Commenti
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Enrico Falcinelli 19 gennaio 2006 0:00
Roberto, capisco quello che intendi, anche la tua è una
ragione. Tuttavia preferisco pensare che ci possa essere
sempre qualche "chiave" ancora da trovare, in
giro, e preferisco restare sempre in "on".
Ok, per il "tu", te ne ringraziio, ciao.
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Andrea 37 anni 19 gennaio 2006 0:00
Ringrazio tutti per ciò che scrivete sul mio conto.
Attraverso la conoscenza di Dio e della Sua Parola ho
capito finalmente tante cose riguardo alle tante domande che
ogni uomo si fà. Preferisco la sana "...pura
schizzofrenia! mia" alla povertà di mente di Roberto,
scusa Roberto non nel senso dell'offesa di QI basso, ma
povertà di argomenti. Una volta
l'INNOMINABILE scrisse rispondendo a lalla che preferiva
la mia fede alla sua povera e grigia mentalità, per
sintetizzare, ma ancora l'INNOMINABILE mi degnava di
rispondere senza discriminarmi, ora anche se dico una cosa
che lui sostiene mi da contro per non darmi
soddisfazione. Grazie a Mario, se può
servire. Grazie a Enrico che come al solito non
approfondisce e dilaga ma leggo sempre con piacere.
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Mario 18 gennaio 2006 0:00
Anche se riconosco che in buona parte quello che Roberto ha
detto è vero, ci terrei a precisare che personalmente
preferisco chi, come in nostro amico Andrea, si mette in
discussione anche se con l'approccio sbagliato piuttosto
dei perbenisti che invece questo non lo fanno.
Spesso chi critica non ha "la faccia" di esprimere
le proprie idee, quindi massimo rispetto per Andrea le cui
idee saranno sicuramente particolari ed estremamente
soggettive, ma non di meno degne di essere lette poichè
esprimendole espone se stesso alle opinioni degli altri, e
non è poco. Saluti Mario
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Roberto 18 gennaio 2006 0:00
Enrico, io ritengo che: non c'è peggior sordo
che non vuol sentire, non si danno perle ai porci, non si
salva un salvatore, il dialogo prevede che si cerchi di
capire quello che l'interlocutore vuole comunicare,
senza questi presupposti, inutile dialogare. Ho fatto
volontariato in una comunità di mattacchioni, ti assicuro
che con alcun di essi non c'era dialogo, alcuni
autistici, altri scizzofrenici, Andrea non dista molto da
loro a livello di comunicazione. Se poi vogliamo vivere
di speranze esiste un detto: "chi vive sperando, muore
...." vabbè dovresti conoscerlo. Ciao e scusa se
ti do del tu, mi risulta più facile esprmermi.
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Enrico Falcinelli 18 gennaio 2006 0:00
...però, se penso a quanti difetti abbiamo tutti, devo
ammettere che mi dispiace quanto lei afferma, caro
Roberto. Siamo qui per parlare e confrontarci e non
credo ch esista un punto in cui possiamo ragionevolmente
mettere un termine alla possibilità di comunicazione; non
pensa che sia ragionevole questo? La ringrazio e la
saluto sinceramente.
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Lucio Musto 17 gennaio 2006 0:00
Roberto, grazie per il complimento, ma forse mi fa
un torto! Mi illusi, è vero, di poter avere un
dialogo, ma immediatamente ne vidi la impossibilità.
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Roberto 17 gennaio 2006 0:00
Sono stupito che persone come Mario, Enrico e Lucio (che
ritengo intelligenti), possano credere di avere un dialogo
con quel pazzo di 37 anni, signori miei, questo ha riempito
il suo hard disc (cervello è troppo)di cazzate ed ha
smarrito la tastiera per fare un bel Alt+Ctrl+Delete, pure
un bel format non ci starebbe male... Vorrei solo
sottolineare una sua frase che non ha bisogno di commento:
"Non mi aspettavo che avresti assolto un credente per
dare torto ad un ateo, in quanto la tua fede è sviata, lo
dimostra il fatto che non conosci la Parola di Dio ma basi
la tua fede su ragionamenti umani, quindi più vicini a
quelli di un ateo che a quelli di un credente" ...pura
schizzofrenia! Ciao.
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Andrea 37 anni 17 gennaio 2006 0:00
Enrico farò come te rispondo solo a ciò che mi fa comodo e
tralascio ciò che potrebbe essere importante, non a mio
avviso. Non mi aspettavo che avresti assolto un
credente per dare torto ad un ateo, in quanto la tua fede è
sviata, lo dimostra il fatto che non conosci la Parola di
Dio ma basi la tua fede su ragionamenti umani, quindi più
vicini a quelli di un ateo che a quelli di un credente.
La frase detta in eugubino era ironica con alcuna
offesa, tu l'hai presa come offensiva, in quanto ho solo
constatato la tua prolissità e inadeguatezza
nell'allargare a diversi argomenti che potevi evitare e
che non erano attinenti nella tua risposta a Marcello; ma tu
vuoi sempre vedere le cose alla tua maniera quindi fai come
vuoi. Tralascio i filtri e vado al dopo, nel mio
esporre argomenti troverai sempre un riscontro biblico, cosa
che non avviene invece per i tuoi, come la mettiamo?
