una donna ex-lavoratrice 19 settembre 2006 0:00
Sull’esosità delle pensioni dei nostri politici sono
perfettamente d’accordo, non và dimenticato
però che, salvo alcuni giornalisti, la stragrande
maggioranza (V. Zapping, Prima Pagina del 3° rai, ecc.),
cioè coloro che hanno la possibilità di influenzare il
cittadino sono orientati sul fatto che l’eventuale ritocco
di quegli emolumenti non costituirebbe un gran risparmio per
il bilancio statale. Come dire: “cosa serve riparare il
rubinetto del lavabo, del bidet, della doccia, del Water,
ecc.. Sono solo gocce…”. Ma vi è un’altra
situazione particolarmente ingiusta e che si continua a
mantenere: i dipendenti pubblici potevano
andare in pensione (e in occasione della promulgazione della
Legge 503/92 sono scappati: comunali, statale, ecc.), con 14
anni, 6 mesi ed un giorno beneficiando subito del
trattamento pensionistico a differenza del comparto privato
che in ogni caso avrebbe beneficiato del citato trattamento
al compimento, per le donne, del 55mo anno d’età.
Con la summenzionata Legge, il trattamento pensionistico
(per le donne ex-lavoratrici diventate casalinghe per i più
svariati motivi: licenziamento, problemi famigliari, ecc.)
è stato derogato dal 55mo al 60mo anno d’età ed è stato
subordinato al reddito maritale.
Ancora adesso, nel 2006, cioè dopo 14 anni si sta ancora
discutendo sull’età pensionabile (cinquantotto, sessanta.
Sessantacinque-trentacinque, trentasette, quaranta, ecc.)
mentre per noi donne ex-lavoratrici, anche con la
complicità delle nostre parlamentari, quelle che si
fregiano del motto: “poco o tanto siamo tutte
casalinghe”, è stato provveduto subito e deciso in una
mattina d’estate. Abbiamo una classe
politica che è “forte e decisa con i deboli” (quelli
priva di tutela sindacale, privi di unione e collegamenti di
tipo corporativo, ecc.) e “debole con i forti”.
Tanto per conoscenza: con oltre quindici anni di
versamenti contributivi percepisco € 100 (cento) di
pensione. Per noi donne casalinghe, donne ex-lavoratrici
vale la “Legge sul cumulo”. La stessa legge vale anche
per i nostri politici? Saluti da “Una donna
ex-lavoratrice”
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