massimo 19 ottobre 2006 0:00
Sì, il romaegocentrismo è uno dei grossi problemi che
abbiamo in Italia. Conosco bene Roma, purtroppo vi passo
molto del mio tempo. Più che una città è solamente un
paesone, ma del paese non ha neanche la laboriosità: è un
paesone di piagnoni e parassiti, arroganti e incapaci, la
dignità là è merce rara, e chi ha capacità e dignità è
sottomesso ai leccaculi che lì imperano. Mai visto un posto
in cui viga minor meritocrazia. E’ veramente la
città del papa, e senza il Nord sarebbe conciata peggio di
Napoli. Purtroppo fino a quando gli italiani crederanno
nella Lupa che lercia e grassa lautamente si pasce in
Vaticano non si riuscirà a riequilibrare le cose e saremo
costretti a sopportare il romaegocentrismo.
Finita la Guerra, sostenuta dagli americani, la chiesa ha
preso possesso tramite la dc dell’Italia e ne ha
scientemente spostato il baricentro politico nella sua
storica sede-fogna: roma appunto. Gli Italiani però
non vogliono capire che come paesone roma non ha niente da
offrire: anzi tutto ciò che va a roma marcisce. Tutto ciò
che ha è solo la velenosa chiesa romana. E’ l’unica
“capitale” al mondo che fu conquistata anziché aver
conquistato. Non ha industrie. Non ha cultura: da buon
paesone parla ancora dialetto. Non riesce neanche nello
sport. Non ha tradizioni gastronomiche, teatrali, musicali
paragonabili a quelle delle altre citta’. . E’ un
peso, ma è la sede della Chiesa Romana, quella a cui gli
americani appaltarono l’Italia, consci di collocare al
potere una poltiglia corrotta e corrompibile, ricattata e
ricattabile che mai avrebbe avuto la capacità di creare
sviluppo. Così adesso ci dobbiamo sorbire e dobbiamo
pagare la romana poltiglia, ci dobbiamo sorbire la retorica
dialettale romana che vorrebbe convincerci che roma sia una
città importante. La verità è che se domani
roma sprofondasse, il Pil italiano si alzerebbe. Questa è
l’infame condizione della cosiddetta “capitale”.
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