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lucillafiaccola1796
25 gennaio 2011 20:02
attenzione... i notai potrebbero vendervi casa di qualcun'altro controllate le mappe catastali co il Vostre Tre Occhi....!
raspadura
24 gennaio 2011 22:42
Luigi,
è evidente che il tema (purtroppo) non interessa. Comprensibile, in tempi di bunga bunga e di crisi economica. Sta di fatto che le tariffe dei notai sono da rapina, ed i redditi (400.000 € l'anno cadauno nel 2008) stanno lì a dimostrarlo. Vero, dal notaio l'italiano medio ci va poche volte nella vita, ma non si capisce perchè quando ci va deve pagare al sedicente pubblico ufficiale (che però, quando gli fa comodo, fa anche il libero professionista) un pizzo pari al 4% (se non di più) del valore della casa che compra. Non si capisce in base a quale sistema di valori un chirurgo che salva decine di vite umane al giorno debba guadagnare meno della metà di quello che guadagna un qualunque notarucolo di provincia. Clientela garantita dalla legge, nessuna concorrenza, ferreo controllo del numero dei professionisti (in nome di un ipocrita controllo della professionalità, in realtà quello che conta è che il numero sia quello "giusto", tale da evitare la più blanda forma di concorrenza, anche a costi di "segare" a tutti i costi i meritevoli se il numero dei promossi al concorso aumenta in modo "pericoloso").
Basta vedere quello che è successo con le compavendite di autoveicoli: da quando sono state tolte ai notai i costi sono dimezzati e la qualità del servizio è esponenzialmente cresciuta (niente code, niente attese, servizio capillare). In Svizzera la funziona notarile è erogata, con grande successo, da avvocati che hanno superato un apposito esame di abilitazione. Risultato? Costi bassi, servizio capillare, nessuna attesa. Non potrebbe accadere in Italia? Certo che sì, se si avesse il coraggio di toccare gli interessi economici di una sparuta minoranza che si arricchisce "tosando" il cittadino nei momenti importanti della sua vita (l'acquisto casa, la redazione di un testamento, la creazione di una società). Invece no, in Italia preferiamo tenere in piedi un sistema di "attifici" nei quali il "vero" lavoro notarile è svolto da una pletora di sfigati a partita IVA ed il notaio compare, manco fosse il Re Sole, solo al momento della firma, giusto in tempo per riscuotere la ricca prebenda magari da un operaio che risparmia da anni per comprarsi un decrepito bilocale in provincia.
Che schifo.
LUIGIRAI
24 novembre 2010 11:57
data ultimo commento 16/02/2009...

A distanza di 2 anni dall'ultimo mio post ''I NOTAI SONO OGGETTIVAMENTE UTILI O NO??'' nessuno mi ha risposto....neppure quei notai che hanno contestato le mie argomentazioni,... nei post in fondo ...i notai che contestano il ragionamento che si potrebbe fare anche a meno di loro,....si son dovuti arrendere dinnanzi a questi semplici ragionamenti logico-deduttivi::::

si dice sempre che il notaio è GIUDICE PRECONTENZIOSO e c'è un grande giurista del secolo scorso che asserì che ''TANTO PIU' NOTAIO ...TANTO MENO GIUDICE....

Quindi si fà leva sul fatto che un atto rogato dal notaio ha basse probabilità di essere impugnato e pertanto chi roga un atto dinnanzi al notaro ha la quasi certezza matematica di non dover intrapendere in futuro dei costosissimi e lunghissimi processi civili che possono durare anche 10 anni.

BENE TUTTO OK....

SE NON FOSSE PER IL SEGUENTE FATTO::

1) Il giorno in cui si riformerà seriamente il processo civile, per cui un processo invece di durare fino a 10 anni, durasse al massimo 5 mesi dalla prima udienza, i notai sarebbero + oggettivamente utili?? tanto la garanzia del notaio sarebbe fortemente rivalutata a ribbasso perchè in caso di imbroglio e frodi posso ottenere giustizia velocemente!!

