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Gianni
3 marzo 2008 0:00
Sig Vermo Retrivo
Il divorzio è stato un progresso nel convivere, altro che società allo sfascio.
Mi sto domandando che razza di società Lei vorrebbe, nella ipotesi che fosse possibile realizzarla.
Comunque se vota Ferrara vedrà che si sistema tutto.
Gianni
IVAN
2 marzo 2008 0:00
De pravato, lasciamo stare. Se avessi letto in tempo il tuo commento per Medico, non avrei neanche cercato di dialogare con te. Senza offesa.

Il Vermo
2 marzo 2008 0:00
Per non parlare della strage quotidiana dovuta a matrimoni (e conseguenti divorzi) fallimentari accuratamente nascosta (in quanto a statistiche) dai propugnatori di tanto progresso: ormai si sparano pure tra poliziotti e carabinieri (moglie e marito)!...
Una società allo sfascio (in Italia e ancor più all'estero) che vorrebbero farci credere in continuo luminoso "progresso" (le "magnifiche sorti e progressive"!...) sciorinando statistiche e giochi di parole: balle, sempre balle, soltanto balle (come quelle sulla concorrenza salva-prezzi...), non si scoperchia impunentemente il vaso di Pandora!...
Vermo Retrivo
Sergio
2 marzo 2008 0:00
De Pravato, il tuo è il solito ritornello.

Il furto, la rapina, l'omicidio... sono sempre stati considerati reati e puniti per difendere valori considerati meritevoli di protezione: la proprietà privata, la vita umana (dal momento della nascita).

Altra storia per la violenza sessuale fino a ieri non considerata violenza contro la persona, ma contro la morale pubblica.

Altra storia per il razzismo, infatti il razzista non si sente un "ingiusto" perché nella sua cultura c'è una visione particolare dei rapporti sociali, alimentata da secoli di cultura assolutista fondata anche su etiche religiose. Secondo questa visione razzista della vita, esistono popoli superiori e popoli inferiori nati per essere sottomessi; il mondo sarà giusto quando ciascuno farà ciò a cui è votato per natura. Su questa etica si fonda razzismo e schiavitù.

Nessuna civiltà ha nel passato e nel presente posto la "persona" (il già nato) sullo stesso livello di tutela del nascituro.

Nessuna civiltà passata e presente ha mai considerato l'aborto alla stregua di un omicidio.

La vita umana prima della nascita ha altri tipi di tutele, che possono essere ampliate solo cominciando a dire concretamente "come".

Ci sarà un motivo?

Secondo te basta fare una legge che punisca l'aborto come un omicidio e poi tutto andrà a meraviglia?
Senza alcuna conseguenza sulla nostra organizzazione sociale?

Prova a riflettere.
Se una donna è in pericolo di vita, autorizziamo l'aborto? sì o no.
Se rispondi sì, ne deriva che il feto non può avere la tutela dei "già nati"; se rispondi no, ne deriva che condanni forse a morire un "già nato" per tutelare colui che forse nascerà.

E se una donna non rispetta le prescrizioni mediche durante la gravidanza e perde il bambino, che facciamo la puniamo per omicidio colposo?

Per favore, rifletti e dai risposte a questioni concrete invece di eludere i problemi ponendo a tua volta delle domande che sono illogiche. Infatti, nessuno propone di legalizzare la rapina mentre tu proponi di considerare giuridicamente omicidio ciò che omicidio non è mai stato considerato in alcuna epoca e civiltà.
La differenza sta proprio qui: se ampliamo l'ambito giuridico dell'omicidio includendo anche il feto, cosa succede nel nostro ordinamento e nella nostra organizzazione sociale?
Se anche il feto è "persona", cosa succede nel nostro ordinamento civile e penale? come cambiano i raporti sociali, i diritti e i doveri? chi garantirà la tutela del nascituro?
Non dimenticarti che fino a pochi anni fa la nostra società era dominata da una autorità potestativa e padronale sui figli: io ti ho fato e io ti distruggo. Ci sono voluti secoli per limitare la "potestà" genitoriale sui figli e ancora oggi l'applicazione delle leggi trova qualche difficoltà (leggi l'articolo che punisce l'incesto, troverai delle paroline che suonano strane "pubblico scandalo", per essere punibile l'incesto deve causare pubblico scandalo, sembra una bestemmia e in parte lo è).