Ti sembra che sia arrivato il momento di cominciare a
darmi delle risposte? Credo che rientrerebbe
nella correttezza nei miei confronti ti pare?
Altrimenti fai come vuoi ma non fare prediche a me.
Devo difendermi da ingiusti attacchi; mi pare no?
Cari e sinceri saluti.
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Enrico Falcinelli 11 gennaio 2006 0:00
A Andrea: 1) Mario non mi sembra un bugiardo e
alla sua conferma, sul tuo conto, ci credo. 2) Il
fatto che una frase tu me la dica in eugubino o in assisano
oppure in celtico od aramaico non cambia l'essenza
dell'offesa, non trovi? 3) Grazie per la
specifica sui filtri. Tali filtri sulla posta non li
uso. Nella vita mia non ho mai usato nemmeno il
preservativo, immaginati se uso filtri con chicchessia (fa
parte della mia lotta al pregiudizio). Lascio a te
l'interpretazione di quest'ultima frase. Essa può
avere due risvolti - uno negativo ed uno positivo - ; sta a
te comprendere quello che ho inteso dirti. Secondo quanto ne
comprendi puoi capire se io atteggio positività o
negatività nei tuoi confronti. Il segreto di
tante controversie, è proprio nell'interpretazione
diversa che possono avere le frasi; la causa della
controversia non è mai la frase stessa, in questi casi, ma
l'animo positivo o negativo della persona che la
recepisce. Credo che un buon esercizio alla
positività non possa fare che bene ai rapporti umani.
Dubito che ci sia qualcuno che possa non concordare con
quanto detto. Ma se è così, perchè qualcuno si ostina a
interpretare come vuole lo scritto degli altri? Sfogo
terapeutico? Va be', almeno servirebbe a qualcosa, ma so
per esperienza che non funziona mai e ci si ritrova più
vuoti di prima! Saluti a tutti. Tu, Andrea, fai il
bravo!
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Lucio Musto 11 gennaio 2006 0:00
X Andrea 37 anni Seguirò il tuo invito a non
essere altezzoso dopo che tu avrai ascoltato la preghiera
che ti ho fatto innumerevoli volte di non nominarmi mai nei
tuoi interventi. Ma naturalmente
"ascoltare" non è cosa tua, e di preghiera...
nemmeno se lo leggi sul vocabolario!...
("leggere"?... e da quando?)
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Andrea 37 anni 10 gennaio 2006 0:00
Mario sei Bugiardo come al solito e incoerente come Lucio
Musto "Fritto Musto" per rallegrare un
po' il forum. Enrico volevo solo usare una
frase eugubina che mi faceva tanto ridere, quando uno
strafaceva in qualche cosa sentivo dire "amò'n
pisciamo de fori!", scusa se non l'hai mai sentita,
ma credevo che siccome abiti ad Assisi, conoscevi gli idiomi
e le frasi più usate di parti della tua regione, e poi era
una cosa per ridere il fatto dell'avvocato, come quella
dei papiri di cui anche io a volte sono autore, non ti
sembra? E in ultimo vogliamo continuare a tenere
i toni alti come fanno i nostri amati politici? Non mi
sembra il caso. Lucio quando deciderai di
smettere di essere altezzoso scrivilo. Enrico i
filtri sono quelli di selezionare la posta ricevuta.
Ma quanto siete permalosi oh! Io sotterro
l'ascia di guerra voi fate come volete.
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Enrico Falcinelli 10 gennaio 2006 0:00
a Mario: Al punto ci si arriva, quasi senza che
si noti hai evidenziato il mio atteggiamento dal TUO punto
di vista:"L'idea mia è buona, tutto il resto è
merda!" il che ti renderebbe veramente poco
attendibile, anzi, pericoloso!". Da come
hai scritto questa frase, non ho mica capito un'H di
quello che TU hai capito! Non mi pare di aver inteso quanto
tu affermi da parte mia; sarà perchè ho scritto veramente
in fretta, essendo sul posto di lavoro! Chiariscimi quello
che hai capito. Da quel che mi pare di capire a me, la tua
esperienza della Chiesa è davvero infame! Tra l'altro
non accanirti per la Chiesa contro di me solo perché la
difendo. Come cristiano ne ho il dovere; la magagna, se
c'è la vedo bene ma la mia, in confronto alla tua, è
una scelta di posizione,ne più ne meno come la mia,
sicuramente motivata; il che non ti autorizza a pensare che
sia ottuso. Oltre i difetti a cui ti riferisci, della
Chiesa, (e non tutti sono difetti; sarebbe come dire che
"il mare è bello, ma l'errore è nel fatto che sia
salato"), cioé alcune scelte di essa, sono
costituzionali e non valgono motivi di potere. Il tuo è un
punto di vista, ma dietro a qualcuna di quelle cose che
detesti ci sono ragioni diverse da quelle che tu pensi.Ti
dico questo perché ho conosciuto e conosco bene grandi
personaggi della Chiesa che non hanno ombra di infamia; la
mia non è ottusità, ma conseguenza di un'esperienza.
