Commenti
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sugar magnolia 20 ottobre 2011 13:28
Al Sud di dinastie alla Moratti o all'Agnelli, che comandano
a Milano e Torino e poi hanno un'influenza in tutt'Italia,
non c'è traccia. Di imprenditori conosciuti in tutto il
mondo, come Benetton o Del Vecchio di Luxottica, nemmeno
l'ombra. Di banchieri alla Corrado Passera o Alessandro
Profumo, neppure a parlarne: gli istituti, da Roma in giù,
sono stati comprati tutti dalle banche del Nord. Nel
Mezzogiorno, al posto di capitani d'industria e
multinazionali, ci sono i gattopardi. Un pugno di
imprenditori e uomini d'affari con storie diverse (alcuni
provengono da famiglie con vecchie tradizioni alle spalle,
altri hanno accumulato enormi fortune in tempi così rapidi
da risultare sospetti, qualcuno è stato accusato di essere
contiguo alla criminalità organizzata) con un minimo comune
denominatore che li accomuna: in tempi di crisi e di partiti
deboli, il loro potere è aumentato. Nella politica, nelle
associazioni imprenditoriali. Soprattutto nelle zone dove la
disoccupazione è alta, e chi fa girare un po' di soldi e
assume manodopera è visto come il salvatore della
patria.
Secondo l'economista Mariano D'Antonio il loro modus
vivendi, rispetto a ciò che accadeva negli anni Ottanta e
Novanta, è profondamente cambiato: "La vecchia alleanza tra
gli imprenditori e i politici della Prima Repubblica, basata
sullo scambio finanziamento pubblico-assunzioni, non esiste
più. Agli occhi degli imprenditori il sistema politico è
diventato sempre più inaffidabile e magmatico: così i
pochi big in circolazione si sono trasformati in lobbisti,
in gruppi di pressione che, di volta in volta, si alleano
con un partito o un altro per ottenere benefici o il via
libera a progetti e investimenti". D'Antonio ci tiene a
sottolineare che la borghesia manifatturiera, al Sud, è
sempre più debole: "Nel deserto di fabbriche che è
diventato il nostro Mezzogiorno, il territorio è in mano ai
mercanti, ai furbi che evadono milioni e, soprattutto, alle
imprese criminali".
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sugar magnolia 27 settembre 2011 0:41
PROPONGO UN RIMPASTO DI GOVERNO :
- il Direttore al posto di Tremonti
- la Lucy come Ministro della Semplificazione del
Linguaggio
- IVAN sottosegretario ai Servizi Segreti (con delega
permanente)
- JOKER Ministro del Signoraggio
- ADRIANA Ministro delle Poste
- Tasso Capo della Consob
- FABBRI' Ministro della Salute e della farmacologia
+++++ SUGAR Presidente della Repubblica (tanto non conta un
cazzo)
..........qualcuno ha altri suggerimenti ???
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savpg8801 26 settembre 2011 20:06
Acclamati i capi leghisti e c'è la festa delle acque sacre
làà nel parco montano con battesimi (vedi s.Giovanni B.
alias Bossi) palloncini, maglie, abbuffi ecc.
Poi vedendo queste bambinate goliardiche e pure convinte
rabbrividenti condizioni di elementi che stanno tenendo in
iscacco l'Italia......mamma mia. Dicevano che tutto il mondo
è paese.
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lucillafiaccola1796 26 settembre 2011 19:51
se cessiamoci, ci scappi o non ci scappi! vale la pena!
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sugar magnolia 26 settembre 2011 17:06
Napoli, acclamati i capi Camorradi Claudio Pappaianni
Quartiere Barra, c'è la Festa dei Gigli: i boss della
malavita organizzata arrivano su un'auto d'epoca bianca, in
un tripudio di palloncini, musica e applausi.. Poi padrini
invitano tutti a «un minuto di silenzio per i morti
nostri». E alla fine c'è pure la benedizione del
parroco
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/napoli-acclamati-i-c
api-camorra/2162069
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QUESTO E' IL MERIDIONE (almeno in parte, non tutti, ma molti
sono cosi')
leggete, leggete ....
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lucillafiaccola1796 19 agosto 2011 18:08
il dito di bo$$i... è la vera espressione del pappolo
taliano nord sud est ovest: pavidi co'dardi forti con gli
handicappati, deboli coi cosco$i!!!! fra gli u-mani bruti i
peggiori!
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sugar magnolia 19 agosto 2011 11:49
...stavo dicendo....che testimonia L'ASSOLUTA INCAPACITA' E
INETTITUDINE DELLA CLASSE DIRIGENTE MERIDIONALE, CHE,
DOVENDO DIMOSTRARE DI SPENDERE I FONDI EUROPEI CON PROGGETTI
STRUTTRATI E PRECISI, PIUTTOSTO LASCIA SCADERE MILIOARDI DI
EURO DESTIUNATI ALLO SVILUPPO DELLE PROPRIE AREE
Prima, finche' c'era solo Roma, si poteva drenare, rubare,
arraffare e dividere il malloppo (vedi Cassa del Mezzogiorno
e affini), ma ora, che ci sono i Commissiari europei a
controllare, questo non lo si puo' piu' fare.....ora 'sti
cazzi di soldi vanno spesi bene......o senno' non vengono
erogati
ed ecco che esce in tutta la sua drammaticita'
l'inettitudine dei dirigenti meridionali, che mai nella loro
storia sono stati abitutati a criteri di
spesa/investimento/sviluppo degni di un paese civile....solo
arraffare per se medesimi, per i rispettivi partiti di
appartenenza e per le Mafie
E SE QUALCUNO CHE LEGGE SI SENTE OFFESO IO NON SO CHE
FARCI.....se questi ingenti fondi fossero bene investiti,
tutto il mezzogiorno ne trarrebbe beneficio, invece
preferiscono lasciare tutto......CAZZO
"rischiamo di perdere 2,8 miliardi di euro di fondi se
questa somma non verrà impegnata entro il 31 dicembre
prossimo. Sono risorse che riguardano addirittura il periodo
2007-2009 e che rappresentano da sole metà del valore dei
tagli lineari ai ministeri imposto dalla manovra economica
bis "
....LA COSA SI COMMENTA DA SOLA !!!!
che schifo, che ignomia, che vergogna, che
inettitudine.....e poi ci si lamenta che per colkpa dei
paletti della Lega il Mezzogiorno non cresce
............VERGOGNA BUFFONI !!!