2)il fatto che ci sono pochi rogiti notarili impugnati in giudizio, a mio giudizio non è sinonimo di qualità della prestazione erogata del notaro. la legge notarile se non erro da un semplice e superficialissimo obbligo al notaro di indagare la volontà delle parti.
NON c'è una norma specifica che obblighi il notaro ad indagare la volontà delle parti partendo dall'indagare il livello di istruzione e culturale delle parti e se hanno ben compreso la portata delle obbligazioni che stanno assumendo e la portata dei propri diritti che stanno limitando o perdendo del tutto!!

Il fatto che ci siano pochissimi atti annullati SARà DOVUTO AL FATTO CHE UNA VOLTA FIRMATO....SE NON HAI BEN COMPRESO LA PORTATA DELLE OBBLIGAZIONI CHE TI HAI ASSUNTO E LA PORTATA DEI DIRITTI CHE HAI PERSO....SONO CAVOLI TUOI!!
NESSUN GIUDICE TI DARà RAGIONE!!!
DOVRAI TU DIMOSTRARE CHE IL NOTARO NON TI HA BEN SPIEGATO QUELLO CHE HAI FIRMATO!
forse dovrai procedere con una querela di falso......ah... già dimenticavo i processi durano 10 anni!! dimenticavo!!
una volta firmato:: Alea iacta est!!!!
Fabio
20 aprile 2009 0:00
Io non affermo che i notai si debbano necessariamente mettere in concorrenza fra di loro, io contesto la fissazione, da parte dell’ordine, di tariffe minime che, applicate in maniera generalizzata, possono determinare, in alcuni casi, dei compensi molto elevati che non rispecchiano l’effettiva attività svolta. Le faccio l’esempio del mio caso.
Ho appena concluso una compravendita con una società di costruzione che mi ha imposto il proprio notaio. Ho pagato per l’atto, circa 3300 €. Documentandomi su internet ho calcolato che il notaio dovrebbe aver intascato circa 1900 € (il resto della somma sono le spese previste dalla legge e l’iva del 20%). Presa da sola questa cifra potrebbe anche sembra adeguata visto tutto il lavoro che c’è dietro la preparazione dell’atto. Peccato però che l’appartamento che ho comprato fa parte di un comprensorio di 100 appartamenti tutti uguali. Facendo i calcoli il notaio intascherà circa 190.000 € per fare 100 atti tutti uguali. Se non ci fossero stati i limiti minimi imposti, in un mercato libero, l’importo pagato da ogni acquirente degli appartamenti sarebbe stato di molto più basso.

Al di là del discorso del compenso economico, voglio aggiungere, che questa mia prima esperienza davanti ad un notaio è stata molto negativa e deludente.
Il notaio ha letto il rogito in maniera molto frettolosa e saltando parecchie parti. Ogni qualvolta facevo una domanda per avere chiarimenti sul testo, il notaio mi rispondeva piuttosto stizzito ed in maniera poco trasparente. Mi ha dato proprio la brutta impressione che voleva sbrigarsi per poter passare agli altri acquirenti e quindi intascare i soldi degli altri rogiti. Le mie lecite domande (esistenza di ipoteche, agibilità della casa, presenza di errori negli allegati all’atto) le riteneva solo una perdita di tempo nonostante il tempo speso per la lettura e la firma dell’atto non fosse stato più di 30 minuti.
Tornato a casa ero proprio intenzionato a segnalare questo comportamento poco professionale, che passa i limiti della buona educazione, all’ordine dei notai, ma mi sono cadute le braccia, quando, leggendo il codice deontologico notarile, mi sono reso conto che non c’è una sola riga che vieti questi comportamenti o per lo meno suggerisca una linea di condotta con i clienti (per esempio sulla trasparenza). Ritengo che i notai, essendo ufficiali pubblici e che quindi possono mettere facilmente in soggezione i contraenti al momento della stipula degli atti, dovrebbero dotarsi di un codice di condotta nei confronti dei clienti per evitare situazioni come quella che mi è capitata.

Fabio
Giacomo
20 aprile 2009 0:00
Fabio

Il Presidente dell' antitrust è stato un aspirante Notaio. Tale però rimasto.
Facile immaginare che il suo modus operandi sia animato da forti sentimenti revanenscistici.