Tra l'altro, umanamente, mi giudico ben lungi
dall'essere ottuso e le tue motivazioni le
capisco-conosco bene (ti ricordo che lavoro da 25 anni
attivamente in comunicazione sociale e per me sono il pane
quotidiano). Purtroppo non possiamo conoscerci di persona,
almeno al momento e tutto questo bla- bla tenderà a restare
sterile; peccato. Non son convinto che tu lo sia del fatto
che tutta l'erba sia un fascio. Chiedo scusa se non
sono stato molto chiaro ma ho scritto in un tempo molto
limitato. Ciao.
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Mario 10 gennaio 2006 0:00
da: Enrico Falcinelli Data: 10 Gennaio 2006
Andrea, che minchia fai, mi scrivi a casa con tutte le
intenzioni amichevoli di questo mondo e poi continui a
offendermi sul forum? Lascio alle tue conclusioni il
giudizio su di un simile atteggiamento! Come comica,
non è niente male. Tanti saluti.
******************************** lo ha fatto anche con
me. Saluti Mario
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Mario 10 gennaio 2006 0:00
x Enrico Falcinelli Mi spiace, succede ogni
volta. Io sono disposto a riconoscere alcuni meriti della
chiesa, i cristiani non sono disposti a riconoscere che
dall'interno perdono la loro obiettività. Al
punto ci si arriva, quasi senza che si noti hai evidenziato
il mio atteggiamento dal TUO punto di vista:"L'idea
mia è buona, tutto il resto è merda!" il che ti
renderebbe veramente poco attendibile, anzi,
pericoloso!". Mi accusi di pensare e di
essere proprio la causa che mi ha allontanato dalla chiesa e
che mi ha fatto capire cosa c'è di sbagliato in
essa. La mancanza assoluta della capacità di
accettare chi la pensa diversamente spinge, vi porta ad
accusare tutto e tutti. Motivo ? l'incapacità di
rendersi conto che quell'universalità che tanto viene
decantata non è vera. Io faccio politica non
chiesa hai detto bene, ma vorrei farti notare che la chiesa
stessa è politica. Se non avesse questo
approccio mi chiedo come avrebbe potuto essere quello che è
oggi, compromessi, complotti, stragi, ricatti, estorsioni.
Cose del passato? assolutamente no! Io uso la
mia testa per pensare e non ho bisogno di qualcuno che pensi
per me, come ho già avuto modo di dire io credo nel libero
arbitrio, vorrei che tutti fossero come me.
Concludo dicendo che non hai confutato quello che ho detto
ma hai solo accusato e rigirato la discussione, come sempre
succede quando si arriva sul punto della questione. Fatto
resta che l'ICI la paghiamo noi, non ci rimane neanche
la soddisfazione di sapere che dopo essere stati così
subdolamente estorti,quei soldi verranno utilizzati per
aiutare chi ha bisogno. In compenso molti saranno felici dei
bei fuochi d'artificio per le celebrazioni del papa,
compreso chi non ha il pane per mangiare.
Saluti Mario.
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Enrico Falcinelli 10 gennaio 2006 0:00
Andrea, che minchia fai, mi scrivi a casa con tutte le
intenzioni amichevoli di questo mondo e poi continui a
offendermi sul forum? Lascio alle tue conclusioni il
giudizio su di un simile atteggiamento! Come comica,
non è niente male. Tanti saluti.
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Enrico Falcinelli 10 gennaio 2006 0:00
Mario, tu parli di politica, non di Chiesa. Essa concerne un
discorso spirituale; nel campo della politica ognuno può
rimanere nel proprio pensiero, in quello della cristianità,
no: o si è dentro o si è fuori. Non convincerò le tue
aspettative (non ne era mia intenzione, difatti) ma spero di
convincerti del fatto che esiste qualcuno che, come vada,
vada, non abbandonerà la Chiesa, nonostante tutto; sarebbe
come abbandonare il proprio padre quand'anche diventasse
un delinquente. Se qualcosa non ti piace della Chiesa,
nella tua libertà, tu combattila da fuori. Questo non mi
impedirà di combattere quello che non mi piace standoci
dentro, come faccio da sempre. Ma tu combatti quello che non
ti va, senza voler affondare tutta la nave, solo perché
quella nave non ti piace. Da persona di buon senso credo che
non potrai mai ammettere giusto nulla di diverso. Sarebbe
come dire: "L'idea mia è buona, tutto il resto è
merda!" il che ti renderebbe veramente poco
attendibile, anzi, pericoloso! Saluti.
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Lucio Musto 10 gennaio 2006 0:00
Per la pruriginosa curiosità del mio bucolico
indiscriminato concimatore dichiarerò di non
pagare nessuno per avvocato. Chi prende le mie
parti lo fa in sua libertà e per amicizia. Perché riesco
anche a farmi degli amici, io.
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Mario 10 gennaio 2006 0:00
da: Enrico Falcinelli Data: 10 Gennaio 2006
Caro Mario, che tipo di cristiani hai malauguratamente
incontrato nella tua vita, per avere un concetto della
mentalità cristiana come quello che mostri d'avere?