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sugar magnolia 19 agosto 2011 11:42
SEGUE SOTTO UN ARTICOLO DEL CORSERA DI OGGI, CHE TESTIMONIA
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MILANO - Dice Raffaele Fitto che l'idea di Nicolas Sarkozy e
Angela Merkel, sospendere il pagamento dei fondi europei ai
Paesi che si ostinano a comportarsi da cicale, sarebbe un
colpo mortale allo sviluppo. Testuale al Sole 24 Ore : «Noi
siamo nell'Unione Europea tra i maggiori beneficiari dei
fondi e al tempo stesso fra i principali contribuenti
netti». Verissimo, ma soltanto per quanto riguarda la
seconda parte della sua affermazione. Perché fra i maggiori
beneficiari lo siamo soltanto sulla carta.
Comprensibile e perfino istituzionalmente doverosa la difesa
d'ufficio del ministro degli Affari regionali Fitto.
Tuttavia gli dev'essere sfuggita (ma non l'aveva ricevuta
anche lui?) la lettera del commissario europeo alla politica
regionale Johannes Hahn, il quale si è premurato di
avvertirci che siamo sempre, in Europa, quelli meno capaci a
utilizzare i finanziamenti strutturali. E stavolta non si
scherza: rischiamo di perdere 2,8 miliardi di euro di fondi
se questa somma non verrà impegnata entro il 31 dicembre
prossimo. Sono risorse che riguardano addirittura il periodo
2007-2009 e che rappresentano da sole metà del valore dei
tagli lineari ai ministeri imposto dalla manovra economica
bis.
Per quanto riguarda poi il colpo mortale allo sviluppo, al
ministro Fitto devono essere sfuggiti anche i recenti e
drammatici dati della Svimez, il documentatissimo centro
studi per il Mezzogiorno.
Ci informano che il prodotto interno lordo pro capite delle
regioni meridionali, cinque delle quali (Puglia, Sicilia,
Calabria, Campania e Sardegna) destinatarie del recente
«warning» europeo, dal 1951 al 2009 è sceso in valuta
costante dal 65,3% al 58,8% di quello del Centro-Nord. Dopo
il minimo divario toccato nel 1975, quando eravamo al 66 per
cento, la forbice è tornata ad allargarsi. Non hanno
fermato l'aumento del divario né i soldi dell'intervento
straordinario né quelli del terremoto dell'Irpinia,
dispersi in migliaia di rivoli clientelari e improduttivi.
Ma neppure i fondi europei. Pochi, pochissimi, a giudicare
da quanto male riusciamo a utilizzarli. Carmine Fotina sul
Sole 24 Ore ha scritto il 5 aprile del 2011 che i 43,6
miliardi di euro del programma 2007-2013, somma comprensiva
del cofinanziamento nazionale, sono stati spesi appena per
il 9,6% del totale: circa la metà della cifra
effettivamente impegnata, che non superava comunque il
18,8%. «Spiccano in negativo», scriveva Fotina, «il 2,4%
della Campania e il 3,7% della Sicilia sul Fondo sociale
europeo».
Ma un po' ovunque è una tragedia. La Sardegna, per esempio.
Non più tardi di qualche settimana fa una relazione della
Corte dei conti ha rilevato un «consistente ritardo»
nell'utilizzo dei fondi europei da parte della Regione ora
presieduta da Ugo Cappellacci. Prendiamo i soldi del
cosiddetto «Obiettivo competitività» del Fondo europeo di
sviluppo regionale. Alla Sardegna dovrebbero essere
destinati per il periodo 2007-2013 un miliardo 701 milioni
di euro. Ebbene, finora non è stato impegnato che il
20,67%, e i pagamenti veri e propri non raggiungono nemmeno
il 20%. Esattamente il 19,07%. E in Sardegna, almeno per
quanto riguarda i quattrini materialmente sborsati, si
possono leccare i baffi. Perché nel complesso delle regioni
italiane si arriva a malapena al 17,05%. Ovvero, un miliardo
394 milioni su 8 miliardi e 176 milioni.
Passiamo ora al Fondo sociale europeo: di male in peggio. Se
in tutte le nostre regioni è stato impegnato appena il
35,5% di quel capitolo finanziario, che vale oltre 7,6
miliardi, la Sardegna si è fermata al 24,08%, con pagamenti
appena superiori al 20% del totale. Una situazione, dice la
Corte dei conti, che deve «attribuirsi sia alla tardiva
partenza della programmazione comunitaria in Sardegna, sia,
in massima parte, alla mancata accelerazione dell'azione
regionale nel corso del 2010, che proprio il ritardato avvio
avrebbe reso necessaria».
Chiaramente un dito nell'occhio della politica, responsabile
della gestione dei fondi europei. Accuse che, del resto, non
vengono risparmiate dai magistrati contabili anche alle
altre Regioni. Per esempio la Sicilia, dove analogamente
alla Sardegna «il grado di realizzazione di programmi
comunitari inerenti ai fondi strutturali Fers (fondo europeo
di sviluppo regionale, ndr) e Fse (fondo sociale europeo,
ndr) è contrassegnato da gravi ritardi, espressione di una
politica di gestione degli stessi frammentata e non
sufficientemente sorretta da un disegno organico». Parole
che stridono con le proteste che si sono subito levate da
Forza Sud, partito di Gianfranco Micciché, sottosegretario
alla presidenza con delega al Cipe, ma soprattutto per molti
anni potentissimo luogotenente di Silvio Berlusconi in
Sicilia. Come tale, corresponsabile di molte scelte
politiche isolane. Sorprendente, dunque, che proprio da lì
siano venute le critiche più forti alla proposta della
coppia Sarkozy-Merkel, e non invece ai numeri, veramente
penosi, dello scarso utilizzo dei fondi europei da parte
della Regione siciliana.
Eppure, per capire la gravità della situazione, e darsi
finalmente una mossa, sarebbe bastato dare una rapida
occhiata ai numeri messi in fila dai bravi economisti del
centro studi Svimez. Dai quali viene fuori uno scenario
davvero sconcertante. Non soltanto il divario fra il Sud e
il Centro-Nord tende ad allargarsi sempre di più, ma anche
le zone del Mezzogiorno che si erano affrancate dalla
«povertà», come statisticamente viene definita a
Bruxelles, stanno di nuovo precipitando nel baratro
dell'obiettivo uno. Ossia, il girone delle aree più
depresse del continente, dove il prodotto interno lordo pro
capite è inferiore al 75% della media europea. La
Basilicata, che già dalla metà degli anni Novanta era
uscita dall'obiettivo uno, riuscendo ad arrivare nel 1995
all'81%, dal 2004 è tornata alla soglia fatidica del 75%.
Il Pil pro capite dell'Abruzzo, addirittura balzato 16 anni
fa al 104% della media continentale, è retrocesso nel 2007
di quasi 20 punti, precipitando all'85%. Il Molise è
passato dall'87% al 78%. E anche la Sardegna danza
pericolosamente sul baratro dell'obiettivo uno, con il suo
Pil pro capite sceso dall'89% al 78% della media Ue. Con un
doloroso paradosso: che se dovessero rientrare nel girone
dei dannati, queste Regioni non potranno nemmeno più
contare sui fondi europei destinati ai poverissimi. Perché
allora i rubinetti saranno chiusi per sempre.