Rifletti, per favore, perché le conseguenze che deriverebbero dal trasformare un valore etico in legge dello Stato avrebbe effetti catastrofici; oppure, spiegate come si possono evitare questi effetti ai quali ho accennato.
DE pravato
2 marzo 2008 0:00
Già, IVAN alle cose come dovrebbero essere, perché come sono lo sappiamo benissimo!
Ragazzine di dodici anni stuprate, sinfadi bruciati nelle loro auto, mamme che accoltellano le figlie, figli che fanno strage di genitori e poi pretendono la loro eredità, pizzo ed estorsioni in tutta Italia... polizziotti che commerciano droga, commissari straordinari collusi e riveriti...
Tutto bene?... bravi! Facciamo delle leggine che approvino tutto e risparmiamo almeno gli stipendei dei carabinieri!

Per cortesia, non fatemi incazzare!
DE pravato
2 marzo 2008 0:00
Stronzo lo dirai a quella zoccola di tua sorella, Merda!

Scusa Gabriellì!... questa volta ho interpretrato il tuo aulico pensiero!
Gianni
2 marzo 2008 0:00
Sig. medico complice di omicidio
Come vede la risposta del Sig. DE pravato è molto chiara da come la interpreto io.
Nessuna apertura alla applicazione delle leggi dello stato ne ad accettare che ci possano essere motivi per non considerare l'aborto come omicidio ma, in certi casi, una necessità
Questa è la gente che propone di costruire orfanotrofi per accogliere gli indesiderati!!!! Quelli autosufficienti, gli altri non si sa cosa ne vogliono fare.
Solo pensare una proposta del genere mi fa orrore. Che razza di mentalità contorta, con cui ci si deve confrontare, può avere uno che fa una proposta del genere.
Questa è gente che vuole tornare agli aborti clandestini, rifiutano ogni forma di progresso che ha portato a dare una necessaria legalità ad una pratica clandestina ma praticata da sempre, con tutti i rischi e le complicazioni.
Inutile dare spiegazioni a questa gente, non sono in grado di capirle e neanche vogliono.
Gianni
IVAN
1 marzo 2008 0:00
Per De pravato
----------------------
Proviamo a fare un discorso serio, senza gabriellate.

Sul piano etico nulla da obiettare. Ma l'impressione, correggimi pure, è che tu ti stia riferendo alle cose per come “dovrebbero essere”, e non per come “sono”.
L'Etica in sé è solo astratta, belle parole e morta lì. Un Ideale.
Per divenire in Essere deve essere compensata in modo equilibrato da Leggi e Consapevolezza (in questo caso, intesa come informazione e prevenzione).

Per questo se sostieni un principio etico non puoi schivare la patata bollente della sua realizzazione PRATICA: Leggi e Consapevolezza, in pari misura.
Sergio e Medico lo hanno già compreso, ecco perché non si soffermano a parlare di mera Etica, bensì impostano il tema sul piano giuridico e preventivo/informativo.
Che è l'unica via di rendere un tema come questo CONCRETO, e non l'ennesima chiacchierata da forum.

(Qualcosa non ti convince...o magari con altre parole intendevi la stessa cosa?)

Ivan

DE pravato
1 marzo 2008 0:00
si dottore, glielo posso spiegare come intendo perseguirlo, l'obiettivo finale.
Castrando Gianni e chi come lui se la cava dicendo "per me l'aborto non è omicidio" cavandomela a mia volta dicendo: "meglio prevenire che curare".

