Commenti
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Gianni 3 marzo 2008 0:00
Sig Vermo Retrivo Il divorzio è stato un progresso nel
convivere, altro che società allo sfascio. Mi sto
domandando che razza di società Lei vorrebbe, nella ipotesi
che fosse possibile realizzarla. Comunque se vota
Ferrara vedrà che si sistema tutto. Gianni
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IVAN 2 marzo 2008 0:00
De pravato, lasciamo stare. Se avessi letto in tempo il tuo
commento per Medico, non avrei neanche cercato di dialogare
con te. Senza offesa.
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Il Vermo 2 marzo 2008 0:00
Per non parlare della strage quotidiana dovuta a matrimoni
(e conseguenti divorzi) fallimentari accuratamente nascosta
(in quanto a statistiche) dai propugnatori di tanto
progresso: ormai si sparano pure tra poliziotti e
carabinieri (moglie e marito)!... Una società allo
sfascio (in Italia e ancor più all'estero) che
vorrebbero farci credere in continuo luminoso
"progresso" (le "magnifiche sorti e
progressive"!...) sciorinando statistiche e giochi di
parole: balle, sempre balle, soltanto balle (come quelle
sulla concorrenza salva-prezzi...), non si scoperchia
impunentemente il vaso di Pandora!... Vermo Retrivo
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Sergio 2 marzo 2008 0:00
De Pravato, il tuo è il solito ritornello. Il
furto, la rapina, l'omicidio... sono sempre stati
considerati reati e puniti per difendere valori considerati
meritevoli di protezione: la proprietà privata, la vita
umana (dal momento della nascita). Altra storia
per la violenza sessuale fino a ieri non considerata
violenza contro la persona, ma contro la morale
pubblica. Altra storia per il razzismo, infatti
il razzista non si sente un "ingiusto" perché
nella sua cultura c'è una visione particolare dei
rapporti sociali, alimentata da secoli di cultura
assolutista fondata anche su etiche religiose. Secondo
questa visione razzista della vita, esistono popoli
superiori e popoli inferiori nati per essere sottomessi; il
mondo sarà giusto quando ciascuno farà ciò a cui è
votato per natura. Su questa etica si fonda razzismo e
schiavitù. Nessuna civiltà ha nel passato e
nel presente posto la "persona" (il già nato)
sullo stesso livello di tutela del nascituro.
Nessuna civiltà passata e presente ha mai considerato
l'aborto alla stregua di un omicidio. La
vita umana prima della nascita ha altri tipi di tutele, che
possono essere ampliate solo cominciando a dire
concretamente "come". Ci sarà un
motivo? Secondo te basta fare una legge che
punisca l'aborto come un omicidio e poi tutto andrà a
meraviglia? Senza alcuna conseguenza sulla nostra
organizzazione sociale? Prova a riflettere.
Se una donna è in pericolo di vita, autorizziamo
l'aborto? sì o no. Se rispondi sì, ne deriva che
il feto non può avere la tutela dei "già nati";
se rispondi no, ne deriva che condanni forse a morire un
"già nato" per tutelare colui che forse nascerà.
E se una donna non rispetta le prescrizioni
mediche durante la gravidanza e perde il bambino, che
facciamo la puniamo per omicidio colposo? Per
favore, rifletti e dai risposte a questioni concrete invece
di eludere i problemi ponendo a tua volta delle domande che
sono illogiche. Infatti, nessuno propone di legalizzare la
rapina mentre tu proponi di considerare giuridicamente
omicidio ciò che omicidio non è mai stato considerato in
alcuna epoca e civiltà. La differenza sta proprio
qui: se ampliamo l'ambito giuridico dell'omicidio
includendo anche il feto, cosa succede nel nostro
ordinamento e nella nostra organizzazione sociale? Se
anche il feto è "persona", cosa succede nel
nostro ordinamento civile e penale? come cambiano i raporti
sociali, i diritti e i doveri? chi garantirà la tutela del
nascituro? Non dimenticarti che fino a pochi anni fa la
nostra società era dominata da una autorità potestativa e
padronale sui figli: io ti ho fato e io ti distruggo. Ci
sono voluti secoli per limitare la "potestà"
genitoriale sui figli e ancora oggi l'applicazione delle
leggi trova qualche difficoltà (leggi l'articolo che
punisce l'incesto, troverai delle paroline che suonano
strane "pubblico scandalo", per essere punibile
l'incesto deve causare pubblico scandalo, sembra una
bestemmia e in parte lo è). Rifletti, per
favore, perché le conseguenze che deriverebbero dal
trasformare un valore etico in legge dello Stato avrebbe
effetti catastrofici; oppure, spiegate come si possono
evitare questi effetti ai quali ho accennato.