Sergio Rizzo
19 agosto 2011 11:09
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lucillafiaccola1796 8 luglio 2011 17:40
siete u-mani... ricordate i dinosauri?
imitateli... spirite!
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savpg8801 8 luglio 2011 15:27
Davvero Sugar, a conoscerli non ci si fa proprio meraviglia.
Già da tempo si conoscevano le "arti" dei nostri amici
oltre muro (parlo di quello che tempo addietro volevano
costruire, non dico da dove in giù perchè molti se la
prenderebbero male, con buon divertimento dei legaioli) ma
vorrei anche accennare a furberie del genere ed anche di
più da parte di espertoni nostrani di qua dal muro. Un mio
ex collega mi raccontava che aveva fondato una specie di
agenzia di controllo non si capiva bene di cosa, sulle
aziende, sui loro bilanci, sui loro modi di lavorare, sulle
possibilità che ci fossero i presupposti per ottenere
finanziamenti europei grassissimi, (un po' come per, che so,
sui nuovi giovani imprenditori o altre attività di sviluppo
dell'economia).
Non ho ben capito, ma parlava di milioni e milioni di euro
che passavano dalle sue mani e che, in parte(e te pareva)
distribuiva ai suoi 500 ingegneri ed analisti piazzati a
periodi in cotali aziende, per poi costruire report e
relazioni atte ad ottenere il contributo.
Io alle patacche ci credo sempre poco e su questo o
abbastanza naso, ma qualcosa di vero c'è.
Una cosa è certa. Che i contributi erogati dall'UE non
nascono spontaneamente, ma sono soldi nostri.
E sono convinto che risparmiando sull'UE potremmo
raggiungere molto prima il pareggio e l'inizio della
decurtazione del debito nazionale che non con le solite
sanguisugate del più ricco ministro dell'economia che si
ricordi e che da fonti media, stava ospite gratuito a Roma
in casa di altro "amico ecc."
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sugar magnolia 8 luglio 2011 13:20
LEGGETE UN PO' GLI INCAPACI AMMINISTRATORI SICILIANI CHE
SCHIFEZZE CHE FANNO .......L'UE DOVREBBE TOGLIERE I
FINANZIAMENTI A QUESTI INCOMPETENTI.......NON HANNO DAVVERO
VERGOGNA
......leggete, leggete ......
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Per aiutare i disoccupati siciliani a trovare un lavoro, la
Regione stava finanziando con fondi europei corsi di
formazione per "operatori turistici" che prevedevano stage
in case di cura per neurolesi, corsi per "addetto a servizi
alle imprese" con tirocini da svolgere in una rivendita di
piante, corsi per "esperto in finanza" da tenersi in una
bottega di "lattoniere" e corsi per "rivenditori" con
esperienza lavorativa di quattro mesi da tenersi all'Agenzia
del demanio. A denunciare queste assurdità è la Corte dei
conti, che ieri ha bocciato definitivamente, non dando il
visto alla spesa, il mega-bando da 140 milioni di euro di
fondi di Bruxelles per corsi di formazione e "work
experience in aziende" destinati a 12 mila disoccupati.
Il bando, chiamato "avviso 7", era stato pubblicato nel
2009, e lo scorso anno il dipartimento Formazione aveva
stilato la graduatoria dei progetti ammessi a finanziamento.
Proprio su questa graduatoria e sui criteri di assegnazione
dei punteggi delle singole iniziative presentate dagli enti
di formazione, i magistrati contabili hanno acceso i
riflettori. Scoprendo situazioni paradossali che rasentano
la truffa. La Regione rischia adesso di perdere questi
soldi, che devono essere spesi entro il 2013: "Faremo a
breve un altro bando facendo tesoro dei rilievi che ci ha
consegnato oggi (ieri, ndr) la Corte dei conti", dice il
neo-direttore Ludovico Albert.
L'amministrazione potrebbe chiedere inoltre ai componenti
del nucleo di valutazione dei progetti incriminati di
restituire i compensi: si tratta di consulenti esterni che
hanno incassato 100 euro a seduta per esaminare le proposte
presentate dagli enti di formazione.
Ieri, nell'udienza che si è tenuta alla sezione Controllo
della Corte dei conti, i dirigenti della Regione hanno
provato in tutti i modi a convincere i magistrati a dare il
visto alla spesa. Ma dalla Corte è arrivato un secco no. La
sentenza è stata poi consegnata al direttore Albert. I
magistrati contabili hanno messo nero su bianco le decine di
anomalie riscontrate nei progetti. Il bando prevedeva un
contributo di 800 euro al mese per ogni disoccupato che
avrebbe frequentato i corsi di formazione e svolto poi il
tirocinio in un'azienda. Gli enti, quindi, dovevano
presentare una convenzione "con ditte private" legate, per
competenza, al tema dei corsi da svolgere. Peccato però che
i magistrati, spulciando tutti i progetti, si siano trovati
davanti a iniziative assurde che erano state ammesse a
finanziamento: "Alcuni corsi per servizi alle imprese,
risorse umane e prestazioni intellettuali prevedevano
esperienze lavorative in una sartoria, in un call center e
in una rivendita di piante e fiori - scrive la Corte dei
conti - O, ancora, un corso per attività inerenti il
settore turistico prevedeva come ente ospitante una casa di
cura per neurolesi". Per non parlare del corso per "esperti
in processi di internazionalizzazione delle aziende con
tirocini da svolgersi in una ditta di surgelati, un
ristorante, un'azienda di pose di infissi e un dottore
commercialista".
La Corte dei conti sottolinea che il bando prevedeva
l'attivazione di corsi non solo in ditte private, come
espressamente prevede l'Unione europea, ma anche in enti
locali, con il rischio di nuovo precariato. La Regione stava
finanziando progetti di enti che prevedevano esperienze
lavorative al Comune di Catania, al Comune di Enna, alla
Provincia di Ragusa, all'Agenzia delle dogane, in Ipab,
scuole e perfino nell'arcidiocesi di Palermo. In definitiva,
scrivono i magistrati, "è impossibile seguire l'iter dal
quale è scaturita la valutazione dei progetti, perché i
verbali redatti dal nucleo di valutazione stesso si limitano
a una mera elencazione di protocolli": "Alcuni progetti,
inoltre, sono stati ammessi a finanziamento anche senza
accordi con le imprese per fare i tirocini formativi, mentre
in altri casi progetti identici sono stati valutati in
maniera differente", concludono dalla Corte dei conti.
