Commenti
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SaNteilBaNDITo 23 ottobre 2014 1:28
PORCO DIO MAIALE MANGIAMERDA CAGA DRITTO IN BOCCA AL PAPPA
FRANCY MENTRE SI FA SODOMIZZARE DALLA MADONNA TROIA
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SaNteilBaNDITo 10 settembre 2014 3:50
@aandromedaa
scusa ma volevi dire PORCO DDIO giusto? sarà colpa della
tastiera, hai provato ad aggiornare i driverS?
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lucillafiaccola1796 7 ottobre 2010 19:18
ma perché nicky arivendola se qualcuno se la comprola non
è un ossimoro? catto gay!
una volta mi piaceva il nicky poi ando in tv e addio buoni
sentimenti!
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aandromedaa 6 ottobre 2010 21:42
sempre attuale
orco dio lo dice silvio lo dico anch'io
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DE pravato 13 dicembre 2007 0:00
EBBRAVI i neocatecumenali che hanno ilparato a farsi
pubblicità incrociata topic x topic ognuno col suo Gesù
personale! (almeno a leggere le parole
dell'ottimo Giuseppe così prontamente ringraziato dal
nostro Autore!)
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Sergio 13 dicembre 2007 0:00
Grazie Giuseppe per il tuo intervento chiaro e preciso.
E' veramente fastidiosa questa diffusa tendenza a non
confrontarsi con le idee e le valutazioni altrui anche
quando sono precise, rispettose e documentate. A
rispondere a De pravato ormai rinuncio, da lui arrivano solo
offese prive di argomentazioni. Ma che tante persone citino
brani di testi religiosi o autorevoli dichiarazioni senza
neanche preoccuparsi di comprendere quel che citano mi
sorprende notevolmente. Qualcuno ha citato il
cardinale Antonelli e direi che questa citazione racchiude
il pensiero della Chiesa: contrarietà ma non condanna;
invito a superarla ma cautela; inutile ma lecita; comunque
ammissibile in determinate circostanze come prevede il
Catechismo. Spero tu abbia ragione quando
individui in un desiderio di cambiamento il non volersi
misurare con la realtà di una posizione ecclesiastica
ancora ambigua, nonostante gli interventi di Giovanni Paolo
II e Benedetto XVI. Non sono io che ho detto
"gli Stati hanno a disposizione mezzi piu'
efficaci (della pena capitale) per impedire i delitti
rendendo colui che ha commesso un'offesa incapace di
fare il male senza togliergli definitivamente la
possibilita' di riscattarsi", ma
qualcuno cita queste parole di Benedetto XVI per dimostrare
il contrario di quel che il Papa afferma. Il Papa
ha affermato che la pena di morte è uno dei mezzi per
impedire i delitti, ma oggi gli Stati hanno strumenti più
efficaci e quindi possono rinunciare alla pena di morte.
La pena di morte non è quindi necessaria, se si
dispone di mezzi efficaci (quindi deve verificarsi questa
condizione), ma non è ritenuta immorale. Il Papa non
contesta la pena di morte ma la sua efficacia e necessità.
Il Papa non fa chiacchere da bar sport; è lecito ritenere
che la scelta delle parole sia, quindi, meditata e
accurata. Riuscite a cogliere la differenza tra
condanna e inutilità? Per varie ragioni il
potere politico ritiene necessario regolamentare
l'aborto, per esempio perché i mezzi repressivi, sempre
adottati da tutti gli Stati del mondo, si sono rivelati
inefficaci… La Chiesa parla di mezzi, esattamente
come fa il potere politico, però ritiene che l’aborto
debba essere considerato immorale (cioè peccato grave
contro la legge morale divina) e vorrebbe che si procedesse
a eliminare tutte le leggi che lo consentono, mentre la pena
di morte è considerata semplicemente inutile. La
risposta a questa contraddizione c’è e ci rimanda, ancora
una volta, all’ammissibilità della pena di morte con la
distinzione, operata dalla tradizione cattolica, tra
uccisione di un innocente e di un colpevole.