Consideri anche che la corte di Cassazione ha espresso parere contrario alla liberalizzazione della tariffa notarile in virtù della funzione pubblica che il Notaio ricopre.
In sostanza sarebbe come mettere in concorrenza fra loro, ad esempio, Comuni o Tribunali.
Aggiungo che, a differenza di quanto i più possano pensare, dati alla mano, le tariffe previste in ambito notarile sono sensibilemnte inferiori a quelle previste da altri professionisti.

Difficile a credersi?
Vada a ritroso in questa discussione. Troverà dei dati molto interessanti.

Serloc Olmi
19 aprile 2009 0:00
1 Non ti fidare MAI dei notai: Per prima cosa vai al catasto e fatti rilasciare 1 certificato storico catastale dell'immob
ile, completo di PLANIMETRIA 1B Controlla con i TUOI occhi che la Planimetria corrisponda all'immobile che vuoi acquistare: I NOTAI non lo fanno MAI e ti vendono casa di qualcun'altro!!!!! Volevo "regalare" 1 casetta ad 1 mio giovane parente cedendogliela ad un prezzo veramente irrisorio! Il notaio si sarebbe preso 1 TERZO del "regalo" Per evitare il SOPRUSO, la casa è ancora MIA!!! Fatto questo primo passo, gli altri passi sono facili: depositare atto di compravendita a ufficio, registro, conservatoria reg immob, catasto, ecc. Occorre impadronirsi dei mezzi di "ruberia" del notaio, avvocato, idraulico, medico, costruttore, banchiere, governanti di turno, ecc., ecc., ecc., Auguri e Forza.... (la tua città)
Fabio
19 aprile 2009 0:00
Mi sembra che la recente indagine conoscitiva dell'Antitrust sugli ordini profesionali (IC34) delinei in modo molto chiaro quale è il reale stato di cose relativa ai notai e agli ordini professionali in genere.
Sembra che le leggi emanate negli ultimi anni servano proprio per mantenere elevate le tariffe degli ordini (in particolare quelle dei notati) a scapito degli utenti alla faccia della liberalizzazione delle tariffe. Ecco i punti fondamentali che mette in evidenza l'Antistrust:

1) L'esistenza di tariffe minime, come quelle che hanno i notai, sono lesive della concorrenza
2) Il decreto legge Bersani del 2006 aveva tentato di vietare la fissazione di tariffe minime, ma nella sua conversione in legge l'articolo relativo è stato svuotato di forza.
3) Nel 2006 è' stato emanato un decreto legge (249/06 art. 30) che limita fortemente la concorrenza fra notai e di cui l'Antitrust chiede l'abrogazione.

Ancora più interressante mi sembra il codice deontologico dei notai.

Se leggete il testo vi renderete conto che non c'è un solo articolo che descrive come i notai si debbano comportare nei confroni dei clienti che sono poi quelli da cui ricevono i lauti compensi. Ci sono articoli che regolano i rapporti con tutti tranne che con i clienti. Del resto basta fare una ricerca della parola "cliente" per rendersi conto che appare solo quando si dice che non bisogna farsi concorrenza o denigrare altri notai. Non c'è inoltre alcun articolo che richieda la trasparenza e chiarezza verso i clienti nella formalizzazione degli atti.

In pratica il cliente deve pagare senza fare domande a prezzi in regime di cartello.

