Commenti
  1-30/146 ->   >|
lucillafiaccola1796
13 gennaio 2010 19:22
Te lo dico Io chi è Berlusconi!
E' uno che ora si sta apprestando [si dice]
a far attacchinare manifesti metri 6x3 col suo kiappetto... ooops ...visetto insanguinato dal ketch up rosso su tutti gli spazi d'italia per far eleggere le sue "mercedes" "opel" "escort" alle regionali
Oh.... quelle cianoo 4 cicciebaffe mika una come noi povere donne "mottaccil'lòro"!!!!!!
gws2005
13 gennaio 2010 11:35
é una vergogna che il principale social network del mondo,Facebook,abbia eliminato più di 65.000 account solo perchè membri del gruppo di discussione "Berlusconi chi è?".é una vergogna che in un paese occidentale si adoperi lo strumento della censura del pensiero politico critico di un governo,ed è ancora più vergognoso che 65.000 persone vedano cancellati amicizie,affetti,interessi solo per via del loro orientamento politico.è una vergogna il fatto che, mentre succede tutto questo, il governo italiano pensi solo a leggi che impediscano al premier di farsi processare al pari di ogni altro cittadino della repubblica,il che può solo sostenere la tesi della ragionevolezza delle discussioni.è una vergogna il fatto che,mentre succede tutto questo nessun media oltre a internet ne parli....ma questo d'altronde era alquanto prevedibile.Solo in Iran si osa tanto...è una vergogna che facebook si sottometta al pari di qualsiasi altro servo di regime ad un governo di censura politica.Sono un cittadino indignato,la nostra libertà di pensiero è messa a repentaglio,ogni giorno.
vincenzoaliasilconta
1 novembre 2009 9:07
PM: CORONA, INFRANTO UN SOGNO. PERCHÉ? CHI TOCCA I FILI MUORE!
Avvocati di Stato o Procuratori appena sotto Dio? Ricevere in residenza miliardi, mercedes Cellulari, lavoretti,Case ad eco canone e Sim card Elvetiche per non farsi intercettare e, poi da chi? Questi sono Valori? Mi chiedo,ma perché non fu applicato la regola non poteva non sapere?
Come avete visto, sentito, costatato, ora saprete che Pm vuol dire, che la tua vita è di costui; nelle Proprie Mani! Inoltre, non sperare che le prove a tuo favore non siano secretate, i poiché la Casta dal periodo pazzo del terrorismo i cosiddetti anni di piombo, quando le Mele Marce, definite per comodo, extraparlamentare, in realtà erano infiltrati, nella clandestinità per sovvertire, altrimenti avremmo trovato il bandolo della matassa criminale, invece, guarda caso dalla formula “ Siamo un prigioniero Politico ”, eccolo apparire magicamente, a fulminato sulla via di Damasco verso il Parlamento! Ma come mai nel nostro Paese: non si possono fare nessuna riforma? Semplice, perché bisogna toccare quegli equilibri di casta che, sono business: carriera, fama e gloria altro che P2 quelli usavano la P38 e kalashnikov, ti uccidevano o ti gambizzavano e vedevi quanti coglioni erano impauriti, uomini senza palle come i miei professori che li consideravano eletti e molto istruiti, come e se mio padre o nonno Nicola analfabeta non imparò nei primi ‘900 il pane e gruzzoletto emigrando a New York, costruendo grattacieli per e rendere grande mela famosa nel mondo! Questi per me erano e rimangono pendagli da forca er erano da eliminare come scarti di società chirurgicamente come un cancro al pancreas! Infatti, provate a toccare il Corsera, Express Group, Csm o Anm o disciplinare il Sindacato e renderli liberi come imporre di farsi eleggere dalla base, ma che vulite scherzà? Eleggerli vuol dire meno potere reale, poiché decentrati ai lavoratori e soggetti alla regola della meritocrazia! Io lo so ben che alcuni miei professori guadagnavano meno di me, come pure i Pm, poi dopo gli anni di piombo, ebbero più poteri e noi meno giustizia sino ad arrivare a “ Tangentopoli ” con il Mani Pulite fare il gioco duro: super scortati come se il tangentaro incallito fosse Totò Rejna e pare che continuano i privilegi: troppi! In quel periodo avete mai sentito parlare o visto qualcuno fare girotondi o dire che “ l’informazione era al guinzaglio o balbettarlo dalla Fnsi? Certo, c’era solo “ Ghino di Tacco “ alias firma dell’ex Presidente del Consiglio con le palle di nome Bettino Craxi, che divenne il mio amico: costui, era considerato il gran Capo di “ Casa Noscia “ che un fax tentava si aprire gli occhi e farsi ascoltare: ma come diceva mia mamma: “ Da qui, mi entra? E da qui, mi esce! “ indicando le orecchie! Tutti avevano l’autobavaglio: diritti e libertà a farsi friggere: poiché, le veline degli interrogatori arrivavano puntuale e direttamente sulle scrivanie di redazione media, mai scoperto la talpa, anche se tutto sapevano e vedevano, chi li lasciava, no? Sistema che garantiva vendite e gloria, ma avete sentito il Pci ribellarsi? Avete sentito la FNSI dire non si fa così? Io che ero nel Palazzaccio di Milano, sia per studio che per una testimonianza tecnica che per poco, mi dovevano dare la pensione per un processo durato 7 anni! Così vidi con Schiavettones Enzo Carra ed altri malcapitati: avvocati definiti principi del foro fare cilecca, salvo per l’amico di Di Pietro Lucibello, tanto che mise un gruzzoletto da parte, miliardi con le scarcerazioni di inquisiti eccellenti liberati: erano apprendisti alla Scala dei Valori, cantavano come Luciano panzarotti pur la bacchetta di ma cantavano a comando del Maestro Kavakos, infatti, cavano informazioni pur di non finire a San Vittore in uno dei due cerchi disegnati dall’Amaro Petrus, tanto che divenne brevetto: se un mafioso indica, e pure l’autro, vuol dire che è vero sei ritenuto colpevole: ecco la formula perfetto è strumento non investigativo della Giustizia Italiana: “ non poteva non sapere ” e come “ Associazione esterno alla mafia “ questo, perché , l’odio cresceva a dismisura dallo strapotere d’alcuni Politici, basta vedere il Deficit Pubblico e il canto del cigno: “ ’O Sud! ‘O Sud! “ perché? La regola Catto-Comunista nel dare assistenzialismo erano alla ricerca perenne del voto ecco la veritas del Sud, poi fatevi un breve conto, quanti Politici ci sono in Calabresi Pugliesi, Siciliani, Sardegna (due capi di Stato e un Marx leader del Pci) Campania solo di Napoli c’era mezza maggioranza, eppure non sono stati capito o meglio non voluto farla diventare munnezzara e cosa dire della mia Regione che le hanno fregato persino il suo famoso nome “ Lucania “ ed ora riempita di scandalo di greggio e non sta con Enzino come le veline? Eppure, ha avuto con illustri e Politici di alto livello come Emilio Colombo ex Presidente dei Cattolici, ma votava per un Governo Comunista? Mo, Fini e altri a venirci a dire: non questione solo del Sud, ma Nazionale! Allora perché in 60 anni si prendevano voti ed ora petrolio e lasciare povertà e melma ed Amministratori in Parlamento con incarichi di Governo? By http://vincenzoaliasilcontadino.ilcannocchiale.it/ Matera
yannis
24 ottobre 2009 16:34
Marrazzo si è autosospeso. Ha fatto bene, sotto un certo punto di vista potrebbe essere un gesto che gli fa onore se non fosse messo in ombra dalle precedenti negazioni del fatto e della richiesta , almeno così dicono alcuni media, di "chiudere un occhio". Ad ogni modo non so comew poteva uscirne i fatti erano inconfutabili, non erano narrazioni di persone pagate allo scopo. Comunque bravo Marrazzo, un nobile gesto anche se fatto da un "birbaccione".
yannis
24 ottobre 2009 15:31
Premetto che Marrazzo a mio modesto parere può continuare benissimo a fare il Presidente di Regione se è in grado di farlo e farlo bene. Fatti personali, anche se in questo caso non sono in ballo donzelle ma trans e droga,non dovrebbero incidere sulla condotta dell'uomo politico quando è sul suo posto di "comando".Sono cose prettamente personali, anche se documentate, che devono restare nell'ambito della famiglia e non messe sulla bocca dei media.
In questa vicenda stupisce non poco il comportamento di certi bavosi che per delle allusioni, mai provate, su Berlusconi chiedevano le dimissioni se non addirittura la pena di morte; particolare folcloristico nel caso di Berlusconi si trattava di belle gnocche nel caso di Marrazzo soltanto di Trans e droga, vabbè questione di gusti. Ora, come accennavo, davanti a questo "scandalo", che per me scandalo non è, questi bavosi fanno finta di nulla al massimo mettono in risalto il comportamento criminoso di 4 carabinieri che tentavano il riscatto. Il riscatto su un fatto documentato. Questi soloni bavosi non provano un pò di vergogna? Impossibile, per vergognarsi occorre vaere dignità e loro non sanno nemmeno cosa sia.
Un acosa però marrazzo doveva evitare quella di negare il fatto e quello di chiedere, almeno sembra, ai carabinieri di chiudere un occhio. Un Presidente di Regione deve avere i batacchi per affrontare qualsiasi situazione.
Povero PD, da un pò di tempo altro che alluvioni, terremoti e cicloni vari hanno bisogno veramnete di fare un pellegrinaggio a Lourdes a piedi scalzi ed avedo sul groppone un macigno di almeno 50 Kg. servirà a qualcosa? penso che l'unico risultato saranno le vesciche sotto i piedi, tanto loro ragionano con quelli.
vincenzoaliasilconta
24 ottobre 2009 15:20
“ MI MANDA RAITRE ” CHE PENA SANTORO GRUBER UE, E IO PAGO!
Calmi! Non vorrei essere tacciato di niente, sono per la privacy e per Diritti di tutti, quindi per la Libertà, ma scusate perché niet alla privacy di Berlusconi, ripreso di proposito a km con un teleobiettivo? Non giudico, né la sua scelta di vita sessuale, né tanto meno di Marrazzo o chicchessia: ma mi consenta Popolo Kompagnuzzi, se voi che andate a fare girotondi ed imbastito una campagna perché avete il bavaglio e negata la liberta dal Governo di Berlusconi e non solo per sputtanare il Cavaliere, mai pensato che così facendo, così avete pure sputtanato l’Italia vale a dire; il vostro Paese? Possibile che i Socialisti nell’ex PSI, erano tutti ladri farabutti e altro, poi riciclati nella vostra coalizione persino il figlio di Benedetto Craxi: è sottosegretario del peggiore dei Comunisti, ovvero, D’Alema quello che di Democrazia non sa, nemmeno dove sta di casa? Primo ha buttato a gambe all’aria tavolo della bicamerale per le Riforme Istituzionali, poi ha disarcionato Prodi, eletto dai cittadini, ultimo autorizzò di bombardare i Balcani, senza chiedere nulla al Parlamento, roba che in altri Paesi kumpagnuzzi, sarebbe stato fucilato immediatamente! Poi se leggiamo gli atti della magistratura ai qua sottoufficiali dei carabinieri che ha fatto finire i quattro carabinieri in prigione: “ intenzionale messa in scena”, hanno scritto i pm Sabelli e Capaldo, che il giorno dopo l’interrogatorio di Marrazzo, giovedì, hanno chiuso in un lampo la delicata indagine: sono stati arrestati per estorsione, violazione di domicilio e della privacy, rapina e spaccio di droga.
Allora, come mai su Berlusconi dubbi e, persino acquisto pagine di media estero, per sputtanare Silvio berlusconi! Come mai in Rai Tv, Santoro e Travaglio pagati dai contribuenti, insiste ma guai a toccarlo? By Vincenzo Alias Il Contadino. Matera.


