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sugar magnolia
20 ottobre 2011 13:28
Al Sud di dinastie alla Moratti o all'Agnelli, che comandano a Milano e Torino e poi hanno un'influenza in tutt'Italia, non c'è traccia. Di imprenditori conosciuti in tutto il mondo, come Benetton o Del Vecchio di Luxottica, nemmeno l'ombra. Di banchieri alla Corrado Passera o Alessandro Profumo, neppure a parlarne: gli istituti, da Roma in giù, sono stati comprati tutti dalle banche del Nord. Nel Mezzogiorno, al posto di capitani d'industria e multinazionali, ci sono i gattopardi. Un pugno di imprenditori e uomini d'affari con storie diverse (alcuni provengono da famiglie con vecchie tradizioni alle spalle, altri hanno accumulato enormi fortune in tempi così rapidi da risultare sospetti, qualcuno è stato accusato di essere contiguo alla criminalità organizzata) con un minimo comune denominatore che li accomuna: in tempi di crisi e di partiti deboli, il loro potere è aumentato. Nella politica, nelle associazioni imprenditoriali. Soprattutto nelle zone dove la disoccupazione è alta, e chi fa girare un po' di soldi e assume manodopera è visto come il salvatore della patria.

Secondo l'economista Mariano D'Antonio il loro modus vivendi, rispetto a ciò che accadeva negli anni Ottanta e Novanta, è profondamente cambiato: "La vecchia alleanza tra gli imprenditori e i politici della Prima Repubblica, basata sullo scambio finanziamento pubblico-assunzioni, non esiste più. Agli occhi degli imprenditori il sistema politico è diventato sempre più inaffidabile e magmatico: così i pochi big in circolazione si sono trasformati in lobbisti, in gruppi di pressione che, di volta in volta, si alleano con un partito o un altro per ottenere benefici o il via libera a progetti e investimenti". D'Antonio ci tiene a sottolineare che la borghesia manifatturiera, al Sud, è sempre più debole: "Nel deserto di fabbriche che è diventato il nostro Mezzogiorno, il territorio è in mano ai mercanti, ai furbi che evadono milioni e, soprattutto, alle imprese criminali".
sugar magnolia
27 settembre 2011 0:41
PROPONGO UN RIMPASTO DI GOVERNO :

- il Direttore al posto di Tremonti

- la Lucy come Ministro della Semplificazione del Linguaggio

- IVAN sottosegretario ai Servizi Segreti (con delega permanente)

- JOKER Ministro del Signoraggio

- ADRIANA Ministro delle Poste

- Tasso Capo della Consob

- FABBRI' Ministro della Salute e della farmacologia

+++++ SUGAR Presidente della Repubblica (tanto non conta un cazzo)

..........qualcuno ha altri suggerimenti ???
savpg8801
26 settembre 2011 20:06
Acclamati i capi leghisti e c'è la festa delle acque sacre làà nel parco montano con battesimi (vedi s.Giovanni B. alias Bossi) palloncini, maglie, abbuffi ecc.
Poi vedendo queste bambinate goliardiche e pure convinte rabbrividenti condizioni di elementi che stanno tenendo in iscacco l'Italia......mamma mia. Dicevano che tutto il mondo è paese.
lucillafiaccola1796
26 settembre 2011 19:51
se cessiamoci, ci scappi o non ci scappi! vale la pena!
sugar magnolia
26 settembre 2011 17:06
Napoli, acclamati i capi Camorradi Claudio Pappaianni Quartiere Barra, c'è la Festa dei Gigli: i boss della malavita organizzata arrivano su un'auto d'epoca bianca, in un tripudio di palloncini, musica e applausi.. Poi padrini invitano tutti a «un minuto di silenzio per i morti nostri». E alla fine c'è pure la benedizione del parroco

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/napoli-acclamati-i-c api-camorra/2162069

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QUESTO E' IL MERIDIONE (almeno in parte, non tutti, ma molti sono cosi')

leggete, leggete ....
lucillafiaccola1796
19 agosto 2011 18:08
il dito di bo$$i... è la vera espressione del pappolo taliano nord sud est ovest: pavidi co'dardi forti con gli handicappati, deboli coi cosco$i!!!! fra gli u-mani bruti i peggiori!
sugar magnolia
19 agosto 2011 11:49
...stavo dicendo....che testimonia L'ASSOLUTA INCAPACITA' E INETTITUDINE DELLA CLASSE DIRIGENTE MERIDIONALE, CHE, DOVENDO DIMOSTRARE DI SPENDERE I FONDI EUROPEI CON PROGGETTI STRUTTRATI E PRECISI, PIUTTOSTO LASCIA SCADERE MILIOARDI DI EURO DESTIUNATI ALLO SVILUPPO DELLE PROPRIE AREE

Prima, finche' c'era solo Roma, si poteva drenare, rubare, arraffare e dividere il malloppo (vedi Cassa del Mezzogiorno e affini), ma ora, che ci sono i Commissiari europei a controllare, questo non lo si puo' piu' fare.....ora 'sti cazzi di soldi vanno spesi bene......o senno' non vengono erogati

ed ecco che esce in tutta la sua drammaticita' l'inettitudine dei dirigenti meridionali, che mai nella loro storia sono stati abitutati a criteri di spesa/investimento/sviluppo degni di un paese civile....solo arraffare per se medesimi, per i rispettivi partiti di appartenenza e per le Mafie

E SE QUALCUNO CHE LEGGE SI SENTE OFFESO IO NON SO CHE FARCI.....se questi ingenti fondi fossero bene investiti, tutto il mezzogiorno ne trarrebbe beneficio, invece preferiscono lasciare tutto......CAZZO

"rischiamo di perdere 2,8 miliardi di euro di fondi se questa somma non verrà impegnata entro il 31 dicembre prossimo. Sono risorse che riguardano addirittura il periodo 2007-2009 e che rappresentano da sole metà del valore dei tagli lineari ai ministeri imposto dalla manovra economica bis "

....LA COSA SI COMMENTA DA SOLA !!!!
che schifo, che ignomia, che vergogna, che inettitudine.....e poi ci si lamenta che per colkpa dei paletti della Lega il Mezzogiorno non cresce ............VERGOGNA BUFFONI !!!
sugar magnolia
19 agosto 2011 11:42
SEGUE SOTTO UN ARTICOLO DEL CORSERA DI OGGI, CHE TESTIMONIA


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MILANO - Dice Raffaele Fitto che l'idea di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, sospendere il pagamento dei fondi europei ai Paesi che si ostinano a comportarsi da cicale, sarebbe un colpo mortale allo sviluppo. Testuale al Sole 24 Ore : «Noi siamo nell'Unione Europea tra i maggiori beneficiari dei fondi e al tempo stesso fra i principali contribuenti netti». Verissimo, ma soltanto per quanto riguarda la seconda parte della sua affermazione. Perché fra i maggiori beneficiari lo siamo soltanto sulla carta.

