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Silvio Barbaglia
9 agosto 2007 0:00
In risposta al sig. Luigi Tosti
Don Silvio Barbaglia
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Egregio Don Barbaglia,
ho visionato il filmato relativo alla sua conferenza, peraltro solo dopo che mi è stato segnalato un suo commento relativo alla mia pretesa di chiedere al Ministro di Giustizia la rimozione dei crocifissi dalle aule giudiziarie perché discriminatori, cioè lesivi del diritto di eguaglianza senza distinzione di religione. Ho scoperto che a suo giudizio questa mia pretesa -come l’analoga pretesa del cittadino italiano Adel Smith, di fede musulmana- sarebbe addirittura ridicola perché la presenza dei crocifissi nelle aule giudiziarie e, in genere, negli uffici pubblici italiani non sarebbe affatto discriminante, dal momento che il “crocifisso non da fastidio” e la sua presenza “non impone a chi non crede o crede in altra religione di inginocchiarsi o di venerarlo”. Ebbene, le rappresento, Egregio Don Barbaglia, che il Signor Adel Smith, prima di iniziare la sua battaglia legale, ottenne dalla maestra della scuola frequentata dai figli l’autorizzazione ad esporre il versetto 212 della Sura, rivendicando in tal modo la stessa dignità e gli stessi diritti che lo Stato fascista italiano ha accordato ai cattolici attraverso l’esposizione dei crocifissi cattolici nelle scuole pubbliche. Il giorno successivo, tuttavia, il Preside dell’Istituto ordinò l’immediata rimozione del versetto della Sura coranica (scritto in lingua araba e, quindi, incomprensibile ai più) perché offendeva il Suo Crocifisso.

Domande di Luigi Tosti:

E allora Le chiedo:
1) con quale impudenza Lei ha il coraggio di affermare che questi comportamenti fascisti dello Stato italiano, cioè della Colonia del Vaticano, non sarebbero “discriminatori”?
2) Vuole Lei forse sostenere che i crocifissi non danno fastidio a nessuno e non impongono atti di venerazione, mentre i versetti della Sura degli islamici “danno fastidio ai cattolici” e “li costringono ad atti di venerazione”?
3) Mi risponda Don Barbaglia, se ne è capace e se è capace di logica e coerenza.

Risposte e commenti di Silvio Barbaglia
1) Dove io avrei sostenuto nella mia risposta che sono autorizzati o autorizzabili comportamenti fascisti? Non ho mai detto una cosa di questo tipo, non ho mai fatto riferimento all’episodio narrato, quello del Preside della scuola dei figli di Adel Smith esprimendomi in accordo con il Preside di quella scuola, non ho mai affermato che a porre tali comportamenti fascisti fosse lo Stato italiano e non credo possa essere definito “Colonia del Vaticano”. In sintesi, la domanda non riprende nulla di quel che avevo detto e non comprende il mio pensiero. Io sostenevo che la presenza del crocifisso in luoghi pubblici (oltre ad aule di tribunale, scuole, piazze, esterni di chiese, palazzi, stazioni, ecc…) non dovrebbe dare fastidio nella misura in cui esso non richiede alcuna adesione di vita, non obbliga nessuno a guardarlo, non viene mostrato per venerazione o per adorazione, ma indica un punto di riferimento altamente simbolico (tra gli altri, ma certamente uno dei più significativi in assoluto) entro cui è cresciuta la civiltà occidentale, come memoria del dono di una vita per l’umanità. Questo è quello che la comunità umana ha sempre un po’ pensato. Poi sappiamo che variazioni sul tema sono state prodotte e il sig. Adel Smith, si sa, è un esperto del settore.
2) Per la prima parte la risposta è sì per la normalità e la maggioranza delle persone (che ci sia qualcuno a cui non piaccia qualcosa e che vorrebbe abolirla, si sa: dai manifesti pubblicitari al Duomo di Milano, ad es…); sulla seconda parte della domanda, ritrovo che non ha alcun rilievo perché non sono stato coinvolto nella vicenda di quella scuola e neppure posso dire se la Sura degli islamici dia fastidio ai cattolici… bisognerebbe chiederglielo! E se si sentano costretti alla venerazione direi di no, come nessun musulmano si sente costretto alla venerazione del crocifisso.
3) Credo di essere stato capace, certamente secondo la logica che proviene dalla tradizione classica e non quella di certa parte di avvocati che riescono ad occultare il problema sviando l’attenzione da un’altra parte, categoria in cui, mi pare di capire, Lei giudice Tosti non disdegna di collocarsi con grande maestria.