La Regione potrebbe adesso chiedere indietro il compenso
ricevuto dal nucleo di valutazione che ha esaminato i
progetti. Di certo c'è che l'assessore Mario Centorrino il
mese scorso ha annunciato la nomina di "un nuovo elenco di
valutatori, individuati questa volta solo tra professionisti
affermati".
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lucillafiaccola1796 28 marzo 2011 19:32
sono tutti u-mani...DEBOLI coi forti [prepotenti maleducati
arroganti] e FORTI [prepotenti maleducati arroganti] coi
deboli [EDUCATI ONESTI COSCIENZIOSI] e questo a tutte le
latitudini incrociate con le longitudini! è inutile
scappare trovi nany sarcosy e orcory da tutte le parti!
stand and struggle!
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sugar magnolia 28 marzo 2011 8:38
PVVIO, IN CALABRIA SPRECANO E RUBANO, POI L'ITALIA TUTTA
DEVE PAGARE LE RELATIVE MULTE
__________________________________________
Da Il Fatto Quotidiano del 27 marzo 2011
L’Europa chiede all’Italia 57 milioni di euro per gli
sperperi del precedente governo regionale calabrese di
centrodestra sui quali ha indagato Luigi De Magistris.
Secondo l’Olaf, l’Ufficio antifrode europea, qualcosa di
concreto quelle inchieste lo hanno prodotto. Grazie
all’indagine Poseidone, per esempio, sono stati
risparmiati 48,8 milioni di euro. L’Olaf, una direzione
generale composta di 500 uomini, fa proprie le ipotesi di
accusa formulate nel lontano 2005. Sei anni dopo l’avvio
dell’inchiesta sui depuratori calabresi a Catanzaro e
quattro anni dopo l’apertura dell’indagine parallela a
Bruxelles (essendo coinvolti i fondi europei) si può fare
finalmente un bilancio. Nel febbraio scorso c’erano state
le 35 richieste di rinvio a giudizio del procuratore
aggiunto di Catanzaro Giuseppe Borrelli (subentrato
nell’accusa) ora l’Olaf presenta il suo conto: 114
milioni di euro di danno
La relazione finale dell’Olaf si compone di 35 pagine
fitte. Gli investigatori che firmano il rapporto, gli
italiani Giorgio Brattoli (funzionario Ue) e Francesco
Albore (maggiore dei Carabinieri) coordinati dal capo
dell’Unità investigativa Olaf, James Sweeney, hanno fatto
la spola con l’Italia per quattro anni per acquisire carte
e testimonianze negli uffici della Regione Calabria; del
Commissariato per l’emergenza ambientale del Tribunale di
Catanzaro, dell’ufficio giuridico presso la Protezione
civile e infine del ministero dell’Ambiente.
L’indagine dell’Olaf non cercava i reati come quella dei
pm italiani,
_________
ma mirava a verificare se i fondi strutturali europei
fossero stati spesi correttamente dal Commissariato
all’emergenza ambientale guidato dal presidente della
Regione di centrodestra, Giuseppe Chiaravalloti
_________
e gestito dall’uomo di Alleanza nazionale Giovambattista
Papello, divenuto poi tesoriere della Fondazione del
ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli.
Nella sintesi finale della relazione si legge che il danno
evitato per il bilancio comunitario è pari a 48,8 milioni
di euro, dei quali 24,4 milioni di euro provenienti dai
fondi strutturali dell’Europa. Purtroppo molti buoi erano
già fuggiti dal recinto e così il “danno causato” è
stato comunque di 114 milioni di euro dei quali ben 57
milioni di euro provenienti dai fondi strutturali
europei.
Ecco perché a pagina 33 della relazione si legge la frase
che non farà piacere al ministro dell’Economia Giulio
Tremonti: “Alla luce dei risultati sopra descritti si
raccomanda all’ordinatore della spesa della Commissione
europea, DG REGIO, a prescindere dagli esiti delle indagini
giudiziarie italiane (cioè anche se il Tribunale di
Catanzaro dovesse dar torto all’impostazione di De
Magistris e Borrelli, ndr)
____________
il recupero totale dei contributi elargiti per un ammontare
alla data del 28 aprile 2009 di 57 milioni di euro” (….)
“inoltre si raccomanda all’unità Olaf C1 di raccogliere
gli esiti dei procedimenti penali e della Corte dei conti,
di inviare il presente rapporto alle autorità giudiziarie
italiane e alla magistratura contabile”.
___________
Olaf chiede indietro all’Italia “il recupero in toto dei
sussidi elargiti per i 48 interventi oggetto della presente
indagine, per un ammontare complessivo, alla data del
28/04/2009, di 57 milioni di euro”, sempre grazie
all’inchiesta dell’ex pm “il commissariato delegato
per l’emergenza ambientale ha provveduto ad escludere
ulteriori 21 interventi per un ammontare di 40,4 ME e
ulteriori spese per 8,4 milioni di euro”. L’Italia
illegale che guadagna sugli sperperi dei soldi europei non
sarà grata a Luigi De Magistris. L’Europa gli deve 57
milioni di ringraziamenti. Forse per questo l’hanno eletto
presidente della Commissione di controllo sul Bilancio
europeo.
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lucillafiaccola1796 27 marzo 2011 20:05
Da ricerche effettuate, i mazzini, i cari baldini ecc,
furono appoggiati dagli inglesi anche con le navi perché
questi erano interessati ad unificare il mercato della
penisola-unificare per far consumare-del resto ggente che si
inventa la rivoluzione nord.mericagna solo per non pagare le
tasse sul te te te. L’u-mano è un bruto stupido ed
assassino-per fortuna poche eccezioni esistono-forse ce
n’erano di più fra gli austriaci-si dice fossero
organizzati ed ordinati-sarà vero? Se si o modestamente mi
sento più austriaca.occhi biondi e capelli celeste!
ah ah è probabile !
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sugar magnolia 18 marzo 2011 19:12
"Sugar, con obbiettività, sai assicurarmi che negli ultimi
due anni il paese sia rifiorito ?"