************************************* Non riprendo
tutto il tuo post, non ne ho il tempo. Però ti
posso garantire che ho conosciuto molti cristiani nella mia
vita, brave persone fermamente convinte e saldamente
ancorate alla loro fede. Da ragazzino ho fatto
l'asilo dalle suore, ho fatto il chierichetto, ed andavo
regolarmente all'oratorio. Quanto sopra per
farti capire che so benissimo con chi ho a che fare.
Purtroppo, chi è coinvolto in una realtà
difficilmente riesce a rendersi conto di quanti errori essa
abbia. In azienda un mio motto era :"chi è
fautore di disorganizzazione non se ne rende conto".
La chiesa è uguale, la stessa cosa.
Vi sono però all'interno delle correnti analoghe a
quelle politiche che combattono contro lo strapotere della
corrente di maggioranza che è stata la causa di tutte
quelle nefandezze del passato e di quelle che stà
continuando a fare. Gente senza fede? non
cristiani ? io amo pensare che siano persone obiettive.
Scusa se mi permetto di dirtelo, ma a quanto pare io
da ateo, sono molto più informato di te sulla politica
della chiesa, sulle varie vicende, sugli obiettivi che essa
si prefigge. Tu ami vedere solo quella che è
l'apparenza, ma sei consapevole di quello che la chiesa
sta facendo attualmente ? non mi riferisco a quello che
devono sentire le masse: "il papa di tutti",
" aiuti al terzo mondo", ecc ecc. mi riferisco
alla politica di espansione, alle strategie per indebolire
le altre religioni, come fare per eliminare il
"nonnismo sessuale" nei conventi e nei monasteri,
come fare per limitare il potere di personaggi come Melingo,
e molto altro ancora. Prima di esprimere quello
che è indirizzato alle masse con quelli che possiamo
tranquillamente definire gli slogan, sarebbe utile che ci si
informasse su COSA sta facendo la chiesa e COSA vuole fare.
Solo allora puoi renderti condo dove sei e cosa stai
dicendo. Concludo, troppe parole che portano a
poco purtroppo. Resta il fatto che l'abito
del pontefice costa miliardi e i bambini muoiono di fame;
per la festa dei giovani sono stati spesi 300.000 euro in
fuochi d'artificio, e mancano i vaccini per il terzo
mondo; la chiesa non paga l'ICI ed intanto le famiglie
disoccupate con figli a carico sono costrette a pagarla!
Spiacente ma il tuo post di risposta è forse
uno dei meno convincenti che ti ho mai visto scrivere.
Saluti Mario
Inoltre vorrei farti notare che il m io
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Enrico Falcinelli 10 gennaio 2006 0:00
Caro Mario, che tipo di cristiani hai malauguratamente
incontrato nella tua vita, per avere un concetto della
mentalità cristiana come quello che mostri d'avere?
Frasi blasfeme e uomini che parlano per conto del
diavolo... Hei! Piano, piano! Io li chiamerei uomini;
non so se in cerca di qualcosa ma comunque normalmente
uomini! Innanzitutto mi stupisce che, avendo io
fatto entrare Cristo dalla finestra, nel mio intervento,
così per pura riflessione personale, tu gli abbia aperto
addirittura il portone! A questo punto non riesco a
distinguere quale sia il confine tra la domanda e la
provocazione! Vorrei puntualizzare una cosa,
così, per capirci riguardo la tua prima affermazione.
Pensa ad alcuni Papi della storia. Noi non possiamo decidere
quale sia il bene ed il male in assoluto né quindi nulla
riguardo il disegno di Dio, se disegno ci sia stato. Però,
almeno a livello della nostra capacità di giudizio,
proviamo ad esprimerlo. Userò un esempio. Su una nave con
tanti bravi passeggeri a bordo c'é un capitano rapace e
subdolo; si teme per le conseguenze nefande della mente
distorta di questo personaggio e bisogna trovare una
soluzione al problema. Che fare? Tra le varie soluzioni,
sarà la più ragionevole quella di affondare tutta la
nave? Che ne dici? Poi, per il resto del tuo
intervento, mi viene in mente un mio amico prete, che con la
sola imposizione delle mani era capace di tirati via un mal
di testa da nevralgia del trigemino cronica! E non solo; con
la stessa modalità, in pochi secondi ti faceva desistere
assolutamente dal vizio del fumo, come ha fatto con mio
fratello. Peccato che dopo qualche mese si sia rimesso a
fumare! Eppure al prete non venne mai in mente di dire
che tutto ciò lo faceva nel nome del Signore. Era una
sua capacità e basta (credo lo sia ancora; ora egli è in
Guatemala). Tutti i tempi sono stati ridondanti di
maghi e taumaturghi. Nell'antico Egitto, quelle, erano
arti comuni e in Africa tutt'oggi alcuni popoli
dimostrano di avere in sé personaggi dalle capacità
sorprendenti. Non mi stupisce che un prete possa
obiettare e rendere "fisica" l'apertura del
mare di Mosé. Vedi, noi , in quanto uomini, scorgiamo
il nostro limite nella mancanza di conoscenza che abbiamo.