http://vincenzoaliasilcontadino.ilcannocchiale.it/
http://www.flickr.com
http://www.facebook.com
http://vincenzoaliasilcontadino.splinder
vincenzoaliasilconta
2 ottobre 2009 20:48
Domani la FiNSI-one dei ricchi signori giornalisti in Rosso?
Fnsi, Franco Siddi nuovo segretario afferma: “ il nostro lavoro è già cominciato - ha aggiunto il neo segretario - ed è destinato a riempire pagine nuove della storia, che tra due mesi sarà centenaria, di questo sindacato ". Ma mi faccia il piacere! La Sardegna ha avuto Capi di Stato, tutta la famiglia Rossa di Berlinguer non ha fatto risollevare il Popolo Sardo di un gradino, con una supertrada che andava da Olbia verso Cagliari, ferma diecina d’anni e terminata dal Cavaliere, mentre il PCI, PDS, Unione, Pus e Pd dov’erano in sciopero o a preparare scosse e Papyate a SME-**re Berlusconi che ha rotto le uova che sapeva distinguere Di Pietro? “ Recita la locandina: “ La manifestazione per la libertà di stampa, sarà seguita con delle dirette televisive da Sky Tg24 a partire dalle 16 (canali 100 e 500) e dal Tg4 a partire dalle 16 fino alle 17,30. Queste dirette si aggiungono a quelle già programmate da Repubblica tv, da Youdem, dal sito della Cgil e da Popolare network: “ Contraddizzione “ Ma caro segretario non avevate il bavaglio? Lei crede che ieri prima o dopo i festeggiamenti dei Vostri kompagnuzzi in Piazza Tienamen in Cina, vi sarebbe stato permesso? Ma va la, raccontiamola giusta legate l’asino dove vuole il vostro Padrone! Altrimenti non vi saresti buttate a capofitto per cavolate simile con oscenità aderendo a migliaia all’appello in difesa di Repubblica querelata dal Cav e l’istituzione e difesa ad oltranza per uno stupratore come Roman Polanski giustificazione peregrina “ E‘ un artista di valore! “ Berlusconi chi è pappagone che da mangiare 80.000 famiglie molti di Sinistra, ma convinto che conviene spu**re non solo Berlusconi, ma tutto il Paese nel mondo, perché gli stranieri imbeccati da altri kompagnuzzi belli! By Vincenzo Alias Il Contadino. Matera .http://vincenzoaliasilcontadino.splinder.com/ http://vincenzoaliasilcontadino.ilcannocchiale.it/ http://www.flickr.com http://www.facebook.com
OLANDESE
15 settembre 2009 2:41
Che paese del cazzo e' l'itaggia.....
chiara
3 settembre 2009 0:00
I "rapporti tesi" tra Chiesa e Berlusconi sono sulla prima pagina del quotidiano La Croix. Il conflitto - secondo il più grande giornale cattolico francese - potrebbe essere "insanabile", "a causa della vita dissoluta del premier e dell'alleanza con il partito xenofobo Lega Nord".