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DE pravato 2 marzo 2008 0:00
Già, IVAN alle cose come dovrebbero essere, perché come
sono lo sappiamo benissimo! Ragazzine di dodici anni
stuprate, sinfadi bruciati nelle loro auto, mamme che
accoltellano le figlie, figli che fanno strage di genitori e
poi pretendono la loro eredità, pizzo ed estorsioni in
tutta Italia... polizziotti che commerciano droga,
commissari straordinari collusi e riveriti... Tutto
bene?... bravi! Facciamo delle leggine che approvino tutto e
risparmiamo almeno gli stipendei dei carabinieri!
Per cortesia, non fatemi incazzare!
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DE pravato 2 marzo 2008 0:00
Stronzo lo dirai a quella zoccola di tua
sorella, Merda! Scusa Gabriellì!... questa volta
ho interpretrato il tuo aulico pensiero!
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Gianni 2 marzo 2008 0:00
Sig. medico complice di omicidio Come vede la risposta
del Sig. DE pravato è molto chiara da come la interpreto
io. Nessuna apertura alla applicazione delle leggi
dello stato ne ad accettare che ci possano essere motivi per
non considerare l'aborto come omicidio ma, in certi
casi, una necessità Questa è la gente che propone di
costruire orfanotrofi per accogliere gli indesiderati!!!!
Quelli autosufficienti, gli altri non si sa cosa ne vogliono
fare. Solo pensare una proposta del genere mi fa
orrore. Che razza di mentalità contorta, con cui ci si deve
confrontare, può avere uno che fa una proposta del
genere. Questa è gente che vuole tornare agli aborti
clandestini, rifiutano ogni forma di progresso che ha
portato a dare una necessaria legalità ad una pratica
clandestina ma praticata da sempre, con tutti i rischi e le
complicazioni. Inutile dare spiegazioni a questa gente,
non sono in grado di capirle e neanche vogliono. Gianni
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IVAN 1 marzo 2008 0:00
Per De pravato ---------------------- Proviamo a
fare un discorso serio, senza gabriellate. Sul
piano etico nulla da obiettare. Ma l'impressione,
correggimi pure, è che tu ti stia riferendo alle cose per
come “dovrebbero essere”, e non per come “sono”.
L'Etica in sé è solo astratta, belle parole e morta
lì. Un Ideale. Per divenire in Essere deve essere
compensata in modo equilibrato da Leggi e Consapevolezza (in
questo caso, intesa come informazione e prevenzione).
Per questo se sostieni un principio etico non puoi
schivare la patata bollente della sua realizzazione PRATICA:
Leggi e Consapevolezza, in pari misura. Sergio e
Medico lo hanno già compreso, ecco perché non si
soffermano a parlare di mera Etica, bensì impostano il tema
sul piano giuridico e preventivo/informativo. Che è
l'unica via di rendere un tema come questo CONCRETO, e
non l'ennesima chiacchierata da forum.
(Qualcosa non ti convince...o magari con altre parole
intendevi la stessa cosa?) Ivan
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DE pravato 1 marzo 2008 0:00
si dottore, glielo posso spiegare come intendo perseguirlo,
l'obiettivo finale. Castrando Gianni e chi come lui
se la cava dicendo "per me l'aborto non è
omicidio" cavandomela a mia volta dicendo: "meglio
prevenire che curare". Come castrare Gianni
e compagni?... Metodo chimico, cauterizzandogli gli
adduttori, tagliandogli i testicoli... per me non fa
differenza, non sono più sadico di loro.