Comprensibile e perfino istituzionalmente doverosa la difesa d'ufficio del ministro degli Affari regionali Fitto. Tuttavia gli dev'essere sfuggita (ma non l'aveva ricevuta anche lui?) la lettera del commissario europeo alla politica regionale Johannes Hahn, il quale si è premurato di avvertirci che siamo sempre, in Europa, quelli meno capaci a utilizzare i finanziamenti strutturali. E stavolta non si scherza: rischiamo di perdere 2,8 miliardi di euro di fondi se questa somma non verrà impegnata entro il 31 dicembre prossimo. Sono risorse che riguardano addirittura il periodo 2007-2009 e che rappresentano da sole metà del valore dei tagli lineari ai ministeri imposto dalla manovra economica bis.


Per quanto riguarda poi il colpo mortale allo sviluppo, al ministro Fitto devono essere sfuggiti anche i recenti e drammatici dati della Svimez, il documentatissimo centro studi per il Mezzogiorno.
Ci informano che il prodotto interno lordo pro capite delle regioni meridionali, cinque delle quali (Puglia, Sicilia, Calabria, Campania e Sardegna) destinatarie del recente «warning» europeo, dal 1951 al 2009 è sceso in valuta costante dal 65,3% al 58,8% di quello del Centro-Nord. Dopo il minimo divario toccato nel 1975, quando eravamo al 66 per cento, la forbice è tornata ad allargarsi. Non hanno fermato l'aumento del divario né i soldi dell'intervento straordinario né quelli del terremoto dell'Irpinia, dispersi in migliaia di rivoli clientelari e improduttivi. Ma neppure i fondi europei. Pochi, pochissimi, a giudicare da quanto male riusciamo a utilizzarli. Carmine Fotina sul Sole 24 Ore ha scritto il 5 aprile del 2011 che i 43,6 miliardi di euro del programma 2007-2013, somma comprensiva del cofinanziamento nazionale, sono stati spesi appena per il 9,6% del totale: circa la metà della cifra effettivamente impegnata, che non superava comunque il 18,8%. «Spiccano in negativo», scriveva Fotina, «il 2,4% della Campania e il 3,7% della Sicilia sul Fondo sociale europeo».


Ma un po' ovunque è una tragedia. La Sardegna, per esempio. Non più tardi di qualche settimana fa una relazione della Corte dei conti ha rilevato un «consistente ritardo» nell'utilizzo dei fondi europei da parte della Regione ora presieduta da Ugo Cappellacci. Prendiamo i soldi del cosiddetto «Obiettivo competitività» del Fondo europeo di sviluppo regionale. Alla Sardegna dovrebbero essere destinati per il periodo 2007-2013 un miliardo 701 milioni di euro. Ebbene, finora non è stato impegnato che il 20,67%, e i pagamenti veri e propri non raggiungono nemmeno il 20%. Esattamente il 19,07%. E in Sardegna, almeno per quanto riguarda i quattrini materialmente sborsati, si possono leccare i baffi. Perché nel complesso delle regioni italiane si arriva a malapena al 17,05%. Ovvero, un miliardo 394 milioni su 8 miliardi e 176 milioni.

Passiamo ora al Fondo sociale europeo: di male in peggio. Se in tutte le nostre regioni è stato impegnato appena il 35,5% di quel capitolo finanziario, che vale oltre 7,6 miliardi, la Sardegna si è fermata al 24,08%, con pagamenti appena superiori al 20% del totale. Una situazione, dice la Corte dei conti, che deve «attribuirsi sia alla tardiva partenza della programmazione comunitaria in Sardegna, sia, in massima parte, alla mancata accelerazione dell'azione regionale nel corso del 2010, che proprio il ritardato avvio avrebbe reso necessaria».


Chiaramente un dito nell'occhio della politica, responsabile della gestione dei fondi europei. Accuse che, del resto, non vengono risparmiate dai magistrati contabili anche alle altre Regioni. Per esempio la Sicilia, dove analogamente alla Sardegna «il grado di realizzazione di programmi comunitari inerenti ai fondi strutturali Fers (fondo europeo di sviluppo regionale, ndr) e Fse (fondo sociale europeo, ndr) è contrassegnato da gravi ritardi, espressione di una politica di gestione degli stessi frammentata e non sufficientemente sorretta da un disegno organico». Parole che stridono con le proteste che si sono subito levate da Forza Sud, partito di Gianfranco Micciché, sottosegretario alla presidenza con delega al Cipe, ma soprattutto per molti anni potentissimo luogotenente di Silvio Berlusconi in Sicilia. Come tale, corresponsabile di molte scelte politiche isolane. Sorprendente, dunque, che proprio da lì siano venute le critiche più forti alla proposta della coppia Sarkozy-Merkel, e non invece ai numeri, veramente penosi, dello scarso utilizzo dei fondi europei da parte della Regione siciliana.

Eppure, per capire la gravità della situazione, e darsi finalmente una mossa, sarebbe bastato dare una rapida occhiata ai numeri messi in fila dai bravi economisti del centro studi Svimez. Dai quali viene fuori uno scenario davvero sconcertante. Non soltanto il divario fra il Sud e il Centro-Nord tende ad allargarsi sempre di più, ma anche le zone del Mezzogiorno che si erano affrancate dalla «povertà», come statisticamente viene definita a Bruxelles, stanno di nuovo precipitando nel baratro dell'obiettivo uno. Ossia, il girone delle aree più depresse del continente, dove il prodotto interno lordo pro capite è inferiore al 75% della media europea. La Basilicata, che già dalla metà degli anni Novanta era uscita dall'obiettivo uno, riuscendo ad arrivare nel 1995 all'81%, dal 2004 è tornata alla soglia fatidica del 75%. Il Pil pro capite dell'Abruzzo, addirittura balzato 16 anni fa al 104% della media continentale, è retrocesso nel 2007 di quasi 20 punti, precipitando all'85%. Il Molise è passato dall'87% al 78%. E anche la Sardegna danza pericolosamente sul baratro dell'obiettivo uno, con il suo Pil pro capite sceso dall'89% al 78% della media Ue. Con un doloroso paradosso: che se dovessero rientrare nel girone dei dannati, queste Regioni non potranno nemmeno più contare sui fondi europei destinati ai poverissimi. Perché allora i rubinetti saranno chiusi per sempre.