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Giuseppe 13 dicembre 2007 0:00
Ho pregato il Signore e ho cercato di informarmi. In effetti
la posizione della Chiesa è ambigua e andrebbe risolta al
più presto come sostiene il bravo Sergio che ci mette cuore
e intelligenza. Curato d'Ars (e altri come lui)
cerca ancora di difendere una posizione equivoca forse
perché non vorrebbe che la sua Chiesa fosse così, ma
c'è modo di riparare con il contributo di tutti gli
uomini di buona volontà e del buon Dio che ci vuole maturi,
aperti al dialogo, pronti a confessare i nostri peccati e le
debolezze. Questa nostra discussione non sortirà
effetti diretti ma il parlare francamente e civilmente fa
bene di certo al cuore di chi ama la verità e la
giustizia. Torno al mio Gesù sull'altro forum.
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DE pravato 12 dicembre 2007 0:00
naturalmente chi è in mala fede legge solo le parole che
possono fargli comodo magari storcendole un poco,
aggiungendo qualche interpunzione o qualche preposizione ed
interpretando a modo suo qualche verbo! Se poi
viene sgamato... allora si nasconde dietro una
"involontaria, insignificante svista..."
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Giovanni Paolo II - 12 dicembre 1999 12 dicembre 2007 0:00
12 dicembre 1999 Stasera, al Colosseo, si terrà una
manifestazione che si inserisce nella campagna mondiale in
favore di una moratoria della pena di morte. Il Grande
Giubileo è un'occasione privilegiata per promuovere nel
mondo forme sempre più mature di rispetto della vita e
della dignità di ogni persona. Rinnovo, pertanto il mio
appello a tutti i responsabili, affinché si giunga ad un
consenso internazionale per l'abolizione della pena di
morte, dal momento che i casi di assoluta necessità di
soppressione del reo sono ormai molto rari, se non
addirittura praticamente inesistenti. L'altro
intervento citato è del 27 gennaio 1999. Cosa
volete dimostrare con tutte queste citazioni? Nessuno
afferma che il papa sostiene la pena di morte ma è un fatto
che la considera una cosa non necessaria ma non
immorale.
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405 COMPENDIO 12 dicembre 2007 0:00
Visto che vi piace tanto citare i testi religiosi, almeno
siate corretti nell’uso delle citazioni in modo da non
alterarne il senso. Il punto 405 prosegue affermando
le cose che Sergio sta ripetendo sino alla nausea. La
Chiesa sta rivedendo la propria posizione sulla pena di
morte trascinata dalla società civile, dal mondo laico, ma
non ha ancora espresso una condanna morale della pena di
morte. Afferma semplicemente che uno stato evoluto
può farne a meno ma quando questo è l’unico mezzo…
allora la pena di morte è lecita. Esprime preferenze
per altro genere di pene ma non condanne. Parla ancora
di casi di assoluta necessità di sopprimere il reo... rari
per fortuna, forse inesistenti... ma sempre in relazione ai
mezzi di cui si dispone... quindi la NECESSITA'
rimane!!! Strana poi la pretesa di voler insegnare la
via morale per promulgare le leggi in tante materie mentre
sulla pena di morte si limita a registrare la crescente
sensibilità morale dell’opinione pubblica.