L'importante è che non facciano danni!
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IVAN 1 marzo 2008 0:00
Per Medico: ------------- Ho postato un messaggio
per te in “MORATORIA”. Saluti.
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medico complice di omicidio 29 febbraio 2008 0:00
x de pravato cominciamo ad avere qualche punto in
comune. pienamente d’accordo sulla necessità
di potenziare le strutture che possano offrire alternative
all’aborto. nel mio piccolo, ma poi neanche
tanto visto che sono in prima linea, collaboro con i cav e
altre organizzazioni di sostegno alla maternità, con i
consultori e le scuole, le poche che mi danno spazio, per
diffondere la conoscenza delle metodiche contraccettive.
tento con le mie pazienti di indurre comportamenti
responsabili quando mi rendo conto che una gravidanza
sarebbe accolta con difficoltà (purtropo alcune devono
cascarci per poi correre ai ripari). fin qui mi sembra
che siamo d’accordo, tranne il fatto, ma forse mi sbaglio,
che lei non sembra molto sensibile all’impegno sulla
prevenzione. ben venga quindi ogni sollecitazione per
indurre le autorità politiche e amministrative a destinare
più risorse ai mezzi cui favevo riferimento prima.
siamo anche d’accordo quando lei afferma che la
sfera etica non può essere misurata con gli struemnti di
quella giuridica. benissimo, a parte il riferimento alle
carte bollate che non c’entrano nulla. quando
lei dice che l’aborto deve essere cancellato dalla vita
civile, e come obiettivo siamo ancora d’accordo, non
comprendo se intende dire che non le interessano le leggi e
dobbiamo lottare per affermare l’etica della vita,
prescindendo dalle leggi appunto, o se intende dire che le
leggi non devono contemplare la possibilità di
abortire. se intende questa seconda ipotesi,
abolire le leggi che contemplano l’aborto, finchè
l’etica della vita da entrambi auspicata non sarà
pienamente affermata (e sul quando questo avverrà ciascuno
è libero di fare il pronostico che ritiene più
attendibile) avremo semplicemente il ritorno al passato: per
esperienza le dico che non è una bella prospettiva. in
più, le norme devono essere cambiate perchè l’obbligo
giuridico di portare a termine la gravidanza è stato
ritenuto incostituzionale dalla nostra corte costituzionale.
non possiamo disinteressarci delle norme, neanche in questo
caso. se oltre ad abolire le leggi che
contemplano la possibilità di abortire, intende anche
affermare che l’aborto è un omicidio e che il nascituro
deve avere le stesse tutele riconosciute ai nati, allora le
norme devono essere cambiate e poco importa che per lei
questo sia un discorso inaccettabile: così elude una
questione rilevantissima che poi è il motivo per cui su
questo fronte non si fa un passo avanti. sono innumerevoli i
casi concreti che richiederebbero una profonda modifica
delle nostre norme (se vuole le posso fare alcuni
esempi). quindi, se la battaglia è
esclusivamente etica non abbiamo alcun contrasto, se la
battaglia etica intende per affermarsi giungere alla
modifica delle leggi attuali, allora la domanda “come”
è ineludibile. non ho ancora compreso quale
sia il suo intento, mi è chiaro il suo obiettivo finale ma
non come intende perseguirlo. può rispondere a questo
quesito?