Sergio Rizzo
19 agosto 2011 11:09
lucillafiaccola1796
8 luglio 2011 17:40
siete u-mani... ricordate i dinosauri?
imitateli... spirite!
savpg8801
8 luglio 2011 15:27
Davvero Sugar, a conoscerli non ci si fa proprio meraviglia. Già da tempo si conoscevano le "arti" dei nostri amici oltre muro (parlo di quello che tempo addietro volevano costruire, non dico da dove in giù perchè molti se la prenderebbero male, con buon divertimento dei legaioli) ma vorrei anche accennare a furberie del genere ed anche di più da parte di espertoni nostrani di qua dal muro. Un mio ex collega mi raccontava che aveva fondato una specie di agenzia di controllo non si capiva bene di cosa, sulle aziende, sui loro bilanci, sui loro modi di lavorare, sulle possibilità che ci fossero i presupposti per ottenere finanziamenti europei grassissimi, (un po' come per, che so, sui nuovi giovani imprenditori o altre attività di sviluppo dell'economia).
Non ho ben capito, ma parlava di milioni e milioni di euro che passavano dalle sue mani e che, in parte(e te pareva) distribuiva ai suoi 500 ingegneri ed analisti piazzati a periodi in cotali aziende, per poi costruire report e relazioni atte ad ottenere il contributo.
Io alle patacche ci credo sempre poco e su questo o abbastanza naso, ma qualcosa di vero c'è.
Una cosa è certa. Che i contributi erogati dall'UE non nascono spontaneamente, ma sono soldi nostri.
E sono convinto che risparmiando sull'UE potremmo raggiungere molto prima il pareggio e l'inizio della decurtazione del debito nazionale che non con le solite sanguisugate del più ricco ministro dell'economia che si ricordi e che da fonti media, stava ospite gratuito a Roma in casa di altro "amico ecc."
sugar magnolia
8 luglio 2011 13:20
LEGGETE UN PO' GLI INCAPACI AMMINISTRATORI SICILIANI CHE SCHIFEZZE CHE FANNO .......L'UE DOVREBBE TOGLIERE I FINANZIAMENTI A QUESTI INCOMPETENTI.......NON HANNO DAVVERO VERGOGNA

......leggete, leggete ......

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Per aiutare i disoccupati siciliani a trovare un lavoro, la Regione stava finanziando con fondi europei corsi di formazione per "operatori turistici" che prevedevano stage in case di cura per neurolesi, corsi per "addetto a servizi alle imprese" con tirocini da svolgere in una rivendita di piante, corsi per "esperto in finanza" da tenersi in una bottega di "lattoniere" e corsi per "rivenditori" con esperienza lavorativa di quattro mesi da tenersi all'Agenzia del demanio. A denunciare queste assurdità è la Corte dei conti, che ieri ha bocciato definitivamente, non dando il visto alla spesa, il mega-bando da 140 milioni di euro di fondi di Bruxelles per corsi di formazione e "work experience in aziende" destinati a 12 mila disoccupati.

Il bando, chiamato "avviso 7", era stato pubblicato nel 2009, e lo scorso anno il dipartimento Formazione aveva stilato la graduatoria dei progetti ammessi a finanziamento. Proprio su questa graduatoria e sui criteri di assegnazione dei punteggi delle singole iniziative presentate dagli enti di formazione, i magistrati contabili hanno acceso i riflettori. Scoprendo situazioni paradossali che rasentano la truffa. La Regione rischia adesso di perdere questi soldi, che devono essere spesi entro il 2013: "Faremo a breve un altro bando facendo tesoro dei rilievi che ci ha consegnato oggi (ieri, ndr) la Corte dei conti", dice il neo-direttore Ludovico Albert.

L'amministrazione potrebbe chiedere inoltre ai componenti del nucleo di valutazione dei progetti incriminati di restituire i compensi: si tratta di consulenti esterni che hanno incassato 100 euro a seduta per esaminare le proposte presentate dagli enti di formazione.
Ieri, nell'udienza che si è tenuta alla sezione Controllo della Corte dei conti, i dirigenti della Regione hanno provato in tutti i modi a convincere i magistrati a dare il visto alla spesa. Ma dalla Corte è arrivato un secco no. La sentenza è stata poi consegnata al direttore Albert. I magistrati contabili hanno messo nero su bianco le decine di anomalie riscontrate nei progetti. Il bando prevedeva un contributo di 800 euro al mese per ogni disoccupato che avrebbe frequentato i corsi di formazione e svolto poi il tirocinio in un'azienda. Gli enti, quindi, dovevano presentare una convenzione "con ditte private" legate, per competenza, al tema dei corsi da svolgere. Peccato però che i magistrati, spulciando tutti i progetti, si siano trovati davanti a iniziative assurde che erano state ammesse a finanziamento: "Alcuni corsi per servizi alle imprese, risorse umane e prestazioni intellettuali prevedevano esperienze lavorative in una sartoria, in un call center e in una rivendita di piante e fiori - scrive la Corte dei conti - O, ancora, un corso per attività inerenti il settore turistico prevedeva come ente ospitante una casa di cura per neurolesi". Per non parlare del corso per "esperti in processi di internazionalizzazione delle aziende con tirocini da svolgersi in una ditta di surgelati, un ristorante, un'azienda di pose di infissi e un dottore commercialista".

La Corte dei conti sottolinea che il bando prevedeva l'attivazione di corsi non solo in ditte private, come espressamente prevede l'Unione europea, ma anche in enti locali, con il rischio di nuovo precariato. La Regione stava finanziando progetti di enti che prevedevano esperienze lavorative al Comune di Catania, al Comune di Enna, alla Provincia di Ragusa, all'Agenzia delle dogane, in Ipab, scuole e perfino nell'arcidiocesi di Palermo. In definitiva, scrivono i magistrati, "è impossibile seguire l'iter dal quale è scaturita la valutazione dei progetti, perché i verbali redatti dal nucleo di valutazione stesso si limitano a una mera elencazione di protocolli": "Alcuni progetti, inoltre, sono stati ammessi a finanziamento anche senza accordi con le imprese per fare i tirocini formativi, mentre in altri casi progetti identici sono stati valutati in maniera differente", concludono dalla Corte dei conti.