E' proprio per questa mancanza di conoscenza che i
primi uomini hanno intravisto il divino nei moti celesti e
lo testimoniano anche i, putroppo, non più numerosi resti
della nostra preistoria i quali, se non di ritualità
religiosa vera e propria, ci parlano di atteggiamento di
stupore innanzi a qualcosa di grande che quegli uomini
presentivano. E' con questi piccoli passi che ha inizio
il cammino spirituale dell'uomo, in cui piano piano esso
cerca di ingraziarsi le forze misteriose di quel
"presentimento" nella modalità che poi si è
definita come religiosa. Sappi, quindi, che
"religione", ontologicamente parlando, è tutto
quanto costituisce il tentativo dell'uomo per
avvicinarsi a un Dio "presentito". Così
nascono le grandi religioni del passato e nessuna, nel suo
tentativo è inferiore ad un'altra. Solo potremmo
paragonarne, a posteriori, le maggiori o minori verità, ma
nulla ci può far sminuire il desiderio di avvicinarsi al
Mistero che l'uomo ha sempre avuto e sempre avrà.
Ciò che rende cristiani, nel caso di questi, non è
quindi la particolare effettistica da computergrafica che ci
si può immaginare nel caso della discesa di Dio in terra.
Già il fatto di immaginare questo, vorrebbe dire sminuire,
ovvero portare a livello terreno, la modalità divina del
suo eventuale presentarsi. (Nota: è l'errore
aristotelico del concepire il divino) Inolte, quello
che non capiamo ci rende simili ai primitivi con il
vantaggio dell'esperienza che ci porterebbe a pensare
che un giorno lo capiremo e se quel che vediamo, per quanto
strano, lo capissimo subito, diventerebbe così scontato che
non avrebbe più nulla dell'effettistica divina! In
entrambe i casi non ci servirebbe a credere a un bel nulla!
Immagino che il buon Dio sappia meglio di noi queste che per
noi stessi sono cose di pura logica! Certo, di
Cristo si racconta di grandi miracoli, ma Egli stesso, per
le documentazioni a cominciare dalla Sacre che possediamo
non ha mai parlato di dover credere per questi. In
effetti, la storia del popolo cristiano così come la
conosciamo è cominciata sulle rive del lago di Tiberiade
(non è la prima volta che ti racconto ciò) con la stessa
modalità che è puramente umana: quella della
sollecitazione delle risposte alle domande umane
fondamentali (vedi l'esempio sulla preistoria).
Secondo tale modalità alcuni uomini pescatori abbandonarono
ben presto le loro reti e seguirono un uomo che parlava di
cose mai sentite che destava in loro quel presentimento del
vero e di eternità che è parte costituzionale di noi
tutti. La differenza tra una religione e la realtà del
Cristo, appariva a loro più chiara dopo averlo conosciuto:
la religione era il tentativo umano, mentre Cristo era la
risposta! Certo, quella era fede, è tale è la pretesa
cristiana ma d'altronde Egli non avrebbe ingannato
nessuno: secondo quanto abbiamo tra le mani, la storia di
Cristo e il suo Vangelo, Egli chiese, infatti, solo la fede
in Lui! Che ora tutto ciò sia stato affidato
alle mani degli uomini, è vero proprio secondo il Vangelo.
E come, sempre secondo le Scritture, Dio ha molto agito per
mezzo degli uomini, per la Chiesa cattolica Dio non ha
smesso di farlo con l'ultima pagina delle Scritture ma
continua ancora per mezzo dei Santi e dei profeti di ogni
tempo. Al di là di qualsiasi eventuale obiezione, questa è
la strettissima sintesi che riguarda la realtà della Chiesa
cattolica. Ogni obiezione è lecita per chi ha fedi diverse,
ma per quella cattolica questo è quanto!
Chiarita questa base di approccio, caro Mario, credo che la
piattaforma sia più definita e che tu, quindi, possa capire
meglio lo spirito delle mie espressioni durante i vari
interventi. Concludendo, l'essere
religiosamente cristiani, non vuol dire partecipazione ad
una modalità imposta ma primariamente l'essere
affascinati dalla personalità del Cristo, anche fosse per
l'iniziale semplice curiosità di scoprire come questo
"personaggio" si sia rapportato con noi uomini con
l'efficacia di aver instaurato un ponte con
l'infinito che dura da più di duemila anni. Questo è
ciò che intendevo, quando ti parlai
dell'indispensabilità, all'uopo, di un
"incontro" con tale Essenza e della difficoltà
(ma non impossibilità) di poter risolvere il problema
religioso tramite la dialettica, particolarmente in un
forum! Se tutto quanto sopra potrà servire a
capirci meglio, ne sarò felice. Ti saluto caramente,
Enrico.
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Marcello 10 gennaio 2006 0:00
Penso che tornerò a leggere solamente i vari post, non
voglio essere così importante quando scrivo semplici
riflessioni. Dico solo a Enrico che non intendevo
offendere tantomeno provocare, cercavo solo di dare un suono
alle parole che ho scritto. Mi piacerebbe
avvicinare le persone non allontanarle, a volte punzecchiare
porta a riflettere non scrivere, sintetizzare non dilungarsi
o allargare ad argomenti lontani. Salutovi.