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Gianni 29 febbraio 2008 0:00
Sig DE pravato Lei ha espresso la sua opinione, io la
mia. Per me l'aborto non è un omicidio, in certe
situazioni lo ritengo un atto doveroso. Che io ci sia a
questo mondo o non ci sia non lo rende ne peggiore ne
migliore, sono un nulla come Lei. Sono quelli che non
ragionano con la propria testa e si fanno condizionare da
una etica religiosa che fanno il mondo peggiore. Gianni
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DE pravato 29 febbraio 2008 0:00
Egregio dottore, il signor matematico che ci ha
onorato con le sue puntuali osservazioni statistiche,
direbbe che lei mette in equazione grandezze fra loro
incommensurabili o, per citare la maestra dell’asilo, pesa
le patate insieme ai quaderni… si può fare, ma non ha
senso. La sfera etica non la si può misurare con
lo stesso doppio decimetro della sfera giuridica, e nemmeno
la vita umana con i metri quadrati di cimitero a
disposizione. Tutta qui la differenza fra chi
come me si batte contro l’assassinio e chi si confonde con
le carte bollate! Per cui, vado in nuce e
concludo, non è discorso per me accettabile il suo “Come
cambiare le nostre norme per l’aborto…”.
Nossignore, non lo posso accettare!
L’aborto, come ogni forma volontaria ed arbitraria della
vita umana va abolita dal consesso civile, se civile vuol
essere chiamato, e la collettività tutta, lei, io, lo
stato, i sindacati e chiunque altro le venga in mente, ci
facciamo carico della vita dei figli degli uomini, nella
misura in cui TUTTE le nostre forze ce lo consentono.
Ci servono nuovi orfanotrofi?... costruiamo nuovi
orfanotrofi con le nostre mani e mangiando meno, se occorre,
nuovi biberon, nuovi pannolini?... finché avremo (lei ed
io, dottore, insieme agli altri!) un paio di mutande non
dovremo farne mancare ai figli dell’uomo, e quando avremo
usato anche l’ultima mutanda, ci taglieremo i capelli e
tesseremo pannolini con quelli. Questa è la
sfera etica con cui ci riempiamo la bocca, caro signore,
altro che discettare se siamo “migliori” o
“allineati” o “diversi” da altri paesi… magari
scelti fra quelli che più ci conviene. Si tratta
di scegliere fra essere uomini o bruti, egregio dottore,
altro che chiacchiere e liste elettorali! Mi
scusi lo sfogo, e spero che quel gentiluomo del Gabriellì
non mi denunci perché ho detto mutande… potrebbe
prenderla come allusione offensiva alla sua augusta persona!
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DE pravato 29 febbraio 2008 0:00
Gianni, ammazzare qualcuno non è né pietoso né umano,
anche se riconosco che se lei lo avessero preventivamente
abortito, o lo ammazzassero adesso a ragion veduta il mondo,
nel suo insieme, sarebbe un pochettino migliore.
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matematico 28 febbraio 2008 0:00
Alessandro propone una percentuale ottenuta stabilendo una
relazione matematica tra “nati vivi” e “ivg”.
Giunge a un dato espresso in percentuale che non è presente
nei rilevamenti ufficiali (che utilizzano il rapporto di
abortività, inteso come numero di aborti ogni 1000 nati).
Si tratta di un passaggio dal dato espresso “per mille”
al dato espresso “per cento”, nulla di male (fatta salva
la nota evidenziata nel precedente intervento). Questa
procedura è ritenuta poco valida perché pone in relazione
un evento (l’aborto) con un altro evento (la nascita)
indipendente dal primo, ma entrambi conseguenza di un terzo
evento (la gravidanza). La riduzione dell’incidenza
abortiva rispetto ai nati va interpretata perché l’aborto
incide quasi eclusivamente sulle gravidanze indesiderate: è
una parte di queste che si trasforma in aborti. La
riduzione dell’incidenza abortiva rispetto ai nati
dimostrerebbe l’efficacia della prevenzione: infatti a
fronte di 68000 nati vivi in meno nel 2005 rispetto al 1982
abbiamo una riduzione degli aborti di 102.000 unità.