Sono preoccupata!
lo spagnolo
2 settembre 2009 0:00
Il nano e le ministre:....comunione e prostituzione.
la satira e il satiro
30 agosto 2009 0:00
da: giovanna d'orleans
data: 28 Agosto 2009
IL ‘NEW YORK TIMES’ LANCIA UN INVITO ALLE DONNE ITALIANE: RIBELLATEVI AL PORCO! -

Perbacco! Perbaccone!! La fama non conosce
confini!!!
AHIME'!!!!
stupefatto e incredulo
30 agosto 2009 0:00
da REPUBBLICA del 23 agosto 2009:te Repubblica


L'Avvocato e il Cavaliere
di GIUSEPPE D'AVANZO

SI E' insediato ieri alla direzione del Giornale della famiglia Berlusconi, Vittorio Feltri, un tipo che - a quanto dice di se stesso - "non ha la stoffa del cortigiano". Lo dimostra subito.
Feltri scatena, fin dal primo editoriale, un violentissimo, sbalorditivo assalto a Silvio Berlusconi, suo editore e capo del governo. Per dimostrare che, nel lavoro che lo attende, non sarà né ugola obbediente né sgherro libellista, il neo-direttore sceglie un astuto espediente. Le canta a nuora perché suocera intenda. O, fuor di metafora, ad Agnelli (morto) perché Berlusconi (vivo) capisca e si prepari.

Feltri si dice stupefatto per "quanto sta avvenendo sul fronte fiscale". Trasecola per quel che si dice abbia combinato in vita Gianni Agnelli che "avrebbe esportato o costituito capitali all'estero sui quali non sarebbero state pagate le tasse". Decide di liberarsi una buona volta di quell'inutile fardello che è il garantismo, favola buona soltanto per il Capo e gli amici del Capo, e picchia duro, durissimo.

Questo "furfante" di un Agnelli, scrive Feltri, "ha sottratto soldi al fisco", e quindi "ha procurato un danno allo Stato", "ai cittadini che le tasse le pagano"; ha saccheggiato "per montagne di quattrini neri" le casse di società quotate in Borsa, "derubando gli azionisti". E allora, si chiede, è più grave "rubare al popolo o toccare il sedere a una ragazza cui va a genio di farselo toccare"? Conclude quel diavolo di un Feltri: "Ne riparleremo".

E' l'impegno che Feltri assume dinanzi ai suoi lettori e la minaccia che il neo-direttore del Giornale riserva, nel primo giorno, al suo povero editore. Feltri non è ingenuo e non è uno sprovveduto. E' un professionista tostissimo e soprattutto ha memoria lunga. E statene certi - questo annuncia il suo editoriale - parlerà presto di quel "furfante" del suo editore. Gli getterà in faccia, senza sconti, le 64 società off-shore "All Iberian" che Berlusconi si è creato all'estero, governandole direttamente e con mano ferma.

Gli ricorderà, e lo ricorderà ai suoi lettori, come lungo i sentieri del "group B very discreet della Fininvest" siano transitati quasi mille miliardi di lire di fondi neri, sottratti al fisco con danno di chi paga le tasse; i 21 miliardi che hanno ricompensato Bettino Craxi per l'approvazione della legge Mammì; i 91 miliardi (trasformati in Cct) destinati non si sa a chi (se non si vuole dar credito a un testimone che ha riferito come "i politici costano molto... ed è in discussione la legge Mammì").

E ancora, la proprietà abusiva di Tele+ (violava le norme antitrust italiane, per nasconderla furono corrotte le "fiamme gialle" ); il controllo illegale dell'86 per cento di Telecinco (in disprezzo delle leggi spagnole); l'acquisto fittizio di azioni per conto del tycoon Leo Kirch contrario alle leggi antitrust tedesche; le risorse destinate poi da Cesare Previti alla corruzione dei giudici di Roma che hanno messo nelle mani del capo del governo la Mondadori; gli acquisti di pacchetti azionari che, in violazione delle regole di mercato e in spregio dei risparmiatori, favorirono le scalate a Standa, Mondadori, Rinascente.

In attesa di sapere se Agnelli sia stato o meno un "furfante", Feltri, che non è un maramaldo, ricorderà quanto sia furfantissimo il suo editore, come al fondo della fortuna di Berlusconi ci siano evasione fiscale e falso in bilancio, corruzione della politica, della Guardia di Finanza, di giudici e testimoni; manipolazione, a danno degli azionisti, delle leggi che regolano il mercato e il risparmio in Italia e in Europa.

E, giurateci, quel diavolo di Feltri non si fermerà qui. Ricorderà le diciassette leggi ad personam che hanno salvato il suo editore da condanne penali, protetto i suoi affari, alimentato i profitti delle sue imprese. Ricorderà, con il suo linguaggio concreto e asciutto, quanto quell'uomo che ci governa sia, oltre che "un furfante", un gran bugiardo.

Rammenterà ai lettori del Giornale quando Berlusconi disse: "Ho dichiarato pubblicamente, nella mia qualità di leader politico responsabile quindi di fronte agli elettori, che di questa All Iberian non conoscevo neppure l'esistenza" (Ansa, 23 novembre 1999, ore 15,17). O quando giurò sulla testa dei figli: "All Iberian? Galassia off-shore della Fininvest? Assolute falsità".

La trama dell'offensiva di Feltri contro il suo editore già fa capolino. Presto leggeremo un altro editoriale, altri editoriali all'acido muriatico. Nel solco delle menzogne diffuse dal premier che evade le tasse, Feltri ricorderà che è stato Berlusconi a mentire agli italiani negando di frequentare o di aver frequentato minorenni, giurando sulla testa dei figli di condurre una vita morigerata da buon padre di famiglia, prossima alla "santità", per intero dedicata alla fatica di governare il Paese.