La Regione potrebbe adesso chiedere indietro il compenso ricevuto dal nucleo di valutazione che ha esaminato i progetti. Di certo c'è che l'assessore Mario Centorrino il mese scorso ha annunciato la nomina di "un nuovo elenco di valutatori, individuati questa volta solo tra professionisti affermati".
lucillafiaccola1796
28 marzo 2011 19:32
sono tutti u-mani...DEBOLI coi forti [prepotenti maleducati arroganti] e FORTI [prepotenti maleducati arroganti] coi deboli [EDUCATI ONESTI COSCIENZIOSI] e questo a tutte le latitudini incrociate con le longitudini! è inutile scappare trovi nany sarcosy e orcory da tutte le parti! stand and struggle!
sugar magnolia
28 marzo 2011 8:38
PVVIO, IN CALABRIA SPRECANO E RUBANO, POI L'ITALIA TUTTA DEVE PAGARE LE RELATIVE MULTE

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Da Il Fatto Quotidiano del 27 marzo 2011


L’Europa chiede all’Italia 57 milioni di euro per gli sperperi del precedente governo regionale calabrese di centrodestra sui quali ha indagato Luigi De Magistris.
Secondo l’Olaf, l’Ufficio antifrode europea, qualcosa di concreto quelle inchieste lo hanno prodotto. Grazie all’indagine Poseidone, per esempio, sono stati risparmiati 48,8 milioni di euro. L’Olaf, una direzione generale composta di 500 uomini, fa proprie le ipotesi di accusa formulate nel lontano 2005. Sei anni dopo l’avvio dell’inchiesta sui depuratori calabresi a Catanzaro e quattro anni dopo l’apertura dell’indagine parallela a Bruxelles (essendo coinvolti i fondi europei) si può fare finalmente un bilancio. Nel febbraio scorso c’erano state le 35 richieste di rinvio a giudizio del procuratore aggiunto di Catanzaro Giuseppe Borrelli (subentrato nell’accusa) ora l’Olaf presenta il suo conto: 114 milioni di euro di danno

La relazione finale dell’Olaf si compone di 35 pagine fitte. Gli investigatori che firmano il rapporto, gli italiani Giorgio Brattoli (funzionario Ue) e Francesco Albore (maggiore dei Carabinieri) coordinati dal capo dell’Unità investigativa Olaf, James Sweeney, hanno fatto la spola con l’Italia per quattro anni per acquisire carte e testimonianze negli uffici della Regione Calabria; del Commissariato per l’emergenza ambientale del Tribunale di Catanzaro, dell’ufficio giuridico presso la Protezione civile e infine del ministero dell’Ambiente.
L’indagine dell’Olaf non cercava i reati come quella dei pm italiani,
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ma mirava a verificare se i fondi strutturali europei fossero stati spesi correttamente dal Commissariato all’emergenza ambientale guidato dal presidente della Regione di centrodestra, Giuseppe Chiaravalloti
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e gestito dall’uomo di Alleanza nazionale Giovambattista Papello, divenuto poi tesoriere della Fondazione del ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli.

Nella sintesi finale della relazione si legge che il danno evitato per il bilancio comunitario è pari a 48,8 milioni di euro, dei quali 24,4 milioni di euro provenienti dai fondi strutturali dell’Europa. Purtroppo molti buoi erano già fuggiti dal recinto e così il “danno causato” è stato comunque di 114 milioni di euro dei quali ben 57 milioni di euro provenienti dai fondi strutturali europei.

Ecco perché a pagina 33 della relazione si legge la frase che non farà piacere al ministro dell’Economia Giulio Tremonti: “Alla luce dei risultati sopra descritti si raccomanda all’ordinatore della spesa della Commissione europea, DG REGIO, a prescindere dagli esiti delle indagini giudiziarie italiane (cioè anche se il Tribunale di Catanzaro dovesse dar torto all’impostazione di De Magistris e Borrelli, ndr)
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il recupero totale dei contributi elargiti per un ammontare alla data del 28 aprile 2009 di 57 milioni di euro” (….) “inoltre si raccomanda all’unità Olaf C1 di raccogliere gli esiti dei procedimenti penali e della Corte dei conti, di inviare il presente rapporto alle autorità giudiziarie italiane e alla magistratura contabile”.
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Olaf chiede indietro all’Italia “il recupero in toto dei sussidi elargiti per i 48 interventi oggetto della presente indagine, per un ammontare complessivo, alla data del 28/04/2009, di 57 milioni di euro”, sempre grazie all’inchiesta dell’ex pm “il commissariato delegato per l’emergenza ambientale ha provveduto ad escludere ulteriori 21 interventi per un ammontare di 40,4 ME e ulteriori spese per 8,4 milioni di euro”. L’Italia illegale che guadagna sugli sperperi dei soldi europei non sarà grata a Luigi De Magistris. L’Europa gli deve 57 milioni di ringraziamenti. Forse per questo l’hanno eletto presidente della Commissione di controllo sul Bilancio europeo.
lucillafiaccola1796
27 marzo 2011 20:05
Da ricerche effettuate, i mazzini, i cari baldini ecc, furono appoggiati dagli inglesi anche con le navi perché questi erano interessati ad unificare il mercato della penisola-unificare per far consumare-del resto ggente che si inventa la rivoluzione nord.mericagna solo per non pagare le tasse sul te te te. L’u-mano è un bruto stupido ed assassino-per fortuna poche eccezioni esistono-forse ce n’erano di più fra gli austriaci-si dice fossero organizzati ed ordinati-sarà vero? Se si o modestamente mi sento più austriaca.occhi biondi e capelli celeste!
ah ah è probabile !
sugar magnolia
18 marzo 2011 19:12
"Sugar, con obbiettività, sai assicurarmi che negli ultimi due anni il paese sia rifiorito ?"