_____
DANILO
sei soddisfatto dell'obbiettivita' con la quale ho descritto
la situazione e il mio punto di vista ??
pensavate che fossi fazioso ??
che non vedessi le cose ??
ma sai che ti dico ??
che l'Odiatissimo finira' al legislatura perche' :
- gli avversari si cagano addosso all'idea di andare al
voto,
- i parlamentari non-professionisti si cagano addosso
all'idea di non prendere il vitalizio,
- quelli che erano andati con Fini si sono cagati addosso e
pian pianino stanno tornando con l'Odiatissimo
- dopo anni passati ad invettive e divisioni l'opposizione
si caga addosso per non avere indicato un leader credibile
da contrapporre al nemico pubblico n. 1
- i magistrati politicizzati (e non dite che non ci sono,
siate obbiettivi, per la cagata di Ruby hanno speso quello
che non si puo' dire, non certo per arrivare ad una
condanna, ma solo per passare selezionate puntate di "gossip
bungarolo" alla stampa) si cagano addosso all'idea di una
riforma che tolga loro la possibilita' di fare quel cazzo
che vogliono, intercettando tutti e tutto e passando alla
stampa conversazioni che nulla hanno a che fare con reati
penali, ma solo con l'intento di spargere fango sulla
persona, che beinteso, di fango e' piena da scoppiare
INSOMMA, TROPPA GENTE SI CAGA ADDOSSO CARO DANILO E NELLA
TUA TASCA POSTERIORE DESTRA DEI PANTALONI, OLTRE CHE LA
CARTINA DI TORNASOLE, STA ANCHE IL PORTAFOGLIO...FORSE UN
PO' PIU' VUOTO DI PRIMA....O FORSE NO...TI AUGURO DI
NO....CERTO CHE DI QUESTI TEMPI AVERE UN LAVORO SICURISSIMO
COME IL MIO E' UNA FORTUNA SFACCIATA !!!
good night and good luck
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lucillafiaccola1796 18 marzo 2011 18:18
aglilaiars gomine
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danilo 18 marzo 2011 17:59
mi pare di aver visto che oramai egli e' sostenuto " solo "
dai suoi adepti.
Questo comincia ad essere troppo poco per pretendere di
protrarre il gioco molto più a lungo di quanto sia
durato.
in questi quattro giorni quella masnada di sciagurati hanno
collezionato solo fischi ed invettive.Tra poco avranno
bisogno di voti e raccoglieranno ciò che hanno seminato, le
bugie che hanno sciorinato per guadagnarsi questo spiraglio
di potere hanno davvero le gambe troppo corte.
Hanno vinto col motto secondo il quale gli oppositori altro
non erano che affamatori del popolo, le famose " mani nelle
tasche degli italiani ", il cosidetto " partito delle tasse
" : Sugar, con obbiettività, sai assicurarmi che negli
ultimi due anni il paese sia rifiorito ?
io penso di no, la mia cartina al tornasole ce la ho nella
tasca posteriore destra dei pantaloni.
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sugar magnolia 18 marzo 2011 11:55
"...svolta a sinistra e trovami il buono lì..."
per l'amor di Dio, peggio che andare di notte quando non c'e
la Luna; se cosi' non fosse avrebbero gia' MESSO IN PIEDI
UNA COMPAGINE DECENTE E SCALZATO L'ODIATISSIMO DA PALZAAO
CHISI
invece Egli e' sempre li', ora sostenuto anche dai
Responsabili (e chissa' in cambio di cosa, certo non sono
li' gratis), insomma, devono arrivare a fine legislatura,
assicurarsi il vitalizio (i non professionisti, che
potrebbero essere non rieletti), mentre i professionisti
hanno paura del voto
l'unica, tornando al discorso, che non ha paura del voto e'
proprio la Lega, la quale e' ormai cosi' radicata nel
territorio che non teme un risultato a livello nazionale al
di sotto del 12/15 %,.....
laddove nel nord puo' contare sul un 40/50 % (in certe zone
anche di piu')
quindi la sinistra e' prigioniera dei propri stanchi e
vecchi generali che non si fanno da parte, facendo cosi' il
gioco del Cav.
DIRETTORE
guarda in UK, quando un partito vince le elezioni cambiano
davvero le faccie, Cameron e il suo governo sono tutti dai
38 ai 45 anni e il leader del partito Laburista Miliband di
anni ne ha 39
altra terra, altre teste, altra moralita'....li' lo scandalo
dei rimborsi spese gonfiati ha provocato un terremoto, qui
da noi se fosse il male dei rimborsi spese gonfiati....
ci baceremmo i gomiti
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savpg8801 18 marzo 2011 9:58
Sugar, tu che hai ben analizzato la Lega, e che da sempre,
almeno per me, si è dimostrata una rozza tribù atta solo a
difendere le proprie palizzate da qualsiasi intrusione di
"Romani a rapire le Sabine" cosa ben fatta in ere nemmeno
tanto trogloditiche e a noi vicine, dico...svolta a sinistra
e trovami il buono lì.
Non svoltiamo solo perchè nelle idee destre navigano
personaggi discutibili e snaturanti le stesse, ma, se siamo
convinti che i personaggi "buoni e bravi" siano lì a
sinistra e a parole, allora facciamolo.
Poi, tornando indietro di quasi un secolo con le idee
dimostratesi perdenti, vedremo chi ha
ragione...proiettandole di nuovo al futuro.
In campo medico(ma anche in altri campi), si fa un bilancio
fra due cose marce...quale scegliere se una la dobbiamo per
forza acquisire? Ovviamente la meno pericolosa, se si può.
Ma sicuramente quella che ti salva la vita contrapposta a
quella che non lo fa.
Il guaio di quello che si chiama democrazia è che di
democratico nulla ha.
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sugar magnolia 18 marzo 2011 9:16
dare a Cesare quel che e' di Cesare....
l'atteggiamento della Lega mi ha infastidito, e non poco,
questo continuo voler marcare l'anti-italianita', questo
voler a tutti costi sottolineare la loro estraneita' alla
bandiera, l'avversione sempre piu' goffamente, nonche'
rozzamente ostentata verso le celebrazioni per 150esimo
.....l'uscire dall'aula al momento dell'esecuzione dell'Inno
.....
insommma, lo dico senza vergogna alcuna per averli votati
nel 2008, la Lega dimostra sempre piu', giorno dopo giorno
di essere una piccola compagine politica, provinciale ed
intelletualmente gretta
il loro respiro internazionale arriva fino a Conegliano
Veneto, tutti chiusi nel loro provincialismo da osteria,
anti Nato, anti UE, favorevoli solo alla chiusura verso
tutto e verso tutti; la Lega che, nella sua enclave veneta
arriva, a mezzo di una esponente locale (tra l'altro mia
coetanea, quindi abbastanza giovane, del '72) a fare
togliere dalle librerie locali, di proprieta' di un locale
nonche' storico militante, l'ultimo libro di Saviano ....
cazzo quando si arriva a controllare la cultura, quando si
cade nel volgare quanto rozzo escamotage, di privare il
popolo della possibilita' di leggere anche autori
non-allineati con la LINEA UFFICIALE.....beh', siamo al
Breznevismo piu' spietato.....non so bene se questa vicenda
dei libri di Saviano sia vera, ne' tantomeno sia cosi'
estesa, magari e' limitata solo ad alcune realta'
locali....in ogni caso, solo il fatto che un tale DIKTAT sia
venuto in mente ad una titolata esponente del partito (leggo
che la mia coetanea ha un vasto seguito nella sua zona) E
NON SIA STATA PUBBLICAMENTE SCONFESSATA DAL PARTITO
STESSO....mi indica quanto siano grette e rozze le menti che
di quel partito stesso ne tirano le fila.
la Lega per me e' sempre piu' fonte di delusione, come del
resto lo e' il PDL, una magnifica schifezza, ....
nato da una decisione verticistica presa da 2 sole persone
che ha allontanato e spezzato l'identita' di quello che si',
una volta, era un partito forte e coeso intorno ad un'idea;
un'idea ed un leader, Giorgio Almirante, contestabile quanto
vuoi, pero' esisteva forte e ben delineato nel panorama
politico italiano.