“405 La Chiesa vede come un segno di speranza « la sempre
più diffusa avversione dell'opinione pubblica alla pena
di morte anche solo come strumento di “legittima difesa”
sociale, in considerazione delle possibilità di cui dispone
una moderna società di reprimere efficacemente il crimine
in modi che, mentre rendono inoffensivo colui che l'ha
commesso, non gli tolgono definitivamente la possibilità di
redimersi ».833 Seppure l'insegnamento tradizionale
della Chiesa non escluda — supposto il pieno accertamento
dell'identità e della responsabilità del colpevole —
la pena di morte « quando questa fosse l'unica via
praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore
ingiusto la vita di esseri umani »,834 i metodi non cruenti
di repressione e di punizione sono preferibili in quanto «
meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune
e più conformi alla dignità della persona umana ».835 Il
crescente numero di Paesi che adottano provvedimenti per
abolire la pena di morte o per sospenderne
l'applicazione è anche una prova del fatto che i casi
in cui è assolutamente necessario sopprimere il reo « sono
ormai molto rari, se non addirittura praticamente
inesistenti ».836 La crescente avversione dell'opinione
pubblica alla pena di morte e i vari provvedimenti in vista
della sua abolizione, ovvero della sospensione della sua
applicazione, costituiscono visibili manifestazioni di una
maggiore sensibilità morale. NOTE 883 Cfr. Paolo
VI, Discorso alle Nazioni Unite (4 ottobre 1965), 2: AAS 57
(1965) 879-880. 884Cfr. Pio XII, Lett. enc. Summi
Pontificatus: AAS 31 (1939) 438-439. 885 Cfr. Giovanni
XXIII, Lett. enc. Pacem in terris: AAS 55 (1963) 292;
Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 52: AAS 83
(1991) 857-858. 886 Cfr. Giovanni XXIII, Lett. enc.
Pacem in terris: AAS 55 (1963) 284."
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Sergio 12 dicembre 2007 0:00
A Benedetto XVI (o meglio a chi lo cita appropriandosi anche
del nome) faccio sommessamente notare che l'affermazione
"...mezzi più efficaci per impedire i delitti"
vale come conferma della concezione della pena di morte come
deterrente. Benedetto XVI sta affermando semplicemente
che ci sono altri mezzi validi, ma non giunge ad affermare
la immoralità della pena di morte.
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Card. Antonelli 12 dicembre 2007 0:00
8 febbraio 2007, card. Ennio Antonelli, arcivescovo di
Firenze: "L'abolizione della pena di morte
e' conforme al Vangelo e la Chiesa lavora con
perseveranza in questo senso". "La Chiesa
ritiene che l'uccisione diretta di un innocente sia
sempre un delitto. Ma non si sente di dire teoricamente che
la pena di morte per gravissimi delitti e in alcune
circostanze sia in contraddizione con il Vangelo".
Il riferimento del cardinale e' al Catechismo
della Chiesa Cattolica che dieci anni fa lascio' uno
spiraglio alla liceita' della condanna capitale nel caso
che non vi fosse altro modo per impedire il ripetersi di
omicidi, ad esempio se in paese non ci sono carceri.
"E' nella linea del Vangelo - ha ripetuto Antonelli
- lavorare perche' non ci sia la pena di morte, ma
bisogna essere prudenti e non assumere posizioni
totalitarie". (Fonti: AGI, 08/02/2007) Si
era concluso da pochi giorni il terzo congresso mondiale di
Parigi contro la pena di morte.
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Sergio 12 dicembre 2007 0:00
Bene. Attendo da Benedetto XVI che condanni come
"immorale" la pena di morte, come per eutanasia e
aborto. Attendo da Benedetto XVI la revisione del
Catechismo per abolire ogni ipotesi di legittimità della
pena di morte.
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Giuseppe 12 dicembre 2007 0:00
Ha ragione Sergio che vorrebbe coerenza da una Chiesa che
talvolta non ne ha. Sulla pena di morte bisogna essere
drastici e quel che ci aspetterebbe da chi rappresenta Gesù
è una netta presa di posizione sui documenti fondamentali
che ne rappresentano il pensiero. Ma credo, come dice il
Curato d'Ars, e per la fiducia in Gesù Cristo, che ci
si arriverà.
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Curato d'Ars 12 dicembre 2007 0:00
Ribadisco: in fondo si tratta solo di cambiare le parole
sintonizzandole su un pensiero già bell'e formulato in
modo netto e chiarissimo. Ciò non toglie che
questo passo va fatto.
