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APS
20 aprile 2009 0:00
Memento
IVAN
30 ottobre 2008 0:00
APS!! Ancora in giro! Ciao, bello, come stai?

Approfitto per fare un piccolo copia & incolla...Niente de che, ma mi pareva una buona cosa unire i 2 thread principali del sito sul tema Foibe. Vediamo se porta una ventata nuova.

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LE FOIBE E I CRIMINI CHE LE HANNO PRECEDUTE

Autore: Cronista
Data: 13 Febbraio 2007


Predrag Matvejevic: le foibe e i crimini che le hanno precedute

Il noto scrittore di Mostar, docente all'Università La Sapienza di Roma, interviene sulla questione delle foibe e del giorno del ricordo con un articolo pubblicato sul quotidiano fiumano Novi List.

La condanna di tutti i crimini e il rischio delle strumentalizzazioni.
Ringraziamo Matvejevic per averci reso disponibile il suo testo
Predrag Matvejevic Di Predrag Matvejevic, Novi List, 12 febbraio 2005
(titolo originale "Foibe" su fašisticki izum)

Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Luka Zanoni

Queste righe sono state scritte nel Giorno del ricordo in Italia, 10 febbraio 2005 – quel dispiacere lo condivido con molti cittadini di questo Paese. I crimini delle fosse e quelli che in esse vi sono finiti, ciò che le ha precedute e che le ha seguite, l'ho condannato da tempo - mentre vivevo in Jugoslavia, quando di ciò in Italia si parlava raramente e non abbastanza. Ho scritto pure sui crimini di Goli Otok, di cui sono state vittime molti comunisti, Jugoslavi e Italiani che erano più vicini a Stalin e Togliatti che al "revisionismo" di Tito.

Ho parlato anche della sofferenza degli esiliati italiani dall'Istria e dalla Dalmazia, dopo la Seconda Guerra mondiale – l'ho fatto in Jugoslavia, dove probabilmente era più difficile che in Italia. Non so di preciso quanti scrittori italiani ho presentato, che allora erano costretti ad andare via e quelli che sono rimasti: Marisa Madieri, Anna Maria Mori, Nelida Dilani, Diego Zandel, Claudio Ugussi, Giacomo Scotti, ecc. Non ricordo quanti articoli ho pubblicato sulla stampa delle minoranza italiana, poco conosciuta in Italia, così da poterla appoggiare, desiderando che fosse meno sola e meno esposta – e anche loro mi hanno appoggiato quando decisi di andarmene.

Le fosse, o le foibe come le chiamano gli Italiani, sono un crimine grave, e coloro che lo hanno commesso si meritano la più dura condanna. Ma bisogna dire sin da ora che a quel crimine ne sono preceduti degli altri, forse non minori. Se di ciò si tace, esiste il pericolo che si strumentalizzino e il crimine e la condanna e che vengano manipolati l'uno o l'altro. Ovviamente, nessun crimine può essere ridotto o giustificato con un altro. La terribile verità sulle foibe, su cui il poeta croato Ivan Goran Kovacic ha scritto uno dei poemi più commoventi del movimento antifascista europeo, ha la sua contestualità storica, che non dobbiamo trascurare se davvero desideriamo parlare della verità e se cerchiamo che quella verità confermi e nobiliti i nostri dispiaceri. Perché le falsificazioni e le omissioni umiliano e offendono.

La storia ingloriosa iniziò molto prima, non lontano dai luoghi in cui furono commessi i crimini. Prenderò qualcosa dai documenti che abbiamo a disposizione: il 20 settembre 1920 Mussolini tiene un discorso a Pola (non scelse a caso quella città). Annuncia:

"Per la creazione del nostro sogno mediterraneo, è necessario che l'Adriatico (si intende tutto l'Adriatico, ndr.), che è il nostro golfo, sia in mano nostra; di fronte alla inferiorità della razza barbarica quale è quella slava".

"Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani". - Benito Mussolini, 1920

Il razzismo così entra in scena, seguendo la "pulizia etnica" e il "trasferimento degli abitanti". Le statistiche che abbiamo a disposizione fanno riferimento alla cifra approssimativa di 80.000 esuli Croati e Sloveni durante gli anni venti e trenta. Non sono riuscito a confermare quanti poveri siano stati portati dalla Calabria, e non so da dove altro, per poterli sostituire. Gli Slavi perdono il diritto, che avevano prima in Austria, di potersi avvalere della propria lingua sulla stampa e a scuola, il diritto al predicare in chiesa, e persino l'iscrizione sulla tomba. Le città e i villaggi cambiano nome. I cittadini e le famiglie pure. Lo Stato italiano estesosi dopo il 1918 non tenne in considerazione le minoranze e i loro diritti, cercò o di denazionalizzarli totalmente o di cacciarli.

