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SaNteilBaNDITo
23 ottobre 2014 1:28
PORCO DIO MAIALE MANGIAMERDA CAGA DRITTO IN BOCCA AL PAPPA FRANCY MENTRE SI FA SODOMIZZARE DALLA MADONNA TROIA
SaNteilBaNDITo
10 settembre 2014 3:50
@aandromedaa

scusa ma volevi dire PORCO DDIO giusto? sarà colpa della tastiera, hai provato ad aggiornare i driverS?
lucillafiaccola1796
7 ottobre 2010 19:18
ma perché nicky arivendola se qualcuno se la comprola non è un ossimoro? catto gay!
una volta mi piaceva il nicky poi ando in tv e addio buoni sentimenti!
aandromedaa
6 ottobre 2010 21:42
sempre attuale
orco dio lo dice silvio lo dico anch'io
DE pravato
13 dicembre 2007 0:00
EBBRAVI i neocatecumenali che hanno ilparato a farsi pubblicità incrociata topic x topic ognuno col suo Gesù personale!

(almeno a leggere le parole dell'ottimo Giuseppe così prontamente ringraziato dal nostro Autore!)
Sergio
13 dicembre 2007 0:00
Grazie Giuseppe per il tuo intervento chiaro e preciso.
E' veramente fastidiosa questa diffusa tendenza a non confrontarsi con le idee e le valutazioni altrui anche quando sono precise, rispettose e documentate.
A rispondere a De pravato ormai rinuncio, da lui arrivano solo offese prive di argomentazioni. Ma che tante persone citino brani di testi religiosi o autorevoli dichiarazioni senza neanche preoccuparsi di comprendere quel che citano mi sorprende notevolmente.

Qualcuno ha citato il cardinale Antonelli e direi che questa citazione racchiude il pensiero della Chiesa: contrarietà ma non condanna; invito a superarla ma cautela; inutile ma lecita; comunque ammissibile in determinate circostanze come prevede il Catechismo.

Spero tu abbia ragione quando individui in un desiderio di cambiamento il non volersi misurare con la realtà di una posizione ecclesiastica ancora ambigua, nonostante gli interventi di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

Non sono io che ho detto

"gli Stati hanno a disposizione mezzi piu' efficaci (della pena capitale) per impedire i delitti rendendo colui che ha commesso un'offesa incapace di fare il male senza togliergli definitivamente la possibilita' di riscattarsi",

ma qualcuno cita queste parole di Benedetto XVI per dimostrare il contrario di quel che il Papa afferma.

Il Papa ha affermato che la pena di morte è uno dei mezzi per impedire i delitti, ma oggi gli Stati hanno strumenti più efficaci e quindi possono rinunciare alla pena di morte.
La pena di morte non è quindi necessaria, se si dispone di mezzi efficaci (quindi deve verificarsi questa condizione), ma non è ritenuta immorale. Il Papa non contesta la pena di morte ma la sua efficacia e necessità. Il Papa non fa chiacchere da bar sport; è lecito ritenere che la scelta delle parole sia, quindi, meditata e accurata.
Riuscite a cogliere la differenza tra condanna e inutilità?

Per varie ragioni il potere politico ritiene necessario regolamentare l'aborto, per esempio perché i mezzi repressivi, sempre adottati da tutti gli Stati del mondo, si sono rivelati inefficaci…
La Chiesa parla di mezzi, esattamente come fa il potere politico, però ritiene che l’aborto debba essere considerato immorale (cioè peccato grave contro la legge morale divina) e vorrebbe che si procedesse a eliminare tutte le leggi che lo consentono, mentre la pena di morte è considerata semplicemente inutile.
La risposta a questa contraddizione c’è e ci rimanda, ancora una volta, all’ammissibilità della pena di morte con la distinzione, operata dalla tradizione cattolica, tra uccisione di un innocente e di un colpevole.
Giuseppe
13 dicembre 2007 0:00
Ho pregato il Signore e ho cercato di informarmi. In effetti la posizione della Chiesa è ambigua e andrebbe risolta al più presto come sostiene il bravo Sergio che ci mette cuore e intelligenza.
Curato d'Ars (e altri come lui) cerca ancora di difendere una posizione equivoca forse perché non vorrebbe che la sua Chiesa fosse così, ma c'è modo di riparare con il contributo di tutti gli uomini di buona volontà e del buon Dio che ci vuole maturi, aperti al dialogo, pronti a confessare i nostri peccati e le debolezze.
Questa nostra discussione non sortirà effetti diretti ma il parlare francamente e civilmente fa bene di certo al cuore di chi ama la verità e la giustizia.
Torno al mio Gesù sull'altro forum.
DE pravato
12 dicembre 2007 0:00
naturalmente chi è in mala fede legge solo le parole che possono fargli comodo magari storcendole un poco, aggiungendo qualche interpunzione o qualche preposizione ed interpretando a modo suo qualche verbo!

