzamento per il capo del Governo o
sono preoccupati che una eventuale incrinatura dei rapporti
possa nuocere alla Chiesa, impegnata in una intensa
attività sui temi etici e sui rapporti con lo Stato nelle
questioni dell’istruzione. Il
Presidente del Consiglio ha liquidato, nel recente passato,
le esternazioni di Avvenire e dello stesso Mogavero, come
prese di posizione di alcuni parroci “caduti nella
trappola delle calunnie” e delle denigrazioni. Una
reazione che non è stata gradita dal vescovo di Mazara del
Vallo, divenuto suo malgrado il “nemico” di Berlusconi.
Nell’Isola e nella Chiesa italiana, di sicuro.
Speriamo che il Signore induca il vecchio satiro al
pentimento!
|
bertoldo 20 agosto 2009 0:00
da: euterpe data: 17 Agosto 2009 Andrea, siculo
gagliardo e tosto,manda a dire che:«Il ricco porco,
eletto a capo dei suoi simili / alle scrofe da lui montate
ripagò il favore / ammettendole al truogolo riservato a
pochi / a suoi legulei, ai suoi giornalisti, ai suoi boia /
grufolanti e grugnenti. I porci, com’è noto / non sono
bestie di fiuto fine. Rovistano nel letame / vi si rotolano,
vivono alla giornata. Non sospettano / che un giorno saranno
mutati in salsiccia» Gentile Euterpe non capisco
a chi si riferiscono questi versi,o meglio nutro solo
qualche sospetto.Mi sollevi dal dubbio per favore.
Grazie.
|
info Gianni 19 agosto 2009 0:00
Barbacetto scrive che:Basta con una campagna elettorale
fatta sulle veline e non sui problemi della gente»: con
parole quasi identiche, Paolo Ferrero (Rifondazione
comunista) e Pierferdinando Casini (Udc) ribadiscono lo
stesso concetto, che è poi quello ripetuto in questi giorni
da Silvio Berlusconi: mi attaccano per mie vicende private
perché non hanno argomenti politici. Sono fatti privati.
Gossip. Privati? Sono private le vicissitudini di un satrapo
anziano che frequenta minorenni, organizza festini
ingaggiando decine di ragazze, impiega l'aereo di Stato
per portare alle feste in Sardegna il suo giullare di corte
e ballerine di flamenco, usa gli agenti dei servizi segreti
della sua scorta come accompagnatori di veline, pretende
posti nella tv pubblica per le sue amiche, premia veline e
amichette con un posto - a scelta - in televisione o in
politica? E soprattutto: è un fatto privato che il sultano
menta, menta, menta ripetutamente per non far conoscere ai
cittadini i suoi comportamenti "privati"? Che
siano comportamenti di rilevanza politica è chiaro: è
politico e non privato il criterio con cui si scelgono le
candidate alle elezioni; è politico e non privato usare la
tv pubblica come premio per le favorite; è politico e non
privato usare per i propri comodi aerei di Stato e agenti
segreti; è politico e non privato - soprattutto - mentire
ripetutamente al paese. Un paese normale avrebbe
già deciso: uno così non può governare l'Italia e non
la può rappresentare all'estero. E i commenti dei
quotidiani stranieri ci ricordano la normalità perduta. In
un paese normale, a crollare sarebbero stati la sua
credibilità, il sostegno della sua stessa classe politica,
il consenso dei cittadini. Ma lui non ha attorno a sé una
classe dirigente, bensì una corte: sa la verità, in
privato magari ritiene almeno discutibili i suoi
comportamenti, ma in pubblico li deve difendere, per non
essere epurata. E di fronte non ha cittadini: elettori sì,
e ancora tanti; sostenitori, fan. Amano il sultano che
spergiura sulla testa dei suoi figli, che fa le smorfie alla
parata del 2 giugno e continuano ad amarlo ad ogni prova.