Fabio
Supervik
17 marzo 2009 0:00
NOTAI = LADRI AUTORIZZATI E CERTIFICATI....
vito
17 marzo 2009 0:00
Reduce da una "pelata" da parte dell'unico notaio della mia città (alla faccia della concorrenza e della libera professione...) non posso che associarmi alla lamentela di questo forum.
E' un po' come quando compri l'acqua nel deserto: se ti chiedono mille euro al litro non puoi fare altro che pagare perchè non hai altra scelta, e per i notai in italia purtroppo è lo stesso. Sono loro ad avere il coltello dalla parte del manico. A noi ci tocca solo un compito, pagare, pagare, pagare. Mantenergli la Bentley nel garage (è l'auto del notaio della mia città) e l'attico ad Alassio....Se almeno ci ringraziassero visto che siamo gli unici al mondo a garantirgli un tenore di vita così elevato...invece se la tirano pure....
Marco
1 marzo 2009 0:00
No, supervik, non accetto gli insulti, anche se sono contro i notai. Un conto è dire che i notai approfittano di una situazione di privilegio a scapito dei più deboli (vero), un conto è dire che sono dei ladri (falso ed infamante).
Credo che in un forum si debbanono comunque rispettare dei limiti, anche se la categoria dei notai è, non per colpa nostra, invisa a molti.
Supervik
1 marzo 2009 0:00
NOTAI = LADRI AUTORIZZATI
Sergio
28 febbraio 2009 0:00
Marco, sei tu che non capisci. D'altronde non fai mica parte della esclusivissima minoranza che può capire (e che, capendo, intasca).
Quindi, paga e taci, senza fare troppe domande, gnurant!!!
:-)
Marco
28 febbraio 2009 0:00
A me bersanotto sembra un po' offuscato mentalmente...
Imparzialità ed indipendenza non sono "funzioni", sono "caratteristiche" imprescindibili per lo svolgimento di determinate funzioni, quali notaio, giudice onorario, magistrato, vigile urbano, eccetera...
Non sono, tra l'altro, neanche prerogative solo del notariato. E, su questo bersanotto ha ragione, non si vendono. Ma "non venderle" non significa non accettare il fatto che l'onorario di una libera professione non debba essere soggetto al libero mercato. Se così non è, ricadiamo, come detto, nella "rendita di posizione" scaricata sulle spalle dei cittadini
Sergio
27 febbraio 2009 0:00
Quando si dice il senso della misura...
"Il sistema è perfetto: ELEVATA QUALITA' A COSTI CALMIERATI."
Sì, per i notai è sicuramente perfetto, visto che si tratta di un sistema in cui riuscite i costi della vostra rendita di posizione su cittadini che non hanno alcuna possibilità di negoziazione, per chi vi paga molto ma molto ma molto meno.
Da morire dal ridere poi la frase "LE FUNZIONI DI GARANZIA, IMPARZIALITA' E INDIOPENDENZA NON SI V E N D O N O "
Ohibò, e gli onorari allora che li chiedete a fare? NOn "vendete" un servizio? No? Ed allora cosa cazzo vi paghiamo a fare?
bersanotto
26 febbraio 2009 0:00
Lascerei che Sergio e Marco continuino da soli nei loro astrusi ragionamenti.

Essi continuano a parlare di reddito (e di costi...mah), ma quando li provoco a parlare della S I N G O L A prestazione del Notaio essi non si pronunciano. Sono davvero curioso di sapere secondo loro quanto è GIUSTO pagare la singola prestazione di un Notaio per una compravendita di Euro 100.000. E quanto è GIUSTO pagare un mediatore immobiliare, un avvocato o un commercialista per la stessa transazione.
Se la risposta è "lo dice il mercato" oppure "aumentando l'offerta scendono i prezzi" mostrate ancora di non aver compreso la specificità della funzione notarile. E di NON VOLER CAPIRE che senza numero programmato (cui peraltro gli avvocati vogliono giungere) la S I N G O L A PRESTAZIONE COSTA DI PIU' E LA QUALITA' E' GARANTITA SOLO AL PIU' RICCO E FORTE.

IL NOTARIATO NON C'ENTRA NIENTE CON IL MERCATO, PERCHE' LE FUNZIONI DI GARANZIA, IMPARZIALITA' E INDIOPENDENZA NON SI V E N D O N O !!!! E GUAI SE LO FOSSERO !!!

Il sistema è perfetto: ELEVATA QUALITA' A COSTI CALMIERATI. Solo che vi fa invidia.