Proprio in questo contesto per la prima volta si sente la minaccia delle foibe. Il ministro fascista dei lavori pubblici Giuseppe Caboldi Gigli, che si attribuì l'appellativo vittorioso di "Giulio Italico", scrive nel 1927: "La musa istriana ha chiamato con il nome di foibe quel luogo degno per la sepoltura di quelli che nella provincia dell'Istria danneggiano le caratteristiche nazionali (italiane) dell'Istria" ("Gerarchia", IX, 1927). Lo zelante ministro aggiungerà a ciò anche dei versi di minacciose poesie, in dialetto: "A Pola xe arena, Foiba xe a Pizin" ("A Pola c'è l'arena, a Pazina le foibe"). Mutuo questo detto da Giacomo Scotti, scrittore italiano di Rijeka.

Le "foibe" sono, quindi, una creazione fascista. Dalla teoria si è passati velocemente alla prassi. Il quotidiano triestino "Il Piccolo" (5.XI.2001) riporta la testimonianza dell'ebreo Raffaello Camerini che era ai lavori forzati in Istria, alla vigilia della capitolazione dell'Italia, nel luglio 1943: la cosa peggiore che gli successe fu prendere gli antifascisti uccisi e buttarli nelle fosse istriane, per poi cospargere i loro corpi con la calce viva. La storia avrebbe poi aggiunto a ciò ulteriori dati.

Uno dei peggiori criminali dei Balcani fu di sicuro il duce ustascia Ante Pavelic. Jasenovac fu un Auschwitz in piccolo, con la differenza che in esso si facevano lavori perlopiù "manualmente", ciò che i nazisti fecero "industrialmente". E le fosse, ovviamente, furono una parte di tale "strategia".

Mi chiedo se anche uno degli scolari italiani in uno dei suoi sussidiari poteva leggere che quello stesso Pavelic con le squadre dei suoi seguaci più criminali per anni godette dell'ospitalità di Mussolini a Lipari, dove ricevette aiuto e istruzioni dai già allenati "squadristi" fascisti.

Quelli che oggi parlano dei programmi scolastici in Italia e sul luogo delle foibe, non dovrebbero trascurare di includere anche questi dati. E anche altro vale la pena di ricordare: il governo di Mussolini aveva annesso la maggior parte della Slovenia insieme con Lubiana, la Dalmazia, il Montenegro, una parte della Bosnia Erzegovina, l'intera Bocca di Cattaro. A quel tempo, tra il 1941 e il 1943, di nuovo, furono cacciati dall'Istria circa 30.000 Slavi – Croati e Sloveni – e fu occupata la regione. Le "camicie nere" fasciste portarono a termine fucilazioni individuali e di massa. Fu falciata un'intera gioventù.

I dati che provengono da fonti jugoslave fanno riferimento a circa 200.000 uccisi, particolarmente sulle coste e sulle isole. In Dalmazia gli occupanti italiani catturarono e fucilarono Rade Koncar, uno dei capi del movimento, il più stretto collaboratore di Tito. In determinate circostanze hanno pure aiutato il capo dei cetnici serbi in Dalmazia, il pope Ðuijic, che incendiò i villaggi croati e sgozzò gli abitanti, vendicandosi con gli ustascia per i massacri che avevano commesso contro i Serbi.

Così da fuori prese impulso pure la guerra civile interna. A ciò occorre aggiungere l'intera catena dei campi di concentramento italiani, i più piccoli e i più grandi, dall'isoletta di Mamula nel profondo sud, davanti a Lopud nelle Elafiti, fino a Pago e Rab nel golfo del Quarnaro. Erano spesso stazioni di transito per la mortale risiera di San Sabba di Trieste, e in alcuni casi anche per Auschwitz o Dachau. I partigiani non furono protetti dalla Convenzione di Ginevra (in nessun luogo al mondo) così che i prigionieri furono subito fucilati come cani. Molti terminarono la guerra con gravi ferite, corporali e morali. Tali erano quelli in grado di commettere crimini come le foibe.