Feltri concluderà che un uomo, un "furfante" che trucca bilanci, deruba i contribuenti e le casse dello Stato, si cucina legge immunitarie perché governa il Paese e per di più mente senza vergogna sull'origine della sua fortuna e sulla sua vita privata, diventata pubblica, non può essere affidabile quando parla del destino dell'Italia, qualsiasi cosa dica o prometta.

Ma davvero Feltri persona notoriamente onesta, pacata,non schierata ,obbiettiva e
non faziosa farà tutto questo?
Resto stupefatto e incredulo!
Adriano
29 agosto 2009 0:00
Il sito del nuovissimo Giornale registrava ieri come "il più letto" l'articolo intitolato "Boffo, il supercensore condannato per molestie". L'ho letto anch'io. E ho letto anche, come tutti i giorni da molti anni, l'Avvenire.

Alla fine mi sono chiesto se le "rivelazioni" su Dino Boffo, direttore dell'Avvenire, anche a prescindere dalla loro dubbia accuratezza (e in assenza della versione dell'imputato) avessero influito sulla mia lettura del quotidiano, tirando addosso ai suoi argomenti un sospetto di ricatto o di coda di paglia. Mi sono risposto francamente di no. Ci ho letto, con il solito interesse, una pagina dedicata a Timor dieci anni dopo: infatti l'Avvenire è fra i quotidiani più attenti ai problemi internazionali, e fa tesoro delle fonti peculiari di comunità e missioni cattoliche. Ho letto gli articoli che ogni giorno trattano di questioni cosiddette bioetiche, e come ogni giorno ne ho tratto argomenti al mio dissenso. Ho letto con riconoscenza le pagine sull'umanità immigrata e sull'umanità incarcerata. Ho letto gli articoli sulla Perdonanza di Celestino, che piuttosto vistosamente eludevano la cena fra Bertone e Berlusconi, andata poi felicemente di traverso. Ho letto le pagine culturali di Agorà e quella delle lettere, fino alla rubrica quotidiana di Rosso Malpelo, che mi pizzica ogni tanto, ripizzicato.

Stando così le cose, che le "rivelazioni" del nuovissimo Giornale siano vere o false o, peggio ancora, mezzo vere o mezzo false, non mi importa niente. La vita sessuale di Boffo, sulla quale non a caso non mi sarei mai interrogato, non ha alcun rilievo per me - e per qualunque altra persona seria- se non quando si provasse che inficia la sua lealtà e serenità professionale. In questo l'alibi dell'aggressione giornalistica contro di lui è del tutto fittizio: "Voi frugate nel letto di Berlusconi, e noi facciamo altrettanto nei vostri". Boffo non è il capo del governo, e nemmeno un sottocapo: non ha barattato le proprie relazioni private con prebende pubbliche. I suoi fatti sono fatti suoi.

I suoi aggressori perfezionano l'alibi della ritorsione con la pretesa di una magnanima campagna contro "il moralismo". Il moralismo è uno di quei gomitoli di cui si è perso il capo, a furia di ingarbugliare. Ha un fondo da tenere fermo: che, con pochissime patologiche eccezioni, le persone di una società sanno che cosa è bene e che cosa è male. Che lo sappiano, non assicura affatto che seguano il bene e si astengano dal male. "Non bisogna giudicare gli uomini dalle loro azioni. Tutti possono dire come Medea: video meliora proboque, deteriora sequor". Vedo bene che cosa è il meglio, ma poi vado dietro al peggio. (Ho citato Diderot che cita la Medea innamorata di Ovidio: un po' di sbieco illuminista fa bene, ai nostri giorni. Ma bastava l'evangelista Giovanni).

Tuttavia, reciprocamente, che le persone agiscano male non significa affatto che ignorino che cosa è bene, e addirittura lo proclamino. Quando lo proclamano troppo stentoreamente, dimenticandosi di allegare la propria incoerenza, allora il moralismo diventa una disgustosa ipocrisia. E' avvenuto platealmente nelle manifestazioni sull'indissolubilità sacra delle famiglie guidate da poligami ferventi, o sull'inesorabilità della punizione di prostitute e clienti da parte di puttanieri e cortigiane (scortum impudens satis - una escort davvero svergognata: così il cronista Liutprando a proposito di Marozia, concubina di papi e papessa lei stessa, in quel secolo X che si chiamò pornocrazia ). Ora l'equivoco cui Berlusconi (d'ora in poi B.: ragioni di spazio) e i suoi difensori si aggrappano è appunto quello dell'invasione moralista nei suoi vizi privati, a scapito delle sue pubbliche virtù. E dunque la rappresaglia - almeno dieci per uno, come nelle migliori rappresaglie- affidata alla Grande Berta del nuovissimo Giornale. Ma io, per esempio (che sono ufficialmente pregiudicato, e personalmente peccatore in congedo, per effetto se non altro delle stesse vicissitudini cliniche che hanno dotato altri più fortunati del premio della satiriasi senile, che i desideri avanza) non mi sarei mai piegato a rovistare nei costumi e nelle pratiche sessuali di B. o di altri, qualunque piega avessero. Come me, direi, questo intero giornale. E non mi sarei mai augurato una pubblica campagna che approdasse a un'invadenza e una persecuzione delle scelte sessuali di adulti capaci, o supposti capaci, di intendere e di volere. Ma si è trattato d'altro, fin dall'inizio: intanto, dall'inizio, dell'allusione diretta a frequentazioni di minori, a una condizione patologica, all'usanza invalsa e contagiosa di fare di incontri sessuali ossessivi, grossolanamente e ridicolmente maschilisti e per giunta mercenari l'introduzione, metà elargita metà estorta, a pubbliche carriere elettorali, governative, spettacolari. E di un contraccolpo irreparabile di discredito e di ricattabilità.
B. non governa più, benché dia in certi momenti più inconsulti l'impressione di spadroneggiare, che è altra cosa. E' lì - sia detto a proposito del 25 luglio - per questo: perché altri sgovernano e spadroneggiano assai più licenziosamente alle sue spalle, e di quegli altri bisognerebbe tenere ogni conto già mentre lo sgombero è incompiuto, e minaccia di travolgere tutti.

B., come succede, vuole vendere cara la pelle. E siccome è molto ricco, la venderà molto cara. L'inversione della sua politica degli ingaggi all'indomani della rotta - fuori Kakà, dentro Feltri - lo proclama. E già un solo giorno ha visto scattare la controffensiva così a lungo dilazionata del nuovo attacco. Gran colpi, combinati: la denuncia delle dieci domande di Repubblica alla magistratura, l'assalto molto sotto la cintura a Boffo, e con lui alla Chiesa cattolica romana, che dopotutto non aveva lesinato indulgenze ed elusioni nei confronti dello scandalo politico e civico, oltre che morale, del capo del governo. L'ostentata persuasione di poter forzare un qualche tribunale all'intimidazione della stampa libera, se non la pura disperazione, hanno ispirato la denuncia contro Repubblica: la quale non avrebbe desiderato di meglio che di discutere ovunque, e anche in un tribunale, di quelle domande senza risposta - o con la più nitida delle risposte- ripetute non a caso ostinatamente, in bilico fra una frustrazione e una determinazione catoniana. E insieme la scelta di distruggere in effigie il direttore del giornale dei vescovi italiani e di far intendere alla suocera vaticana che, quando si spingesse ad applicare a B. un centesimo della severità con cui maneggia le comuni presunte peccatrici, la guerra diventerebbe senza quartiere. A questa, chiamiamola così, strategia, presiede il principio secondo cui non c'è maschio, credente o no, laico o ch
Adriano
29 agosto 2009 0:00
Il sito del nuovissimo Giornale registrava ieri come "il più letto" l'articolo intitolato "Boffo, il supercensore condannato per molestie". L'ho letto anch'io. E ho letto anche, come tutti i giorni da molti anni, l'Avvenire.