Sergio
26 febbraio 2009 0:00
Marco, "Tutto sta nel vedere qual'è la mole di lavoro di ciascuno"
Appunto. Tenendo conto che il notaio è come il prezzemolo, e che deve mettere il becco in opgni transazione immobiliare ed in ogni atto societario che avviene in Italia, si fa fatica a credere che 8 notai per 100.000 persone bastino. Ed in effetti non bastano, altrimenti non si spiegherebbe come mai ogni notaio deve avvalersi di una struttura di diverse persone che "fanno" il lavoro di preparazione e pre-controllo dei vari atti...
Sergio
26 febbraio 2009 0:00
Nonnotaio, fiumi di parole per non dire nulla...
Il notaio è, bontà sua, un pubblico ufficiale, e come tale, si presume, svolge un pubblico servizio. Questo servizio ha un costo, che può essere visto o a livello individuale (la parcella pagata dal cliente) od a livello aggregato (la somma delle parcelle pagate in un anno da tutti i clienti).
E' correttissimo parlare di costo sostenuto dalla collettività. Dirò di più, è correttissimo parlare di costo imposto dal notariato alla collettività, dato che la prestazione notarile è resa obbligatoria dalla legge e l'assetto attuale del sistema notarile lascia ben poco spazio di negoziazione sugli onorari.
Niente di negativo in questo, si tratta solo di usare i termini giusti. Il reddito dei notai è nel suo insieme pagato dalla collettività, altrimenti non si capirebbe da dove saltino fuori i soldi che garantiscono quello stesso reddito. E non capisco francamente che cosa ci sia di offensivo nel dire la pura verità, e cioè che il notariato ha un costo, esattamente come ce l'hanno la politica, la magistratura, i servizi per il cittadino e via dicendo.
A volerla dire tutta, il costo dei servizi di notariato non hanno alcun effetto benefico sul PIL. NOn si tratta di vendere all'estero servizi o merci che vanno a contribuire alla crescita economica, è una semplcie "partita di giro" che si chiude entro i confini nazionali. I soldi escono dalle tasche di qualcuno e finiscono nelle tasche di qualcun altro. A meno che non dimostriate che quei soldi hanno altra origine...
Non mi sembra così difficile da capire.
NonNotaio
26 febbraio 2009 0:00
Per "collettività" si intende TUTTI i cittadini di una nazione; la COLLETTIVITà paga i vigili urbani, i magistrati, i medici, ed ogni servizio pubblico (come è giusto che sia); il costo cui voi fate riferimento e denominato tale proprio perché è invariato per ogni cittadino, ed indipendente dal fatto che se ne usufruisca oppure no. Io pago il servizio sanitario nazionale ANCHE SE non mi farò mai curare in una struttura pubblica, e lo pagherò tramite le tasse, per tutta la vita.
Il notariato NO. se fosse come dite voi, ogni anno TUTTI NOI CITTADINI dovremmo pagare allo Stato più tasse, poiché il maggior gettito servirebbe a sostenere il sistema del notariato. Inoltre si creerebbe la conseguenza che anche chi va dal notaio una sola volta nella vita (per comprare la famosa casa) dovrebbe poi pagare più tasse per tutta la vita, pagando anche, pro quota,per coloro che dal notaio vanno continuamente per ragioni lavorative (ad esempio società o speculatori immobiliari). Figuriamoci chi dal notaio non andrà mai.
Spiegarlo in maniera più semplice di così è davvero impossibile; tra l'altro cari Sergio e Marco, questa storia della collettività non è una opinione ma un dato di fatto, anzi è il fondamento del notariato così come lo ha concepito il legislatore, continuare a parlare di "costo per la collettività" vi rende solo ridicoli; inltre, parlare di "costi aggregati" non ci fa certo tremare e credere che stiamo parlando con un esperto,; ti assicuro che è palese l'igoranza che vi portate dietro; come si fa a dire : "IL notariato nel suo insieme (che è, ripeto, un servizio pubblico) è mantenuto dalla collettività, cioè dalla somma di tutti gli onorari versati dai loro clienti..." Ma se è la somma degli onorari allora è pagato dai clienti non dalla collettività... E' LAPALISSSIANO com'é che non ci arrivate??
IO, ma noto che anche Bersanotto, Massimo e Roberto fanno altrettanto, stiamo davvero semplificando il più possibile i discorsi, senza buttarla sul "tecnico" proprio perché da tutti i vostri posts si nota che di diritto non ne capite un accidente, però adesso basta, è assurdo che continuiate a scrivere che gli IGNORANTI SIAMO NOI e che non capiamo i vostri banali e "cristallini" discorsi.
Rileggeti tutti i posts, vi abbiamo fornito fonti concrete, leggi, riviste, articoli, autori, vi abiamo schematizzato sommariamente come si articolano le spese di uno studio medi e tanto altro, più dettagliati di così è davvero impossibile.
Liberissimi di continuare a pensarla come volete (sull'ammontare degli onorari, non sul discorso della collettività... quello è assodato) ma almeno cercate di controbattere in maniera più analitica ai nostri discorsi e non dei superficialissimi luoghi comuni del tipo "il notaio costa alla collettività 4 o 5 volte un magistrato..." senza poi spiegare il perché!!!
luigi raimondo
26 febbraio 2009 0:00
DOMANDA......