Processi, leggi ad personam, gaffe in Italia e
all'estero, condanne dei suoi dipendenti per
comportamenti suoi, menzogne: ciò che gli elettori non
hanno sopportato in Craxi (le tangenti, i nani e le
ballerine) piace se fatto da Berlusconi; ciò che non hanno
perdonato a Mastella (il volo sull'aereo di Stato) lo
accettano da Silvio. Certo: è poderosa la controffensiva
mediatica per far accettare al pubblico ogni cosa, per
inquinare, confondere, ribaltare, oscurare, trasformare,
imbellettare... In un paese normale (vedi Times,
Libération, Financial Times, Bild e via elencando), i
giornalisti racconterebbero la verità, ripeterebbero
all'infinito le domande sulle storie
"private", non troverebbero niente da ridere, o da
ammiccare, in una vicenda che è politica e non gossip.
In Italia, invece, le contestazioni e i fischi al
satrapo anziano - che ormai si ripetono a ogni sua uscita
pubblica - vengono accuratamente nascosti. In Italia un
giornalista di Panorama corre a portare al suo padrone le
foto che non piacciono al suo padrone, perché possa
sporgere denuncia e renderle impubblicabili. In Italia il
direttore di quel settimanale rifiuta le immagini del
padrone a Villa Certosa, proprio lui che aveva irriso un
collega (Pino Belleri, direttore di Oggi) per non aver
pubblicato le foto di Silvio Sircana («Io invece le ho
messe in prima pagina perché faccio solo il giornalista»,
aveva detto allora Maurizio Belpietro). Del resto, anche una
parte dell'opposizione è cieca davanti al satrapo, non
coglie la portata politica dei suoi comportamenti privati,
oppure addirittura invidia la capacità del sultano di stare
con il popolo (vedi Ritanna Armeni: «La sinistra esca dai
salotti e frequenti di più i compleanni delle ragazze del
popolo»), non cogliendo che la qualità di quello stare
trasforma un popolo di cittadini in pletora di sudditi. (3
giugno 2009)
|
dicono di lui 19 agosto 2009 0:00
LONDRA - I giornali stranieri interpretano le ultime
esternazioni di Silvio Berlusconi contro la stampa come un
segnale di paura. Sul quotidiano britannico The Guardian,
George Turner riferisce dell'attacco di Berlusconi al
Tg3, accusato di trasmettere solo notizie negative sul
governo. Secondo Turner, l'uscita di Berlusconi, che di
fatto, sostiene, non deve preoccuparsi di ciò che dicono le
tv perché le controlla a suo piacere, è il segnale che il
presidente del consiglio sente aria di fronda e si sta
preparando alla campagna di autunno. Il Guardian afferma
che, comunque, l'attacco al Tg3 è stato un errore,
perché nel "criticare un telegiornale perché
trasmette notizie" è riuscito a riunificare il fronte
dell'opposizione e infastidire anche qualche
alleato. Si occupa del presidente del consiglio
anche il settimanale Newsweek nell'edizione
internazionale. La rivista fa la cronistoria delle vicende
di cui è stato protagonista durante il suo governo,
"dalle accuse di collusione con la mafia a quelle di
corruzione", e osserva che uno scandalo a sfondo
sessuale dovrebbe essere la cosa meno preoccupante. Invece,
sottolinea il settimanale, "i sordidi dettagli sulla
libido del suo leader cominciano a seccare anche
l'italiano comune e per la prima volta nei sondaggi
Berlusconi scende al di sotto del 50 per cento".