Alla fine mi sono chiesto se le "rivelazioni" su Dino Boffo, direttore dell'Avvenire, anche a prescindere dalla loro dubbia accuratezza (e in assenza della versione dell'imputato) avessero influito sulla mia lettura del quotidiano, tirando addosso ai suoi argomenti un sospetto di ricatto o di coda di paglia. Mi sono risposto francamente di no. Ci ho letto, con il solito interesse, una pagina dedicata a Timor dieci anni dopo: infatti l'Avvenire è fra i quotidiani più attenti ai problemi internazionali, e fa tesoro delle fonti peculiari di comunità e missioni cattoliche. Ho letto gli articoli che ogni giorno trattano di questioni cosiddette bioetiche, e come ogni giorno ne ho tratto argomenti al mio dissenso. Ho letto con riconoscenza le pagine sull'umanità immigrata e sull'umanità incarcerata. Ho letto gli articoli sulla Perdonanza di Celestino, che piuttosto vistosamente eludevano la cena fra Bertone e Berlusconi, andata poi felicemente di traverso. Ho letto le pagine culturali di Agorà e quella delle lettere, fino alla rubrica quotidiana di Rosso Malpelo, che mi pizzica ogni tanto, ripizzicato.

Stando così le cose, che le "rivelazioni" del nuovissimo Giornale siano vere o false o, peggio ancora, mezzo vere o mezzo false, non mi importa niente. La vita sessuale di Boffo, sulla quale non a caso non mi sarei mai interrogato, non ha alcun rilievo per me - e per qualunque altra persona seria- se non quando si provasse che inficia la sua lealtà e serenità professionale. In questo l'alibi dell'aggressione giornalistica contro di lui è del tutto fittizio: "Voi frugate nel letto di Berlusconi, e noi facciamo altrettanto nei vostri". Boffo non è il capo del governo, e nemmeno un sottocapo: non ha barattato le proprie relazioni private con prebende pubbliche. I suoi fatti sono fatti suoi.

I suoi aggressori perfezionano l'alibi della ritorsione con la pretesa di una magnanima campagna contro "il moralismo". Il moralismo è uno di quei gomitoli di cui si è perso il capo, a furia di ingarbugliare. Ha un fondo da tenere fermo: che, con pochissime patologiche eccezioni, le persone di una società sanno che cosa è bene e che cosa è male. Che lo sappiano, non assicura affatto che seguano il bene e si astengano dal male. "Non bisogna giudicare gli uomini dalle loro azioni. Tutti possono dire come Medea: video meliora proboque, deteriora sequor". Vedo bene che cosa è il meglio, ma poi vado dietro al peggio. (Ho citato Diderot che cita la Medea innamorata di Ovidio: un po' di sbieco illuminista fa bene, ai nostri giorni. Ma bastava l'evangelista Giovanni).

Tuttavia, reciprocamente, che le persone agiscano male non significa affatto che ignorino che cosa è bene, e addirittura lo proclamino. Quando lo proclamano troppo stentoreamente, dimenticandosi di allegare la propria incoerenza, allora il moralismo diventa una disgustosa ipocrisia. E' avvenuto platealmente nelle manifestazioni sull'indissolubilità sacra delle famiglie guidate da poligami ferventi, o sull'inesorabilità della punizione di prostitute e clienti da parte di puttanieri e cortigiane (scortum impudens satis - una escort davvero svergognata: così il cronista Liutprando a proposito di Marozia, concubina di papi e papessa lei stessa, in quel secolo X che si chiamò pornocrazia ). Ora l'equivoco cui Berlusconi (d'ora in poi B.: ragioni di spazio) e i suoi difensori si aggrappano è appunto quello dell'invasione moralista nei suoi vizi privati, a scapito delle sue pubbliche virtù. E dunque la rappresaglia - almeno dieci per uno, come nelle migliori rappresaglie- affidata alla Grande Berta del nuovissimo Giornale. Ma io, per esempio (che sono ufficialmente pregiudicato, e personalmente peccatore in congedo, per effetto se non altro delle stesse vicissitudini cliniche che hanno dotato altri più fortunati del premio della satiriasi senile, che i desideri avanza) non mi sarei mai piegato a rovistare nei costumi e nelle pratiche sessuali di B. o di altri, qualunque piega avessero. Come me, direi, questo intero giornale. E non mi sarei mai augurato una pubblica campagna che approdasse a un'invadenza e una persecuzione delle scelte sessuali di adulti capaci, o supposti capaci, di intendere e di volere. Ma si è trattato d'altro, fin dall'inizio: intanto, dall'inizio, dell'allusione diretta a frequentazioni di minori, a una condizione patologica, all'usanza invalsa e contagiosa di fare di incontri sessuali ossessivi, grossolanamente e ridicolmente maschilisti e per giunta mercenari l'introduzione, metà elargita metà estorta, a pubbliche carriere elettorali, governative, spettacolari. E di un contraccolpo irreparabile di discredito e di ricattabilità.
B. non governa più, benché dia in certi momenti più inconsulti l'impressione di spadroneggiare, che è altra cosa. E' lì - sia detto a proposito del 25 luglio - per questo: perché altri sgovernano e spadroneggiano assai più licenziosamente alle sue spalle, e di quegli altri bisognerebbe tenere ogni conto già mentre lo sgombero è incompiuto, e minaccia di travolgere tutti.

B., come succede, vuole vendere cara la pelle. E siccome è molto ricco, la venderà mol
Adriano
29 agosto 2009 0:00
Il sito del nuovissimo Giornale registrava ieri come "il più letto" l'articolo intitolato "Boffo, il supercensore condannato per molestie". L'ho letto anch'io. E ho letto anche, come tutti i giorni da molti anni, l'Avvenire.