Non c'è nessun dato in nessun archivio, militare o civile, sulla direttiva che sarebbe giunta dall'Alto comando partigiano o da Tito: le unità di cui facevano parte molti di quelli che avevano perso i familiari, i fratelli, gli amici, commisero dei crimini "di propria mano". Purtroppo, il fascismo ha lasciato dietro di sé talmente tanto male che le vendette furono drastiche non solo nei Balcani. Ricordiamoci del Friuli, nella parte confinante con l'Italia, dove non c'erano scontri tra nazionalità: i dati parlano di diecimila uccisi senza tribunale, alla fine della guerra. In Francia ce ne furono oltre 50.000. In Grecia non so quanti.

In Istria e a Kras dalle foibe sono stati esumati fino ad ora 570 corpi (lo storico triestino Galliano Fogar ne riporta persino un numero minore, notando che nelle fosse furono gettati anche alcuni soldati uccisi sui campi di battaglia, non solo Italiani). Oggi possiamo sentire la propaganda che su svariati media italiani fa riferimento a "decine di migliaia di infoibati". Secondo lo storico italiano Diego de Castro nella regione furono uccisi circa 6.000 Italiani. Non serve aumentare o licitare quel tragico numero, come in questo momento sembrano fare i giornali italiani, con 30.000 o 50.000 uccisi. Bisogna rispettare le vittime, non gettare sulle loro ossa altri morti, come hanno fatto gli "infoibatori".

Per ciò che riguarda invece i luoghi che tutti questi dati occupano nell'immaginario, non mi sembra che sia benvenuta la propaganda che come tale è diffusa dal film "Il cuore nel pozzo", che in questi giorni è stato visto in televisione da circa 10 milioni di Italiani, pubblicizzato in un modo incredibilmente aggressivo. Nessuna testimonianza storica parla di una madre che i partigiani portano via dal figlio e poi la buttano nelle foibe! Questa è un'invenzione tendenziosa dello sceneggiatore. Il cinema italiano ha una eccellente tradizione nel neorealismo, una delle più significative di tutta la moderna cinematografia - non gli servono dei modelli simili al "realismo sociale", dei film sovietici girati negli anni sessanta del secolo scorso. E nei preparativi, che in questi giorni sono stati organizzati, o nelle trasmissioni tv più guardate, sarebbe stato meglio se ci fosse stato qualche ministro che avesse, rispetto al fascismo, un diverso passato piuttosto che quelli che abbiamo visto in scena. Ciò sarebbe servito da modello e autenticità alle testimonianze.

La Jugoslavia non esiste più. Croati, serbi, sloveni e gli altri nazionalisti si compiacciono quando la destra italiana gli offre nuovi argomenti per accusare lo Stato che essi stessi hanno lacerato. (Ricordiamoci che il film è stato girato in Montenegro, nella Bocca di Cattaro, con un attore serbo che interpreta il ruolo del partigiano sloveno…) Così di nuovo si feriscono i popoli le cui cicatrici ancora non sono state medicate. È questo il modo migliore – in particolare se se allo stesso tempo si nasconde tanto quanto non corrisponde a verità? Perché, non c'è una qualche via migliore? Il dispiacere che condividiamo può essere reso in un modo più degno e nobile, la storia in modo meno mutilato e difettoso? Non è fino a ieri che vicino a Trieste passava la più aperta frontiera tra l'Oriente e l'Occidente, al tempo della guerra fredda e della grande prosperità della città di San Giusto? Gli Italiani e i Croati in Istria, in questi ultimi anni, non hanno forse trovato un linguaggio comune per opporsi al nazionalismo tudjmaniano molto più di quanto non sia stato fatto altrove in Croazia? E alla fine a chi serve questa strumentalizzazione di cui siamo testimoni?

Non siamo ingenui. Si tratta di una mobilitazione eccezionalmente riuscita del berlusconismo nello scontro con l'opposizione, con la sinistra e le sue relazioni col comunismo che, secondo le parole di Berlusconi, ha sempre e solo portato "miseria, morte e terrore", e persino anche quando sacrificò 18 milioni di vittime di Russi nella lotta per la liberazione dell'Europa dal fascismo. Questa campagna meditata è iniziata 5-6 anni fa, al tempo in cui fu pubblicato "Il libro nero sul comunismo", distribuito pubblicamente dal premier ai suoi accoliti. Essa è condotta, pubblicamente e dietro le quinte, abilmente e sistematicamente. Il suo vero scopo non è nemmeno quello di accusare e umiliare gli Slavi, ma danneggiare i propri rivali e diminuire le loro possibilità elettorali. Ma gli Slavi – in questo caso perlopiù Croati e Sloveni – ne stanno pagando il conto.