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Andrea 37 anni 10 gennaio 2006 0:00
Lucio quanto ti costa da avvocato Enrico? Grazie
Marcello per i complimenti e per i sottili insulti, ma sono
contento che almeno hai capito il mio intento, quello era
importante; e mi sei piaciuto nella tua risposta al papiro,
come dici tu, di Falcinelli. Enrico come al
solito, hai "pisciato de fori" come dicono a
Gubbio, scusate la finezza eugubina, così facendo credo che
Marcello tornerà al suo silenzio, anche se spero di no
perchè rientra tra quelli che mi piace come scrivono.
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Lucio Musto 9 gennaio 2006 0:00
X Mario Scusami se mi intrometto nel dialogo che
stai avendo con Enrico, ma disturberò solo un attimo, e per
un solo capoverso: quando parli delle parole del tuo
Insegnante, del Mar Rosso e di Mosè. Leggendo,
ho ripensato al mio tread su questo forum del 22 dicembre
dal titolo “Giaccio”, rimasto senza commenti
significativi. Lì cercavo di esemplificare come sia
impossibile spiegare compiutamente il particolare di una
conoscenza prescindendo da tutto quello che occorre sapere
prima. In qualunque campo. Come per esempio
mostrare la natura corpuscolare della luce a chi sia del
tutto di fisica. E ciò indipendentemente dalla
bravura del docente e l’intelligenza del discente.
Per capire bisogna farsi le basi, con costanza, pazienza e
determinazione; e bisogna cominciare dall’inizio.
Se invece si mettono a discutere “n” persone
maldisposte, ognuna sclerotizzata nelle proprie convinzioni
e più o meno scarsamente preparata sulla materia… abbiamo
la gran parte dei dibattiti che si vedono su “Dì la
Tua”… e ci si fanno le matte risate.
Naturalmente non è il vostro caso, altrimenti per
educazione non mi sarei permesso di intervenire, ma sono
stato titillato come dicevo dall’analogia col tema che
anch’io avevo proposto. E ne approfitto per dirvi che
anche quando non intervengo, seguo con molto interesse.
Con simpatia.
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Mario 8 gennaio 2006 0:00
x Enrico Falcinelli Scusa ma proprio non capisco,
da una parte dici che sei contro l'uso strumentale della
chiesa del potere di cui essa gode e dall'altra accusi
gli uomini che ne amministrano le funzioni. Da
come scrivi si vede bene che sei uno che le parole sa usarle
sia scritte che verbali, quello che non riesco a capire e
come puoi dare per scontate le cose scritte dagli uomini per
gli uomini. Su questo forum di cose ne sono
state scritte una marea, vere o false che siano, tutte
documentabili.Non credi che vi siano prove sufficienti
affinchè qualcosa di tutto quello che dici debba essere
messo da te stesso in discussione? spero non
riconoscerai in tutti quelli che scrivono contro, un opera
del "demonio" ? posso capire la fede,
quella o c'è o non c'è, non esistono vie di
mezzo. Ma l'accettare incondizionatamente le
cose scritte dagli uomini per gli uomini proprio mi lascia
sconcertato. Una volte ho preso d'esempio
l'apertura delle acque ad opera di mosè, dicendo che
essendo egli un ex principe egizio conosceva le alte e le
basse maree, quindi riusì ad attraversare le acque non
perchè si aprirono ma solo perchè lui sapeva che c'era
la bassa marea.Dove credi che abbia preso questa
informazione? sono blasfemo ? me la disse il mio insegnante
di religione in una delle sue lezioni! mi
spiegò che la bibbia ed i vangeli sono dei libri mistici e
che la chiesa stessa sta cercando di interpretarne in chiave
storica i contenuti. ora mi e ti chiedo: io non
sono uno che frequenta, ma a te che sei un credente queste
cose non te le dice nessuno ? oppure il mio insegnante di
religione era di una "falange eretica" finalizzata
alla distruzione del cristianesimo ? Saluti
Mario
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Marcello 7 gennaio 2006 0:00
Ok.
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Enrico Falcinelli 7 gennaio 2006 0:00
Caro Marcello, potrei essere d'accordo con le sue
osservazioni se non mi rendessi conto che il ragionamento
può spingersi in meandri ben più profondi delle questioni
che ella pone. Troppo spesso, difatti, siamo
ingannati dall'esteriorità dei comportamenti nella
misura in cui essi più ci gratificano e li ci si ferma e si
formula il giudizio, senza pensare a cosa altro ci possa
essere scavando. Ad es.: a proposito delle mie
"leccate", come lei interpreta se per tali intende
la positività nel rapportarsi, si accorgerà che anche nei
suoi confronti tale mio atteggiamento non differirà, in
quanto è nell'intenzione sincera di quella modalità
che io spero di ripartire insieme dal positivo che esiste in
ogni contingenza, anche fosse la peggiore di questo
mondo. Tale modalità ha origine proprio dal fatto che
al di là degli atteggiamenti negativi ci potrebbe essere
tanta di quella positività che li per li si è portati a
non immaginarla! Secondo il suo modo di vedere,
anche io, quindi, come tanti, avrei motivo di sbattere le
porte in faccia come lei critica che faccia il signor Musto,
per cui nutro una sincera amicizia originata solo dalla
franchezza di un rapporto. Come vede non le va bene il
signor Musto con il suo comportamento franco ma non le va
bene nemmeno il mio comportamento, ritenendolo solo
un"lambire linguale". Eppure, tali
comportamenti che dipendono talvolta dalla propria indole e
che costituiscono la scorza superficiale nell'apparenza
del rapporto, in una situazione di mediazione impersonale -
tale è il relazionarsi in un forum - nascondono sicuramente
molto di più, tanto che è ragionevole insistere fermandosi
a colloquiare senza cedere al proprio giudizio iniziale.