Alla fine mi sono chiesto se le "rivelazioni" su Dino Boffo, direttore dell'Avvenire, anche a prescindere dalla loro dubbia accuratezza (e in assenza della versione dell'imputato) avessero influito sulla mia lettura del quotidiano, tirando addosso ai suoi argomenti un sospetto di ricatto o di coda di paglia. Mi sono risposto francamente di no. Ci ho letto, con il solito interesse, una pagina dedicata a Timor dieci anni dopo: infatti l'Avvenire è fra i quotidiani più attenti ai problemi internazionali, e fa tesoro delle fonti peculiari di comunità e missioni cattoliche. Ho letto gli articoli che ogni giorno trattano di questioni cosiddette bioetiche, e come ogni giorno ne ho tratto argomenti al mio dissenso. Ho letto con riconoscenza le pagine sull'umanità immigrata e sull'umanità incarcerata. Ho letto gli articoli sulla Perdonanza di Celestino, che piuttosto vistosamente eludevano la cena fra Bertone e Berlusconi, andata poi felicemente di traverso. Ho letto le pagine culturali di Agorà e quella delle lettere, fino alla rubrica quotidiana di Rosso Malpelo, che mi pizzica ogni tanto, ripizzicato.

Stando così le cose, che le "rivelazioni" del nuovissimo Giornale siano vere o false o, peggio ancora, mezzo vere o mezzo false, non mi importa niente. La vita sessuale di Boffo, sulla quale non a caso non mi sarei mai interrogato, non ha alcun rilievo per me - e per qualunque altra persona seria- se non quando si provasse che inficia la sua lealtà e serenità professionale. In questo l'alibi dell'aggressione giornalistica contro di lui è del tutto fittizio: "Voi frugate nel letto di Berlusconi, e noi facciamo altrettanto nei vostri". Boffo non è il capo del governo, e nemmeno un sottocapo: non ha barattato le proprie relazioni private con prebende pubbliche. I suoi fatti sono fatti suoi.

I suoi aggressori perfezionano l'alibi della ritorsione con la pretesa di una magnanima campagna contro "il moralismo". Il moralismo è uno di quei gomitoli di cui si è perso il capo, a furia di ingarbugliare. Ha un fondo da tenere fermo: che, con pochissime patologiche eccezioni, le persone di una società sanno che cosa è bene e che cosa è male. Che lo sappiano, non assicura affatto che seguano il bene e si astengano dal male. "Non bisogna giudicare gli uomini dalle loro azioni. Tutti possono dire come Medea: video meliora proboque, deteriora sequor". Vedo bene che cosa è il meglio, ma poi vado dietro al peggio. (Ho citato Diderot che cita la Medea innamorata di Ovidio: un po' di sbieco illuminista fa bene, ai nostri giorni. Ma bastava l'evangelista Giovanni).

Tuttavia, reciprocamente, che le persone agiscano male non significa affatto che ignorino che cosa è bene, e addirittura lo proclamino. Quando lo proclamano troppo stentoreamente, dimenticandosi di allegare la propria incoerenza, allora il moralismo diventa una disgustosa ipocrisia. E' avvenuto platealmente nelle manifestazioni sull'indissolubilità sacra delle famiglie guidate da poligami ferventi, o sull'inesorabilità della punizione di prostitute e clienti da parte di puttanieri e cortigiane (scortum impudens satis - una escort davvero svergognata: così il cronista Liutprando a proposito di Marozia, concubina di papi e papessa lei stessa, in quel secolo X che si chiamò pornocrazia ). Ora l'equivoco cui Berlusconi (d'ora in poi B.: ragioni di spazio) e i suoi difensori si aggrappano è appunto quello dell'invasione moralista nei suoi vizi privati, a scapito delle sue pubbliche virtù. E dunque la rappresaglia - almeno dieci per uno, come nelle migliori rappresaglie- affidata alla Grande Berta del nuovissimo Giornale. Ma io, per esempio (che sono ufficialmente pregiudicato, e personalmente peccatore in congedo, per effetto se non altro delle stesse vicissitudini cliniche che hanno dotato altri più fortunati del premio della satiriasi senile, che i desideri avanza) non mi sarei mai piegato a rovistare nei costumi e nelle pratiche sessuali di B. o di altri, qualunque piega avessero. Come me, direi, questo intero giornale. E non mi sarei mai augurato una pubblica campagna che approdasse a un'invadenza e una persecuzione delle scelte sessuali di adulti capaci, o supposti capaci, di intendere e di volere. Ma si è trattato d'altro, fin dall'inizio: intanto, dall'inizio, dell'allusione diretta a frequentazioni di minori, a una condizione patologica, all'usanza invalsa e contagiosa di fare di incontri sessuali ossessivi, grossolanamente e ridicolmente maschilisti e per giunta mercenari l'introduzione, metà elargita metà estorta, a pubbliche carriere elettorali, governative, spettacolari. E di un contraccolpo irreparabile di discredito e di ricattabilità.
B. non governa più, benché dia in certi momenti più inconsulti l'impressione di spadroneggiare, che è altra cosa. E' lì - sia detto a proposito del 25 luglio - per questo: perché altri sgovernano e spadroneggiano assai più licenziosamente alle sue spalle, e di quegli altri bisognerebbe tenere ogni conto già mentre lo sgombero è incompiuto, e minaccia di travolgere tutti.

B., come succede, vuole vendere cara la pelle. E siccome è molto ricco, la venderà mol
giovanna d'orleans
28 agosto 2009 0:00
IL ‘NEW YORK TIMES’ LANCIA UN INVITO ALLE DONNE ITALIANE: RIBELLATEVI AL PORCO! -
celeste
26 agosto 2009 0:00
Basta con le cattiverie sparse a piene mani, sul nostro Presidente che è persona buona e pia!Sò per certo che la sua massima aspirazione è quella di beneficare tante
brave giovinette.Mi risulta anche che il nostro Presidente è un ferventissimo devoto
di Santa Maria Goretti e che il suo più
grande dispiacere è quello di non essere stato il primo a conoscerla.
mic
25 agosto 2009 0:00
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà......
norcino
22 agosto 2009 0:00
da: euterpe
data: 17 Agosto 2009
Andrea, siculo gagliardo e tosto,manda a dire
che:«Il ricco porco, eletto a capo dei suoi simili / alle scrofe da lui montate ripagò il favore / ammettendole al truogolo riservato a pochi / a suoi legulei, ai suoi giornalisti, ai suoi boia / grufolanti e grugnenti. I porci, com’è noto / non sono bestie di fiuto fine. Rovistano nel letame / vi si rotolano, vivono alla giornata. Non sospettano / che un giorno saranno mutati in salsiccia»

?????????????????? BOH??
Pace e bene
21 agosto 2009 0:00
Da Sicilia Informazioni.com un interessante
articolo:

Non è un “persecutor” né l'attorney-general della Chiesa cattolica ma ha autorevolezza e ruolo per manifestare opinioni e giudizi in nome e per conto della Chiesa, da presidente del Consiglio per gli Affari giuridici della Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, cioè l’assemblea dei vescovi.



Monsignor Domenico Mogavero, vescovo siciliano di Mazara del Vallo, si è assunto un onere difficile, richiamare il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, alla necessità di fare chiarezza sulle accuse che gli vengono mosse, smentirle portando prove convincenti.



