20 marzo 2005 0:00
Il contratto rappresenta la principale fonte delle
obbligazioni. Dedichiamo uno sguardo
all'articolo 1173 - [Fonti delle obbligazioni]: Le
obbligazioni derivano da contratto, da fatto illecito, o da
ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità
dell'ordinamento giuridico. Per obbligazione
possiamo intendere una prestazione a cui una parte si
obbliga o è obbligata [ la prestazione è l'oggetto
dell'obbligazione ] a seguito di un contratto [ visto
come un accordo tra due o più parti, nel quale assume
rilievo il grado di reciprocità nel rapporto; cioè, ad
esempio, una parte non può trarre un vantaggio iniquo e
sproporzionato ], a seguito di un fatto illecito [ obbligo
di risarcimento del danno ingiusto cagionato ad altri ] e
infine per ogni altro fatto idoneo previsto
dall'ordinamento [ principio della atipicità delle
fonti delle obbligazioni (per atipicità si intende quanto
non rientra nei "tipi" previsti e disciplinati a
riguardo si possono prevedere possibili riferimenti
all'autonomia contrattuale prevista dal Codice Civile)
]. Se vediamo la prestazione come oggetto
dell'obbligazione, l'oggetto della prestazione è il
bene o l'attività dovuta dal debitore e determinante la
giusta pretesa legittima del creditore.
L'oggetto dell'obbligazione, cioè la prestazione,
deve essere suscettibile di valutazione economica, deve
essere possibile, lecita, determinata o determinabile.
Completata questa premessa introduttiva si evidenzia
quanto sancito dall'articolo 1175 - [Comportamento
secondo correttezza]: Il debitore e il creditore devono
comportarsi secondo le regole della correttezza.
Questo articolo assume un significato rilevante in termini
di quanto rientra nei principi guida, rispetto le norme
generali sancite dall'ordinamento in rapporto della
valutazione delle ragioni tra le parti in caso di
contenzioso. Tali principi guida sono da tener
da conto quando si opera nel "disegnare" gli
estremi per indire un atto di contestazione prefigurando la
fattispecie alla quale ci si vuole riferire in forma diretta
o per analogia. Quando si operaro le prime azioni
bisogna limitarsi all'essenziale ed individuare su quali
aspetti si vuole centrare l'azione strategica a difesa
di un proprio diritto. E' chiaro che la
miglior legittimazione è operare rimanendo aderenti alla
verità e non esigendo un ristoro sproporzionato rispetto al
danno effettivamente subito; in quanto la bilancia della
ragione (il vero punto di forza in un'azione legittima)
potrebbe spostarsi a vantaggio dell'altra parte e la
sproporzione di mezzi facilmente (osservando i precedenti)
renderebbe nulla la leva di forza che tanto
"faticosamente" si era strutturata perchè si
diviene "attaccabili". Esser
equilibrati, però, è importante, non specifica temere di
agire; specifica solo operare secondo "le regole di
correttezza" esigendo il dovuto, agendo con
"prudenza e buon senso" [ diligenza del buon padre
di famiglia ]. All'inizio può scoraggiare
affrontare il "sistema" che nega e contraddice i
fondamenti del Sistema, ma se si resiste operando per gradi,
i piccoli successi preparano a grandi affermazioni; sino a
quando si agisce solo per senso etico offrendo il proprio
contributo per matura coerenza personale. In fin
dei conti un "sistema" giusto e fondato su quanto
è legittimo, è un vantaggio e una garanzia di trasparenza
per tutti [ dobbiamo solo rendere inattuali i vari
azzeccagarbugli e "fanfaroni" affermando che la
spregiudicatezza (amorale) non paga, ma porta a pagare tutti
quegli indennizzi dovuti conseguentemente ai "danni
ingiusti cagionati" ]. 1325 [ Indicazione
dei requisiti - (elementi essenziali del contratto in
mancanza dei quali, o per vizio degli stessi il contratto è
insanabile - NULLO - o sanabile - ANNULABILE - rimosse le
cause che ne viziano l'efficacia)] I requisiti del
contratto sono 1) l'accordo delle parti 2) la causa 3)
l'oggetto 4) la forma, quando risulta che è prescritta
dalla legge sotto pena di nullità.
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