Spieghi a me e a tutti gli altri italiani razzisti per quale motivo SOLO il Crocifisso cattolico è degno di entrare nelle scuole italiane, mentre gli “sporchi” simboli religiosi delle altre “infime” religioni, diverse da quella cattolica, non meritano di entrarvi.
Domande di Luigi Tosti:
1) Vi “danno forse fastidio” i simboli dell’islam?
2) E questa -secondo Lei- non sarebbe “discriminazione”?
3) Forse Lei è per caso uno di quelli che sostiene che gli “sporchi” ebrei e gli “sporchi” negri non debbono entrare nei locali pubblici perché questi sono riservati SOLO alla “superiore” razza bianca ariana? Risponda, Don Barbaglia, e soprattutto dia sfoggio della Sua logica e della Sua coerenza con questa sua risposta.
Risposte e commenti di Silvio Barbaglia
1) Risposta: perché mi da del “loro/essi”? Io e chi? Io e i cattolici, forse? Può essere. Provo a rispondere. Personalmente nessun fastidio, nessun fastidio neppure da parte della Chiesa istituzionale, i documenti ufficiali lo comprovano. Cittadini italiani, qualche fedele o gruppi di fedeli cattolici per vari motivi hanno mostrato insofferenza nei confronti non tanto dei simboli dell’Islam bensì di quello che ha provocato un certo Islam (o sedicente tale) quello violento.
2) Nessuna discriminazione: da parte mia, da parte della Chiesa ufficiale ho già detto che non vi è discriminazione. Da parte di gruppi di italiani (alcuni praticanti e altri no) se reagiscono così è per difendere la propria identità che vedono attaccata. Se la prendono anche con i Testimoni di Geova perché trovano in loro un atteggiamento invadente. Non se la prendono per esempio coi Mormoni, con gli Hare Krisna, ecc… La spiegazione è più sociologica che teologica.
3) No io non sono di quelli che pensano tali cose degli ebrei e dei neri e neppure ho mai avuto complessi di superiorità. Piuttosto Lei non è forse una di quelle persone che senza nulla conoscere spara giudizi a casaccio su gli altri con l’unico scopo di provocare, senza alcun interesse alla ricerca del vero, del giusto e del bene, ma solo attento alla conferma dei propri pallini e interessi anticlericali?

Le rappresento poi che anch’io, come Adel Smith, ho manifestato la mia totale disponibilità a tenere le udienze in presenza del Suo crocifisso, ma ho chiesto di poter esporre la mia menorah ebraica a fianco del simbolo cattolico, rivendicando in tal modo la stessa dignità umana e gli stessi diritti che lo Stato fascista e razzista italiano accordò ai Cattolici. Ebbene, gli augusti Ministri di Giustizia Roberto Castelli e Clemente Mastella mi hanno opposto un rifiuto perché gli sporchi ebrei non meritano di poter esporre il loro infimo simbolo religioso a fianco del crocifisso della “razza superiore”, trattandosi di un vero e proprio sacrilegio.
Domande di Luigi Tosti:
1) E allora Le chiedo, Don Barbaglia, utilizzando le Sue stesse identiche parole ed argomentazioni: ma la menorah ebraica vi da forse così tanto fastidio a Voi Cattolici?
2) Forse la menorah degli ebrei vi impone atti di venerazione o di genuflessione?
3) Avete forse ancora qualcosa contro gli ebrei?
4) Non vi basta di averli perseguitati, massacrati, ghettizzati e discriminati nella vostra storia tutt’altro che commendevole e, anzi, criminale?
5) Risponda, Don Barbaglia a questa domanda: imporre la presenza dei SOLI crocifissi e negare agli ebrei e a tutte le altre religioni lo stesso identico diritto non sarebbe, secondo Lei, discriminatorio ma, anzi, una “tesi ridicola”?
6) Attendo una Sua risposta che dia dimostrazione della sua logica e della sua coerenza: nel frattempo le ricordo che il mio rifiuto di soggiacere a questa criminale discriminazione religiosa da parte degli augusti Ministri della Colonia Vaticana mi è valsa anche la condanna a sette mesi di reclusione ed alla sospensione dalle funzioni e dallo stipendio, in vista della mia definitiva rimozione dalla magistratura.
7) Tutto questo è avvenuto con la compiacente e compiaciuta connivenza ed approvazione del Suo augusto Pontefice, ad avviso del quale “la presenza di Dio deve essere visibile, attraverso i crocifissi, negli uffici pubblici italiani”: e avete anche il coraggio di dipingervi come soggetti che ripudiano la discriminazione e predicano la tolleranza e il rispetto reciproco? Nel vita bisogna razzolare bene, e non soltanto predicare bene.