Come castrare Gianni e compagni?...
Metodo chimico, cauterizzandogli gli adduttori, tagliandogli i testicoli... per me non fa differenza, non sono più sadico di loro.

L'importante è che non facciano danni!
IVAN
1 marzo 2008 0:00
Per Medico:
-------------
Ho postato un messaggio per te in “MORATORIA”. Saluti.

medico complice di omicidio
29 febbraio 2008 0:00
x de pravato

cominciamo ad avere qualche punto in comune.

pienamente d’accordo sulla necessità di potenziare le strutture che possano offrire alternative all’aborto.

nel mio piccolo, ma poi neanche tanto visto che sono in prima linea, collaboro con i cav e altre organizzazioni di sostegno alla maternità, con i consultori e le scuole, le poche che mi danno spazio, per diffondere la conoscenza delle metodiche contraccettive.
tento con le mie pazienti di indurre comportamenti responsabili quando mi rendo conto che una gravidanza sarebbe accolta con difficoltà (purtropo alcune devono cascarci per poi correre ai ripari).
fin qui mi sembra che siamo d’accordo, tranne il fatto, ma forse mi sbaglio, che lei non sembra molto sensibile all’impegno sulla prevenzione.
ben venga quindi ogni sollecitazione per indurre le autorità politiche e amministrative a destinare più risorse ai mezzi cui favevo riferimento prima.

siamo anche d’accordo quando lei afferma che la sfera etica non può essere misurata con gli struemnti di quella giuridica. benissimo, a parte il riferimento alle carte bollate che non c’entrano nulla.

quando lei dice che l’aborto deve essere cancellato dalla vita civile, e come obiettivo siamo ancora d’accordo, non comprendo se intende dire che non le interessano le leggi e dobbiamo lottare per affermare l’etica della vita, prescindendo dalle leggi appunto, o se intende dire che le leggi non devono contemplare la possibilità di abortire.

se intende questa seconda ipotesi, abolire le leggi che contemplano l’aborto, finchè l’etica della vita da entrambi auspicata non sarà pienamente affermata (e sul quando questo avverrà ciascuno è libero di fare il pronostico che ritiene più attendibile) avremo semplicemente il ritorno al passato: per esperienza le dico che non è una bella prospettiva.
in più, le norme devono essere cambiate perchè l’obbligo giuridico di portare a termine la gravidanza è stato ritenuto incostituzionale dalla nostra corte costituzionale. non possiamo disinteressarci delle norme, neanche in questo caso.

se oltre ad abolire le leggi che contemplano la possibilità di abortire, intende anche affermare che l’aborto è un omicidio e che il nascituro deve avere le stesse tutele riconosciute ai nati, allora le norme devono essere cambiate e poco importa che per lei questo sia un discorso inaccettabile: così elude una questione rilevantissima che poi è il motivo per cui su questo fronte non si fa un passo avanti. sono innumerevoli i casi concreti che richiederebbero una profonda modifica delle nostre norme (se vuole le posso fare alcuni esempi).

quindi, se la battaglia è esclusivamente etica non abbiamo alcun contrasto, se la battaglia etica intende per affermarsi giungere alla modifica delle leggi attuali, allora la domanda “come” è ineludibile.

non ho ancora compreso quale sia il suo intento, mi è chiaro il suo obiettivo finale ma non come intende perseguirlo.
può rispondere a questo quesito?
Gianni
29 febbraio 2008 0:00
Sig DE pravato
Lei ha espresso la sua opinione, io la mia.
Per me l'aborto non è un omicidio, in certe situazioni lo ritengo un atto doveroso.
Che io ci sia a questo mondo o non ci sia non lo rende ne peggiore ne migliore, sono un nulla come Lei. Sono quelli che non ragionano con la propria testa e si fanno condizionare da una etica religiosa che fanno il mondo peggiore.
Gianni
DE pravato
29 febbraio 2008 0:00
Egregio dottore,

il signor matematico che ci ha onorato con le sue puntuali osservazioni statistiche, direbbe che lei mette in equazione grandezze fra loro incommensurabili o, per citare la maestra dell’asilo, pesa le patate insieme ai quaderni… si può fare, ma non ha senso.