Se poi viene sgamato... allora si nasconde dietro una "involontaria, insignificante svista..."
Giovanni Paolo II - 12 dicembre 1999
12 dicembre 2007 0:00
12 dicembre 1999
Stasera, al Colosseo, si terrà una manifestazione che si inserisce nella campagna mondiale in favore di una moratoria della pena di morte. Il Grande Giubileo è un'occasione privilegiata per promuovere nel mondo forme sempre più mature di rispetto della vita e della dignità di ogni persona. Rinnovo, pertanto il mio appello a tutti i responsabili, affinché si giunga ad un consenso internazionale per l'abolizione della pena di morte, dal momento che i casi di assoluta necessità di soppressione del reo sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti.

L'altro intervento citato è del 27 gennaio 1999.

Cosa volete dimostrare con tutte queste citazioni? Nessuno afferma che il papa sostiene la pena di morte ma è un fatto che la considera una cosa non necessaria ma non immorale.
405 COMPENDIO
12 dicembre 2007 0:00
Visto che vi piace tanto citare i testi religiosi, almeno siate corretti nell’uso delle citazioni in modo da non alterarne il senso.
Il punto 405 prosegue affermando le cose che Sergio sta ripetendo sino alla nausea.
La Chiesa sta rivedendo la propria posizione sulla pena di morte trascinata dalla società civile, dal mondo laico, ma non ha ancora espresso una condanna morale della pena di morte.
Afferma semplicemente che uno stato evoluto può farne a meno ma quando questo è l’unico mezzo… allora la pena di morte è lecita.
Esprime preferenze per altro genere di pene ma non condanne.
Parla ancora di casi di assoluta necessità di sopprimere il reo... rari per fortuna, forse inesistenti... ma sempre in relazione ai mezzi di cui si dispone... quindi la NECESSITA' rimane!!!
Strana poi la pretesa di voler insegnare la via morale per promulgare le leggi in tante materie mentre sulla pena di morte si limita a registrare la crescente sensibilità morale dell’opinione pubblica.

“405 La Chiesa vede come un segno di speranza « la sempre più diffusa avversione dell'opinione pubblica alla pena di morte anche solo come strumento di “legittima difesa” sociale, in considerazione delle possibilità di cui dispone una moderna società di reprimere efficacemente il crimine in modi che, mentre rendono inoffensivo colui che l'ha commesso, non gli tolgono definitivamente la possibilità di redimersi ».833 Seppure l'insegnamento tradizionale della Chiesa non escluda — supposto il pieno accertamento dell'identità e della responsabilità del colpevole — la pena di morte « quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani »,834 i metodi non cruenti di repressione e di punizione sono preferibili in quanto « meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e più conformi alla dignità della persona umana ».835 Il crescente numero di Paesi che adottano provvedimenti per abolire la pena di morte o per sospenderne l'applicazione è anche una prova del fatto che i casi in cui è assolutamente necessario sopprimere il reo « sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti ».836 La crescente avversione dell'opinione pubblica alla pena di morte e i vari provvedimenti in vista della sua abolizione, ovvero della sospensione della sua applicazione, costituiscono visibili manifestazioni di una maggiore sensibilità morale.
NOTE
883 Cfr. Paolo VI, Discorso alle Nazioni Unite (4 ottobre 1965), 2: AAS 57 (1965) 879-880.
884Cfr. Pio XII, Lett. enc. Summi Pontificatus: AAS 31 (1939) 438-439.
885 Cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 292; Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 52: AAS 83 (1991) 857-858.
886 Cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 284."
Sergio
12 dicembre 2007 0:00
A Benedetto XVI (o meglio a chi lo cita appropriandosi anche del nome) faccio sommessamente notare che l'affermazione "...mezzi più efficaci per impedire i delitti" vale come conferma della concezione della pena di morte come deterrente.
Benedetto XVI sta affermando semplicemente che ci sono altri mezzi validi, ma non giunge ad affermare la immoralità della pena di morte.
Card. Antonelli
12 dicembre 2007 0:00
8 febbraio 2007, card. Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze:
"L'abolizione della pena di morte e' conforme al Vangelo e la Chiesa lavora con perseveranza in questo senso".
"La Chiesa ritiene che l'uccisione diretta di un innocente sia sempre un delitto. Ma non si sente di dire teoricamente che la pena di morte per gravissimi delitti e in alcune circostanze sia in contraddizione con il Vangelo".
Il riferimento del cardinale e' al Catechismo della Chiesa Cattolica che dieci anni fa lascio' uno spiraglio alla liceita' della condanna capitale nel caso che non vi fosse altro modo per impedire il ripetersi di omicidi, ad esempio se in paese non ci sono carceri.
"E' nella linea del Vangelo - ha ripetuto Antonelli - lavorare perche' non ci sia la pena di morte, ma bisogna essere prudenti e non assumere posizioni totalitarie". (Fonti: AGI, 08/02/2007)