Risposte e commenti di Silvio Barbaglia
1) Nessun fastidio per i cattolici, anzi in diversi luoghi di incontro e di preghiera è anche un simbolo usato. C’è molta stima presso i cattolici, soprattutto di cultura, della grande e nobile tradizione ebraica. Il cammino che la Chiesa cattolica ha fatto soprattutto dal post-concilio in relazione ai rapporti con l’ebraismo sono straordinari.
2) Di per sé neppure gli ebrei dovrebbero fare atti di venerazione o di genuflessione nei confronti della menorah, e non capisco perché dovrebbe indurre i cattolici a farli. Lo stesso dicasi per tutti i simboli tipici delle liturgie ebraiche.
3) Da un punto di vista religioso e di tradizione religiosa mi pare sia tutto molto chiaro e positivo. Oggi è più facile trovare qualche ebreo che ha qualcosa contro i cristiani e cattolici in specie: forse lei è uno di questi, da come capisco.
4) Di questo, mi pare, che Giovanni Paolo II, con azione unica seguita da nessun altra tradizione religiosa (anche gli ebrei han le loro pecche nella storia…), ha chiesto umilmente perdono per le nefandezze di cui la chiesa cattolica si è macchiata nel tempo proprio nell’anno del giubileo del 2000. Quindi, in risposta, “ci basta e avanza…”
5) Non è discriminatorio per il semplice fatto che il crocifisso in aula di tribunale è simbolo culturale e non religioso/confessionale della tradizione italiana e, ancor prima, europea. Certo proviene da una tradizione credente, quella cristiana. Ma un ebreo non dovrebbe riconoscersi proprio nello stesso “crocifisso” dal momento che presenta esattamente non un “cristiano” ma un ebreo, Yeoshua ben Yoseph? Che problema dovrebbe fare? Quindi nessuna discriminazione ma solo coscienza di una storia, di una tradizione che ha costellato la cultura di simbologie religiose trasformandole in “culturali”, come è il crocifisso nelle aule scolastiche, nei tribunali, ecc… Piuttosto stupisce ancora come in Italia la Bibbia, il più grande codice culturale della storia dell’occidente non sia mai entrato come libro di testo insegnato nelle materie “laiche”. Questo sì è anomalo…
6) Se l’han condannata vorrà dire –salvo ricorso e dimostrazione del contrario- che Lei ha infranto la legge. A volte per un valore superiore si può anche infrangere la legge secondo la dottrina cristiana dell’epikeia, ma solo per un bene superiore, solo se la persona è in grado di sopportare anche le conseguenze della punizione. Il valore etico della coscienza può portare la persona a infrangere la legge. Il mio giudizio sulla sua vicenda sottostà alla domanda: il giudice Tosti ha operato per un valore più alto a difesa di un giusto diritto della collettività oppure per difendere un proprio “pallino” e per giunta segnato da astio e odio sostanzialmente contro la chiesa cattolica producendo intralci di procedure giudiziali nei tribunali già ingolfati di casi assurdi? La mia risposta, per quel che vedo, è più sul secondo fronte. La stessa frase: “il mio rifiuto di soggiacere a questa criminale discriminazione religiosa da parte degli augusti Ministri della Colonia Vaticana” è perseguibile di querela per diffamazione ed è sufficiente questa per dare il quadro della limpidezza dello spirito di profezia che connota l’attività di “martire” del giudice Tosti.
7) Il Sommo Pontefice dice quel che sembra giusto alla tradizione della Chiesa e ha espresso il suo pensiero. Lei attendeva forse che venisse a trovarla come recluso per potergli finalmente sputare in un occhio visto l’amore che esprime nei suoi confronti? Inizi a guardarsi addosso con un po’ di autocritica: ho letto qualche suo scritto ma fa paura! Prima di dire agli altri di predicare bene e razzolare male, ripeto anche per lei: occhio alla trave nell’occhio!