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DANILO
sei soddisfatto dell'obbiettivita' con la quale ho descritto la situazione e il mio punto di vista ??
pensavate che fossi fazioso ??
che non vedessi le cose ??

ma sai che ti dico ??

che l'Odiatissimo finira' al legislatura perche' :

- gli avversari si cagano addosso all'idea di andare al voto,
- i parlamentari non-professionisti si cagano addosso all'idea di non prendere il vitalizio,
- quelli che erano andati con Fini si sono cagati addosso e pian pianino stanno tornando con l'Odiatissimo
- dopo anni passati ad invettive e divisioni l'opposizione si caga addosso per non avere indicato un leader credibile da contrapporre al nemico pubblico n. 1
- i magistrati politicizzati (e non dite che non ci sono, siate obbiettivi, per la cagata di Ruby hanno speso quello che non si puo' dire, non certo per arrivare ad una condanna, ma solo per passare selezionate puntate di "gossip bungarolo" alla stampa) si cagano addosso all'idea di una riforma che tolga loro la possibilita' di fare quel cazzo che vogliono, intercettando tutti e tutto e passando alla stampa conversazioni che nulla hanno a che fare con reati penali, ma solo con l'intento di spargere fango sulla persona, che beinteso, di fango e' piena da scoppiare

INSOMMA, TROPPA GENTE SI CAGA ADDOSSO CARO DANILO E NELLA TUA TASCA POSTERIORE DESTRA DEI PANTALONI, OLTRE CHE LA CARTINA DI TORNASOLE, STA ANCHE IL PORTAFOGLIO...FORSE UN PO' PIU' VUOTO DI PRIMA....O FORSE NO...TI AUGURO DI NO....CERTO CHE DI QUESTI TEMPI AVERE UN LAVORO SICURISSIMO COME IL MIO E' UNA FORTUNA SFACCIATA !!!

good night and good luck
lucillafiaccola1796
18 marzo 2011 18:18
aglilaiars gomine
danilo
18 marzo 2011 17:59
mi pare di aver visto che oramai egli e' sostenuto " solo " dai suoi adepti.
Questo comincia ad essere troppo poco per pretendere di protrarre il gioco molto più a lungo di quanto sia durato.
in questi quattro giorni quella masnada di sciagurati hanno collezionato solo fischi ed invettive.Tra poco avranno bisogno di voti e raccoglieranno ciò che hanno seminato, le bugie che hanno sciorinato per guadagnarsi questo spiraglio di potere hanno davvero le gambe troppo corte.
Hanno vinto col motto secondo il quale gli oppositori altro non erano che affamatori del popolo, le famose " mani nelle tasche degli italiani ", il cosidetto " partito delle tasse " : Sugar, con obbiettività, sai assicurarmi che negli ultimi due anni il paese sia rifiorito ?

io penso di no, la mia cartina al tornasole ce la ho nella tasca posteriore destra dei pantaloni.
sugar magnolia
18 marzo 2011 11:55
"...svolta a sinistra e trovami il buono lì..."

per l'amor di Dio, peggio che andare di notte quando non c'e la Luna; se cosi' non fosse avrebbero gia' MESSO IN PIEDI UNA COMPAGINE DECENTE E SCALZATO L'ODIATISSIMO DA PALZAAO CHISI

invece Egli e' sempre li', ora sostenuto anche dai Responsabili (e chissa' in cambio di cosa, certo non sono li' gratis), insomma, devono arrivare a fine legislatura, assicurarsi il vitalizio (i non professionisti, che potrebbero essere non rieletti), mentre i professionisti hanno paura del voto

l'unica, tornando al discorso, che non ha paura del voto e' proprio la Lega, la quale e' ormai cosi' radicata nel territorio che non teme un risultato a livello nazionale al di sotto del 12/15 %,.....

laddove nel nord puo' contare sul un 40/50 % (in certe zone anche di piu')

quindi la sinistra e' prigioniera dei propri stanchi e vecchi generali che non si fanno da parte, facendo cosi' il gioco del Cav.

DIRETTORE
guarda in UK, quando un partito vince le elezioni cambiano davvero le faccie, Cameron e il suo governo sono tutti dai 38 ai 45 anni e il leader del partito Laburista Miliband di anni ne ha 39

altra terra, altre teste, altra moralita'....li' lo scandalo dei rimborsi spese gonfiati ha provocato un terremoto, qui da noi se fosse il male dei rimborsi spese gonfiati....
ci baceremmo i gomiti
savpg8801
18 marzo 2011 9:58
Sugar, tu che hai ben analizzato la Lega, e che da sempre, almeno per me, si è dimostrata una rozza tribù atta solo a difendere le proprie palizzate da qualsiasi intrusione di "Romani a rapire le Sabine" cosa ben fatta in ere nemmeno tanto trogloditiche e a noi vicine, dico...svolta a sinistra e trovami il buono lì.
Non svoltiamo solo perchè nelle idee destre navigano personaggi discutibili e snaturanti le stesse, ma, se siamo convinti che i personaggi "buoni e bravi" siano lì a sinistra e a parole, allora facciamolo.
Poi, tornando indietro di quasi un secolo con le idee dimostratesi perdenti, vedremo chi ha ragione...proiettandole di nuovo al futuro.
In campo medico(ma anche in altri campi), si fa un bilancio fra due cose marce...quale scegliere se una la dobbiamo per forza acquisire? Ovviamente la meno pericolosa, se si può. Ma sicuramente quella che ti salva la vita contrapposta a quella che non lo fa.
Il guaio di quello che si chiama democrazia è che di democratico nulla ha.
sugar magnolia
18 marzo 2011 9:16
dare a Cesare quel che e' di Cesare....

l'atteggiamento della Lega mi ha infastidito, e non poco, questo continuo voler marcare l'anti-italianita', questo voler a tutti costi sottolineare la loro estraneita' alla bandiera, l'avversione sempre piu' goffamente, nonche' rozzamente ostentata verso le celebrazioni per 150esimo .....l'uscire dall'aula al momento dell'esecuzione dell'Inno .....


insommma, lo dico senza vergogna alcuna per averli votati nel 2008, la Lega dimostra sempre piu', giorno dopo giorno di essere una piccola compagine politica, provinciale ed intelletualmente gretta


il loro respiro internazionale arriva fino a Conegliano Veneto, tutti chiusi nel loro provincialismo da osteria, anti Nato, anti UE, favorevoli solo alla chiusura verso tutto e verso tutti; la Lega che, nella sua enclave veneta arriva, a mezzo di una esponente locale (tra l'altro mia coetanea, quindi abbastanza giovane, del '72) a fare togliere dalle librerie locali, di proprieta' di un locale nonche' storico militante, l'ultimo libro di Saviano ....

cazzo quando si arriva a controllare la cultura, quando si cade nel volgare quanto rozzo escamotage, di privare il popolo della possibilita' di leggere anche autori non-allineati con la LINEA UFFICIALE.....beh', siamo al Breznevismo piu' spietato.....non so bene se questa vicenda dei libri di Saviano sia vera, ne' tantomeno sia cosi' estesa, magari e' limitata solo ad alcune realta' locali....in ogni caso, solo il fatto che un tale DIKTAT sia venuto in mente ad una titolata esponente del partito (leggo che la mia coetanea ha un vasto seguito nella sua zona) E NON SIA STATA PUBBLICAMENTE SCONFESSATA DAL PARTITO STESSO....mi indica quanto siano grette e rozze le menti che di quel partito stesso ne tirano le fila.

la Lega per me e' sempre piu' fonte di delusione, come del resto lo e' il PDL, una magnifica schifezza, ....

nato da una decisione verticistica presa da 2 sole persone che ha allontanato e spezzato l'identita' di quello che si', una volta, era un partito forte e coeso intorno ad un'idea; un'idea ed un leader, Giorgio Almirante, contestabile quanto vuoi, pero' esisteva forte e ben delineato nel panorama politico italiano.