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Compendio 12 dicembre 2007 0:00
Il Compendio della dottrina sociale della Chiesa al n. 405
afferma: "La Chiesa vede come un segno di speranza la
sempre più diffusa avversione dell'opinione pubblica
alla pena di morte, anche solo come strumento di
"legittima difesa" sociale, in considerazione
delle possibilità di cui dispone una moderna società. di
reprimere efficacemente il crimine in modi che, mentre
rendono inoffensivo colui che l'ha commesso, non gli
tolgono definitivamente la possibilità di redimersi"
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Benedetto XVI - 2007 12 dicembre 2007 0:00
Il terzo congresso mondiale contro la pena di morte si
e' concluso oggi a Parigi, con messaggi in favore della
sua abolizione di diverse personalita', tra cui Papa
Benedetto XVI. Il pontefice ha ribadito la sua difesa del
''diritto alla vita'', in un messaggio letto
da un sacerdote francese. ''La pena di morte non
e' soltanto un attentato alla vita, ma anche
un'offesa alla dignita' umana'', aggiunge il
testo. Per Benedetto XVI, gli Stati hanno a disposizione
mezzi ''piu' efficaci (della pena capitale) per
impedire i delitti rendendo colui che ha commesso
un'offesa incapace di fare il male senza togliergli
definitivamente la possibilita' di
riscattarsi''.
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Giovanni Paolo II - 1999 12 dicembre 2007 0:00
« La nuova evangelizzazione richiede ai discepoli di Cristo
di essere incondizionatamente a favore della vita. La
società moderna è in possesso dei mezzi per proteggersi,
senza negare ai criminali la possibilità di redimersi. La
pena di morte è crudele e non necessaria e questo vale
anche per colui che ha fatto molto del male. »
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Sergio 11 dicembre 2007 0:00
Caro Curato d’Ars, mi piacerebbe darti ragione ma
temo che la questione sia ben più ampia di quanto ti appare
o tu voglia comprendere. Scrivi “si tratta solo
di cambiare le parole sintonizzandole su un pensiero già
bell'e formulato in modo netto e chiarissimo”. A mio
avviso sbagli e forse non ti sei applicato a sufficienza
nella lettura dei recenti insegnamenti della Chiesa
Cattolica. Esiste una gerarchia anche negli interventi
ecclesiastici. Non sono sullo stesso piano l’invito a
graziare un condannato a morte (o l’invito a riconsiderare
la necessità della pena capitale) con quanto espresso con
uno dei più alti atti del magistero papale. Questo è quel
che ha fatto Giovanni Paolo II con l’enciclica Evangelium
Vitae del 1995 nella quale il pontefice esprime la posizione
della Chiesa Cattolica su valore e inviolabilità della vita
umana. All’interno del mondo cattolico è ancora aperto il
dibattito se questa enciclica debba essere assunta come
“infallibile”, se debba essere considerata come
intervento “ex cathedra”, quindi vincolante per tutta la
Chiesa. In questa enciclica, mentre si afferma
l’immoralità dell’omicidio (“Pertanto, con
l'autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ai suoi
Successori, in comunione con i Vescovi della Chiesa
cattolica, confermo che l'uccisione diretta e volontaria
di un essere umano innocente è sempre gravemente immorale.
Tale dottrina, fondata in quella legge non scritta che ogni
uomo, alla luce della ragione, trova nel proprio cuore (cf.
Rm 2, 14-15), è riaffermata dalla Sacra Scrittura,
trasmessa dalla Tradizione della Chiesa e insegnata dal
Magistero ordinario e universale”) si ammette e si
legittima la pena di morte: “…la misura e la qualità
della pena devono essere attentamente valutate e decise, e
non devono giungere alla misura estrema della soppressione
del reo se non in casi di assoluta necessità, quando cioè
la difesa della società non fosse possibile altrimenti.