Fini raccolse bene il testimone, guido' il partito in una
evoluzione tormentata ma che sdogano' quelli che erano gli
ex-fascisti, verso un moderno partito di destra....fino alla
fusione con il partito-azienda del Cavaliere ....
e qui, come testimoniato degli stessi fedelissimi del Cav,
gli ex AN si sono sempre sentiti come una unita' distinta,
mai veramente fusi, e d'altronde era prevedibile; AN era
davvero un partito, con un suo patrimonio immobiliare e con
memorie storiche fortissime, ....fin troppo ovvio che non si
sarebbe sentito a suo agio unito a FORZA ITALIA, una
scatola vuota che e' tutto meno che un partito, ma solo un
feudo retto dalle fidejussioni del padrone, un'assemblea che
approva tutto, e per acclamazione, alle primissime parole
pronunciate dal Padrone ....
no no, una schifezza che la gente non sente per nulla
vicino
quindi, tirando le somme :
1. la Lega e' si' l'unico baluardo verso gli sprechi e le
inefficenze delle amministrazioni del meridione ma e'
chiusa, gretta e provinciale che di piu' non si puo'; in
tema di mondo aperto e globalizzato, e' troppo lontana dalla
realta' internazionale e, anche in Italia, si fa compatire
con comportamenti infantili che vogliono scioccamente
marcare la loro anti-italianita' ....
2. il PDL e' una schifezza, oggetto della decisione di 2
persone che, a conti fatti hanno sbagliato tutto; nessuno ha
la sfera di cristallo e l'attuale situazione di
contrasto-scissione tra i due non poteva di certo essere
prevista da nessuno, pero' la caduta dei consensi e'
preoccupante; dalla loro parte (Pdl + Lega) sta pero' la
volonta' dei Parlamentari di arrivare a fine legislatura con
l'attuale governo, per percepire il vitalizio
pensionistico...........E SI SA', IL PORTAFOGLIO STA SEMPRE
A DESTRA !!!!
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JOKER 17 marzo 2011 17:54
Evvaaai Saaav!!! :-)))
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savpg8801 17 marzo 2011 16:52
Nessuno che quì ricordi, oggi nel 150°, che il nostro
miscuglio si chiama Italia, dove tutti abitiamo, dove tutti
vantiamo diritti, dove (quasi)tutti lavoriamo, viaggiamo, ci
ingozziamo, ci facciamo, ci stiamo bene anche se ci danno
spesso fastidio gli altri, dove abbiamo di tutto e vorremmo
sempre di più, dove chiunque può sovietizzare o
giapponesare(ma non riferito ai nobili giapponesi, ora anche
nella merda) in piena libertà e in pieno proprio orgoglio,
dove ognuno di noi può ostentarsi sapiente, dove tutti
vorrebbero venirci anche solo a mangiar cibo che noi, in
sovrappiù, propiniamo gratis ai 40 milioni di cani e
altrettanti gatti e poco agli immigrati, dove ci permettono
di sparlare, polemizzare, chiacchierare su tutti e su
tutto......
Ma una Patria così dove la si trova?
Vogliamo bene alla nostra Patria, anche se non risponde
appieno alle nostre spesso astruse pretese di esserini
superiori, orticello mio guai a chi lo tocca!
Non facciamo solo un demagogico sfoggio di pezzi di stoffa
tricolore, tanto per fare folk, ma facciamo meno sarcasmo e,
senza strafare in maniera settaria, mettiamoci nell'idea che
una Unità Nazionale è meglio di qualche idea di apartheid,
e che essere veramente un po' patriottici può solo
giovarci, basta che la sentiamo veramente.
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lucillafiaccola1796 15 febbraio 2011 19:53
ora aspettiamo che a prodi al cesso e che ci caschi dentro
è tutta na ndranghetaaaaaaaaaaaa !
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sugar magnolia 14 febbraio 2011 15:23
2 PAROLINE SULLA SOLITA CALABRIA ......
___________
Scoppia il caso “parentopoli” all’agenzia nazionale
che gestisce i beni confiscati alla ‘ndrangheta con sede a
Reggio Calabria. La questione è approdata pure alla Camera.
In una interrogazione al ministro dell’Interno presentata
dal parlamentare Pdl Michele Traversa si torna a chiedere
conto sulla selezione del personale operante all’interno
della struttura. Tutto ha inizio dallo scorso 14 ottobre,
quando l’Agenzia ha svolto una «selezione per il
conferimento di quattro incarichi di collaborazione
coordinata e continuativa a esperti in ambito giuridico
legale ed economico aziendale, tre dei quali per la sede
principale a Reggio».
Riflettori accesi sulla mancanza, nel bando di selezione,
«dell’indicazione dei criteri di valutazione» si legge
nella nota che continua così: «A quanto risulta, diversi
candidati vantavano curricula notevolmente migliori rispetto
ai vincitori». E qui l’accento viene posto sui “nomi
noti” «per le significative vicinanze parentali e
professionali a politici di spicco della realtà calabrese:
tra questi – si legge – il dottor Falcomatà, cognato
del consigliere regionale del Pd Naccari, già assessore
regionale della giunta Loiero e il dottor Neri, collega di
studio del dottor Falcomatà».
In un successivo bando, dello scorso 10 novembre «Morcone
(direttore dell’Agenzia ndr) ha taciuto anche per il
conferimento di un incarico di consulenza a un esperto in
ambito bancario e finanziario con il quale è stato previsto
che la valutazione verrà effettuata insindacabilmente dal
direttore dell’Agenzia attraverso l’esame dei curricula,
venendo meno alle garanzie proprie di una commissione
giudicatrice».