Mons. Mogavero rappresenta, dunque, la Chiesa che non tace ed esprime il suo disagio difronte a ciò che definisce un decadimento dei costumi. Ciò che fa e dice il Premier, afferma il prelato, acquista rilevanza pubblica, la sfera privata del capo del Governo deve costituire un modello di comportamento per gli italiani.
CousCous fest



Le assicurazioni che il Premier ha affidato al settimanale “Chi”, osserva Mogavero, non sono sufficienti. “Se non ha niente da nascondere - ha dichiarato a Repubblica - il Premier risponda una volta per tutte alle accuse che gli sono state mosse, smentisca con le prove chi mette in dubbio la sua moralità, vada a dirlo in Parlamento, denunci alla magistratura i suoi presunti calunniatori. E aspetti fiducioso che la legge faccia il suo corso”.



“Non basta dirlo ai giornali patinati - continua Mons.Mogavero - come Chi e Vanity, più abituati a parlare di spettacoli e veline. Ormai sono mesi che importanti organi di informazione come Repubblica, Famiglia Cristiana, Avvenire - ma anche mass media stranieri – raccontano dei comportamenti del Premier, mettendo a dura prova non solo la coscienza dei cattolici, ma di tanta parte dell’opinione pubblica.



“È ormai tempo che Berlusconi faccia piena luce nelle sedi opportune a partire dal Parlamento, senza limitarsi ad attaccare chi lo accusa senza entrare nel merito del caso. Ormai non può più far finta di niente…”.



Le gerarchie ecclesiastiche gli daranno credito se lo farà? Chiede Repubblica a Mons. Mogavero. Le conclusioni del prelato sono perentorie: “Dipende da quello che dirà e da come lo dirà. Per questo gli consiglio di abbassare i toni, di evitare di indicare modelli diseducativi come la corsa alla ricchezza, al successo, al potere, l’uso della donna. Noi pastori davanti a tutto questo siamo veramente preoccupati. Come lo è qualsiasi persona di buonsenso”.



Nella storia d’Italia non era mai accaduto che la Cei chiamasse, di fatto, sul banco degli imputati a discolparsi difronte all’opinione pubblica ed al parlamento del suo operato, pubblico o privato, il capo del Governo.



Monsignor Mogavero non esprime naturalmente il suo pensiero personale, date le sue responsabilità, ma quello della Chiesa cattolica italiana, che dopo una fase di estrema cautela e di conseguente silenzio, sollecitata dai fedeli, ha manifestato per intero il suo disagio.



La convinzione del Premier di “piacere agli italiani così com’è” non è stata digerita dai vescovi, destando perplessità anche fra coloro che esprimono fiducia ed apprezzamento per il capo del Governo o sono preoccupati che una eventuale incrinatura dei rapporti possa nuocere alla Chiesa, impegnata in una intensa attività sui temi etici e sui rapporti con lo Stato nelle questioni dell’istruzione.



Il Presidente del Consiglio ha liquidato, nel recente passato, le esternazioni di Avvenire e dello stesso Mogavero, come prese di posizione di alcuni parroci “caduti nella trappola delle calunnie” e delle denigrazioni. Una reazione che non è stata gradita dal vescovo di Mazara del Vallo, divenuto suo malgrado il “nemico” di Berlusconi. Nell’Isola e nella Chiesa italiana, di sicuro.
Speriamo che il Signore induca il vecchio
satiro al pentimento!
bertoldo
20 agosto 2009 0:00
da: euterpe
data: 17 Agosto 2009
Andrea, siculo gagliardo e tosto,manda a dire
che:«Il ricco porco, eletto a capo dei suoi simili / alle scrofe da lui montate ripagò il favore / ammettendole al truogolo riservato a pochi / a suoi legulei, ai suoi giornalisti, ai suoi boia / grufolanti e grugnenti. I porci, com’è noto / non sono bestie di fiuto fine. Rovistano nel letame / vi si rotolano, vivono alla giornata. Non sospettano / che un giorno saranno mutati in salsiccia»

Gentile Euterpe non capisco a chi si riferiscono questi versi,o meglio nutro solo qualche sospetto.Mi sollevi dal dubbio
per favore. Grazie.
info Gianni
19 agosto 2009 0:00
Barbacetto scrive che:Basta con una campagna elettorale fatta sulle veline e non sui problemi della gente»: con parole quasi identiche, Paolo Ferrero (Rifondazione comunista) e Pierferdinando Casini (Udc) ribadiscono lo stesso concetto, che è poi quello ripetuto in questi giorni da Silvio Berlusconi: mi attaccano per mie vicende private perché non hanno argomenti politici. Sono fatti privati. Gossip. Privati? Sono private le vicissitudini di un satrapo anziano che frequenta minorenni, organizza festini ingaggiando decine di ragazze, impiega l'aereo di Stato per portare alle feste in Sardegna il suo giullare di corte e ballerine di flamenco, usa gli agenti dei servizi segreti della sua scorta come accompagnatori di veline, pretende posti nella tv pubblica per le sue amiche, premia veline e amichette con un posto - a scelta - in televisione o in politica? E soprattutto: è un fatto privato che il sultano menta, menta, menta ripetutamente per non far conoscere ai cittadini i suoi comportamenti "privati"? Che siano comportamenti di rilevanza politica è chiaro: è politico e non privato il criterio con cui si scelgono le candidate alle elezioni; è politico e non privato usare la tv pubblica come premio per le favorite; è politico e non privato usare per i propri comodi aerei di Stato e agenti segreti; è politico e non privato - soprattutto - mentire ripetutamente al paese.

Un paese normale avrebbe già deciso: uno così non può governare l'Italia e non la può rappresentare all'estero. E i commenti dei quotidiani stranieri ci ricordano la normalità perduta. In un paese normale, a crollare sarebbero stati la sua credibilità, il sostegno della sua stessa classe politica, il consenso dei cittadini. Ma lui non ha attorno a sé una classe dirigente, bensì una corte: sa la verità, in privato magari ritiene almeno discutibili i suoi comportamenti, ma in pubblico li deve difendere, per non essere epurata. E di fronte non ha cittadini: elettori sì, e ancora tanti; sostenitori, fan. Amano il sultano che spergiura sulla testa dei suoi figli, che fa le smorfie alla parata del 2 giugno e continuano ad amarlo ad ogni prova. Processi, leggi ad personam, gaffe in Italia e all'estero, condanne dei suoi dipendenti per comportamenti suoi, menzogne: ciò che gli elettori non hanno sopportato in Craxi (le tangenti, i nani e le ballerine) piace se fatto da Berlusconi; ciò che non hanno perdonato a Mastella (il volo sull'aereo di Stato) lo accettano da Silvio. Certo: è poderosa la controffensiva mediatica per far accettare al pubblico ogni cosa, per inquinare, confondere, ribaltare, oscurare, trasformare, imbellettare... In un paese normale (vedi Times, Libération, Financial Times, Bild e via elencando), i giornalisti racconterebbero la verità, ripeterebbero all'infinito le domande sulle storie "private", non troverebbero niente da ridere, o da ammiccare, in una vicenda che è politica e non gossip.