Esposizione di Luigi Tosti
Nella sua conferenza Lei ha anche tacciato come ridicola la tesi secondo cui l’offire in “sacrificio” la vita di un figlio da parte di un padre sia disudecativa: dal momento che io l’ho qualificata in termini ancor più severi -e cioè un atto di criminale assassinio da parte di Dio- mi permetto di interloquire con le seguenti considerazioni. Le rammento che secondo i codici penali di tutti gli Stati esistenti sulla faccia della Terra e secondo le Convenzioni internazionali attualmente in vigore un qualsiasi padre cooperasse per far trucidare il proprio figlio da terzi criminali sarebbe immediatamente sottoposto a processo penale per “concorso in omicidio”. Se questo padre, poi, giustificasse questo suo gesto criminale con la necessità di “salvare terzi colpevoli”, cioè l’Umanità peccatrice, sarebbe sicuramente sottoposto a perizia psichiatrica: solo un pazzo, in effetti, può concepire l’idea che da un “sacrificio umano” -cioè dalla barbara uccisione di un innocente- possa derivare la “salvezza” di terze persone colpevoli e peccatrici. Forse non lo saprà, Don Barbaglia, ma uno dei principi più elementari e fondamentali del diritto è che “la responsabilità è esclusivamente personale”, cioè non è ammessa la possibilità che una persona possa rispondere delle colpe altrui, magari di quelle dei padri. Ebbene, il messaggio che promana dal supposto sacrificio di Gesù Cristo per “salvare” l’umanità (un mito, questo, copiato da altri miti di altre religioni, vedi ad es. Mitra) non solo è altamente immorale e diseducativo, ma anche un messaggio criminale: è infatti incocepibile e inammissibile giustificare che un padre possa cooperare volontariamente per far trucidare un figlio da terzi criminali perché da questo assassinio e da questo dolore possa poi derivare la salvezza dell’umanità. Questo mito del Dio “salvatore” -copiato dal mito di Mitra- ha più di 2000 anni ed è stato concepito da persone che ancora praticavano barbari “sacrifici” umani ed animali: non so se ne rende conto, Don Barbaglia. Il Dio biblico, Don Barbaglia, praticava ancora sacrifici umani ed animali: e non si tratta di allegorie o di metafore, ma di realtà che sono peraltro comuni a pressoché tutte le religioni che sono state concepite dagli uomini in una certa fase della loro evoluzione (anche gli atzechi e gli incas praticavano sacrifici umani). Dal punto di vista antropologico è stata data la giustificazione di questi comportamenti del genere umano: ma abbarbicarsi, oggi, all’assurdo mito del Dio Salvatore (cioè della sublimazione dei sacrifici umani) significa essere completamente al di fuori del tempo e della civiltà e non rendersi conto, peraltro, di una evidenza a dir poco solare: che cioè il supposto sacrificio del Figlio di Dio non ha sortito, per l’Umanità, alcun beneficio. Seguitiamo infatti sempre a morire, ad ammalarci, a soffrire, a patire guerre etc. etc, senza che l’evento “epocale” della crocifissione del Figlio di Dio abbia apportato benefici per l’umanità, al pari dell’identico e ben precedente sacrificio del Dio Mitra.