La risposta a Traversa è arrivata subito dal
sottosegretario all’Interno Michelino Davico che
sgomberando il campo da ogni insinuazione ribadisce la
«regolarità delle procedure». Ma a Traversa non basta la
risposta dell’uomo del suo stesso partito e continua sulla
pista degli amici e dei parenti. Tutte solo strane
coincidenze? Fatto sta che se si guarda ai costi e al
personale dell’Agenzia – così come precedentemente
sottolineato da un articolo di Malitalia – chi pensa male
potrebbe arrivare a dire che la sede centrale a Reggio e le
sedi territoriali che si vogliono aprire in altre regioni
(oltre a quella di Palermo) favoriscono, se non altro,
questo clima di confusione.
E qualche parente fra una sede e l’altra ci potrebbe anche
scappare. Il punto è uno: l’Agenzia nasce per volontà
del governo Berlusconi ed è stata inaugurata alla presenza
dell’allora sindaco – oggi governatore della Calabria
– Giuseppe Scopelliti. In un momento in cui era necessario
un segnale forte da parte dello Stato, che mostrasse la
presenza sul territorio calabrese insomma. Ma questi dubbi
che aleggiano intorno all’Agenzia fanno venire meno un
principio importantissimo: la trasparenza. Ciò non vuol
dire che il personale selezionato non è qualificato ma,
probabilmente, c’è bisogno di un metodo diverso e
migliore per la scelta degli uomini che lavorano alla
gestione dei beni confiscati. Non si tratta di creare posti
di lavoro quando si opera per privare la ‘ndrangheta dalle
proprie ricchezze. E, a questo punto, chissà se la stessa
polemica verrà sollevata anche per le eventuali altre sedi
territoriali.
Che dietro alla furbesca necessità di essere fisicamente
presenti sul territorio non si nasconda la volontà di
accontentare parenti e “amici degli amici”?
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sugar magnolia 11 febbraio 2011 10:24
IL FATTO QUOTIDIANO
La Salerno-Reggio Calabria, l’autostrada che non finirà
mai.
Quella da molti chiamata “il corpo di reato più lungo
d’Italia”. Adesso arriva l’esercito per controllare 30
chilometri in cui sono impegnate 90 imprese. Una ogni 300
metri.
Vigilanza fissa. Ma soprattutto gratis per l’Impregilo, la
Condotte e per tutte le altre grosse imprese interessate ai
lavori di ammodernamento dell’A3. Da ieri mattina, i
militari presidiano due cantieri del quinto macrolotto, a
Barritteri e a Scilla, e uno del sesto, a Campo Calabro,
alle porte del città dello Stretto. In quest’ultimo
cantiere, addirittura, i militari controllano l’impianto
di betonaggio in via di costruzione. Impianto che ha già un
servizio di vigilanza privata.
Forse è troppo parlare di militarizzazione dell’A3, però
sono sempre 60 soldati, divisi per turni, della brigata
“Aosta” di Messina la cui presenza si affianca a quella
delle forze dell’ordine. Nel caso in cui rilevino
situazioni anomale, i militari non interverranno
direttamente ma si metteranno in contatto con le centrali
operative delle forze di polizia, che attiveranno le
pattuglie già presenti nel tratto autostradale.
A questo punto è il caso di spulciare i numeri che hanno
caratterizzato le intimidazioni alle ditte e i trenta
chilometri che vanno da Gioia Tauro a Scilla. Quasi tre
furti al mese. Molti di meno, invece, i danneggiamenti che
rappresentano il 20% dei reati consumati lungo i 30
chilometri del quinto macrolotto. Ancora di meno le violenze
e minacce contro gli operai. “Solo” 18 in tre anni.
Stando ai compiti che avranno i militari, quindi, il loro
utilizzo non sarebbe finalizzato al vero problema dell’A3:
l’infiltrazione mafiosa. Piuttosto a evitare furti e
danneggiamenti che la vigilanza privata (a spese
dell’Impregilo e non dello Stato) potrebbe contenere visto
che il tratto autostradale era già costantemente
controllato dai carabinieri, dalla polizia e dalla Guardia
di Finanza.
Quando le grandi imprese edili vengono in Calabria sanno che
devono trattare con la ‘ndrangheta. Addirittura già prima
di preparare “la busta” per la gara d’appalto, nel
preventivo compare la voce “tassa ambientale”. Che può
essere del 3% del valore complessivo dell’appalto o, in
alternativa, la garanzia che le ditte “amiche” si
accaparrino il subappalto dei lavori o la fornitura di
inerti. Nessuna differenza tra gli ‘ndranghetisti e questi
signori che arrivano in Calabria con la mentalità di chi sa
vivere in una terra dove “l’Onorata società” si eleva
al pari delle Istituzioni. Lo dimostrano le inchieste
“Tamburo” e “Arca” per quanto riguarda la
Salerno-Reggio Calabria. Ma lo dimostra anche l’indagine
“Bellu lavuru 2” sulla statale 106 jonica. Un fascicolo
che ancora si trova in Procura e che vede iscritti nel
registro degli indagati almeno dieci alti funzionari della
“Condotte” accusati di concorso esterno in associazione
mafiosa.
Vittime o complici? La differenza è sottile per i dirigenti
e i capocantieri delle grandi imprese nazionali. Gli stessi
dirigenti che a Roma firmano protocolli per la legalità e
in Calabria si avvalgono della facoltà di non rispondere
nei processi in cui vengono chiamati a testimoniare. Sul
tavolo del Ministero dell’Interno già c’è un progetto,
chiamato “Sciamano”. Un piano interforze (pensato anche
per la ricostruzione de L’Aquila) che consentirebbe un
controllo capillare della Salerno –Reggio Calabria. Un
controllo tale “da evitare le infiltrazioni mafiose o
quantomeno creare un percorso che lasci traccia dei
tentativi del loro passaggio”. Il governo intanto manda
l’esercito.
di Lucio Musolino
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lucillafiaccola1796 4 febbraio 2011 19:50
li taglia affonderà chè chi sa laura' ?
miao miao miao miao !
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sugar magnolia 4 febbraio 2011 13:15
COPIO E INCOLLO DI NUOVO QUESTO PEZZO
______
Un altro caso clamoroso riguarda le infrastrutture e lo
spreco dei fondi europei. È a disposizione del Mezzogiorno
nel periodo 2007-2013 la bellezza di 34,7 miliardi di euro:
di questi, 24,6 dovrebbero servire a finanziare programmi
infrastrutturali delle regioni. Peccato che le regioni non
riescano a definire i progetti da finanziare: quelli
approvati finora vanno dallo 0,40% della Sicilia al 17,9
della Campania. Ciò significherà - in concreto - che il
Mezzogiorno perderà la gran parte dei 14 miliardi di euro
stanziati dalla commissione europea per colmare il suo
deficit di infrastrutture.
______
E NON E' INETTITUDINE QUESTA ??
ci sono ingenti fondi disponibili, pero' bisogna presentare
programmi concreti e garantire risultati quindi
..............meglio rinunciare ai fondi !!!