Va fatta però una considerazione sullo strumento matematico
adottato. La percentuale (per semplicità di
comprensione faccio riferimento al dato per cento e non a
quello per mille) stabilisce solitamente, e così siamo
abituati a percepirla, una relazione tra il “tutto” e
una “parte del tutto” o tra due comportamenti
indipendenti (i consumatori di pollo e quelli di aragosta,
per esempio). Esempio: se compro 20 mele e 3 sono
marce, dirò che il 15% delle mele sono marce. Se pongo una
relazione tra 17 mele sane e 3 marce avrò come risultato
17,65%; l’incidenza delle mele marce è aumentata di 2,65
punti percentuali cioè del 17,67%. Questo è il motivo per
cui è poco utile il dato percentuale se si mette in
relazione un evento (le ivg) con un altro evento (i nati
vivi): si stabilisce una relazione d’incidenza
proporzionale tra una parte (le mele marce, gli aborti) e
un’altra parte (le mele sane, i nati vivi), entrambe
originate da un evento unico (l’acquisto delle mele, la
gravidanza) la cui dimensione quantitativa è ridotta da
comportamenti (ho buttato via le mele marce) che agiscono a
monte della relazione instaurata. Sarebbe più
corretto, se vogliamo esprimere le ivg in termini
d’incidenza proporzionale, rapportare le ivg all’insieme
delle gravidanze. Il tutto (le famose 20 mele,
l’insieme delle gravidanze), che genera più eventi (butto
via alcune mele, aborti, ma anche utilizzo la altre mele,
nati vivi), deve, per rispettare le regole statistiche e la
funzione dello strumento matematico, essere messo in
relazione con un evento a esso relazionato (aborto
volontario, spontaneo, nascite…). Per questo,
la procedura ritenuta più idonea (anche dall’OMS e
sottolineato anche dal nostro Ministero della Salute) a
rappresentare la diffusione dell’aborto volontario è: il
tasso di abortività, cioè il numero di aborti ogni 1000
donne comprese nell’età 15-49, per definizone statistica
l’insieme delle donne in età fertile. Il tasso
di abortività annulla gli effetti d’invecchiamento della
popolazione (in quanto prende in considerazione la
popolazione femminile in età fertile) e consente di
ponderare l’efficacia delle scelte dei soggetti dai quali
origina l’evento gravidanza. Se prendiamo questo
dato verifichiamo che nel periodo 1982 – 2005 il taso di
abortività è passato da 17,2 a 9,6 con una riduzione del
44,19%; il rapporto di abortività è invece passato da
380,2 a 241,8 con una riduzione del 36,41%. Il gap tra
i due dati (44,19 e 36,41) è ragionevole supporre che sia
diretta conseguenza delle scelte effettuate a monte dalle
donne e spiega la riduzione degli aborti in misura
nettamente superiore alla diminuzione delle nascite. Se
poi scorporiamo i dati dell’abortività tra le donne con
cittadinanza non italiana (responsabili del 29,6% delle ivg,
nel 1998 era del 10,1%) è evidente la netta diminuzione del
fenomeno abortivo: il tasso di abortività tra le italiane
scenderebbe a 8 circa. Questo per contribuire
alla chiarezza, ricordando che le statistiche vanno sempre
interpretate e ciò richiede dimestichezza sia con gli
strumenti matematici adottati sia con le metodologie di
rilevamento e comparazione dei dati. Scusate
l’intrusione.
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compagno Joseph 28 febbraio 2008 0:00
AHAHAHAHAHAH!!!!