Risposte e commenti di Silvio Barbaglia
Reagisco solo con due brevi osservazioni.
1) Usare i criteri dei codici penali occidentali per valutare significati religiosi, culturali e teologici della tradizione ebraico-cristiana è, come chiunque potrebbe capire, una forzatura indebita, una violenza preannunciata all’ermeneutica dei testi biblici. Credo non ci sia bisogno di molte spiegazioni per dire quanto è pericoloso esportare una forma mentis, un metodo e sovrapporlo ad un’altra realtà la cui interpretazione ha proprie regole. Se dovessi utilizzare il codice penale per valutare i contenuti dei racconti biblici produrrò uno scempio che viene irriso da chiunque capisce qualcosa di Bibbia; diversamente se dovessi utilizzare il criterio di interpretazione biblica per valutare i reati contemplati dalla logica del codice pensale italiano, i giudici e gli avvocati mi direbbero che sono fuori strada. Da esegeta dico al giudice Tosti che è fuori strada circa la sua interpretazione del sacrificio di Cristo. C’è una letteratura immensa nel settore, se vuole, gli fornisco incitazioni bibliografiche utili.
2) Sul dio Mitra e la derivazione mitologica della figura di Gesù di Nazaret mai esistita: direi che si tratta di una raffica di stupidate sparate in tre righe come un “mitra”. Ci sono dibattiti accademici di due secoli almeno che hanno affrontato la questione: il giudice Tosti, ritenendo Luigi Cascioli un faro della nuova scienza storica, esegetica e papirologica spaccia tali risultati come “oro colato” e acquisizione accademica assodata. L’oro colato del Cascioli mi pare di averlo già vagliato: si tratta di segatura allo stato puro! Il giudice Tosti è bene che ritorni al diritto quando deve parlare di diritto, e quando deve esprimersi su temi di altro tipo studi l’argomento e le motodiche apposite inerenti alla disciplina.

Domande di Luigi Tosti:
Mi sconcerta, poi, sentire dalla sua viva voce l’affermazione che l’offerta del sacrificio della vita di un figlio (Gesù) provenga da parte di Dio, cioè del “Padre”:
1) mi faccia capire, Don Barbaglia, Voi cattolici non vi siete sempre vantati, e tuttora vi vantate, di essere “monoteisti”?
2) Monoteismo -se la matematica e le mie reminiscenze di greco non mi ingannano- significa ipotizzare e credere in un “unico” Dio, e non in più Dei legati da rapporto di parentela. Come è possibile, allora, che Dio- padre sia diverso da Dio-figlio, cioè da Gesù Cristo, senza che ciò travolga l’affermazione che siete “monoteisti”?
3) Se Dio si è riprodotto, generando un Dio-Figlio con una donna appartenente al genere umano, come si può parlare di “monoteismo”?
4) In realtà di miti del genere la storia dell’umanità è zeppa, Don Basrbaglia: e allora mi dovrebbe spiegare perché gli Dei greci e gli altri dei di altre religioni sarebbero “falsi e pagani” e solo il vostro Dio, che genera altri dei-figli, sdovrebbe essere vero e, per di più, meriterebbe di essere considerato -a dispetto della matematica e dell’evidenza- come un Dio singolo. Ma il Dio dell’Antico Testamento, egregio Don Barbaglia, non è forse il Padre di Gesù, cioè quello che ha creato l’universo dal nulla?
5) E se questo Dio biblico deve essere considerato come Dio Uno e Trino, in spregio alla matematica ed al significato delle parole, come giustifica, Don Barbaglia, la criminalità di questo Dio biblico che risulta attestata dalla stessa Bibbia, cioè dal libro scritto (o ispirato) da Dio in persona? Dal momento che Lei si qualifica biblista, presumo che conosca bene la Bibbia. E allora Le chiedo: come può giustificare l’operato del Suo Dio biblico? In realtà il codice penale e le convenzioni internazionali, alle quali hanno aderito i popoli e le Nazioni civili, bollano e condannano inesorabilmente il suo Dio come un vero e proprio criminale assassino, terrorista, razzista, discriminatore, genocida, dispregiatore delle donne e degli omosessuali, intollerante, stupratore, infanticida e a tal punto borioso e criminale da pretendere sacrifici umani ed animali.