BUFFONI MALEDETTI, TANTO ANCHE SE NON SI INVESTE E NON SI
LAVORA PER PRESENTARE DEI PROGETTI CONCRETI, CI PENSERA' LO
STATO CENTRALE
chi glielo fa fare di sbattersi a lavorare per i fondi
europeri ??
la verita e' che la classe dirigente meridionale ha
dimostrato tutta la sua inadeguatezza, il problema e' che
non si vede un ricambio all'orizzonte
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sugar magnolia 4 febbraio 2011 13:11
Il federalismo fiscale porterà in Italia "l'inferno" delle
irresponsabilità o il "paradiso" dello sviluppo dal basso?
La risposta nasconde un grande paradosso: il successo del
federalismo fiscale sarà decretato non dai territori che
l'hanno fortemente voluto, ma da quelli che l'hanno
osteggiato finora come una "condanna a morte". Perché il
federalismo produrrà i suoi effetti più profondi non nelle
fertili e produttive terre padane - dove la "liberazione"
dalla presunta schiavitù economica di Roma è un processo
già molto avviato - ma nelle regioni del Sud che stanno per
affrontare l'era del post-assistenzialismo.
Da meridionale ne sono profondamente convinto (senza temere
accuse di "tradimento etnico"): il Mezzogiorno oggi avrebbe
tremendo bisogno di un federalismo fiscale competitivo e
virtuoso, molto più del resto del paese. Al Sud devastato
da decenni di spesa pubblica infruttuosa, che ha avuto come
unico effetto quello di sopire gli spiriti imprenditoriali,
serve disperatamente una "scossa". Potrebbe arrivare proprio
dal federalismo fiscale, ma soltanto se sapremo trarre
qualche lezione da ciò che è accaduto nell'ultimo
decennio.
A partire dal 2001, il nuovo titolo V della Costituzione ha
affidato alle regioni la mission dello sviluppo del
Mezzogiorno. La scelta è stata un clamoroso fallimento: lo
rivela l'analisi disarmante dei bilanci regionali. Prendiamo
il turismo, grande speranza (delusa) del rilancio
meridionale. Le regioni italiane spendono in media 19,3 euro
per attrarre ogni turista che approda nel Belpaese. Ma nel
Sud i turisti sono molto più "coccolati": secondo i bilanci
2006 (gli ultimi disponibili nel dettaglio) in Puglia si
spendono 40,8 euro per turista, che diventano 61,2 in
Calabria e 69,4 in Sicilia. Fino ad arrivare alla situazione
surreale della Basilicata: qui la regione ha "investito" nel
2003 ben 193,5 euro per turista, più del doppio (il 250%)
di quanto il suo territorio abbia incassato in media dallo
stesso turista approdato nella regione!
Un altro caso clamoroso riguarda le infrastrutture e lo
spreco dei fondi europei. È a disposizione del Mezzogiorno
nel periodo 2007-2013 la bellezza di 34,7 miliardi di euro:
di questi, 24,6 dovrebbero servire a finanziare programmi
infrastrutturali delle regioni. Peccato che le regioni non
riescano a definire i progetti da finanziare: quelli
approvati finora vanno dallo 0,40% della Sicilia al 17,9
della Campania. Ciò significherà - in concreto - che il
Mezzogiorno perderà la gran parte dei 14 miliardi di euro
stanziati dalla commissione europea per colmare il suo
deficit di infrastrutture.
Potrei continuare all'infinito: sono tutti episodi d'una
amara commedia all'italiana, in cui élite politiche e
burocrazie meridionali sono attori protagonisti di una trama
incredibilmente fitta di incapacità, irresponsabilità,
inconsapevolezza. Negli ultimi anni sono letteralmente
esplosi nel Meridione i bilanci delle regioni e degli enti
locali: ma le Finanziarie hanno cancellato sistematicamente
le sanzioni che avrebbero dovuto colpire un gran numero di
comuni e province meridionali per violazione del Patto di
stabilità interno, mentre le regioni del Sud sono impegnate
indefessamente a negoziare trasferimenti statali aggiuntivi
per ripianare i debiti della sanità. Si è sviluppato così
un sistema perverso, che rischia di premiare quegli
amministratori locali che usano il deficit spending come
leva per procacciarsi facile consenso.
Il federalismo fiscale è la grande occasione per voltare
radicalmente pagina e i ministri Tremonti e Calderoli hanno
mostrato di essere pienamente consapevoli della portata
"eticamente" rivoluzionaria del nuovo assetto. Ma per
passare dalle parole ai fatti è necessario scrivere nei
decreti attuativi tre misure coraggiose (e drastiche) per
sanzionare chi sperpera il denaro pubblico: il
commissariamento automatico delle regioni, delle province e
dei comuni per eccessivo deficit di bilancio; un'azione di
responsabilità civile automatica contro amministratori
politici, dirigenti e funzionari spendaccioni;
l'ineleggibilità automatica degli amministratori locali
responsabili di dissesto finanziario o incapaci di
assicurare il rispetto dei costi standard. Non sono misure
da "caccia alle streghe", come potrebbe obiettare qualche
benpensante: agli amministratori "falliti" non può essere
consentito di fare ulteriori danni, continuando la loro
brillante carriera in contesti democratici opaci.
Queste tre misure non garantiranno che il federalismo
fiscale diventi la chiave d'accesso al "paradiso" dello
sviluppo dal basso: senza strategie shock (come la battaglia
per una No tax area a Sud) capaci di neutralizzare i forti
disincentivi di contesto, capitali e imprenditori privati
rischiano di rimanere merce rara a sud di Roma. Ma sono
decisive per evitare che il Mezzogiorno e i meridionali
siano condannati a bruciare nell'inferno delle
irresponsabilità.
____________________
le masse meridonali sfruttate dai politici e dalle Mafie e
drogate a adecenni di assistenzialismo tout-court
richiederanno a gran voce i soldi che forse, dico forse
verranno a mancare, e questo per l'inettitudine e la
disonesta' dei propri amministratori (locali e nazionali)
credo pero' che alla fine i soldi li dovremo mandare lo
stesso, in fondo se il governo centrale vuole i voti di 12
mln di elettori, in qualche modo li deve sostenere
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lucillafiaccola1796 9 gennaio 2011 20:07
anch'Io mi voglio sé.cessi.onare... altro che il
bilionaire! indietro s'avoia... taliani... i + ridicoli
u-mani: marchionnari...
io non mi sento taliana...ecc ecc ecc...
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Sharman* 9 gennaio 2011 6:23
Per farsi due risate su quanto costi il quirinale a voi che
pagate le tasse:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/04_Aprile/2
8/stella_rizzo_costi_quirinale.shtml
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