La sfera etica non la si può misurare con lo stesso doppio decimetro della sfera giuridica, e nemmeno la vita umana con i metri quadrati di cimitero a disposizione.

Tutta qui la differenza fra chi come me si batte contro l’assassinio e chi si confonde con le carte bollate!

Per cui, vado in nuce e concludo, non è discorso per me accettabile il suo “Come cambiare le nostre norme per l’aborto…”. Nossignore, non lo posso accettare!

L’aborto, come ogni forma volontaria ed arbitraria della vita umana va abolita dal consesso civile, se civile vuol essere chiamato, e la collettività tutta, lei, io, lo stato, i sindacati e chiunque altro le venga in mente, ci facciamo carico della vita dei figli degli uomini, nella misura in cui TUTTE le nostre forze ce lo consentono.
Ci servono nuovi orfanotrofi?... costruiamo nuovi orfanotrofi con le nostre mani e mangiando meno, se occorre, nuovi biberon, nuovi pannolini?... finché avremo (lei ed io, dottore, insieme agli altri!) un paio di mutande non dovremo farne mancare ai figli dell’uomo, e quando avremo usato anche l’ultima mutanda, ci taglieremo i capelli e tesseremo pannolini con quelli.

Questa è la sfera etica con cui ci riempiamo la bocca, caro signore, altro che discettare se siamo “migliori” o “allineati” o “diversi” da altri paesi… magari scelti fra quelli che più ci conviene.

Si tratta di scegliere fra essere uomini o bruti, egregio dottore, altro che chiacchiere e liste elettorali!

Mi scusi lo sfogo, e spero che quel gentiluomo del Gabriellì non mi denunci perché ho detto mutande… potrebbe prenderla come allusione offensiva alla sua augusta persona!
DE pravato
29 febbraio 2008 0:00
Gianni, ammazzare qualcuno non è né pietoso né umano, anche se riconosco che se lei lo avessero preventivamente abortito, o lo ammazzassero adesso a ragion veduta il mondo, nel suo insieme, sarebbe un pochettino migliore.
matematico
28 febbraio 2008 0:00
Alessandro propone una percentuale ottenuta stabilendo una relazione matematica tra “nati vivi” e “ivg”.
Giunge a un dato espresso in percentuale che non è presente nei rilevamenti ufficiali (che utilizzano il rapporto di abortività, inteso come numero di aborti ogni 1000 nati). Si tratta di un passaggio dal dato espresso “per mille” al dato espresso “per cento”, nulla di male (fatta salva la nota evidenziata nel precedente intervento).
Questa procedura è ritenuta poco valida perché pone in relazione un evento (l’aborto) con un altro evento (la nascita) indipendente dal primo, ma entrambi conseguenza di un terzo evento (la gravidanza).
La riduzione dell’incidenza abortiva rispetto ai nati va interpretata perché l’aborto incide quasi eclusivamente sulle gravidanze indesiderate: è una parte di queste che si trasforma in aborti.
La riduzione dell’incidenza abortiva rispetto ai nati dimostrerebbe l’efficacia della prevenzione: infatti a fronte di 68000 nati vivi in meno nel 2005 rispetto al 1982 abbiamo una riduzione degli aborti di 102.000 unità.
Va fatta però una considerazione sullo strumento matematico adottato.
La percentuale (per semplicità di comprensione faccio riferimento al dato per cento e non a quello per mille) stabilisce solitamente, e così siamo abituati a percepirla, una relazione tra il “tutto” e una “parte del tutto” o tra due comportamenti indipendenti (i consumatori di pollo e quelli di aragosta, per esempio).
Esempio: se compro 20 mele e 3 sono marce, dirò che il 15% delle mele sono marce. Se pongo una relazione tra 17 mele sane e 3 marce avrò come risultato 17,65%; l’incidenza delle mele marce è aumentata di 2,65 punti percentuali cioè del 17,67%. Questo è il motivo per cui è poco utile il dato percentuale se si mette in relazione un evento (le ivg) con un altro evento (i nati vivi): si stabilisce una relazione d’incidenza proporzionale tra una parte (le mele marce, gli aborti) e un’altra parte (le mele sane, i nati vivi), entrambe originate da un evento unico (l’acquisto delle mele, la gravidanza) la cui dimensione quantitativa è ridotta da comportamenti (ho buttato via le mele marce) che agiscono a monte della relazione instaurata.
Sarebbe più corretto, se vogliamo esprimere le ivg in termini d’incidenza proporzionale, rapportare le ivg all’insieme delle gravidanze.
Il tutto (le famose 20 mele, l’insieme delle gravidanze), che genera più eventi (butto via alcune mele, aborti, ma anche utilizzo la altre mele, nati vivi), deve, per rispettare le regole statistiche e la funzione dello strumento matematico, essere messo in relazione con un evento a esso relazionato (aborto volontario, spontaneo, nascite…).