Si era concluso da pochi giorni il terzo congresso mondiale di Parigi contro la pena di morte.
Sergio
12 dicembre 2007 0:00
Bene.
Attendo da Benedetto XVI che condanni come "immorale" la pena di morte, come per eutanasia e aborto.
Attendo da Benedetto XVI la revisione del Catechismo per abolire ogni ipotesi di legittimità della pena di morte.
Giuseppe
12 dicembre 2007 0:00
Ha ragione Sergio che vorrebbe coerenza da una Chiesa che talvolta non ne ha. Sulla pena di morte bisogna essere drastici e quel che ci aspetterebbe da chi rappresenta Gesù è una netta presa di posizione sui documenti fondamentali che ne rappresentano il pensiero. Ma credo, come dice il Curato d'Ars, e per la fiducia in Gesù Cristo, che ci si arriverà.
Curato d'Ars
12 dicembre 2007 0:00
Ribadisco: in fondo si tratta solo di cambiare le parole sintonizzandole su un pensiero già bell'e formulato in modo netto e chiarissimo.

Ciò non toglie che questo passo va fatto.
Compendio
12 dicembre 2007 0:00
Il Compendio della dottrina sociale della Chiesa al n. 405 afferma: "La Chiesa vede come un segno di speranza la sempre più diffusa avversione dell'opinione pubblica alla pena di morte, anche solo come strumento di "legittima difesa" sociale, in considerazione delle possibilità di cui dispone una moderna società. di reprimere efficacemente il crimine in modi che, mentre rendono inoffensivo colui che l'ha commesso, non gli tolgono definitivamente la possibilità di redimersi"
Benedetto XVI - 2007
12 dicembre 2007 0:00
Il terzo congresso mondiale contro la pena di morte si e' concluso oggi a Parigi, con messaggi in favore della sua abolizione di diverse personalita', tra cui Papa Benedetto XVI. Il pontefice ha ribadito la sua difesa del ''diritto alla vita'', in un messaggio letto da un sacerdote francese. ''La pena di morte non e' soltanto un attentato alla vita, ma anche un'offesa alla dignita' umana'', aggiunge il testo. Per Benedetto XVI, gli Stati hanno a disposizione mezzi ''piu' efficaci (della pena capitale) per impedire i delitti rendendo colui che ha commesso un'offesa incapace di fare il male senza togliergli definitivamente la possibilita' di riscattarsi''.
Giovanni Paolo II - 1999
12 dicembre 2007 0:00
« La nuova evangelizzazione richiede ai discepoli di Cristo di essere incondizionatamente a favore della vita. La società moderna è in possesso dei mezzi per proteggersi, senza negare ai criminali la possibilità di redimersi. La pena di morte è crudele e non necessaria e questo vale anche per colui che ha fatto molto del male. »
Sergio
11 dicembre 2007 0:00
Caro Curato d’Ars,
mi piacerebbe darti ragione ma temo che la questione sia ben più ampia di quanto ti appare o tu voglia comprendere.