Risposte e commenti di Silvio Barbaglia
1) Nessun vanto da parte del credente: bisogna vantarsi? Leggi san Paolo 2Cor 12. Quello dovrebbe essere il vero vanto cristiano. Si legga anche la posizione di Paolo nei confronti dei confratelli giudei in Rm 9-11. Tale è la posizione più prossima e vera al cristianesimo circa la verità di Dio che non sta a noi determinare ma ci giunge in una storia rivelata.
2) La categoria del “monoteismo” è operazione razionale di fenomenologia religiosa, opposta al politeismo. Ma a ben vedere la religione cristiana è “trinitaria” e non strettamente monoteista. Se si usa tale espressione è solo in modo analogico ma non letterale. L’unicità di Dio non esclude la comunione tra le persone: posso dire che una comunità è unita, è unica ed esprimo un insieme mantenendo la caratteristica dell’unicità. L’unicità di Dio è nella Trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Tale è la posizione dogmatica se pure in massima sintesi.
3) Vedi sopra.
4) Il dibattito religioso tra Israele e le altre popolazioni rispetto alle loro divinità va contestualizzato in una riflessione storico-religiosa. Non c’è spazio e tempo per elaborarla. Se la vuole conoscere le indicherò alcuni testi come bibliografia utile per l’approfondimento. Sulla pretesa dell’unicità del Dio cristiano, va detto più precisamente che il cristianesimo insiste sull’unicità del Dio di Gesù Cristo, ovvero grazie alla rivelazione di Gesù si ha accesso ad un’innovata immagine di Dio a partire dall’esperienza ebraica di Dio. Per questo la fede cristiana crede che la salvezza passa attraverso Cristo stesso, salvezza di ogni uomo anche di coloro che non lo conoscono e non sanno. Tale è la posizione della Chiesa, e chiunque è libero di non condividerla, ci mancherebbe, ma questo è quello che crede la Chiesa senza stabilire un toto-Dio per vedere chi vince e chi sia il migliore… come mi pare di capire dalle parole dell’avv. Tosti.
5) Il problema della violenza in Dio o di Dio è stato a lungo studiato e contestualizzato. Va capito nel contesto. Le faccio un esempio: noi stiamo discutendo e viviamo negli stessi anni e in un contesto italiano, con cultura analoga. Eppure le sue idee sono distanti mille miglia dalle mie e mi domando come lei possa pensare in questo modo e probabilmente anche lei si domanderà lo stesso di me. Ebbene provi a pensare la differenza che esiste tra il senso etico della violenza in alcune parti del mondo oggi e quello che noi abbiamo. Oppure il valore del pudore nella nostra cultura o solo cinquant’anni fa. Ancora: il valore dell’opporsi alla pena di morte ed accettare se non appoggiare pratiche abortive, laddove ci sono culture che invertono addirittura i primati di tale modello oggi imperante… Ecc… potremmo continuare a lungo. Quindi chiamare Dio “criminale assassino, terrorista, razzista, discriminatore, genocida, dispregiatore delle donne e degli omosessuali, intollerante, stupratore, infanticida e a tal punto borioso e criminale da pretendere sacrifici umani ed animali” lo può fare solo uno che non gliene frega niente di Dio tout court ed è infastidito da quelli che dicono di crederci. Perché quello stesso Dio è colui che mostra in modo ben più ampio e visibile nella prassi del figlio suo Gesù il volto del perdono, della misericordia, della non violenza… ben lungi dalla violenza che emerge dalle parole del giudice Tosti…

Esposizione di Luigi Tosti

La Bibbia, egregio Don Barbaglia, non è un libretto allegorico, ma la fedele esposizione di quello in cui realmente credevano e praticavano popoli analfabeti vissuti più di 2.500 anni or sono. Queste credenze e questi Dei, giudicati col nostro grado attuale di civiltà, sono inesorabilmente Dei criminali: e allora mi dovrebbe spiegare, visto che la Verità non può mutare nel tempo, come si possa ancor oggi venerare Dei criminali partoriti dalla mente criminale di uomini vissuti tre mila anni or sono.
In attesa di non risposte, la saluto cordialmente.
Luigi Tosti