Per questo, la procedura ritenuta più idonea (anche dall’OMS e sottolineato anche dal nostro Ministero della Salute) a rappresentare la diffusione dell’aborto volontario è: il tasso di abortività, cioè il numero di aborti ogni 1000 donne comprese nell’età 15-49, per definizone statistica l’insieme delle donne in età fertile.

Il tasso di abortività annulla gli effetti d’invecchiamento della popolazione (in quanto prende in considerazione la popolazione femminile in età fertile) e consente di ponderare l’efficacia delle scelte dei soggetti dai quali origina l’evento gravidanza.
Se prendiamo questo dato verifichiamo che nel periodo 1982 – 2005 il taso di abortività è passato da 17,2 a 9,6 con una riduzione del 44,19%; il rapporto di abortività è invece passato da 380,2 a 241,8 con una riduzione del 36,41%.
Il gap tra i due dati (44,19 e 36,41) è ragionevole supporre che sia diretta conseguenza delle scelte effettuate a monte dalle donne e spiega la riduzione degli aborti in misura nettamente superiore alla diminuzione delle nascite.
Se poi scorporiamo i dati dell’abortività tra le donne con cittadinanza non italiana (responsabili del 29,6% delle ivg, nel 1998 era del 10,1%) è evidente la netta diminuzione del fenomeno abortivo: il tasso di abortività tra le italiane scenderebbe a 8 circa.

Questo per contribuire alla chiarezza, ricordando che le statistiche vanno sempre interpretate e ciò richiede dimestichezza sia con gli strumenti matematici adottati sia con le metodologie di rilevamento e comparazione dei dati.

Scusate l’intrusione.
compagno Joseph
28 febbraio 2008 0:00
AHAHAHAHAHAH!!!!
medico complice di omicidio
28 febbraio 2008 0:00
x de pravato

a mio avviso sbaglia a non considerare che la sfera etica è cosa diversa da quella giuridica.
le ricordo che i ghetti, le persecuzioni degli eretici, il razzismo, la schiavitù, ma anche le leggi che punivano la violenza carnale come reato contro la moralità pubblica e non contro la persona, rispondevano a istanze etiche, a un’idea etica della legge, dello stato, della famiglia, del ruolo della donna.

comprendo la sua contrarietà all’aborto e nessuno è favorevole all’aborto.
il contrasto è tra chi ritiene che l’aborto si contrasta con la punizione e la repressione e chi ritiene che l’aborto si contrasta con la regolamentazione e la prevenzione.