Scrivi “si tratta solo di cambiare le parole sintonizzandole su un pensiero già bell'e formulato in modo netto e chiarissimo”. A mio avviso sbagli e forse non ti sei applicato a sufficienza nella lettura dei recenti insegnamenti della Chiesa Cattolica.
Esiste una gerarchia anche negli interventi ecclesiastici. Non sono sullo stesso piano l’invito a graziare un condannato a morte (o l’invito a riconsiderare la necessità della pena capitale) con quanto espresso con uno dei più alti atti del magistero papale. Questo è quel che ha fatto Giovanni Paolo II con l’enciclica Evangelium Vitae del 1995 nella quale il pontefice esprime la posizione della Chiesa Cattolica su valore e inviolabilità della vita umana. All’interno del mondo cattolico è ancora aperto il dibattito se questa enciclica debba essere assunta come “infallibile”, se debba essere considerata come intervento “ex cathedra”, quindi vincolante per tutta la Chiesa.
In questa enciclica, mentre si afferma l’immoralità dell’omicidio
(“Pertanto, con l'autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ai suoi Successori, in comunione con i Vescovi della Chiesa cattolica, confermo che l'uccisione diretta e volontaria di un essere umano innocente è sempre gravemente immorale. Tale dottrina, fondata in quella legge non scritta che ogni uomo, alla luce della ragione, trova nel proprio cuore (cf. Rm 2, 14-15), è riaffermata dalla Sacra Scrittura, trasmessa dalla Tradizione della Chiesa e insegnata dal Magistero ordinario e universale”)
si ammette e si legittima la pena di morte: “…la misura e la qualità della pena devono essere attentamente valutate e decise, e non devono giungere alla misura estrema della soppressione del reo se non in casi di assoluta necessità, quando cioè la difesa della società non fosse possibile altrimenti. Oggi, però, a seguito dell'organizzazione sempre più adeguata dell'istituzione penale, questi casi sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti.”
La macroscopica differenza tra l’indicazione dottrinale sull’immoralità dell’uccisione diretta e volontaria e l’ammissibilità della pena di morte (ricorrendo anche a inesistenti ipotesi di assoluta necessità) mi lascia supporre che siamo di fronte a un serio problema “politico”. La Chiesa nel rivedere le proprie posizioni etiche (e non è la prima volta che ciò avviene) deve conciliare passato e presente, senza compromettere la propria granitica autorità e credibilità come interprete assoluto della verità.
Questo mi sembra il problema.
La Chiesa non si presenta come struttura storico-sociale, frutto di un’epoca e di una civiltà, che sbaglia come qualsiasi altra organizzazione umana. La Chiesa non si pone in questi termini “storicistici” ma oltre la Storia e la Civiltà, oltre l’orizzonte storico-culturale, come interprete di verità oggettive assolute (e non relative). La Chiesa si pone come interprete assoluta della verità rivelata, depositaria della legge divina, pretende di indicarci quali siano le leggi giuste e quelle ingiuste perché contrarie alla legge etica naturale e divina, il Papa quando si pronuncia ex cathedra è infallibile (e non è chiaro quali siano gli interventi ex cathedra), con queste premesse, che consentono alla Chiesa di fare del “relativismo etico” la principale accusa alla civiltà moderna, come conciliare le nuove istanze etiche con le posizioni del passato senza smentire e sconfessare il magistero della Chiesa medesima?
Di qui l’esigenza di conciliare la condanna precisa e puntuale dell’omicidio con la possibilità di contemplare la pena di morte, limitandosi a raccomandarne l’uso limitato o possibilmente ad abolirla (“In questo orizzonte si colloca anche il problema della pena di morte, su cui si registra, nella Chiesa come nella società civile, una crescente tendenza che ne chiede un'applicazione assai limitata ed anzi una totale abolizione”), senza giungere a una condanna chiara e definitiva, senza giungere a considerare “immorale” la pena di morte (pur essendo immorale l’uccisione diretta e volontaria).
In altre parole, il Papa da un lato ci indica la legge morale naturale da seguire e dall’altro pone la Chiesa al livello della società civile nell’affrontare la questione della pena di morte: la conclusione è che l’aborto è immorale e viola la legge divina, la pena di morte no; l’omicidio, l’uccisione diretta e volontaria, è immorale ma la pena di morte non è considerata un’uccisione diretta e volontaria. Persino l’eutanasia merita una condanna precisa e severa (“…l'eutanasia è una grave violazione della Legge di Dio, in quanto uccisione deliberata moralmente inaccettabile di una persona umana. Tale dottrina è fondata sulla legge naturale e sulla Parola di Dio scritta, è trasmessa dalla Tradizione della Chiesa ed insegnata dal Magistero ordinario e universale”) mentre nessuna condanna è stata espressa nei confronti della pena di morte.
Che tutto questo non sia una strumentale polemica (a quale fine poi?) è dimostrato dal fatto che i sostenitori della pena di morte sbandierano proprio le posizioni della Chiesa Cattolica per affermare che la pena di morte non è una bella cosa ma non è illecita sul piano etico e quindi è giustificabile sul piano giuridico.
Infine, in questi anni si è svolta all’ONU una dura battaglia sulla pena di morte: non mi risulta che la Chiesa sia intervenuta ufficialmente per condannare la pena di morte.
Netta e chiarissima è la posizione della Chiesa su aborto, eutanasia.. ma non sulla pena di morte.
Curato d'Ars
11 dicembre 2007 0:00
Sergio,