Così è possibile scoprire che la persona con cui
si interloquisce spesso ha una personalità totalmente
diversa da quella con cui si presenta. Non conosciamo i
problemi né i motivi per cui la persona intende manifestare
la sua presenza in un potente mezzo mediatico come un forum
di rete e spesso le ragioni di fondo sono delicate. Per
questa ragione difficilmente azzardo critiche all'altrui
comportamento, anche perché non mi sento di sminuire la
capacità di giudizio dell'altro. Nel caso del
signor Musto, avendo con lui anche un rapporto opinionale in
differenti occasioni da questa del forum, ed avendo
riconosciuto in lui una profondità di giudizio ben lungi
dall' essere pregiudiziale, sono portato a pensare che
abbia le sue buone ragioni per difendersi come talvolta fa;
il resto capisco che è indole della persona.
D'altro canto è errato pensare che il fatto d'esser
cristiani significhi la negazione di sé ad ogni costo e ne
converrà con me se affermo che, anzi, è spesso necessaria
una chiara opposizione quando venga calpestato il sostrato
della nostra appartenenza. E questa non è una
reazione puramente istintuale, bensì un dovere nel
tentativo di opposizione a quello che riconosciamo come
essere il "male" per l'uomo. L'unica
cosa che non possiamo assolutamente annichilire è la
libertà di scelta dell'altro ma come cristiani abbiamo
il dovere di difendere la nostra fede. Integralismo? Non
direi, se consideriamo che il non farlo significherebbe
"relativismo". Quindi, credo che
l'intervenire in un forum sia una prova di alta
civiltà, quando questa intenzione sia originata dalla
necessità puramente umana di interscambio di idee e
arricchimento reciproco privandosi, però, della pretesa che
questa modalità di relazionarsi abbia un preciso canone
predefinito secondo noi. Ogni persona ha i suoi
tempi per venire fuori e io credo che, nell'interesse
comune e nel bene di tutti, sia opportuno sfruttare questa
occasione per gratificare il proprio intento comunicativo
usando discreta apertura e disponibilità nell'affidarsi
agli altri perché, anche come studioso di comunicazione
sociale, è questa la maggiore ragione che riscontro nella
necessità di partecipazione ad un forum e mi sembra vero
che in una condizione di sfiducia reciproca - tale è il
nostro status attuale voluto dalla modernità - il contrasto
che appare inevitabile tra di noi sia solo l'espressione
superficiale di questa condizione, ovvero, la paura del
rapportarsi, dell'altrui giudizio ed il bisogno di
sfogare la propria repressione a causa di una sorta di
"nevrosi sociale". Proprio la pazienza
nel rapportarsi e la concessione dei tempi per ognuno, aiuta
a costruire ottimi rapporti anche tra persone che la pensano
diversamente, perché questo è possibile e provatamente
vero! Solo così, inoltre, sarà possibile gratificare
la propria partecipazione in un circolo di comunicazione
tale, soddisfando l'aspettativa reale che ci spinge ad
intervenire. Non si può prescindere dal metodo e
dall'"oggetto" che lo detta, e il bisogno
"affettivo" personale è l'"oggetto"
di tale riflessione. Diversamente, ovvero
abbandonandosi alla propria reazione emozionale,
aspettiamoci di continuare a vedere una lotta tra cani che
si mordono in un confronto senza possibilità di alcun
arricchimento reciproco. Ulteriormente, spesso ci
dichiariamo "liberi" per l'uso del nostro
giudizio, ma il confine tra questo ed il
"pregiudizio" è molto sottile; fatto stà che
quest'ultimo è la causa della peggior dipendenza dal
proprio pensiero (lungi quindi dall'essere
"libero") tanto da non permetterci di favorire con
esso nemmeno noi stessi. E' un errore più comune
di quanto si possa pensare ed è quello che spesso reca
spaccature anche tra quelle persone che in fin dei conti non
son distanti da un univoco pensare. E' una ragione
in più per pazientare nel rapporto. La chiusura prematura
di questo non solo fa del male all'altro, ma lo fa
ugualmente a colui che la origina. In verità
l'origine della libertà personale è proprio nella
ammissione della "possibilità" lasciando aperta
totalmente questa categoria. In tale posizione,
evadendo quindi dalla sicurezza apparente fornita dal fare
parte di un "gruppo", si elabora una propria
sicurezza individuale volta a favorire la propria
disponibilità al rapporto in misura sempre maggiore e si
ottiene quel consenso insperato che alimenterà questa
sicurezza, venendo gratificata la propria esigenza affettiva
sociale. Provare per credere. Tutto ciò, signor
Marcello, potrebbe ancora apparirle come una forma di
lambimento linguale? Se è ragionevole come mostra di
esserlo, credo di no! Concludo questo lungo
intervento notando come non possa non stupire il tipo di
saggezza dell'uomo Gesù Cristo. Non possiamo non
concordare con quello che sono le Sue raccomandazioni
nemmeno nel campo della modalità del rapportarsi. Ha
dimostrato di conoscere molto meglio di qualsiasi studioso
moderno le origini delle esigenze fondamentali del rapporto
umano tracciando un percorso preciso per tale modalità,
ineccepibile agli occhi del più esperto analista odierno,
insegnandolo con le più semplici parole e i modi che la
gente di quel luogo e in quell'epoca poteva comprendere.