la strada della punizione e repressione l’abbiamo percorsa, senza esito (e nessun esito hanno gli stati che continuano a proibire e punire duramente l’aborto).
la strada della regolamentazione anche, con qualche apprezzabile risultato.
sulla prevenzione abbiamo fatto pochi sforzi.
non comprendo perchè nessuno proponga l’abbinata repressione e prevenzione.
non che io la caldeggi, so bene che la prevenzione non sarebbe in ogni caso in grado di raggiungere la totalità della platea, e quindi torneremmo all’aborto clandestino; però non capisco perchè nei discorsi di voi “irriducibili” la prevenzione non sia mai presente.

chiedo a lei, ma anche agli altri partecipanti a questa discussione che espongono tesi simili alla sua, come cambiare le nostre norme se l’aborto diviene a tutti gli effetti un omicidio, se le tutele riconosciute ai nati sono estese ai concepiti.
che cosa dovrebbe essere punito.
francamente, l’argomento ha una notevole rilevanza; non trascurate questo aspetto.

vorrei anche comprendere perchè se tornassimo alla repressione le cose dovrebbero andare diversamente rispetto al passato e a quanto avviene in altri paesi dove la repressione è in vigore.

la mia esperienza mi dice che in italia la pena vera consisteva nel far correre un rischio enorme, sino alla morte, a chi abortiva clandestinamente.
Gianni
28 febbraio 2008 0:00
Bravo Sig. DE pravato
Vedo che Lei è riuscito a capire la domanda e ha dato pure la risposta, sta migliorando.
Sono d'accordo bisogna essere meno pietosi e più umani, è proprio quello che penso io, non far nascere gente per poi averne pietà.
Non sono arbitro di nessuno e fortunatamente non mi è capitato dover fare una scelta, ma nel caso non avrei avuto dubbi, sarei diventato un assassino secondo il punto di vista di Ferrara.

Sig. compagno Joseph
Lei è la conferma vivente della teoria della evoluzione, se i primi ominidi vivevano sugli alberi, contendendo al ramo scimmiesco della specie i germogli più succulenti, Lei non è ancora sceso dall'albero.
Gianni
Gianni
28 febbraio 2008 0:00
Bravo Sig. DE pravato
Vedo che Lei è riuscito a capire la domanda e ha dato pure la risposta, sta migliorando.
Sono d'accordo bisogna essere meno pietosi e più umani, è proprio quello che penso io, non far nascere gente per poi averne pietà.
Non sono arbitro di nessuno e fortunatamente non mi è capitato dover fare una scelta, ma nel caso non avrei avuto dubbi, sarei diventato un assassino secondo il punto di vista di Ferrara.

Sig. compagno Joseph
Lei è la conferma vivente della teoria della evoluzione, se i primi ominidi vivevano sugli alberi, contendendo al ramo scimmiesco della specie i germogli più succulenti, Lei non è ancora sceso dall'albero.
Gianni
maria
28 febbraio 2008 0:00
chiunque voti per ferrarra e' inspiegabile, come dar fiducia ad un trasformista in vendita al miglior offerente pur di esserci?
Lucio Gherardi
28 febbraio 2008 0:00
Signor Carson, devo dirle che sono piuttosto deluso che lei abbia visto nel mio commento un tentativo di 'convincerla' a non votare Ferrara, quando invece la mia richiesta era semplicemente di spiegarne la motivazione.
Motivazione che, spiacente per lei, rimane inspiegata.
Saluti.

Lucio Gherardi
DE pravato
27 febbraio 2008 0:00
Avevo iniziato con un non sa leggere, ed ho terminato con un complimento, dando per scontato che invece sapesse leggere, e facesse solo finta, di essere imbecille.

Ma vedo che non ha saputo leggere nemmeno questa volta..., allora è proprio vero!