In Italia, invece, le contestazioni e i fischi al satrapo anziano - che ormai si ripetono a ogni sua uscita pubblica - vengono accuratamente nascosti. In Italia un giornalista di Panorama corre a portare al suo padrone le foto che non piacciono al suo padrone, perché possa sporgere denuncia e renderle impubblicabili. In Italia il direttore di quel settimanale rifiuta le immagini del padrone a Villa Certosa, proprio lui che aveva irriso un collega (Pino Belleri, direttore di Oggi) per non aver pubblicato le foto di Silvio Sircana («Io invece le ho messe in prima pagina perché faccio solo il giornalista», aveva detto allora Maurizio Belpietro). Del resto, anche una parte dell'opposizione è cieca davanti al satrapo, non coglie la portata politica dei suoi comportamenti privati, oppure addirittura invidia la capacità del sultano di stare con il popolo (vedi Ritanna Armeni: «La sinistra esca dai salotti e frequenti di più i compleanni delle ragazze del popolo»), non cogliendo che la qualità di quello stare trasforma un popolo di cittadini in pletora di sudditi. (3 giugno 2009)
dicono di lui
19 agosto 2009 0:00
LONDRA - I giornali stranieri interpretano le ultime esternazioni di Silvio Berlusconi contro la stampa come un segnale di paura. Sul quotidiano britannico The Guardian, George Turner riferisce dell'attacco di Berlusconi al Tg3, accusato di trasmettere solo notizie negative sul governo. Secondo Turner, l'uscita di Berlusconi, che di fatto, sostiene, non deve preoccuparsi di ciò che dicono le tv perché le controlla a suo piacere, è il segnale che il presidente del consiglio sente aria di fronda e si sta preparando alla campagna di autunno. Il Guardian afferma che, comunque, l'attacco al Tg3 è stato un errore, perché nel "criticare un telegiornale perché trasmette notizie" è riuscito a riunificare il fronte dell'opposizione e infastidire anche qualche alleato.

Si occupa del presidente del consiglio anche il settimanale Newsweek nell'edizione internazionale. La rivista fa la cronistoria delle vicende di cui è stato protagonista durante il suo governo, "dalle accuse di collusione con la mafia a quelle di corruzione", e osserva che uno scandalo a sfondo sessuale dovrebbe essere la cosa meno preoccupante. Invece, sottolinea il settimanale, "i sordidi dettagli sulla libido del suo leader cominciano a seccare anche l'italiano comune e per la prima volta nei sondaggi Berlusconi scende al di sotto del 50 per cento". "Sembra proprio - conclude Newsweek - che alla fine Berlusconi abbia passato il segno anche per la tollerante Europa".


biancaneve
19 agosto 2009 0:00
E' un presidente così piccolo ,ma così piccolo, che i capelli ,sintetici, gli puzzano di piedi,e anche le idee.
Un nano!
euterpe
17 agosto 2009 0:00
Andrea, siculo gagliardo e tosto,manda a dire
che:«Il ricco porco, eletto a capo dei suoi simili / alle scrofe da lui montate ripagò il favore / ammettendole al truogolo riservato a pochi / a suoi legulei, ai suoi giornalisti, ai suoi boia / grufolanti e grugnenti. I porci, com’è noto / non sono bestie di fiuto fine. Rovistano nel letame / vi si rotolano, vivono alla giornata. Non sospettano / che un giorno saranno mutati in salsiccia»
Salieri
17 agosto 2009 0:00
x ristoratore
Oibò signor ristoratore coprofilo chef di tutte le cacche,vorace coprofago e superbo sommellier di liquami fecali,hai un nervetto scoperto vero? Tu sai bene di che trattano e a chi si riferiscono i bei versi di Camilleri
vero? O no? La lingua batte dove il dente duole, vero? La tua signora? La tua figliola minore-N? " pur che porti la
gonnella voi sapete quel che fà....".
Provo grande pena per il tuo travaglio.
Coraggio!
poetando
17 agosto 2009 0:00
andrea sostiene che così stanno le cose!

«Ha più scheletri dentro l'armadio lui/ che la cripta dei cappuccini a Palermo/ Ogni tanto di notte, quando passa il tram/ le ossa vibrano leggermente, e a quel suono/ gli si rizzano i capelli sintetici/ Teme che le ante dell'armadio si aprano/ e che torme non di fantasmi ma di giudici in toga/ balzino fuori agitando come nacchere/ tintinnanti manette... ».
POVERA PATRIA!!
ristoratore
16 agosto 2009 0:00
per cenacolo poetico;
ma vi cibate solo di merda? preferite quella di cavallo, di maioale o di vacca? Forse fate un bel miscuglio: Buon appetito
cenacolo poetico
16 agosto 2009 0:00
da Camilleri:Non importa che abbia avuto due mogli
e che le sgualdrinelle confortino le sue notti
Non importa che la sua morale abbia più buchi di un colabrodo
che abbia corrotto, falsificato bilanci, giurato il falso,
prevaricato, adottando la menzogna come stile di vita.
Non importa.
Sia ricevuto in Vaticano con tutti gli onori.
Pecunia, antica saggezza, non olet.
io io boh
7 agosto 2009 0:00
per nomisTE,
niente da fare, ribadisco che: non mi piace la carne di Porko!
Mi skuso con l'esimio professor kommissario per l'orrore di 'orto e grafia' - kiedo venia,
sono un maldestro lavoratore-plebeo anti-kommunista,
niente da vedere con codesti illustri ipersnob 'dotto-proletari' del
CENTROKATTOKULTURALARIANOKOMMUNISTA;
è vero, 'porco' - quando viene riferito ai kommunisti, si scrive con ' k '.
Niente da fare nemmeno per la mia signora,
il presidente dovrà continuare ad utilizzare quel vostro gremito mignottaio
sapientemente gestito da codesto centrokulturalakkattone,
proprio per il pericolo da voi menzionato ed a causa della mia innata gelosia
mia moglie viene da me obbligata ad indossare una sorta di burka,
completamente chiuso, non le permetto nemmeno di guardare e quando andiamo in giro le metto al collo una catena lunga... non più di un paio di metri (sono un kultore della libertà, io;
come voi d'altronde!)
per obbligarla a fare i miei stessi passi, e ciò che non vede, glielo racconto io.
Insomma, ho scopiazzato molto - e mi skuso per questo - i metodi che voi illustrissimi dotti kommissari del popolo
adottate da qualche secolo circa il kontrollo totale della vostra 'gggente' i cui cervelli vengono lasciati in gestione al vostro ammasso per tutta la vita.
Ora che mi sono auto-denunciato, rischierò sanzioni per abuso e sui vostri diritti di autore e su eventuali vostri brevetti a suo tempo depositati?
Commenti
  1-30/146 ->   >|