Esiste una sorta di "anticomunismo viscerale" che secondo le parole di un mio amico, il geniale dissidente polacco Adam Michnik, è peggio del peggiore comunismo. Il sottoscritto forse ne sa qualcosa di più: ha perso quasi l'intera famiglia paterna nel gulag di Stalin. Ma per questo non disprezza di meno i fascisti.

APS
30 ottobre 2008 0:00
Up
APS
29 ottobre 2008 0:00
Up
APS
28 ottobre 2008 0:00
Up
APS
26 ottobre 2008 0:00
Up
francesco c.
23 ottobre 2008 0:00
Vedi aps, qualsiasi sforzo noi facciamo per ristabilire la verità storica è tempo perso, perchè queste persone sono nate come i muli, che hanno un solo scopo nella vita, marciare verso una direzione senza sapere perchè lo fanno.
APS
23 ottobre 2008 0:00
Siccome in giro vedo ancora dei comunisti che fanno finta di non sapere, vediamo se questo storico post aiuta la loro memoria
Moon dust
7 settembre 2008 0:00
Molti esuli giuliani ed i loro figli cantano ancora, a distanza di ben dodici lustri dall'esodo, una canzone intitolata "Addio mia bella Istria": un fiore anche per loro, traditi dalla Storia.
guido
4 settembre 2008 0:00
Up
APS
3 settembre 2008 0:00
Up
Guido
21 luglio 2008 0:00
UP and Up
APS
18 luglio 2008 0:00
Alfonso, la capisco benissimo. Però vede, sono passati 60 anni. Io sono il primo a dire che quegli avvenimenti DEVONO essere ricordati. Devono essere ricordati i morti ammazzati da carnefici che erano alleati con Italiani che avevano scordato il concetto di Patria in nome di di una ideologia. Devono essere ricordati gli esuli costretti ad abbandonare le loro case i loro ricordi la loro vita e la loro dignità nel disprezzo di quegli infami già citati. Devono. Però oggi chi abita quelle terre che si stanno aprendo all'Europa e stanno ridando dignità e riconoscimento agli Italiani, con fatica ma lo stanno facendo, non hanno colpe. Le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, mai. Oggi io frequento quelle terre che sento appartenenti alla mia cultura nello stile delle case, nell'archittetonica delle città e dei momumenti e mi fanno sentire a casa. Ed il solo fatto che si parla un'altra lingua e c'è un confine da passare (quello con la slovenia è ormai aperto), non mi fanno cambiare idea, e mi permettono di camminare tra quelle vie con la gioia nel cuore perchè mi sento a casa.
alfonso scala lombardo
30 giugno 2008 0:00
APS, io non riesco a tornare in quelle Terre, ci sono stato da piccolo (Pola) ma non ci ho più messo piede; troppo rancore ancora dentro di me.
alfonso scala lombardo
30 giugno 2008 0:00
E' la grande tragedia della mia vita: io sapevo; io so,da sempre; io non potevo, dodicenne, che trangugiare lacrime amare e solitarie. Ho orrore del grande Tito, quell'assassino considerato patriota, del grande Migliore, quel pavido mai considerato traditore, e lo dico, settantenne, in piena coscienza, senza timori, essendo mio il famoso detto secondo il quale tre sarebbero i potenti: il Papa, il re e il poverello. Ora il re non c'è più, il Papa è vivo e beato, rimane il sottoscritto, che nulla possedendo può, al massimo finire in galera, per dire quel che pensa. Ma il fascismo no, al fascismo dico e dirò ogni giorno: ora e sempre resistenza!
IVAN
29 giugno 2008 0:00
Francesco, come al solito hai capito una cosa tutta solo nella tua testa.
Non mi scomodo neanche a risponderti; vedi di farmi la stessa cortesia, grazie.

FRANCESCO
29 giugno 2008 0:00
da: IVAN
Data: 4 Giugno 2008

Ai partecipanti di questo forum.
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Con rispetto per le buone intenzioni, questi 'aggiornamenti' stanno perdendo un pochino di significato.
Vorrei che qualcuno mi spiegasse:

PERCHÉ OGGI LE FOIBE DOVREBBERO ANCORA INTERESSARE A QUALCUNO?