se è vero come sarà senz'altro vero che il legislaTtore istituì la legge notarile, e quindi i notai per il fatto che essendo l'italia un paese che ha i processi che durano dai 6 ai 10 anni, e pertanto doveva istituire una figura che levasse con la sua professionalità i casi da portare in giudizio da parte dei clienti, e che sventasse con il suo occhio da giurista eventuali vizi nei rogiti e nei scritti autenticati....

allora la domanda sorge spontanea...

SE UN GIORNO IL SISTEMA GIUDIZIARIO ITALIANO SARà COSì VELOCE ED EFFICIENTE, PER CUI LA DURATA MEDIA DEI PROCESSI ANDASSE DAI 6-10 ANNI AI 3-4 MESI E DICO MESI NON ANNI.... ALLORA E SOLO ALLORA IL RUOLO DEI NOTAI DOVREBBE ESSERE RIDIMENSIONATO A RIBBASSO??? O DOVREBBE ESSERE RIDIMENSIONATO A RIBBASSO LE PARCELLE??
Massimo
26 febbraio 2009 0:00
..."ma a me che ci sia un notaio ogni 2 magistrati ed ogni 27 avvocati pare una anomalia"....

Sergio
Non direi proprio. Tutto sta nel vedere qual'è la mole di lavoro di ciscuno. Imparagonabile nel caso degli avvocati, e di conseguenza magistrati, con i notai.