Aggiungerò anche che oltre a ciurlar nel manico (cosa adesso evidente!) è anche un presuntuoso!
No. Nessuno di quanti sono contro l'aborto si chiedono che vita possono fare quegli sfortunati nostri fratelli più deboli! E sa perché non se lo chiedono?... perché una risposta non ce l'hanno!
Ma Lei (Esimio sarebbe poco, ora occorrerebbe dire DIVINO!) invece, non solo se lo è chiesto, ma ha anche risposto, ed in modo inequivocabile e definitivo a nome loro, perché loro, naturalmente, glielo hanno confidato nei suoi incontri mediatici con quei piccoli corpi in crescita, ed anczi ne avete discorso, avete valutato, studiato e tutti loro, ed ognuno singolarmente ha giurato a lei, O DIVINO!...:
""sissignore, IO voglio essere ammazzato, perché questa vita incompleta, questa mezza vita, questo terzo di vita che mi aspetterà non mi andrà bene e non voglio nemmeno provare a viverla, perché "GIA' SO" che preferisco l'oblio. ""

Vero, signor Gianni?... è Lei l'arbitro della vita di quelle persone, il loro confidente, colui che ha raccolto le loro volontà?...

O per caso le rode qualcosa di tipo politico, o partitico, o ideologico o di elettorale e quei poveri cristi che vorrebbe spingere noi ad ammazzare non c'entrano in nient'altro, e non le hanno fatto alcuna confidenza?...

Scusi, giovanotto... di queste forme di pietà verso i "diversi" ne abbiamo viste parecchie, nel corso dei secoli, dalle streghe agli indiani, dai negri agli ebrei... sarebbe ora che cominciassimo ad essere meno pietosi e più umani!
compagno Joseph
27 febbraio 2008 0:00
è Gianni che ha fatto la fgura dell'imbecille
matematico
27 febbraio 2008 0:00
passare dal 26,9% a 19,1% sono 7,8 punti percentuali in meno e non il 7,8%.

la differenza è del 29% in meno

la matematica almeno rispettatela, grazie.
Gianni
27 febbraio 2008 0:00
Sig. DE pravato, grazie per l'esimio non me lo aveva detto mai nessuno.
Vedo che si è scaldato parecchio per il mio commento, su un suo intervento dove, con un ragionamento molto logico, (notare il complimento)arrivava ad una conclusione molto discutibile (notare la delicatezza). Non vedo motivo del suo risentimento, ho solo seguito un suo ragionamento e lo ho applicato anche ad altre situazioni con un poco di ironia che evidentemente Lei non ha apprezzato, o non è in grado di capire, ma sinceramente non me ne frega niente dei suoi limiti. Neanche di fare,come Lei dice, la figura dell'imbecille perché poi è da vedere chi la fa veramente.
Mi spiace che aveva iniziato con un esimio e poi termina con imbecille. Non ce la fa proprio ad essere civile.
Nessuno la obbliga a perdere tempo per rispondere.
Ribadisco comunque quanto scritto in precedenza, nessuno, fra quanti sono sempre e comunque contro l'aborto, si chiede che vita possono fare certe creature con gravi lesioni che provoca loro sofferenze e complicazioni continue, forse l'aborto è anche una forma di pietà.
Fare poi, come intende Ferrara, una campagna elettorale, mettendo la moratoria sull'aborto come scopo, mi sembra demenziale.
Gianni
carson
27 febbraio 2008 0:00
x i miei amici del forum

mi è piaciuto fare da parafulmine per tutte le vostre ingiurie nei miei confronti,ma a tutto c'è un limite...pertanto mi limito a rispondere solo a lucio dicendogli che nella mia infinita ingenuità nessuno di voi mi ha convinto a non votare ferrara, ad alessandro dico che mi sembra sia sulla strada giusta, all'avvocato toscano che trasuda bile da tutti i pori e non riesce a fare a meno di straparlare e di offendere, dico che mi ha convinto a salutare tutti e a non intervenire più sul forum.