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medico complice di omicidio 28 febbraio 2008 0:00
x de pravato a mio avviso sbaglia a non
considerare che la sfera etica è cosa diversa da quella
giuridica. le ricordo che i ghetti, le persecuzioni
degli eretici, il razzismo, la schiavitù, ma anche le leggi
che punivano la violenza carnale come reato contro la
moralità pubblica e non contro la persona, rispondevano a
istanze etiche, a un’idea etica della legge, dello stato,
della famiglia, del ruolo della donna. comprendo
la sua contrarietà all’aborto e nessuno è favorevole
all’aborto. il contrasto è tra chi ritiene che
l’aborto si contrasta con la punizione e la repressione e
chi ritiene che l’aborto si contrasta con la
regolamentazione e la prevenzione. la strada
della punizione e repressione l’abbiamo percorsa, senza
esito (e nessun esito hanno gli stati che continuano a
proibire e punire duramente l’aborto). la strada
della regolamentazione anche, con qualche apprezzabile
risultato. sulla prevenzione abbiamo fatto pochi
sforzi. non comprendo perchè nessuno proponga
l’abbinata repressione e prevenzione. non che io la
caldeggi, so bene che la prevenzione non sarebbe in ogni
caso in grado di raggiungere la totalità della platea, e
quindi torneremmo all’aborto clandestino; però non
capisco perchè nei discorsi di voi “irriducibili” la
prevenzione non sia mai presente. chiedo a
lei, ma anche agli altri partecipanti a questa discussione
che espongono tesi simili alla sua, come cambiare le nostre
norme se l’aborto diviene a tutti gli effetti un omicidio,
se le tutele riconosciute ai nati sono estese ai concepiti.
che cosa dovrebbe essere punito. francamente,
l’argomento ha una notevole rilevanza; non trascurate
questo aspetto. vorrei anche comprendere perchè
se tornassimo alla repressione le cose dovrebbero andare
diversamente rispetto al passato e a quanto avviene in altri
paesi dove la repressione è in vigore. la mia
esperienza mi dice che in italia la pena vera consisteva nel
far correre un rischio enorme, sino alla morte, a chi
abortiva clandestinamente.
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Gianni 28 febbraio 2008 0:00
Bravo Sig. DE pravato Vedo che Lei è riuscito a capire
la domanda e ha dato pure la risposta, sta migliorando.
Sono d'accordo bisogna essere meno pietosi e più umani,
è proprio quello che penso io, non far nascere gente per
poi averne pietà. Non sono arbitro di nessuno e
fortunatamente non mi è capitato dover fare una scelta, ma
nel caso non avrei avuto dubbi, sarei diventato un assassino
secondo il punto di vista di Ferrara. Sig.
compagno Joseph Lei è la conferma vivente della teoria
della evoluzione, se i primi ominidi vivevano sugli alberi,
contendendo al ramo scimmiesco della specie i germogli più
succulenti, Lei non è ancora sceso dall'albero.
Gianni
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Gianni 28 febbraio 2008 0:00
Bravo Sig. DE pravato Vedo che Lei è riuscito a capire
la domanda e ha dato pure la risposta, sta migliorando.
Sono d'accordo bisogna essere meno pietosi e più umani,
è proprio quello che penso io, non far nascere gente per
poi averne pietà. Non sono arbitro di nessuno e
fortunatamente non mi è capitato dover fare una scelta, ma
nel caso non avrei avuto dubbi, sarei diventato un assassino
secondo il punto di vista di Ferrara. Sig.
compagno Joseph Lei è la conferma vivente della teoria
della evoluzione, se i primi ominidi vivevano sugli alberi,
contendendo al ramo scimmiesco della specie i germogli più
succulenti, Lei non è ancora sceso dall'albero.
Gianni
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maria 28 febbraio 2008 0:00
chiunque voti per ferrarra e' inspiegabile, come dar
fiducia ad un trasformista in vendita al miglior offerente
pur di esserci?