P.S. continuo a provare un vivo interesse circa la fonte da cui deriverebbe che il reddito dei notai ammonta mediamente a 500.000 euro come scrivono Sergio e Marco.
Possibile che nessuno dei 2 sia in grado di fornirene la prova?
A questo punto sembrerebbe davvero la solita balla.
Sergio
26 febbraio 2009 0:00
Marco ha descritto in modo cristallino la cosa, non riesco veramente a capire come sia possibile non comprendere....
Il notariato svolge un servizio pubblico a fronte del quale la collettività sostiene un costo. Il problema non è questo (è normale che a fronte di una prestazione venga riconosciuta una somma di danaro), il problema è se e quanto è congruo questo costo...
Proprio ieri leggevo sul Corriere: ogni 100000 persone ci sono 214 avvocati, 15 magistrati ed 8 notai. Potete dire quello che volete, ma a me che ci sia un notaio ogni 2 magistrati ed ogni 27 avvocati pare una anomalia. Ribadisco: il numero dei notai è tenuto artificialmente basso in modo da evitare qualunque forma di concorrenza tra presunti "liberi" professionisti, in modo da fare pagare onorari molto più alti di quel che sarebbe possibile in un regime differente.
Quindi, bersanotto, la pianti con 'sta storia dell'invidia, non c'entra nulla. Se uno guadagna centinaia di migliaia di euro affrontando il rischio di impresa ed andando in giro per il mondo a vendere prodotti italiani ha tutto il mio rispetto. Se li guadagna sfruttando la rendita di posizione che gli garantisce una certa posizione pubblica, lo ha molto meno. E' questione di valori. Il rispetto sociale non ce lo si guadagna con la dichiarazione dei redditi, ma con lo spirito di servizio che si dimostra.
Marco
25 febbraio 2009 0:00
Bersanotto, chi è confuso (oppure ha la coda di paglia) qua dentro è lei ed i suoi compagni di merende.
Dire che il notariato rappresenta un costo per la collettività non significa escludere che anche altre categorie non rappresentino, a loro volta, un costo.
I notai rappresentano un costo per la collettività esattamente come lo rappresentano tutti coloro che svolgono un pubblico servizio. Come, per l'appunto, magistrati, vigili urbani, medici, farmacisti, militari e netturbini. O, se preferisce, commercialisti ed ingegneri. I notai, esattamente come i magistrati, i tassisti od i netturbini, sono remunerati in quanto svolgono un servizio pubblico. E fanno parte di quella categoria che, come i tassisti o gli ingegneri, sono remunerati non tramite uno stipendio, ma tramite un "onorario" corrisposto da chi deve, per legge o per necessità, avvalersi dei loro servigi. Questo però non toglie che il notariato nel suo complesso, così come la categoria dei tassisti o quella degli ingegneri, rappresenti un costo aggregato per la collettività. Da un lato (quello dei notai, dei tassisti e degli ingegneri) si svolge un servizio e si riceve un compenso. Dall'altro, quello degli utenti, si riceve un servizio e si paga, guarda guarda, un costo. Basta sommare i costi sostenuti dai singoli utenti e si ottiene il costo aggregato, il costo, cioè, sostenuto dalla collettività, dato che sta alla base, molto spesso, delle ricerche di carattere macroeconomico.
Costo che può essere ritenuto più o meno congruo, ma di questo si è già parlato. Ma sempre di costo si tratta. Non mi sembra francamente così difficile da capire...
E lei, bersanotto, sarebbe un rappresentante di quella "elite" di "top" da lei così spesso menzionata??? Mamma mia...se lei rappresenta il "top" della "elite", chissà come sono messi gli altri...
roberto
25 febbraio 2009 0:00
E' vero, Marco, "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire".
Credo che chi voleva sentire ha sentito abbastanza ed ha potuto farsi una sua idea, e mi pare un buon risultato;
chi non voleva sentire, non credo possa sentire altro, per cui la chiudo così.
bersanotto
25 febbraio 2009 0:00
Marco, lei è confuso.

Scusi, ma se io devo fare una causa per recuperare un credito, vado dall'avvocato (e sono costretto ad andare da un avvocato). Dunque anche gli avvocati sono "mantenuti" dalla collettività ? Oppure, se ho una società e devo nominare un sindaco, devo rivolgermi ad un iscritto all'Albo dei Revisori Contabili. Sono "mantenuti" dalla collettività anche costoro ?

la rassicuro: Lei non mantiene proprio nessun Notaio. Piuttosto, è il sistema notariato che Le mantiene il sedere ben attaccato a casa sua, mi creda. E se ancora ha dei dubbi, chieda un po' ai poveracci che in Amerika ed in Canada stanno perdendo la propria casa a causa delle frodi ipotecarie e dei furti di identità.
Tutto il resto è invidia. Ma non deve vergognarsene: l'invidia è un sentimento umano, l'importante è non farsene accecare ripetendo frasi fatte e slogan privi di senso.