saluti vivissimi

Kit Carson

Lucio Gherardi
27 febbraio 2008 0:00
Signor Carson, ripropongo alla sua cortese attenzione il mio intervento confidando in una sua risposta. Senza la quale dovrò trarre le mie conclusioni personali, come del resto ognuno degli altri lettori.

da: Lucio Gherardi
Data: 23 Febbraio 2008

Signor Carson, con rispetto, la sua posizione mi lascia alquanto perplesso.
Forse lei confonde il personaggio che Ferrara recita per copione televisivo, con la persona che lo interpreta. I cui veri interessi sono di tutt'altra natura.
Senza pregiudizi di sorta, affermerei che il signor Ferrara Giuliano sia solo uno dei tanti intrattenitori televisivi, un opinionista a tratti divertente, ma nel contesto solo un pacioso venditore di se stesso. O meglio, della sua immagine mediatica.
In quanto tale, attribuirgli una qualsiasi attendibilità quando parla di posizioni politiche riguardo alla 194 mi pare una clamorosa ingenuità.
È evidente persino ad un bambino che dell'aborto non gli importa nulla, e ne fa soltanto un argomento di veicolo della propria propaganda politica.
Voglio ovviamente rifiutarmi di credere che lei attribuisca una qualsivoglia sincerità alle sue dissertazioni, eppure lei insiste nel farne riferimento.
Sarebbe bene, riprendendo la sua richiesta di “parlarne senza preconcetti”, che lei ci chiarisca questo dubbio.

Cordialità

Lucio Gherardi
Sergio
27 febbraio 2008 0:00
Figurarsi, io sono vegetariano rigoroso.

Non ammazzo neanche un pollo; non mangio neanche uova.

Per me sono assassini anche coloro che mangiano carne.

Uccido solo se attaccato o se un essere vivente invade in modo fastidioso il mio spazio, la mia casa e non riesco in altro modo che non sia l'eliminazione a liberarmene.

Quel che continua a non essermi chiaro, De pravato, è come cambierebbe il nostro ordinamento se da domani l'aborto fosse punito come un omicidio.
Qualcuno mi ragguaglia su questo aspetto?

Per quel che mi riguarda puoi utilizzare tutte le parolacce che vuoi e puoi definirmi come più ti garba: prendo in considerazione qualsiasi giudizio, ovviamente con riserva di autonoma valutazione.

alessandro
27 febbraio 2008 0:00
leggo dal Resto del carlino che nel 1982 a fronte di 234.593 bambini abortiti ne erano nati vivi 634.794, con una percentuale di aborti del 26.9% nel 2006, tenuto conto che il dato è ancora provvisorio, a fronte di 133.033 bambini mai nati, ne sono nati 560.010. la percentuale di aborti è stata del 19.1% ovvero il 7.8% in meno rispetto al 1982! Senza contare che nell’82 non esisteva la pillola del giorno dopo usata in Italia 350.000 volte all’anno…
dai dati aborti/nati vivi mi sembra che non ci sia tanto da stare allegri e sollevare il problema come sta facendo Ferrara penso sia un fatto positivo che può essere l'inizio di un serio confronto anche in chiave politica...

saluti a tutti
Sergio
27 febbraio 2008 0:00
Caro APS, i sogni per fortuna non ci sono ancora proibiti.

Avere un sogno può essere un'ottima bussola per puntare idealmente verso qualcosa e soprattutto per guidare il proprio comportamento e stile di vita (è un po' quel che intendo per "cultura della responsabilità": se ciascuno di noi fosse più responsabile avremmo certamente meno problemi; se poi riducessimo tutto il "codice morale" a una sola regola, non fare agli altri quel che non vorresti fosse fatto a te, staremmo tutti meglio; non credi?).

Quando ci confrontiamo con gli altri e con i problemi della realtà materiale non possiamo però restare ancorati ai nostri sogni e non possiamo pensare che quel che va bene a ciascuno di noi sia giusto per tutti.
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