Oggi, però, a seguito dell'organizzazione sempre più
adeguata dell'istituzione penale, questi casi sono ormai
molto rari, se non addirittura praticamente
inesistenti.” La macroscopica differenza tra
l’indicazione dottrinale sull’immoralità
dell’uccisione diretta e volontaria e l’ammissibilità
della pena di morte (ricorrendo anche a inesistenti ipotesi
di assoluta necessità) mi lascia supporre che siamo di
fronte a un serio problema “politico”. La Chiesa nel
rivedere le proprie posizioni etiche (e non è la prima
volta che ciò avviene) deve conciliare passato e presente,
senza compromettere la propria granitica autorità e
credibilità come interprete assoluto della verità.
Questo mi sembra il problema. La Chiesa non si
presenta come struttura storico-sociale, frutto di
un’epoca e di una civiltà, che sbaglia come qualsiasi
altra organizzazione umana. La Chiesa non si pone in questi
termini “storicistici” ma oltre la Storia e la Civiltà,
oltre l’orizzonte storico-culturale, come interprete di
verità oggettive assolute (e non relative). La Chiesa si
pone come interprete assoluta della verità rivelata,
depositaria della legge divina, pretende di indicarci quali
siano le leggi giuste e quelle ingiuste perché contrarie
alla legge etica naturale e divina, il Papa quando si
pronuncia ex cathedra è infallibile (e non è chiaro quali
siano gli interventi ex cathedra), con queste premesse, che
consentono alla Chiesa di fare del “relativismo etico”
la principale accusa alla civiltà moderna, come conciliare
le nuove istanze etiche con le posizioni del passato senza
smentire e sconfessare il magistero della Chiesa medesima?
Di qui l’esigenza di conciliare la condanna precisa
e puntuale dell’omicidio con la possibilità di
contemplare la pena di morte, limitandosi a raccomandarne
l’uso limitato o possibilmente ad abolirla (“In questo
orizzonte si colloca anche il problema della pena di morte,
su cui si registra, nella Chiesa come nella società civile,
una crescente tendenza che ne chiede un'applicazione
assai limitata ed anzi una totale abolizione”), senza
giungere a una condanna chiara e definitiva, senza giungere
a considerare “immorale” la pena di morte (pur essendo
immorale l’uccisione diretta e volontaria). In altre
parole, il Papa da un lato ci indica la legge morale
naturale da seguire e dall’altro pone la Chiesa al livello
della società civile nell’affrontare la questione della
pena di morte: la conclusione è che l’aborto è immorale
e viola la legge divina, la pena di morte no; l’omicidio,
l’uccisione diretta e volontaria, è immorale ma la pena
di morte non è considerata un’uccisione diretta e
volontaria. Persino l’eutanasia merita una condanna
precisa e severa (“…l'eutanasia è una grave
violazione della Legge di Dio, in quanto uccisione
deliberata moralmente inaccettabile di una persona umana.
Tale dottrina è fondata sulla legge naturale e sulla Parola
di Dio scritta, è trasmessa dalla Tradizione della Chiesa
ed insegnata dal Magistero ordinario e universale”) mentre
nessuna condanna è stata espressa nei confronti della pena
di morte. Che tutto questo non sia una strumentale
polemica (a quale fine poi?) è dimostrato dal fatto che i
sostenitori della pena di morte sbandierano proprio le
posizioni della Chiesa Cattolica per affermare che la pena
di morte non è una bella cosa ma non è illecita sul piano
etico e quindi è giustificabile sul piano giuridico.
Infine, in questi anni si è svolta all’ONU una dura
battaglia sulla pena di morte: non mi risulta che la Chiesa
sia intervenuta ufficialmente per condannare la pena di
morte. Netta e chiarissima è la posizione della Chiesa
su aborto, eutanasia.. ma non sulla pena di morte.
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Curato d'Ars 11 dicembre 2007 0:00
Sergio, secondo lei i buoni cristiani, gli
uomini di buona volontà, non hanno fatto e stanno facendo
pressione perché il catechismo, e le sue formule, si
migliori? La questione è aperta su questo nervo scoperto
che tanto la sgomenta (mi chiedo se il suo, in fondo, altro
non sia che una "sana" voglia di polemizzare), ma
al tempo stesso occorre gioire perché in fondo si tratta
solo di cambiare le parole sintonizzandole su un pensiero
già bell'e formulato in modo netto e chiarissimo.