Questa è un'ulteriore ragione che mi spinge a
fidarmi di "quell'uomo", privandomi di
qualsiasi pregiudizio. Egli, ha d'altronde
preteso di essere la misura per la realtà proponendo a noi
la sua sfida nel considerarlo tale confrontando la sua
Parola con l'oggettività quotidiana della nostra vita.
Da cristiano appassionato e studioso lo faccio da sempre ed
ancora non ho trovato torti né ambiguità nella visione
della realtà di "quell'uomo"; semmai quella
Sua visione ha contribuito a comprendere gli errori della
mia, scoprendo i pregiudizi in cui ho sempre inciampato.
Anche per questo mi viene da consigliare di provare
per credere! Saluto cordialmente tutti e in
particolare il signor Marcello, ringraziandolo per avermi
dato modo di dire questa lunga mia, augurando a tutti il
miglior prosieguo in quest'anno nuovo.
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Enrico Facinelli 7 gennaio 2006 0:00
Signor Domenico, sono un cristiano cocciuto e a mio parere
il parroco le poteva chiedere un offerta libera. Infatti non
esistono listini, nella Chiesa, tanto meno per la
"vendita" dei Sacramenti, sempre che però non ci
siano state delle disposizioni di spesa concordate in comune
riguardo eventuali allestimenti; anche questà è pero una
pratica desueta che spero non esista sacerdote che la faccia
sua, se non altro per le inevitabili strumentalizzazioni che
ne conseguirebbero. Sono proprio quelle che auspico
sempre che si tenda ad evitare sia per la loro ovvietà sia
per la tendenziosità inutile. Difatti spero che lei si
volga a criticare l'operato del sacerdote e non , come
tale, la sua Chiesa di appartenenza, anche perché sarebbe
irragionevole una tale conclusione. La saluto
cordialmente.
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Lucio Musto 6 gennaio 2006 0:00
X ingryfed non l' "ho dimenticato";
semplicemente non l'ho citato come innumerevoli altri
nomi componibili con suffisso -cefalo. Ma tu,
perchè citi solo quello?... qualche interesse
particolare? con simpatia - Lucio
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domenico 6 gennaio 2006 0:00
a proposito di chiesa vi volevo informare che essendomi
sposato nell'agosto del 2005, il mio parroco mi ha
chiesto 52€ + 85€ arrotondanto il tutto a 152!!! Per
potermi sposare in un altra chiesa, dicendomi che erano i
diritti di curia ma un mio amico in un altra parrocchia
dello stesso comune non ha dovuto pagare nulla come
mai???? la parrocchia in oggetto è quella di S.MICHELE
A. al Quadrivio di Campagna(SA) il parroco è don
Francesco DI STASIO. Ma esistono davvero questi diritti
di curia?
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ingryfed 6 gennaio 2006 0:00
da: Lucio Musto Data: 5 Gennaio 2006 Per
carità, signor Marcello!... non mi sento affatto
insultato, non almeno per i suoi gustosi giochi di
parola. Anacefalo, onocefalo, microcefalo, come
lei benissimo sa, non hanno in comune che il
"cefalo", che nella fattispecie potrebbe essere
quel gustoso ma poco pregiato pesce che facilmente abbocca
presso le dighe portuali. Per rendere più varia
e ricca la collezione di incoerenze, avrebbe potuto
aggiungere, attribuendome le caratteristiche a qualcuno
chissa?... ortocefalo, bucefalo, rinocefalo, eterocefalo...
e magari "megacefalo cucurbitaceo" che é variante
simpatica per indicare qualcuno "Con una grande testa a
forma di zucca (presumibilmente vuota)" Si
diverta pure, quindi, e "ad maiora!"
------------------------------------------ Hai
dimanticato "balanocefalo", dal greco
balanos=pene...
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Lucio Musto 6 gennaio 2006 0:00
La sua obiettività ed acume di giudizio, mi commuove assai
signor Marcello, e non oso profferir altra parola se non
chiedendo scusa a Lei per ogni volta che per la mia
rozzezza, e non per cattiveria badi bene, ho portato
offesa a Lei, e a chiccessia! mi prostro
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