secondo lei i buoni cristiani, gli uomini di buona volontà, non hanno fatto e stanno facendo pressione perché il catechismo, e le sue formule, si migliori? La questione è aperta su questo nervo scoperto che tanto la sgomenta (mi chiedo se il suo, in fondo, altro non sia che una "sana" voglia di polemizzare), ma al tempo stesso occorre gioire perché in fondo si tratta solo di cambiare le parole sintonizzandole su un pensiero già bell'e formulato in modo netto e chiarissimo.
Sergio
10 dicembre 2007 0:00
La questione, nel caso, è ed è sempre stata solo la piccola constatazione che per la Chiesa Cattolica la pena di morte continua a essere lecita e legittima sebbene in tante occasioni sia stata dalla Chiesa stessa ritenuta esecrabile.

La questione è che per la Chiesa la pena di morte è ammissibile soprattutto in relazione agli strumenti di cui lo stato dispone: “se i mezzi incruenti sono sufficienti… l’autorità si limiterà a questi mezzi”. Ergo, se i mezzi sono dall’autorità ritenuti insufficienti ecco che la pena di morte diviene legittima.

La constatazione che per la Chiesa la pena di morte sia ancora oggi ammissibile, mi sembra incontestabile. Che poi la Chiesa abbia mitigato la propria posizione sulla pena capitale è altrettanto vero.

Se la Chiesa non fosse più tornata sulla questione pena di morte potremmo considerare la vecchia formulazione del Catechismo una svista su un problema che ormai la cultura moderna ritiene sulla via del superamento; ma poiché la questione è stata di recente oggetto di nuove riflessioni (e la battaglia all’ONU per la moratoria della pena di morte ci dimostra che la questione non è affatto risolta) allora la posizione “possibilista” della Chiesa assume rilevanza e ai miei occhi appare inaccettabile.
Perché invece di sminuire la portata della posizione dottrinale della Chiesa non intervenite presso il vostro parroco, vescovo, cardinale per sollecitare la Chiesa al superamento totale della pena di morte?
Curato d'Ars
10 dicembre 2007 0:00
Caro Sergio,

mi fa piacere che non si stracci le vesti; mi dava quell'impressione ma evidentemente mi ero sbagliato. E sono contento anche della sua contentezza riguardo alla mutata opinione della Chiesa gerarchica sulla pena di morte. Almeno da questo punto di vista la questione mi pare risolta.
Gianni
10 dicembre 2007 0:00
Ci sono delle affermazioni che io non riesco proprio a capire. Per esempio che significato dare alla espressione " legge etica naturale e divina ". Posso comprendere una etica naturale riguardante la condotta umana.
Una legge etica naturale e divina è una assurdità , a meno che non si spacci per legge divina un qualche cosa scritto dall'uomo e che l'uomo stesso affermi sia divino. Rimane sempre la contraddizione di fondo: una legge naturale non può essere divina e viceversa una legge divina non può essere naturale.
Gianni
Sergio
10 dicembre 2007 0:00
Non vedo proprio l’incoerenza, caro Curato d’Ars, e non sono per nulla scandalizzato.
Da cosa trai l’idea che io mi “stracci le vesti” per la mutevolezza della Chiesa è una tua valutazione del tutto gratuita e per nulla pertinente con quel che ho scritto.
Sono ben contento che la Chiesa abbia mutato opinione sulla pena di morte e su tante altre questioni.
Sono ben contento che la Chiesa si stia avviando verso il superamento della pena di morte.
E, anche da questi cambiamenti della Chiesa, traggo delle conclusioni.
La Chiesa è un prodotto della Storia, espressione di epoche e civiltà.
La Chiesa non è l’interprete “assoluta” della legge divina: se fosse così non avrebbe cambiato idea o significa che Dio ha cambiato idea?
L’incoerente non sono io, dunque, ma la Chiesa che ha mutato opinione su rilevanti questioni etiche eppure tuona contro il “relativismo etico”.
La Chiesa non ha pertanto alcun primato etico.
Se la Chiesa è nel “giusto” oggi, non lo era quando condannava Galileo. Ma quando condannava Galileo affermava di essere nel giusto. Se sbagliava ieri, ma pretendeva obbedienza, potrebbe sbagliare anche oggi.
Sono perfettamente d’accordo con te nel considerare la Chiesa “una comunità di esseri umani” e quindi, aggiungo, nessuno può vantare maggiore autorità morale: gli uomini hanno tutti pari dignità.
Curato d'Ars
10 dicembre 2007 0:00
Pena di morte e Chiesa...