Fini raccolse bene il testimone, guido' il partito in una evoluzione tormentata ma che sdogano' quelli che erano gli ex-fascisti, verso un moderno partito di destra....fino alla fusione con il partito-azienda del Cavaliere ....

e qui, come testimoniato degli stessi fedelissimi del Cav, gli ex AN si sono sempre sentiti come una unita' distinta, mai veramente fusi, e d'altronde era prevedibile; AN era davvero un partito, con un suo patrimonio immobiliare e con memorie storiche fortissime, ....fin troppo ovvio che non si sarebbe sentito a suo agio unito a FORZA ITALIA, una scatola vuota che e' tutto meno che un partito, ma solo un feudo retto dalle fidejussioni del padrone, un'assemblea che approva tutto, e per acclamazione, alle primissime parole pronunciate dal Padrone ....

no no, una schifezza che la gente non sente per nulla vicino

quindi, tirando le somme :

1. la Lega e' si' l'unico baluardo verso gli sprechi e le inefficenze delle amministrazioni del meridione ma e' chiusa, gretta e provinciale che di piu' non si puo'; in tema di mondo aperto e globalizzato, e' troppo lontana dalla realta' internazionale e, anche in Italia, si fa compatire con comportamenti infantili che vogliono scioccamente marcare la loro anti-italianita' ....

2. il PDL e' una schifezza, oggetto della decisione di 2 persone che, a conti fatti hanno sbagliato tutto; nessuno ha la sfera di cristallo e l'attuale situazione di contrasto-scissione tra i due non poteva di certo essere prevista da nessuno, pero' la caduta dei consensi e' preoccupante; dalla loro parte (Pdl + Lega) sta pero' la volonta' dei Parlamentari di arrivare a fine legislatura con l'attuale governo, per percepire il vitalizio pensionistico...........E SI SA', IL PORTAFOGLIO STA SEMPRE A DESTRA !!!!
JOKER
17 marzo 2011 17:54
Evvaaai Saaav!!! :-)))
savpg8801
17 marzo 2011 16:52
Nessuno che quì ricordi, oggi nel 150°, che il nostro miscuglio si chiama Italia, dove tutti abitiamo, dove tutti vantiamo diritti, dove (quasi)tutti lavoriamo, viaggiamo, ci ingozziamo, ci facciamo, ci stiamo bene anche se ci danno spesso fastidio gli altri, dove abbiamo di tutto e vorremmo sempre di più, dove chiunque può sovietizzare o giapponesare(ma non riferito ai nobili giapponesi, ora anche nella merda) in piena libertà e in pieno proprio orgoglio, dove ognuno di noi può ostentarsi sapiente, dove tutti vorrebbero venirci anche solo a mangiar cibo che noi, in sovrappiù, propiniamo gratis ai 40 milioni di cani e altrettanti gatti e poco agli immigrati, dove ci permettono di sparlare, polemizzare, chiacchierare su tutti e su tutto......
Ma una Patria così dove la si trova?
Vogliamo bene alla nostra Patria, anche se non risponde appieno alle nostre spesso astruse pretese di esserini superiori, orticello mio guai a chi lo tocca!
Non facciamo solo un demagogico sfoggio di pezzi di stoffa tricolore, tanto per fare folk, ma facciamo meno sarcasmo e, senza strafare in maniera settaria, mettiamoci nell'idea che una Unità Nazionale è meglio di qualche idea di apartheid, e che essere veramente un po' patriottici può solo giovarci, basta che la sentiamo veramente.
lucillafiaccola1796
15 febbraio 2011 19:53
ora aspettiamo che a prodi al cesso e che ci caschi dentro
è tutta na ndranghetaaaaaaaaaaaa !
sugar magnolia
14 febbraio 2011 15:23
2 PAROLINE SULLA SOLITA CALABRIA ......


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Scoppia il caso “parentopoli” all’agenzia nazionale che gestisce i beni confiscati alla ‘ndrangheta con sede a Reggio Calabria. La questione è approdata pure alla Camera.

In una interrogazione al ministro dell’Interno presentata dal parlamentare Pdl Michele Traversa si torna a chiedere conto sulla selezione del personale operante all’interno della struttura. Tutto ha inizio dallo scorso 14 ottobre, quando l’Agenzia ha svolto una «selezione per il conferimento di quattro incarichi di collaborazione coordinata e continuativa a esperti in ambito giuridico legale ed economico aziendale, tre dei quali per la sede principale a Reggio».

Riflettori accesi sulla mancanza, nel bando di selezione, «dell’indicazione dei criteri di valutazione» si legge nella nota che continua così: «A quanto risulta, diversi candidati vantavano curricula notevolmente migliori rispetto ai vincitori». E qui l’accento viene posto sui “nomi noti” «per le significative vicinanze parentali e professionali a politici di spicco della realtà calabrese: tra questi – si legge – il dottor Falcomatà, cognato del consigliere regionale del Pd Naccari, già assessore regionale della giunta Loiero e il dottor Neri, collega di studio del dottor Falcomatà».

In un successivo bando, dello scorso 10 novembre «Morcone (direttore dell’Agenzia ndr) ha taciuto anche per il conferimento di un incarico di consulenza a un esperto in ambito bancario e finanziario con il quale è stato previsto che la valutazione verrà effettuata insindacabilmente dal direttore dell’Agenzia attraverso l’esame dei curricula, venendo meno alle garanzie proprie di una commissione giudicatrice».