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Lucio Gherardi 28 febbraio 2008 0:00
Signor Carson, devo dirle che sono piuttosto deluso che lei
abbia visto nel mio commento un tentativo di
'convincerla' a non votare Ferrara, quando invece la
mia richiesta era semplicemente di spiegarne la
motivazione. Motivazione che, spiacente per lei, rimane
inspiegata. Saluti. Lucio Gherardi
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DE pravato 27 febbraio 2008 0:00
Avevo iniziato con un non sa leggere, ed ho terminato con un
complimento, dando per scontato che invece sapesse leggere,
e facesse solo finta, di essere imbecille. Ma
vedo che non ha saputo leggere nemmeno questa volta...,
allora è proprio vero! Aggiungerò anche che
oltre a ciurlar nel manico (cosa adesso evidente!) è anche
un presuntuoso! No. Nessuno di quanti sono contro
l'aborto si chiedono che vita possono fare quegli
sfortunati nostri fratelli più deboli! E sa perché non
se lo chiedono?... perché una risposta non ce
l'hanno! Ma Lei (Esimio sarebbe poco, ora
occorrerebbe dire DIVINO!) invece, non solo se lo è
chiesto, ma ha anche risposto, ed in modo inequivocabile e
definitivo a nome loro, perché loro, naturalmente, glielo
hanno confidato nei suoi incontri mediatici con quei piccoli
corpi in crescita, ed anczi ne avete discorso, avete
valutato, studiato e tutti loro, ed ognuno singolarmente ha
giurato a lei, O DIVINO!...: ""sissignore,
IO voglio essere ammazzato, perché questa vita incompleta,
questa mezza vita, questo terzo di vita che mi aspetterà
non mi andrà bene e non voglio nemmeno provare a viverla,
perché "GIA' SO" che preferisco l'oblio.
"" Vero, signor Gianni?... è Lei
l'arbitro della vita di quelle persone, il loro
confidente, colui che ha raccolto le loro volontà?...
O per caso le rode qualcosa di tipo politico, o
partitico, o ideologico o di elettorale e quei poveri cristi
che vorrebbe spingere noi ad ammazzare non c'entrano in
nient'altro, e non le hanno fatto alcuna
confidenza?... Scusi, giovanotto... di queste
forme di pietà verso i "diversi" ne abbiamo viste
parecchie, nel corso dei secoli, dalle streghe agli indiani,
dai negri agli ebrei... sarebbe ora che cominciassimo ad
essere meno pietosi e più umani!
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compagno Joseph 27 febbraio 2008 0:00
è Gianni che ha fatto la fgura dell'imbecille
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matematico 27 febbraio 2008 0:00
passare dal 26,9% a 19,1% sono 7,8 punti percentuali in meno
e non il 7,8%. la differenza è del 29% in
meno la matematica almeno rispettatela, grazie.
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Gianni 27 febbraio 2008 0:00
Sig. DE pravato, grazie per l'esimio non me lo aveva
detto mai nessuno. Vedo che si è scaldato parecchio
per il mio commento, su un suo intervento dove, con un
ragionamento molto logico, (notare il complimento)arrivava
ad una conclusione molto discutibile (notare la
delicatezza). Non vedo motivo del suo risentimento, ho solo
seguito un suo ragionamento e lo ho applicato anche ad altre
situazioni con un poco di ironia che evidentemente Lei non
ha apprezzato, o non è in grado di capire, ma sinceramente
non me ne frega niente dei suoi limiti. Neanche di fare,come
Lei dice, la figura dell'imbecille perché poi è da
vedere chi la fa veramente. Mi spiace che aveva
iniziato con un esimio e poi termina con imbecille. Non ce
la fa proprio ad essere civile. Nessuno la obbliga a
perdere tempo per rispondere. Ribadisco comunque
quanto scritto in precedenza, nessuno, fra quanti sono
sempre e comunque contro l'aborto, si chiede che vita
possono fare certe creature con gravi lesioni che provoca
loro sofferenze e complicazioni continue, forse l'aborto
è anche una forma di pietà. Fare poi, come intende
Ferrara, una campagna elettorale, mettendo la moratoria
sull'aborto come scopo, mi sembra demenziale.