Risposte e commenti di Silvio Barbaglia
Infatti nessuno venera “Dei criminali” ma il dio della giustizia, di una giustizia ben più radicata ed equa di quella che lei mostra di applicare nei suoi giudizi. Provi a far passare gli episodi di violenza nella Bibbia dove Dio è responsabile e vedrà che per la quasi totalità dei casi vi sta una forma mentis alla base: schierarsi dalla parte del più debole, dalla maledizione di Caino della Genesi a Babilonia la grande dell’Apocalisse. E vedrà che quel tipo di giudizio di condanna da parte di Dio è sempre a difesa di chi non è difeso ma schiacciato dall’arrogante e dal potente su questa terra. Anche nella violenza esiste una logica e una teologia, non bisogna fare di tutt’un erba un fascio.
Avrà ben visto che le risposte sono giunte anche se pur brevemente perché richiederebbero ben altri spazi, ma sono purtroppo sicuro che a Lei non interessano le risposte perché ha già tutte le sue convinzioni che, come si vede, sono solo provocazioni ma non ricerca del vero, sono solo espressione sfinterica di rabbia repressa che Lei nutre dentro. Sono amareggiato se tale rabbia è cresciuta anche a causa di uomini di chiesa ma le assicuro che anche Lei sta dando del suo meglio per innalzare il livello di violenza verbale e “criminale” nel volere denigrare e infamare gratuitamente persone, realtà e comunità con tutto il bene che hanno portato all’intera umanità.
Non si disturbi a scrivermi di nuovo a meno di soddisfare nuovamente la suddetta rabbia, allora sopporterò in silenzio nella speranza di contribuire ad una sua catarsi interiore…

Silvio Barbaglia
passante
6 agosto 2007 0:00
caro omonimo,
non si tratta di un colpo di caldo, quello non lavora neanche quando fa freddo.
Andrea 39 anni
6 agosto 2007 0:00
L'ho contattato personalmente e ho avuto con lui botte e risposte in mail privata ma non c'è nulla da fare le sue convinzioni che non hanno alcun fondamento le vuole portare avanti anche se non hanno alcun valore sotto ogni aspetto.

Ciao.
passante
6 agosto 2007 0:00
in questo periodo posso anche capirlo... una botta di caldo può capitare a tutti... però resta il dubbio che non abbia un cazzo da fare tutto il giorno.
e ci lamentiamo dei tempi della giustizia!
passante
6 agosto 2007 0:00
In effetti questo Tosti e l'allegra( si fa per dire) compagnia "nochiesa" sono proprio patetici.
Vogliono maggiore visibilità, ma non si rendono conto che in tal modo renderebbero più visibile quanto sono ridicoli.

Il forum di discussione di Cascioli non lo caga più nessuno, nonostante tutti i patetici sforzi di risuscitarlo.

Dicono che la chiesa è morta, anche se non lo sa, ma intanto chiedono visibilità per farle chiudere bottega. Non si rendono conto di essere contraddizione?

Per quanto riguarda il bestemmiatore, faccia pure se così si sente meglio, sappia comunque che i suoi "argomenti" non toccano le persone di buon senso.
opi
6 agosto 2007 0:00
CATTOLICI DI MERDA COL VOSTRO DIO DI MERDA E LA MADONNA TROIA E BOCCHINARA. Non avete capito che più vi affannate a censurare e più BESTEMMIEREMO i Cristi e Madonne del cazzo?
io
5 agosto 2007 0:00
poverino questo giudice Tosti!
passante
5 agosto 2007 0:00
ma andate a lavorare!!!

Come direbbe Isaia, andate a sistemare i prodotti negli espositori di qualche supermercato.

Buffoni, ma pensate veramente che con spazi televisivi , la chiesa chiuderebbe bottega?
Siete proprio divertenti!
Bla-bla-bla
5 agosto 2007 0:00
Solo su questo Forum si possono trovare polemiche così ridicole!...
E' vero, in qualche modo ha a che fare con radicali, anarchici, anti-clericali & compagnia bella, ma... almeno un po' di decenza!
Probabilmente è solo un'abile strategia per distrarre la gente dai veri problemi...
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