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Sergio 10 dicembre 2007 0:00
La questione, nel caso, è ed è sempre stata solo la
piccola constatazione che per la Chiesa Cattolica la pena di
morte continua a essere lecita e legittima sebbene in tante
occasioni sia stata dalla Chiesa stessa ritenuta
esecrabile. La questione è che per la Chiesa la
pena di morte è ammissibile soprattutto in relazione agli
strumenti di cui lo stato dispone: “se i mezzi incruenti
sono sufficienti… l’autorità si limiterà a questi
mezzi”. Ergo, se i mezzi sono dall’autorità ritenuti
insufficienti ecco che la pena di morte diviene legittima.
La constatazione che per la Chiesa la pena di
morte sia ancora oggi ammissibile, mi sembra incontestabile.
Che poi la Chiesa abbia mitigato la propria posizione sulla
pena capitale è altrettanto vero. Se la Chiesa
non fosse più tornata sulla questione pena di morte
potremmo considerare la vecchia formulazione del Catechismo
una svista su un problema che ormai la cultura moderna
ritiene sulla via del superamento; ma poiché la questione
è stata di recente oggetto di nuove riflessioni (e la
battaglia all’ONU per la moratoria della pena di morte ci
dimostra che la questione non è affatto risolta) allora la
posizione “possibilista” della Chiesa assume rilevanza e
ai miei occhi appare inaccettabile. Perché invece di
sminuire la portata della posizione dottrinale della Chiesa
non intervenite presso il vostro parroco, vescovo, cardinale
per sollecitare la Chiesa al superamento totale della pena
di morte?
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Curato d'Ars 10 dicembre 2007 0:00
Caro Sergio, mi fa piacere che non si stracci le
vesti; mi dava quell'impressione ma evidentemente mi ero
sbagliato. E sono contento anche della sua contentezza
riguardo alla mutata opinione della Chiesa gerarchica sulla
pena di morte. Almeno da questo punto di vista la questione
mi pare risolta.
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Gianni 10 dicembre 2007 0:00
Ci sono delle affermazioni che io non riesco proprio a
capire. Per esempio che significato dare alla espressione
" legge etica naturale e divina ". Posso
comprendere una etica naturale riguardante la condotta
umana. Una legge etica naturale e divina è una
assurdità , a meno che non si spacci per legge divina un
qualche cosa scritto dall'uomo e che l'uomo stesso
affermi sia divino. Rimane sempre la contraddizione di
fondo: una legge naturale non può essere divina e viceversa
una legge divina non può essere naturale. Gianni
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Sergio 10 dicembre 2007 0:00
Non vedo proprio l’incoerenza, caro Curato d’Ars, e non
sono per nulla scandalizzato. Da cosa trai l’idea
che io mi “stracci le vesti” per la mutevolezza della
Chiesa è una tua valutazione del tutto gratuita e per nulla
pertinente con quel che ho scritto. Sono ben contento
che la Chiesa abbia mutato opinione sulla pena di morte e su
tante altre questioni. Sono ben contento che la Chiesa
si stia avviando verso il superamento della pena di
morte. E, anche da questi cambiamenti della Chiesa,
traggo delle conclusioni. La Chiesa è un prodotto
della Storia, espressione di epoche e civiltà. La
Chiesa non è l’interprete “assoluta” della legge
divina: se fosse così non avrebbe cambiato idea o significa
che Dio ha cambiato idea? L’incoerente non sono io,
dunque, ma la Chiesa che ha mutato opinione su rilevanti
questioni etiche eppure tuona contro il “relativismo
etico”. La Chiesa non ha pertanto alcun primato
etico. Se la Chiesa è nel “giusto” oggi, non lo
era quando condannava Galileo. Ma quando condannava Galileo
affermava di essere nel giusto. Se sbagliava ieri, ma
pretendeva obbedienza, potrebbe sbagliare anche oggi.