Gianni
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carson 27 febbraio 2008 0:00
x i miei amici del forum mi è piaciuto fare da
parafulmine per tutte le vostre ingiurie nei miei
confronti,ma a tutto c'è un limite...pertanto mi limito
a rispondere solo a lucio dicendogli che nella mia infinita
ingenuità nessuno di voi mi ha convinto a non votare
ferrara, ad alessandro dico che mi sembra sia sulla strada
giusta, all'avvocato toscano che trasuda bile da tutti i
pori e non riesce a fare a meno di straparlare e di
offendere, dico che mi ha convinto a salutare tutti e a non
intervenire più sul forum. saluti vivissimi
Kit Carson
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Lucio Gherardi 27 febbraio 2008 0:00
Signor Carson, ripropongo alla sua cortese attenzione il mio
intervento confidando in una sua risposta. Senza la quale
dovrò trarre le mie conclusioni personali, come del resto
ognuno degli altri lettori. da: Lucio
Gherardi Data: 23 Febbraio 2008 Signor
Carson, con rispetto, la sua posizione mi lascia alquanto
perplesso. Forse lei confonde il personaggio che
Ferrara recita per copione televisivo, con la persona che lo
interpreta. I cui veri interessi sono di tutt'altra
natura. Senza pregiudizi di sorta, affermerei che il
signor Ferrara Giuliano sia solo uno dei tanti
intrattenitori televisivi, un opinionista a tratti
divertente, ma nel contesto solo un pacioso venditore di se
stesso. O meglio, della sua immagine mediatica. In
quanto tale, attribuirgli una qualsiasi attendibilità
quando parla di posizioni politiche riguardo alla 194 mi
pare una clamorosa ingenuità. È evidente persino ad
un bambino che dell'aborto non gli importa nulla, e ne
fa soltanto un argomento di veicolo della propria propaganda
politica. Voglio ovviamente rifiutarmi di credere che
lei attribuisca una qualsivoglia sincerità alle sue
dissertazioni, eppure lei insiste nel farne riferimento.
Sarebbe bene, riprendendo la sua richiesta di “parlarne
senza preconcetti”, che lei ci chiarisca questo
dubbio. Cordialità Lucio Gherardi
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Sergio 27 febbraio 2008 0:00
Figurarsi, io sono vegetariano rigoroso. Non
ammazzo neanche un pollo; non mangio neanche uova.
Per me sono assassini anche coloro che mangiano carne.
Uccido solo se attaccato o se un essere vivente
invade in modo fastidioso il mio spazio, la mia casa e non
riesco in altro modo che non sia l'eliminazione a
liberarmene. Quel che continua a non essermi
chiaro, De pravato, è come cambierebbe il nostro
ordinamento se da domani l'aborto fosse punito come un
omicidio. Qualcuno mi ragguaglia su questo aspetto?
Per quel che mi riguarda puoi utilizzare tutte
le parolacce che vuoi e puoi definirmi come più ti garba:
prendo in considerazione qualsiasi giudizio, ovviamente con
riserva di autonoma valutazione.
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alessandro 27 febbraio 2008 0:00
leggo dal Resto del carlino che nel 1982 a fronte di 234.593
bambini abortiti ne erano nati vivi 634.794, con una
percentuale di aborti del 26.9% nel 2006, tenuto conto che
il dato è ancora provvisorio, a fronte di 133.033 bambini
mai nati, ne sono nati 560.010. la percentuale di aborti è
stata del 19.1% ovvero il 7.8% in meno rispetto al 1982!
Senza contare che nell’82 non esisteva la pillola del
giorno dopo usata in Italia 350.000 volte all’anno…
dai dati aborti/nati vivi mi sembra che non ci sia tanto da
stare allegri e sollevare il problema come sta facendo
Ferrara penso sia un fatto positivo che può essere
l'inizio di un serio confronto anche in chiave
politica... saluti a tutti
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Sergio 27 febbraio 2008 0:00
Caro APS, i sogni per fortuna non ci sono ancora
proibiti. Avere un sogno può essere
un'ottima bussola per puntare idealmente verso qualcosa
e soprattutto per guidare il proprio comportamento e stile
di vita (è un po' quel che intendo per "cultura
della responsabilità": se ciascuno di noi fosse più
responsabile avremmo certamente meno problemi; se poi
riducessimo tutto il "codice morale" a una sola
regola, non fare agli altri quel che non vorresti fosse
fatto a te, staremmo tutti meglio; non credi?).
Quando ci confrontiamo con gli altri e con i problemi della
realtà materiale non possiamo però restare ancorati ai
nostri sogni e non possiamo pensare che quel che va bene a
ciascuno di noi sia giusto per tutti.
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