"Sembra proprio - conclude Newsweek - che alla fine
Berlusconi abbia passato il segno anche per la tollerante
Europa".
|
biancaneve 19 agosto 2009 0:00
E' un presidente così piccolo ,ma così piccolo, che i
capelli ,sintetici, gli puzzano di piedi,e anche le
idee. Un nano!
|
euterpe 17 agosto 2009 0:00
Andrea, siculo gagliardo e tosto,manda a dire che:«Il
ricco porco, eletto a capo dei suoi simili / alle scrofe da
lui montate ripagò il favore / ammettendole al truogolo
riservato a pochi / a suoi legulei, ai suoi giornalisti, ai
suoi boia / grufolanti e grugnenti. I porci, com’è noto /
non sono bestie di fiuto fine. Rovistano nel letame / vi si
rotolano, vivono alla giornata. Non sospettano / che un
giorno saranno mutati in salsiccia»
|
Salieri 17 agosto 2009 0:00
x ristoratore Oibò signor ristoratore coprofilo chef
di tutte le cacche,vorace coprofago e superbo sommellier di
liquami fecali,hai un nervetto scoperto vero? Tu sai bene di
che trattano e a chi si riferiscono i bei versi di
Camilleri vero? O no? La lingua batte dove il dente
duole, vero? La tua signora? La tua figliola minore-N?
" pur che porti la gonnella voi sapete quel che
fà....". Provo grande pena per il tuo
travaglio. Coraggio!
|
poetando 17 agosto 2009 0:00
andrea sostiene che così stanno le cose! «Ha
più scheletri dentro l'armadio lui/ che la cripta dei
cappuccini a Palermo/ Ogni tanto di notte, quando passa il
tram/ le ossa vibrano leggermente, e a quel suono/ gli si
rizzano i capelli sintetici/ Teme che le ante
dell'armadio si aprano/ e che torme non di fantasmi ma
di giudici in toga/ balzino fuori agitando come nacchere/
tintinnanti manette... ». POVERA PATRIA!!
|
ristoratore 16 agosto 2009 0:00
per cenacolo poetico; ma vi cibate solo di merda?
preferite quella di cavallo, di maioale o di vacca? Forse
fate un bel miscuglio: Buon appetito
|
cenacolo poetico 16 agosto 2009 0:00
da Camilleri:Non importa che abbia avuto due mogli e
che le sgualdrinelle confortino le sue notti Non
importa che la sua morale abbia più buchi di un
colabrodo che abbia corrotto, falsificato bilanci,
giurato il falso, prevaricato, adottando la menzogna
come stile di vita. Non importa. Sia ricevuto in
Vaticano con tutti gli onori. Pecunia, antica saggezza,
non olet.
|
io io boh 7 agosto 2009 0:00
per nomisTE, niente da fare, ribadisco che: non mi
piace la carne di Porko! Mi skuso con l'esimio
professor kommissario per l'orrore di 'orto e
grafia' - kiedo venia, sono un maldestro
lavoratore-plebeo anti-kommunista, niente da vedere
con codesti illustri ipersnob 'dotto-proletari'
del CENTROKATTOKULTURALARIANOKOMMUNISTA; è vero,
'porco' - quando viene riferito ai kommunisti, si
scrive con ' k '. Niente da fare nemmeno per la
mia signora, il presidente dovrà continuare ad
utilizzare quel vostro gremito mignottaio
sapientemente gestito da codesto centrokulturalakkattone,
proprio per il pericolo da voi menzionato ed a causa
della mia innata gelosia mia moglie viene da me
obbligata ad indossare una sorta di burka,
completamente chiuso, non le permetto nemmeno di guardare e
quando andiamo in giro le metto al collo una catena lunga...
non più di un paio di metri (sono un kultore della
libertà, io; come voi d'altronde!) per
obbligarla a fare i miei stessi passi, e ciò che non vede,
glielo racconto io. Insomma, ho scopiazzato molto - e
mi skuso per questo - i metodi che voi illustrissimi dotti
kommissari del popolo adottate da qualche secolo circa
il kontrollo totale della vostra 'gggente' i cui
cervelli vengono lasciati in gestione al vostro ammasso per
tutta la vita. Ora che mi sono auto-denunciato,
rischierò sanzioni per abuso e sui vostri diritti di autore
e su eventuali vostri brevetti a suo tempo depositati?
|
Commenti
|
|
|
|