Caro Sergio, lei dice: "Se la Chiesa aggiorna e modifica così vistosamente le proprie posizioni su questioni etiche di tale portata come può proporsi come interprete della legge etica naturale e divina? Come può tuonare contro il "relativismo etico"?"

Mi pare abbastanza incoerente.

Perché si scandalizza (proprio lei che è pragmatico e si spaccia per tollerante, evoluto e aperto alle "debolezze" degli altri) se una comunità di esseri umani (e la chiesa, anche quella gerarchica, è tale, che altro?) ha bisogno di "maturare" la parola di Gesù? C'era il tempo dell'occhio per occhio, ricorda?, ed allora era già un bel passo avanti...

Sa, mi vien da sorridere se penso che c'è chi si straccia le vesti per l'immutabilità della Chiesa su certe questioni e chi, come lei, fa altrettanto perché le muta... Boh?
DE pravato
8 dicembre 2007 0:00
che palle!
peggio di Andrea!
Sergio
8 dicembre 2007 0:00
De pravato è proprio un ignorante incapace di leggere. Comunque ha ragione: ha fatto proprio una banale osservazione. Evidentemente è consapevole della sua banalità.

Gli ho già spiegato perché arreca danno al cattolicesimo e mi chiede di spiegarglielo.
Ripetiamoci: De pravato arrechi danno alla Chiesa e al cattolicesimo perché non ne conosci la dottrina e ti permetti di dire agli altri che dicono stronzate senza spiegare il perché.

Ho rivolto un invito ai cattolici, DE pravato, ma non ho affermato che tu sei un cattolico (mentre tu mi hai dato del Testimone di Geova o del Neocatecumenale degenere).
Hai perso un'altra occasione per tacere dimostrando che sei proprio ignorante, incivile e cafone.
DE pravato
8 dicembre 2007 0:00
bravo Toppo! questa battuta dell'acido muriatico sa tanto di anni '60!...
vedo che finalmente anche tu ti stai aggiornando!
Topesio
8 dicembre 2007 0:00
De cerebrato, sciacquati la bocca con l'acido muriatico prima di parlare (a sproposito) del PCI, chiaro?
DE pravato
7 dicembre 2007 0:00
IO, ho avuto la pazienza di leggere tutto l'intervento, perché IO, sono una persona paziente.

Ma non risponderò, perché, l'ho già detto, non amo le querelle inutili, sopratutto con onocefali, prevenuti, indottrinati bendati e simili.

Faccio solo una banale osservazione sul primo periodo dell'ottimo amico Sergio:
"Perché dovrebbero essere i tanti cattolici intelligenti e preparati a spiegarmi che io arreco danno a tutto il mondo cattolico?... Perché non lo fai tu?...

Perché ti ho detto che sono cattolico?.. e tu non lo sei?...

E quando cazzo ti avrei detto che sono cattolico?... Un'altra delle tue 'sviste' involontarie?... o perchè ho il CCC?... ho anche il Corano... che sono anche mussulmano?... no. Io sono una persona di cultura, e tu ti inventi le cose e te le rigiri come ti dice la tua parracchietta (con la "p" minuscola per indicare genericità: Parrocchia Cattolica, Sala del Regno, Sinagoga, Sede del PCI... sono tutte parrocchie con la "p" minuscola... ah!, quando lo vedi, diglielo pure ad Andrea, che nemmeno lui le sa queste sfumature semantiche...)

Scusa sa... me sò stufato, e poi devo rispondere in chat ad una ragazza...
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