No, non è una domanda polemica; infatti potrei già dare molte risposte io stesso. Ma preferisco lasciare che siate voi a portare nuova linfa; io ho solo offerto l'innesco.
Ciao a tutti.
Ivan

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Se per 60 anni si sarebbe parlato di foibe a lavaggio di cervello come l'olocausto, oggi le foibe sarebbero di interesse collettivo, ma visto che la democrazia ha portato la libertà di pensiero, i liberatori hanno pensato di cancellare per ovvi motivi questa pagina sanguinaria della nostra storia.
Purtroppo persone come te che, guardano gli eventi con scarsa obbiettività, al grido di so tutto io, si permettono di scrivere interventi senza senso su questo argomento che parla di milioni di Italiani morti.

Ivan mi dispiace per te, i 60 anni di silenzio sono passati, ora la storia cambia
APS
27 giugno 2008 0:00
Up & Up & Up
guido
25 giugno 2008 0:00
Up and Up
Moon dust
20 giugno 2008 0:00
Un fiore sulla foiba di Beca - Nei pressi di Cosina.
Guido
19 giugno 2008 0:00
Up and Up
Moon dust
9 giugno 2008 0:00
Un fiore sulla foiba di Odolina - Vicino Bacia, sulla strada per Matteria, nel fondo dei Marenzi.
Pelo
9 giugno 2008 0:00
Iper Up!
guido
9 giugno 2008 0:00
Up and Up
guido
9 giugno 2008 0:00
Up and Up
Moon dust
7 giugno 2008 0:00
Un fiore sulla foiba di San Lorenzo di Basovizza.
IVAN
6 giugno 2008 0:00
Grazie, APS. Anche se - come vedi - ci stiamo talmente abituando alla polemica da vederla pure dove non c'è (vabbe', a piccole dosi lo trovo anche divertente).

Hai ragione, in generale “FOIBE” suona come un concetto astratto; non molti sanno spiegare, anche solo sommariamente, l'infamia a cui si riferisce.

La completezza del topic può inoltre aggiungere nuovi dettagli anche per i già “esperti” dell'evento. Io stesso non avevo ancora letto un resoconto così esauriente (complimenti ad Alex).

<< Questi morti sono stati dimenticati per decenni "volontariamente" e chi li ha voluti dimenticare ha una responsabilità storica che secondo me è ancora attuale. >>

Davvero un'ottima osservazione, questa non ha bisogno di commenti.

Più avanti aggiungerò il mio contributo sull'attualità delle Foibe. Per ora vediamo come si sviluppa la cosa. Ciao.

APS
6 giugno 2008 0:00
Ivan, non sei mai polemico non ti preoccupare.
Ti rispondo per quel che mi riguarda. Questo è un forum dove può essere fatta anche semplice informazione. Non è troppo lontano un post di una signora che ringraziava del post perchè conosceva poco dell'argomento. Essendo un forum completamente libero dove si trova anche chi semplicemente bestemmia o si insulta, un forum "storico" è comunque qualcosa "in più". Questo potrebbe essere il primo argomento. Forse potrei aggiungere che questi morti sono stati dimenticati per decenni "volontariamente" e chi li ha voluti dimenticare ha una responsabilità storica che secondo me è ancora attuale, e questo post è un sistema per ripagare la memoria offesa. Ma forse, forse, è solo perchè amo l'Istria e la Dalmazia, ed ogni volta che ci torno mi si stringe il cuore. Resto un sentimentale.
Moon dust
5 giugno 2008 0:00
PERCHE' RISPONDERE AD UNA DOMANDA STUPIDA DI UN "PALLONE GONFIATO"?
IVAN
4 giugno 2008 0:00
Ai partecipanti di questo forum.
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Con rispetto per le buone intenzioni, questi 'aggiornamenti' stanno perdendo un pochino di significato.
Vorrei che qualcuno mi spiegasse:

PERCHÉ OGGI LE FOIBE DOVREBBERO ANCORA INTERESSARE A QUALCUNO?

No, non è una domanda polemica; infatti potrei già dare molte risposte io stesso. Ma preferisco lasciare che siate voi a portare nuova linfa; io ho solo offerto l'innesco.
Ciao a tutti.
Ivan

Commenti
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