Marco
25 febbraio 2009 0:00
Nonnotaio (ma mi permetta di dubitarne, visto il fervore che mette in questa discussione), non mi risultano che i notai vivano di aria (come è giusto che sia, peccato che la loro "aria" sia molto ma molto costosa).
Erogano un servizio PUBBLICO a fronte del quale ricevono dei soldi, esattamente come magistrati, vigili urbani, medici, farmacisti, militari e netturbini (solo per citare alcune categorie).
La singola prestazione notarile, obbligatoria per legge, è remunerata dal singolo (che, ribadisco, non ha scelta, essendo obbligato dalla legge ad avvalersene, non solo per tutelare sè stesso, ma per tutelare il "sistema" nel suo complesso).
IL notariato nel suo insieme (che è, ripeto, un servizio pubblico) è mantenuto dalla collettività, cioè dalla somma di tutti gli onorari versati dai loro clienti, persone fisiche o giuridiche che siano. IL costo che la collettività sostiene per mantenere il notariato è un classico esempio di costo "aggregato". Costo che si ritrova pari pari nella loro dichiarazione dei redditi. Se in Italia operano 5000 notai (cifra approssimata per eccesso) ed il reddito medio è di 500.000 Euro (o 300.000 Euro), il costo sostenuto dalal collettività per mantenere il notariato è di 2.500.000.000 Euro (o 1.500.000.000 Euro, a seconda dei dati a cui vogliamo fare riferimento), senza voler ocnsiderare i costi di "struttura" di ciascun notaio (personale, cancelleria, sedi, spese varie).
E' talmente palese ed evidente che è tempo sprecato procedere oltre con la spiegazione, tanto se lei vuol far finta di non capire (ma in realtà ha capito benissimo) è inutile insistere.
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire
NonNotaio
25 febbraio 2009 0:00
Io insisto:

"In che modo il sistema del notariato (e addirittura i guadagni dei notai) dovrebbe pesare su quella parte della collettività che non usufruisce dei suoi servizi, ad esempio chi non è proprietario di casa e non è titolare di società, etc. etc. insomma circa il 30& della popolazione?"

VOGLIO UNA SPIEGAZIONE.... IN CHE MODO????? finché non avrò risposta posterò la domanda ogni giorno!!

P.S. se non si sa rispondere (dato che è impossibile) mi accontento anche di una semplice ammissione di parlare a sproposito.
Marco
24 febbraio 2009 0:00
Nel resto d'Italia invece chi si ostina a sostenere che il notariato non costa un centesimo alla collettività sarebbe definita una persona in mala fede, volgarmente detta faccia di bronzo.
roberto
24 febbraio 2009 0:00
Esatto, Marco, "quello che cambia è semplicemente il modo in cui il servizio è remunerato"; ma in quel "semplicemente" c'è una differenza sostanziale.
Lo stipendio pubblico (del magistrato, del cancelliere, del medico ospedaliero, dell'insegnante, del bidello) è carico della collettività: io lo finanzio con le mie tasse, anche se non sono coinvolto in alcuna causa civile o penale, se sono sano come un pesce, se non ho figli in età scolare, ecc..
L'onorario del professionista è a carico di chi se ne serve, non della collettività (che comunque ricava dal notariato valori monetari superiori all'ammontare dei redditi della categoria, come sia pur sommariamente ho evidenziato nel precedente messaggio): se io non acquisto casa, se non costituisco società, se comunque non ho bisogno del notaio, il servizio notarile non lo pago; se invece il servizio notarile fosse gestito direttamente dallo stato, sarebbe a carico della collettività (e sarebbe finanziato da tutti con le tasse, anche da chi non ha bisogno di servirsene).

Comunque, evidentemente, queste sono argomentazioni di chi è ignorante o in mala fede; Marco, conservi sempre la sua scienza e la sua buona fede, e soprattutto il suo garbo
Massimo
24 febbraio 2009 0:00
Dalle mie parti Marco sarebbe definito un muro di gomma.
Marco
24 febbraio 2009 0:00
Roberto, sostenere che il notariato non costa un centesimo alla collettività porta a due possibili conclusioni: o si è ignoranti o si è in mala fede. Scelga lei.
Il notariato, ribadisco, costa alla collettività esattamente come tutti gli altri servizi pubblici, quello che cambia è semplicemente il modo in cui il servizio è remunerato.
I magistrati (ma anche i vigili urbani, se è per quello, sono pubblici ufficiali anche loro) sono remunerati dallo stipendio che è a sua volta pagato dalle tasse versate dai cittadini, i notai sono remunerati dagli onorari pagati dai loro clienti a fronte di prestazioni, non dimentichiamolo, obbligatorie per legge.
Quindi, ribadisco, il notariato costa alla collettività esattamente quanto tutti gli altri servizi. Se tale costo sia congruo o no, è da discutere. Sicuramente il fatto che un notaio costi quanto tre, quattro o cinque magistrati messi assieme fa venire qualche dubbio su tale congruità...
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