La risposta a Traversa è arrivata subito dal sottosegretario all’Interno Michelino Davico che sgomberando il campo da ogni insinuazione ribadisce la «regolarità delle procedure». Ma a Traversa non basta la risposta dell’uomo del suo stesso partito e continua sulla pista degli amici e dei parenti. Tutte solo strane coincidenze? Fatto sta che se si guarda ai costi e al personale dell’Agenzia – così come precedentemente sottolineato da un articolo di Malitalia – chi pensa male potrebbe arrivare a dire che la sede centrale a Reggio e le sedi territoriali che si vogliono aprire in altre regioni (oltre a quella di Palermo) favoriscono, se non altro, questo clima di confusione.

E qualche parente fra una sede e l’altra ci potrebbe anche scappare. Il punto è uno: l’Agenzia nasce per volontà del governo Berlusconi ed è stata inaugurata alla presenza dell’allora sindaco – oggi governatore della Calabria – Giuseppe Scopelliti. In un momento in cui era necessario un segnale forte da parte dello Stato, che mostrasse la presenza sul territorio calabrese insomma. Ma questi dubbi che aleggiano intorno all’Agenzia fanno venire meno un principio importantissimo: la trasparenza. Ciò non vuol dire che il personale selezionato non è qualificato ma, probabilmente, c’è bisogno di un metodo diverso e migliore per la scelta degli uomini che lavorano alla gestione dei beni confiscati. Non si tratta di creare posti di lavoro quando si opera per privare la ‘ndrangheta dalle proprie ricchezze. E, a questo punto, chissà se la stessa polemica verrà sollevata anche per le eventuali altre sedi territoriali.

Che dietro alla furbesca necessità di essere fisicamente presenti sul territorio non si nasconda la volontà di accontentare parenti e “amici degli amici”?
sugar magnolia
11 febbraio 2011 10:24
IL FATTO QUOTIDIANO


La Salerno-Reggio Calabria, l’autostrada che non finirà mai.

Quella da molti chiamata “il corpo di reato più lungo d’Italia”. Adesso arriva l’esercito per controllare 30 chilometri in cui sono impegnate 90 imprese. Una ogni 300 metri.
Vigilanza fissa. Ma soprattutto gratis per l’Impregilo, la Condotte e per tutte le altre grosse imprese interessate ai lavori di ammodernamento dell’A3. Da ieri mattina, i militari presidiano due cantieri del quinto macrolotto, a Barritteri e a Scilla, e uno del sesto, a Campo Calabro, alle porte del città dello Stretto. In quest’ultimo cantiere, addirittura, i militari controllano l’impianto di betonaggio in via di costruzione. Impianto che ha già un servizio di vigilanza privata.

Forse è troppo parlare di militarizzazione dell’A3, però sono sempre 60 soldati, divisi per turni, della brigata “Aosta” di Messina la cui presenza si affianca a quella delle forze dell’ordine. Nel caso in cui rilevino situazioni anomale, i militari non interverranno direttamente ma si metteranno in contatto con le centrali operative delle forze di polizia, che attiveranno le pattuglie già presenti nel tratto autostradale.

A questo punto è il caso di spulciare i numeri che hanno caratterizzato le intimidazioni alle ditte e i trenta chilometri che vanno da Gioia Tauro a Scilla. Quasi tre furti al mese. Molti di meno, invece, i danneggiamenti che rappresentano il 20% dei reati consumati lungo i 30 chilometri del quinto macrolotto. Ancora di meno le violenze e minacce contro gli operai. “Solo” 18 in tre anni.

Stando ai compiti che avranno i militari, quindi, il loro utilizzo non sarebbe finalizzato al vero problema dell’A3: l’infiltrazione mafiosa. Piuttosto a evitare furti e danneggiamenti che la vigilanza privata (a spese dell’Impregilo e non dello Stato) potrebbe contenere visto che il tratto autostradale era già costantemente controllato dai carabinieri, dalla polizia e dalla Guardia di Finanza.

Quando le grandi imprese edili vengono in Calabria sanno che devono trattare con la ‘ndrangheta. Addirittura già prima di preparare “la busta” per la gara d’appalto, nel preventivo compare la voce “tassa ambientale”. Che può essere del 3% del valore complessivo dell’appalto o, in alternativa, la garanzia che le ditte “amiche” si accaparrino il subappalto dei lavori o la fornitura di inerti. Nessuna differenza tra gli ‘ndranghetisti e questi signori che arrivano in Calabria con la mentalità di chi sa vivere in una terra dove “l’Onorata società” si eleva al pari delle Istituzioni. Lo dimostrano le inchieste “Tamburo” e “Arca” per quanto riguarda la Salerno-Reggio Calabria. Ma lo dimostra anche l’indagine “Bellu lavuru 2” sulla statale 106 jonica. Un fascicolo che ancora si trova in Procura e che vede iscritti nel registro degli indagati almeno dieci alti funzionari della “Condotte” accusati di concorso esterno in associazione mafiosa.

Vittime o complici? La differenza è sottile per i dirigenti e i capocantieri delle grandi imprese nazionali. Gli stessi dirigenti che a Roma firmano protocolli per la legalità e in Calabria si avvalgono della facoltà di non rispondere nei processi in cui vengono chiamati a testimoniare. Sul tavolo del Ministero dell’Interno già c’è un progetto, chiamato “Sciamano”. Un piano interforze (pensato anche per la ricostruzione de L’Aquila) che consentirebbe un controllo capillare della Salerno –Reggio Calabria. Un controllo tale “da evitare le infiltrazioni mafiose o quantomeno creare un percorso che lasci traccia dei tentativi del loro passaggio”. Il governo intanto manda l’esercito.

di Lucio Musolino
lucillafiaccola1796
4 febbraio 2011 19:50
li taglia affonderà chè chi sa laura' ?
miao miao miao miao !
sugar magnolia
4 febbraio 2011 13:15
COPIO E INCOLLO DI NUOVO QUESTO PEZZO

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Un altro caso clamoroso riguarda le infrastrutture e lo spreco dei fondi europei. È a disposizione del Mezzogiorno nel periodo 2007-2013 la bellezza di 34,7 miliardi di euro: di questi, 24,6 dovrebbero servire a finanziare programmi infrastrutturali delle regioni. Peccato che le regioni non riescano a definire i progetti da finanziare: quelli approvati finora vanno dallo 0,40% della Sicilia al 17,9 della Campania. Ciò significherà - in concreto - che il Mezzogiorno perderà la gran parte dei 14 miliardi di euro stanziati dalla commissione europea per colmare il suo deficit di infrastrutture.

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E NON E' INETTITUDINE QUESTA ??
ci sono ingenti fondi disponibili, pero' bisogna presentare programmi concreti e garantire risultati quindi ..............meglio rinunciare ai fondi !!!