Sono perfettamente d’accordo con te nel considerare la
Chiesa “una comunità di esseri umani” e quindi,
aggiungo, nessuno può vantare maggiore autorità morale:
gli uomini hanno tutti pari dignità.
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Curato d'Ars 10 dicembre 2007 0:00
Pena di morte e Chiesa... Caro Sergio, lei dice:
"Se la Chiesa aggiorna e modifica così vistosamente le
proprie posizioni su questioni etiche di tale portata come
può proporsi come interprete della legge etica naturale e
divina? Come può tuonare contro il "relativismo
etico"?" Mi pare abbastanza
incoerente. Perché si scandalizza (proprio lei
che è pragmatico e si spaccia per tollerante, evoluto e
aperto alle "debolezze" degli altri) se una
comunità di esseri umani (e la chiesa, anche quella
gerarchica, è tale, che altro?) ha bisogno di
"maturare" la parola di Gesù? C'era il tempo
dell'occhio per occhio, ricorda?, ed allora era già un
bel passo avanti... Sa, mi vien da sorridere se
penso che c'è chi si straccia le vesti per
l'immutabilità della Chiesa su certe questioni e chi,
come lei, fa altrettanto perché le muta... Boh?
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DE pravato 8 dicembre 2007 0:00
che palle! peggio di Andrea!
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Sergio 8 dicembre 2007 0:00
De pravato è proprio un ignorante incapace di leggere.
Comunque ha ragione: ha fatto proprio una banale
osservazione. Evidentemente è consapevole della sua
banalità. Gli ho già spiegato perché arreca
danno al cattolicesimo e mi chiede di spiegarglielo.
Ripetiamoci: De pravato arrechi danno alla Chiesa e al
cattolicesimo perché non ne conosci la dottrina e ti
permetti di dire agli altri che dicono stronzate senza
spiegare il perché. Ho rivolto un invito ai
cattolici, DE pravato, ma non ho affermato che tu sei un
cattolico (mentre tu mi hai dato del Testimone di Geova o
del Neocatecumenale degenere). Hai perso un'altra
occasione per tacere dimostrando che sei proprio ignorante,
incivile e cafone.
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DE pravato 8 dicembre 2007 0:00
bravo Toppo! questa battuta dell'acido muriatico sa
tanto di anni '60!... vedo che finalmente anche tu
ti stai aggiornando!
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Topesio 8 dicembre 2007 0:00
De cerebrato, sciacquati la bocca con l'acido muriatico
prima di parlare (a sproposito) del PCI, chiaro?
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DE pravato 7 dicembre 2007 0:00
IO, ho avuto la pazienza di leggere tutto l'intervento,
perché IO, sono una persona paziente. Ma non
risponderò, perché, l'ho già detto, non amo le
querelle inutili, sopratutto con onocefali, prevenuti,
indottrinati bendati e simili. Faccio solo una
banale osservazione sul primo periodo dell'ottimo amico
Sergio: "Perché dovrebbero essere i tanti
cattolici intelligenti e preparati a spiegarmi che io arreco
danno a tutto il mondo cattolico?... Perché non lo fai
tu?... Perché ti ho detto che sono cattolico?..
e tu non lo sei?... E quando cazzo ti avrei detto
che sono cattolico?... Un'altra delle tue
'sviste' involontarie?... o perchè ho il CCC?... ho
anche il Corano... che sono anche mussulmano?... no. Io sono
una persona di cultura, e tu ti inventi le cose e te le
rigiri come ti dice la tua parracchietta (con la
"p" minuscola per indicare genericità: Parrocchia
Cattolica, Sala del Regno, Sinagoga, Sede del PCI... sono
tutte parrocchie con la "p" minuscola... ah!,
quando lo vedi, diglielo pure ad Andrea, che nemmeno lui le
sa queste sfumature semantiche...) Scusa sa... me
sò stufato, e poi devo rispondere in chat ad una ragazza...
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