BUFFONI MALEDETTI, TANTO ANCHE SE NON SI INVESTE E NON SI LAVORA PER PRESENTARE DEI PROGETTI CONCRETI, CI PENSERA' LO STATO CENTRALE

chi glielo fa fare di sbattersi a lavorare per i fondi europeri ??

la verita e' che la classe dirigente meridionale ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza, il problema e' che non si vede un ricambio all'orizzonte
sugar magnolia
4 febbraio 2011 13:11
Il federalismo fiscale porterà in Italia "l'inferno" delle irresponsabilità o il "paradiso" dello sviluppo dal basso? La risposta nasconde un grande paradosso: il successo del federalismo fiscale sarà decretato non dai territori che l'hanno fortemente voluto, ma da quelli che l'hanno osteggiato finora come una "condanna a morte". Perché il federalismo produrrà i suoi effetti più profondi non nelle fertili e produttive terre padane - dove la "liberazione" dalla presunta schiavitù economica di Roma è un processo già molto avviato - ma nelle regioni del Sud che stanno per affrontare l'era del post-assistenzialismo.

Da meridionale ne sono profondamente convinto (senza temere accuse di "tradimento etnico"): il Mezzogiorno oggi avrebbe tremendo bisogno di un federalismo fiscale competitivo e virtuoso, molto più del resto del paese. Al Sud devastato da decenni di spesa pubblica infruttuosa, che ha avuto come unico effetto quello di sopire gli spiriti imprenditoriali, serve disperatamente una "scossa". Potrebbe arrivare proprio dal federalismo fiscale, ma soltanto se sapremo trarre qualche lezione da ciò che è accaduto nell'ultimo decennio.

A partire dal 2001, il nuovo titolo V della Costituzione ha affidato alle regioni la mission dello sviluppo del Mezzogiorno. La scelta è stata un clamoroso fallimento: lo rivela l'analisi disarmante dei bilanci regionali. Prendiamo il turismo, grande speranza (delusa) del rilancio meridionale. Le regioni italiane spendono in media 19,3 euro per attrarre ogni turista che approda nel Belpaese. Ma nel Sud i turisti sono molto più "coccolati": secondo i bilanci 2006 (gli ultimi disponibili nel dettaglio) in Puglia si spendono 40,8 euro per turista, che diventano 61,2 in Calabria e 69,4 in Sicilia. Fino ad arrivare alla situazione surreale della Basilicata: qui la regione ha "investito" nel 2003 ben 193,5 euro per turista, più del doppio (il 250%) di quanto il suo territorio abbia incassato in media dallo stesso turista approdato nella regione!

Un altro caso clamoroso riguarda le infrastrutture e lo spreco dei fondi europei. È a disposizione del Mezzogiorno nel periodo 2007-2013 la bellezza di 34,7 miliardi di euro: di questi, 24,6 dovrebbero servire a finanziare programmi infrastrutturali delle regioni. Peccato che le regioni non riescano a definire i progetti da finanziare: quelli approvati finora vanno dallo 0,40% della Sicilia al 17,9 della Campania. Ciò significherà - in concreto - che il Mezzogiorno perderà la gran parte dei 14 miliardi di euro stanziati dalla commissione europea per colmare il suo deficit di infrastrutture.

Potrei continuare all'infinito: sono tutti episodi d'una amara commedia all'italiana, in cui élite politiche e burocrazie meridionali sono attori protagonisti di una trama incredibilmente fitta di incapacità, irresponsabilità, inconsapevolezza. Negli ultimi anni sono letteralmente esplosi nel Meridione i bilanci delle regioni e degli enti locali: ma le Finanziarie hanno cancellato sistematicamente le sanzioni che avrebbero dovuto colpire un gran numero di comuni e province meridionali per violazione del Patto di stabilità interno, mentre le regioni del Sud sono impegnate indefessamente a negoziare trasferimenti statali aggiuntivi per ripianare i debiti della sanità. Si è sviluppato così un sistema perverso, che rischia di premiare quegli amministratori locali che usano il deficit spending come leva per procacciarsi facile consenso.

Il federalismo fiscale è la grande occasione per voltare radicalmente pagina e i ministri Tremonti e Calderoli hanno mostrato di essere pienamente consapevoli della portata "eticamente" rivoluzionaria del nuovo assetto. Ma per passare dalle parole ai fatti è necessario scrivere nei decreti attuativi tre misure coraggiose (e drastiche) per sanzionare chi sperpera il denaro pubblico: il commissariamento automatico delle regioni, delle province e dei comuni per eccessivo deficit di bilancio; un'azione di responsabilità civile automatica contro amministratori politici, dirigenti e funzionari spendaccioni; l'ineleggibilità automatica degli amministratori locali responsabili di dissesto finanziario o incapaci di assicurare il rispetto dei costi standard. Non sono misure da "caccia alle streghe", come potrebbe obiettare qualche benpensante: agli amministratori "falliti" non può essere consentito di fare ulteriori danni, continuando la loro brillante carriera in contesti democratici opaci.

Queste tre misure non garantiranno che il federalismo fiscale diventi la chiave d'accesso al "paradiso" dello sviluppo dal basso: senza strategie shock (come la battaglia per una No tax area a Sud) capaci di neutralizzare i forti disincentivi di contesto, capitali e imprenditori privati rischiano di rimanere merce rara a sud di Roma. Ma sono decisive per evitare che il Mezzogiorno e i meridionali siano condannati a bruciare nell'inferno delle irresponsabilità.

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le masse meridonali sfruttate dai politici e dalle Mafie e drogate a adecenni di assistenzialismo tout-court richiederanno a gran voce i soldi che forse, dico forse verranno a mancare, e questo per l'inettitudine e la disonesta' dei propri amministratori (locali e nazionali)

credo pero' che alla fine i soldi li dovremo mandare lo stesso, in fondo se il governo centrale vuole i voti di 12 mln di elettori, in qualche modo li deve sostenere
lucillafiaccola1796
9 gennaio 2011 20:07
anch'Io mi voglio sé.cessi.onare... altro che il bilionaire! indietro s'avoia... taliani... i + ridicoli u-mani: marchionnari...
io non mi sento taliana...ecc ecc ecc...
Sharman*
9 gennaio 2011 6:23
Per farsi due risate su quanto costi il quirinale a voi che pagate le tasse:

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/04_Aprile/2 8/stella_rizzo_costi_quirinale.shtml
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